Dall Italia e dal Mondo- Pagina 28

PROTEZIONE CIVILE  A PAESTUM:  VOLONTARI ED ENTI LOCALI PER LA RESILIENZA DEI TERRITORI MONTANI

Nei giorni scorsi  a Paestum erano oltre 300 i volontari e 50 i Sindaci campani che hanno incontrato e ascoltato il Capo Dipartimento Angelo Borrelli, in un incontro promosso da Uncem, con il Presidente della Delegazione Campania Vincenzo Luciano, il Presidente nazionale Marco Bussone e coordinato dal Sindaco di Aquara Antonio Marino. Uncem prosegue con il Dipartimento un’azione di formazione attorno alle novità del Codice nazionale di Protezione civile, un lavoro attorno alla prevenzione e all’efficientamento della seconda fase dell’emergenza, un impegno per sostenere i Comuni nella redazione dei Piani di Protezione civile che devono guardare all’intero territorio, anche oltre i confini dei paesi, essere georeferenziati e accessibili da tutti. “I Sindaci e i Presidenti delle Comunità montane – spiegano Bussone e Luciano – stanno comprendendo fino in fondo il loro nuovo ruolo assegnatogli dal Codice. Grazie a sistemi di allertamento della popolazione e a Piani di protezione civile efficaci, li possiamo sgravare anche di determinate ansie che spesso li affliggono quando ricevono bollettini con codici gialli e arancione. Sappiamo bene quello che è successo a Civita, a Viareggio, a Marta Vincenzi a Genova. Uncem vuole aiutare i Sindaci a non sentirsi soli. E questo lavoro va fatto con il Dipartimento guidato da Angelo Borrelli che ringraziamo per l’impegno e la vicinanza in particolare al volontariato organizzato, anima delle nostre comunità. Senza di loro, senza i volontari della Protezione Civile, degli Antincendi boschivi, non ci sarebbero i nostri paesi e non ci sarebbe il polmone verde che curiamo. Anche per questo vogliamo costruire, grazie alle Comunità montane, in accordo con la Regione, un sistema avanzato di operai forestali inseriti in un processo di crescita e sviluppo del settore forestale alla luce di quanto scrive il nuovo Testo unico delle foreste. C’è un grande lavoro da fare per assicurare prevenzione del dissesto, limitare il rischio di incendi boschivi, alzare le soglie di sicurezza collettiva. L’incontro di Paestum oggi conferma che la strada intrapresa è quella giusta. E siamo molto orgogliosi il Dipartimento abbia scelto la Campania, Pozzuoli, per l’esercitazione nazionale di Protezione civile a ottobre”

Una gru si piega, sfollate venti famiglie

DALLA LIGURIA
La gru collocata in un cantiere dove da tempo i lavori sono fermi, si è piegata  in via Pirandello, a Genova. sono stati evacuati due edifici per permettere le operazioni di messa in sicurezza. dei vigili del fuoco e della polizia locale. I pompieri hanno anche avvisato la protezione civile e la ditta che si occuperà della rimozione della gru. Sono venti le famiglie che hanno trascorso  la notte fuori da casa, trovando  da parenti e amici o in strutture ricettive messe a disposizione dal Comune. 
 
(foto archivio)

Colum McCann ha vinto il Premio Letterario Mondello

Autore irlandese naturalizzato statunitense, è tra i migliori a cogliere il sublime nascosto nelle cose della vita

Colum McCann ha vinto il Premio Letterario Internazionale Mondello, curato e promosso, per conto del Comune di Palermo, dalla Fondazione Sicilia in collaborazione con Fondazione Circolo dei lettori e Salone Internazionale del Libro di Torino, con cui la Fondazione Sicilia ha stretto un forte legame grazie al professor Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Premio Mondello.

Autore irlandese naturalizzato statunitense, è tra i migliori a cogliere il sublime nascosto nelle cose della vita. Motiva così la scelta il giudice monocratico Giorgio Fontana: «L’opera di Colum McCann è sostenuta da un’ispirazione multiforme e da un linguaggio ricco, generoso e potente. La finzione parte spesso da eventi reali, su cui lo scrittore innesta una tensione straordinaria grazie alla sua ‘empatia radicale’ — la capacità di restituirci i personaggi nella loro interezza, senza falsità e senza trucchi. E quale sfida più alta dell’empatia radicale in una società pervasa dal cinismo? L’opera di McCann non teme la complessità del mondo, ma la restituisce con nitore e poesia».

