CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 585

Oggi al cinema

LE TRAME DEI FILM NELLE SALE DI TORINO

A cura di Elio Rabbione

 

A star is born – Commedia (con musiche). Regia di Bradley Cooper, con Lady Gaga e Bradley Cooper. Grande successo veneziano, osanna dei fotografi sul red carpet, quarta edizione di una storia che ha quasi attraversato un secolo, dal 1937, immortalando sullo schermo di volta in volta Janet Gaynor, Judy Garland e James Mason, certo i più bravi!, Barbra Streisand e Kris Kristofferson. Dal mondo del teatro la vicenda è stata attualizzata e portata in quello della musica, una giovane cantante è portata al successo da un cantante/Pigmalione ormai avviato sul viale del tramonto, alcolizzato, innamorato di lei. Una bella sfida per Cooper per la prima volta dietro la macchina da presa, ma il successo decretato dalle varie uscite in Europa come negli States sta ad affermare che forse la scommessa è vinta. Le canzoni del film da ascoltare e ammirare. Durata 135 minuti. (Reposi, The Space)

 

Animali fantastici 2 – Fantasy. Regia di David Yates, con Eddie Redmayne, Jude Law e Johnny Depp. Non dimenticando il successo del primo capitolo, più che apprezzato un paio di stagioni fa (anche nel senso di incassi al botteghino) e proseguendo quindi pieni di speranze che non verranno deluse nel secondo della saga, alla soglia degli anni Trenta, troviamo il cattivissimo mago Grindelwald in piena evasione mentre accarezza idee di ferrea supremazia, tra profezie che rimandano ad un futuro non troppo lontano e pronte a realizzarsi, mentre il professor Silente affida a Newt Scamander la sua cattura. Una ricostruzione perfetta, dove insieme abitano maghi e mostri, le forze del Bene e quelle del Male, la fantasia che avvolge senza freni il pubblico più giovane come quello più adulto. Durata 134 minuti. (Massaua, GreenwichVillage sala 1, Ideal, Lux sala 2, Reposi, The Space anche in 3D, Uci anche in 3D e V.O.)

 

Blakkklansman – Azione. Regia di Spike Lee, con John David Washington e Adam Driver. Gran Premio della Giuria a Cannes lo scorso maggio, una storia vera dal protagonista Ron Stallworth nel libro “Black Klansman”. Come costui, poliziotto afroamericano, all’inizio degli anni Settanta riuscì a stabilire un contatto con il Ku Klux Klan, mantenne i contatti con il gruppo telefonicamente e inviò un agente della narcotici, ebreo, a infiltrarsi tra le file degli incappucciati. Lee compone il film non rifacendosi soltanto alla realtà ma integra con filmati d’epoca veri o ricostruiti, chiama il vecchio Harry Belafonte a raccontare di violenze del passato, traccia parellelismi con il presente terminando con i fatti di Charlottesville dello scorso anno, ad un raduno di suprematisti bianchi, alle parole di Trump. Durata 128 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Chesil Beach – Drammatico. Regia di Dominic Cooke, con Saoirse Ronan, Billy Howle e Emily Watson. Sceneggiato da Ian McEwan dal proprio romanzo, questo “segreto di una notte” (sottotitolo italiano) ci dice di Florence ed Edward, proveniente da una famiglia dell’alta borghesia lei, dal proletariato lui, del loro matrimonio nel sud dell’Inghilterra, nel 1963, nella località di mare che dà il titolo al film. Ovvero in un’epoca in cui, prima che pochi anni dopo il perbenismo anglosassone fosse sbaragliato da una nuova “cultura”, ogni cosa – e il sesso occupava il primo posto – doveva essere tenuta ben stretta tra le mura di casa: i due ragazzi non sono pronti a consumare il loro matrimonio e la prima notte di nozze segnerà non poco il loro futuro. Flashback che irrobustiscono la narrazione, timori e slanci, sentimenti sinceri e fuorviati allo stesso tempo, psicologie analizzate nell’opera prima di un regista che finora si è fatto onore sui palcoscenici teatrali e del musical. Durata 110 minuti. (Ambrosio sala 1, Due Giardini sala Ombrerosse, Uci)

 

Cosa fai a Capodanno? – Commedia. Regia di Filippo Bologna, con Luca Argentero, Ilenia Pastorelli, Isabella Ferrari, Alessandro Haber, Vittoria Puccini e Riccardo Scamarcio. Perché non trascorrere la sera dell’ultimo giorno dell’anno in uno chalet di montagna, con persone sino a quel momento sconosciute e abbandonarsi a una trasgressione sognata da tempo? Ci provano una coppia di giovani sposi, un politico corrotto e una figlia di papà, una signora dell’alta borghesia e il giovane Jacopo: che mai penserebbero di trovare già all’interno della casa una coppia di ladri alla ricerca della cassaforte, pronti a fingersi i padroni di casa per non destare troppi sospetti. Come finirà la serata? Durata 95 minuti. (Reposi, The Space, Uci)

 

Disobedience – Drammatico. Regia di Sebastian Lelio, con Rachel Weisz, Rachel McAdams e Alessandro Nivola. Tratto dal romanzo di Naomi Alderman, è un amore al femminile, osteggiato all’interno di una comunità di ebrei ortodossi. Ronit (Weisz), che torna a casa, in un periferico quartiere londinese, per i funerali del padre, decisamente anticonformista, fotografa di moda e di successo oltreoceano, ed Esti (McAdams), timida e riservata, sposata al cugino Dodiv, si ritrovano dopo lungo tempo per riaccendere una passione che non hanno mai dimenticato. Il film è diretto dal cileno Lelio, premiato a Berlino e Oscar quest’anno per “Una donna fantastica”. Durata 104 minuti. (F.lli Marx sala Chico)

 

La donna dello scrittore – Drammatico. Regia di Christian Petzold, con Franz Ragowski e Paula Beer. Dal romanzo di Anna Seghers. Con l’avanzare delle truppe tedesche alle porte di Parigi, Georg riesce a fuggire a Marsiglia – una città in cui possono transitare soltanto quelli in grado di dimostrare che ne ripartiranno -, assumendo l’identità dello scrittore Weidel, che si è tolto da poco la vita, nella paura delle persecuzioni. Tra i documenti dell’uomo c’è pure l’assicurazione dell’ambasciata messicana per un visto. Georg ha memorizzato tutte le informazioni contenute nei documenti e spera così di ottenere uno dei pochi passaggi disponibili in nave. Un giorno incontra Marie, una donna misteriosa di cui si innamora. Durata 101 minuti. (Romano sala 3)

