CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 683

Syntax Reflux

Ancora una prima europea alla “Privateview Gallery”, magistralmente diretta (in via Goito 16, a Torino) da Silvia Borella e Mauro Piredda. Dopo l’ospitata, nel gennaio scorso, del “Solo Show” di Ted Larsen – fra i massimi esponenti del moderno Minimalismo americano – la Galleria di San Salvario dedica oggi, e fino al 13 maggio, una personale davvero suggestiva (per qualità non meno che per intrigante forza attrattiva) ad Eric Shaw. Anche lui americano del Connecticut, ma operante a Brooklyn (NY), classe ’83, Shaw è infatti –come Larsen- alla sua prima esposizione europea, con una mostra, curata da Domenico De Chirico, dal criptico titolo di “SyntaxReflux”. “Criptico”, ma neanche troppo, se si pensa che nei quadri presentati in mostra -quasi tutti di grandi dimensioni- Eric intende trasmettere, attraverso un forte senso delle forme, “forme nelle forme”, abilmente giocate in solide, rigorose quasi scientifiche geometrie, una singolare ricerca stilistica che è per lui nuova sintassi-Sintax e “lingua specifica”, la sua e “solo” sua, fatta dal ripetersi maniacale di gesti carambolati sulla tela, in virtù di tecniche e processi assolutamente singolari legati alle magie della multimedialità e attingendo da realtà esterne-Reflux, di comune quotidianità: cose, oggetti, persone, architetture urbane, segnaletica stradale o pubblicitaria, immagini che si fanno concetti mentali, ma anche emozioni istinto empatia o sgarbi per l’occhio e per l’anima su cui val la pena fissare racconti di potente impatto cromatico. E c’è anche Torino (e perfino frammenti di Langa) nelle opere del giovane Shaw. La città va cercata – raccontano in Galleria- con occhio attento, ma c’è. E dalla tela ne emergono atmosfere e particolari (i ponti, lo scorrere del fiume) inaspettatamente decodificabili. Le opere, una decina in tutto, sono state infatti realizzate “site-specific” per la Galleria di San Salvario, durante un recente soggiorno dell’artista sotto la Mole. Soggiorno che certamente è servito a regalargli spunti tematici particolarmente utili e nuovi nel solco di quell’ “Hard edge painting” (“pittura a contrasti netti”) che fonda le sue radici negli Anni ’60 in forte reazione al dilagare dell’espressionismo astratto e dell’action painting e che Shaw ha fatto sua seguendo percorsi al passo coi tempi privilegiando l’assoluta “visività” alla mera “espressività”, attraverso un astrattismo “prodotto di un articolato procedimento pittorico che avanza su susseguenti gradi di stratificazione di forme e colori”. Punto di partenza è uno schizzo, realizzato con i tools di editing dello smartphone, che Shaw riporta sulla tela dipingendo a mano con l’uso di pittura vinilica e acrilica. Quotidianamente poi fotografa il lavoro svolto e ridisegna sull’immagine digitale acquisita, riportando quindi sulla tela le sagome inserite e, ripetendo più volte quest’operazione (che alterna passaggi di tecnica analogica con quella digitale), così da creare un’ingegnosa, impattante stratificazione di figure.“Il risultato è un intricato sistema di codici rappresentati da forme che, sebbene piatte e bidimensionali, rendono un sorprendente effetto di profondità, amplificato ulteriormente dal contrasto delle sagome sovrapposte e dei colori complementari”. Il tutto in certosini giochi astratti di elementare essenzialità o di più complessa strutturazione, come nella laboriosa e fitta all’inverosimile “Cornucopia” o in quell’“Ebb and Flow” (Flusso e Riflusso), omaggio forse all’omonimo brano dei Pink Floyd, dove il “fiume che corre senza fine” (“The Endless River”) è quello della musica, di una vita in note che continua oltre le leggi della vita. E, per Eric Shaw, della voglia incontenibile di fare arte. Comunque ovunque sempre. Le sue prossime personali sono già programmate a Sao Paulo in Brasile e a Tel Aviv, “capitali in grande fermento artistico– sottolinea Silvia Borella – nuovi riferimenti dell’arte contemporanea e del panorama culturale su scala mondiale”.

Gianni Milani

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“SintaxReflux”

“Privateview Gallery”, via Goito 16, Torino; tel. 011/6686878 – www.privateviewgallery.com

Fino al 13 maggio

Orari: mart. – sab. 15/19; al mattino su appuntamento


Nelle immagini:

I) Eric Shaw in studio

II)”Cornucopia”, acrilico su tela, 2017

III) “Ebb and Flow”, acrilico su tela, 2017
IV) Interno Galleria

Oggi al Cinema

LE TRAME DEI FILM

NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

L’accabadora – Drammatico. Regia di Enrico Pau, con Donatella Finocchiaro, Sara Serraiocco e Carolina Crescentini. Annetta arriva a Cagliari nei primi anni della guerra alla ricerca della nipote Tecla. È una donna solitaria e misteriosa come chi nasconde un segreto. Infatti al paese natale viveva isolata perché era “l’accabadora”, ovvero colei che dà la “buona morte” ai malati in agonia. Ma il rapporto con Tecla cambierà la sua vita, aprendola alla modernità, all’amicizia e all’amore. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 2)

 

L’altro volto della speranza – Commedia drammatica. Regia di Aki Kaurismaki, con Sherwan Haji. Khaled ha perso la propria famiglia nella violenza di Aleppo. Fugge e arriva a Helsinki nascosto nella stiva di un cargo, ma al rifiuto delle autorità di prendersi cura di lui preferisce la clandestinità. Mentre si mette alla ricerca della sorella salvatasi da quegli eccidi, trova rifugio nel ristorante di uno sperduto paese, di cui un commesso viaggiatore è appena venuto in possesso. Orso d’argento al FilmFest di Berlino. Durata 91 minuti. (Eliseo blu, F.lli Marx sala Chico, Nazionale sala 1)

 

Baby Boss – Animazione. Regia di Tom McGrath. Rivisto e rimpolpato per lo schermo da un breve racconto di Maria Fraaze, è la storia di un neonato e dello scombussolamento che procura in una coppia; ma è anche il racconto del rapporto che si instaura tra il bebè e il fratellino maggiore, prima di invidia e piccola cattiveria quotidiana, poi di immancabile affetto e solidarietà quando ci si trova a dover combattere il cattivo di turno. Durata 98 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 1, Reposi, The Space, Uci anche in 3D)

 

La Bella e la Bestia – Fantasy. Regia di Bill Condon, con Emma Watson, Emma Thomson, Kevin Kline, Stanley Tucci e Dan Stevens. Bella finisce prigioniera nel castello governato da un giovane principe tramutato in bestia come punizione del suo cuore senza sentimenti e per il suo egoismo. Fa amicizia con i servitori anch’essi divenuti un candelabro, un pendolo, una teiera, un clavicembalo, uno spolverino. Insieme a loro, saprà guardare al di là dell’aspetto orribile del principe che a sua volta svelerà un animo gentile. Durata 129 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Boston – Caccia all’uomo – Azione. Regia di Peter Bergs, con Mark Wahlberg e Kevin Bacon. La ricostruzione, tra immagini di repertorio e ricostruzioni perfette, dell’attentato che sconvolse la città di Boston il 15 aprile 2013, durante la 117ma Maratona, ad opera di due fratelli kirghizi e che fece tre vittime e più di duecento feriti. Durata 133 minuti. (Greenwich sala 2, Reposi, The Space, Uci)

 

