Annunciata apertura di un terzo ingresso, direttamente collegato alla Stazione di Torino Lingotto
Nuovo, inclusivo, aperto al territorio, dotato di molteplici servizi. Così si presenterà il Salone Internazionale del Libro 2019 ai suoi visitatori dal 9 al 13 maggio, perché questo è l’anno in cui la più grande fiera editoriale italiana cambia veste, completamente ripensata per valorizzare l’esperienza del pubblico dei lettori e dei professionisti.
Tre ingressi
Sarà un Salone capace di entrare in dialogo con l’organizzazione urbana della città e con il territorio regionale e nazionale. Grazie ai tre ingressi, infatti, la fiera diventa facilmente accessibile ai visitatori che potranno scegliere da dove entrare a seconda del punto d’arrivo. Allo storico ingresso di via Nizza 294 che porta al Padiglione 1 si aggiungerà quello da via Mattè Trucco 70, quindi dall’Oval. Ma non solo: la grande novità del 2019 è l’apertura del passaggio dalla Stazione Lingotto per accedere direttamente al Salone tramite la passerella che parte dalla banchina del binario 9. Grazie alla collaborazione con la Città di Torino, la Regione Piemonte, il Gruppo Ferrovie dello Stato e in particolare delle due aziende del gruppo, Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia, chiunque arrivi dal Basso Piemonte, dalla Liguria o dall’Emilia Romagna, servendosi del treno, potrà facilmente entrare in fiera con pochissimi passi. Una logistica rivoluzionata, dunque, per una manifestazione davvero capace di accogliere i suoi visitatori nel modo più efficiente. Con Trenitalia, inoltre, il Salone sta lavorando per una convenzione su biglietti e abbonamenti Regionali, FrecciaRossa e per i titolari di CartaFreccia.
Mezzi pubblici e sostenibilità
Chi utilizzerà l’autobus e la metropolitana per andare e tornare da Lingotto potrà acquistare il biglietto anche all’uscita del Padiglione 1, grazie a un accordo con GTT – Gruppo Torinese Trasporti, per evitare le code alle biglietterie sotterranee.Chi, invece, sceglierà il servizio TObike godrà di uno sconto sul biglietto d’ingresso (€ 8 invece di € 10). Incentivare l’uso dei mezzi pubblici è tra i primi obiettivi strategici del nuovo Salone del Libro: nel 2019 è l’anno in cui nasce, in seno alla manifestazione, il primo Board di Sostenibilità multi-stakeholder legato a un evento, per avviare il percorso che porterà verso un Salone del Libro sostenibile. È l’iniziativa Il Prossimo Passo, perché la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma tutte le dimensioni dello sviluppo e richiede un forte coinvolgimento di ogni componente della società.
Agevolazioni
Il Salone 2019, poi, diventerà direttamente accessibile a tutte le categorie di visitatori, perché sia le scuole che gli utenti professionali non saranno obbligati a recarsi alla convenzionale reception, ma potranno espletare la propria pratica di accredito in qualsiasi ingresso della fiera. Proposito del Salone è anche quello di aprirsi sempre di più alle famiglie e alle nuove generazioni, con incontri e laboratori pensati apposta per stimolare la creatività e la libera espressione di sé, ma anche con riduzioni sul biglietto d’ingresso. Il Ridotto Giovani Web è per i giovani dai 7 ai 26 anni (€ 8 invece di € 10), il Ridotto Bimbi Web è per i bambini dai 3 ai 6 anni (€ 2.50). Le riduzioni sono disponibili online su salonelibro.it. Docenti e studenti saranno protagonisti del Salone, per questo gli insegnanti godranno di riduzioni, anche senza classe (pass valido per i cinque giorni € 12 invece di € 24, biglietto giornaliero a € 5 invece di € 10). Gli alunni delle scuole primarie entreranno con il biglietto a € 2.50, quelli delle scuole secondarie a € 6. I docenti accompagnatori avranno diritto all’ingresso gratuito. E ancora, i bus privati delle scuole potranno prenotare un parcheggio interno al Lingotto, attiguo alle reception e biglietterie dell’Oval.