Questo il commento di Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Premio Mondello: «Ancora una volta l’isola esplode: il registro letterario segna il confine culturale di una tradizione e anche di uno scrittore. Nel caso della tradizione letteraria irlandese la caratteristica più marcata è sempre stata quella di rompere gli ormeggi e prendere il largo della letteratura del mondo. È accaduto con personalità ormai patrimonio dell’umanità come Joyce, Beckett, Wilde e più da recente Seamus Heaney (pure Premio Mondello), accade oggi con Colum McCann: essi hanno dato al loro messaggio letterario una cifra così intensamente carica di emotività da renderli modelli e icone di scrittura e di passioni.»

Vincitore e giudice si incontreranno al Salone del libro sabato 11 maggio, ore 14.30 in Sala Azzurra, in occasione del conferimento del Premio Letterario Internazionale Mondello sezione Autore straniero.

Così Colum McCann esprime la propria soddisfazione per la vittoria: «Sono lieto e onorato di ricevere questo premio. Essere selezionato tra così tanti autori è uno dei più grandi onori della mia vita da scrittore. Sono profondamente grato a tutti coloro coinvolti nella premiazione. Ho sempre avuto un interesse costante per il valore della letteratura. Come scrittori, dobbiamo essere conformi alla tradizione e, allo stesso tempo, delineare nuovi e coraggiosi sentieri. La nostra voce deriva dalle voci degli altri. Essere incluso in una lista che annovera, tra gli altri, Seamus Heaney, Milan Kundera e Magda Sazbo è un grande privilegio.»

Valle d'Aosta, perla di storia, tradizioni ed eccellenze

Sarà in edicola da martedì 16 aprile in abbinamento al quotidiano

Mancava solo la Valle d’Aosta per chiudere il cerchio. La nuova Guida ai Sapori e ai Piaceri di Repubblica a lei dedicata ne svela eccellenze e peculiarità. Il volume sarà in edicola da martedì 16 aprile in abbinamento con La Repubblica (10,90 + il prezzo del quotidiano), quindi nelle librerie e on line su Amazon, Ibs e sul nostro store digitale
“Era l’ultima perla che mancava alla nostra collana dedicata all’Italia migliore, all’Italia delle regioni e dei territori, così diversi uno dall’altro, così affascinanti, così unici”, dice il direttore delle guide Giuseppe Cerasa. “Unici come la Valle che non può essere catalogata e archiviata sotto la voce Piemonte e Valle d’Aosta, errore grave, non facilmente cancellabile, foriero di equivoci e di semplificazioni che non rendono merito alla storia e alla cultura di queste tante identità che compongono il puzzle Italia e ne fanno un unicum irripetibile… un territorio di confine che va raccontato col rispetto per la storia e le tradizioni locali. Ma anche per l’urbanistica, per la cura del paesaggio, per l’amore del verde, per le passeggiate e i sentieri, per la cura dei suoi impianti sciistici, per la diversificazione delle proposte di trekking, per le dimore di charme. Ma anche per le proposte vitivinicole, limitate ma ricche di sensazioni e profumi, per la qualità e il numero di ristoranti e trattorie, per il numero di itinerari del gusto (eccezionali prodotti unici per una Regione unica”. Tanto piccola quanto ricca di attrattive. La Valle d’Aosta non ha da invidiare nulla a nessuno. Cultura, parchi, laghi, castelli, impianti sciistici, eccellenze enogastronomiche: qualunque sia il motivo che conduce a queste latitudini, ci sarà di che sorridere. La Guida ai Sapori e ai Piaceri di Repubblica ha deciso di raccontare la Valle d’Aosta attraverso 62 itinerari. Si comincia con la cultura, tra bellezze romane e santuari, passando per la storia dei Walser, la bellezza selvaggia di Champorcher, il fascino medievale di La Salle e i cammini sacri. Parchi e natura? Come si sceglie ci si azzecca. Muovere alla scoperta del parco naturale Mont Avic o di Chanousia, del lago Blu e lago del Miage, della riserva naturale di Montagnayes o del Marais regala scorci ed emozioni fuori dal tempo. E non potranno che sorridere gli appassionati delle due ruote. A loro sono rivolti i 10 itinerari da percorre in sella alla moto, facendo rombare i motori – giusto per fare qualche esempio – tra la Val Veny, Col Tzecore, la Valsavarenche e la strada dei Salassi. La fontina e il lard d’Arnad, il miele e il pan ner, lo jambon de Bosses e il genepì: sono solo alcuni dei prodotti di punta della regione sui quali pone la lente d’ingrandimento il volume; se ne parla negli itinerari del gusto, con i segreti delle varie lavorazioni e le realtà che se ne fanno interpreti. Quindi le piste da sci e i più rinomati impianti sciistici (Courmayeur, La Thuile, Monte Rosa, Cervino, Pila, Crévacol, Torgnon, Champorcher) e i più seducenti percorsi da fare a piedi, tra rifugi, animali introvabili altrove e incontaminate bellezze naturali. Senza dimenticare le 215 referenze (tra ristoranti, botteghe del gusto, dimore di charme e produttori di vino) sulle quali puntare non appena varcati i confini della Valle d’Aosta: sono loro a completare la panoramica su questa regione dalle mille sfaccetature.