Le cose che verranno – Commedia drammatica. Regia di Mia Hansen Love, con Isabelle Huppert e André Marcon. Una insegnante di filosofia di un liceo parigino, di quelle che più che affidarsi ai sacri testi “insegnano ai giovani a pensare con le proprie teste”, due figli, al giro di boa dei sessanta, si ritrova a fare i conti con un marito che ha deciso di abbandonarla per una più giovane amante, l’età avanzata della madre con il bisogno continuo di attenzioni, un editore che non ha più bisogno di lei e dei suoi saggi. Con la vicinanza e la complicità intellettuale di un giovane ex studente, dovrà reinventarsi un percorso per il futuro. Durata 102 minuti. (Centrale anche in V.O., Due Giardini sala Nirvana, F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 2)

 

Il diritto di contare – Drammatico. Regia di Theodore Melfi, con Octavia Spencer, Janelle Monàe, Taraji P. Hanson e Kevin Kostner. Una storia vera, tre donne di colore nella Virginia degli anni Sessanta, orgogliose e determinate, pronte a tutto pur di mostrare e dimostrare le proprie competenze in un mondo dove soltanto gli uomini sembrano poter entrare e dare un’immagine vittoriosa di sé. Una valente matematica, un’altra che guida un gruppo di “colored computers”, la terza aspirante ingegnere, senza il loro definitivo apporto l’astronauta John Glenn non avrebbe potuto portare a termine la propria spedizione nello spazio e gli Stati Uniti non avrebbero visto realizzarsi il proprio primato nei confronti dei russi. Durata 127 minuti. (Ambrosio sala 1)

 

Elle – Drammatico. Regia di Paul Verhoeven, con Isabelle Huppert, Laurent Lafitte e Christian Berkel. Al centro della vicenda, tratta dal romanzo “Oh…” di Philippe Djian, è Michèle, interpretata da una Huppert che a detta di molti avrebbe ben avuto diritto a tenere per il ruolo un luccicante Oscar tra le mani. È una scalpitante imprenditrice di mezza età nel ramo videogiochi, obbligata a gestire una più che variopinta compagine familiare, a cominciare da un ex marito di poca fama nel campo letterario, da una madre che vede non di buon occhio l’età che avanza, da un figlio che non vive certo secondo le sue aspettative, di un amante che le è venuto a noia. Da un padre che in passato con un gesto sanguinoso ha cambiato la sua esistenza. Anche la sua vita ha un segreto, lo scopriamo fin dall’inizio: un uomo mascherato, una sera, si introduce nel suo appartamento e la violenta. Chi è quell’uomo? E perché la donna non va alla polizia per una denuncia, continuando la vita di sempre? Durata 140 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Fast&Furious 8 – Azione. Regia di F. Gary Grey, con Vin Diesel , Michelle Rodriguez, Helen Mirren e Charlize Theron. Arrivata all’ottavo episodio, lasagna sembra non voler assolutamente tirare i remi in barca. Il pubblico applaude e si va avanti. Panorami che si chiamano New York o L’Avana o la lontana e fredda Siberia, macchine di ogni tipo, velocità e corse a più non posso, l’immancabile cattivo che ha i tratti biondi e gentili della Theron. Durata 128 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space, Ucianche in V.O.)

 

Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse – Commedia. Regia di Hugo Gélin, con Omar Sy e Clémence Poésy. Ancora un’avventura per l’interprete un po’ sballato e dal cuore d’oro di “Quasi amici”. Questa volta, in quattro e quattr’otto, abituato all’allegria dell’animatore turistico, si ritrova padre di una neonata, sua figlia, il frutto di una relazione improvvisa quanto frettolosa. Che sulle prime non vorrebbe, ma poi l’amore di un padre ha il sopravvento e con l’amore i piccoli gesti della vita di ogni giorno: fino a che mamma, dopo otto anni, non si ripresenta l’uscio a reclamare la creatura. Con la vecchia domanda: di chi sono i figli, di chi li alleva o di chi li mette al mondo? Con la modernissima massima secondo cui l’amore c’è dove c’è famiglia. Durata 118 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, F.lli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Ghost in the shell – Fantascienza. Regia di Rupert Sanders, con Scarlett Johansson, Juliette Binoche e Michael Pitt. Tratto dal manga di Masamune Shirow del 1989, è la storia del Maggiore Kusanagi – cyber-guerriera che non riesce che a ricordare pochi tratti del suo passato di umano – in lotta contro un terrorista in lotta con il mondo. Durata 120 minuti. (Uci)

 

Lasciami per sempre – Commedia. Regia di Simona Izzo, con Barbora Bobulova, Miriam Catania, Mariano Rigillo, Valentina Cervi e Max Gazzè. Una famiglia allargata, molto moderna, tre sorelle con i loro amori e loro separazioni, Viola e un figlio da festeggiare con una grande festa, il desiderio di raggruppare tutti, una ospitale villa all’Elba, arrivi e partenze, difetti e pregi, baccano e riflessioni, unioni civili e musica, affetti vecchi e nuovi, passioni sempre respinte, ex e attuali compagni, forse un po’ di autobiografia. Durata 92 minuti. Massara, Ideal, The Space, Uci)

 

Lasciati andare – Commedia. Regia di Francesco Amato, con Toni Servillo, Veronica Echequi e Carla Signoris. Costretto per problemi di salute a frequentare una palestra, lo psicanalista Elia. Qui incontra una petulante personal trainer e il di lei fidanzato piuttosto in debito con la legge, lasciata a casa la ex moglie che si è sempre presa cura di lui. Durata 102 minuti. Da saggiare Servillo, stranamente e inaspettatamente in veste divertente. (Ambrosio sala 2, Massara, Greenwich sala3, Reposi, The Space, Uci)

 

Libere, disobbedienti, innamorate – Commedia drammatica. Regia di Maysaloun Hamoud, con Sana Jammelieh, Shaden Kamboura e Mouna Hawa. Tre donne palestinesi, immigrate a Tel Aviv, Leila avvocato penalista single, Noor musulmana osservante, Salma per la sua omosessualità in contrasto con la famiglia cristiana. Tra idee, amori e vita sociale, tre esistenze che significano l’abbandono di una cultura per avvicinarsi ad un’altra, traducessi e sconfitte. Soltanto la solidarietà tutta femminile riuscirà a salvare le tre donne. Durata 96 minuti. (Massimo sala 2)

 

Mal di Pietre – Drammatico. Regia di Nicole Garcia, con Marion Cotillard e Louis Garrel. Tratto dal romanzo di Milena Agus, ambientato dalle terre di Sardegna alle pianure di lavanda della Provenza. Gabrielle è spinta dalla famiglia a sposare un operaio spagnolo, Juan, rifugiatosi in Francia a seguito della guerra civile, ma il matrimonio dopo il soggiorno della donna in una clinica per curare i calcoli renali da cui affetta naufraga: con la malattia ha incontrato un ufficiale reduce dall’Indocina e là ricoverato. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse)

 

Manchester by the sea – Drammatico. Regia di Kenneth Lonergan, con Casey Affleck, Michelle Williams e Lucas Hedges. Film in corsa per gli Oscar, sei candidature (miglior film e regista, sceneggiatura originale e attore protagonista, attrice e attore non protagonista), un film condotto tra passato e presente, ambientato in una piccola del Massachusetts, un film che ruota attorno ad un uomo, tra ciò che ieri lo ha annientato e quello che oggi potrebbe farlo risorgere. La storia di Lee, uomo tuttofare in vari immobili alla periferia di Boston, scontroso e taciturno, rissoso, richiamato nel paese dove è nato alla morte del fratello con il compito di accudire all’adolescenza del nipote. Scritto e diretto da Lonergan, già sceneggiatore tra gli altri di “Gangs of New York”. Durata 135 minuti. (Lux sala 1)

 