Servizi dedicati alle famiglie
Nei 63.000 mq del Salone uno spazio privilegiato è dedicato ai giovani, proprio nel cuore del Salone. Il Bookstock Village, infatti, cambia casa, spostandosi nel Padiglione 2, e sarà anche l’area in cui le famiglie trovano servizi dedicati: per i piccoli dai 3 agli 11 anni sarà disponibile uno spazio relax e merenda, ma anche il baby parking gratuito gestito da educatrici professioniste e volontari che potranno accompagnare i bambini ai laboratori. Non mancherà il passeggino parking, il servizio passeggini di cortesia e il prestito fasce per il trasporto dei bambini. L’area 0-3 anni, curata dall’Associazione il Bambino Naturale e Luna di latte, sarà dotata di una stanza per il cambio pannolino, per allattare e scaldare il biberon.
Servizi dedicati a visitatori ed espositori
Ma il Salone 2019 sarà una mappa composita in cui tutte le case editrici avranno modo di raccontarsi ed esporre il proprio catalogo, in un’alternanza tra piccoli e grandi editori. Per realizzare questo grande progetto, che prevede 40 sale per gli incontri e più aree di sosta, panchine e spazi liberi per incontrarsi, è stato annesso l’Oval con i suoi 22.000 mq. Una fiera più grande quindi, e capace di accogliere i visitatori e soddisfarne i bisogni con una molteplicità di servizi. n18 saranno i punti bar e ristorazione firmati Autogrill Spa, nei diversi Padiglioni e all’Oval, per rispondere alle esigenze del pubblico e degli addetti ai lavori. A questi si aggiungono il ristorante della Terrazza e il ristorante Ciao: con la formula “un piatto e via” gli espositori potranno ritirare il pranzo da consumare allo stand. Grande novità del 2019 l’area street food di qualità nel collegamento per raggiungere l’Oval. Si chiamerà Passaggi di gusto e riunirà la pizzeria Rossopomodoro, l’Hamburgheria di Eataly e la gelateria firmata Guido Gobino. Così il Salone propone a tutte le diverse tipologie di utenti – pubblico, espositori, scuole e professionisti – i migliori contenuti culturali e tempo di qualità, da godere in una fiera di facile accesso e a misura di visitatore.
(foto: il Torinese)
La rassegna dei libri del mese
Anche in aprile ecco la nostra rassegna di libri letti e commentati sul gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri
Lorenzo Marone con il suo La tentazione di essere felici, cinica e divertente storia ambientata in un condominio napoletano è l’autore più commentato nel gruppo; al secondo posto, spinto dal recente successo del film, troviamo Momenti di trascurabile felicità, di Francesco Piccolo; sul terzo gradino il classico di Anthony Burgess, Arancia Meccanica, libro che ha acceso un dibattito davvero sostenuto poiché in molti lo ritengono troppo violento e lo sconsigliano. Una lettrice chiede pareri sui classici da non perdere e tra le molte risposte segnaliamo tre titoli che compaiono con grande frequenza nelle nostre discussioni: La Storia di Elsa Morante, Canne al vento di Grazia Deledda e l’immancabileOrgoglio e Pregiudizio, di Jane Austen, un vero e proprio evergreen del gruppo. Ai lettori più curiosi e audaci, questo mese segnaliamo il drammatico capolavoro di Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5, la riscoperta di un piccolo classico della narrativa inglese del secolo XX e quanto mai attuale, ovvero Lucky jim Jim di Kingsley Amis e Paura, di Richard Wright, testo fondamentale per comprendere non solo la storia più recente degli Stati Uniti ma anche per riflettere sul nostro presente. Per questo mese è tutto, aspettiamo i vostri commenti e i vostri consigli sul gruppo Facebook Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri!