 

Euforia – Commedia drammatica. Regia di Valeria Golino, con Riccardo Scamarcio, Valerio Mastandrea, Isabella Ferrari, Jasmine Trinca, Valentina Cervi e Marzia Ubaldi. Due fratelli diversissimi tra loro, Matteo (Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, spegiudicato, affascinante e dinamico, Ettore (Mastandrea), da poco separato dalla moglie, vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati e insegna nelle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra. Sono due persone all’apparenza lontanissime, che la vita obbliga a riavvicinarsi quando Ettore si ammala, non conoscendo la gravità della sua malattia, dal momento che Matteo, prendendosi cura di lui, fa di tutto per tenergliela nascosta. Una difficile situazione diventa per i fratelli l’occasione per conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità ed euforia. Durata 115 minuti. (Romano sala 2)

 

First man – Il primo uomo – Drammatico. Regia di Damien Chazelle, con Ryan Gosling e Claire Foy. Accolto tiepidamente a Venezia dove quest’anno ha aperto la Mostra, il film è l’occasione per rivedere al lavoro la coppia che ha portato al successo “La La Land” – qui la sceneggiatura è basata sul libro di James R. Hansen e firmata da Josh Singer, sue le storie di “The Post” e del “Caso Spotlight”. La storia di Neil Armstrong, il primo uomo a scendere sulla luna, il suo carattere chiuso e ombroso, un esempio di antieroismo, certo non alla ricerca del facile successo, una vita (uno sguardo anche al privato, funestato dalla morte della figlia giovanissima) spesa al raggiungimento di uno scopo (anche il protagonista di “La La Land” aveva il medesimo desiderio, là eravamo nel campo della musica), a partire dal 1969 sino a quella notte del 20 luglio 1969, quando tenne milioni e milioni di spettatori incollati ai televisori in bianco e nero a seguire la sua avventura. Durata 141 minuti. (Massaua, Classico, GreenwichVillage sala 2, Ideal, Lux sala 1, Uci)

 

Halloween – Horror. Regia di David Gordon Green, con Jamie Lee Curtis. Michael Myers (creato dalla fantasia di Carpenter), fuggito dal manicomio criminale in cui era rimasto rinchiuso, torna alla ricerca di Laurie Strode, la babysitter che un tempo è riuscita a sfuggirgli, che nel frattempo ha avuto tempo a diventare nonna e restare in pena per la dolce nipotina. Forse per lo scontro finale. Durata 109 minuti. (Uci)

 

Hunter Killer – Azione. Regia di Donovan Marsh, con Gerard Butler, Billy Bob Thornton e Gary Oldman. Tratto dal romanzo “Firing Point”, è la storia di una squadra di NAVY Seals, in mare con il compito di fermare un ammiraglio che nutre parecchie intenzioni di arrivare ad un golpe. Riusciranno i “buoni” a impedirglielo? Durata 121 minuti. (Massaua, Ideal, The Space, Uci)

 

Gli incredibili 2 – Animazione. Regia di Brad Bird. La famiglia di supereroi, accresciuta del piccolo Jack Jack, ha aspettato 14 anni per riapparire sugli schermi ma ha fatto letteralmente il botto se soltanto si pensa agli incassi da capogiro raccolti nei soli States. Sarà il disegno o la storia pronta a dare una bella spolverata agli ideali americani, sarà il mestiere collaudato del medesimo sceneggiatore/regista, la puntata numero 2 ha incrociato un largo pubblico e gli effetti benefici si dovrebbero risentire anche qui da noi. Questa volta è mamma Helen a salire in solitaria agli onori della cronaca, chiamata a imprese piuttosto ardue che dovrebbero rivalutare i veri valori dei supereroi caduti per qualche guaio commesso in disgrazia. Per cui papà Bob è obbligato a restarsene in casa, a badare ai primi batticuori dell’adolescente Violet, ai primi exploit di Jack Jack che subito rivela poteri inaspettati: ma il cattivo di turno ricomporrà la famiglia nuovamente pronta a nuove avventure. Durata 118 minuti. (Ideal)

 

In guerra – Drammatico. Regia di Stéphane Brizé, con Vincent Lindon. La fabbrica Perrin, un’azienda specializzata in apparecchiature automobilistiche dove lavorano 1100 dipendenti che fa parte di un gruppo tedesco, firma un accordo nel quale viene chiesto ai dirigenti e ai lavoratori uno sforzo salariale per salvare l’azienda. Il sacrificio prevede in cambio la garanzia dell’occupazione per almeno i successivi cinque anni. Due anno dopo l’azienda annuncia di voler chiudere i battenti. Ma i lavoratori si organizzano, guidati dal portavoce Laurent, per difendere il proprio lavoro. Durata 113 minuti. (F.lli Marx sala Harpo, Romano sala 1)

 

Notti magiche – Commedia. Regia di Paolo Virzì, con Mauro Lamantia, Irene Vetere, Giovanni Toscano, Giancarlo Giannini, Roberto Herlitzka, Marina Rocco, Ornella Muti e Paolo Bonacelli. Il punto temporale sono i Mondiali di Italia ’90, quando la Nazionale fu eliminata dall’Argentina ai rigori; lo sguardo pieno d’affetto è su quel cinema nato tre decenni prima e riempito di quei nomi che lo hanno fatto grande e ormai in grande stato confusionale, di decadenza; un futuro forse un po’ ansioso e confuso di tre giovani (una rampolla della Roma bene, un siciliano colto e presuntuoso, un livornese che vorrebbe scalare la vita subito), finalisti al prestigioso premio Solinas, che proprio quella strada del cinema vorrebbero imboccare. Il tutto raccontato nella curiosa cornice del giallo (il produttore che vorrebbe portare sullo schermo la storia di Antonello da Messina scritta dal giovane siciliano finisce in Tevere con la propria macchina), tra le trattorie dove incontri sceneggiatori e registi, con i produttori che accolgono o ingannano. Durata 125 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Massimo sala 1, Reposi, Uci)

 