Moglie e marito – Commedia. Regia di Simone Godano, con Kasia Smutniak e Pierfrancesco Favino. Sofia e Andrea, lei conduttrice tv lui neurochirurgo, sposati da dieci anni, un esperimento scientifico non proprio riuscito fa capitare lei nel corpo e nei panni di lui e viceversa. Due vite ormai interscambiabili, le abitudini che passano da uno all’altra, con i tic, le azioni quotidiane, le relazioni, gli affetti, le comprensioni, le ansie, le antipatie. Durata 100 minuti. (Massaua, Greenwich sala 1, Reposi, The Space, Uci)

 

Il permesso – 48 ore fuori – Drammatico. Regia di Claudio Amendola, con Luca Argentero, Valentina Bellè, Giacomo Ferrara e Claudio Amendola. Un pezzo di vita fuori dal carcere da parte di quattro reclusi. C’è l’uomo che cercherà di sottrarre il figlio ai suoi stessi errori, la ragazza viziata di buona famiglia finita dentro per problemi di droga, il ragazzo di borgata dietro le sbarre per rapina e Donato, innocente, che ha qualche debito da regolare vendicando la donna che ha amato. L’autore firma la sceneggiatura con Giancarlo Di Cataldo e Roberto Iannone. Durata 92 minuti. (Uci)

 

Personal shopper – Drammatico. Regia di Olivier Assayas, con Kristen Stewart e Lars Eidinger. Maureen vive a Parigi e lavora come personal stopper, con il compito di scegliere gli abiti per una star esigente, a disposizione un budget da far girar la testa. Maureen comunica anche con gli spiriti, con la possibilità di poter “avvicinare” il gemello Lewis scomparso di recente e riappacificarsi con la sua perdita. Durata 105 minuti. (Eliseo Rosso, Romano sala 1)

 

Planetarium – Drammatico. Regia di Rebecca Zlotowski, con Natalie Portman e Lily-Rose Depp. Alla fine degli Trenta, le due sorelle Laura e Kate, sensitive, incontrano a Parigi un potente produttore cinematografico che le scritturerebbe per un film sui fantasmi. Ma Laura scoprirà ben presto che le intenzioni dell’uomo sono ben diverse. Durata 105 minuti. (Romano sala 3)

 

Power Rangers – Fantasy. Regia di Dean Israelite, con Naomi Scott, Becky G e Elizabeth Banks. Cinque studenti, tutti quanti con problemi di integrazione, diventano i Power Rangers, ovvero combattenti dotati di grandi poteri, dopo che hanno saputo chela loro città, Angel Grove, e il mondo intero sono sotto la minaccia di una forza aliena guidata dalla terribile strega Rita Repulsa. Durata 124 minuti. (Uci)

 

Il segreto – Drammatico. Regia di Jim Sheridan, con Rooney Mara, Eric Bana e Vanessa Redgrave. Tratto dal romanzo di Sebastian Berry, è il racconto della vita, tra passato e presente, di Rose, anziana ricoverata in una struttura psichiatrica e ragazza, nell’Irlanda degli anni Trenta e Quaranta colpiti dagli scontri tra protestanti e cattolici, fino allo scoppio della guerra, il suo amore per un aviatore inglese, l’odio del prete locale da sempre innamorato di lei. Durata 108 minuti. (Romano sala 3)

 

La vendetta di un uomo tranquillo – Thriller. regia di Raùl Arévalo, con Antonio de la Torre, Ruth Diaz e Luis Callejo. Nella capitale spagnola una rapina in una gioielleria finisce male, soltanto uno dei malviventi, Curro, è catturato. Dopo otto anni di carcere, l’uomo esce dal carcere per scoprire che la sua compagna ha intrapreso una relazione con José. Inevitabile per il passato e per il presente un regolamento di conti tra i due. Vincitore di quattro premi Goya, gli Oscar spagnoli. Durata 92 minuti. (Greenwich sala 1)

 

Victoria – Drammatico. Regia di Sebastian Schipper, con Laia Costa, Frederick Lau e Burak Yigit. Victoria, una ventenne spagnola che vive da qualche tempo a Berlino, incontro una sera fuori di un locale notturno Sono e i suoi amici. Sono berlinesi “veri”, così si definiscono e possono mostrarle la città che gli stranieri non conoscono. Victoria li segue divertita fino a quando qualcuno si fa vivo per esigere dal gruppo un credito: devono compiere una rapina all’alba in una banca. Cosa deciderà di fare la ragazza. Durata 93 minuti. (Classico)

 

Virgin Mountain – Commedia drammatica. Regia di Dabur Kari, con Gunnar Jonsson e Siguriòn Hjartansson. Fùsi è un quarantenne che deve ancora trovare il coraggio di entrare nel mondo degli adulti. Conduce una vita monotona, dominata dalla routine. Nel momento in cui una donna con la sua bambina di otto anni entrano inaspettatamente nella sua vita, Fùsi è costretto ad affrontare un grande cambiamento. Durata 94 minuti. (Classico)

 

Wilson – Commedia. Regia di Craig Johnson, con Woody Hallelson, Laura Der e Judy Greer. Un uomo solitario, di mezza età, nevrotico e misantropo, scopre un giorno di avere una figlia adolescente di cui non conosceva l’esistenza. Dovrà ricorrere all’aiuto della ex moglie Pippi per poter incontrare la ragazza per la prima volta. Durata 97 minuti. (Uci)

Lividi nelle pupille

LE POESIE DI ALESSIA SAVOINI

 

Balbetta il giorno in cui ebbe paura

Di presenziare a sé stesso

L’atto

Per il quale coinvolgimento avrebbe trovato posto.

 

Odora di nero il suo fumo

Ma la nube resta bianca

Vibra in assonanza l’assenza

Del giorno in cui

Con lo sguardo se n’è andato.

Zelig Lab, i piaceri della vita a Eataly Lingotto

Ritornano per l’immancabile appuntamento del giovedì con Zelig Lab i comici presentati da Elisabetta Gullì. Seguendo il filo delle risate si è giunti al penultimo incontro dedicato alla comicità tutta italiana: giovedì 20 aprile alle ore 21. Il cast questa volta è costituito dai fedelissimi Federica Ferrero, Guernieri & Fazzalari, Vito Garofalo, Ale Masta, Barbie Bubu, Michele Di Dedda, Marco Turano accompagnati da nuove star quali Claudio Sterpone, Alberto Sannazzaro, Roberto Russo & Simone Moretto.

 

Con un grande cast si alza il sipario di Eataly Lingotto per uno spettacolo che continua il viaggio all’insegna di risate dolci e amare, in uno spazio che coniuga cibo e comicità, per gustare al meglio i piaceri della vita.Cabarettista torinese d’eccezione, Claudio Sterpone, è stato protagonista di Colorado Cafè, Zelig Off e di tante altre importanti rassegne di cabaret, oltre ad aver interpretato diversi ruoli tra tv e cinema. Per il teatro ha scritto “non sono mai stato piccolo”: un frizzante alternarsi di personaggi divertentissimi e monologhi esilaranti. Grazie alla sua grande passione per il cibo è diventato uno dei personaggi più visibili sul territorio nazionale.Sempre di Torino anche Alberto Sannazzaro dalla voce matura e avvolgente, Roberto Russo & Simone Moretto direttamente dal laboratorio Zelig Lab di Torino.L’evento è aperto a tutti. L’ingresso è libero ed è necessario dotarsi di pass, che potrà essere ritirato presso l’info-point di Eataly Lingotto a partire dalle ore 19.00. A partire dalle ore 21 appuntamento presso la sala Punt&Mes.Per l’occasione i Ristorantini, il wine bar Pane&Vino, la Birreria e gli altri punti ristoro di Eataly Lingotto saranno aperti con il consueto orario per offrire al pubblico il miglior servizio possibile. Inoltre in sala Punt&Mes sarà allestito un Bar, con una ricca proposta tra vino, caffè dalla selezione Vergnano e fresche bibite per allietare gli spettatori durante l’Intervallo dello spettacolo. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Caffè Vergnano. Prossimo e ultimo appuntamento della stagione giovedì 4 maggio 2017.

