CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 504

Asterio: “Ch’ogni cosa esiste più d’una volta, infinite volte.”

POESIA / Scrivere è un tempo che gioca a essere immortale

Credo,- nel tentativo di riesumare lo spettro di una genesi -, di dover ricordare -[a proposito di me], – il giglio primitivo dell’anelito, il mantra aulico della voce [madre] e-, nel suo ascolto, la prima testimonianza di altrove,- storpiarne il cimelio anatomico, riecovando il sollazzo nei meandri intrinsechi delle acque uterine, sotto la cripta costolare del palpito materno; l’esodo dalla forma subito dopo, una deposizione dalla culla amniotica della discendenza.

Nutrire il proprio atto di presenza con la ricerca della sua necessità – [principio metafisico secondo il quale la dinamica della materia in ogni suo aspetto è governata da un nesso diretto causa/effetto, sicché si nega la realtà del caso]-, una condizione di resilienza e fascino al manifesto, che debba esser così e non altrimenti -(Parmenide)-, cogliendo il frattale cosmico che mi rende, (forse), impercettibile nel cuore rappresentativo delle prima istanze.

Mi colgo, allora, nell’inerzia evolutiva di un frattale, -il segno primordiale delle cose che, (si crede), abbiano avuto inizio- nella migrazione cosmica della conoscenza, nell’occasione -[unica e irripetibile]- del gesto.

Un contagio irreversibile di vita che invade la ratio e ne abbatte i confini di difesa al sentimento, [:e l’irreversibile trascende il possibile], la necessità, -dunque-, che si fa poesia in una condizione che, (sempre permane), orizzonte di senso.

Scrivere è un tempo che gioca a essere immortale.

Alessia Savoini

Leggi qui:  

Asterio

“Ch’ogni cosa esiste più d’una volta, infinite volte.”

(J.L. Borges, “La casa di Asterione”)

Natale è cultura nei beni Fai del Piemonte

A dicembre visite eccezionali al cantiere di restauro nel Salone dei Savoia del Castello di Masino (TO)

e speciali percorsi nel Castello della Manta (CN) “vestito a festa”

 

Addobbi, luci, tavole imbandite, musiche e canti della tradizione natalizia, ma anche un cantiere di restauro in attività, da scoprire e vedere da vicino: sono le sorprese che i Beni del FAI – Fondo Ambiente Italiano in Piemonte riserveranno a chi li visiterà a dicembre 2019, offrendo l’opportunità di trascorrere con la famiglia e gli amici momenti speciali e allegri in attesa delle Feste.

 

Dal 30 novembre al 15 dicembre, dalle ore 10 alle 18, il Castello di Masino a Caravino (TO), millenaria residenza dei Conti Valperga, proporrà percorsi tra i saloni decorati con lanterne, ghirlande e il grande abete. Particolare attenzione sarà dedicata al prezioso presepe in corallo di manifattura trapanese, appartenuto alla nobile famiglia e restaurato dal FAI, esposto nella Galleria dei Poeti. Domenica 1°, 8 e 15 dicembre saranno in programma, inoltre, tre speciali laboratori dedicati alla creazione del presepe con materiali semplici, delle decorazioni e degli addobbi per l’albero.

Oltre alle iniziative squisitamente natalizie, il castello riserverà un’occasione speciale. Da mercoledì 4 a venerdì 6 dicembre, dalle ore 10 alle 18, la quadreria dei Valperga – custodita nel Salone dei Savoia e composta da circa 100 ritratti sei e settecenteschi, raffiguranti personaggi di primo piano delle corti sabauda, spagnola e francese – sarà oggetto di una campagna fotografica e di analisi diagnostiche non invasive. Si tratta di indagini preliminari e funzionali non solo al cantiere di restauro dei dipinti e degli affreschi del salone, previsto nel 2020 e sostenuto da Deutsche Post Foundation, ma anche alla campagna di studi che sarà condotta, dai primi mesi del 2020, dal FAI e dall’Università degli Studi di Torino, di concerto con la Soprintendenza. Un laboratorio mobile e un set fotografico permetteranno di acquisire in loco le immagini delle opere d’arte a diverse lunghezze d’onda (luce visibile, radiazione infrarossa, radiazione ultravioletta) utili per documentare la storia conservativa e materiale delle tele.  In via straordinaria i visitatori potranno assistere ad attività che solitamente si svolgono a porte chiuse – dalle operazioni dei tecnici dei laboratori scientifici e dei restauratori alla movimentazione delle opere d’arte – e scoprire le opere della quadreria da prospettive inedite: sarà, per esempio, possibile vedere i dipinti a distanza ravvicinata e osservarne i retro per conoscerne la storia conservativa e collezionistica.

