CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 590

Portici di-versi a Portici di carta

 Il 5/6 OTTOBRE Libreria Belgravia propone il tema della poesia come nuovo settore
In via Roma angolo via Santa Teresa con un banco di sola poesia, ma
soprattutto con reading continuativi dalle 10 di mattina in avanti, sia sabato che
domenica


“La scena poetica torinese, da anni dimostra una notevole vitalità, che pensiamo possa essere
valorizzata all’interno delle iniziative di libreria e ci auguriamo anche nelle iniziative più istituzionali dedicate
al libro.
Per questo come libreria Belgravia abbiamo cercato di mettere in rete le realtà associative e
organizzative che a questa scena danno qualitatività e continuità e assieme a loro abbiamo costruito un
calendario di letture ad alta voce fatte dagli scrittori stessi e abbinate alla possibilità di portarsi a casa
immediatamente il libro autografato dall’ autore che si è appena ascoltato”.
Questo il calendario:
Reading con i poeti, di sabato 5 ottobre:
ORE 10-11,30 Gianluca Polastri con Boston 40 edizioni
ORE 11,30-12,30 Danilo Tacchino con Associazione Arte Città Amica
ORE 15-17 Ernesto Vidotto e Cristina Codazza con Centro Studi Cultura e Società
ORE 17-18 Max Ponte e Andrea Laiolo con Poeticilibri Rassegna poetica
ORE 18-19,30 Enrico Cavallito e Patrizia Lidia Grandis con Impremix edizioni
ORE 20,30 in avanti Portici di-versi Poetry Slam a cura di Bruno Rullo con Slam Italia: iscrizioni anche sul
posto
Reading con i poeti, di domenica 6 ottobre:
ORE 10-11 Donatella Garitta con Associazione Carta e Penna
ORE 11-12,30 Marvi del Pozzo con Tempo di parole, Gruppo di lettura poetica del Circolo dei lettori
ORE 15-16 PROFUGHI tra poesia e testimonianza con Francesco Gennaccaro e Djallo Souleymane
ORE 16-17 Davide Arminio e Maria Erovereti con ATB Edizioni
ORE 17-18,30 Enrico Lazzarin con Associazione Culturale Due Fiumi
Assieme a loro, poeti delle varie associazioni e realtà partecipanti: Enrica Merlo, Renata Bolognesi,
Angela Donna, Egle Bolognesi, Patrizia Camedda, Marcella Saggese, Andrea Figari, Annalisa Valente, Angela
Suppo, Silvia Marzano, Grazia Valente, Immacolata Schiena, Fanny Ghirelli, Elena Bonassi, Eleonora Averna,
Simone Carniccio, Isa Crivellari, Armeno Nardini, Silvia Vitrò, Luca Martinengo, Mara Monella, Mario Dino,
Luciana Navone, Cristina Tessore, Donato De Palma, Franco Canavesio, Filomena Iovinella, Franco Nervo,
Ivana Dello Preite, Elisa Cipriani, Lilita Conrieri, Enrico Danna, Nadia Sponzilli. Elenco aperto ad ulteriori
aggiunte che dovessero pervenire.

Alla Gam un libro su Davico

La GAM di Torino presenta in Sala Uno al piano terra il volume edito da Allemandi dedicato a Mario Davico (1920-2010), pittore apprezzato nel panorama artistico italiano e internazionale dalla fine degli anni Quaranta alla metà degli anni Sessanta (espose nelle mostre dell’Art Club, alle Biennali di Venezia, Quadriennali di Roma, in Francia e altri paesi europei, in America, Giappone, Australia). La scelta di ritirarsi, pur continuando a sviluppare la sua ricerca in dialogo con alcune forme della pittura “riflessiva” contemporanea, ha fatto sì che il suo nome venisse quasi dimenticato.

Dopo l’Antologica all’Accademia Albertina di Torino di 25 anni fa, che lui stesso curò meticolosamente, questo è il primo studio sistematico dedicato alla sua opera.

Per Davico «il luogo buono» è lo studio, dove l’artista esercita la gioia elaborante della riflessione e del fare, nella cui atmosfera concentrata e confidente l’opera nasce e ha senso che esista. Mentre l’esperienza dell’esporre ha sempre in lui un tratto traumatico, di violazione e sofferenza della natura autentica dell’opera e della privatezza intellettuale: sino alla scelta radicale dell’ultima stagione. Davico d’altronde non si pensa mai veramente «d’avanguardia», soprattutto per quanto attiene agli aspetti comportamentali, mondani del lavoro. Il suo vivere informatissimo, sempre ben presente, nel milieu artistico, vale in quanto offre materia indispensabile al suo ragionare interrogativo sulla pittura, al suo vaglio ferocemente critico e autocritico che si riconosce nel fare, cioè nella zona franca intellettuale ed esistenziale dello studio, dove la pittura sola conta, oltre ogni circostanza, ogni nominalismo possibile, ogni accidente mondano.

(Dal saggio di Flaminio Gualdoni)

***

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta il volume

Mario Davico

A cura di Pino Mantovani

Testi di Flaminio Gualdoni, Cristina Valota, Franco Fanelli, Riccardo Cavallo

Martedì 8 ottobre alle ore 18
Sala Uno piano terra

Intervengono:

Riccardo Passoni, Pino Mantovani, Flaminio Gualdoni e Franco Fanelli

Ingresso libero fino a esaurimento posti

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Via Magenta 31 – Torino

Orario: martedì – domenica 10-18, chiuso lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima

gam@fondazionetorinomusei.it

“In viaggio con le parole” con il Progetto Cantoregi

A Racconigi serata di letture e musiche per l’Università delle Tre Età

Sabato 5 ottobre, ore 21

Racconigi (Cuneo)

Sarà un viaggio intorno al mondo attraverso le pagine di grandi autori classici e della contemporaneità. “In viaggio con le parole”, come recita, per l’appunto, il titolo: il tutto, in una serata di letture e musica, ideata da “Progetto Cantoregi” (l’Associazione Culturale fondata nel 1977 a Carignano dal regista Vincenzo Gamna e oggi presieduta da Marco Pautasso), durante la quale il Comune presenterà il Programma 2019/20 dell’Università per le Tre Età. L’appuntamento è per sabato 5 ottobre, alle ore 21, presso la Chiesa di Santa Croce, in via Morosini, a Racconigi.   La serata, attraverso letture da romanzi, saggi, poesie o poemi che hanno raccontato luoghi reali, ma anche immaginati, spazi geografici, ma anche mentali, fantastici e dell’anima “farà viaggiare lo spettatore – assicurano gli organizzatori – da una parte all’altra del globo con le parole di grandi maestri della letteratura internazionale che hanno saputo raccontare territori, paesi e città ognuno con la propria sensibilità e il proprio sguardo”. Si passerà così dal Portogallo di José Saramago (“Viaggio in Portogallo”) alla Patagonia di Bruce Chatwin (“In Patagonia”), dall’Oriente di Ryszard Kapuściński (“In viaggio con Erodoto”) agli Stati Uniti on the road di Jack Kerouac (“Sulla Strada”). Ma anche dalle profondità degli abissi dell’umanità e della disperazione raccontate da Louis-Ferdinand Céline (“Viaggio al termine della notte”), alle atmosfere tristemente apocalittiche di Cormac McCarthy (“La strada”), fino al viaggio – tra inquietudini e sogno – della baleniera “Pequod” in “Moby Dick” di Herman Melville.