Il Presidente – Drammatico. Regia di Santiago Mitre, con Ricardo Darin. Scena politica e vita privata per il presidente argentino Hernan Blanco: mentre l’opinione pubblica gli rinfaccia la sua debolezza nel prendere certe decisioni, sempre manovrato da qualcuno al di sopra di lui, deve combattere con i problemi mentali della figlia e con la notizia di certi finanziamenti di qualche anno prima che sta trapelando. Proprio quando si svolge un importante vertice con gli altri paesi sudamericani, deciso a discutere un programma per lo sviluppo dell’intero paese e per sottrarsi in maniera pressoché definitiva dall’influenza statunitense, un vertice dove il presidente brasiliano spinge per lo strappo immediato mentre quello messicano non vorrebbe del tutto sottrarsi alla sfera di influenza dei vicini di casa. Durata 114 minuti. (Classico)

 

Quasi nemici – Commedia. Regia di Yvan Attal, con Daniel Auteuil e Camélia Jordana. Neïla Salah è cresciuta a Créteil, nella multietnica banlieu parigina, e sogna di diventare avvocato. Iscrittasi alla prestigiosa università di Panthéon-Assas nella capitale francese, sin dal primo giorno si scontra con Pierre Mazard, professore celebre per i suoi modi bruschi, le sue provocazioni e il suo atteggiamento prevenuto nei confronti delle minoranze etniche. La proprio Mazard, per evitare il licenziamento all’indomani di uno scandalo legato a questi suoi comportamenti, si ritroverà ad aiutare Neïla a prepararsi per l’imminente concorso di eloquenza. Cinico ed esigente, il professore potrebbe rivelare di essere proprio il mentore di cui la ragazza ha bisogno, tuttavia entrambi dovranno prima riuscire a superare i propri pregiudizi. Durata 95 minuti. (Nazionale sala 2)

 

Red Zone – Azione. Regia di Peter Berg, con Mark Wahlberg. Agente americano in un immaginario paese del sud-est asiatico deve portare in salvo, dall’ambasciata all’aeroporto, 22 miglia di fuoco e fiamme, un informatore locale che conosce il nascondiglio di un quantitativo del micidiale cesio e la richiesta, rivelandolo, di ottenere il visto per porsi al sicuro negli Stati Uniti. Jimmy Silva dovrà superare nemici e mitragliate per raggiungere l’aeroporto e salvare quell’uomo. Durata 94 minuti. (Ideal, The Space, Uci)

Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni – Fantasy. Regia di Lasse Hallstrom e Joe Johnston, con Helen Mirren, Morgan Freeman e Keira Knightley. Tratto dal racconto fantastico di Hoffmann, scritto nel 1816, e il balletto musicato da Čajkovskij quasi un secolo dopo. Come ogni vigilia di Natale, il signor Drosselmeyer e sua figlia Clara si riuniscono con gli altri ospiti nel grande salone della loro casa, per partecipare alla abituale magnifica festa: durante i festeggiamenti però avviene un fatto insolito. Seguendo un filo dorato che attraversa tutti i corridoi della casa, la giovane Clara viene condotta in un mondo magico e sconosciuto, diviso in quattro reami incantati. Durata 99 minuti. (Massaua, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space, Uci)

 

Senza lasciare traccia – Drammatico. Regia di Debra Granik, con Ben Foster e Thomasin McKenzie. La storia di una ragazzina adolescente e di suo padre che per anni hanno vissuto di nascosto in Forest Park, un grande bosco alle porte di Portland, in Oregon. Un incontro casuale li porterà allo scoperto, costringendo entrambi ad abbandonare il luogo per essere affidati agli agenti dei servizi sociali. Proveranno ad adattarsi alla nuova situazione, fino a che una decisione improvvisa li porterà ad affrontare un pericoloso viaggio in mezzo alla natura più selvaggia, alla ricerca dell’indipendenza assoluta. Dalla regista di “Un gelido inverno” che ha portato al successo Jennifer Lawrence. Durata 108 minuti. (GreenwichVillage sala 1 e 2)

 

Summer – Biografico/Musicale. Regia di Kirill Serebrennikov, con Teo Yoo, Irina Starshenbaum e Roman Bilyk. Presentato con grande successo all’ultimo Festival di Cannes, dove il regista non è potuto intervenire perché agli arresti domiciliari. Produzione con soldi francesi e apporti privati russi. In una Leningrado fotografata rigorosamente in bianco e nero, primi anni Ottanta, d’estate (“leto” è il titolo originale del film): la storia di Victor Koj, futuro leader dei Kino, del suo incontro con Mike, con chi è considerato il re della scena musicale della città e con sua moglie, Natasha. Mike lo prende sotto la sua protezione ma Victor s’avvicina sempre di più a Natasha, nella libertà di anni in cui i giovani guardano all’occidente e ai giganti della musica, dai Doors a David Bowie, da Lou Reed ai Velvet Underground. Pubblico e privato, la musica e la famiglia, imposizioni e libertà, un cambiamento che forse non arriverà. Durata 126 minuti. (F.lli Marx sala Groucho anche V.O.)

 

Ti presento Sofia – Commedia. Regia di Guido Chiesa, con Fabio De Luigi, Micaela Ramazzotti e Caterina Sbaraglia. Replay di casa nostra dell’argentino “Se permetti non parlarmi di bambini” uscito tre anni fa. Un padre divorziato, un padre premuroso e attaccatissimo alla propria creatura di dieci anni, che sbarca il lunario vendendo strumenti musicali, innamorato di una donna, Mara, indipendente, dal carattere forte, fotografa in cerca della sua strada, personalissima, che al loro primo appuntamento gli rivela di non volere assolutamente dei bambini, che anzi i bambini, tutti, lei li detesta. Sarà una gara quotidiana per l’imbranato Gabriele a costruire le proprie giornate in funzione della presenza dell’una o dell’altra sua donna, come la sua casa, adattata secondo le circostanze. Tra bugie, sotterfugi, manovre inverosimili, conflitti e soluzioni. Durata 98 minuti. (Massaua, Reposi, The Space, Uci)

 

