ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 113

La cotoletta “La Piemontese” sempre più conosciuta

Giachino: “Rilancia la produzione dei nostri formaggi e la produzione della nostra carne più pregiata” 

Caro Direttore,
Uno degli obiettivi che mi ero posto con il lancio della “Cotoletta La Piemontese” si sta realizzando gradualmente. Il fatto che il Ristorante POLLASTRINI abbia inserito nel Menu la Cotoletta La Piemontese con la Toma della Valle di Lanzo ha scatenato le rimostranze del Sindaco di Pragelato, Giorgio Merlo, e di alcuni clienti che hanno richiesto la Toma della Val Chisone e qui l’inghippo. Nei negozi di formaggi così come nei supermercati vi sono solo alcuni tipi di TOME, da quella di Lanzo a quella di Bra a quella del Moncenisio. A Bardonecchia oggi ho gustato la Cotoletta con la Toma della Val Susa ma se avessi richiesto la Toma della Val Pellice non l’avrei trovata.
Contemporaneamente la Pro loco di Caselle sotto l’invito del Sindaco giovedì sera ha presentato ai giornali locali la Cotoletta La Piemontese con la Toma della Valle di Lanzo. I produttori della Toma di Lanzo si sono presentati con una forma e con un manifesto che evidenzia l’abbinata cotoletta piemontese con la Toma di Lanzo. Alla serata hanno prese parte anche alcuni produttori locali di carne di razza piemontese .
Giovedì prossimo da POLLASTRINI si potranno gustare la cotoletta con la Toma del Moncenisio e con la Toma della Valle di Lanzo.
A Settembre a Pragelato sotto la spinta del Sindaco e della Assessore Morra si terrà la Festa della Cotoletta La Piemontese.
Cosicché mia figlia che si occupa di marketing e comunicazione simpaticamente ha rinfacciato a me e a Merlo di essere passati dalla Festa della Amicizia alla Festa della Cotoletta, La Piemontese. Sarà. Quel che è certo è a sole 2 settimane dal Lancio della Cotoletta La Piemontese l’interesse dei produttori di formaggi e di carne si è risvegliato e la curiosità del pubblico e da sottolineare. Su Google se digitate Toma della Valle di Lanzo o della Val Susa viene fuori Bartolomeo GIACHINO .
Siamo sulla strada giusta spingere questo nuovo Piatto della Cucine Piemontese che usa come materia prima la carne di razza piemontese e una delle TOME delle nostre Valli aiuterà il rilancio dei nostri formaggi , aiuterà gli alpeggi che li producono e aiuterà i produttori di carne. E alla fine siccome tutto fa PIL il nuovo piatto che rimpiango di non aver presentato prima aiuterà la crescita delle economia del Piemonte è il lavoro.
Mino GIACHINO

Imu e immobili non abitabili, come comportarsi

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Se l’immobile è inagibile o inabitabile l’Ici (o l’Imusi dimezza. L’imposta va pagata nella misura del 50%, nell’anno fiscale di riferimento, per tutto il perdurare dello stato di inagibilità o inabitabilità dell’immobile. E non occorre la reiterazione della richiesta per godere della riduzione per gli anni successivi. Lo mette nero su bianco la Corte di Cassazione con l’ordinanza 19665 dell’11 luglio 2023. Ma c’è una condizione: il contribuente deve poter provare di avere avvertito l’ente impositore della non fruibilità del fabbricato. Qualora l’ente impositore venga a conoscenza del ripristino dell’immobile la riduzione viene meno e torna l’obbligo di versamento in misura integrale per gli anni successivi.

Ma non solo: qualora il Comune sia già in possesso di informazioni secondo le quali l’immobile versa in uno stato di non abitabilità, allora l’importo dell’imposta va ridotto del 50% anche senza che il cittadino avanzi la sua richiesta. A questo riguardo la Cassazione invoca il principio di collaborazione e buona fede alla base dei rapporti fra ente impositore e contribuente, secondo quanto disposto dall’articolo 10 comma 1 della legge 212 del 27/7/2000. Testualmente: “I rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria sono improntati al principio della collaborazione e della buona fede”.