La serata sarà presentata da Cristina Fenoglio, con letture da parte sua e di Fabio FerreroElide GiordanengoVincenzo Leuzzi e Andrea Piovano.

I brani musicali, scelti in sintonia con i testi proposti, sono affidati alla voce della cantante Chiara Catrambone.

Entrata libera, con rinfresco a fine serata.

 

Per info: Biblioteca Racconigi e UniTre, tel. 0172/85336 o cultura@comune.racconigi.cn.it / Progetto Cantoregi, tel. 335/8482321 o www.progettocantoregi.it o info@progettocantoregi.it

 

g. m.

 

 

 

 

Il sogno spezzato di Vincent Van Gogh tra Arles e Saint-Rémy de Provence

Arles 23 gennaio 1889 “Caro Theo, […] Hai ragione che la partenza di Gauguin è terribile, e ci fa ricominciare da capo proprio quando abbiamo creato e ammobiliato una casa per ospitare gli amici nei giorni cattivi. Ma intanto teniamoci i mobili lo stesso. E anche se oggi tutti avranno paura di me, col tempo ciò scomparirà. Tutti siamo mortali e soggetti a tutte le malattie possibili. Che ci possiamo noi se queste ultime non sono sempre di tipo piacevole. La miglior cosa è cercare di guarirle. Io pure ho dei rimorsi pensando alla pena che da parte mia ho causato, seppure involontariamente, a Gauguin”.

All’inizio del 1888 Vincent Van Gogh si era trasferito in Provenza per cercare quella luce e quei colori del Sud che avrebbero prima ripulito dalle tinte scure e cupe della nativa Olanda e, poi, incendiato la sua tavolozza negli ultimi due anni della sua esistenza e gli avrebbero consentito di creare capolavori immortali.

La ricerca ossessiva del colore e della luce era accompagnata dal desiderio, quasi un bisogno, una necessità profondamente radicata dentro di sé, di creare ad Arles una comunità di pittori che si sostenessero e si aiutassero, condividendo il difficile percorso artistico, un gruppo costituito da anime che facevano dell’arte la propria ragione di vita.

Gauguin avrebbe dovuto essere il primo adepto di quella comunità, il primo ospite, l’artista al quale Vincent guardava e che, in una sorta di esaltazione, aveva idealizzato, collocandolo su un piedistallo, come del resto, in passato, aveva già fatto con altri personaggi che, per brevi periodi, aveva considerato suoi maestri, sue guide lungo il difficile cammino della vita.

Per Gauguin Van Gogh aveva preparato una casa, la “Maison jaune” un rifugio, una stanza, per lui aveva cercato i mobili migliori e in lui aveva riposto le proprie speranze di condividere un percorso artistico in quella Provenza che tanto lo affascinava e che con il suo calore, la sua luce abbacinante, il mistral violento e frequente sollecitava i suoi nervi già fragili.

Gauguin giunse in Provenza il 29 ottobre 1888, spinto più dal sostegno economico assegnatogli dal fratello di Vincent, Theo, che da un effettivo desiderio di diventare il primo membro della comunità di artisti, e definì Arles “il luogo più sporco del Mezzogiorno”, mal adattandosi fin dall’inizio alla vita disordinata dell’inquilino.

Altri desideri si stavano, infatti, facendo strada nella mente di Gauguin, quelli di luoghi lontani e misteriosi dove creare una pittura nuova e primitiva.

Nel 1891 annuncerà all’amico Odillon Redon di avere “deciso di andare a Tahiti per finire là la mia esistenza. Credo che la mia arte, che voi ammirate tanto, non sia che un germoglio, e spero di poterla coltivare laggiù per me stesso allo stato primitivo e selvaggio. Per far questo mi occorre la calma: che me ne importa della gloria di fronte agli altri! Per questo mondo Gauguin sarà finito, non si vedrà più niente di lui”.

Già nel dicembre 1889 il sogno di Van Gogh naufragava: iniziavano i primi scontri tra i due artisti, si susseguivano litigi violenti e furibondi che culminarono nell’episodio del taglio dell’orecchio.

Il 23 dicembre, dopo un violentissimo scontro Vincent rincorse per strada Gauguin con un rasoio e, successivamente, si tagliò il lobo dell’orecchio sinistro, portandolo, poi, in dono a Rachel, la prostituta di un bordello che i due artisti frequentavano.

Gauguin lasciò la Provenza e Van Gogh, dopo una breve degenza nell’ospedale di Arles, tornò a casa, pieno di energia creativa e di desiderio di riprendere a dipingere.

Tuttavia, trenta abitanti di Arles, per paura e pregiudizi nei confronti dell’artista strano, eccentrico, sicuramente “diverso”, firmarono una petizione per chiederne l’allontanamento.

La petizione non andò a buon fine, ma fu Vincent stesso a chiedere di essere ricoverato e l’8 maggio 1889 entrò volontariamente nella Maison de Santé di Saint-Rémy-de-Provence.

In 53 settimane di ricovero a Saint-Rémy Van Gogh realizzò circa 140 tele, continuando a domandare incessantemente al fratello Theo il materiale per dipingere.

“Mandami, ti prego, trentatré tubetti di colore, bianco, rosso lacca, verde smeraldo, arancione, cobalto, malachite, cromo e blu oltremare”: i colori violenti, quelli degli ultimi capitoli della sua vita.

L’arte continuava a rappresentare per l’artista olandese, prigioniero nel manicomio, uno strumento di evasione, il modo per impossessarsi delle ali della libertà e superare le pareti, i muri dell’orto conclusus, i viali del luogo nel quale volontariamente si era rinchiuso per sfuggire ai pregiudizi della gente, alle malignità di una società prevenuta e bigotta, in un ultimo estremo tentativo di guarire, circa un anno prima di diventare quello che Antonin Artaud, nel suo bellissimo saggio, definirà il “suicidato dalla società”.

