Tutto pronto nel Comune di Collaretto Giacosa per celebrare, dal 5 al 7 settembre prossimi, con la settima edizione del Festival Giacosa, il suo illustre concittadino, librettista di opere pucciniane. L’evento rende omaggio in particolare alla Tosca di Giacomo Puccini, di cui Giuseppe Giacosa fu librettista insieme a Luigi Illica.
L’anno 2025 segna il 125esimo anniversario del suo debutto al teatro Costanzi di Roma.
Il festival ha ottenuto un contributo da parte della Città Metropolitana di Torino attraverso il bando della promozione territoriale, si apre venerdì 5 settembre alle ore 21 presso il Salone multiuso Piero Venesia, con lo spettacolo musicale “Bellissime” di Davide Motta Frè, che vuole essere un tributo alla figura femminile attraverso musica e parole, tratte da opere del Novecento. Nello spettacolo si esibiranno Martina Tosatto e Motta Frè, accompagnati al pianoforte da Giulio Laguzzi.
Sabato 6 settembre, alle 21, l’Auditorium del Bioindustry Park Silvano Fumero ospiterà uno spettacolo scritto da Oreste Valente, dal titolo “Al caro Pin che è nostro – Sentire l’arte prima di capirla”, in collaborazione con il laboratorio teatrale del liceo di Ivrea “ La bottega del Botta”. La pièce farà rivivere l’atmosfera del salotto di casa Giacosa e racconterà la figura di Giacosa, che non fu solo drammaturgo, ma anche scrittore e poeta.
Domenica 7 settembre a Collaretto Giacosa sarà una giornata ricca di eventi: dopo la Messa nella chiesa parrocchiale, si terrà la visita ai luoghi del poeta, inclusa la tomba e il monumento a lui dedicato. Dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 si potrà partecipare alla visita guidata alla “Grande Arca”. Alle 17.30, nel parco di Casa Giacosa, andrà in scena la prima nazionale del dramma in parole e musica di Oreste Valente “Tosca- il canto e il sangue- morire d’amore, uccidere per amore”, ispirato all’opera lirica di Puccini.
Lo spettacolo vedrà la partecipazione del soprano Mimma Briganti, del tenore Dario Prola, di Paola dal Verme al pianoforte e dello stesso Valente nel ruolo di Giuseppe Giacosa.
Il festival avrà la sua conclusione domenica 28 settembre prossimo con un evento organizzato in collaborazione con la casa editrice Atene del Canavese, che presenterà il libro dal titolo “Bohème, mi chiamano Mimì”, illustrato da Cristina Genisio e con testo di Monica Ramazzana.
Mara Martellotta

In contemporanea, ore 21, al Teatro “Dino Crocco” di Ovada (Alessandria), torna la pungente stand up di Arianna Porcelli Safonov, che con “Alimentire” mette alla berlina l’ossessione contemporanea per la cucina gourmet e i suoi eccessi. Sul palco la brillante e irriverente attrice e scrittrice romana “accompagna il pubblico in un viaggio tra le contraddizioni della cultura gastronomica odierna, un’esperienza che invita il pubblico a ridere (e a riflettere) sulle stravaganze del cibo elevato a fenomeno sociale”. Come scrittrice, Arianna pubblica il suo primo libro per “Fazi Editore” nel 2014. Titolo “Fottuta campagna”, il volume è frutto di una singolare esperienza vissuta “in solitaria” sugli Appennini fra Lombardia e Liguria. Del 2017 è invece “Storie di Matti”, edito sempre da “Fazi Editore”. Dal 2015, è in tour con diversi progetti di satira e critica umoristica al costume sociale italiano: da “Piaghe” al “Riding Tristocomico” a “Diritto civile e altre parolacce” e a “Cibo, vino e altri castighi sociali”.


Scolastica dell’editore Felice Paggi: un libro era venduto a due lire e, se era legato in tela con placca a oro, il prezzo saliva a tre. Sia questa serie che il successivo Minuzzolo anticiparono di fatto la nascita di Pinocchio. Il 7 luglio 1881, sul primo numero del periodico per l’infanzia Giornale per i bambini (praticamente l’archetipo dei periodici italiani per ragazzi) uscì la prima puntata de Le avventure di Pinocchio con il titolo Storia di un burattino. Due anni dopo, raccolte in volume e arricchite dalle illustrazioni di Enrico Mozzanti, le vicende del burattino che voleva diventare un bambino in carne e ossa vennero pubblicate quasi in contemporanea con la sua nomina a direttore del periodico che ne aveva anticipato il testo. Carlo Lorenzini, ormai per tutti Collodi, morì a Firenze nel 1890 dove riposa nel cimitero delle Porte Sante. Pinocchio, nonostante abbia compiuto il suo 140° compleanno, è ben vivo e vegeto: pubblicato in 187 edizioni, tradotto in 260 lingue o dialetti, protagonista di film, cartoni animati e sceneggiati, riprodotto in mille maniere. In molti hanno provato a catalogarne significati e morali per spiegarne l’incredibile longevità e freschezza. Per Italo Calvino Pinocchio è stato l’unico vero protagonista picaresco della letteratura italiana, proposto in forma fantastica; le sue avventure rocambolesche, a volte scanzonate, a tratti drammatiche, rimandano alla letteratura di genere che ebbe origine in Spagna con Lazarillo de Tormes e il Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, l’opera che segnò la nascita del moderno romanzo europeo.
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