CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 590

“Living art – falsi d’autore”

Lo spettacolo del borgo antico di Lu, affastellato sulle colline, con un colpo d’occhio rotondo sul Monferrato, offre già da solo un’emozione a chi osserva. Ma i giardini, le chiese e i chiostri, le corti delle antiche case di Lu appositamente aperte diventano uno scrigno di opere d’arte durante “Living art – falsi d’autore”, la kermesse artistica che, giunta alla sua terza edizione, si svolgerà sabato 7 e domenica 8 settembre.

La manifestazione, per i contenuti di alto livello artistico, ha raggiunto una vasta popolarità: gli artisti, partecipanti con falsi d’autore al concorso ma anche con mostre personali, sono già una quarantina, provenienti non solo dal territorio locale ma anche da Milano, Torino, Forlì, Monza, molti innamorati della suggestiva scenografia che fa da sfondo alle loro opere. Più di 200 saranno i quadri esposti, di cui una sezione dedicata ai “giovani artisti”. Dunque una manifestazione sempre più “glocal”, in un’ottica di valorizzazione del patrimonio locale ma capace di attirare artisti e visitatori molto variegati. Imperdibili saranno poi le performance dei “quadri viventi” con splendidi costumi d’epoca, riprodotti nella cornice della chiesa sconsacrata della Trinità, sulla sommità del paese.

Il concorso avrà come sempre una titolata giuria di esperti d’arte: Carla Debernardi, illustratrice di testi narrativi e maestro d’arte, Adriano Antonioletti Boratto, docente e critico d’arte, Federico Favaretto, pittore, illustratore e maestro d’arte, Lorena Palmieri, curatrice del museo di San Giacomo di Lu e catalogatrice dei beni artistici delle parrocchie della Diocesi di Casale e Luca Monti, docente e coordinatore del Master in Eventi culturali dell’Università Cattolica di Milano. Suspence sul nominativo di un celebre artista torinese, trapiantato nel Monferrato, allievo di Felice Casorati, con opere esposte a Milano, ai Musei vaticani e all’estero. Gli organizzatori di Living art incrociano le dita per la sua partecipazione come espositore di una sua opera celebrativa di Angelo Morbelli.

Living art, col sostegno dell’amministrazione comunale di Lu – Cuccaro, ospiterà anche la mostra fotografica di Mauro Ottonelli, dal titolo “ Lu e Cuccaro e la sua gente”, presso il circolo pro loco di Lu ( sabato 16,00 – 19,00; domenica 10,00 – 12,30 e 15,00 – 19,00).

Lungo le vie, addobbate con scenografiche riproduzioni su legno di opere di Klimt, Magritte, Van Gogh ed altri artisti, ed in piazza S. Valerio, i visitatori troveranno stand con prodotti di artigianato locale in legno, monili preziosi, torte e dolci della pro loco di Cuccaro, nocciole “tonde e gentili” e cioccolato della Co.ri.lu. La Cantina sociale sarà aperta per degustazioni dei vini del Monferrato. Aperto anche il Museo d’arte di San Giacomo, che raccoglie alcune delle testimonianze più significative della storia della fede di Lu e del suo territorio, tra cui “ I canonici” del Guala, opere di Guglielmo Caccia e della figlia Suor Orsola Maddalena.

Sabato 7 settembre alle 17 l’inaugurazione del concorso; la domenica, dalle 10,00, apertura del percorso artistico, per tutta la giornata, fino alla premiazione dei falsi d’autore e dei quadri viventi, verso le 18,00.

A pranzo la pizzeria “La Trinità” ed il ristorante “ Orazio” accoglieranno i turisti con un “menù d’arte” tematico, mentre la sera, a conclusione della manifestazione, la Pro loco luese conforterà il pubblico affamato con il suo celeberrimo fritto misto piemontese e con musica dal vivo ‘70/’80 e ‘90.