Le opere del periodo di Saint-Rémy sono di dolorosa e sconvolgente bellezza e preludono ai capolavori-testamento degli ultimi mesi ad Auvers sur Oise, a quel “Campo di grano con volo di corvi” nel quale ogni luce è scomparsa per lasciare il posto all’oscurità definitiva.

La realtà inizia a piegarsi a deformarsi, in un visionario anticipo di quelle che saranno le opere di Chaim Soutine, di Edvard Munch, di Oskar Kokoschka, di Egon Schiele e dei grandi maestri dell’Espressionismo.

Gli alberi si protendono, enormi, nodosi, cupi e terrificanti verso cieli blu cobalto, la pittura si fa materica, risultato di un colore schiacciato dal tubetto direttamente sulla tela, diventa viva, avvolge, cattura, imprigiona lo sguardo.

A Saint-Rémy le stelle, punti luminosi e benigni nella “Notte Stellata sul Rodano” di pochi mesi prima, si trasformano in spirali travolgenti, vortici e controvortici che lacerano il cielo e che sembrano avvolgere l’albero in primo piano, un cipresso, la pianta dei cimiteri, un simbolo forse della morte imminente, come simbolo della morte è la luna, una falce fredda e lontana.

Il 9 maggio 1889 da Saint-Remy Vicent scriveva al fratello Theo “Quando sono colto dal mio “terribile bisogno di religione”, vado fuori di notte a dipingere le stelle… e sogno sempre un quadro così, come con un gruppo di amici vivi”.

Nel maggio 1890, ad Auvers sur Oise, Van Gogh dipingeva un’altra notte stellata, una variazione del dipinto di Saint-Rémy “Cipresso su un cielo stellato” e ne inviava una descrizione, accompagnata da uno schizzo a Gauguin: “Un cipresso con una stella, un’ultima prova – un cielo notturno con una luna che non emana luce: nient’altro che una piccola mezza luna che sorge dall’ombra scura della terra. Una stella esageratamente luminosa – se vuoi – un barlume di rosa pallido e di verde nel cielo blu oltremare percorso da nubi. In basso una strada fiancheggiata da alte canne gialle che si stagliano contro il blu chiaro delle Alpilles; un vecchio casolare con le finestre illuminate arancione e un altissimo cipresso molto diritto e molto cupo. Sulla strada una carretta gialla tirata da un cavallo bianco e infine due persone che camminano”.

Le stelle che ad Arles erano punti luminosi, inaccessibili, a Saint-Rémy e ad Auvers sur Oise si trasformano in stelle comete, più vicine, più semplici da afferrare e da raggiungere perché quella morte che consente di andare in una stella è ormai dietro l’angolo.

Barbara Castellaro

 

 

 

 

 

 

 

Museo del Cinema, tutti gli appuntamenti di ottobre

Un ricco calendario di eventi

TUTTI I SABATI| Mole Antonelliana
ORE 10 –  BEBE’ AL MUSEO – GIOCHI CON LA LUCE Visita animata per i più piccoli
Un percorso di visita a misura di bebè, alla scoperta della
luce e delle ombre, dei giochi ottici e delle immagini in movimento.
Nell’ambito del progetto NATI CON LA CULTURA.
Per genitori e bimbi dai 18 mesi ai 3 anni – durata 1 ora – Costo € 5 + ingresso ridotto

Prenotazione obbligatoria – compilare  il modulo online a QUESTO LINK
Info:  011 8138 564-5 –  
prenotazioni@museocinema.it
Per i gruppi è possibile concordare altre date (max. 7 bambini e 10 adulti) 

TUTTE LE DOMENICHE | Mole Antonelliana
ORE 10 –  GIOCHI E RACCONTI PRIMA DEI LUMIÈRE – Visita guidata  per bambini e famiglie
Dal teatro d’ombre ai primi disegni animati in un racconto che si sviluppa attraverso la scoperta dei giochi ottici e degli spettacoli che hanno preceduto  la nascita del cinema.
Per famiglie e bambini a partire dai 4 anni – Durata: 1 ora – Costo visita: € 5 + ingresso ridotto

ORE 16  – ALLA SCOPERTA DEL MUSEO – Visita guidata
Per conoscere il Museo e le sue meraviglie, dal teatro d’ombre ai fratelli Lumière, fino ai grandi protagonisti della storia del cinema.
Per tutti – Durata: 1h30′ – Costo: € 6 + ingresso ridotto
Prenotazione  consigliata – online su  www.ticketlandia.com a questo LINK
SABATO 5 OTTOBRE | Mole Antonelliana
ore 10.30 – I CURATORI RACCONTANO I MILLE VOLTI DI LOMBROSO
I curatori dialogheranno con i visitatori per raccontare il percorso e ripercorrere le diverse tappe delle ricerche di Lombroso. Emarginazione, malattia mentale, criminalità e rivoluzione. Per la prima volta vengono presentate al pubblico le oltre 300 fotografie che dialogano con oggetti, strumenti, documenti e libri del Museo Lombroso, ulteriore testimonianza del suo metodo.
Durata: 1h Costo: Incontro gratuito, Ingresso ridotto Museo € 9
Il numero dei posti è limitato! Prenotazione consigliata a questo > LINK
ABBINABILE alla Visita guidata al Museo Lombroso
Il Museo espone collezioni di preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato, scritti e produzioni artigianali e artistiche realizzate da internati in manicomi e carceri tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. La visita guidata fornisce spunti di riflessione tra storia, scienza e arte per conoscere le collezioni del museo e i personaggi che ne furono protagonisti
Informazioni e prenotazioni : tel.: 011.6708195 (dal lunedì al sabato, orario 9-17), museo.lombroso@unito.it

 

ORE 17 –  MagicFACES   JLaboratorio per bambini e famiglie
Le espressioni del volto dei partecipanti prendono forma sulla carta per diventare giochi in grado di creare nuove facce e nuove emozioni.

Per famiglie e bambini – Età consigliata dai 6 anni – durata 1 ora e 30’
Costo: €6 + ingresso ridotto
Prenotazione obbligatoria –
online su www.ticketlandia.com a questo LINK  
Progetto a cura del Liceo Artistico Cottini di Torino

 

DOMENICA 6 OTTOBRE | Mole Antonelliana e Cinema Massimo
Ore 10.30 – CINEMA CON BEBE’ | Cinema Massimo
Il primo appuntamento con la rassegna Cinema con Bebè in collaborazione con  Giovani Genitori è dedicato alle emozioni, un tema legato alla Mostra al Museo Nazionale del Cinema #FacceEmozioni
Inside Out (Peter Docter, Ronnie del Carmen Usa 2015, 94’, DCP, col.) Molto più di una favola composta da bizzarri personaggi colorati che popolano la testolina della giovane protagonista Riley, il film è un insegnamento su quanto sia importante l’integrazione fra ogni emozione, positiva e  negativa, per garantire agli esseri umani quella gamma di espressioni necessaria al loro equilibrio e benessere psico-fisico.