Tutti lo sanno – Drammatico. Regia di Asghar Farhadi, con Penelope Cruz, Javier Bardem e Ricardo Darìn. Laura ritorna nel paese della sua infanzia per partecipare alle nozze della sorella. Lasciata anni prima la Spagna per l’Argentina, è sposata con un uomo che non ama più e ha due figli che ama sopra ogni cosa. In Spagna, nella provincia della Rioja, con gli affetti più cari ritrova Paco, l’amore della sua gioventù. L’accoglienza è calorosa, il matrimonio da favola, i festeggiamenti esultanti ma quella gioia lascia all’improvviso il posto alla disperazione. La figlia di Laura viene rapita: una sparizione che fa cadere le maschere in famiglia e nell’intero paese, dove “tutti sanno”. Dal regista iraniano di “La separazione”: da cui ci si sarebbe aspettato molto di più. Se all’inizio i preparativi della festa sono condotti con un certo ritmo, solare e affascinante, se i vari personaggi familiari sono tratteggiati con sicurezza, man mano che la storia avanza ci si ritrova nell’ovvio (e di una certa paternità mai confessata hai già avuto qualche dubbio non appena la Cruz mette piede al paesello natìo) e il nodo di vipere non snocciola poi grandi sorprese, con qualche imbarazzo per Bardem che si ritrova lì a fare il romanticone e la consorte che s’ingegna a dare credibilità ai suoi dolori di madre, in uno svolgimento che sfoglia tutte le pagine del melò. Darìn questa volta sta nelle retrovie, anche per colpa della brutta sceneggiatura, (sempre più annaspante, con un vero brutto imbattersi delle anime del misfatto, improvviso, mal raccontato), con grave disappunto di chi altre volte lo ha ammirato. Durata 132 minuti. (Eliseo Blu, Nazionale sala 1, Uci)

 

Il verdetto – Drammatico. Regia di Richard Eyre, con Emma Thomson, Fionn Whitehead e Stanley Tucci. Tratto dal romanzo “La ballata di Adam Henry” di Ian McEwan. Mentre il suo matrimonio con Jack vacilla, l’eminente Giudice dell’Alta Corte britannica Fiona Maye è chiamata a prendere una decisione cruciale nell’esercizio della sua funzione: deve obbligare Adam, un giovane adolescente che sta per compiere i diciotto anni, a sottoporsi a una trasfusione di sangue che potrebbe salvargli la via, contro le certezze di genitori che fanno parte dei testimoni di Geova e sono contrari a quella decisione. Contro l’ortodossia professionale, Fiona sceglie di andare a far visita al ragazzo in ospedale.Quell’incontro avrà un profondo impatto su entrambi, suscitando nuove e potenti emozioni in Adam e sentimenti rimasti a lungo sepolti nella donna. Una delle migliori interpretazioni della Thompson, una splendida quanto serrata prima parte del film: quando poi, all’entrata in scena del ragazzo, si intravedono all’orizzonte conflitti amorosi e materni da sempre soffocati, qualcosa nella storia scricchiola, si allunga in dialoghi e giravolte a tratti non necessari, il ritmo s’allenta, il sentimentalismo meno a freno finisce col “rovinare” un bellissimo personaggio femminile cui all’inizio ci eravamo affezionati. Tucci sembra entrato nella vicenda per sbaglio, un altra faccia in un altro luogo. Da vedere comunque. Durata 105 minuti. (Ambrosio sala 3)

 

Widows – Eredità criminale – Thriller. Regia di Steve McQueen, con Viola Davis, Liam Neeson, Cynthia Erivo, Colin Farrell, Robert Duvall e Michelle Rodriguez. Veronica Rawlins è sposata con Harry che muore durante un colpo compiuto ai danni del gangster Jamal Manning, pronto a entrare in politica. Il colpo di Harry finisce non solo in una strage in cui muore tutta la sua banda ma pure in un incendio che brucia tutto quanto il denaro, tanto che Jamal decide di chiedere un risarcimento a Veronica, cui Harry tra l’altro ha lasciato una ricca cassetta di sicurezza in cui è nascosto il suo quadernetto d’appunti con le note per il prossimo colpo. Veronica decide di realizzare quella rapina e cerca di convincere le altre vedove a essere sue complici. Durata 129 minuti. (Massua, Eliseo Rosso, GreenwichVillage sala 3, Reposi, The Space, Uci)

Anatomia del Miracolo

Sarà in sala dal 13 novembre per un tour di proiezioni il documentario di Alessandra Celesia Anatomia del Miracolo. Il film sarà presentato a Torino martedì 20 novembre alle 21.00 al Cinema Massimo alla presenza della regista Alessandra Celesia. Ingresso: 4,50 euro

Suggestioni, ferite, credenze e miracoli si intrecciano nella vita di tre protagoniste femminili: Sue una pianista di fama mondiale, Giusy un’antropologa atea nata con una grave disabilità e Fabiana una transgender molto devota. Il fil rouge di queste tre donne che non si incontreranno mai è la Madonna dell’Arco e il livido che ha sul volto a testimonianza delle ferite che ciascuno di noi porta dentro di sé. Vincitore del prestigioso riconoscimento Les Ètoile de la Scam, il film ha avuto la sua première al Festival di Locarno, uno dei festival più importanti al mondo. In Italia, è stato presentato al Festival dei Popoli, festival di rilievo dedicato al cinema documentario, che nella sua 54a edizione ha visto proprio Alessandra Celesia, con Il Libraio di Belfast, aggiudicarsi il Premio Miglior Film e Premio del Pubblico. La regista, nata in Italia, vive Francia da più di venti anni. Da sempre il suo interesse si rivolge alle persone, alla loro fragilità e umanità. “I personaggi di Anatomia del Miracolo” spiega Alessandra Celesia “rappresentano a pieno titolo le sfaccettature di un paese intero. Ogni personaggio è metafora, ogni vita è un tassello del puzzle.”

