CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 732

Quando il silenzio fa parlare di sè

pissimigliaMOLETO2Editore, giornalista, uomo dai mille interessi e dalle tante passioni quest’anno si presenta anche nelle nuove vesti di artista e scrittore. Ha fatto suo l’argomento da sempre caro alle migliori menti  dell’umanità; è andato alla ricerca dei tanti modi in cui è stato declinato, ha raccolto aforismi, proverbi pensieri (e tanto altro), li ha ordinati e introdotti con commenti e pensieri personali

 

“Il silenzio è ricerca dell’inesplorato, incute rispetto, a volte ti lascia confuso, devi approfondirlo dentro di te e ti fa scoprire concetti mai banali”. Ecco il silenzio per Roberto Pissimiglia, che all’affascinante tema ha dedicato il saggio “Silenzio e Silenzi” (ed.ArtMoleto), presentato in occasione della recente mostra, proprio sul silenzio, tenutasi a Moleto.

 

Editore, giornalista, uomo dai mille interessi e dalle tante passioni quest’anno si presenta anche nelle nuove vesti di artista e scrittore. Ha fatto suo l’argomento da sempre caro alle migliori menti  dell’umanità; è andato alla ricerca dei tanti modi in cui è stato declinato, ha raccolto aforismi, proverbi pensieri (e tanto altro), li ha ordinati e introdotti con commenti e pensieri personali. E’ nata così una mappa in 19 capitoli, con oltre 300 silenzi su cui riflettere; ma da parte ne ha altri, per un possibile sequel.

 

La scelta del tema non è casuale perché lui da anni è una delle anime di ArtMoleto (associazione creata dalla pittrice Michelle Hold con un gruppo di artisti legati al piccolo borgo). Nel silenzio delle colline del Monferrato Casalese ha il suo angolo di pace ed un atelier di arte povera.

 

«Recupero vecchi utensili che hanno percorso generazioni di fatiche quotidiane dei contadini e sono ormai  abbandonati in angoli di cortili, soffitte e cantine. Li restauro, coloro ed assemblo in nuove installazioni e mi piace pensare che li trasformo in pensionati di lusso che assaporano il piacere di essere ammirati».

 

-Invece l’idea del libro come e quando è nata?

«Da qualche anno sono l’editore del catalogo di ArtMoleto, curo i profili degli artisti e introduco il tema guida. Quest’anno ho capito che sul silenzio c’era da dire molto di più; così ho iniziato a consultare libri e internet e a trovare un’infinità di materiale».

-Lo definisci un work in progress; perché secondo te il silenzio è un tema accarezzato da sempre?

«Perché non è banale, non è facile e un volta che lo inizi, difficilmente riesci a troncare: ecco perché non ho ancora finito di scriverne».

-Inviti i lettori a mandarti altri silenzi: cosa ti  aspetti?

«Non è detto che sull’argomento sia già stato scritto tutto. Sicuramente ci sono altri  pensieri ed è uno stimolo anche per autori anonimi che potrebbero dare ulteriori contributi».

-Tu di che silenzio sei fatto?

«Controverso. Lo amo, lo cerco. Ma quando ce l’ho, magari non riesco a tenermelo fino in fondo. Anche perché siamo tutti troppo sensibili a quello che ci circonda: rumori, suoni, musica e distrarsi è  facile».

-Perché nel libro sostieni che il silenzio può fagocitare e che a te è successo?

«Mi ha fatto lentamente e progressivamente perdere il controllo del mio solito ritmo. Quella che era  la mia vita normale un po’ è cambiata: se dovevo scrivere qualcosa, rinunciavo al cinema e altro».

-Come vedi il binomio solitudine-silenzio?

«E’ un gemellaggio che spesso si fa; ma sono due concetti assolutamente scissi. Nel silenzio puoi essere pieno di contatti, vivo, scoprire un mondo di cose. Invece la solitudine, a volte, ti svuota. Dal  silenzio puoi uscire facilmente, la solitudine non è altrettanto sviabile».

-Esistono un silenzio maschile ed uno femminile?

«Quello maschile è più un silenzio di ghiaccio: chiuso in se stesso, rigido. Quello femminile è un velo di silenzio: in punta di piedi, più aperto e morbido».