Tutti sono i benvenuti alle proiezioni di CINEMA CON BEBE’: genitori, nonni, zii e bambini di ogni età. Tutto è pensato a misura di famiglia con tante le accortezze per i più piccini: alzatine, volume ridotto, luci soffuse, fasciatoio, scaldabiberon, pannolini e passeggino-parking e oltre all’immancabile merenda. Un modo per passare una bella mattinata al cinema e riscoprire la proiezioni in sala di grandi classici e film d’animazione per un emozione da vivere assieme!

Il biglietto è ridotto (€ 4.50) per tutti, adulti e bambini. Ingresso gratuito per bimbi 0-3 anni  Prevendita: www.cinemamassimotorino.it
Cinema con Bebè è un’iniziativa Nati con la Cultura  

SABATO 12 OTTOBRE | Mole Antonelliana

Ore 17 – MAGIE DEL CINEMA MUTO – Laboratorio effetti speciali famiglie e bambini

Sul set si realizza un breve filmato: trucchi, apparizioni, sparizioni e trasformazioni con i magici effetti speciali del cinema delle origini.
Per famiglie e bambini 8-10 anni – Durata 1 ora e 30 – Costo: € 6 + ingresso ridotto
Prenotazione consigliata – online su www.ticketlandia.com a questo LINK  

 

DOMENICA 13  OTTOBRE – F@MU Giornata Famiglie al Museo | Mole Antonelliana
ll Museo Nazionale del cinema partecipa alla F@Mu  – Giornata Nazionale Famiglie al Museo con un laboratorio ispirato dalla Mostra #FacceEmozioni
Ore 17 –  MagicFACES    Laboratorio per bambini e famiglie
Le espressioni del volto dei partecipanti prendono forma sulla carta per diventare giochi in grado di creare nuove facce e nuove emozioni.
Per famiglie e bambini – Età consigliata dai 6 anni – durata 1 ora e 30’
Costo: €6 + ingresso ridotto
Prenotazione obbligatoria – online su 
www.ticketlandia.com a questo LINK
Progetto a cura del Liceo Artistico Cottini di Torino

 

 

MERCOLEDI’ 16 OTTOBRE | Mole Antonelliana
Ore 18.30 I CURATORI RACCONTANO #FACCEMOZIONI – Visita guidata alla Mostra
Un’appuntamento al mese con i curatori della mostra #FacceEmozioni. 1500-2020 dalla fisiognomica agli emoji . Donata Pesenti Campagnoni e Simone Arcagni dialogheranno con i visitatori per raccontare aneddoti e curiosità di una mostra che, tra scienza, tecnologia, teatro e cinema, illustra come il volto sia sempre stato il più importante luogo di espressione dell’anima: gli studi dei volti del primo pittore del Re Sole, i vetri per lanterna magica, gli emoji, i manuali per la recitazione, il primo piano cinematografico, fino ai software di face recognition e le opere di artisti contemporanei.
Durata: 1h Costo: Incontro gratuito, Ingresso ridotto Museo € 9
TUTTO ESAURITO- Prossimi appuntamenti 13 Novembre e 4 Dicembre
Il numero dei posti è limitato! Prenotazione consigliata a questo > LINK

SABATO 19 OTTOBRE | Mole Antonelliana
Ore 17 – LE OMBRE CON LA PIMPA – Laboratorio bambini
I bambini mettono in scena una storia della Pimpa, la famosa cagnolina, per scoprire e sperimentare le diverse tecniche del teatro d’ombre: silhouette, ombromania, ombre articolate. (In collaborazione con Franco Cosimo Panini Editore)
Per famiglie e bambini – età consigliata 4-5 anni – durata 1 ora e 30’ Costo: €5 + ingresso ridotto – Prenotazione consigliata – online su www.ticketlandia.com a questo LINK  

 

ORE 18 –  #FACCEEMOZIONI. 1500 – 2020 dalla fisiognomica agli Emoji – Visita guidata alla mostra
Tra  scienza, tecnologia, teatro e cinema, la visita racconta come il volto sia sempre stato il più importante luogo di espressione dell’anima: gli studi dei volti del primo pittore del Re Sole, i vetri per lanterna magica, gli emoji, i manuali per la recitazione, il primo piano cinematografico, fino ai software di face recognition e le opere di artisti contemporanei.
Per tutti – max. 15 persone – durata 1 ora – La mostra è accessibile ai visitatori con disabilità.
Costo: €5 + ingresso ridotto
Prenotazione obbligatoria –
online su www.ticketlandia.com a questo LINK  
Ore 18.20 fascia riservata ai possessori di tessera Abbonamento Musei Torino Piemonte – Numero Verde 800.329.329

SABATO 26 OTTOBRE | Mole Antonelliana
Ore 17 – SENTI CHI PARLA! – Laboratorio di doppiaggio
Il doppiaggio e l’adattamento dei dialoghi. Sperimentare in modo divertente e interattivo il processo che consente di dar voce a celebri personaggi del cinema.
Per famiglie e bambini – Età consigliata 8-10 anni – Durata: 1 ora e 30’ – Costo: € 6,00 + ingresso ridotto – Prenotazione consigliata – online su www.ticketlandia.com a questo LINK  

 

GIOVEDI’ 31 OTTOBRE – SPECIALE HALLOWEEN | Mole Antonelliana
Ore 17.30 – Halloween sul set
Nella notte più spaventosa dell’anno, popolata di mostri, fantasmi e streghe, si crea sul set una storia terrificante con effetti speciali del cinema muto!
Per famiglie e bambini – durata 1h30’ – Durata: 1 ora e 30’ – Costo: € 6,00 + ingresso ridotto – Prenotazione consigliata – online su www.ticketlandia.com a questo LINK  

Ore 18 – La Mole come non l’avete mai vista
Visita animata e salita a piedi alla Cupola, con storie, aneddoti
e curiosità del simbolo di Torino raccontati da un testimone d’eccellenza.
Per tutti >18 anni – durata 1 ora – costo € 15,00
Per famiglie e bambini – durata 1h30’ – Durata: 1 ora e 30’ – Costo: € 6,00 + ingresso ridotto – Prenotazione consigliata – online su www.ticketlandia.com a questo LINK  
La visita è sconsigliata ai visitatori affetti da difficoltà motorie, gravi difetti della vista, cardiopatie o patologie polmonari, claustrofobia e/o disorientamento.