Podio del mese
La tentazione di essere felici, di L. Marone (Longanesi) – Momenti di trascurabile felicità, di F. Piccolo (Eiunadi) – Arancia Meccanica, di A. Burgess (Einaudi)
Classici imperdibili
La Storia, di E. Morante (Einaudi) – Canne al vento, di G. Deledda (Demetra) – Orgoglio e pregiudizio, di J. Austen (Demetra)
Lettori audaci
Mattatoio n. 5 , di K. Vonnegut (Feltrinelli) – Lucky Jim di K. Amis (Dalai) – Paura, di R. Wright (Bompiani)
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Testi : valentina.leoni@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
Grafica e Impaginazione : claudio.cantini@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it
“Art Nouveau. Il trionfo della bellezza”
“Mi hai reso immortale. D’ora in poi lavorerai per me, al mio fianco. Ti amo già!”: parole entusiaste che si racconta siano state rivolte niente meno che dalla “divina” Sarah Bernhardt – la “voix d’or” del teatro francese fra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento – al pittore d’origine ceca Alphonse Mucha, fra i grandi protagonisti dell’”Art Nouveau” internazionale. Era il Natale del 1894 e a far andare in brodo di giuggiole la Diva fu un poster pubblicitario realizzato proprio da Mucha, che la ritraeva in occasione del suo debutto nella commedia “Gismonda” di Victorien Sardou. Un’immagine di estrema raffinatezza e assoluta modernità per i tempi; un fascinoso mix di “influssi bizantini” e “stilemi dell’art nouveau”, che piacque così tanto all’attrice da indurla a stipulare con l’artista ceco un contratto della durata di sei anni, durante i quali Mucha disegnò per lei manifesti, scenografie teatrali, costumi e gioielli. Un lavoro intenso e di grande impegno, di cui si ha prova nella litografia a colori “Sarah Bernhardt” realizzata nel 1897 (il viso dai tratti infantili ma fascinosi dell’attrice, incorniciato da una folta incontenibile chioma e decorato con ghirlande floreali) che, insieme al manifesto pubblicitario, sempre a firma di Mucha, del 1896 per le cartine di sigarette “Job” (anche qui l’immagine è di una donna dai lunghi capelli, “sfrontata” nell’esibizione, allora blasfema, di una sigaretta fra le dita che descrive nell’aria sinuose e larghe curve di fumo), fa parte delle oltre 200 opere – fra manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche – assemblate nella mostra “Art Nouveau. Il trionfo della bellezza”, ospitata nelle “Sale dei Paggi” della Reggia di Venaria fino al 26 gennaio dell’anno prossimo.
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Provenienti dagli Arwas Archives, dalla Fondazione Arte Nova e dalla Collezione Rodolfo Caglia, sono “pezzi” che raccontano attraverso un allestimento innovativo che riproduce gli ambienti abitativi della Parigi di inizio Novecento, la non lunga ma intensa e formidabile stagione dell’”Art Nouveau” che cambiò a fondo il gusto fra gli anni di fine Ottocento e i primi del Novecento, influenzando tutte le arti figurative, l’architettura e le arti applicate con esasperati – perfino a volte esageratamente esibizionistici – rimandi alla natura, al mondo vegetale e a un’immagine nuova della figura femminile come femme damné, emancipata, libera e sensuale. Concepita, dunque, come “arte totale”, come “arte della libertà” (“che fa dell’erotismo, del naturalismo e dell’esotismo i propri punti cardinali”), il Modern Style se fu per i francesi e gli inglesi “Art Nouveau”, diventò “Tiffany” negli Stati Uniti, “Jugendstil” in Germania, “Sezession” in Austria, “Nieuwe Kunst” nei Paesi Bassi, “Modernismo” in Spagna e, passando attraverso altre lande d’Europa, “Liberty” in Italia, nome derivato dai magazzini londinesi, particolarmente attenti al nuovo gusto, di Arthur Liberty. Prodotta e organizzata dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con Arthemisia e curata da Katy Spurrell, la rassegna si articola in cinque sezioni, focalizzate su quelle che furono le principali fonti di ispirazione per gli artisti iniziatori, debitori anche, in alcuni casi, della vittoriana lezione preraffaellita, non meno che – di conseguenza – di un raffinato simbolismo alla Gustav Klimt. Accomunati da un ridondante amore per l’arabesco, così come per l’intrigante “peccaminosa” sensualità di figure femminili e di motivi floreali e naturali lasciati liberi di abbracciare il mondo, particolarmente interessanti sono, in mostra, le opere di Georges de
Feure (sua l’“Affiche pour la 5° exposition du Salon des Cent” del 1894), così come “Les Paons” di Alfredo Muller e la sottile “Extravagance” del 1897 di Eugène Grasset. Oltre ai nomi del già citato Alphonse Mucha, accanto a quelli di Emile Gallé, Daum Frères, Louis Majorelle, Henri de Toulouse-Lautrec e Eugène Gaillard. Notevoli anche i bronzi, i vasi, le ceramiche, le lampade e i mobili intarsiati ospitati in una rassegna che non dimentica l’importanza fondamentale per la conoscenza e lo sviluppo dell’”Art Nouveau” di una città come Torino, che nel 1902 con l’ Esposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna diede il via al “Liberty” in Italia. A partire dalla città, all’epoca in espansione. Ne sono testimonianza alla Venaria, l’installazione di fotografie appositamente realizzate da Pino Dell’Aquila, raffiguranti 11 edifici, capolavori dell’epoca, che rendono l’esatta dimensione di una città che allora si rivestì abbondantemente del nuovo stile e che ben a ragione può essere ancor oggi definita (con il suo centinaio di edifici “Liberty” disseminati sul territorio) la capitale italiana dell’”Ars Nova”.