-Tra le tante definizioni che hai  trovato, le tue preferite?

« Le avevo raccolte in un capitolo, che poi non ho inserito. Sono circa una ventina, tra le quali: Valentino  Bompiani “Il silenzio è la voce di un altro alfabeto che ci parla dentro”, cosa che ho sentito molto mentre scrivevo; Charles Degaulle “Silenzio: splendore dei forti, rifugio dei deboli”; Tiziano Terzani “I libri parlano quando serve e tacciono quando si ha bisogno di silenzio; o ancora, Robert Walser “Scrivere significa accalorarsi in silenzio”».

-L’arte che esprime e rappresenta meglio il silenzio?

«Il cinema muto e la pittura. Il primo sembra facile ed ovvio; mentre è sorprendente come un concetto tanto difficile da trasferire su tela abbia invece prodotto quadri affascinanti».

-Nel libro racconti della camera Anecoica, ma allora il silenzio totale non è sopportabile?

«E’ dimostrato dai tecnici  della Nasa che addestrano gli astronauti. Gli amici che l’hanno provata mi hanno detto che si va completamente in tilt. Il silenzio è talmente assoluto che percepisci persino il battito del cuore e diventa un rumore insopportabile».

– Il tuo sogno di scrittore?

«Da tempo penso ad un libro legato al mio percorso di editore di periodici di bellezza. Una sorta di sintesi del settore che ripercorra le storie dei grandi coiffeur che, oltre ad essere stati punti di riferimento nel loro campo, hanno anche incarnato un’epoca, come Vidal  Sassoon e Coppola, che ho avuto la fortuna di conoscere. Ho già molto materiale, ma non ancora un libro vero e proprio».

 

Laura Goria

 

 

 

 

 

 

Al Golden Palace il cucciolo è allegro

Chi sceglie di spostarsi con il proprio amico con la coda, cane o gatto, per vacanza o per lavoro, troverà all’interno della camera riservata una zona comfort. E sarà possibile soddisfare i propri amici a quattro zampe con piatti preparati direttamente dallo Chef stellato Diego Rigotti

 

allegro cuccioloI torinesi doc avranno già sentito parlare del Golden Palace, il centralissimo hotel 5 stelle luxury rinomato, oltre che per gli ospiti illustri che solitamente vi soggiornano, anche per la SPA e per gli aperitivi mondani  che spesso vengono organizzati. Ma l’ospitalità a 5 stelle lusso, grazie all’innovativo e confortevole servizio che si chiama “Allegro Cucciolo” viene finalmente estesa anche ai nostri amici a quattro zampe. Il Golden Palace infatti, che appartiene alla catena Allegroitalia Hotel & Resorts, mette a disposizione di tutti i suoi clienti, amici pet compresi, un servizio di altissima qualità per tutta la durata del soggiorno. Chi infatti sceglie di spostarsi con il proprio adorato amico con la coda, cane o gatto, per vacanza o per lavoro, troverà all’interno della camera riservata una zona confort con tutto ciò di cui  necessita durante la permanenza.allagro cucciolo 2

 

E’ presente un angolo per i pasti del cucciolo, dove troverete un sottociotola igienico e due ciotole, una per l’acqua ed una per il pasto e  sarà possibile soddisfare i propri amici a quattro zampe con piatti preparati direttamente dallo Chef stellato Diego Rigotti, come ad esempio i filetti di pollo con riso e persino i dolci come la cioccolata per cani o il gelato soia e aloe (il menù e’ molto assortito e adatto ad ogni esigenza)  per un alimentazione sia canina sia felina. Qualora, però, si preferisse un’alimentazione di tipo ‘tradizionale’ confezionata, e’ anche disponibile un’ampia scelta di scatolette e croccantini delle migliori marche internazionali.