Al riguardo si applica anche la regola secondo la quale al cittadino non può essere chiesta prova di fatti già noti alla pubblica amministrazione. Testualmente dall’articolo 43 del dPR445 del 2000: “Le singole Amministrazioni non possono richiedere atti o certificati concernenti fatti, stati e qualità personali che risultino attestati in documenti già in loro possesso o che esse stesse siano tenute a certificare”.

L’ordinanza della Cassazione deriva da una valutazione in merito a un caso di pluriennale inagibilità di un immobile. I giudici hanno stabilito che qualora un Comune abbia già acquisito informazioni in merito, anche se per finalità extratributarie, allora lo sconto del 50% sulle imposte scatta immediatamente e in automatico. Ma c’è il rovescio della medaglia: lo sconto decade anche in mancanza di comunicazione del contribuente quando il Comune apprenda tramite qualsiasi canale del ripristino dei luoghi. La Cassazione stabilisce infine che debba essere il giudice di merito a dirimere eventuali controversie che potrebbero sorgere fra contribuente e Comune.

I supremi giudici si erano già espressi in materia di Imu/Ici relativamente ai fabbricati inagibili o inabitabili. Con l’ordinanza 1263 del 21 gennaio 2021 la Cassazione aveva stabilito che per comunicare lo stato dei luoghi all’ente creditore bastasse una semplice autocertificazione, sempre nel rispetto del principio di collaborazione e buona fede. Autocertificazione che, naturalmente, non fa mai venire meno il diritto del Comune di effettuare le sue verifiche. L’alternativa all’autocertificazione è un accertamento dell’ufficio tecnico comunale con perizia a carico del proprietario.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Manifestazioni turistiche, i contributi dalla Regione Piemonte

Da oggi 7 agosto fino al 20 settembre resterà aperto un bando per la concessione di contributi a manifestazioni e iniziative turistiche di particolare rilevanza anche sinergiche con grandi eventi in programma sul territorio nazionale e regionale e, dunque, in grado di generare flussi turistici e ricadute economiche importanti.

Il bando ha una dotazione di 860.000 euro, ed è finanziato al 50% dalla Regione e per la restante parte dal Fondo Unico sul Turismo dello Stato. Saranno concessi contributi ad enti pubblici o di diritto pubblico del Piemonte e ad associazioni senza scopo di lucro con sede legale in Piemonte, che svolgeranno attività di comunicazione e promo-pubblicità nell’ambito di manifestazioni ed eventi organizzati in Piemonte.

«L’obiettivo generale – spiega l’assessore alla cultura turismo e commercio, Vittoria Poggioè di promuovere, attraverso gli eventi dedicati ai prodotti d’ eccellenza del territorio e le iniziative di promozione del turismo sostenibile, la diffusione e la conoscenza di pratiche enogastronomiche, consumo di cibo più attente all’impatto ambientale, sociale, culturale ed economico, legate all’importante tradizione agroalimentare piemontese oltre alla pratica di attività turistiche tese a preservare il pregio ambientale e la biodiversità del territorio».

Cresce infatti sempre di più l’interesse per l’enogastronomia, le tipicità̀ del territorio ed il turismo a basso impatto ambientale, anche grazie alle iniziative sui territori di rilevanza internazionale, nazionale o regionale, organizzate nel rispetto dei principi e degli obbiettivi della strategia generale di sviluppo sostenibile.  Assumeranno particolare valore le iniziative di comunicazione e di promo-pubblicità che si caratterizzeranno sul piano dell’innovazione tecnologica e le manifestazioni organizzate nel rispetto del principio di sostenibilità in coerenza con gli obiettivi della strategia nazionale e regionale per lo sviluppo sostenibile valorizzando al contempo l’accessibilità e la fruizione ai disabili.