 

“Requiem per la Bosnia” da giovedì 17 ottobre nelle librerie

Giovedì 17 ottobre uscirà nelle librerie (dove è possibile richiederlo o prenotarlo) il libro “Requiem per la Bosnia” di Barbara Castellaro. Il volume è pubblicato da INFINITO edizioni nella collana Orienti con introduzione e fotografie di Paolo Siccardi e la postfazione di Marco Travaglini.

L’autrice, con un reportage profondo e prezioso, apre una finestra alla scoperta di cos’è stata, cos’è e forse potrà essere la Bosnia Erzegovina, quel piccolo Paese sul crinale tra Occidente e Oriente, nel centro martoriato dell’Europa. Barbara Castellaro, eporediese di nascita e torinese d’adozione, giornalista e scrittrice, attualmente impegnata come addetta stampa presso il Consiglio regionale del Piemonte è tra i collaboratori de Il Torinese.

 

Nella premessa del libro scrive:“Ho visto che cosa può fare la guerra, ho visto come un uomo può,quasi per capriccio, cancellare intere generazioni di propri simili e questo mi ha sconvolta. Ho visto anche, però, una tenacia, una dignità,una voglia di ricominciare che non credevo possibile trovare. La guerra ha ucciso, distrutto, dilaniato e che cosa ha ottenuto? Che sulle rovine un uomo si mettesse a suonare con il suo violoncello una musica che ha del divino e dell’umano al tempo stesso. Che sui muri coperti di buchi, una mano appoggiasse un vaso pieno di gerani o facesse arrampicare un roseto. Che i colpi di mortaio si trasformassero in rose con una colata di vernice rossa. Che i bambini tornassero a inseguire un pallone senza paura in una piazza polverosa e che i vecchi riprendessero la loro infinita partita a scacchi”. Dalle pagine di “Requiem per la Bosnia” emerge un rapporto profondo con chi vive la difficile realtà di quel paese balcanico. Come commenta Paolo Siccardi, giornalista e fotoreporter, autore degli scatti che compaiono nel libro, ““per raccontare il grumo d’emozioni, gioie e dolore che pesano nell’anima della gente che abita e abitava quelle regioni occorrono sensibilità e coraggio, un grande cuore e una mente lucida”. Qualità che non mancano a Barbara Castellaro che con il suo lavoro ha colto la vitalità di un popolo che ha sofferto pene indicibili, la sua necessità di non dimenticare e, al tempo stesso, di non sotterrare la cultura del rispetto delle differenze, delle diversità che diventano ricchezza.

Alla Fondazione Accorsi-Ometto la ritrattistica di Corcos

Maestro indiscusso del genere a fine Ottocento, attento ai dettagli del lusso ed anche agli aspetti intimistici

 

Il pittore ottocentesco Vittorio Corcos è il protagonista della mostra curata da Carlo Sisi che, a partire dal 3 ottobre prossimo fino al 16 febbraio 2020, la Fondazione Accorsi-Ometto ospita nelle sue sale museali in via Po 55.

L’esposizione si articola in sei sezioni tematiche che, attraverso una scelta accurata di opere,  riescono a tracciare un quadro a tutto tondo di uno dei più noti ritrattisti italiani di fine Ottocento, collocandolo in modo molto efficace all’interno della sua epoca storica. La prima sezione, intitolata “Sguardi”, è dedicata alle intense espressioni delle protagoniste femminili appartenenti alla Belle Epoque; in quella dal titolo “In posa nell’atelier” protagonisti sono personalità coeve all’artista, quali il macchiaiolo Francesco Gioli e la moglie del pittore Adolfo Belimbau. La sezione intitolata “Aria di Parigi” comprende il bel dipinto del 1892 “Le istitutrici ai campi Elisi”. Nella sezione intitolata “Nel salotto della gentile ignota” si possono ammirare i ritratti del compositore Pietro Mascagni, del poeta Giosuè Carducci e del pittore Silvestro Lega. “Luce mediterranea” è, invece, il nome della sezione che comprende dipinti quali la “Veduta di Pracchia” del 1905 e “La Lettura sul mare” del 1910. Le opere iconiche di Corcos, quali il ritratto della cantante lirica Lina Cavalieri, risalente al 1903, e di Maria José S.A.R Principessa di Piemonte del 1931, sono inclusi nella sezione intitolata “Eterno femminino”.

L’artista, di origine livornese,  perfeziono’ la sua formazione a Napoli con Domenico Morelli, per poi trasferirsi a Parigi, dove rimase sei anni in contatto con la cerchia degli artisti che gravitavano intorno al pittore De Nittis ed al mercante Goupil. Una volta tornato in Italia, si stabilì a Firenze.

Considerato maestro del “ritratto mondano”, fu a lungo corteggiato da un pubblico facoltoso ed affascinato dal virtuosismo tecnico e dall'”erotismo mai conclamato, ma per questo più intrigante” che percorreva le sue opere, come affermava il critico Vincenzo Farinelli.

d’Annunzio definì il ritratto eseguito da Corcos della cantante Lina Cavalieri “la massima testimonianza di Venere in terra”. Le figure ritratte da questo artista paiono tendere ad un ideale di bellezza immortale, quale dovrebbe essere quella del ritratto, in cui spesso sono colti particolari quali nomi in epigrafe o stemmi. Corcos realizzò anche una serie di ritratti spontanei, soprattutto di genere maschile, per gli amici, tra cui quello di Emilio Treves,  n cui emergono lo sguardo ed il portamento del noto editore. Il ritratto femminile intitolato “Sogni”, esposto nel 1896 alla Festa  dell’Arte e dei Fiori di Firenze, provocò scandalo per la posa sconveniente della protagonista.

Mara Martellotta

Fondazione Accorsi-Ometto,  via Po 55

Da martedì a venerdì 10-13, 14-18

Sabato, Domenica e festivi 10-13, 14-19. Lunedì chiuso

In piazza per salvare le parole

Per “salvare” oltre 3.000 parole della lingua italiana che rischiano di essere dimenticate, Zanichelli presenta nelle principali piazze italiane il progetto #paroledasalvare.

Inoltre, una speciale collaborazione con MSGM: il brand di moda sperimentale e contemporaneo “adotta” cinque parole e le rende protagoniste di una nuova collezione.

Torino, via Garibaldi (tratto pedonale tra corso Palestro e piazza Statuto)

dal 29 settembre al 4 ottobre 2019, ore 10.00 – 19.00

Dopo la prima tappa a Milano, il tour arriva a Torino in via Garibaldi, a cui seguiranno Bologna (6 – 11 ottobre), Firenze (12 – 19 ottobre), Bari (20 – 26 ottobre) e Palermo (28 ottobre – 2 novembre).