Libia verso una nuova guerra civile?

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re
Sono almeno tre i drammi in atto nella martoriata Libia. Da una parte, il rischio concreto che quanto sta accadendo sul suolo libico si trasformi quanto prima in una nuova guerra civile o nell’ennesima guerra per procura sulla sponda sud del Mediterraneo con una probabile ondata di profughi verso l’Italia e dall’altra l’evidenza di un nuovo fallimento della diplomazia delle Nazioni Unite come già accaduto in altri teatri bellici

Il caos libico e l’incapacità di pacificare un Paese rimasto senza Stato è l’ennesima dimostrazione della totale impotenza dell’Onu di fronte alle sfide che giungono dal Medio Oriente e dal Maghreb, complici le pressioni e i diktat di potenze grandi e regionali. È desolante vedere il segretario generale dell’Onu Antonio Gutierres sbarcare improvvisamente in Libia, mettere da parte con rabbia il suo inviato speciale Ghassan Salamè, fare una frettolosa quanto inutile spola tra Tripoli e Tobruk e lanciare appelli disperati per fermare l’offensiva di Khalifa Haftar mentre i carri armati dell’Esercito nazionale libico (Enl) del feldmaresciallo si avvicinano a Tripoli dopo aver conquistato i due terzi della Libia. Gli estremi tentativi, tutti inconcludenti, del povero Gutierres di stabilizzare la Libia con “Conferenze di riconciliazione”, da Parigi a Roma e a Palermo, sono l’emblema della debolezza diplomatica delle Nazioni Unite sui campi di battaglia, dalla Siria allo Yemen e alla stessa Libia. Il terzo “dramma” è tutto italiano e dimostra ancora una volta il pressapochismo politico del nostro governo, schierato a fianco del premier di Tripoli, Fayez al Sarraj, l’unico leader riconosciuto dall’Onu, colto alla sprovvista dal blitz offensivo di Haftar mentre i francesi vedevano avanzare con entusiasmo le truppe cirenaiche verso l’obiettivo finale. Gli scenari libici cambiano in modo vorticoso e convulso. Solo un mese fa la Libia sembrava vicina a una svolta dopo l’incontro ad Abu Dhabi tra al Sarraj e Haftar che raggiunsero un accordo per convocare una “Conferenza nazionale di riconciliazione” e indire elezioni generali entro l’anno. Poi Haftar ha “tradito” l’intesa, come sostiene al Sarraj, e ha cercato di occupare Tripoli ma le milizie tribali fedeli al governo hanno dimenticato per un giorno le divisioni interne e, dopo aver compattato il fronte governativo guidato dalle potenti brigate islamiste di Misurata (non sempre però fedelissime a Sarraj) e da altri gruppi armati vicini ai Fratelli Musulmani, hanno bloccato il generale a poche decine di chilometri dalla capitale. La marcia di avvicinamento a Tripoli è comunque un successo militare e politico per l’uomo forte di Tobruk che vuole porre fine al caos delle milizie per poi trattare con al Sarraj da una posizione di forza nei colloqui di pace previsti nell’oasi di Ghadames, nel sud-ovest libico, a metà aprile, sotto l’egida dell’Onu. L’inviato delle Nazioni Unite Salamè riunirà oltre 130 rappresentanti della società civile libica per avviare un percorso politico ma la Conferenza è a rischio per la crisi in corso. Mentre si cerca una soluzione negoziale ci si comincia a chiedere se sul trono dell’ex colonia italiana riunificata vedremo un nuovo Gheddafi nella persona di Haftar, un altro al Sisi, spietato contro i terroristi