 

 

 

Il Premio InediTO – Colline di Torino compie 18 anni

L’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica), in lingua italiana e a tema libero

Il Premio InediTO – Colline di Torino compie 18 anni, diventa maggiorenne e raggiunge la maturità! Il concorso letterario organizzato dall’associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO), nato nel 2002, punto di riferimento in Italia tra quelli dedicati alle opere inedite, ha l’obiettivo di premiare autori affermati e nuovi talenti, di ogni età e nazionalità, ed è l’unico nel suo genere a rivolgersi a tutte le forme di scrittura (poesia, narrativa, saggistica, teatro, cinema e musica), in lingua italiana e a tema libero. Grazie al montepremi (aumentato a 7.000 euro senza incidere sulla quota d’iscrizione), i vincitori delle sezioni Poesia, Narrativa-Romanzo, Narrativa-Racconto e Saggistica ricevono un contributo destinato alla pubblicazione e/o alla promozione con editori qualificati, mentre i vincitori delle sezioni Testo Teatrale, Cinematografico e Canzone un contributo per la messa in scena, la produzione, la diffusione radiofonica e sul web, partecipando a rassegne, festival, fiere. Inoltre, verranno assegnate menzioni agli autori promettenti e i premi speciali “InediTO Young” in collaborazione con Aurora Penne, “Borgate Dal Vivo”, nonché i nuovi premi intitolati ad “Alexander Langer” e a “Giovanni Arpino” in collaborazione con la Città di Torino, e il premio “InediTO RitrovaTO” con la Città di Alba conferito a un’opera inedita di uno scrittore non vivente. Il concorso talent scout diretto dal cantante jazz e scrittore Valerio Vigliaturo, che accompagna gli autori nel mondo dell’editoria e dello spettacolo (come testimoniato dai vincitori lanciati in queste edizioni), ha coinvolto migliaia di iscritti da tutta Italia e dall’estero (Usa, Europa, Australia, Asia), a conferma anche della dimensione internazionale acquisita. Il prestigio è caratterizzato dalla qualità delle opere premiate, dal riscontro dei media e dalle personalità che hanno formato il Comitato d’Onore e che hanno ricoperto il ruolo di presidenti e di giurati (tra i quali Paola Mastrocola, Umberto Piersanti, Luca Bianchini, Andrea Bajani, Aurelio Picca, Davide Ferrario e Morgan). Da questa edizione la super giuria sarà presieduta dalla scrittrice Margherita Oggero e formata da: Maurizio CucchiPaolo LagazziDavide RondoniDario Salvatori, Cristiano Godano (Marlene Kuntz), Paolo Di Paolo,Melania GiglioAndrea ZirioEnrico RemmertGaia Rayneri, Vito CioceLinda MesserklingerLeonardo CaffoTindaro Granata nonché dai vincitori della passata edizione. Il bando scadrà il 31 gennaio 2019, mentre per la prima volta al Salone del Libro di Torino si terrà a maggio la presentazione dei finalisti e a giugno la premiazione, con il coinvolgimento di ospiti illustri (tra i quali hanno partecipato alle scorse edizioni Giorgio Conte, Franco Branciaroli, Eugenio Finardi, David Riondino, Francesco Baccini, Alessandro Haber, Laura Curino, Gipo Farassino, Arturo Brachetti, David Riondino, Red Ronnie e Lella Costa. Mentre, in collaborazione con il Salone OFF, sono stati ospitati a Chieri gli scrittori Marc Augé, Andrea Vitali e Giuseppe Catozzella).   Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e ottiene il contributo della Regione Piemonte, del Consiglio regionale del Piemonte e delle città di Chieri e Moncalieri, il patrocinio della Città di Torino, il patrocinio della Città Metropolitana di Torino e della città di Chivasso, Alba (CN) e da questa edizione di Rivoli, il sostegno della Fondazione CRTe di Legacoop Piemonte, la sponsorizzazione di Aurora Penne. I partner sono il Premio Lunezia, il Festival di Poesia “Parole Spalancate”di Genova, il M.E.I. (Meeting delle Etichette Indipendenti) di Faenza, il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna, Film Commission Torino Piemonte, il Festival di Letteratura “I luoghi delle parole” di Chivasso (TO), il Festival “Borgate dal Vivo”, l’agenzia L’Altoparlante, l’agenzia letteraria Edelweiss, nonché da questa edizione la piattaforma digitale eLegacy e l’associazione teatrale Tedacà. Media partner sono «Leggere:tutti», «Torino Magazine», «Corriere di Chieri», «News Spettacolo», «Radio GRP» e «Radio U.G.I.»(Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini, cui sarà devoluto parte del ricavato delle iscrizioni).

La musica per la mente e per il cuore

Se ne parlerà in un convegno a Nichelino il 16 novembre

La musica per la mente e per il cuore. Questa la finalità del laboratorio “Liberovici Musicalmente insieme”, finanziato dalla Fondazione CRT, dal Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca, Ufficio Scolastico Regionale per Il Piemonte, il Liceo Musicale Cavour ed una rete proprio intitolata “La musica del corpo, della mente e del cuore”. In collaborazione con la Città di Nichelino è stato organizzato un convegno nelle giornata di venerdì 16 novembre 6prpssimo, dalle 8 alle 18, presso il teatro Superga di Nichelino, ed il 17 novembre sarà affiancato da laboratori didattici presso la Scuola Civica Musicale Corino, in via San Matteo 19 a Nichelino, dalle 9 alle 13.  Verranno affrontate tematiche variegate, quali la musica ed il linguaggio dei segni per cantare, suonare e danzare insieme, la rete, modello possibile di sinergie virtuose, le pratiche musicali e lo sviluppo cognitivo, la semiografia gestuale e la elaborazione musicale. Si parlerà anche del Laboratorio Sergio Liberovici, della capacità di fare inclusione attraverso la musica, delle diverse abilità e dell’intercultura per la valorizzazione delle differenze, oltre al rapporto tra teatro e musica. Il convegno è preceduto da un concerto di inaugurazione affidato al gruppo musicale Ensemble Futura al teatro Superga. Questi due giorni di studio saranno un’occasione da parte di docenti, studenti ed esperti provenienti dal mondo artistico, educativo e sanitario, per confrontarsi, documentare e condividere l’esperienza della Rete “La musica del corpo, della mente e del cuore“.