Gianni Milani
“Art Nouveau. Il trionfo della bellezza”
Reggia di Venaria – Sale dei Paggi, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992333 o www.lavenaria.it
Fino al 26 gennaio 2020
Orari: dal mart. al ven. 9/17; sab. dom. e festivi 9/19,30; lunedì chiuso
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Nelle foto
Una innovativa fiera di fotografia si svolge dal 3 al 5 maggio all’ex Borsa Valori in via San Francesco da Paola 28 a Torino: The Phair, la sintesi di Photografy e Fair. Si tratta di un progetto di Roberto Casiraghi e Paola Rampini, per valorizzare un linguaggio artistico vivace ma con pochi contesti di rifermento, rivolto a collezionisti, curatori, e direttori di musei e collezioni pubbliche e private, che si confronteranno sull’innovazione e riflessioni sull’immagine . La Fiera è inviti , con le migliori gallerie italiane, 35 in spazi di venti mq. uguali per tutti. Tra le gallerie partecipanti: 1/9 uno su nove di Roma, Francesca Antonini di Roma, Alfonso Artico di Napoli , Raffaella De Chirico di Torino, Tiziana Di Caro di Napoli, Doppelgaenger di Bari, Fabbrica EOS di Milano , Studio G7 di Bologna, Gagliardi & Domke di Torino, Guidi &Shoen di Genova , In Arco di Torino, Giò Marconi di Milano, Materia di Roma, Davide Paludetto di Torino, Francesco Pantaleone di Palermo, Pinksummer di Genova e Z 2o Sara Zanini con sede a Roma. Una grande varietà di artisti contemporanei italiani e stranieri, nomi affermati a livello internazionale ed emergenti, tra cui Anri Sala, Tomas Saraceno, Paola De Pietri, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Myriam Laplante, Mario Airò, Annette Kelm, Lida Abdul, Giovanno Ozzola, Andy Warhol, Luca Vitone, Robert Capa.
thephair.com
Django Reinhardt, noto compositore gitano manouche, è nuovamente nel cuore di Torino e dei suoi appassionati
Django, gitano del ceppo manouche che negli anni 30’ visse nei pressi di Parigi, divenne (nonostante la menomazione della sua mano sinistra, che a causa di un incendio avvenuto all’interno della sua roulotte gli fece perdere l’uso delle tre dita) uno dei musicisti compositori chitarristi numero uno al mondo, considerato un punto di riferimento assoluto. Il suo genio e la sua spettacolare creatività illuminarono ed entusiasmarono nel tempo i grandi interpreti del jazz come Duke Ellington , Benny Carter , Louis Armstrong, Louis Vola, Bill Coleman, Rex Stewart, Stephane Grappelli ecc.. diventando una vera e propria icona insormontabile di questo genere musicale. Le sue tradizioni, come la sua cultura, la sensibilità artistica , creativa e il virtuosismo ineccepibile che lo contraddistinguono per quella “sua” musica, fecero da catalizzatore per tutti coloro che lo seguirono e che ancora oggi lo seguono. La sua musica, facilmente contaminabile con qualsiasi genere musicale: il soul , il pop, il rock , il jazz , continua a creare un connubio di situazioni musicali davvero eclettiche, capaci di sorprendere grandi e piccini, esperti e profani. Il suo valzer musette , le sue sonate dolci, accattivanti e melodiche e quel virtuosismo davvero “unico” , che sulla chitarra diviene protagonista assoluto di uno spettacolo dal sapore retrò ma al tempo stesso innovativo, appassiona il pubblico e incentiva i grandi musicisti del mondo del jazz, classici e contemporanei. Anche quei giovani musicisti emergenti scoprono tramite la sua musica un filone davvero rappresentativo da inseguire per chi dispone di talento. In Europa e nel mondo tutto ,sono oggi davvero tanti i gruppi musicali di gypsy jazz manouche. I festival aumentano anno per anno , le programmazioni nei jazz club si animano con questa musica, addirittura le fiction televisive , colonne sonore di film premiati dalla critica e non solo , jingle pubblicitari ecc…si fanno spesso facilmente contaminare da questa melodia, estrapolando in essa situazioni rappresentative davvero speciali.Dati davvero singolari questi che altro non fanno che attestare la veridicità di questo “effetto bomba” di passione, dove la musica e la sua eccellenza fa davvero da padrona.