in Egitto. Di sicuro i jihadisti sono il nemico numero uno di Haftar ed è probabile che, se sarà eletto capo di Stato, non darà tregua né agli estremisti islamici né ai trafficanti né agli scafisti. A Tripoli comanderà un generale che darà la caccia ai Fratelli Musulmani, esattamente come accade nell’Egitto di al Sisi che appoggia Haftar. E tutto ciò nell’indifferenza della comunità internazionale e delle stesse Nazioni Unite, secondo cui un regime militare laico al potere è sempre da preferire a un regime islamista e teocratico ostile agli interessi dell’Occidente. Come ha fatto il generalissimo, un tempo gheddafiano di ferro e poi acerrimo rivale del rais, a occupare quasi l’intera Libia? Il patto di ferro è con il Faraone del Nilo che gli ha fornito armi e blindati in grande quantità per arrivare a Tripoli mentre gli Emirati Arabi lo finanziano in abbondanza. Non solo, dietro Haftar ci sono anche Francia, Russia e Arabia Saudita. Per esempio, Mosca appoggia il generale di Tobruk con centinaia di mercenari russi, già visti in azione in Siria e Parigi invia consiglieri militari. Determinante per il successo della campagna militare di Haftar è stato il sostegno di numerose tribù legate a Gheddafi, delle milizie Tuareg e Tebu nel sud-ovest del Paese e di una parte delle tribù berbere di Zintan a conferma che la Libia potrà essere pacificata solo con intese politiche tra le numerose fazioni. Haftar dovrà dimostrare di essere anche un abile politico oltrechè uno stratega esperto e cercare di gestire bene le tante alleanze dalle quali sta ottenendo tutto ciò che è necessario per procedere militarmente. Non dovrà scoprirsi troppo nell’area della “Mezzaluna” petrolifera del Golfo della Sirte che talvolta finisce nel mirino delle milizie di Misurata, alleate di al Sarraj e che ricevono aiuti finanziari e militari dal fondamentalista Qatar e sostegno dalla Turchia. Con un eventuale Haftar al potere gli interessi energetici italiani in Libia sarebbero minacciati? Il governo italiano appoggia al Sarraj, voluto dall’Onu, ma non ha mai preso le distanze da Haftar, mantenendo con il generale rapporti amichevoli e incontrandolo più volte in Italia per preparare negoziati di pace. E’ necessario andare d’accordo con il futuro governo libico, chiunque sia al comando, per ragioni legate alle ricchezze energetiche e ai flussi migratori. Petrolio e gas libico fanno gola a tutti, in particolare a Italia e Francia. A Mellitah si trova il grande terminal energetico del gasdotto Eni che collega la costa libica alla Sicilia portando il gas in Italia e dalle coste africane i trafficanti mandano in Italia barconi stracolmi di profughi. Respinta la tregua umanitaria chiesta dall’Onu i giochi restano apertissimi anche perchè il generale cirenaico non ha mai nascosto l’intenzione di governare sull’intera Libia di cui controlla già un’ampia porzione. Ma forse ha fatto il passo più lungo della gamba. La crisi si è aggravata dopo il bombardamento dell’aeroporto di Tripoli che ha sollevato la condanna della comunità internazionale. La preoccupazione di un’escalation di violenze ha spinto Mosca, Parigi, Washington e l’Unione Europea a chiedere una soluzione politica e lo stop immediato dei combattimenti che hanno già provocato un centinaio di morti e oltre 13.000 sfollati.
 
dal settimanale “La Voce e il Tempo”
 
 