 

 

“Narrazioni Jazz” tra nuove produzioni e anteprime esclusive

Mercoledì 17 maggio con lo spettacolo “Jass. Ovvero quando il jazz parlava siciliano” di Franco Maresco e Claudia Uzzo all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto prenderà il via la prima edizione di NARRAZIONI JAZZ, il nuovo festival culturale orientato alla mescolanza di linguaggi, alle produzioni originali con anteprime ed esclusive.

Narrazioni Jazz esordisce collaborando fin dall’inaugurazione con un importante evento culturale torinese col quale condivide l’apertura: il Salone Internazionale del Libro di Torino. Il Festival, infatti, si svolgerà in modo parallelo e intrecciato, da mercoledì 17 a domenica 21 maggio, armonizzandosi con le esigenze della Fiera e contribuendo, nello stesso tempo, alla diffusione della rassegna in città attraverso il programma ‘Jazz per la Città 2017’ e ‘Torino Jazz Night/Oltre i confini della notte’ che, per l’intera serata di sabato 20 maggio, porterà musica e letteratura nelle piazze, per le strade, nelle sale da concerto e nei locali.

Realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino con i main partner Intesa Sanpaolo e Iren, lo sponsor Poste Italiane, in collaborazione con il Salone Internazionale del Libro, il media partner Rai Radio 3, il Festival è attraversato dal rapporto tra il jazz e il racconto: un legame che a Torino è forte e ben testimoniato da alcuni importanti intellettuali e scrittori torinesi e piemontesi.

Il jazz – riconosciuto come “la  più libera tra le musiche” (Eduardo Galeano) – nel 2017 festeggia un compleanno importante: i 100 anni della registrazione del primo disco 78 giri di musica jazz. A inciderlo fu Nick La Rocca, siciliano di seconda generazione nato a New Orleans. Una ricorrenza cheStefano Zenni, direttore Artistico di Narrazioni Jazz, ha voluto celebrare con uno spettacolo di grande qualità. Il 17 maggio all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, Franco Maresco coglierà l’occasione per raccontare la storia dei musicisti siculo-americani immigrati in America e del loro fondamentale apporto alla nascita del jazz. Dall’incontro fra la tradizione musicale della minoranza nera – con i suoi gospel, le marcette militari e i canti di lavoro nei campi – e quella siciliana fatta di musica da banda, opera lirica e reminiscenze arabe, nascerà la miscela esplosiva che prenderà il nome di jass.

“Nel 2017 il jazz festeggia l’importante compleanno dei cento anni del primo disco inciso – sottolinea Chiara Appendino Sindaca di Torino – e questa musica vanta una storia quasi altrettanto lunga anche qui a Torino, un legame che la nuova Amministrazione vuole mantenere e rafforzare. Questa città, culla del Salone del Libro e vivace centro di produzione del jazz italiano contemporaneo, rappresenta il luogo ideale per un progetto della portata di Narrazioni Jazz che, sono certa, incontrerà il favore del pubblico e di tutti i cittadini”.

I palcoscenici del main – dove si esibiranno sia i grandi nomi internazionali, sia i giovani talenti – saranno il Teatro Piccolo Regio Giacomo Puccini(tutti i pomeriggi alle ore 17.30 e anche sabato 20 maggio alle ore 22), l’Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo (domenica 21 maggio, ore 15.30),l’Auditorium Giovanni Agnelli al Lingotto (17, ore 20, 18 e 19 maggio, ore 21), il Conservatorio Giuseppe Verdi (20 maggio, ore 21) e la Chiesa di San Filippo Neri (21 maggio, ore 21).

Narrazioni Jazz offre un ventaglio di spettacoli molto diversi, ispirati al tema del racconto. Al Piccolo Regio Giacomo Puccini si esibiranno artisti del calibro di William Parker (18 maggio), Cristina Zavalloni con un concerto dedicato a Boris Vian (19 maggio) Napoleon Maddox, con un’esclusiva e prima italiana (20 maggio), Antonio Faraò Trio (20 maggio, ore 22) e Fabrizio Puglisi (21 maggio).

Narrazioni Jazz rappresenta una scommessa: far incontrare le arti, dialogare le eccellenze del territorio, offrire spazi alla creatività giovanile e, nello stesso tempo, esibire jazzisti di richiamo internazionale su palchi prestigiosi – afferma Francesca Leon assessora alla cultura –. Narrazioni Jazz è un contenitore plurale aperto alle innovazioni e partecipativo. I dieci progetti selezionati tramite la call sperimentale Jazz per la Città 2017, rivolta alle associazioni di Torino con lo scopo di coinvolgere il tessuto jazzistico attivo durante l’anno, arricchiscono ulteriormente il programma. Narrazioni Jazzcollabora con il Salone Internazionale del Libro di Torino per la Torino Jazz Night / Oltre i confini della notte: l’intera serata del 20 maggio sarà una grande festa di musica e letteratura in giro per le strade, nelle piazze, nelle sale da concerto e nei locali. Ci aspetta un mese di maggio ricchissimo di eventi, caratterizzato da una straordinaria offerta culturale”.

Il 18 maggio, all’Auditorium Giovanni Agnelli, si esibirà la star della rassegna: Dee Dee Bridgewater. Il concerto è dedicato alla tradizione di Memphis, un progetto con cui la Bridgewater non si limita a scavare nelle sue radici, ma offre una rivisitazione innovativa di blues e classici R&B.

Tra le produzioni ad hoc per Narrazioni Jazz sono in calendario l’incontro tra Enrico Rava, Geri Allen e Anna Bonaiuto (Auditorium Giovanni Agnelli, Lingotto – 19 maggio, ore 21) e il lavoro del Conservatorio su Hubert Selby Jr. (20 maggio, ore 21).

Domenica 21 maggio, alle ore 15.30, il palco dell’Auditorium del grattacielo Intesa Sanpaolo, ospiterà un attore e un quintetto di musicisti jazz: la scrittura ritmica e affilata di Vitaliano Trevisan (autore di racconti, romanzi, testi per il teatro oltre che attore e regista teatrale) si intreccerà con le musiche dei Malkuth. Alle 21, invece, la Chiesa di San Filippo Neri, accoglierà il grande concerto di Paolo Fresu, uno dei migliori esempi del jazz europeo contemporaneo.

“Narrazioni Jazz è un festival del tutto nuovo: nella collaborazione con il Salone Internazionale del Libro, nel concentrarsi sul rapporto con le altre arti, nelle modalità di coinvolgimento organizzativo e artistico del territorio – afferma Stefano Zenni, direttore artistico della rassegna. È un festival fatto di eccellenze nazionali e internazionali che, tra produzioni originali ed esclusive affronta, tra le altre cose, due temi chiave del jazz: l’eredità della schiavitù e la natura multietnica di una musica plurale. Per questo Narrazioni Jazz è saldamente legato, in chiave artistica, spettacolare e critica, al nostro mondo contemporaneo”.

Contribuisce alla diffusione del festival nel capoluogo il programma ‘JAZZ PER LA CITTÀ 2017 – ATTIVITÀ MUSICALI DIFFUSE’ realizzato coinvolgendo il ricco tessuto artistico protagonista della vita jazzistica torinese.