Il bando è consultabile nella sezione Bandi del sito regionale: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/cultura-turismo-sport

Uncem: il digital divide spaventa la montagna

È allarme. Divario digitale gravissimo e in aumento, nonostante il Piano banda ultralarga che avrebbe dovuto portare fibra ottica e segnali nei territori montani. E che invece è in drammatico ritardo. Uncem nazionale sta lavorando con il Dipartimento guidato dal Sottosegretario Butti e dal Capo Dipartimento Borrelli per generare nuove opportunità grazie ai Piani Italia 1Giga e Italia 5G del PNRR. Molte risorse allocate, che devono colmare disuguaglianze e sperequazioni, come raccontano i cittadini di Carrega Ligure e di altri 2700 Comuni italiani, oggetto della mappatura dal basso mossa da Uncem, sin dal 2018, che prosegue. E le segnalazioni si possono ancora trasmettere qui: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSffSF7AfoeehyhuRU0CswBgofADsJHp4W-9K2feULSbnTv9Qg/viewform?usp=sf_link
Per dire, tutti insieme, dove i telefoni cellulari non prendono. Perchè le reti sono inadeguate. Non solo nelle gallerie della TAV alta velocità ferroviaria tra Bologna e Roma. La situazione è, secondo Uncem, drammatica in tante, troppe parti d’Italia rurali e montane, come il Presidente Marco Bussone denuncia da tempo.

Gli antidoti e le soluzioni ci sono. Nel PNRR ci sono le risorse e altre si possono, si devono trovare. Lo deve fare lo Stato per arrivare – come successe negli anni Sessanta per strade ed energia elettrica – laddove gli operatori privati non arrivano, perché non remunerativo. Ovvero investire, come Stato e Istituzioni centrali e regionali, in pali, tralicci, sui quali gli operatori telco possono installare ripetitori. Ci sono 1,5 milioni di euro, per questo obiettivo, già stanziati dalla legge di bilancio 2020. Pochi indubbiamente, ma oggi assurdamente fermi e non investiti. Ai quali se ne possono aggiungere altri, con opportuni investimenti, nella legge di bilancio 2024. Uncem è già al lavoro. Anche per portare ovunque il 5G, spiegando ai Sindaci più diffidendi e timorosi che non ha senso aver paura, anche con l’innalzamento dei limiti di emissioni elettromagnetiche da 6 a 20 volt/metro. Operazioni verità sulle quali Uncem sostiene con forza il Governo. Per arrivare ovunque con i segnali mobili. Proprio come ha fatto l’Emilia Romagna, con Regione, l’in house Lepida, Uncem insieme: mappatura delle aree senza segnale nell’Appennino, azione con i Comuni montani, pianificazione e investimenti. Togliendo burocrazia, costi e dando soluzioni vere alle popolazioni residenti e ai turisti. Segnali di civiltà, con investimenti non elevati, modello per altri territori, con lo Stato protagonista, vicino a tutti, che accorcia le distanze e abbatte il divario digitale, emergenza che vogliamo come Uncem sconfiggere.

I prezzi al consumo a Torino salgono del 6,5% rispetto a un anno fa

Gli indici dei prezzi al consumo di Luglio 2023 sono stati elaborati tenendo conto delle limitazioni, differenziate a livello regionale, definite dalle normative nazionali e locali per contrastare la pandemia causata dal Covid-19.

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi del più elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. Le modalità con le quali la situazione che si è venuta determinando è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica del comunicato stampa diffuso oggi dall’Istat nella quale viene anche ricordato che gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali sia locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato).

