Tra nuove tecnologie, migrazioni, demografia e contaminazioni. Claudio Marazzini Presidente della celebre istituzione e professore di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte Orientale

Creature vive, che ogni giorno si plasmano e rinnovano con l’evolversi di costume, letteratura, tecnologia e delle relazioni tra popoli. Sono le lingue parlate, protagoniste con la loro vitalità del primo appuntamento del nuovo anno di GiovedìScienza. Vitalità che si misura nella capacità di assorbire parole straniere, magari adattandole, e neologismi introdotti dalle innovazioni tecniche e scientifiche: ingredienti che negli ultimi anni portano a dei cambiamenti più veloci che mai.
Come parleremo quindi nel 2050? Lo scopriremo con il Presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, professore di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte Orientale, giovedì 12 gennaio alle 17:45 al Teatro Colosseo (a Torino, in via Madama Cristina 71).
La diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione e delle applicazioni social di Internet, i grandi flussi migratori che caratterizzeranno questo secolo, i nuovi comportamenti, le tendenze demografiche che vedono il declino numerico degli italiani e l’aumento schiacciante dei cinesi, degli indiani e delle popolazioni arabe, l’affermarsi di un basic english d’uso comune: sono tutti elementi che stanno modificando profondamente la lingua del nostro paese. Il prof. Marazzini spiegherà come l’obiettivo non sia conservare a tutti i costi le parole che ci hanno tramandato secoli di letteratura, ma di interpretare il nuovo corso e orientare in modo culturalmente consapevole la formazione della lingua italiana che si parlerà nei prossimi decenni.
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Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it
A distanza di 2 anni dalla messa in onda della seconda stagione, sono stati prodotti 2 episodi della durata di 30 minuti ciascuno grazie solo ed esclusivamente al sostegno economico dei fan



Le trame dei film
paramedico che ne è il capo si fa chiamare Mont Blanc. Anche se i membri di Alps operano sotto un regime di ferrea disciplina imposto dal capo, qualcuno all’interno pensa di ribellarsi. Dal regista greco di “The Lobster”, applaudito a Cannes e oggi in corsa ai Golden Globe per il miglior film straniero. Durata 93 minuti. (Classico)
Un’occasione per riunire il regista e gli interpreti di “Macbeth”, qui Fassbender in veste anche di coproduttore. Tratto dall’omonimo videogioco, il film è la storia del criminale Callum Lynch, segretamente salvato da una condanna a morte da un’organizzazione che è la moderna reincarnazione dell’Ordine dei Templari. È costretto da costoro a utilizzare l’Animus, un macchinario cui sovrintende la scienziata Sophia e che gli permette di rivivere i ricordi di un suo antenato, Aguillar de Nerha, un Assassino, vissuto nella Spagna del XV secolo. Durata 115 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)
Captain Fantastic – Commedia drammatica. Regia di Matt Ross, con Viggo Mortensen. La famiglia Cash è composta da padre, madre e sei figli che hanno avuto un’educazione “libera”, tra le foreste del nord America, lontano da consumismi e conformismi imperanti in ogni altrove civilizzato. Radiata ogni tecnologia “non utile”, i rampolli si affidano allo sviluppo della mente e del corpo, ad una cultura che spazia liberamente dal classico al più futuribile, dalla costituzione americana ad un linguaggio estremamente ricco: se non si celebrerà il Natale insopportabilmente consumistico, si potrà sempre celebrare il compleanno di Noam Chomsky. Una sorta di ideale paradiso che una tragedia potrebbe definitivamente cambiare. Durata 118 minuti. (Eliseo blu, Massimo 2)