 

Si tratta di una proposta unica nel suo genere, sperimentata usando una nuova modalità di coprogettazione tra l’Amministrazione comunale, organizzatrice della rassegna musicale, ed enti e associazioni che lavorano stabilmente sul territorio cittadino. La call – aperta da Città di Torino e Fondazione per la Cultura Torino, rivolta ad associazioni, scuole di musica ed enti operanti nel campo della musica jazz in maniera continuativa nella Città di Torino e nell’area metropolitana -, ha riscosso uno straordinario successo con ben 45 progetti candidati. I 10 selezionati  comprendono attività che vanno dalla propedeutica per i più piccoli alle produzioni originali, dalla mobilità sul territorio all’intreccio tra le arti, segno che anche nel jazz Torino si distingue come un vivace laboratorio culturale.

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Di seguito l’elenco dei progetti selezionati: Baltea Sound Station – Jazz School Torino; Jazz is Dead! – Associazione ARCI, Comitato di Torino; Jorge Luis Borges, Zoo Experience – Cooperativa Sociale CLGEnsemble; Kind Of Jazz – Arcote Onlus; Oh my Jazz! – Associazione Tedacà; Quartieri in jazz – Associazione Culturale Torino Jazz City; Reading Sottosopra. Jazz Amore Supremo – Associazione Culturale Giardino forbito; Strange Fruit, l’altro del Jazz – Associazione Culturale Immagina; Coniglioviola. Ulysses and all that jazz – Associazione Culturale Kaninchen-Haus;Walkaboutjazz Smartrams (#STS7_Jazz) – Associazione Associazione Comala e Klug.

 

Tra i nomi di spicco all’interno dei progetti troviamo: Peter Brötzmann & Heather Leigh, Cecchetto, Ottolini, Petrella, Chris Jonas, Daniele Cavallanti, Guido Manusardi, Scott Hamilton, Claudio Lodati e Il Progetto di lettura su Joyce.

Sabato 20 maggio sarà la notte della TORINO JAZZ NIGHT: ospiti internazionali, tre percorsi ispirati a classici della letteratura, musica fino all’alba in più di venti location della città. Oltre trenta concerti animeranno il Parco del Valentino, piazza Vittorio Veneto e Vanchiglia in un susseguirsi di note e di energia, dal tardo pomeriggio fino alle prime luci del mattino.

“Abbiamo agito come un buon trio di jazz, portando ciascuno le proprie esperienze maturate in ambiti musicali anche molto diversi e cercato di realizzare un programma che, nel rispetto della musica e dei musicisti, potesse coinvolgere sia gli appassionati, sia il pubblico non abituato all’ascolto del jazz”,spiegano i musicisti curatori della notte bianca: Mauro Battisti, Mattia Barbieri e Gianni Denitto.

In un collegamento ideale con Narrazioni Jazz, tre capolavori letterari prestano il loro titolo ai filoni principali della notte bianca: Il Grande Gatsby,romanzo di Scott Fitzgerald ambientato negli anni che videro la nascita della musica afroamericana, è il filo conduttore dei concerti dedicati al jazz classico; Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne è il titolo che racchiude le esibizioni di world-jazz, alimentato dall’incontro tra le culture.        La sperimentazione e la commistione con l’elettronica e la dance sono simboleggiate dal percorso Fahrenheit 451, il romanzo di Ray Bradbury.

Ad accendere la notte arriveranno a Torino anche molti musicisti conosciuti in tutto il mondo: dallo spagnolo Chano Domínguez, star del flamenco-jazz e Grammy Award per il migliore album di Latin Jazz, al contrabbassista Greg Cohen che si esibirà con il trio della talentuosa chitarrista Eleonora Strino. Alla guida di una formazione italiana ci sarà anche il sassofonista Jon Gordon, considerato da Wayne Shorter e Phil Woods un degno erede dei grandi maestri del passato. Il chitarrista e compositore Pietro Ballestrero e il sassofonista e clarinettista Achille Succi presenteranno il progetto Roots, con un concerto che promette emozioni.

Lo Smartrams, un tram gratuito con a bordo musica dal vivo e dj set collegherà i luoghi della TORINO JAZZ NIGHT. Mappa e orari suwww.smartrams.it.

Il programma annovera anche la presenza di marching band e di tanti ottimi interpreti piemontesi: quasi cento i musicisti coinvolti. Al Valentino arriveranno la musica travolgente dei Kokoroko (UK) e il mix di tradizione greca e di beat contemporanei degli Halay Lamba (Grecia). Nel concerto diBassliner + Denitto si uniranno note dell’India e del Nord-Africa. Molti i progetti speciali: venerdì 19 maggio alle Officine Corsare si partirà conToawards: jazz vs pop, di e con Manuela Grippi e Stefania Rosso. Sabato 20, invece, le Officine ospiteranno un altro progetto ad hoc, Pugile vs Paolo Porta & Alp King. Alle 2.30 del mattino sarà il momento di Mangaboo + Gnu Quartet. Tra gli eventi speciali anche gli appuntamenti di Interplay e Carlina On Stage, due manifestazioni che collaborano con Torino Jazz Night.

…e ancora, due conferenze e una rassegna cinematografica. Al Circolo dei lettori, giovedì 18 maggio alle 16,  si svolgerà la presentazione-concerto del libro di Arrigo Cappelletti e, sabato 20 maggio alle 16, un incontro con Luca Bragalini dal titolo ‘Alabama. Una preghiera di John Coltrane’. Invece nella sala 3 del Cinema Massimo saranno  proiettati i film della rassegna ‘La schiuma del jazz: dal razzismo a Boris Vian’.

La programmazione musicale di Radio3 durante il Salone Internazionale del Libro è curata da Narrazioni Jazz: dalle ore 14 alle ore 18 alcuni gruppi jazz selezionati dal festival saranno ospiti quotidiani dei programmi L’idealista e Fahrenheit all’interno dello Spazio Rai, Padiglione 3, Lingotto fiere.

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SITO DEL FESTIVAL: www.narrazionijazz.it

 

#NJ2017

 

BIGLIETTERIA NARRAZIONI JAZZ – via San Francesco da Paola, 6

Tel. 01101124777 –  tjftickets@comune.torino.itwww.vivaticket.it

 

GIORNI E ORARI DI APERTURA: da mercoledì 26 aprile

Lunedì/sabato 10.30-18.30 – chiusa lunedì 1 maggio – aperta domenica 21 maggio.

Il costo del servizio di acquisto è pari al 12% del prezzo del biglietto con un minimo di 1 euro. Se ancora disponibili i biglietti saranno posti in vendita 45 minuti prima dell’inizio dei concerti nella biglietteria della relativa sede.

Per i nati a partire dall’anno 2003 biglietti per tutti i concerti a 5 euro.

 

Da mercoledì 26 aprile biglietti in vendita anche da Infopiemonte via Garibaldi 2 tutti i giorni 10.00 – 17.00 – pagamento esclusivamente tramite POS.

 

Il servizio di prenotazione a € 5 per il concerto di mercoledì 17 maggio all’Auditorium Giovanni Agnelli termina alle ore 18.30 del giorno precedente il concerto. Se ancora disponibili, i tagliandi di ingresso saranno distribuiti gratuitamente FINO A ESAURIMENTO POSTI 45 minuti prima dell’inizio del concerto.

 

CONCERTI A INGRESSO GRATUITO

I tagliandi di ingresso saranno distribuiti contestualmente all’apertura della sala, nelle sedi di concerto e fino a esaurimento dei posti disponibili. La distribuzione dei tagliandi inizierà 45 minuti prima dello spettacolo. Fa eccezione il concerto di domenica 21 maggio all’Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo. Le informazioni per l’ingresso dei disabili (per i concerti con biglietto o prenotazione e per i concerti gratuiti in Conservatorio e nella Chiesa di San Filippo Neri) Tel. 01101124777 nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria.