Per iscrizioni e informazioni : 3336626587; 3319503929;3347807250

 

Il Teatro Regio porta “La traviata” in Slovenia

Festival di Lubiana

 

I complessi artistici del Teatro Regio invitati al 67° Festival di Lubiana, con La traviata di Brockhaus e Svoboda, dirige il maestro Donato Renzetti Cankarjev dom, mercoledì 28 e giovedì 29 agosto 2019, ore 20

 

Il Teatro Regio è stato invitato a partecipare alla 67ª edizione del Festival di Lubiana, in Slovenia, dove mercoledì 28 e giovedì 29 agosto alle ore 20 porterà in scena La traviata di Giuseppe Verdi al Cankarjev dom, il più grande centro culturale sloveno. Donato Renzetti, sul podio dell’Orchestra e Coro del Regio, interpreta il capolavoro del compositore di Busseto. Il Regio porta a Lubiana il leggendario allestimento della Traviata con regia e luci di Henning Brockhaus e scene di Josef Svoboda, proveniente dallo Sferisterio di Macerata e dalla Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi.

La presenza del Teatro Regio di Torino al Festival di Lubiana è il risultato della cooperazione tra il Festival Ljubljana, l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura in Slovenia, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, in virtù dell’accordo di collaborazione nei settori della cultura e dell’istruzione tra i Governi italiano e sloveno.

Il Festival di Lubiana, grazie alla sua lunga tradizione e al suo programma di altissimo livello, contraddistingue significativamente la proposta culturale della capitale slovena, arrivando negli ultimi anni a proporre fino a 80 eventi di diverso genere e accogliendo più di 80.000 spettatori. Dal 1953, il Festival ha ospitato, nei numerosi palchi disseminati per la città, opera, performance, concerti, teatro, danza, arti visive. Negli corso degli anni hanno partecipato grandi nomi tra i quali Krzysztof Penderecki, Riccardo Muti, Valery Gergiev, Vladimir Ashkenazy, Julian Rachlin, Angela Gheorghiu; e celebrate orchestre come la New York e la Israel Philharmonic Orchestra, la Royal Philharmonic Orchestra di Londra, l‘Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e teatri d’opera come La Scala di Milano.

Il Teatro Regio è ospite per due serate con un allestimento leggendario – Premio Abbiati 1993 – che ha riscosso un enorme successo lo scorso dicembre al Regio, e noto come “La traviata degli specchi”. Lo spettacolo indaga il sottile confine tra la natura intima e delicata di Violetta e la sua immagine pubblica, sottolineata da un enorme specchio inclinato che moltiplica, da tutti i possibili punti di vista, l’oggetto del desiderio all’occhio del voyeur. Le scene, di forte impatto visivo, sono di Josef Svoboda, riprese da Benito Leonori, la coreografia di Valentina Escobar, i costumi di Giancarlo Colis. Il Coro è istruito magistralmente da Andrea Secchi.

Donato Renzetti, tra i più rinomati direttori italiani, torna a dirigere il capolavoro verdiano dopo il successo ottenuto al Regio a dicembre. La sua lunga carriera alterna all’attività operistica quella sinfonica, senza tralasciare l’insegnamento e le sedute in sala di registrazione.

Il ruolo della protagonista sarà interpretato mercoledì 28 agosto da Maria Mudryak, soprano nata in Kazakistan: bella, elegante e con una vocalità di prim’ordine, doti che in pochissimo tempo l’hanno portata, a soli 23 anni, all’attenzione del pubblico e di molti importanti teatri. Giovedì 29 agosto il ruolo del titolo sarà sostenuto da Irina Dubrovskaya, voce cristallina e ricca di armonici, la soprano nata in Siberia, ha incantato la platea della Fenice di Venezia pochi mesi fa nello stesso ruolo. Alfredo Germont è interpretato da Giulio Pelligra, uno dei tenori italiani emergenti che ha destato grande interesse in pubblico e critica. Giorgio Germont è interpretato dal baritono Giovanni Meoni, rinomato interprete del repertorio operistico italiano, eccelle nei capolavori verdiani, in particolare nei ruoli di “baritono nobile”, grazie a un fraseggio raffinato e a una rilevante presenza scenica. Nel cast troviamo anche: il contralto Elena Traversi (Flora Bervoix), il soprano Ashley Milanese (Annina), il tenore Luca Casalin (Gastone), il baritono Paolo Maria Orecchia (Douphol), il baritono Dario Giorgelè (Obigny), il basso Mattia Denti (Grenvil), il tenore Alejandro Escobar in alternanza con Luigi Della Monica (Giuseppe), il baritono Marco Sportelli in alternanza con Franco Rizzo (un domestico) e il basso Giuseppe Capoferri, in alternanza con Riccardo Mattiotto (un commissionario).