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“L’Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt di Torino” che fu la prima in Italia a creare in questa città il Festival Internazionale Gypsy Jazz Manouche con le sue 7 edizioni ,e che ancora oggi, dopo 15 anni, continua a lavorare e a battersi per dare sempre più forma a queste incredibili iniziative, ha come Presidente l’imprenditore Andrea Chiusano (Chiusano & C. Immobiliare) che con dedizione , impegno e grande generosità si attiva personalmente, al fine di ottimizzare sempre di più questo progetto musicale, la cui finalità è quella di continuare a proporre a Torino questa musica, soprattutto nel rispetto di soddisfare la frequente richiesta del pubblico che anno dopo anno si dimostra sempre più numeroso, nel rispetto anche di quei giovani talenti che studiano per affinare questo genere musicale, affrontando sacrifici che alimentano le loro speranze e i loro risultati, spesso davvero talentuosi. Quest’anno , in occasione del TJF (Torino Jazz Festival) , l’Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt, è nuovamente stata chiamata dall’organizzazione del festival e dalle Istituzioni per portare una nuova formazione musicale alla programmazione di questa meravigliosa iniziativa. Per cui, in occasione dello spettacolo che si terrà il 3 maggio presso l’Auditorium S.Paolo di Torino, si esibiranno gli ACCORDIDISACCORDI , gruppo musicale torinese ormai noto che sta spopolando in Europa e nel mondo calcando palchi importanti internazionali e riscontrando dalla critica meriti davvero eccellenti.
In quartetto con loro si esibirà il famoso violinista FLORIN NICULESCU, protagonista estremo della musica gypsy jazz manouche (che in giovane età ebbe anche l’onore e la capacità di suonare con il grande Stephane Grappelli). Artista dal valore artistico indiscutibilmente eclettico e emozionante. Inoltre, in esclusiva con questo sorprendente quartetto , presenzierà l’attore GIORGIO TIRABASSI che in questa insolita occasione si presterà in una performance davvero unica, nella quale suonerà la chitarra originale che Django Reinhardt utilizzo in gran parte dei suoi innumerevoli concerti (chitarra donata per l’occasione dal collezionista Alberto Guizzetti – www.hendrixguitars.com) Un’appuntamento davvero unico per questa grande manifestazione, tale da aver fatto sold-out in soli cinque giorni dall’emissione dei biglietti per il concerto in programmazione sul sito del Torino Jazz Festival. Una grande soddisfazione questa per l’Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt e i suoi organizzatori , che attesta nuovamente la calorosa presenza del suo pubblico e quella di tutti coloro che da anni seguono in questa città l’evoluzione di questo genere musicale. A fronte di tutto ciò, sarebbe quindi un vero peccato non riproporre questa iniziativa nel tempo, affinché questa possa davvero diventare un’appuntamento fisso. <
/span>C’è bisogno di qualità e di livelli artistici eccellenti per iniziative originali e appassionanti , affinché Torino possa nuovamente vantare la sua unicità , la sua storia, la sua creatività e le sue origini che da sempre la contraddistinguono. Buon spettacolo a tutti!
Monica Di Maria di Alleri
Atteso ritorno al teatro Nuovo di Torino, il 4 e 5 maggio prossimi,della rassegna “Coreografica”, giunta alla sua seconda edizione nella veste di concorso per danzatori, coreografi, compagnie e scuole di danza
Organizzatrici della manifestazione, che vedrà la partecipazione di cinquecento danzatori, appartenenti a decine di scuole di danza e compagnie di ballo, sono Adriana Cava ed Enrica Patrito, che si avvalgono del collaborazione di Opus Ballet. In occasione della manifestazione, patrocinata dalla Città di Torino in collaborazione con Regione Piemonte, Torino Metropoli, Piemonte dal Vivo, Ministero dei Beni ed Attività Culturali, è stato creato il premio “Torino Città coreografica“, rivolto a scuole, gruppi e compagnieprofessionali emergenti, ed a giovani coreografi desiderosi di visibilità e confronto. “Torino Città coreografica“ nasce dalla necessità – spiegano Enrica Patrito ed Adriana Cava – di proporre un nuovo spazio di incontrocon le tante altre realtà nazionali ed internazionali legate al mondo di Tersicore. La rassegna si sviluppa in collaborazione con “DanzaFirenze“, promossa da OpusBallet e giunta quest’anno alla sua diciottesima edizione. “Coreografica ” diventa, così, una preziosa occasione di crescita per molti giovani danzatori ed un evento nuovo per la piazza torinese“.