 

Troverete anche una zona notte dove il piccolo tesoro potrà fare sogni d’oro su un comodo sofà tutto per se’, in base ovviamente alla sua dimensione. I prodotti in dotazione sono tutti forniti da “Farm Company”, una rinomata azienda piemontese leader nel settore dei pet products, sicuri e di alta qualità .E ancora è’ possibile usufruire di un’ampia gamma di servizi di toelettatura e di un esperto team di dog sitters durante la propria assenza. E per chi già vive in città , ma vuole regalarsi una cena preparata dallo Chef, ha un motivo in più per farlo  in compagnia del proprio pet e fargli così gustare uno dei piatti del menù Allegro Cucciolo. Che bella notizia!

 


   Clelia Ventimiglia

                                                                                             

Tablet e smartphone senza segreti per gli over 50

Al Circolo informatico di via Petitti

 

TELEFONINI

Non ci sono segreti informatici che tengano per gli over 50. Ne sono convinti al Circolo Informatico di via Ilarione Petitti 20, a Torino. Nei nuovi locali partono a fine settembre corsi di informatica dedicati ai “meno giovani”. E non si tratta di poche nozioni base sull’uso di vecchi pc. il vero intento degli istruttori è quello di trasferire agli allievi le proprie conoscenze soprattutto in riferimento ai nuovi ed evolutissimi smartphone e tablet. Naturalmente  verranno anche illustrate tutte le meraviglie di internet. Accanto ai corsi di informatica proseguono quelli tradizionali di lingue straniere.

Let’s dance, gli Anni 80 rivivono al Borgo

ottantaErano gli anni della vittoria ai mondiali, dei jeans stracciati o a sigaretta, dei colori eccentrici , di “Video Killed Radio Star”, dell’”A-TEAM”, “Charlie’s Angels”, “Magnum P.I.” Il nostro divertimento era un pallone

 

Erano gli anni della vittoria dell’ITALIA ai mondiali di calcio, dei jeans stracciati o a sigaretta, dei colori eccentrici , di “Video Killed Radio Star”, dell’”A-TEAM”, “Charlie’s Angels”, “Magnum P.I.” Il nostro massimo divertimento era dato da un pallone, da un sasso rosso con cui disegnare una campana o da una corda. Niente internet ne reality show; per le ricerche ci si incontrava in biblioteca e le telefonate erano precedute da una lunga coda alla cabina telefonica. Sono stati i 10 anni pieni di cadute e di ginocchia sbucciate, di pomeriggi di pane e nutella o burro e marmellata. E allora, bentornati nei vostri 10 anni più felici. 

 

Cose che suoniamo ★ DEPECHE MODE – MICHAEL JACKSON – DURAN DURAN – RIGHEIRA -MADONNA – CURE – THE SMITHS – TEARS FOR FEARS – BILLY IDOL – BLONDIE – BON JOVI – U2 – THE BANGLES – A-HA – THE QUEEN – DIRE STRAITS – CAMERINI – RETTORE – SPANDAU BALLET – SIGUE SIGUE SPUTNIK – CCCP – VIA VERDI – JOE COCKER – PET SHOP BOYS – OLIVIA NEWTON JOHN – CULTURE CLUB – WHAM – CINDY LAUPER – GUNS N’ ROSES – RICCHI E POVERI – TOZZI – IRENE CARA – THE BUGGLES – NEW ORDER – OMG – BANANARAMA – SABRINA SALERNO – SAMANTHA FOX -PHOEBES – VIOLA VALENTINO – JULIO IGLESIAS..& MORE ★

 

★ Non c’è due senza tre! Venerdì 26 settembre torniamo nella favolosa location del BORGO MEDIOEVALE del Parco del Valentino! Con delle grandissime novità 🙂
★ 2 dancefloor (1 all’aperto e 1 al coperto)
★ Sala Giochi anni 80! (questa volta con veri gi…ochi da sala!)
★ Free Make Up 80’s Style FLUO!
★ Momento Lenti e Limone Selvaggio ♥
★ Ragazze Morositas & Drive In! :v
★Area all’aperto e terrazze sul fiume
♥ Non potete mancare!! ★
L’evento è garantito anche in caso di pioggia! ♥

★ INGRESSO 3€
★ apertura porte 22.00 :v e orario esteso fino alle 3.15!*

★ In consolle Dj BEcca & Ale Tubo
★ Special Guest DJ DAVE
★ Visual & Photos Francesco Chebbello Cardullo
★ Public Relations Friso

dalle 20.00 è anche possibile fare una cena a buffet con drink e ingresso incluso e tavolo riservato a 15€ al meraviglioso ristorante San Giorgio del Borgo Medievale a cura di Gerla 1927. (*prenotazione per la cena obbligatoria)

*è possibile riservare tavoli e avere servizio di bottiglie direttamente al tavolo privato nonchè ingresso privilegiato in lista per evitare l’eventuale coda.

per info e prenotazioni tavoli in lista:
letsdance1981@gmail.com
mob & whats app: 3297894555

Il party si svolgerà in collaborazione con Gerla 1927.