Il cliente – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Shahab Hosseini e Taraneh Alidoosti. Due coniugi, Emad e Rana, sono costretti a abbandonare il loro appartamento a causa di un cedimento strutturale dell’edificio. Nella ricerca di una nuova abitazione, vengono aiutati da un collega che con loro recita in una messa in scena di “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller. Nel nuovo alloggio, in precedenza abitato da una donna di dubbia reputazione, Rana subisce un’aggressione: da quel momento per Emad inizia una ricerca dell’uomo in cui non vuole coinvolgere la polizia. Premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura e l’interpretazione maschile, in gara come miglior film straniero ai Golden Globe. Durata 124 minuti. (Nazionale sala 1)
Collateral beauty – Commedia drammatica. Regia di David Frankel, con Will Smith, Helen Mirren, Keira Knightley, Edward Norton e Kate Winslet. Nella New York di oggi, il pubblicitario Howard non riesce ad accettare la morte della sua bambina e tenta di ritrovare un salvifico sfogo nelle lettere che scrive e indirizza ad Amore, Morte e Tempo: gli amici, nella speranza di alleviarne il dolore, altro non fanno che ingaggiare tre attori che, impersonando gli stessi specifici concetti, gli suggeriscano le soluzioni più adatte alla sopravvivenza non troppo infelice. Durata 94 minuti. (Greenwich sala 1, Ideal, Lux sala 2, The Space, Uci)
Florence – Commedia. Regia di Stephen Frears, con Meryl Streep e Hugh Grant. Nella New York anni Quaranta, la storia vera di Florence Foster Jenkins, del suo appartenere all’altoborghesia americana, delle sue ricchezze, della sua passione per il bel canto. Ma la signora era alquanto stonata: tuttavia gli amici fidati presenziavano ai suoi concerti in stato di estasi, i critici venivano zittiti dal marito-manager. L’apoteosi avvenne al Carnagie Hall, con un pubblico in visibilio. Sguardo del cinema hollywoodiano su un personaggio toccato con grazia e humour da quello francese, con “Marguerite”, nella scorsa stagione. Dal regista di “Philomena” e “The Queen”. Altra nomination per la Streep? Possibili riconoscimenti per un Grant in stato di grazia, capacissimo di tener testa con grande bravura alla diva di tanto calibro? Durata 111 minuti. (Ambrosio sala 1, Centrale V.O., Due Giardini sala Nirvana e Ombrerosse, Greenwich sala 2)
Il GGG – Il Grande Gigante Gentile – Fantasy. Regia di Steven Spielberg, con Mark Rylance e Ruby Barnhill. Ultimo script della creatrice di “E.T.”, Melissa Mathison, scomparsa lo scorso anno all’età di 65 anni, tratto dal romanzo di Roald Dahl (autore ancora tra l’altro della “Fabbrica di cioccolato”), è la storia della piccola Sofia rapita in una notturna Londra dall’orfanotrofio in cui è cresciuta e della sua amicizia con il gigante (ma non troppo) buono – interpretato da Rylance, premio Oscar per “Il ponte delle spie” – che presto lei aiuterà nel proprio lavoro, ovvero catturare i sogni positivi e belli per trasmetterli ai bambini mentre dormono. Durata 117 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)
Lion – La strada verso casa – Drammatico. Regia di Garth Davis, con Dev Patel, Rooney Mara e Nicole Kidman. Il piccolo Saroo, disubbidendo alla madre e cercando di seguire il fratello più grande, si addormenta su di un treno, nel buio della notte, e si ritrova a Calcutta, solo e incapace di spiegare da dove venga e quel che gli è successo. L’adozione da parte di una coppia australiana gli risparmia l’orfanotrofio: ma una volta arrivati i venticinque anni, il desiderio di rintracciare la sua vera famiglia lo condurrà ad una lunga ricerca. Tratto da una storia vera. Durata 120 minuti. (Centrale V.O., Eliseo Grande, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2, Uci)
Miss Peregrine – La casa dei bambini speciali – Fantasy. Regia di Tim Burton, con Eva Green, Asa Butterfield, Samuel Jackson, Rupert Everett, Judy Dench, Terence Stamp. Il giovane Jacob, alla morte del nonno, scopre che quelle storie che aveva sempre sentito raccontare, sono vere: esiste veramente in una piccola isola lontana, nel Galles, un gruppo di bambini orfani, dal talento speciale di cui forze malvagie vorrebbero impadronirsi, che vivono nella casa della misteriosa Miss Peregrine. Jacob farà di tutto per proteggere quei bambini e sottrarli ai loro nemici. Tratto dal romanzo omonimo di Ransom Riggs, ancora l’universo fantastici del regista di “Edward mani di forbici”, “Big Fish” e Alice in Wonderland”. Durata 127 minuti. (Massaua, Greenwich sala 3, Ideal, Reposi, The Space, Uci)