 

COME I ROMANZI? LE SERIE TV, I LIBRI DEL NUOVO MILLENNIO

Le serie TV sono davvero considerate i romanzi del terzo millennio? Hanno cambiato il nostro modo di essere fruitori di una storia come vero e proprio nuovo fenomeno di “lettura”? Partendo da Breaking Bad e Mad Men, le serie TV più popolari e più seguite verranno analizzate in un incontro-dibattito aperto al pubblico in programma giovedì 20 aprile alle ore 18:00 presso la Biblioteca Centrale del Collegio Einaudi, Sezione Po di Via Maria Vittoria 39 a Torino.

 

Il relatore dell’incontro, il Prof. Antonio Santangelo, docente di Semiotica della Televisione presso l’Università degli Studi di Torino, consulente di Rai Uno, Rai Tre, Rai 5 e del Marketing Rai, sarà intervistato da Alessandra Caria, Ufficio Comunicazione e Cultura del Collegio Einaudi.

 

L’incontro è inserito nel programma di Torino Che Legge 2017, progetto della Città di Torino e del Forum del Libro, in collaborazione con il MIUR e il Centro UNESCO, in programma dal 18 al 23 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore (istituita dall’UNESCO il 23 aprile). Una settimana di eventi e iniziative per animare l’intero territorio cittadino, dal centro alle periferie, con il coinvolgimento delle circoscrizioni cittadine e dei diversi soggetti, pubblici e privati, che ruotano intorno alla filiera del libro.

Cees Nooteboom al Salone di Torino

Vince il Mondello Internazionale. Dialogherà con Ernesto Ferrero

 

 

È lo scrittore olandese Cees Nooteboom il «maestro» scelto dal giudice monocratico Ernesto Ferrero come vincitore del Premio Letterario Internazionale Mondello, sezione Autore Straniero. Nooteboom sarà al Salone Internazionale del Libro di Torino domenica 21 maggio e dialogherà con Ferrero per un incontro aperto al pubblico (ore 17), in Sala Azzurra, in occasione del conferimento del Premio.

 

Il riconoscimento, giunto alla sua quarantatreesima edizione, è promosso dalla Fondazione Sicilia insieme con il Salone Internazionale del Libro e la Fondazione Andrea Biondo e con il patrocinio dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, per la sezione Autore Stranierodi quest’anno.

 

In qualità di giudice monocratico, Ernesto Ferrero è stato chiamato dal Mondello a individuare un suo riferimento letterario fondamentale non solo per il percorso di scrittore, ma anche per l’apporto nel panorama della letteratura internazionale. Una scelta in libertà e autonomia, che il Premio Mondello ha affidato al critico letterario e scrittore che per diciotto edizioni ha diretto ilSalone Internazionale del Libro di Torino.

 

Questa la motivazione di Ernesto Ferrero: «Olandese e cittadino del mondo, viaggiatore incantato che cerca l’uomo e se stesso nell’altrove, reporter che sa trovarsi sui luoghi dei grandi drammi storici, poeta capace di dar vita a ciò che non è visibile, narratore che usa l’immaginazione come strumento principe per cogliere la melodia che si nasconde nel rumore confuso della quotidianità, da decenni Cees Nooteboom incarna magistralmente le ragioni di una scrittura capace di esplorare gli incerti confini che uniscono, più che dividere, realtà e finzione. Nel solco della grande letteratura che va da Cervantes a Pessoa, da Borges a Calvino, Cees Nooteboom cerca con sognante eleganza e ironica leggerezza la saldatura tra l’essere e l’apparire, tra spazio, tempo e linguaggio, tra parola e immagine, simbolo e mito, arte e vita. Appassionato, empatico esploratore di culture, Nooteboom usa la forza rivelatrice dell’invenzione per smascherare le mistificazioni delle ideologie, dei sistemi totalitari, della virtualità dominante. Con lui la libertà della poesia diventa, ancora una volta, rivelazione dei tesori nascosti nelle fragilità dell’umano» (E.F.).

 

Con la stessa formula, nelle edizioni precedenti del premio, sempre al Salone Internazionale del Libro, Michela Murgia ha nominato vincitrice Marilynne Robinson (2016), Antonio ScuratiEmmauel Carrère (2015), Niccolò Ammaniti Joe R. Lansdale (2014), Melania Mazzucco ha premiato lo scrittore ungherese Peter Estherázy (2012), Paolo Giordano l’autrice statunitenseElizabeth Strout (2012).

Addio a Ottone, il direttore “anglosassone” che licenziò Montanelli

DI PIER FRANCO QUAGLIENI

E’ morto a Camogli Piero Ottone, all’età di 92 anni. Ad alcuni appare come un maestro di giornalismo del secondo ‘900,ad altri, anche in questa circostanza, come una figura da cui è difficile allontanare le polemiche. Fu direttore del “Corriere della Sera” in uno dei momenti più caotici della storia italiana recente, dal 1972 al 1977. Furono gli anni successivi al ’68 e all’autunno caldo e della demagogia trionfante. Giulia Maria Crespi, convertitasi alla sinistra, lo scelse come direttore per sostituire il moderato Spadolini che aveva diretto il giornale negli anni burrascosi della contestazione, denunciando gli “opposti estremismi, ”quando la tendenza era quella di vedere esclusivamente il pericolo dell’estremismo nero. Ho avuto modo in occasioni diverse di conoscere Ottone. Una prima volta con Mario Soldati, se non ricordo male, per i 90 anni dello scrittore torinese che viveva a Tellaro. Una seconda volta quando presentai a Camogli un libro su Pannunzio nel 2010,centenario della nascita del direttore de “Il Mondo”. Mi sembrò un tipo freddo, distaccato, anglosassone. Soldati andò via dal “Corriere” proprio durante la direzione di Ottone che ammirò sempre molto Pannunzio, vedendo in lui un maestro di giornalismo. Nel 2010 mi parlò del direttore de “Il Mondo” e del suo giornalismo “inimitabile” e “colto”. Come Eugenio Scalfari anche lui si riteneva vicino alla lezione di Pannunzio ,anche se non aveva mai scritto sul suo giornale. Pierluigi Battista ha parlato di “epigoni abusivi” del “Mondo” ,riferendosi a Scalfari e alla “Repubblica”, ma certo non pensando ad Ottone che veniva dalla “Gazzetta del Popolo” di Massimo Caputo ed era stato direttore del “Secolo XIX“.


Soldati non ne aveva un’idea molto positiva, ma certo poteva pesare su lui il fatto che al “Corriere” non si trovava più come prima: passò infatti per qualche anno a “La Stampa”, per poi ritornare in via Solferino. Mise in prima pagina gli articoli di Pier Paolo Pasolini, anche se il direttore attribuì il merito o la responsabilità a Gaspare Barbiellini Amidei, suo vice, che fu espressione della migliore cultura liberal-cristiana, ma non riuscì ad essere un adeguato contrappeso alla prevalenza della sinistra, anche quella più radicale, all’interno del maggiore quotidiano italiano di allora. Il direttore attuò al “Corriere” la linea che aveva già anticipato meno scopertamente al “Secolo”, in una Genova e in una Liguria che stava decisamente per svoltare a sinistra: per dirla con parole sue, “ i comunisti non avevano la coda”. Ci accorgemmo, leggendo il suo giornale, che il Pci in effetti, per lui, non solo non aveva la coda, ma aveva anche tantissimi pregi ed era perfettamente in condizioni di governare il Paese, con o senza compromesso storico. Si accordò con il sindacalista Raffaele Fiengo che rappresentava il comitato di redazione del “Corriere”, concedendo uno “Statuto dei giornalisti” che tolse potere alla direzione del giornale ,consentendo una sorta di anarchia sindacale all’interno del giornale, ma non solo in quello, che durerà tanti anni. Carlo Casalegno mi parlò dell’aria che tirava dell’aria alla “Stampa”: pare che alcuni giornalisti abbiano brindato alla notizia dell’attentato al vicedirettore nel 1977. Nel 1973 licenziò dal “Corriere” Indro Montanelli che criticò in un’ intervista il giornale (e in questo caso sicuramente aveva ragione Ottone) e pubblicò la notizia della sua gambizzazione, omettendo il nome di Montanelli nel titolo in prima pagina (e qui non si rivelò certo un giornalista in linea con i più elementari doveri informativi). Nel 1977 lasciò la direzione del “Corriere” con l’arrivo di Angelo Rizzoli jr., considerato un mostro piduista e tante altre cose negative. Oggi la figura di Rizzoli va totalmente rivalutata perché su di lui furono lanciate accuse che la magistratura ha dichiarato infondate.

