Fermò l’Islam a Vienna e “inventò” il cappuccino

ACCADDE OGGI: 13 AGOSTO

Nell’anno dedicato allo storico incontro tra Francesco d’Assisi e il sultano d’Egitto, avvenuto ottocento anni fa, c’è spazio anche per ricordare un’altra grande figura della famiglia francescana beatificata nel 2003 da Papa Giovanni Paolo II.

Si tratta di Marco d’Aviano, un frate cappuccino del Friuli che con fermezza, coraggio e umiltà svolse un ruolo di primo piano nella liberazione di Vienna dall’assedio dei turchi alla fine del Seicento quando la minaccia ottomana terrorizzava l’Europa. É tra i personaggi più importanti della storia religiosa e politica del Seicento. Il 13 agosto è il giorno della sua morte e della ricorrenza religiosa ma molti non conoscono ancora questo piccolo grande personaggio della storia. Chi fu Marco d’Aviano? Un saio francescano, sacerdote, missionario e predicatore, che partito da un piccolo paese alle porte di Aviano, diventa uno dei protagonisti della storia europea in chiave anti-musulmana e ottomana. Si chiamava Carlo Domenico Cristofori e trascorse parte della sua vita a predicare con insistenza una crociata contro i turchi al tempo dell’assedio di Vienna. Sovrani e principi rimasero meravigliati dall’audacia di quest’uomo che con i suoi discorsi infiammava sia le Corti sia le folle che lo ascoltavano. Mentre i viennesi soffrivano l’assedio degli ottomani l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo lo volle come suo consigliere personale. D’Aviano amava ripetere al suo sovrano che sconfiggere i turchi davanti a Vienna era possibile e necessario. Dopo aver studiato teologia e filosofia iniziò a predicare a Padova e ad aiutare poveri e malati. Qui diede la benedizione a una religiosa gravemente ammalata. La sua improvvisa guarigione, unita ad altri episodi analoghi avvenuti nello stesso periodo a Venezia e in altre città, resero celebre frate Marco a cui vennero attribuiti poteri miracolosi. La sua fama di taumaturgo si diffuse in tutta l’Europa e folle enormi lo accolsero nelle città che visitava. Anche il buon cappuccino che molti di noi bevono tutti i giorni ha qualcosa a che fare con questo umile e straordinario frate. La miscela di caffè e latte molto apprezzata dai viennesi a quell’epoca non l’ha certo inventata Marco d’Aviano ma ha più o meno il colore del saio francescano che riporta alla figura del cappuccino Marco. Le leggende che hanno legami con Vienna e con le nostre colazioni mattutine sono famose come dimostra lo stesso croissant che ha la forma della mezzaluna turca secondo una leggenda non storicamente accertata ma molto radicata. Quando D’Aviano guarì da una malattia anche il duca Carlo V di Lorena, comandante dell’esercito cristiano, l’imperatore Leopoldo lo invitò a corte a Vienna e da allora il sacerdote non se ne andò più.

Marco divenne confessore e consigliere dell’Imperatore fino alla sua morte. Papa Innocenzo XI gli affidò l’incarico di rimettere in piedi la Lega Santa delle nazioni cristiane per fronteggiare l’espansione dell’Impero Ottomano in Europa. Dopo aver occupato Belgrado i turchi invasero l’Ungheria con l’obiettivo di portare l’Islam a Vienna per poi raggiungere Roma e far abbeverare i cavalli del sultano nelle fontane di San Pietro. D’Aviano riuscì tra mille difficoltà a coalizzare le potenze cristiane senza però convincere Luigi XIV, il “re cattolicissimo” che non aderì all’alleanza preferendo il Turco ai cristiani. L’unico sovrano a farsi avanti con decisione fu il re di Polonia Giovanni Sobieski. L’assedio di Vienna cominciò a metà luglio del 1683. Convinto che non c’era tempo da perdere il frate scrisse più volte all’imperatore per convincerlo che la guerra era ormai inevitabile. La mattina del 12 settembre 1683, poco prima dell’alba, padre Marco celebrò la messa sulla collina del Kahlenberg che sovrasta Vienna tenendo una predica incendiaria. Distribuì la comunione al duca di Lorena, al re di Polonia Sobieski e impartì la benedizione all’esercito. Dopo la funzione passò davanti alle schiere militari con la croce in mano rivolgendo parole di fede e di incitamento alla battaglia imminente che si concluse con la vittoria della Lega Santa e la disastrosa ritirata dell’esercito turco. Per gli ottomani fu l’inizio della fine. Tornato a Belgrado, sconfitto e disonorato, il gran visir Kara Mustafà verrà strangolato per ordine del sultano. Ma lo slancio di padre Marco non si fermò qui e negli anni successivi si diede da fare per liberare anche l’Ungheria e riconquistare Belgrado anche se per poco tempo.

A Vienna padre Marco fu il personaggio più festeggiato e l’anno dopo ricevette un’altra chiamata dal Papa. Innocenzo XI voleva che i sovrani europei si coalizzassero per cacciare definitivamente gli ottomani dall’Europa. Marco si rimise al lavoro per coordinare l’alleanza cristiana contro l’islam turco partecipando all’organizzazione dell’attacco insieme ai comandanti militari. Buda fu riconquistata nel 1689 e, dopo una lunga pausa, la controffensiva riprese con Eugenio di Savoia che sconfisse i turchi a Zenta sul fiume Tibisco in Serbia nel 1697. Due anni più tardi, nel 1699, la pace fu firmata a Carlowitz. Assistito dall’imperatore Leopoldo, il 13 agosto dello stesso anno, padre Marco d’Aviano moriva. Le sue spoglie riposano nella chiesa dei Cappuccini a Vienna accanto alle tombe degli imperatori d’Asburgo.

Filippo Re

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