Dove sgorgano le “Chiare, fresche e dolci acque" del Petrarca

Chiare, fresche e dolci acque,ove le belle membra pose colei che sola a me par donna..”. Francesco Petrarca scrisse questi famosissimi versi dedicati a Laura ispirandosi probabilmente alla maggiore sorgente di tutta la Francia, quella del Sorgue, il corso d’acqua che attraversa Avignone prima di confluire nel Rodano. Il punto esatto in cui si trova, la Fontaine de Vaucluse, coincide con l’omonima località della Provenza.L’autore del Canzoniere vi soggiornò a lungo, apprezzando quell’ambiente quieto e bucolico e senza dubbio apprezzando i giochi d’acqua della “fonte di Valchiusa”.Il giorno che l’abbiano visitata, in onore del fatto che l’acqua è uno dei principali elementi dell’intero paesaggio, siamo stati colti da un forte temporale che però non ci ha impedito di ammirare questo piccolo borgo con meno di settecento abitanti. Il ponte, i mulini e le case che si affacciano sull’acqua che scorre rumorosa nella valletta boscosa tra pareti di roccia, fanno di Fontaine de Vaucluse uno dei più bei villaggi di Francia. Tornato dopo un paio d’ore il sole, lo scenario si è svelato in tutta la sua bellezza. Da una pubblicazione si apprende che la fonte, con una portata media totale di 630 milioni di metri cubi di acqua è, per capacità, una delle maggiori del mondo e si trova a poche centinaia di metri dalla piazza centrale del paese. La sorgente, una fenditura conica nella roccia, è l’unico punto di uscita di un bacino sotterraneo carsico di più di mille chilometri quadrati che raccoglie le acque del Mont Ventoux, dei monti di Vaucluse e della montagna di Lura. Utilizzando come forza motrice per i macchinari una ruota idraulica,l’acqua fa funzionare anche  un’antica cartiera, oggi trasformata in museo, dove è possibile vedere le fasi della lavorazione della pregiata carta prodotta secondo l’antica tradizione. A Fontaine de Vaucluse si trovano i resti del trecentesco Castello dei Vescovi di Cavaillon (che spesso hanno ospitato il Petrarca) e la chiesa medievale di Notre-Dame-Saint-Véran, in stile romanico provenzale. A Petrarca, che vi comprò una casa soggiornandovi tra il 1337 e il 1353, il paese deve buona parte della sua fama tanto che al poeta aretino è stato dedicato un museo – che si trova dopo il ponte, nel luogo dove presumibilmente abitava – e una colonna eretta nel 1804 nel cinquecentesimo anniversario della sua nascita.  A meno di sessanta chilometri da Fontaine de Vaucluse s’erge il massiccio del Mont Ventoux, perennemente battuto dal Mistral. Il “monte Calvo” o “gigante della Provenza” fu la meta della famosissima ascesa intrapresa da Petrarca il 26 aprile del 1336. “Oggi, spinto dal solo desiderio di vedere un luogo celebre per la sua altezza, sono salito sul più alto monte di questa regione, chiamato giustamente Ventoso”. Così inizia il racconto di quell’impresa che, secondo molti, rappresenta il primo reportage di alpinismo nella storia.

Marco Travaglini

L'alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo

veneziaDov’è stato pubblicato il primo Corano in arabo? Il primo Talmud? Il primo libro in armeno, in greco o in cirillico bosniaco? Dove sono stati venduti il primo tascabile e i primi bestseller? La risposta è sempre e soltanto una: a Venezia. E a raccontarne la storia ci ha pensato Alessandro Marzo Magno in un volume intitolato“L’alba dei libri. Quando Venezia ha fatto leggere il mondo”. Nella grande metropoli europea – perché all’epoca solo Parigi, Venezia e Napoli superavano i 150 mila  abitanti – hanno visto la luce anche il primo libro di musica stampato con caratteri mobili, il primo trattato di architettura illustrato, il primo libro di giochi con ipertesto a icone, il primo libro pornografico, i primi trattati di cucina, medicina, arte militare, cosmetica e i trattati geografici che hanno permesso al mondo di conoscere le scoperte di spagnoli e portoghesi al di là dell’Atlantico. Nella città sulla laguna i libri erano davvero importanti e occupavano un posto di tutto rispetto. Venezia, a quel tempo, ospitava  le più grandi tipografie del mondo, in grado di stampare inmanuzio2 qualsiasi lingua la metà dei libri pubblicati nell’intera Europa. Committenti stranieri ordinavano volumi in inglese, tedesco, cèco, serbo. Appena pubblicati, venivano diffusi ai quattro angoli del mondo. Il protagonista della rivoluzione libaria arrivò a Venezia ormai quarantenne: era il pedagogo romano Aldo Manuzio. Tra le calli e i sestieri della Serenissima trovò ambiente che gli consentì di attuare il suo sogno culturale. Lì, a Venezia, inventò il mestiere dell’editore, contribuendo a rivoluzionare il mondo della cultura e dell’arte del suo tempo. Manuzio,in breve manuzio3tempo,  divenne “il principe degli editori” , inventando il libro in formato tascabile, un nuovo carattere, il corsivo, che tutto il mondo chiama “italic”, curando la raffinatezza, senza troppi fronzoli, dell’impaginazione e soprattutto inventandosi il pubblico dei libri. Che, nel suo progetto di acculturazione generale, non era più solo quello degli eruditi delle università e dei monasteri, ma era fatto di persone, ovviamente ricche, che amavano leggere per diletto e per arricchimento personale, senza mire accademiche. Ecco perché le edizioni di Manuzio erano filologicamente impeccabili, ma prive di commentari, di annotazioni. Prima che lui inventasse la figura dell’editore moderno, gli stampatori erano solo artigiani attenti al manuzio1guadagno immediato, che riempivano i testi di errori. Manuzio si lanciò in progetti a lungo termine e li curò con grande attenzione: pubblicò tutti i maggiori classici in greco e in latino, ma scelse l’italiano per stampare i libri a maggiore diffusione. Importò dal greco al volgare la punteggiatura che utilizziamo ancora oggi: la virgola uncinata, il punto e virgola, gli apostrofi, gli accenti. Dalla sua tipografia uscirono il capolavoro assoluto della storia dell’editoria, il Polìfilo di Francesco Colonna (1499), ma anche il bestseller del Cinquecento, il Cortegiano di Baldassar Castiglione, il libro-culto della nobiltà europea. Alessandro Marzo Magno, veneziano di nascita, giornalista (per dieci anni è stato il responsabile degli esteri del settimanale “Diario” ) e scrittore,  nel suo libro racconta la straordinaria avventura imprenditoriale e culturale della prima industria moderna. La Serenissima restò la capitale dei libri finché la Chiesa, che considerava la libertà di stampa un pericolo, non impose la censura dell’inquisizione. E la libertà di stampa cercò nuovi rifugi nell’Europa del Nord.