Macugnaga Piano Trail, quando le grandi vette incontrano quelle della musica

Si è  concluso sabato 17 agosto, presso la Kongresshaus di Macugnaga, il festival di musica classica che ha come scenario questo incantevole paese ai piedi del monte Rosa, nella valle Anzasca. Si tratta del Macugnaga Piano Trail, giunto quest’anno alla sua seconda edizione; a concluderlo un concerto di successo, con protagonista il giovane e talentuoso pianista polacco Mikolaj Sikala, originario di Danzica.

Artista di notevole capacità espressiva e lirica, unita ad una brillante tecnica, Sikala è riuscito subito a catturare l’attenzione del pubblico con l’esecuzione della Sonata in la maggiore D 664 di Franz Schubert, una delle prime scritte dal compositore viennese. Completata nel luglio 1819, riflette l’immagine del giovane musicista innamorato, durante il suo soggiorno nell’incantevole campagna austriaca. Altrettanto ben ispirata e ben risolta è stata l’esecuzione della “Berceause” di Chopin, composta negli anni 1843-44 nella forma di variazioni su di un tema di grande equilibrio. Il pianista ha poi proposto una lettura espressiva della Parafrasi di Strauss/Grunfeld sul Fledermaus. In conclusione Sikala ha eseguito una serie scelta di Preludi dei due libri di Claude Debussy, esempi e capisaldi della musica impressionista, utilizzando un linguaggio raffinato e, al tempo stesso, capace di comunicare, oltre che un certo temperamento espressivo, anche una notevole maturità.

Il concerto precedente, tenutosi mercoledì 14 agosto scorso, ha visto protagonista il pianista ventunenne Li Mingyang, originario dell’Henan, che ha manifestato già in tenera età una particolare attitudine per il pianoforte. Dopo gli studi presso la città natale, ha poi proseguito la sua formazione musicale al Conservatorio centrale di Pechino, ottenendo risultati considerevoli, e frequenta attualmente i corsi di perfezionamento al Conservatorio di Hannover. Ha eseguito la suite di Claude Debussy intitolata “Estampe”, scritta nel 1930 e considerata la prima opera del simbolismo musicale. Il pianista ha condotto con chiarezza espressiva la serie di tre brani, quadri musicali deliziosi dal forte carattere descrittivo: “Pagodes”, suite ricca di incanto e di sonorità orientali, rese dal pianista sapientemente, “La soiree dans Grenade”, carica di atmosfere suggestive tipiche del mondo spagnolo, e la pagina forse più nota della musica di Debussy, intitolata “Jardin sous la pluie”, descrizione, di grande effetto, di un acquazzone autunnale. Il giovane pianista ha poi proposto la Sonata KV 547 in re maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, l’ultima tra le sue sonate, composta nel 1789 e soprannominata “La caccia” per il tema iniziale cui è ispirata, che imita un segnale di caccia. Li Mingyang ha perfettamente risolto questa sonata, facendola risultare brillante e virtuosa, grazie alla sua abilità ed al suo temperamento poetico, calibrato secondo il gusto classico del compositore. Il secondo tempo del concerto è stato concentrato sul periodo romantico, con l’esecuzione dello Scherzo n. 4 di Brahms, scritto in età giovanile e sostenuto da una grande agilita’ tecnica. A conclusione la Parafrasi dal Rigoletto di Verdi, una delle più riuscite, di cui è autore Franz Liszt.

Successo di pubblico anche per i primi due appuntamenti del Macugnaga Piano Trail, di cui il primo concerto, domenica 4 agosto scorso, è stato aperto dalla pianista e direttore artistico della rassegna, Serena Costa, ideatrice del festival insieme al M° Marco Giovanetti, già direttore del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo, purtroppo recentemente scomparso a soli 59 anni.

Con le Kinderszenen  (Scene infantili) composte da Robert Schumann, la pianista ha trascinato ed incantato il pubblico con il suo pianismo ispirato, nel racconto di ciascuno dei tredici pezzi che le compongono. A conclusione della serata, in cui Serena Costa ha dimostrato grande sensibilità pianistica, il percussionista  Vadim Schischkin, primo timpanista dell’Orchestra sinfonica della Georgia, ha eseguito il Chiaro di luna di Debussy, nella versione per vibrafono e pianoforte, in duo con Serena Costa, dando vita ad un’interpretazione che ha suscitato nel pubblico una trascinante commozione.