Mara Martellotta

Una vera passione per i cinefili, tra omaggi e le sfide di attori dietro la macchina da presa

Dopo che il presidente del Museo del Cinema Sergio Toffetti ci ha fatto l’elenco dei vari sponsor – pressoché vivace intermezzo con la direttrice Emanuela Martini: “Quando collaboravo con il festival dei Due Mondi, Menotti ideò un’operina di pochi minuti in cui musicò i nomi dei vari sponsor”, “Potremmo farne una noi e poi cantarla”, “Una proposta buona, se ci fosse un musicista a disposizione” (!) -, in primis Ministero, Regione, Città di Torino, Fiat e Intesa San Paolo; dopo che il medesimo ha snocciolato cifre, ricordando come il budget dello scorso anno fosse di 1 milione e 926 mila euro mentre quello attuale raccoglie 20 mila euro in più, dopo che l’assessora Leon con la sua solita stringatezza ha portato il saluto della sindaca Appendino e dopo che Antonella Parigi ha scherzato (?) con Toffetti (“Cosa vuoi aver fatto tu, sei appena arrivato”) e ha tenuto a farci sapere che quest’anno si brinda con Asti Secco (altro sponsor) cancellando il prosecco, “il mio nemico mortale”, si passa, come avrebbe detto Woody Allen, dal culturale al ricreativo: e finalmente usciamo a rivedere le stelle e a parlare di questo TFF numero 36 che s’inaugurerà il 23 novembre prossimo per concludersi il 1° dicembre. Niente red carpet, a Torino non è d’uso, niente madrine o madrini come in laguna, niente sfavillii oltre il dovuto. Si bada al cinema e ai cinefili, magari infilando nel programma anche un film di 14 ore a prova di sfinimento, ad un confronto tra il passato e il presente, ad un’analisi di momenti storici e di società diverse, si approntano “due anime di cinema che si incontrano e si intrecciano”, ovvero il ciclo dedicato a Jean Eustache (scomparso nel 1981 a soli 43 anni, un titolo per tutti La maman et la putain: a Jean-Pierre Léaud, che in più di una storia ha incarnato le logiche e i sentimenti dell’autore, icona della ribellione francese e della Nouvelle Vague, verrà consegnato il Gran Premio Torino) e quello che riproporrà la filmografia del duo Powell&Pressburger (un titolo per tutti Scarpette rosse), si innesca il meccanismo di discussione tra vicini di poltrona, si instaura la legge delle lunghe file e del panino tra una proiezione e l’altra. Le sale sono quelle ormai immancabili di Reposi e Massimo, dentro cui triturare ad incastro 133 lungometraggi, di cui 36 opere prime e seconde, 34 anteprime mondiali, 23 anteprime internazionali, 59 anteprime italiane, risultato di una selezione che ha visto 4000 film iniziali a disposizione.

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All’inizio è The Front Runner di Jason Reitman sulla parabola tutta in discesa del senatore democratico Gary Hart, in corsa nel 1988 per Casa Bianca ma incappato in un’avventura con la modella di turno che gli sbarrò la strada (fu sostituito da Dukakis ma la vinse papà Bush), al termine della rassegna Santiago, Italia, un film-documentario (in uscita sugli schermi il 6 dicembre) con cui Nanni Moretti, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali d’epoca, mostra i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973, guardando soprattutto al ruolo che ebbe l’ambasciata italiana nella capitale cilena, pronta a dare rifugio a centinaia di oppositori del regime di Pinochet. In mezzo altre storie, il concorso con 15 film, altrettante le nazionalità, opere prime e seconde, soltanto La disparition des lucioles del canadese Sébastien Pilote è un’opera terza, la storia della giovane Léo, la nostalgia per il padre, il rapporto negativo con la madre e con il patrigno, l’incontro con un chitarrista, pigro e debosciato, più grande di lei. L’Italia allinea Ride, che vede il passaggio dietro la macchina da presa di Valerio Mastandrea, una donna e il figlio di dieci anni che affrontano il lutto per la morte del marito e del padre, un film dove il pluripremiato attore “sorprende dirigendo un dramma stralunato e originale, raccontato come una commedia, risate e commozione, senza trucchi o facili scorciatoie”. Ancora in concorso, ancora un attore dietro la macchina da presa – ma dev’essere l’annata delle sfide, se anche Ralph Fiennes ha voluto con The white crow raccontare la storia di Rudolf Nureyev (compreso il flashback della nascita, in un vagone della Transiberiana, nel ’38, zeppo di giocatori, ubriachi e contadini) e quel momento soprattutto in cui sfuggì nel 1961 al rimpatrio consegnandosi alla polizia parigina; se James Franco dirige Pretenders, due amici al college s’innamorano della stessa ragazza, tra i Settanta e gli Ottanta, trovandosi, perdendosi e ricercandosi, e se Ethan Hawke, giunto qui alla sua terza prova, racconta vita e opere del misconosciuto cantante country Blaze Foley e la sua morte a soli 39 anni -: Paul Dano con Wildlife, ambientato nel Montana degli anni Sessanta, con un adolescente che assiste alla fine del matrimonio tra i genitori (Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan).

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 In buona compagnia dell’omaggio di Pupi Avati, quest’anno Guest Director, ai rapporti tra il cinema e quel jazz che da sempre è la sua seconda passione, di quella giornata (28 novembre) che ricorderà Ermanno Olmi – Lunga vita a Ermanno Olmi! -, proponendo film, documentari, materiali rari o inediti, testimonianze di collaboratori, la sua voglia di fare cinema (da rivedere Il mestiere delle armi del 2001) e la spinta fatta non soltanto di consigli che attraverso “Ipotesi Cinema” dette a giovani autori, come Giacomo Campiotti, Mario Brenta e Maurizio Zaccaro che testimonieranno qui con le loro opere prime. Dall’apporto di Film Commission Torino Piemonte derivano Drive me home di Simone Catania, con Marco D’Amore e Vinicio Marchioni, una storia di amicizia tra le strade d’Europa, i drammi e le fughe di due uomini che dalla Sicilia si ritrovano uno cameriere a Londra e l’altro camionista in Germania; e Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci, dal romanzo di Davide Longo, un thriller notturno ambientato nelle valli piemontesi tra vecchi passeur e nuovi trafficanti, con Luigi Lo Cascio cupo e travagliato vedovo che si trova a dover affrontare l’omicidio del figlioccio Fausto. Dalla Cina arriveranno il presidente della giuria Jia Zhangke e il suo ultimo film Ash is purest white, protagonista la musa e moglie Zhao Tao ad impersonare l’avventura di una donna e il cammino che lei compie in 17 anni per stare accanto al suo uomo, mentre il paese continua a cambiare.