Alida Ardemagni, tutta l’Italia in 70 donne

 L’autrice, docente di geografia umana (approccio storico-umano al paesaggio) e collaboratrice di De Agostini, Garzanti e Touring club, parte dalle antenate sibille, vestali e ninfe, transita tra aristocratiche, badesse e combattenti, ed arriva a scrittrici, imprenditrici, stiliste e scienziate contemporanee

 

ardemagni2Passa anche da Torino, con Ada Gobetti e Rita Levi Montalcini, l’itinerario rosa proposto da”L’Italia delle donne” (Morellini editore) di Alida Ardemagni. Se pensate ad un viaggio diverso, in un’ottica geografica al femminile, allora la mappa concettuale da mettere in valigia è questa guida che ripercorre le storie di 70 donne (famose e non) di tutte le epoche e classi  sociali, e traccia gli itinerari del loro passaggio, tra cultura, paesaggio, arte e buon cibo. Tante brevi biografie scorrevoli come racconti che compongono un atlante italiano di tipo nuovo.

 

L’autrice, docente di geografia umana (approccio storico-umano al paesaggio) e collaboratrice di De Agostini, Garzanti e Touring club, parte dalle antenate sibille, vestali e ninfe, transita tra aristocratiche, badesse e combattenti, ed arriva a scrittrici, imprenditrici, stiliste e scienziate contemporanee: «Sono una divulgatrice: dopo aver insegnato questa disciplina, scritto libri di testo, guide turistiche ed enciclopedie geografiche, ho pensato di cimentarmi con una saggistica leggera e divertente in linea con il mio interesse per l’emancipazione femminile».ardemagni

 

-Le sfide più difficili?

«I criteri di scelta delle protagoniste: il vincolo della corrispondenza tra la figura femminile e un luogo. Purtroppo per alcune donne non c’erano elementi sufficienti per proporre spunti di viaggio».

 

-Legata a Torino è Ada Gobetti; cosa la appassiona di questa donna?

«Rimasta vedova giovanissima, ha portato avanti, con incredibile coraggio, la battaglia antifascista del marito. Nel 1943 partecipò alla lotta partigiana, in montagna, insieme al figlio allora diciottenne; mentre con Camilla Ravera fondò l’Unione donne italiane».

 

-I luoghi della sua vita?

«Il Centro studi Piero Gobetti, da lei fondato nel 1961, in via Fabro 6, in quella che fu la  loro casa. E’ uno spazio di  documentazione aperto a tutti, soprattutto ai giovani; ospita anche la biblioteca di Norberto Bobbio e di altri  studiosi torinesi».

 

-E Rita Levi Montalcini, premio nobel nel 1986?

«Altra donna coraggiosa, nata a Torino dove iniziò presto le sue battaglie, già in famiglia, in contrasto con il padre, convinto che una carriera l’avrebbe distolta dai doveri di moglie e madre. Si iscrisse ugualmente a medicina nel 1930, quando le studentesse erano solo 7, per  laurearsi 6 anni dopo con 110 e lode e poi affrontò con caparbietà il mondo scientifico, non facile per le donne».

 

-Il suo raggio di azione fu ben oltre Torino.

«Certo, ma è nel piccolo laboratorio creato in camera da letto che iniziò le ricerche sul sistema nervoso che la porteranno in America come docente di Neurobiologia alla Washington University di Saint Louis e poi al Nobel. Sempre rigorosa e serissima. Anche come senatrice a vita che si recava puntualmente in Senato, paladina delle iniziative a favore dei giovani».

 

-Lei la collega a Napoli: quanto fu importante il legame con la città partenopea?