Sono 3.126 le parole che nell’edizione 2020 del vocabolario Zingarelli saranno accompagnate da un fiorellino ♣, simbolo grafico che le contrassegna come Parole da salvare: termini della lingua comune sempre meno presenti nell’uso scrittoorale e nei mezzi di informazione.

Proprio con la volontà di “salvare” queste parole – spesso trascurate a favore di sinonimi più comuni e intuitivi, ma più generici e meno ricchi di sfumature espressive – la casa editrice Zanichelli presenta nelle principali città italianeda settembre a novembre 2019, il progetto #paroledasalvare.

#PAROLEDASALVARE: IL TOUR

L’iniziativa coinvolge le principali città italiane (Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Palermo), le cui piazze ospiteranno #AreaZ: una zona a lessico illimitato in cui trovare le parole giuste per esprimere il mondo. In #AreaZ tutti sono invitati a scegliere una parola e a prendersene cura, usandola in modo opportuno.

LE PAROLE DA SALVARE: UNA MISSIONE CULTURALE E DIDATTICA

L’impoverimento del lessico comporta spesso un impoverimento del pensiero, del ragionamento e della capacità di comunicare, quindi di essere in relazione con l’altro. Ampliare il proprio lessico non significa pavoneggiarsi o peggio assumere toni snobistici, ma significa arricchire gli strumenti a disposizione per sviluppare la propria personalità e migliorare la propria capacità di comprensione.

La soddisfazione di usare la parola “più giusta” 

  • Ecco alcuni esempi di frasi in cui una sola parola contribuisce a veicolare in maniera chiara e non fraintendibile un concetto.
  • Ero al parco quando venni assalita da un cane piccolo, tozzo e ringhioso” > “Ero al parco quando venni assalita da un botolo
  • Vegetariano o vegano? No, mangio di tutto” > “Vegetariano o vegano? No, sono onnivoro
  •  “Tende a indulgere in atti di ossequio eccessivamente cerimoniosi e adulatori” > “Tende a indulgere in salamelecchi

Torna Portici di Carta e rende omaggio a Camilleri

13ª EDIZIONE

Sabato 5 e domenica 6 ottobre 2019

Programma completo: porticidicarta.it

2 chilometri di librerie, oltre 150 tra librai, editori piemontesi e bouquinistes, incontri e dibattiti, grandi autori italiani e internazionali, laboratori per bambini, itinerari alla scoperta della città e passeggiate letterarie. È Portici di Carta, manifestazione di promozione del libro e della lettura, che torna sabato 5 e domenica 6 ottobre 2019. La libreria più lunga del mondo è un progetto della Città di Torino, con le sue Biblioteche civiche e il Centro Interculturale, realizzato da Associazione Torino, La Città del Libro e Fondazione Circolo dei lettori, con il sostegno di Regione Piemonte e con la partecipazione dei librai torinesi coordinati da Rocco Pinto.

 

Portici di Carta compie 13 anni, un traguardo davvero importante per un’iniziativa di forte impronta popolare capace di coinvolgere, fin dalla prima edizione, tutti i soggetti della filiera del libro, dagli editori ai librai, dalle biblioteche alle scuole. Da 13 anni infatti, libri, pagine e storie invadono i portici di Torino, tra via Roma, piazza San Carlo e piazza Carlo Felice, maestoso patrimonio architettonico del capoluogo piemontese, che la manifestazione valorizza, inventando occasioni di incontro e dialogo intorno al libro. Sono presenti quest’anno oltre 150 tra librai di Torino e provincia, piccoli e medi editori piemontesi e bouquinistes. I portici sono divisi in 20 tratti tematici che raggruppano in modo omogeneo le librerie e le case editrici a seconda delle rispettive specializzazioni. La manifestazione è inoltre tra le azioni richiamate nel Patto della Lettura, siglato di recente dei soggetti protagonisti della filiera del libro, che formalizza un’alleanza mirata ad accrescere il radicamento e la diffusione della lettura in città.

 

L’apertura dell’edizione di Portici di carta 2019 è dedicata alla presentazione del progetto,sostenuto da Intesa Sanpaolo, Ripensare le Biblioteche civiche torinesi che, nell’anno in cui ricorre il 150° anniversario dalla fondazione della Biblioteca civica Centrale, prima sede del servizio bibliotecario pubblico a Torino, è finalizzato a rinnovare l’identità dell’intero Sistema bibliotecario anche attraverso l’analisi dei pubblici, dei servizi offerti, dei valori restituiti e, nello stesso tempo, a promuoverne lo sviluppo. Fra le diverse iniziative dedicate dalla manifestazione al 150°, si segnalano la passeggiata La Torino delle Biblioteche e lo spettacolo di Assemblea Teatro Passi stracciati. Attraverso la poetica di Erri De Luca, in programma domenica 6 ottobre al Mausoleo della Bela Rosin.

 

L’edizione 2019 è resa ancor più speciale dalla dedica ad Andrea Camilleri, a pochi mesi dalla scomparsa, un doveroso e sentito omaggio all’autore che, più d’ogni altro, negli ultimi vent’anni ha contribuito con i propri romanzi e personaggi indimenticabili a promuovere e incentivare la lettura. Sabato 5 ottobre, ore 18.30 presso l’Oratorio di San Filippo Neri, lo scrittore Antonio Manzini e il critico letterario Antonio D’Orrico omaggiano una voce unica, critica e indipendente, coscienza critica del Paese, uno degli scrittori più amati degli ultimi decenni. L’incontro è in collaborazione con Sellerio, editore di Camilleri, sinonimo di raffinatezza e acume. Per i bambini, letture tratte da Magarìa e Topiopì, entrambi editi da Mondadori, perché non tutti lo sanno, ma l’amato inventore del Commissario Montalbano si è cimentato anche in opere per i piccoli, accomunate dalla presenza dei nonni e della campagna siciliana, a cura di Cooperativa ODS – Operatori Doppiaggio Spettacolo, in collaborazione con Mondadori.