Nel mese di Luglio 2023 a seguito della rilevazione dei prezzi effettuata dal Servizio Statistica della Città, l’indice complessivo dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari al 118,6 (Base Anno 2015=100) segnando una variazione del +0,1% rispetto al mese precedente e del +6,5% rispetto al mese di Luglio 2022 (tasso tendenziale).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto segnalano +0,1% sul mese precedente e +5,1% su luglio 2022. I prezzi dei prodotti a media frequenza d’acquisto rilevano INVARIATO rispetto al mese di giugno 2023 e +9,1% sull’anno precedente. I prezzi dei prodotti a bassa frequenza d’acquisto segnalano INVARIATO sul mese precedente e +3,9% rispetto a luglio 2022.

Nella tipologia di prodotto dei BENI si rileva -0,1% su base congiunturale e +8,3% su base tendenziale.

I prodotti in rilevazione hanno subito queste variazioni:

Beni Alimentari INVARIATO sul mese precedente e +10,2% sull’anno precedente,

Beni Energetici -1,2% sul mese precedente e +6,9% sull’anno precedente,

Tabacchi -0,6% sul mese precedente e +1,9% sull’anno precedente,

Altri Beni +0,1% sul mese precedente e +5,5% sull’anno precedente.

Nella tipologia di prodotto dei SERVIZI si registra +0,3% su base congiunturale e +3,4% su base tendenziale.

Sono state riscontrate le seguenti variazioni:

Servizi relativi all’Abitazione +0,2% sul mese precedente e +4,3% sull’anno precedente,

Servizi relativi alle Comunicazioni -0,3% sul mese precedente e +0,5% sull’anno precedente,

Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona +0,3% sul mese precedente e +5,4% sull’anno precedente,

Servizi relativi ai Trasporti +0,6% sul mese precedente e +1,6% sull’anno precedente,

Servizi vari +0,1% sul mese precedente e +1,8% sull’anno precedente.

L’inflazione di fondo al netto degli energetici e degli alimentari freschi segnala +0,3% rispetto al mese precedente e +5,0% rispetto all’anno precedente.

L’Indagine dei Prezzi al Consumo è stata effettuata secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dall’ISTAT.

I dati relativi al mese di Luglio si possono consultare sul sito: http:/www.comune.torino.it/statistica/ (p.v.)

Ora c’è il distretto piemontese della frutta e del cibo

Assessore Protopapa: “Il riconoscimento valorizza il principale centro di produzione di frutta in Piemonte insieme al territorio rurale”

L’Assessorato regionale all’Agricoltura ha ufficialmente riconosciuto il Distretto del cibo della Frutta, che identifica l’area a vocazione frutticola del Piemonte come principale centro di produzione a livello regionale e tra i più rilevanti a livello nazionale.

Hanno aderito in tutto 44 comuni che si collocano tra le province di Cuneo e Città Metropolitana di Torino, con Saluzzo in posizione baricentrica e gli altri centri di Savigliano e Fossano, fino a comprendere il Cuneese verso sud e la pianura cavourese a nord. Fanno parte del Distretto la Camera di commercio di Cuneo, Fondazione Agrion, Polo Agrifood, i rappresentanti dei produttori, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, le 8 organizzazioni dei produttori presenti sul territorio (Coop Jolly, Eden Fruit, JoinFruit, Lagnasco Group, Ortofruit, Piemonte Asprofrut, Rivoira, Solfrutta ), l’Associazione Pro Cavour, l’Associazione Pro Loco Lagnasco.

A favorire la costituzione del Distretto in questa area sono stati l’organizzazione del Tavolo Frutta del Monviso che, pur più esteso, concentra nell’area distrettuale il suo fulcro operativo e la presenza sul territorio del Centro Sperimentale di Frutticoltura, gestito dalla Fondazione Agrion in collaborazione con le organizzazioni dei produttori e con le associazioni di categoria.