«Fu tra i soci fondatori della Città della scienza di Bagnoli, vero e proprio science centre: museo interattivo più grande d’Italia e non solo sede di sapere scientifico, ma anche nuovo modello di sviluppo nel mezzogiorno. Purtroppo nel 2013 questo polo di attrazione del turismo scientifico è stato distrutto da un incendio, probabilmente doloso».

 

-Il dibattersi  delle donne  tra emancipazione e  tradizione in che epoca è stato più difficile?

«Fino a  metà del 900 la strada è stata tutta in salita, anche se le donne  hanno attraversato secoli  di storia con coraggio e talento. Senza accesso all’istruzione e vittime di pregiudizi, basti pensare alla caccia alle streghe. Oltre ai compiti domestici hanno dovuto sobbarcarsi lavori faticosi e mal pagati, come mondine, filatrici, lavandaie. Se fortunate di nascita allora potevano esprimere le loro capacità: come la poco conosciuta Eleonora d’Arborea, figura mitica e sovrana illuminata della storia sarda che nel XIV secolo promulgò la Carta de logu, prima costituzione al mondo».

 

-C’è un messaggio nel libro?

«Negli ultimi 50 anni e non solo in Italia, la condizione femminile è decisamente migliorata; ma c’è ancora molto da fare per far valere i diritti conquistati e conseguirne altri. Il libro è una specie di passaggio di testimone fra generazioni e lo dedico a tutte le giovani donne che hanno di fronte un futuro incerto».

 

Laura Goria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Musica ad alta quota nella storia

Una rassegna non solo da vedere ma anche suonata”: nelle sale sono difatti installate due postazioni video-musicali eseguite da alcuni allievi del Conservatorio di Cuneo. Tutto è raccolto in un elegante volume

 

museo montagnaRecuperati da un remoto passato attingendo a collezioni di tutto il mondo, gli spartiti con le loro variopinte copertine compongono un’inedita suite alpestre che allieta la vista e scalda i cuori:  segno inequivocabile che, nel linguaggio delle altezze, il passato e il presente tendono a confondersi; ennesima riprova che le montagne, a dispetto della loro identità in continua trasformazione, si possono pur sempre raccontare con leziosi stereotipi senza tempo.

 

Oltre 130 pezzi – con ampi testi introduttivi delle sezioni – i più rappresentativi dell’ampia collezione del Museomontagna, presentati in una mostra esposta in anteprima al Film Festival di Trento e organizzata dallo stesso Museo con la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo, la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento.

 

Una rassegna non solo da vedere ma anche suonata”; nelle sale sono difatti installate due postazioni video-musicali eseguite da alcuni allievi del Conservatorio di Cuneo. Tutto è raccolto in un elegante volume, in edizione bilingue italiano-inglese, con un ricco corredo iconografico, nato dalla collaborazione con l’editore Priuli & Verlucca.

 

(Fonte: www.museomontagna.org)

La rivoluzione di Francesco

Papa Francesco ha innescato una “primavera” nella Chiesa che coinvolge tutta la società

 

papa espressoLa rivoluzione del Papa argentino è illustrata nel libro di Raffaelle Luise “Con le periferie nel cuore”, edito da San Paolo. Il volume è stato presentato anche al Circolo dei Lettori con Franco Garelli, sociologo.

 

Papa Francesco ha innescato una “primavera” nella Chiesa che coinvolge tutta la società. Il vaticanista Rai ha ricostruito il primo anno di pontificato attraverso i commenti di atei e credenti, come Leondardo Boff, Vito Mancuso, Massimo Cacciari.

 

Un volume interessante che fa riflettere sul futuro del cattolicesimo nel contesto di globalizzazione che coinvolge non solo economia e società ma anche la fede.

 

 

Un festival per Torino e le Alpi

alpiLa manifestazione ha una doppia sede, che richiama il binomio presente nel titolo: un luogo cittadino, cioè il Museo della Montagna presso il Monte dei Cappuccini, ed uno montano, il Forte di Exilles sito nell’omonimo comune della Valsusa

 

Un evento che, ancora una volta, sottolinea il forte legame che esiste fra la nostra città e le montagne: questo è “Torino e le Alpi 2014”, che si terrà dal 12 al 14 settembre. La manifestazione è organizzata dalla Compagnia di San Paolo, all’interno del progetto “Torino e le Alpi” che mira a rafforzare e promuovere il rapporto storico-culturale con l’arco alpino che ci circonda.