Indro Montanelli che in più occasioni fu mio ospite al Centro “Pannunzio”, nè in pubblico nè in privato, da vero signore, parlò mai di Ottone, mentre parlò in modo non conformistico di Spadolini, quand’era presidente del Senato. Certe idee di Ottone erano in linea di principio ampiamente condivisibili:i fatti separati dalle opinioni,come nei giornali inglesi, “tentare di scoprire e di esporre la verità” , fare un giornalismo che non sia mirato a battaglie e campagne più o meno scandalistiche. Ottone forse guardava ad un’utopia non realizzabile perché era ben consapevole che l’editore avesse un ruolo determinante nella realizzazione della libertà di stampa.  In effetti la pratica del suo giornalismo fu molto distante da quanto affermò anche in suo bel libro “Il buon giornale. Come si scrive. Come si legge” pubblicato nel 1987 da Longanesi. L’obiettività, a cui diceva di guardare Ottone, è sicuramente una vana chimera, però, certe scelte di campo dipendono anche dai giornalisti, oltre che dai direttori ,non solo dagli editori: se essi sono schierati politicamente e addirittura partiticamente, non possono svolgere quel ruolo a cui diceva di pensare Ottone. Il mio amico e maestro Emilio R. Papa, allora docente di Storia dei partiti a Torino, parlava del “Corriere della sera” ottoniano, come di un modello di giornalismo attento alla completezza delle notizie. A me, già allora, non sembrava così e anche adesso non ritengo che storicamente, a tanti anni di distanza, si possa considerare il “Corriere” della diarchia Ottone -Fiengo un modello di giornalismo a cui guardare. Resta l’attenuante dei tempi difficilissimi in cui Ottone ha operato, ma il fatto che Montanelli avesse scelto in un’età già avanzata di fondare un giornale a difesa di certi valori, senza adeguarsi al clima, resta a testimonianza che anche altre scelte erano possibili. Era un uomo elegante, misurato e gentile, forse non adatto ai tempi di ferro e di fuoco in cui si trovò ad operare. “La Repubblica”, dove approdò dopo il 1977, ebbe il merito di dire subito che era un giornale di parte. Gli anni successivi lo dimostrarono e continuano a dimostrarlo pienamente.

Un nuovo modello di sviluppo per i Sacri Monti

“I Sacri Monti costituiscono un insieme composito di grande valore storico e artistico, legati a una rete di cammini, dagli antichi Cammini Alpini alla Via Francigena, e di piste ciclabili: caratteristiche che inseriscono a pieno titolo questi beni nei circuiti del cosiddetto ‘turismo slow’. Abbiamo fortemente voluto dare unitarietà all’importante patrimonio dei Sacri Monti perché crediamo che questi beni costituiscano, pur con le dovute differenze, un insieme coeso e unico, nonché per poter agire con azioni congiunte, senza disperdere risorse ma, anzi, dando maggiore forza al nostro operato”: è quanto ha dichiarato Antonella Parigi, assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, durante la conferenza stampa tenutasi il 14 aprile a Torino per presentare il nuovo consiglio dell’Ente di gestione.

“Un approccio che inizia già a dare i suoi frutti – ha aggiunto – In questi anni abbiamo infatti potuto contare sull’appoggio di un numero significativo di realtà pubbliche, di fondazioni bancarie, ma anche di privati e singoli cittadini che si sono fatti carico di restauri importanti. Segnali positivi che ci incoraggiano e ci spingono, come ente regionale, a considerare sempre più i Sacri Monti come un elemento strategico del nostro patrimonio artistico, ma anche turistico“.

In questo anno di lavoro il nuovo consiglio dell’Ente di gestione ha infatti potuto contare, oltre che su fondi regionali e ministeriali, anche sull’apporto finanziario di enti bancari, di privati e di fondazioni comunitarie per un totale di quasi 2,5 milioi di euro, che hanno consentito l’avvio o la programmazione di importanti lavori di restauro in tutti i Sacri Monti – a Varallo la Cappella della “Strage degli Innocenti”, a Crea quella di “Sant’Eusebio”, a Domodossola quella dedicata al “Cireneo”, a Orta la prima cappella, “Natività di San Francesco”- e di ultimare a breve altri importanti lavori a Oropa, Belmonte e Ghiffa.

Stiamo lavorando per trasformare sette straordinari solisti in un coro di valore mondiale, chiamato ad esibirsi a cappella – ha dichiarato Renata Lodari, presidente dell’Ente di gestione Sacri Monti del Piemonte, sintetizzando il lavoro svolto in un anno dall’Ente voluto in questa forma dalla Regione. Un percorso che ha inteso dare coesione e valorizzare beni la cui importanza storica, artistica e architettonica è stata riconosciuta anche dall’Unesco, che nel 2003 ha iscritto il sito Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia nella Lista del Patrimonio Mondiale. Il sito seriale conta in Piemonte sette beni, a Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo: un patrimonio vastissimo che annovera 164 cappelle, che complessivamente contengono circa 2500 statue e più di 12.000 figure dipinte. Le risorse che sarebbero necessarie complessivamente sono davvero ingenti, ma stiamo cercandole ovunque: oltre che presso enti pubblici e privati, stiamo lavorando sul fronte dell’art bonus, dell’8 per mille e del 5 per mille, e attraverso un capillare giro di presentazioni di queste opportunità in tutti i nostri territori, e i segnali di interesse che stiamo raccogliendo sono decisamente stimolanti”.

Il percorso che è stato intrapreso per volontà della Regione non è oggettivamente facile. L’ obiettivo è fare di sette Sacri Monti, ciascuno dei quali è nato e vissuto per secoli facendo della sua individualità un valore, una realtà unica, E questo può avvenire grazie al primo Master Plan, coordinato dal direttore dell’Ente, Elena De Filippis, sugli edifici e sulle strutture di tutti i sette Sacri Monti del Piemonte. E’ stato esaminato l’intero patrimonio monumentale e, dati alla mano, si è dato vita a quello che è il primo piano organico di interventi sull’intero complesso. Un ulteriore settore che vede l’impegno congiunto di Regione Piemonte ed Ente di gestione dei Sacri Monti riguarda la promozione: per questo è allo studio la realizzazione di nuovo portale web, finanziato con i fondi ministeriali Unesco, che riguarderà i sette siti piemontesi e i due lombardi.

Ogni Sacro Monte è composto di decine di cappelle che, in ciascuno di essi, creano dei percorsi che salgono ad un monte o ad una altura (si va da altezze inferiori ai 600 metri sino a 1200 metri d’altitudine). Le costruzioni sono immerse ora in boschi secolari, ora in aree a giardino. La visita comporta una salita verso i grandi Santuari o luoghi di antico culto che coronano ciascun Monte, ed è, al contempo, un viaggio dentro rappresentazioni artistiche di straordinaria potenza e bellezza. Qui hanno dato il meglio della loro finissima arte scultori o frescanti come Gaudenzio Ferrari o Tanzio da Varallo, accanto a numerosi artigiani.