Mara Martellotta
Viaggi e vedute da Roma a Shanghai
Al MEF di Torino, suggestivo faccia a faccia fra due grandi artisti ammaliati dal fascino dell’architettura urbana. Fino al 14 luglio
Mostra singolare, il cui corpus centrale è impostato con sapiente intelligenza organizzativa sull’ardito confronto fra le opere di un sublime Maestro della fotografia, vissuto a cavallo fra il ‘900 e i primi anni del nuovo Millennio, e quelle di uno dei più grandi artisti dell’arte incisoria del ‘700 italiano. Entrambi, a quasi tre secoli di distanza l’uno dall’altro, soggiogati dall’imponente forza visiva ed emozionale di architetture urbane tanto esplosive, visionarie e grandiose da far quasi passare in secondo piano l’esistenza dell’uomo, che pure le progettò e le creò. I due sono Gabriele Basilico (Milano, 1944 – 2013) e Giovan Battista Piranesi (Mogliano Veneto, 1720 – Roma, 1778). A farli virtualmente “incontrare”, l’incarico commissionato al primo nel 2010 dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia (in occasione di una retrospettiva dedicata al grande incisore veneto) di ritrarre dalle stesse angolazioni delle incisioni piranesiane su tavola, segnate da toni piuttosto cupi e improntate ad una magnificenza tutta romana, la “città eterna” e altri luoghi d’Italia. Il risultato fu allora riassunto in 32 scatti, messi successivamente a confronto con le 32 incisioni di Piranesi. Ciò che ancora accade, in parte, nella preziosa mostra ospitata, fino al prossimo 14 luglio, negli spazi del MEF – Museo Ettore Fico di via Cigna, a Torino, sotto la curatela di Andrea Busto, in collaborazione con la stessa Fondazione Cini e la torinese Galleria Photo & Contemporary. Ecco allora, fra gli altri, lo scatto del “Ponte
Sant’Angelo e del Vaticano”, realizzato ai sali d’argento su carta baritata da Basilico a confronto con la stampa originale di Piranesi, edita fra il 1800 e il 1807, così come quello delle “Due Chiese presso la Colonna Traiana” dove, rispetto alla tavola piranesiana, anch’essa edita fra il 1800 e il 1807, ben emergono i segni palesi della contemporaneità, laddove lo scatto di Basilico non può fare a meno di riprendere ciò che al tempo di Piranesi manco ci si sognava, ovvero il chiosco quasi addossato al monumento e lo striscione segnaletico delle “indagini archeologiche” in corso. Segni del tempo che scorre portandosi appresso inevitabili, a volte poco edificanti, “novità”; ma lo
sguardo di fotografo e incisore appare comunque, e in ogni caso, stregato e rapito dal portentoso rincorrersi e dalla voracità di architetture urbane, diventate voce portante e inconfondibile del loro lavoro. A completare la mostra che, per la prima volta in Italia, mette in luce la poetica urbana e concettuale di Basilico (accostatosi alla fotografia alla fine degli anni Sessanta con lavori prevalentemente di indagine sociale), è una vasta selezione di oltre cinquanta opere, di diverso formato e scattate nel corso dei suoi innumerevoli viaggi. Al centro sempre il tema delle città, la forma e l’identità delle grandi metropoli, strepitose protagoniste di un centinaio di libri pubblicati negli anni. Fra le molte “esplorate”, basti ricordarne alcune come Amburgo, Barcellona, Istanbul, Madrid, Liverpool, Mosca. E ancora: Beirut, Lisboa, Berlino, via via fino a Rio de Janeiro, San Francisco, San Sebastian e Shanghai. In Italia: Napoli, Bari, Genova, Palermo, Roma, Torino e Trieste. Scrive Andrea Busto: “Guidato da una passione sincera e da una viva ammirazione per le architetture e tutti i manufatti che nel tempo hanno dato forma alle città, egli ha scelto il rigore dello stile documentario per raccontarne il costante processo di stratificazione e ibridazione che le modella, in un lavoro di indagine del rapporto tra l’uomo e lo spazio costruito durato quasi quarant’anni”. Spesso riproposto nella magica sontuosità di grandeurs mozzafiato, non meno che nella cruda realtà di contesti urbani martoriati dalla miseria o dalla bellicosa stupidità dell’uomo.