La nascita del nuovo distretto è il risultato del lavoro di concertazione tra i soggetti protagonisti del comparto locale e permette di valorizzare il principale centro frutticolo regionale da cui provengono i due terzi di tutta la produzione piemontese – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa – Ora abbiamo un ulteriore “strumento” che permette di agire in modo coeso sia nello sviluppo di strategie a favore del sistema frutta locale e del territorio rurale, sia nell’affrontare le criticità”.

Il coordinatore del Tavolo Frutta Monviso e proponente del Distretto, sindaco del Comune di Lagnasco, Roberto Dalmazzo esprime massima felicità per aver raggiunto l’obiettivo: ”Il prossimo passo che andrà a formalizzare il Distretto del cibo della frutta sarà la sottoscrizione dell’atto costitutivo previsto per la prima metà di settembre, da parte di tutti i soggetti aderenti. Grazie all’Assessore Protopapa e al Presidente Cirio per aver proposto al tavolo frutta la creazione del Distretto diventato oggi, dopo tanto lavoro, riconosciuto. Un grazie anche allo studio Chintana per aver redatto il progetto”.

DATI

L’areale frutticolo distrettuale si sviluppa attualmente su oltre 16.000 ettari (15.288,38 ha in Provincia di Cuneo e 942,92 ha in Città Metropolitana di Torino), complessivamente in incremento negli ultimi 10 anni (+ 13,89%).

Sono presenti 8 Organizzazioni dei produttori e sono operativi oltre 7.000 addetti diretti, a cui si aggiungono quasi 14 mila lavoratori stagionali.

Il comparto evidenzia un forte orientamento verso la produzione di frutta per il consumo fresco; le specie più rappresentate sono mele, kiwi, nettarine, pere, susine e pesche.

Non sono trascurabili le produzioni di frutta in guscio tra cui, soprattutto, il castagno e il nocciolo, quest’ultimo in forte crescita. Nel territorio di Distretto ricadono quasi l’87% dei meleti coltivati in Piemonte, il 97% delle nettarine, oltre il 76% delle coltivazioni di kiwi, poco meno del 74% dei pereti, il 72% dei susini e il 42% dei pescheti.

Tecnici per l’industria 4.0,  logistica e personale sanitario i profili più ricercati a Torino

Osservatorio Manpower

Nella provincia di Torino prevalgono le assunzioni di giovani under 30 (61,4% degli inserimenti). Molto ricercati i profili legati alle professioni tecniche.

 

 

Torino, agosto 2023 – Manpower ha reso noti i dati del proprio Osservatorio sui profili più richiesti dalle aziende nei primi quattro mesi dell’anno. Ai primi posti nella provincia di Torino si collocano tecnici per l’industria 4.0 (33,0% dei placement), responsabili per la logistica (10,0%) e personale sanitario, come infermieri specialisti e ostetriche (6%).

Una tendenza che trova conferma anche per i prossimi mesi: secondo le previsioni Anpal-Unioncamere per il trimestre luglio-settembre 2023, infatti, la provincia di Torino registrerà assunzioni per oltre 47mila ingressi, con il 18,7% di questi inserimenti che si concentrerà nel settore manifatturiero, il 15,4% in quello turistico, l’11,5% nel commercio e il 9,7% nelle costruzioni.

Tra i profili più ricercati dalle aziende nel territorio torinese risultano, inoltre, figure strategiche dell’area Tecnica, come l’Ingegnere meccanico, tecnico manutentore, specialista macchine CNC, responsabile produzione, che rientrano nella specializzazione Engineering di Manpower, creata proprio per rispondere all’esigenza da parte delle imprese di figure altamente specializzate.

 

L’analisi settoriale: guida il settore dell’auto

Nello stesso periodo di riferimento, il settore maggiormente coinvolto nella ricerca di personale è stato quello dell’industria automobilistica, in aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2022, da cui è arrivato circa un quarto (23,3%) delle assunzioni di Manpower. Elevati gli inserimenti anche per i comparti della logistica (13,9%), dell’industria metallurgica (10,4%) e della sanità (8,1%). Si tratta di dati che confermano la vocazione di Torino per l’ambito industriale e automotive e la sua centralità in questi settori per l’economia non solo locale ma di tutto il Paese.