Altrettanto successo di pubblico ha riscosso, sabato 10 agosto scorso, l’Orchestra dei Virtuosi dell’Accademia di San Giovanni, molto attiva presso il Duomo di Torino, e nata affiancando l’istituzione creata per favorire la diffusione del sacro nelle arti. Diretta dal M° Antonmario Semolini, l’Orchestra è stata protagonista del concerto insieme al giovane pianista sedicenne di Taiwan Chou Hung-Tse. Il pianista ha eseguito il concerto K 488 di Wolfgang Amadeus Mozart.

La seconda parte del concerto è stata dedicata alla Sinfonia n. 5 di Franz Schubert,  in cui il compositore dimostra un certo distacco dalle forme beethoveniane, tracciando un ritorno allo stile mozartiano. Per entrambi i brani il pubblico ha dimostrato un grande entusiasmo  con lunghi applausi e richieste di bis. L’interpretazione dataci dal maestro Semolini è stata rivolta ad evidenziare ogni minima sfumatura del testo musicale ed ha dimostrato una grande perizia nell’interpretazione delle pagine mozartiane, creando un fascinoso dialogo tra il pianista e l’orchestra.

Mara Martellotta

 

Nelle foto: la pianista e organizzatrice del festival, Arena Costa e il percussionista della prima serata

Marchierù, domenica al castello

Domenica 25 agosto , aprirà i propri cancelli ai visitatori anche il castello di Marchierù (Villafranca Piemonte , via San Giovanni 77) Dimora storica privata aderente all’ Itinerario Pinerolese  inserito nel circuito   “ Dimore Storiche fuori Torino” promosso da Turismo Torino e Provincia e dalla Regione Piemonte

 

Visite guidate dai proprietari ( ore 10/11/12 * 15/16/17 ) del parco, delle scuderie, della cappella gentilizia e delle sale ammobiliate del castello medioevale.

Sarà presentato al pubblico il nuovo prodotto delle “ Vigne Marchesi Ripa di Meana” , a ricordo delle nozze che unirono questo Casato a quello dei Conti Filippi di Baldissero, proprietari allora, nel 1699, come ancora oggi, del castello di Marchierù.

 

Richiesta prenotazione ( 3394105153 / 3480468636 * segreteria@castellodimarchieru.it )

Un libro per l’estate

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Dalla Liguria

L’appuntamento di sabato 24 della rassegna ‘Un libro per l’estate’, organizzata dalla Libreria  Cento Fiori, che si tiene dalle ore 21.15, in piazzale Buraggi, sul lungo mare di Finale Ligure Marina, vede come protagonista il libro ‘Neofascismi’ di Claudio Vercelli, docente a contratto di storia dell’ebraismo all’Università Cattolica di Milano.

Il testo riscostruisce, dalla fine del fascismo ad oggi la parabola della destra estrema in Italia, compiendo un viaggio che va dalla Rsi a Casa Pound, passando per la fondazione del Msi, il 68 visto dall’estrema destra, gli anni del cosiddetto ‘terrorismo nero’, per giungere alla ‘Svolta di Fiuggi’ operata da Gianfranco Fini ed alla successiva esperienza di Alleanza Nazionale. E’ un saggio rigoroso e documentato ma con uno stile agile e scorrevole.

Massimo Iaretti

Ultimi giorni per De Chirico

Chiude domenica 25 agosto la mostra GIORGIO DE CHIRICO. Ritorno al futuro, che presenta al pubblico un dialogo tra la pittura neometafisica di Giorgio de Chirico e le generazioni di artisti che si sono ispirati alla sua opera, riconoscendolo come il maestro che ha anticipato la loro nuova visione.

Chi non ha ancora visitato l’esposizione può farlo nell’ultimo fine settimana di apertura, e approfittare della visita guidata di domenica 25 agosto alle ore 16.00 “DA GIORGIO DE CHIRICO ALLE NUOVE GENERAZIONI DI ARTISTI” (Costo visita guidata: € 6 con radioguida + biglietto secondo regolamento mostra – Info e prenotazioni: TicketOne 011 0881178)

La mostra a cura di Lorenzo Canova e Riccardo Passoni è organizzata e promossa da Fondazione Torino MuseiGAM Torino e Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e presenta circa 100 opere provenienti da importanti museienti, fondazioni e collezioni private.

Con una pittura di grande intensità e felicità cromatica, il de Chirico neometafisico sembra rispondere agli omaggi degli artisti più giovani creando un dialogo a distanza di grande intensità e vitalità.