Gianni Milani
“Gabriele Basilico / Giovan Battista Piranesi. Viaggi e vedute da Roma a Shanghai”
MEF-Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino; tel. 011/852510 o www.museofico.it
Fino al 14 luglio
Orari: merc. – dom. 11/19
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Nelle foto
Si aprirà VENERDÌ 3 MAGGIO con un incontro al TEATRO SOCIALE con i
ragazzi delle Scuole Superiori la 37esima edizione del PREMIO
LETTERARIO“DELLA RESISTENZA” CITTÀ DI OMEGNA,
quest’anno assegnato a ENZO BIANCHI
per _LA VITA E I GIORNI._ SULLA VECCHIAIA, edito da IL MULINO.
Alle ORE 11.45, ilvincitore del PREMIO OMEGNA GIOVANI, MARCO BALZANO,
autore di_ RESTO QUI_, quarto romanzo pubblicato con EINAUDI, si
confronterà con gli studenti degli IIS “PIERO GOBETTI” e “DALLA
CHIESA-SPINELLI” per parlare delle “varie forme di resistenza” e
dell’atteggiamento combattivo mostrato nella narrazione da “persone
giuste e di altre che non hanno raggiunto i loro scopi”.
Dopo questo primo incontro, il RICCO PROGRAMMA A CALENDARIO proseguirà
alle ORE 18, presso la BIBLIOTECA CIVICA “GIANNI RODARI”, con BRUNO
GAMBAROTTA, che ricorderà Mario Soldati. Proprio da un incontro nel
1959 con l’allora Sindaco di Omegna Pasquale Maulini, insieme a Mario
Bonfantini, Cino Moscatelli e Gianni Rodari, Mario Soldati dava vita al
Premio Letterario “Della Resistenza” Città di Omegna che, per tredici
edizioni consecutive, fino al 1974 (e poi di nuovo dal 1995 a oggi),
rappresenta un appuntamento alto della cultura italiana e
internazionale.
SABATO 4 MAGGIO, alle ORE 11, presso FORUM OMEGNA, sarà la volta di
CARLO MARIA OSSOLA, Professore presso il Collège de France di Parigi
tenere una lectio magistralis su “FIGLI ED EREDI D’EUROPA”.
È, invece, attesa nella medesima location ma alle ORE 17, la CERIMONIA
DI ASSEGNAZIONE DEL PREMIO a ENZO BIANCHI e a MARCO BALZANO che, dopo i
saluti delle Autorità, saranno moderati in un intervento dal Presidente
di Giuria BRUNO QUARANTA.
La Giuria, quest’anno composta da ALBA ANDREINI, MICHELE BELTRAMI,
GIOVANNI CERUTTI, GIUSEPPE LUPO e ORESTE PIVETTA, ha scelto di
insignire
Bianchi con il Premio Letterario “Della Resistenza” Città di Omegna,
«per l’uso della “parola” come antidoto, argine, trincea contro le
fuoriuscite di senso e di senno».
Parte integrante della vita, la vecchiaia – “con le sue grandi ombre,
le sue insidie e fragilità” , è il tema affrontato nell’ultimo libro
del fondatore della Comunità Monastica di Bose, di cui Enzo Bi
anchi è
stato Priore fino al 2017. Suo è l’invito a “prepararsi a lasciare la
presa” accogliendo questo tempo della vita pieno, come «occasione
preziosa di un generoso atto di fiducia verso le nuove generazioni».
Come sottolineato da SARA RUBINELLI, Assessore Comunale alla Cultura e
all’Istruzione: « Anche quest’anno il Premio Letterario “Della
Resistenza” Città di Omegna torna a far grande la nostra comunità e a
regalare momenti di profonda riflessione a giovani e adulti attraverso
la lettura, il confronto, la critica e il dibattito. Nel segno di una
Historia sempre più magistra vitae , ringrazio fin da ora gli
organizzatori, le Giurie, gli Autori e i relatori che con i loro
interventi sapranno divulgare storia e letteratura a beneficio di una
audience che mi auguro possa essere sempre più ampia».