 

Torino attenta alle assunzioni dei più giovani

Dal punto di vista sociodemografico, oltre uno su tre (36,7%) dei placement di Manpower dei primi quattro mesi del 2023 ha riguardato giovani under 25, segnando un ottimo risultato in termini di occupazione giovanile. Buon risultato anche per la fascia tra i 25 e i 30 anni, pari al 19,6% dei placement. Nel periodo considerato, dunque, ben oltre la metà dei placement totali di Manpower ha riguardato giovani al di sotto dei 30 anni. Da rilevare anche come rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente siano in aumento (+6%) anche i contratti a tempo indeterminato.

Carla GiorgettiRegional Manager di Manpower, afferma “La provincia di Torino si posiziona tra le aree del Paese più dinamiche per quanto riguarda il mondo del lavoro, in particolare per quanto concerne profili altamente specializzati nell’area Tecnica, coerentemente con la vocazione del territorio. Sono infatti molto ricercate le figure con competenze in ambito tecnologico e informatico, sulle quali supportiamo le aziende attraverso Manpower Engineering e le nostre filiali specializzate. Da evidenziare, infine, i dati positivi sul lavoro dei giovani, che mostrano un’attenzione particolare da parte del territorio ad affrontare un tema difficile e impegnativo come quello della disoccupazione giovanile, particolarmente sentito nel Paese”.

Social bonus, i vantaggi per chi aderisce e per chi ne beneficia

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Il Social Bonus, introdotto con il decreto interdirettoriale 118 del 2023, è ora pienamente attivo. Esso consiste in un credito di imposta concesso a persone fisiche, imprese, società e enti non commerciali che effettuano donazioni a favore di enti del Terzo Settore. Questo bonus è regolamentato e per accedervi è necessario seguire la modulistica prevista dal decreto.

La possibilità di ottenere il credito di imposta è già prevista nell’articolo 81 del Codice del Terzo Settore (decreto legislativo 117 del 2017) per le donazioni effettuate da persone fisiche e imprese a tali enti.

Il Social Bonus, oltre a promuovere le erogazioni liberali in favore di enti del Terzo Settore, ha anche lo scopo di favorire il recupero del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato e di contribuire alla conversione dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata.

Possono usufruire del bonus: le persone fisiche; gli Enti che non svolgono attività commerciali; tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Questo significa che il beneficio del Social Bonus è aperto sia a privati (persone fisiche), sia a enti del Terzo Settore che non hanno scopo di lucro (Enti non commerciali), sia a tutte le imprese, comprese quelle di diverse forme giuridiche e attive in qualsiasi settore economico, purché rispettino le condizioni e le modalità previste per ottenere il credito di imposta a fronte delle donazioni effettuate. Un duplice obiettivo che rende il Social Bonus un meccanismo significativo per promuovere il bene comune, sostenendo al contempo il Terzo Settore e le attività di recupero del patrimonio pubblico e dei beni confiscati.

Il Social Bonus è un meccanismo di credito di imposta volto a promuovere la collaborazione tra privati (persone fisiche, imprese ed enti non commerciali) nell’attuazione di attività di promozione sociale considerate di notevole interesse pubblico.

Tra le attività di interesse pubblico rientra il recupero di beni immobili pubblici abbandonati e la trasformazione dei beni (mobili e immobili) confiscati alla criminalità organizzata. Questo recupero deve essere finalizzato per scopi di utilità pubblica, come ad esempio la creazione di spazi per l’aggregazione giovanile, centri per prevenire la dispersione scolastica e altre iniziative simili.