La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, mettendo in relazione le opere neometafisiche di de Chirico con le nuove tendenze dell’arte italiana e internazionale.

 

Oltre al prestito delle opere neometafisiche della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, la mostra presenta opere di Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Gino Marotta, Ugo Nespolo, Ezio Gribaudo, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Emilio Tadini, Fabrizio Clerici, Renato Guttuso, Ruggero Savinio, Henry Moore, Philip Guston, Bernd e Hilla Becher, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Luca Patella, Vettor Pisani, Giuseppe Uncini, Gianfranco Gorgoni, Mimmo Paladino, Alessandro Mendini, Salvo, Gino De Dominicis, Luigi Ontani, Juan Muñoz, Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, Maurice Owen e Russell Richards, Claudio Abate, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Franco Fontana, Fausto Melotti, Tano Festa, e un disegno originale di Michelangelo proveniente da Casa Buonarroti.

Il Portone del Diavolo di Palazzo Trucchi di Levaldigi

Misteri Piemontesi….

 

La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste.
(Charles Pierre Baudelaire)

 

Il portone di questo palazzo, riccamente adornato da fiori, animali, frutta e simbologie varie, si trova a Torino in via XX settembre al numero 40, è stato commissionato da Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi e realizzato a Parigi nel 1675. Il suo dettaglio più inquietante è sicuramente il battente in bronzo al centro, che raffigura il diavolo con la bocca spalancata, mentre scruta chiunque bussi alla porta, e all’interno due serpenti uniti.

Un luogo colmo di energia negativa e tante leggende, si racconta che la porta del diavolo sia apparsa dal nulla in una sola notte e che quella stessa notte uno stregone invocò le forze oscure. Satana infastidito dalla chiamata lo rinchiuse all’interno del portone imprigionandolo per l’eternità.

Si vociferava anche che nel 1600 al piano terreno del palazzo, fosse nata la prima sede della fabbrica dei tarocchi e questa fu un’altra conferma che il portone del diavolo fosse legato alla magia nera. Inoltre il suo numero civico a quei tempi era il 15 e nei tarocchi quel numero corrisponde alla carta che rappresenta il diavolo.

L’Arcano numero XV, il Diavolo, rappresenta una tetra parodia della carta degli Amanti. La scelta era la chiave di quella carta, ma siccome la scelta non è stata quella giusta, allora le due figure sono incatenate. Nonostante questo i semidiavoli non sono affatto infelici, anzi, sembrano sereni, riposati, un lieve accenno di sorriso sul volto. L’incatenamento dei semidiavoli ci proietta in un mondo rivolto a pratiche sessuali, ad una dipendenza materiale dal sesso, alla vita vissuta nella trasgressione. Il diavolo ritratto nella carta è assimilato a Baphomet, personaggio che era usato dai Cavalieri Templari durante le cerimonie di iniziazione, e uno dei motivi per cui l’inquisizione sciolse l’ordine per eresia ed idolatria. Per i Templari era il divinatore del sacro Gral, che nei tarocchi è rappresentato dall’asso di coppe.

Una leggenda legate al portone del diavolo

Una leggenda narra che durante una festa in maschera, nel 1790, tenuta nel palazzo che in quel periodo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia, una ballerina cadde a terra, pugnalata a morte, durante la sua esibizione. L’arma del delitto non fu mai ritrovata come neppure il suo assassino.

Quella stessa notte una violenta tempesta si abbatté sulla città di Torino, fulmini e tuoni erano così forti da spaccare i vetri delle finestre e un vento gelido si diffuse all’interno del palazzo. Tutte le luci in un sol colpo si spensero terrorizzando gli ospiti e facendoli fuggire lontano.

Il giorno dopo si raccontava che apparse un quadro che raffigurava la ballerina che volteggiava sulle fiamme dell’inferno. Non molto tempo dopo, si dice anche che il fantasma della danzatrice uccisa, si aggirasse tra le stanze del palazzo.

 

Il demone è bugiardo. Mentirà per confonderci e alle menzogne mescolerà anche la verità per aggredirci.
(Dal film L’esorcista)

 

 

Maurizio Platone

Ulteriori approfondimenti nel mio blog: www.astrologiadiplatone.com

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Al via Todays Festival

23-24-25 AGOSTO 2019

Inizia questo fine settimana la quinta edizione di TODAYS FESTIVAL a Torino da Venerdì 23 a Domenica 25 Agosto, ed è già un successo!