 

Due gli editori ospiti di Portici di Carta. Il primo è Bompiani, una delle più importanti e autorevoli case editrici italiane, che festeggia i suoi 90 anni con un evento speciale sabato 5 ottobre, ore 21 al Circolo dei lettori. L’attrice e cantante Anna Nogara e il saggista e drammaturgo Luca Scarlini ripercorrono una lunga storia fatta di libri, commissionati, scelti, intercettati e tradotti, aiutati a venire al mondo. Il catalogo sterminato di Bompiani conta Steinbeck e Camus, Malraux e Cronin, e ancora Moravia, Eco, fino ad Antonio Scurati che venerdì 4 ottobre, ore 21 al Circolo dei lettori festeggia un anno dell’uscita di M. Il figlio del secolo, caso letterario dell’anno. Il dialogo tra lo scrittore Premio Strega 2019 e il giornalistaCesare Martinetti è occasione per parlare di storia, impegno e scrittura. Ma l’editore ospite porta anche una novità fresca di stampa: è Galateo per le ragazze da marito della giornalista Irene Soave, sabato 5, ore 15.30 all’Oratorio di San Filippo Neri con Silvia Bombino. E ancora, i librai torinesi omaggiano Bompiani, mettendo in evidenza nelle loro vetrine, già nelle settimane che precedono Portici di Carta, un libro pubblicato dall’editore milanese, nello speciale espositore dedicato a questa edizione. Il romanzo o saggio scelto accompagna i librai fino al banchetto allestito nella libreria en plein air, cuore pulsante della manifestazione.

 

Il secondo è Terre di Mezzo che a Portici di Carta presenta il proprio catalogo, editore che ama abitare i confini e che insegna a misurarsi con la complessità del tempo presente. È un piccolo universo in cui abitano tanti mondi, alcuni da esplorare durante la manifestazione, innanzitutto con lo spettacolo per grandi e piccoli a partire dal fortunatissimo libro La grande fabbrica delle parole, pubblicato ormai da 10 anni, sabato 5 ottobre, ore 16.30. Giuseppe Borrelli e Angelica Di Ruocco, guidati dai registi Simona Di Maio e Sebastiano Coticelli portano gli spettatori nel paese dove per riuscire a parlare bisogna acquistare le parole e inghiottirle. È un paese dove parlare costa molto: ma è davvero indispensabile? A cura di Il Teatro nel Baule. Ma La grande fabbrica delle parole non è solo uno spettacolo: al libro si ispira anche il progetto curato dal Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli che trasforma Piazza San Carlo in una grande tela su cui realizzare insieme universi di grandi e preziose lettere. Un’azione di pittura collettiva a cui possono partecipare tutti, per una riflessione variopinta sul valore delle parole. Si rinnova inoltre in una veste inedita la tradizione della serigrafia dedicata a Portici di Carta.
E ancora tre laboratori per bambini tratti da altrettanti libri.

 

Gli incontri e i reading sono in programma presso l’Oratorio San Filippo Neri e al Circolo dei lettori, mentre in Piazza San Carlo il gazebo dedicato alle iniziative per i più piccoli è coordinato, curato e gestito dalle Biblioteche Civiche Torinesi, che mettono anche a disposizione duecento libri, fra cui molte novità e da ITER – Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile. Le attività vengono realizzate in collaborazione con ilDipartimento Educazione del Castello di Rivoli, TorinoReteLibri, i Volontari Servizio Civile Nazionale delle Biblioteche civiche torinesi e gli allievi della ODS – Operatori Doppiaggio Spettacolo, coordinati da Stefania Giuliani.

 

Sempre in Piazza San Carlo torna il Bibliobus, la biblioteca itinerante che compie un anno. È un  progetto della Città di Torino pensato per offrire opportunità di avvicinamento alla lettura e di inclusione. Una biblioteca civica a tutti gli effetti che quest’anno, in occasione del 150°, promuove la campagna social (Instagram e FB) Regalaci una pagina, #150bct: un invito a postare i propri dialoghi del cuore, lettere e frammenti di pagine tratte dai libri più amati, ripresi poi in una suggestiva performance curata dal Teatro delle Forme e dalla Rete Italiana di Cultura Popolare.

 

Nella zona pedonale di via Roma, invece, si avvicendano le iniziative promosse dal Centro Interculturale, per sperimentare lingue, espressioni artistiche, tradizioni di cura del corpo appartenenti a diverse culture. Grazie alla collaborazione con oltre 20 associazioni del territorio, consolidate dal progetto Laboratori al centro, l’occasione di scoprire la ricchezza della comunità locale, ricchissima dal punto di vista interculturale. Ai Giardini Sambuy si rinnova la collaborazione con l’Associazione Giardino Forbito, che arricchisce il programma di Portici di Carta con Tanto di cappello!, il mercato agricolo della biodiversitàGoogreen: Tiziano Fratus, homo radix, e Luca Scarlini, saggista e drammaturgo, giocano a barattare le proprie opere con prodotti del territorio. E ancora Letto&Riletto, in collaborazione con Mercatino Franchising, che permette agli editori di dare nuova vita ai libri meritevoli, con Sebastiano Mondadori e Claudia Bordese, e infine Marginalia Museum, libri in estinzione e letture ad alta voce, presentato da Chiara Zocchi.

 

Non manca il tradizionale appuntamento con le passeggiate letterarie, curate da Alba Andreini, e con gli itinerari nella Torino dei libri e dell’editoria: il programma di A spasso tra le pagine si compone di 6 percorsi attraverso la Torino degli scrittori e di 3 per andare alla scoperta della Torino dei libri. Si cammina sulle orme di Fruttero&Lucentini, Mario Soldati, Jean Jacques Rousseau, Edmondo De Amicis, Augusto Monti, Xavier De Maistre, Vittorio Alfieri, Nietzsche, Leone Ginzburg, Primo Levi, Italo Calvino e molti altri autori, che hanno abitato la città o che l’hanno attraversata e amata. Le guide delle passeggiate sono, oltre ad Alba Andreini, Francesco Ruggiero, Stefano Tubia, Silvia Nugara, Emanuela Ranucci e Claudio Panella.

 

Rocco Pinto e Giovanna Viglongo invitano invece il pubblico alla scoperta della Torino dei libri per andare a caccia delle storie custodite nei luoghi propri dei libri, come case editrici e librerie. Alle biblioteche della città è dedicato un itinerario speciale, in occasione del 150° anniversario della fondazione, curato proprio dalle Biblioteche Civiche Torinesi.Daniela Barbato, invece, guida i più piccoli attraverso la Torino dei bambini, in compagnia di Lapis Edizioni e Libreria dei Ragazzi.