 

Elio Rabbione

 

 

Le foto: (nell’ordine) Il manifesto del 36mo TFF; Una scena di “Ride”, opera prima di Valerio Mastandrea; “Ash is purest white” di Jia Zhangke (presidente della Giuria del TFF); Luigi Lo Cascio in “Il mangiatore di pietre” di Nicola Bellucci dal romanzo di Davide Longo e “Wildlife” opera prima di Paul Dano.

Gatto Panceri torna in radio

L’artista milanese di ‘Pelle d’oca e lividi’ propone in airplay i due momenti più intensi del nuovo album

Il 16 novembre 2018 è un radio date molto particolare per il cantautore Gatto Panceri che estrapola dal suo ultimo, apprezzato album ‘Pelle d’ oca e lividi’ contemporaneamente ben due nuovi singoli in promozione, con cui regalare a volontà emozioni e calore a chi da sempre ama la musica italiana di qualità. La stampa specializzata, nel corso di questi primi sei mesi trascorsi dall’uscita dell’album a oggi, ha decretato per l’appunto ‘Ero Polvere’ e ‘Tu mai’ come i brani più intensi e interessanti del nuovo lavoro del cantautore lombardo, che consta appunto di ben 19 brani pubblicati dall’etichetta ‘Hit Rainbow’ di Athos Poma e Roby Facchinetti, storico leader dei Pooh. Così Gatto Panceri sul binomio di canzoni scelte a proseguire la promozione del cd: “TU MAI è la più ritmata e veloce. Miscela l’intimità del testo a un clima rock metropolitano intriso di suoni elettronici, con un effetto-ascolto immediato e dal sound impattante e contemporaneo. ERO POLVERE è la ballata che non può mancare in qualsiasi grande disco: parte pianoforte e voce, ma poi cresce fino a esplodere e di nuovo implodere sul toccante finale”. I testi sono davvero al top del livello delle miglior cose che ha scritto e sa scrivere questo autore. Abbracciano temi attuali e primari, propri dell’umanità dispersa e distratta dei nostri tempi. “La solitudine, l’alienazione, l’indifferenza intorno a noi e il domandarsi se gli altri provano le stesse nostre emozioni sono il tema di TU MAI. La rinascita e il riscatto dopo un momento negativo sono invece gli ingredienti di ERO POLVERE”, aggiunge l’artista. Quest’ultima, in particolar modo, si configura all’istante per chi vorrà farla sua come una canzone davvero terapeutica: “Nel senso che farà un gran bene all’anima di chi almeno una volta nella vita ha provato a sentirsi a terra come la più misera polvere, ma si è però risollevato”, conclude Gatto Panceri.

 

Piero Gobetti costituente

Il progetto “Piero Gobetti costituente” , promosso dal Centro Studi “Piero Gobetti” propone una serie di ricerche su Gobetti e i valori costituzionali e un’attività performativa con gli studenti del Liceo Gioberti, con il patrocinio del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale piemontese e la collaborazione del Polo del ‘900

L’evento “Gobetti e i valori dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione” si articola su una “due giorni” – giovedì 15 e venerdì 16 novembre – nella sede del Consiglio regionale a Palazzo Lascaris e un doppio appuntamento al Polo del ‘900 nel pomeriggio del 16 novembre e di giovedì 29 novembre. Nella mattinata di giovedì 15 novembre, dalle 10,30 alle 12,30, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris si terrà l’incontro con il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Nino Boeti durante il quale gli studenti del Liceo Gioberti presenteranno il progetto Rex/pubblica a cui farà seguito un’attività performativa con l’attrice Marta Di Giulio. Venerdì 16 novembre, alle 9,30, sempre nella Sala Viglione del Consiglio regionale si terrà la prima sessione del seminario su “Piero Gobetti costituente”. Introdurrà e coordinerà Dora Marucco e interverranno Marco Revelli (L’eredità di Piero Gobetti nella Costituente), Cesare Panizza (Ferruccio Parri e Piero Gobetti) e Pietro Polito (Palmiro Togliatti e Piero Gobetti). Nel pomeriggio, alle 15,30, la seconda sessione si terrà nella sala didattica del Polo del ‘900 in via del Carmine a Torino. Introdurrà e coordinerà Ersilia Alessandrone Perona e interverranno Francesco Campobello (Stato e Chiesa in Italia), Francesca Semenzari (Temi europeistici e internazionalistici) e Angela Arceri (Temi gobettiani nelle donne costituenti). Ultimo appuntamento giovedì 29 novembre alle 16,00 nella sala didattica del Polo del ‘900 in via del Carmine a Torino con la tavola rotonda su “Inattualità dei valori dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione?”. L’incontro sarà introdotto da Pietro Polito e coordinato da Francesco Campobello. Discuteranno Gianluca Bascherini (Non difendere, ma creare.La critica di Piero Gobetti allo Statuto), Chiara Tripolina (Classe dirigente e tirannide nel pensiero di Piero Gobetti), Francesco Pallante (Il conflitto come valore nel pensiero di Piero Gobetti), Fabio Longo (Parlamentarismo e legge elettorale nel pensiero di Piero Gobetti) e Antonio Mastropaolo (Diventare cittadini:il problema dell’educazione in Piero Gobetti). Il richiamo a Gobetti ha un valore di grande attualità e rappresenta un’utile chiave interpretativa per interrogarsi sull’attualità o inattualità dei valori dell’antifascismo, della Resistenza e della Costituzione. L’Assemblea costituente, che ha continuato a svolgere i suoi lavori fino al 31 gennaio 1948, era composta di 556 deputati ed è stata la più alta manifestazione del pluralismo culturale del Paese: in essa si rispecchiarono le principali idee politiche, che avevano le loro radici nei movimenti di pensiero sorti durante il periodo dell’antifascismo e della Resistenza. Scopo degli incontri è rivisitare quella grande stagione dal punto di vista di una minoranza critica ma costruttiva quale è quella impersonata da Piero Gobetti con i suoi scritti, le sue riviste e i suoi libri, concentrando l’attenzione su alcune figure della stagione costituente, ampliando lo sguardo verso i rapporti tra Stato e Chiesa, il punto di vista delle donne e il quadro europeo e internazionale. Un modo originale per interrogarsi sul messaggio di Piero Gobetti.Le ricerche saranno condotte prevalentemente da giovani studiosi, avvalendosi dell’archivio del giovane uomo politico e scrittore, conservato presso il Centro studi Piero Gobetti. Qui è raccolta una consistente documentazione su Gobetti e la tradizione gobettiana che consente di seguire, nei suoi punti di forza e anche nelle sue contraddizioni, la “traccia” da lui lasciata nella nostra storia repubblicana e la sua presenza significativa nelle principali culture politiche nazionali.