A meno di una settimana dal festival sono completamente SOLD OUT in prevendita sia tutti gli ABBONAMENTI interi disponibili per i 3 giorni, sia tutti gli ABBONAMENTI GIORNALIERI di Sabato 24 Agosto.

Ma non rischiate di perdete l’occasione di partecipare a TODAYS 2019!
Le prevendite online sono concluse, ma sono ancora attive le prevendite fisiche presso tutti i punti vendita autorizzati della vostra città e sarà possibile acquistare i biglietti singoli e giornalieri anche durante i giorni del festival sia presso la biglietteria a sPAZIO211 (apertura ogni giorno dalle ore 16.30 in poi) che presso la biglietteria a INCET (apertura ogni giorno dalle ore 22.00 in poi).

La memoria della Resistenza nella musica della Band del Pian Cavallone 

“Sono sempre con noi ” è il nuovo album della Band del Pian Cavallone che raccoglie storie di donne e uomini resistenti tra il lago Maggiore, la Valgrande e l’Ossola.

In undici brani prendono corpo, tra le parole – spesso in dialetto, sfruttando pienamente l’espressività comunicativa che lo caratterizza – e la musica, i ritratti di donne e uomini che combatterono per la libertà e di luoghi e vicende legate a quei venti mesi che cambiarono l’Italia.La Band del Pian Cavallone, composta da Renato Pompilio (chitarra), Marco Modica (violino), Fabio De March (basso), Luca Maglio (percussioni) e Flavio Maglio (voce), propone un progetto di narrazione musicale che affianca l’esperienza dedicata alla memoria storica con la passione per la musica. Il nome stesso della band rappresenta un omaggio ad una delle prime formazioni partigiane che operò sulle montagne del Verbano.Con uno stile musicale e un linguaggio moderno la Band fa rivivere emotivamente le vicende di Nino Maglio,partigiano in Valgrande, di Emilio Cantalupi (Balilla), degli inseparabili Gianni Majerna e Arialdo Catenazzi, del giovanissimo Beniamino Cobianchi, trucidato a soli 15 anni, di Augusta Pavesi e Antonio Mozzanino (Fulmine), anch’essi uccisi dai fascisti. Nei testi si parla di Renato Colombo, deportato a Dora Mittelbau, nelle gallerie infernali dove venivano costruire le V2, di Armando Calzavara, il comandante “Arca”, del tragico rastrellamento del giugno ’44 in Valgrande e della battaglia di Intra nell’aprile del ’45. E le donne – Gisella Floreanini, Maria Peron,Teresa Binda – con le loro storie di coraggio e d’altruismo.Flavio Maglio, frontman e ideatore del gruppo, nel raccontare il lavoro discografico sostenuto dall’Anpi (l’Associazione Nazionale dei Partigiani) di Verbania, ricorda come nel disco ci sia “ un po’ tutto quello che mi lega alla nostra memoria. In parte proveniente dalla mia famiglia, con tre zii partigiani uno dei quali martire a Pogallo, e con mio suocero internato a Buchenwald. Un lavoro di ricerca legato a questi anni di militanza nell’Anpi, dove ho potuto vivere a contatto con molti partigiani e raccoglierne le dirette testimonianze”.La maggior parte dei brani richiamano le loro storie. Ogni canzone è una o più persone, uomini e donne che hanno combattuto sui monti, nei paesi, sostenuti dalla stragrande maggioranza della popolazione civile.“Il ricordo di loro rivive nelle canzoni e si fa memoria. In questi tempi smemorati, è necessario che queste testimonianze non si disperdano”aggiunge Maglio,“rammentando a tutti coloro che seppero scegliersi la parte, riconquistando la libertà e riscattando la dignità del nostro Paese “.