basta, non certo alla ricerca del principe azzurro, la principessa Vaiana sogna di poter andare ben oltre la barriera corallina per avventurarsi nell’oceano. La sua prima sfida è salvare il suo popolo dalle malefatte del vanitosissime semidio Maui che per avere un giorno rubato il cuore di una dea rischia ora di portare quel paradiso terrestre all’aridità. Ma l’eroina è pronta combattere e a vincere. Durata 127 minuti. (Massaua, F.lli Marx sala Chico, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)
Poveri ma ricchi – Commedia. Regia di Fausto Brizzi, con Christian De Sica, Enrico Brignano, Anna Mazzamauro e Lucia Ocone. La famiglia Tucci, ovvero mozzarellari doc e volgari quel tanto che basta, capofamiglia con consorte e un paio di figli, un cognato nullafacente nel dna, la nonna che è innamorata persa di Al Bano. Una vincita da 100 milioni di euro li spingerà a trasformarsi nei nuovi ricchi con annesso desiderio di seguirne le orme: ma presto si accorgeranno che i nuovi ricchi non significano rubinetteria d’oro o chili di gioielli o ristoranti e alberghi senza risparmio di stelle. Durata 97 minuti. (The Space, Uci)
passeggeri, facendolo ammarare nelle acque del fiume Hudson. Un’opera raccontata da Eastwood con una lucidità davvero geniale, essenziale, precisa nella descrizione dei fatti e dei sentimenti contrastanti del protagonista, un Tom Hanks partecipe e immedesimato come raramente lo ricordiamo, la sua sicurezza e la sua battaglia contro chi lo riderebbe un incompetente, lo sguardo sui giudici e la replica a quelle simulazioni di volo che, nel processo cui fu sottoposto Sully con il suo copilota, non tenevano assolutamente conto del fattore umano, di una decisione che andava presa nel giro di una manciata di minuti: ad ogni inquadratura facendo partecipare lo spettatore, ad ogni attimo della vicenda – le notti nella stanza d’albergo, le telefonate a casa alla moglie, i dubbi, i timori, la felicità tutta chiusa dentro nell’apprendere che tutti quei passeggeri sono sani e salvi, nessuno escluso – che pur ha, a quasi otto anni dal suo sviluppo, un esito conosciuto. Durata 95 minuti. (Ambrosio sala 2, Eliseo Rosso, F.lli Marx sala Chico, Romano sala 1)
Dal 3 gennaio 2017 prende il via al Teatro Gobetti di Torino
Dal 6 ottobre 2016 al 9 gennaio 2017, il Museo ospita l’esposizione della vita artistica di Gus Van Sant
E proprio come in un film, in una di quelle scene in cui qualcosa di straordinario e mozza fiato viene inquadrato da un timido scorcio prospettico e da cui viene poi ampliata la visuale, il colpo di scena è nel cuore del museo, al centro della Mole, dove è situata l’Aula del Tempio, padroneggiata dall’imponente Cabiria di D’Annunzio. Poltrone su cui si è invitati a stendersi, per ammirare sul soffitto alcune proiezioni, ma l’attenzione per cui è distolta da un ascensore in cristallo che attraversa in verticale lo spazio e sale fino al tempio panoramico a 85m di altezza.
Diciannove poeti, scelti fra i più noti e i più studiati, con qualche eccezione. Oltre settanta poesie, o “frammenti a piede libero”, come recita la frase con cui inizia ogni lettura, selezionate tra quelle maggiormente conosciute per sollecitare il senso di ricordo e di familiarità.
volte una mostra sui poeti italiani in un centro commerciale. Durante il Salone Off 2014 e 2015 la piazza principale di Pinerolo è diventata Piazza della Poesia con cartelli poetici sui tronchi degli alberi. Abbiamo portato la poesia nelle fabbriche con una mostra alla SKF di Airasca. Ora, grazie all’ascolto, la proposta poetica, anche nel breve tragitto di andata e ritorno tra casa e lavoro, diventa personale, dedicata, capace di toccare corde nascoste.