Il Social Bonus viene erogato sotto forma di credito d’imposta ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo. La percentuale del credito di imposta varia in base ai beneficiari e alle quantità delle donazioni effettuate. Persone fisiche: Ottengono un credito d’imposta del 65% per donazioni pari o inferiori al 15% del reddito imponibile. In pratica, il 65% dell’importo donato rientra nel credito d’imposta, ma il beneficio si applica solo se le donazioni rientrano entro il 15% del reddito imponibile del donatore. Enti del Terzo Settore: Ricevono un credito d’imposta del 50% per donazioni pari o inferiori al 15% del reddito imponibile. Anche in questo caso, il beneficio del 50% si applica alle donazioni che rientrano entro il 15% del reddito imponibile dell’ente beneficiario. Aziende: Ottengono un credito d’imposta del 50% per donazioni pari o inferiori al 5 per mille dei ricavi annui. Qui, il 50% dell’importo donato viene riconosciuto come credito di imposta, ma la donazione deve essere pari o inferiore allo 0,5% dei ricavi annuali dell’azienda.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

I turisti amano Torino, si fermano in città e in provincia almeno 5 giorni

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A Torino forte presenza di famiglie dall’estero e in aumento le richieste di località in quota da raggiungere in treno

In base alle rilevazioni effettuate dagli Uffici del Turismo del territorio di Torino e provincia, dal 10 al 15 agosto, emerge quanto segue:

PER LA CITTÀ DI TORINO

Provenienza
30% di flussi italiani e il restante dall’estero in particolar modo da Francia, Spagna e Germania.
Gli italiani che hanno scelto Torino provengono principalmente da Veneto, Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Nel 90% dei casi sono famiglie con bambini prettamente straniere, principalmente provenienti dalla Francia, Spagna, Germania e Olanda.
Molto apprezzata la sezione “Torino con i bambini” del sito turismotorino.org.Tipologia di richieste
Alta la percentuale di turisti che trascorrono a Torino e in provincia almeno 5-6 giorni.
Pernottano a Torino ma non solo. Dedicano anche 2 o 3 notti alla montagna, soprattutto chiedono località in quota facili da raggiungere in treno.Cultura – Torino+Piemonte Card

Un 80% delle richieste telefoniche sono legate al funzionamento della Torino+Piemonte Card, gratuità e riduzioni e soprattutto all’acquisto dal sito. Alta la percentuale di coloro che acquistano la card tramite le OTA (Travel On Line Agency).
Molti sono positivamente colpiti dall’apertura dei musei anche nella settimana di Ferragosto.Camperisti

In aumento le richieste telefoniche e via mail da parte di camperisti alla ricerca di camping e aree sosta camper sempre più attrezzate, moderne e soprattutto in mezzo al verde.

Amanti dell’outdoor

Molteplici le richieste dagli amanti degli itinerari offroad e in MTB (strade storiche di montagna). Molto apprezzata la sezione dedicata “Trekking & Outdoor” del sito turismotorino.org.
Molte richieste le località di montagna per escursioni in giornata da Torino e la Sacra di San Michele.PER LA CITTÀ METROPOLITANAPINEROLO

Si registra la presenza di visitatori italiani provenienti da Piemonte, Liguria, Emilia, Toscana, Lazio e dall’estero: Francia, Germania, Belgio, Olanda, Argentina, Canada.
Tipologia richieste: montagna outdoor, musei, eventi, enogastronomia prodotti tipici, mercati.IVREA
Si evidenzia una forte presenza di italiani (oltre il 50%) seguita dai Francesi e dagli Spagnoli.
Tipologie richieste: prevalentemente visita alla città Sito Unesco e trekking e natura nel territorio (Valchiusella e Gran Paradiso) oltre che la Via Francigena Canavesana.BASSA VAL SUSA