 

Marco Travaglini

Claude Monet Shadow prosegue al Parco Dora

Meluzzi: “mix di storia e modernità filtrata attraverso l’infinita bellezza dell’arte pura”

Prosegue con successo la mostra ‘Claude Monet Shadow’ al Parco Commerciale Dora, in cui alcuni fra i principali e più amati dipinti del grande Maestro impressionista francese acquistano nuova luce grazie all’innovativa tecnica di videomapping in 3D dell’artista Luca Agnani, ideatore dell’evento. Il 15 novembre, dalle ore 18, a impreziosire lo spazio espositivo di circa 55mq vi sarà anche l’esibizione musicale di un gruppo di allievi del Liceo Classico Cavour, che svolgono anche funzione di guida culturale al percorso di mostra. Alla brillante iniziativa è anche giunto il plauso del noto psichiatra, sociologo e studioso Alessandro Meluzzi, che l’ha definita un riuscito mix di storia e modernità filtrata attraverso l’infinita bellezza dell’arte pura. Tutte le informazioni sul sito www.parcocommercialedora.it.

Diagnosi del moderno di Albino Galvano

La GAM di Torino presenta il volume dedicato all’intellettuale torinese

Mercoledì 14 novembre, ore 18

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A vent’anni, fu fra i frequentatori a Torino della “scuola di via Galliari” animata dall’allora maestro dei maestri Felice Casorati; qualche anno dopo fonda, insieme a Franco Antonicelli, l’Unione Culturale torinese e nel ’48 promuove il MAC – Movimento Arte Contreta, fondato a Milano da Atanasio Soldati insieme a Gillo Dorfles, cui aderirono artisti (illuminati da un libero astrattismo geometrico) i cui nomi vanno da Bruno Munari, a Filippo Scroppo e a Gianni Monnet, fino a Nino Di Salvatore. Pittore, storico e critico d’arte nonché filosofo (fu docente di Filosofia, dopo esserlo stato di Pittura all’Accademia Albertina, ai Licei “Gioberti” e “Galileo Ferraris” di Torino) e intellettuale di levatura europea non sufficientemente conosciuto – né riconosciuto – neppure in Italia, ad Albino Galvano (Torino, 1907 – 1990), l’Editrice “Nino Aragno” dedica meritevolmente un volume dal titolo “Diagnosi del moderno”, a cura di Alessandra Ruffino, attenta studiosa dei rapporti fra arte e letteratura, già docente all’Università di Torino con Marziano Guglielminetti e giornalista collaboratrice de “Il Giornale dell’Arte”, nonché consulente di varie istituzioni pubbliche e privata e nell’editoria. Articolato in 33 testi, suddivisi in otto sezioni, il volume sarà presentato il prossimo mercoledì 14 novembre, alle ore 18, presso la Sala Uno, al piano terra della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, in via Magenta 31, a Torino. Al dibattito, interverranno (oltre alla curatrice dell’opera), Riccardo Passoni, direttore della GAM e Maria Teresa Roberto, docente all’Accademia Albertina. Obiettivo del libro: Offrire a lettori e studiosi la possibilità di accedere a una significativa parte degli scritti di un autore capace di spaziare tra estetica, filosofia, critica d’arte, letteratura, psicoanalisi, storia dell’arte orientale. Senza mai temere la marginalità e l’inattualità, Galvano è stato un lucido testimone del suo tempo e un acuto interprete di quella ‘genesi per opposizione’ che, attraverso il passaggio Simbolismo-Art Nouveau-Astrattismo, ha aperto all’età contemporanea e alle sue tante contraddizioni, illusioni, disillusioni”.

g.m.

Foto
– Albino Galvano: “Santi Anargiri”, olio su tela, 1950, Collezione GAM-Torino

“Burattino senza fili”

Oggi vorrei parlarvi di una delle voci più autorevoli nel panorama musicale italiano degli anni ’70 ed ’80: Edoardo Bennato.

Sono figlia di quegli anni e ricordo della sua discografia, I buoni e i cattivi, La torre di Babele per dirne due, nei quali Edoardo toccava temi importnti che a molti artisti dell’epoca erano ancora sconosciuti. Ma nel 1977, a parer mio, si supera con un concept -album, “burattino senza fili” tramite il quale trasponendo il Pinocchio di Collodi, lega una favola per bambini (molto profonda direi) con il rigido e difficile mondo degli adulti, sbattendoci in faccia le difficoltà cui si è sottoposti a causa dei conformismi e delle convenzioni che ci vengono imposti per “adeguarci” agli schemi sociali. La mia canzone preferita in questo album (che ho ascoltato milionate di volte n.d.r.) è “ E’ stata tua la colpa”. È Stata Tua La Colpa è l’incipit di questo grandissimo disco: mesta e quasi rassegnata, si basa sulla chitarra acustica e l’armonica del cantante, che tratteggia uno scenario amaro sulle costrizioni che la società impone attraverso i suoi “fili”. Trovo Burattino senza fili un album geniale, ben suonato e splendido sotto ogni punto di vista. Burattino Senza Fili mostra un’artista in grandissimo spolvero, in grado di rileggere i personaggi e le situazioni di Collodi e di trasporre attraverso loro la sua visione delle tante storture della società degli “adulti”, piena di approfittatori, burattinai e cialtroni: Pinocchio diventa umano e paga duramente questa decisione, finendo in balia dei vari Mangiafuoco che decidono per lui, manipolando la sua vita con dettami piovuti dall’alto. Una canzone assomiglia a un rebus. È una specie di tragitto invisibile e intricato da portare a termine. In certi casi è matematica, e segue determinate leggi o convenzioni. In altri è soltanto magia, mistero, evocazione. È proprio come sbrogliare il nastro di una musicassetta che si è intrecciato in mille nodi e grovigli inestricabili. È necessario seguire il proprio istinto, ma allo stesso tempo occorre applicare una logica ferrea. Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=8Y448Q_G0O4

Chiara De Carlo

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Chiara vi segnala i prossimi eventi …mancare sarebbe un sacrilegio!