Marco Travaglini

Nasce TROV@LO, la piattaforma per i malati di Parkinson

Il Comitato Italiano Associazioni Parkinson, ha sviluppato la piattaforma TROV@LO® che monitora la disponibilità dei farmaci e dei dosaggi necessari

 

Milano –  Il problema di reperire i farmaci anti-Parkinson in Italia si protrae da anni: spesso non si trovano in commercio mettendo così in difficoltà i malati e le loro famiglie.TROV@LO, è una piattaforma online per il monitoraggio e la segnalazione della carenza o della disponibilità di farmaci che il Comitato Italiano Associazioni Parkinson ha sviluppato ed attivato: nasce dal bisogno esplicito dei pazienti e delle loro famiglie di reperire i medicinali essenziali per la cura della malattia. Il Comitato ha messo il software a disposizione di una rete nazionale di associazioni, volontari e farmacie che monitorano la reale disponibilità dei farmaci e dei dosaggi necessari. Si parla di “famiglie con Parkinson” perché quando viene diagnosticata la malattia, essa non colpisce solamente il soggetto interessato, ma l’intera famiglia che viene coinvolta nella cura del famigliare e nella ricerca del medicinale.

TROV@LO è il frutto del progetto dei volontari del Comitato Italiano Associazioni Parkinson, che hanno collaborato con diverse case farmaceutiche sviluppando la piattaforma insieme alla collaborazione tecnica di Saverio Cuoghi della società Tempo Consulting.  Il software è stato inoltre realizzato con il contributo di Coopfond Spa, il fondo promozione cooperative aderenti a Legacoop, grazie a una donazione di 15.000,00 €. È in fase di progettazione un numero verde nazionale che verrà gestito dai volontari aderenti al Comitato Italiano Associazioni Parkinson: sarà utilizzato per ottimizzare l’efficienza di TROV@LO implementando i flussi di consegna dei farmaci semplificando la vita dei pazienti che potranno avere un referente unico per segnalare le inefficienze e cercare possibili soluzioniAd oggi, la rete copre trentatré città italiane, ma il progetto per il futuro è quello di implementare il numero delle associazioni e delle farmacie aderenti in tutta Italia, ogni associazione che aderirà all’iniziativa riceverà un kit informativo.

Si stima che in Italia siano tra i 300.000 ed i 600.000 le persone affette dalla malattia di Parkinson con un’età di insorgenza che si abbassa di anno in anno e, ad oggi, non esiste una cura, ma solamente terapie farmacologiche e chirurgiche in grado di migliorare la sintomatologia per un determinato periodo di tempo. Il reperimento dei medicinali è un problema reale e concreto sul territorio italiano infatti, la maggior parte delle famiglie con Parkinson si trova in grande difficoltà nel trovare le cure per sé stessi e per i propri familiari. Per la prima volta in Italia le Associazioni di Pazienti e gli Enti Accademici si sono uniti per informare AIFA dell’estremo disagio e stato d’emergenza causato dal questa mancanza di comunicazione

Per le Associazioni ed i volontari che intendono collaborare come segnalatori scrivere una email a emergenza.farmaci@comitatoparkinson.it.