Federico Garcia Lorca Emily Dickinson Giacomo Leopardi Edgar Allan Poe Emanuel Carnevali Edgar Lee Masters Constantinos Kavafis Ugo Foscolo Pablo Neruda Jacques Prévert Friedrich Hölderlin Charles Baudelaire Giovanni Pascoli Arthur Rimbaud William Shakespeare Rabindranath Tagore Giosuè Carducci Walt Whitman Rudyard Kipling
ancora una volta.
Spero almeno con il rigore e il distacco storico necessario. E verrà ricordata anche la Rivoluzione di Ottobre , come ha già cominciato a fare in modo nostalgico l’ARCI. Fassino ebbe il coraggio come Sindaco il 24 maggio 2015 di ricordare l’ingresso in guerra davanti al monumento al Duca d’Aosta, comandante della III Armata nella Grande Guerra. E ricordò quell’evento storico con parole che restano, a suo onore, come segno della sua capacità di andare oltre la sua stessa militanza politica. Nel 2016 ricorreva anche il 130° anniversario dell’uscita del libro “Cuore” di Edmondo de Amicis. Su quel libro
che intendeva creare una coscienza nazionale ai giovani nati nel dopo Risorgimento, si sono accaniti con improperi e giudizi sommari sia Umberto Eco, sia Natalia Ginzburg. Gli studi di Luciano Tamburini, studioso torinese di rango e direttore delle Biblioteche civiche, hanno dimostrato invece la complessità di un’opera apparentemente semplice e retorica solo agli occhi di chi negava ogni valore alla parola Patria,parola che il presidente Ciampi ci ha insegnato a rispettare insieme al Tricolore, forse senza riuscirci a pieno.
Ad Albenga, in provincia di Savona , il 7 gennaio verrà celebrata la festa del Tricolore, giornata celebrativa nazionale istituita nel 1997, a Torino del tutto trascurata. Merito di un assessore alla cultura che appare quasi unico. Ricordo che negli anni in cui fu preside del liceo “Segrè”, Primo Merlisenna ,uomo di sinistra, sentì la necessità di far riscoprire ai giovani il patriottismo civile, ponendo la bandiera sul pennone della scuola che nessuno aveva mai utilizzato prima. Anche qui
un’eccezione. A Bolzano ho notato recentemente, in un liceo di lingua italiana ricostruito sul vecchio edificio-dove sono stato invitato a parlare- l’assenza della lapide in ricordo dei caduti che è stata riposta in cantina.
ottocentesca che profumava di spirito risorgimentale, si è fatta tabula rasa. Gli eroi dei videogiochi spadroneggiano indisturbati anche quando evocano scene di violenza. Ecco uno dei motivi per cui i patrioti Cesare Battisti e Damiano Chiesa sono stati dimenticati. Un unico concerto alpino al Circolo Ufficiali di Torino , a cui ha partecipato come unica autorità il Vicepresidente del Consiglio Regionale Boeti, non basta a colmare il deficit di memoria storica che questa città continua a vivere. 
Nonostante la pubblicità data all’evento nei giorni precedenti, si presentarono soltanto trentatré persone, mentre la stampa snobbò completamente l’invito. Ai presenti vennero proposti dieci episodi, della durata ognuno di un minuto scarso. Dal comico L’innaffiatore innaffiato alla tenera La colazione del bimbo (protagonisti Augustine e consorte che imboccano il loro figlioletto), il filo conduttore era la quotidianità riportata senza filtri sullo schermo
L’innaffiatore innaffiato alla tenera La colazione del bimbo (protagonisti Augustine e consorte che imboccano il loro figlioletto), il filo conduttore era la quotidianità riportata senza filtri sullo schermo. Scene di vita reale che fornirono insieme un primitivo esempio di documentario. Gli spettatori ne rimasero strabiliati e in pochi minuti all’ingresso del locale (l’edificio oggi è parte dell’Hotel Scribe, che include il ristorante Café Lumière) si formò una calca di duemila persone, desiderose di scoprire la “meraviglia del secolo“.
ristrettezze economiche, non fu più in grado di pagare il canone di locazione per i suoi brevetti, lasciando di nuovo disponibile il nome che i due fratelli poterono riutilizzare per la loro macchina (la storiografia moderna è tuttavia concorde nell’attribuire a Bouly la paternità del termine cinematografo).