Sul piano dell’offerta turistica si sta inoltre individuando un circuito di visita, nonché un vero e proprio “Cammino dei Sacri Monti”, che metta insieme antichi itinerari per coloro che scelgono lo slow tourism. Per i visitatori l’Ente di Gestione sta inoltre censendo le strutture turistiche esistenti come, ad esempio, i servizi e le piazzole attrezzate per camper e roulottes, segmento di grande interesse, e che si intende rilanciare e accrescere.

Donatella Actis
www.regione.piemonte.it

 

Torino che legge accende la passione per la lettura

Dal centro alla periferia più di 300 iniziative. III edizione 

Torino accende la passione per il libro e lettura, coniugando animazione e approfondimento culturale, aggiornamento professionale e eventi di piazza. Per celebrare la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore istituita dall’UNESCO il 23 aprile, da martedì 18 a domenica 23 aprile 2017 torna Torino che legge, la settimana della lettura, con reading, incontri con l’autore, dibattiti, conferenze e iniziative, rivolti a grandi e piccini. Giunta alla terza edizione, la manifestazione coinvolge l’intera città, dal centro alle periferie, con oltre 300 appuntamenti in spazi pubblici e privati: biblioteche, librerie, scuole, musei, teatri, case del quartiere, 40 fra enti, associazioni e fondazioni, circoli, piazze, corsi, giardini e tram storico. Torino che legge è organizzata dalla Città di Torino con le Biblioteche civiche e le Circoscrizioni e dal Forum del Libro, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino, partner Intesa Sanpaolo per il Progetto Tutta mia la città e con il contributo di Fondazione CRT. La manifestazione coinvolge una rete ampia di soggetti pubblici e privati, fra cui la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, il Circolo dei Lettori, il Museo della Scuola e del Libro per l’Infanzia, insieme a numerosi altri: un grande laboratorio cittadino sulla lettura, che rende evidente la forza della filiera promuovendo una visione sinergica e ampia, una leva fondamentale per rafforzare la collaborazione continuativa fra i diversi soggetti coinvolti. Fra i numerosi ospiti della settimana letteraria, ad alternarsi nelle diverse location cittadine, Marco Malvaldi, Giuseppe Culicchia, Annamaria Testa, Francesco Carofiglio, Margherita Oggero, Bruno Gambarotta, Alessandro Perissinotto, Emiliano Poddi, Stefania Miretti, Andrej Longo, Anna Migotto, Marco Ballestracci.

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Si inaugura martedì 18 aprile alla Biblioteca civica Centrale, con l’incontro Comunicare la lettura. Riflessioni e prospettive per la filiera del libro e della lettura a Torino, dedicato all’ideazione di strategie e progettualità da sviluppare anche sulla Città, che vede la partecipazione della pubblicitaria Annamaria Testa, di Giuseppe Culicchia e di Nicola Lagioia. La comunicazione rappresenta una delle leve principali per la promozione anche se, come dice la Testa: “Fare pubblicità alla lettura è difficile”. In apertura di giornata, l’inaugurazione della “Biblioteca particolare” dell’artista Agostino Iacurci, donata dalla Regione Puglia alle Biblioteche civiche torinesi, nell’ambito della campagna di comunicazione della destinazione “We are creative in Puglia” e la premiazione dei lettori “forti” delle Biblioteche civiche, un appuntamento annuale volto a offrire un’occasione di incontro “speciale” fra le biblioteche e i loro lettori. Per ricordare anche quest’anno la tradizionale festa catalana di Sant Jordi (San Giorgio), che ha contribuito ad ispirare la scelta del 23 aprile quale giornata mondiale da dedicare al libro, si terrà l’iniziativa Sant Jordi in libreria e in biblioteca. Sabato 22 aprile le librerie aderenti posizioneranno una bancarella all’esterno e allestiranno le vetrine con libri e rose rosse, simboli della tradizionale festa catalana di Sant Jordi (San Giorgio), mentre alla Biblioteca civica Centrale (via della Cittadella 5, ang. corso Palestro), verrà donata una rosa alle signore che effettueranno un prestito di libri. Domenica 23 aprile, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, si festeggerà anche sul tram storico 3104 del 1948 dell’ATTS (www.atts.to.it), con un affascinante percorso lungo le vie del centro cittadino, accompagnati dalle letture de Gli Arancini di Montalbano di Andrea Camilleri e dell’antologia Lingua Madre Duemilasedici. Racconti di donne straniere in Italia, curate dagli allievi della Scuola ODS-Operatori Doppiaggio e Spettacolo. In collaborazione con ATTSAssociazione Torinese Tram Storici, Biblioteche civiche torinesi e Concorso letterario nazionale Lingua Madre. Ingresso gratuito, con partenza ogni 30′ dal capolinea di Piazza Castello (lato Teatro Regio). Sempre domenica, nella suggestiva cornice del Mausoleo della Bela Rosin, in strada Castello di Mirafiori, Assemblea Teatro propone il reading Un omaggio a Manuel Antonio Pina, nell’ambito del progetto Giardino di lettura sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, in collaborazione con il Dipartimento di Lingue dell’Università degli Studi di Torino e il Consolato del Portogallo in Italia. Torino che legge, che ha come obiettivo anche la valorizzazione di realtà, aree e spazi particolarmente strategici nell’opera di riqualificazione delle periferie, vede ulteriormente rafforzata la presenza dei quartieri, con le manifestazioni La 5 che legge, 6 che legge, Cavoretto legge, LeggerMente, LIBERinbarriera, Libri in corso, Libri in piazza, connotate da un forte radicamento territoriale, grazie alla sinergia fra i diversi soggetti coinvolti nella filiera del libro. Particolarmente significativa è inoltre la presenza delle scuole, grazie alla collaborazione con il MIUR-Direzione Scolastica Regionale per il Piemonte e con TorinoReteLibri.

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Oltre cinquanta istituti di ogni ordine e grado partecipano con iniziative e attività di lettura ad alta voce nelle classi e sul territorio, gestite direttamente dagli studenti: flashmob, letture musicate e teatralizzate, seminari, convegni per famiglie, insegnanti e cittadini. Fra gli appuntamenti, si segnala il seminario I pubblici della lettura. Modelli di valutazione, analisi, interpretazione, giovedì 21 aprile alle ore 15.00 presso la Biblioteca Arturo Graf dell’Università degli Studi di Torino: un’occasione per approfondire le vie della promozione della lettura, i modelli di analisi e l’interpretazione dei risultati. L’edizione 2017 si contraddistingue anche per l’attivazione del percorso formativo Strumenti e metodi per la promozione della lettura, destinato a bibliotecari, insegnanti e librai, in conclusione del quale, mercoledì 19 aprile alle ore 16.30, Giulio Cederna presenterà l’Atlante dell’infanzia a rischio, a cura di Save the Children e Treccani. Con l’iniziativa Prendi, leggi, scopri e sorprenditi, nell’ambito del Progetto bibliotecario urbano sul Pubblico Dominio a cura del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi e delle Biblioteche civiche torinesi, Torino che legge riprende i temi del Pubblico Dominio e della valorizzazione del patrimonio già disponibile, mettendo a disposizione un catalogo di racconti, articoli, immagini e suggestioni sulla città, gratuitamente scaricabili attraverso QrCode da manifesti, volantini e sticker disseminati in svariati luoghi cittadini: un ulteriore accattivante invito a scoprire nuove letture. Nella stessa settimana si svolgerà Roma che legge, manifestazione gemella nata lo scorso anno sempre su proposta del Forum del Libro, per raccogliere e rilanciare nella capitale l’efficace esempio della “rete” torinese.

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INFO: BCT, tel. 011 01129847/54; Forum del Libro, tel. 011 19923177 settimanaletturatorino@gmail.com; www.torinochelegge.it