 

Il programma entra nel vivo già venerdì 4 ottobre con la sopracitata anteprima, l’appuntamento con Antonio Scurati al Circolo dei lettori, e prosegue con l’incontro di sabato 5, ore 10 all’Oratorio di San Filippo Neri che inaugura la manifestazione. Partecipano l’assessora alla Cultura della Città di Torino Francesca Leon, il dirigente Archivi, Musei e Patrimonio Culturale della Città di Torino Stefano Benedetto. In occasione del 150° anniversario della loro fondazione, la presentazione del progetto Ripensare le Biblioteche Civiche Torinesi, sostenuto da Intesa Sanpaolo. Attraverso immagini, narrazioni e video, a cura di Antonio Damasco, direttore di Rete Italiana di Cultura Popolare, il racconto del ruolo delle biblioteche ripercorrendo le testimonianze dei veri protagonisti: i lettori. È inoltre presentato il nuovo logo delle Biblioteche Civiche e il ricco calendario di eventi e appuntamenti. Facciamo conoscenza.

 

Tra gli appuntamenti in programma si segnalano: la presentazione del nuovo romanzo diAndrés Neuman, scrittore, poeta e traduttore argentino, selezionato dalla rivista «Granta» tra i migliori giovani scrittori di lingua spagnola, sabato 5, ore 17.30 presso l’Oratorio di San Filippo Neri. Si intitola Frattura (Einaudi) ed è la storia di Yoshie, sopravvissuto a Hiroshima, e delle donne che lo hanno amato, di un secolo ferito, di un mondo lacerato: un canto di resilienza in grado di illuminare la bellezza trascurata delle cose rotte. Anche Fabio Gedaha in serbo una novità: a Portici di Carta la presentazione del suo nuovo atteso romanzo,Una domenica (Einaudi) domenica 6, ore 17 all’Oratorio San Filippo Neri con i gruppi di letture delle Biblioteche Civiche Torinesi e dello SBAM, e le letture di Lorena Senestro. Una riflessione sulle imperfezioni dell’amore, sui rimpianti, sulla vita che resta. Gioele Dix, invece, apprezzatissimo attore e regista, racconta al pubblico La Bibbia ha (quasi) sempre ragione (Claudiana), sabato 5, ore 11.30, Oratorio di San Filippo Neri, edizione ampliata della raccolta di riflessioni su personaggi e avvenimenti sparsi nel grande oceano biblico. Bompiani, editore ospite dell’edizione, porta una novità fresca di stampa, è Galateo per le ragazze da marito della giornalista Irene Soave, riflessione leggera sul bon ton e la seduzione nel nuovo millennio. L’incontro con l’autrice è sabato 5, ore 15.30 all’Oratorio di San Filippo Neri con Silvia Bombino. Mario Calabresi, già direttore di La Stampa e la Repubblica presenta invece La mattina dopo (Mondadori), domenica 6, ore 18 all’Oratorio di San Filippo Neri, immersione nel vuoto che ciascuno prova il giorno successivo a un grande dolore.

 

Importante e attuale il dibattito Una legge per il libro, una legge per leggere, sabato 5 ottobre, ore 12 all’Oratorio di San Filippo Neri, con Enzo Borio, Cristina Giussani, Walter Martiny, Flavia Piccoli Nardelli e Rocco Pinto. Se l’Italia è uno dei Paesi europei con i più bassi indici di lettura dipende anche dall’insufficienza delle politiche a sostegno del libro e della lettura. La legge in discussione in parlamento riuscirà a invertire la rotta? Ne discutono i rappresentanti di editori, librai, bibliotecari con Flavia Piccoli Nardelli, tra i deputati che più si sono impegnati sul tema.

 

In programma anche Gilberto Corbellini e il suo Nel paese della pseudoscienza(Feltrinelli), sulla necessità di difendere la scienza da false credenze e superstizioni;Federico Faloppa con Brevi lezioni sul linguaggio (Bollati Boringhieri), saggio su una delle componenti fondamentali della vita; l’Omaggio a Guido Ceronetti a cura di Alberto Jona,Paola Roman, Pietro Crivellaro e Anna Peyron, in collaborazione con Centro Studi Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, nell’ambito di Incanti; lo spettacolo Passi stracciati. Attraverso la poetica di Erri de Luca con Gisella Bein, Claudio Massarente, Angelo Scarafiotti, Renzo Sicco e Cristina Voglino, a cura di Assemblea Teatro e in collaborazione con Voglino Editrice, nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario della fondazione delle Biblioteche Civiche Torinesi.

 

Portici di Carta ricorda Eugenio Pintore, bibliotecario, lettore vorace, maestro di scrittura, persona di immensa cultura, è l’occasione per ricordarlo e ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per il mondo del libro, con Marco Chiriotti, e le letture di Riccardo Ferrari, Walter Martiny, Franco Orsola, Enrico Remmert e Cecilia Cognigni, sabato 5, ore 11.30 all’Oratorio di San Filippo Neri.

 

Chiude la 13ª edizione, lunedì 7, ore 18 al Circolo dei lettori la scrittrice Chiara Valerio con il suo nuovo romanzo edito da Einaudi. È Il cuore non si vede, storia di Andrea Dileva che un mattino si sveglia e si accorge di non avere più il cuore. Non è morto, ma forse non è vivo, perché siamo fatti di legami, allegrie immotivate, mancanze e ferite, oltre che di tendini, muscoli e ossa.

 

Demarchi, la creazione dell’opera d’arte vista come itinerario

 Nella mostra torinese delle opere  dell’artista

 

“Itinerari”. Un termine che ha da sempre affascinato artisti e letterati, da Jack Kerouac a Italo Calvino, che affermava che “il camminare presuppone che ad ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure qualcosa cambi in noi”. “Itinerari ” è il titolo della personale dell’artista astratto Roberto Demarchi, che inaugurerà giovedì  3 ottobre prossimo dalle 18.30 nei suoi spazi espositivi in corso Rosselli 11, a Torino.

“Itinerario – afferma l’artista Roberto Demarchi  – è un percorso, un cammino segnato da tappe. L’esistenza può essere vista come un itinerario segnato da due tappe certe ed ineludibili, la nascita e la morte, mentre il resto è un campo da gioco nel quale si disputa la partita tra volontà e destino, libero e servo arbitrio”.

Anche il creare un’opera artistica rappresenta, metaforicamente, un atto assimilabile a quello del camminare verso una meta non ancora precisata, attraverso itinerari diversi che l’artista sceglie.

La mostra “Itinerari” propone una selezione delle opere di Roberto Demarchi, quadri che si avventurano nel mondo lontano della cultura giapponese, attraversando alcuni momenti della poesia e della prosa del passato, esplorando  il momento aurorale del pensiero occidentale  che si muove attraverso il mistero del mistero della fede, percorrendo anche i sentieri affascinanti dell’astrologia. Gli itinerari che propone l’artista Roberto Demarchi sono diversi, ma seguono tutti un medesimo fil rouge, quello di cercare di soddisfare il bisogno di comprendere e conferire forma visibile all’enigma che è alla base dell’esistenza.

Mara Martellotta