Marco Travaglini

Fontana dei mesi: Agosto e Settembre allo specchio

PROVARE PER CREDERE

Tendenzialmente in pieno agosto siamo lontani da tutto, siamo oltre la metà dell’anno e ora se proviamo a pensare all’inverno scorso, pare di ricordarlo a grandi linee. Lo stesso si può dire se proviamo a pensare al prossimo inverno, infatti tutto sommato riusciremo solo vagamente a immaginare cosa ci aspetta. L’estate è stata fin ad ora abbastanza prepotente da averci fatto dimenticare o meglio abbandonare là dove sono accaduti nel tempo e nello spazio gli eventi che abbiamo detestato con un sano bo’ pazienza, ed è stata così determinata da farci guardare avanti. Le conquiste, i goal che abbiamo fatto sono quel po’ d’aria che prendiamo a pieni polmoni, come un atleta dei quattrocento metri piani, quando ha svoltato la curva dei duecento. Ad agosto ci rendiamo conto di qualcosa: del tempo che è passato, di quello che passerà. Ma l’estate specialmente quest’anno è stata così violenta da disorientare e oltretutto come al solito è tanto antipatica da minacciare di finire da un momento all’altro. Potrebbe improvvisamente arrivare settembre, anche prima che agosto finisca; certi anni – chi ha buona memoria e una lunga vita da raccontare- confermerà di certo. Dunque non possiamo fare altro che godere degli ultimi giorni di agosto come se ognuno di essi fosse l’ultimo, come se il calendario non esistesse e nemmeno importasse a nessuno. Non importa più nemmeno al cartellino da timbrare, ad agosto specie oltre la prima metà; chi ha fatto le ferie è pronto per affrontare settembre chi non le ha fatte è sul punto di prenderle, mentre gli altri, quelli che “fanno la stagione”, si godono gli ultimi giorni di pazzo lavoro e poi si vedrà, Tanto siamo all’ultimo.

Agosto e settembre sono una coppia che difficilmente prendiamo in considerazione insieme, si preferisce parlare di agosto insieme a luglio perché luglio è più spensierato è meno solenne, è gioventù senza pensieri. Ma ora che agosto è insieme a settembre uno pensa a un momento che finisce, è come tirare la tenda è fare luce soffusa in una stanza. Tra poco è settembre e allora i ragazzi ricominciano il semestre, i bambini ritornano a scuola, un altro anno che passa in fretta. Quando agosto è insieme a settembre e le luci sono basse a quel punto uno cerca un posto dove mettano la musica giusta per immergersi nello swing; quando agosto è insieme a settembre uno è dell’umore per ballare e guardare la scena, sentire il battito del tamburello, osservare attentamente la nuova ruga che è spuntata nel contorno degli occhi e quella in mezzo alla fronte che si vede meglio nello specchio di casa, non in quello fumoso del locale notturno che stasera era sulla strada di casa. Così tra agosto e settembre siamo in quel particolare stato d’animo che in arte chiamano Naturalismo, abbiamo cioè la tendenza a rappresentare sia il nostro passato che il nostro futuro esattamente come sono, cioè inesistenti se non a grandi linee. Da una parte parliamo a buona memoria e dall’altra avanziamo a migliori progetti e sicuramente, ad un tavolo da gioco qualsiasi, questa volta rovesceremo di nuovo il borsellino, svuotandolo del tutto, pronti a scommettere di nuovo ogni cosa, anche se quelle monete che escono ora sembrano di un metallo diverso, rotolano sul tavolo con un fascino che non avevano, quello che un altro anno in un modo o nell’altro inesorabilmente segna sul nostro calendario personale, il calendario con la scritta “la persona che vogliamo essere da grandi”.

Allora se fate un giro al parco del Valentino a Torino, le due statue che cercate sono sul versante nord della splendida fontana realizzata a fine Ottocento in occasione dell’Esposizione nazionale. Sapete che da qualche parte, nei pressi, Galileo Ferraris nel 1884 realizzò la prima esperienza al mondo di trasmissione di corrente elettrica alternata? E che fu un successo? Perché fu un successo? Perché in quel periodo, alla fine del XIX secolo, in Europa e negli Stati Uniti avvenne una grande disputa tra il sostenitore della corrente continua, Thomas Edison, e i sostenitori della corrente alternata, come ad esempio Nikola Tesla, George Westinghouse e naturalmente Galileo Ferraris, scienziato e ingegnere italiano nato nel 1847, scopritore del campo magnetico roteante, ideatore del motore elettrico in corrente alternata. Quella disputa fu poi definita guerra delle correnti. Infine, non amo le raccomandazioni, ma vi prego, mi raccomando, raccontate ai bambini che i nonni iniziavano la scuola il primo d’ottobre, vale la pena, per ricordare la faccia che fanno dopo averlo saputo. Buon fine estate a tutti; di cuore.

Elettra-ellie-Nicodemi