 

Il Festival avrà una doppia sede, che richiama il binomio presente nel titolo: un luogo cittadino, cioè il Museo della Montagna presso il Monte dei Cappuccini, ed uno montano, il Forte di Exilles sito nell’omonimo comune della Valsusa. Entrambe le location, nel corso dei tre giorni, saranno visitabili ad ingresso gratuito.

 

Molteplici e vari gli incontri previsti nel programma, tutti all’insegna di un rinnovato linguaggio della montagna, più dinamico ed aperto a prospettive future, espresso attraverso i workshop e le esibizioni di giovani artisti. Fra gli appuntamenti principali, ci saranno la mostra di arte contemporanea “Passi Erratici”, a cura di Stefano Riva, insieme a passeggiate letterarie e laboratori di scrittura diretti dallo scrittore Davide Longo, il quale condurrà anche due incontri con Stefano Benni, giornalista e autore di diversi libri di successo.

 

Gli eventi sono ad ingresso libero e fino ad esaurimento posti; per i workshop, i laboratori e le passeggiate è richiesta la prenotazione obbligatoria online, sul sito www.torinoelealpi.it

 

Federica De Benedictis

Passeggiata in montagna con la Fondazione Gilardi

MONTAGNEProrogate le iscrizioni all’iniziativa di beneficenza in programma sabato 13 settembre al Montgenevre

 

Sabato 13 settembre si terrà il Gran Tour del Vallon des Baisses, una passeggiata in montagna nel segno della beneficenza in favore della Fondazione Cecilia Gilardi O.N.L.U.S. Il ritrovo è fissato alle ore 8 al Colle del Montgenevre, più precisamente nella prima strada a destra dopo la frontiera francese in direzione Village du Soleil. La passeggiata si snoderà lungo un itinerario emozionante adatto a tutti, anche alle famiglie con bambini e ai camminatori meno esperti.

 

Un percorso non molto faticoso, ma abbastanza lungo che permetterà ai partecipanti di raggiungere la suggestiva cresta del Colle de la Lauze, toccando la Pointe de Dormillouse a quota 2587, il Grand Chalvet a quota 2632, la Tete des Fourneous a quota 2682, per poi cominciare la discesa a valle passando per la stazione di arrivo della seggiovia dello Chalvet a quota 2577. Per i più “coraggiosi” sarà inoltre possibile scendere verso il Montgenevre utilizzando la “mono rotaia bob” con cui arrivare a rotta di collo fino a valle.

E al termine, per rifocillarsi dalla lunga camminata, merenda sinoira organizzata presso il Circolo Golf Claviere. La quota di partecipazione parte da un offerta minima di 50,00 Euro a persona (bambini fino a 12 anni gratis). Sarà possibile iscriversi anche il giorno stesso della camminata oppure inviando l’apposito modulo d’iscrizione scaricabile dal sito della Fondazione www.fondazionececiliagilardi.org versando la quota di partecipazione sul conto corrente della Fondazione.
Per informazioni: 011-5618236.

Ricordi della città operaia

operaia

“Una Torino che cambia pelle ma che, anche dopo la sconfitta degli anni Cinquanta e la vergognosa repressione antioperaia della Fiat che trasforma la fabbrica in un vero e proprio regime autoritario, resta Torino operaia, democratica e antifascista (e comunista)”. E’ quanto scrive Fausto Bertinotti nella prefazione al volume di Nello Pacifico. Siamo nel Novecento e il libro si dipana come viaggio nella città operaia, nell’antifascismo all’interno della grande fabbrica, nelle vite difficili degli immigrati, sotto l’occhio protettivo(?) del partitone rosso. Il tutto nei ricordi dolci e amari dell’autore, che fu operaio prima di diventare corrispondente torinese dell’Unità.

I balilla di corso Parigi. Storie di schiene dritte e no”. Di Nello Pacifico, Ediesse