AMCLI: IL RECENTE CASO DI TUBERCOLOSI MANIFESTATOSI A TREVISO SIA OCCASIONE PER FARE CHIAREZZA

Le strutture Complesse di Microbiologia presenti sul territorio sono garanzia di rapido intervento per contrastare eventi ad alto rischio

 I recenti episodi di tubercolosi a Treviso confermano che occorre una strategia mirata a intercettare i casi latenti, dai quali può scaturire una grave e inconsapevole minaccia sanitaria. È quanto ribadisce AMCLI in merito al caso recentemente manifestatosi a Treviso che ha riportato alla ribalta la Tubercolosi. Un’insegnante avrebbe sottovalutato i sintomi (tosse persistente, dimagrimento e febbricola) e ha proseguito la propria attività infettando inconsapevolmente quasi l’intera classe. “Parlando di tubercolosi forse è il caso di fare un po’ di chiarezza. Esistono almeno due forme di tubercolosi quella attiva e quella latente. La tubercolosi polmonare attiva porta all’eliminazione con i colpi di tosse, nell’aria circostante, del bacillo responsabile, il micobatterio tubercolare. Quando degli individui (nel caso di Treviso gli alunni) sono infettati ma non hanno segni radiologici o sintomi specifici, hanno la tubercolosi latente. Statisticamente, dei soggetti con tubercolosi latente solo il 10% svilupperà la malattia attiva, tutti gli altri non manifesteranno mai la tubercolosi.” dichiara il dott. Enrico Tortoli, Coordinatore del Gruppo di Lavoro per i Micobatteri dell’AMCLI Come si diagnosticano le due forme di tubercolari? “La tubercolosi attiva si diagnostica ricercando, con varie tecniche, il micobatterio tubercolare nell’escreato, (dalle colture classiche alla biologia molecolare che in poco più di un’ora è in grado di individuare la presenza del Micobatterio nel campione biologico; la tubercolosi latente si diagnostica ricercando la traccia immunitaria lasciata dal bacillo nell’organismo (test Mantoux e IGRA)” afferma il dott. Roberto RigoliDirettore dell’U.O.C. Microbiologia dell’USSL 2 Marca Trevigiana e Vicepresidente AMCLI. “Appare evidente come il ruolo delle Strutture Complesse di Microbiologia presenti sul territorio nazionale e i professionisti che ne fanno parte, siano garanzia di interventi rapidi e specifici al fine di contrastare eventi ad alto rischio (come nel caso di Treviso) e di consentire quindi un immediato intervento terapeutico, ma sono inoltre garanzia di diagnosi in altre importanti situazioni di emergenza infettivologica ed epidemiologica come di recente per episodi di infezione da Mycobacterium chimaera in pazienti cardiochirurgici o i casi di Meningite, non dimenticando mai la costante attenzione all’individuazione dei microrganismi multiresistenti agli antibiotici che rappresentano il problema globale di Sanità del terzo millennio” conclude il dott. Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI e Direttore dell’Unità Operativa di Microbiologia dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Ovest milanese.

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AMCLI – Associazione Microbiologi Clinici Italiani – è stata costituita nel 1970 ed è articolata su delegazioni regionali. L’associazione scientifica ha sede a Milano ed è attualmente presieduta dal prof. Pierangelo Clerici, Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese, Legnano. Tra le finalità statutarie di AMCLI, lo sviluppo della Microbiologia clinica. Una delle peculiarità della società scientifica è operare attraverso gruppi di lavoro su specifiche materie d’interesse. Tra questi spiccano quello sulle Infezioni Sessualmente Trasmissibili, sulle infezioni nei Trapianti d’organo, sulle infezioni nell’anziano e nei neonati, sulla Neurovirologia, sulle Infezioni nel paziente critico, sulle infezioni materno-fetali, sull’immunologia e sulle malattie parassitarie.