Registrato un buon andamento in bassa Val Susa con presenze significative a Susa e Avigliana e nelle strutture ricettive dei piccoli centri della valle. C’è molto turismo itinerante con presenza di Francesi e Olandesi e in aumento i turisti da Israele.
Maggiormente richiesta la cittadina di Susa, la Sacra di San Michele e l’Abbazia di Novalesa oltre alle arrampicate, vie ferrate ed itinerari escursionistici.
Si evidenzia la presenza di Tedeschi in particolare motociclisti diretti sulle strade off road.ALTA VALSUSA E CHISONE

Si rileva una forte presenza di villeggianti che apprezzano l’offerta delle località legate al tema dell’outdoor. Mercati di provenienza: principalmente dall’Italia, segue Francia e in aumento i i turisti Americani, Spagnoli e Olandesi.

PARCO NAZIONALE GRAN PARADISO
Si registra un aumento di turisti stranieri, tra cui Tedeschi, Francesi, Olandesi, Inglesi e Spagnoli.

Tasse e tributi, scatta la sospensione di agosto

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Anche l’Agenzia delle entrate va in vacanza: sospesi controlli e versamenti nel mese di agosto. La pausa estiva varia a seconda che si tratti di scadenze fiscali, avvisi bonari o termini giudiziali.

Non è una novità, come ogni anno, anche nel 2023 i termini per i versamenti relativi alle scadenze fiscali vengono sospesi nel mese di agosto. A Dettare le regole è il decreto legge n. 16/2012, che all’articolo 3-quater stabilisce che: “Gli adempimenti fiscali e il versamento delle somme di cui agli articoli 17 e 20, comma 4, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, che hanno scadenza dal 1º al 20 agosto di ogni anno, possono essere effettuati entro il giorno 20 dello stesso mese, senza alcuna maggiorazione”.

Essendo quest’anno il 20 agosto domenica, però, i pagamenti F24 riprendono lunedì 21 agosto 2023. Come stabilito decreto fiscale n. 193/2016: “I termini per la trasmissione dei documenti e delle informazioni richiesti ai contribuenti dall’Agenzia delle entrate o da altri enti impositori sono sospesi dal 1º agosto al 4 settembre, esclusi quelli relativi alle richieste effettuate nel corso delle attività di accesso, ispezione e verifica, nonché delle procedure di rimborso ai fini dell’imposta sul valore aggiunto”.

Generalmente, l’Agenzia delle Entrate, con procedure automatizzate, calcola le imposte risultanti dalle dichiarazioni fiscali e determina l’imposta dovuta sui redditi a tassazione separata.

Questa attività è definita “liquidazione” e il contribuente viene a conoscenza del risultato attraverso comunicazioni ad hoc. Il contribuente quindi riceve l’esito della liquidazione per posta o via Pec. Nel caso di liquidazione automatizzata delle imposte risultanti dalle dichiarazioni, l’esito può essere comunicato anche con modalità telematiche all’intermediario che ha trasmesso la dichiarazione, qualora il contribuente e lo stesso intermediario lo abbiano espressamente richiesto in sede di compilazione della dichiarazione.

In presenza di elementi non considerati o erroneamente valutati in sede di liquidazione, il contribuente, entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione (o entro novanta giorni in caso di avviso telematico), può fornire all’Agenzia i necessari chiarimenti sulla correttezza dei dati dichiarati. Se, invece, gli esiti della liquidazione risultano corretti il contribuente ha la possibilità di versare una sanzione ridotta effettuando il pagamento delle somme dovute entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione (o entro novanta giorni in caso di avviso telematico).

Si può comunque richiedere assistenza via web, al telefono o recandosi in un qualsiasi ufficio territoriale. Tali servizi, così come gli inviti a regolarizzare, saranno però sospesi per tutto il mese di agosto e fino al 4 settembre.

Tra le attività sospese ad agosto, inerenti i controlli fiscali in generale, ci sono anche i termini processuali relativi alla giustizia tributaria. In questo caso le attività si interrompono fino al 31 agosto e riprenderanno a decorrere a partire dal 1° settembre.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.