Donne (in nero) a Torino è una rubrica di pittura in dieci uscite del torinese.it ed è anche una manifestazione pacifista che si svolge in centro a Torino ogni ultimo venerdì di ogni mese
Donne (in nero) esce su iltorinese.it ogni martedì e potete leggerla quando volete, mentre avete occasione di incontrare il presidio cittadino del movimento nato in Israele nel 1988 solo una volta al mese, passando da via Garibaldi tra le ore 18 e le 19; le Donne In Nero manifestano contro la guerra, chiedono che il ruolo tradizionalmente attribuito alla donna nei confronti dei conflitti sia ripensato e, tra le molte discussioni a cui fanno riferimento, augurano che nessuna guerra sia mai dimenticata perché le prospettive di pace non vengano perse. Nero come l’inchiostro, il manto della madonna di Iverny attira lo sguardo dello spettatore, riassumendo su di sé la composizione tripartita e a due registri. Iverny lo dipinge sulle spalle, sulla testa e scivola sulle gambe, oltre ai piedi; apre sul fondo, sul lato destro e sul petto della donna per mostrare prima il risvolto verde, colore della femminilità e poi la veste, come si è visto anche in altre uscite, di uno dei colori tipici della madonna: l’arancione. Questa volta siamo di fronte a una “Madonna lactans”, in altre parole una madonna che sta allattando al seno il bambin Gesù. A ben guardare, dopo il primo avvicinamento al centro del trittico superiore, scopriamo che il mantello non è in realtà nero come è parso alla prima occhiata, ma piuttosto ha un ordito aranciato; potremmo immaginare che il pittore avignonese abbia voluto riprodurre un tessuto di pregiato velluto e che l’ombra arancione appaia nel lisciare distrattamente la stoffa. La madonna assisa su un trono sormontato da angeli, regge per le gambe il bambino lattante; il piccolo stringe il seno destro della madre portandolo alla bocca. Per associazione di idee legata alle dimensioni ridotte del seno della donna potemmo aspettarci di vedere Sant’Agata, la santa ritratta con i seni su di un piatto, invece la madonna in questo caso è accompagnata alla sua sinistra da santa Lucia, patrona della vista che infatti porta due occhi in una bacinella. A sinistra della composizione poi vediamo santo Stefano; nella biografia del santo si legge di un linciaggio e in effetti è dipinto con un sasso sul capo, si tratta probabilmente di uno dei sassi che lo colpirono, perché la testa è insaguinata. Come detto più sopra, si parla di un trittico con due registri; il registro superiore è molto più grande dell’inferiore che tuttavia è di grande interesse per il fatto che nella parte centrale mostra l’uscita dal sepolcro, ovvero la resurrezione di Cristo. L’opera di Iverny appartiene al tardo gotico, per la precisione è all’incirca del 1425 ed è realizzata in tempera e oro cosa che la collega all’altro trittico, lo Spanzotti, trattato nell’uscita precedente. Le opere menzionate si trovano in galleria Sabauda ai Musei Realidi Torino. Ci stiamo avvicinando alla fine di questa serie di quadri accomunati da madonne con veste nera, abbiamo visto opere in un arco temporale che va dal XIII secolo al XV toccando il XVI. Nella prossima e ultima uscita vedremo la bellissima Madonna con bambino di un pittore originario di Zara, lo Shiavone, conservata ancora una volta ai Musei Reali e ancora una volta ammantata di nero. Resta connesso!
Ellie
Cartoons in Jazz
Domenica 28 aprile alle ore 17 presso la Sala Conference -CNH Industrial Village di Strada Settimo 223 , il Maestro Ugo Viola ha presentato “Cartoons in Jazz”, un progetto da lui stesso ideato, in collaborazione tra il Moncalieri Jazz Festival , di cui è tra l’altro il fondatore, e il Torino Jazz Festival. Come diceva Romeo, “er gatto del
Colosseo ” , ne Gli Aristogatti :”Nessuno può resistere al ritmo del Jazz ! “. Lo spettacolo infatti è consistito in una bellissima fusione tra il mondo dei cartoni animati e la musica Jazz. Un’eccellente orchestra, formata da illustri musicisti, ,tra cui lo stesso Ugo Viola alla fisarmonica, Fulvio Chiara alla tromba, Valerio Signetto , clarinetto e sax tenore, Andrea Ravizza al pianoforte , Loris Bertot al contrabbasso, Giampaolo Petrini alla batteria, ha eseguito celebri musiche di alcuni dei più noti cartoni animati le cui immagini venivano
proiettate contemporaneamente su un grande schermo. Dai cartoon Disney alla Pantera Rosa. Si è trattato di uno spettacolo dedicato non solo ai bambini, che Ugo Viola ha coinvolto in una simpatica lezione di musica ( ricordiamo che il Maestro è il fondatore della Scuola Musicale di Moncalieri) , ma anche ai genitori e agli adulti in generale. Come spiega il Maestro Ugo Viola : ” I bambini sono il pubblico del futuro. I loro occhi incantati dalla fusione tra il cinema e i nostri strumenti suonati in diretta sono il regalo più bello”.
Helen Alterio
(Foto: Raimondo Cesa – Ferdinado Caretto)