"Io respiro", la campagna gira l'Italia

Grande successo per il progetto del Centro Studi di Economia Sanitaria in collaborazione con Senior Italia FederAnziani, con il contributo non condizionato di Menarini


Cento convegni in tutta Italia, 6.000 over 65 raggiunti, 3.000 spirometrie gratuite realizzate, questo il bilancio della prima parte della grande campagna Io respiro, che sta toccando i centri anziani di tutta Italia per sensibilizzare gli ultrasessantacinquenni sulle patologie respiratorie e sull’importanza della prevenzione. La campagna si accompagna a un vasto sondaggio che consentirà di analizzare il livello di consapevolezza attualmente esistente presso la popolazione anziana rispetto a tali tematiche.
La campagna “Io respiro”, promossa dal Centro Studi di Economia Sanitaria in collaborazione con Senior Italia FederAnziani, FIMMG, con la collaborazione scientifica di SIP/IRS ed Ethesia e grazie al contributo non condizionato di Menarini, è partita nel dicembre scorso e sta coinvolgendo la popolazione senior su tutto il territorio nazionale attraverso la realizzazione di convegni con gli pneumologi all’interno dei centri anziani. Nel corso dei convegni gli specialisti illustrano l’importanza dei corretti stili di vita (lotta al tabagismo) e insegnano a riconoscere i sintomi delle malattie respiratorie e a non sottovalutarli.
Indagine sulla percezione delle malattie respiratorie. La campagna rappresenta al tempo stesso il punto di partenza di un grande lavoro di indagine. Nel corso degli incontri, infatti, i partecipanti ricevono un questionario da compilare che consentirà, a conclusione della campagna, di comprendere il livello di consapevolezza attualmente esistente rispetto alle malattie respiratorie.
Screening di massa. La campagna Io respiro rappresenta anche un’importante occasione di monitoraggio della salute dei frequentatori dei centri anziani, grazie alle diecimila spirometrie che saranno effettuate con intervento di medici. Tremila circa sono quelle effettuate fino ad oggi con grande affluenza da parte dei partecipanti ai convegni.
I dati aggregati che emergeranno dalle spirometrie saranno validati dalle società scientifiche.
Campagna di sensibilizzazione. L’iniziativa è affiancata da una campagna di comunicazione condotta all’interno dei centri anziani con la distribuzione di materiale dedicato e di fumetti che spiegano perché è importante adottare stili di vita corretti e riconoscere i sintomi per diagnosticare tempestivamente malattie che, se prese in tempo possono essere gestite efficacemente con un significativo miglioramento della qualità della vita. Parallelamente la comunicazione della campagna viaggia sul web e attraverso i social network, diretta proprio al target dei senior e ai loro familiari e caregivers.
La BPCO (Bronco pneumopatia cronica ostruttiva) è una delle malattie respiratorie più diffuse, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nel 2020 diventerà la terza causa di morte e quinta causa di invalidità a livello mondiale. In Italia, le malattie respiratorie rappresentano già la terza causa di morte dopo quelle cardiovascolari e oncologiche e sono destinate ad aumentare costantemente a causa dell’invecchiamento della popolazione.
La prevalenza della BPCO aumenta con l’età fino a raggiungere il 10,8% negli ultrasettantacinquenni, rispetto al 3,1% di prevalenza generale. Una volta diagnosticato, il paziente con BPCO si rivela poco aderente. L’aderenza supera appena il 26%. (Fonte: WHO e Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali. Rapporto Nazionale 2015)
<<La campagna sta riscuotendo un grande successo e rivelando il bisogno di informazione della popolazione anziana rispetto a queste importanti patologie e più in generale rispetto ai temi legati alla loro salute. – ha dichiarato Roberto Messina, Presidente di Senior Italia FederAnziani – Ma il grande afflusso per accedere agli screening gratuiti ci parla soprattutto di un diffuso bisogno di prevenzione. Troppo spesso gli anziani rinunciano ad accedere a un esame diagnostico semplice ed essenziale come la spirometria, per via delle liste d’attesa e/o dei costi dei ticket o di un eventuale esame da condurre in privato, e d’altro canto non si comprende appieno l’importanza di questo esame. Dai dati in nostro possesso (Indagine “Real Life” di Senior Italia FederAnziani condotta su un campione di 6.000 persone) risulta che il 60,6% degli over 65 non si è mai sottoposto a una spirometria. I sintomi delle malattie respiratorie sono largamente sottovalutati: in caso di respiro con affanno gli anziani tendono a non parlarne con il medico convinti che si tratti di un problema legato semplicemente all’avanzare dell’età. Bisogna cambiare questo approccio instillando la cultura della prevenzione e aiutando le persone a gestire meglio il dialogo con il proprio medico di famiglia>>.