A cura di FAI e Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino.

Biglietti: Adulti € 11; Ragazzi (4-14 anni) € 5; iscritti FAI e bambini fino a 5 anni gratuito

Visita Scoprimasino Natale € 5; laboratorio € 3 oltre al biglietto di ingresso

 

Per chi ama il calore e l’atmosfera di gioia che accompagnano al Natale, il Castello della Manta (CN) si “vestirà a festa” e accoglierà gli ospiti tra lanterne, rami di abete e agrifoglio per visite speciali tra i saloni addobbati, in programma sabato 7, 14 e 21 dicembre alle ore 10.45, 12.30, 15 e 16.30. Domenica 1° dicembre alle ore 14.30, 15.30 e 16.30 il percorso di Avventura natalizia in castello sarà dedicato ai bambini che potranno scoprire la storia della fortezza medievale attraverso fiabe e racconti sugli antichi abitanti, mentre domenica 8, 15 e 22 dicembre alle 14, 15 e 16 ci saranno visite speciali con accompagnamento musicale nella cinquecentesca Sala delle Grottesche. Domenica 8 le voci dell’ottetto Vocaleight proporranno canti natalizi; domenica 15 e 22 allieteranno il castello tradizionali melodie eseguite all’antico pianoforte. Nei pomeriggi domenicali saranno attivi i laboratori manuali dedicati ad addobbi per la casa e la cameretta (1° dicembre), chiudipacco e biglietti d’auguri (8 dicembre), decorazioni per l’albero (15 dicembre), centritavola e ghirlande (22 dicembre).

Biglietti: Adulti € 11; Ragazzi (6-18 anni), iscritti FAI e residenti € 5

Biglietti Avventura natalizia in Castello: Adulti € 10; Ragazzi (6-18 anni), iscritti FAI e residenti € 6

 

Con il Patrocinio di Regione Piemonte.

Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2019” è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI; al fondamentale contributo di FinecoBank, già Corporate Golden Donor, che ha scelto di essere a fianco del FAI anche in questa occasione e di PIRELLI che conferma per il settimo anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Per il secondo anno si conferma la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner. 

 

 

www.fondoambiente.itwww.castellodimasino.itwww.castellodellamanta.it

Perotti e Ferrero, gli eventi culturali del Pannunzio

Martedì 3 dicembre alle ore 17, nall’Aula Magna della Scuola d’Applicazione dell’Esercito (via dell’Arsenale, 22), verrà ricordato il Generale Giuseppe Perotti, M.O. al Valor Militare,comandante militare del CLN. Piemontese , fucilato dai fascisti al Martinetto 75 anni fa. Interverranno il Gen. D. Salvatore Cuoci, Comandante della Scuola di Applicazione; lo storico Pier Franco Quaglieni e la dr. Laura Marruccelli, nipote del Gen. Perotti. Per partecipare all’incontro è necessario prenotare scrivendo a: info@centropannunzio.it

Giovedì 5 dicembre a Palazzo Ceriana Mayneri, Circolo della Stampa (c. Stati Uniti, 27), dopo un incontro conviviale, il Presidente del Centro “Pannunzio”, Chiara Soldati, consegnerà il “Premio Pannunzio 2019” a Ernesto Ferrero, dirigente editoriale, scrittore, traduttore, direttore, dal 1998 al 2016, del Salone Internazionale del Libro di Torino. Alle 20,30 verrà fatta una simulazione del premio per i giornalisti.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Elif Shafak “I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo”

-Rizzoli-   euro   19,00

Inizia con un colpo al cuore questo magnifico romanzo della scrittrice turca 47enne Elif Shafak.   Gli ultimi istanti di vita del titolo sono quelli di Leila Tequila: prostituta dal cuore d’oro, forte e coraggiosa, ma reietta dal mondo. Uccisa e gettata in un cassonetto dei rifiuti. La vita la sta abbandonando ma le resta il tempo per andare indietro e rivivere momenti significativi della sua esistenza. L’incipit è geniale, lo spirito di Leila non vuole lasciare il mondo e la sua anima vaga ripescando nel passato: si rivede neonata, accolta con delusione dal padre che dopo ripetuti aborti della moglie desiderava un figlio maschio. Poi rivive stralci dell’infanzia solitaria, gli abusi sessuali di cui è stata vittima in famiglia ed altri passi successivi della sua difficile vita. Nei minuti che ancora la tengono legata alla Terra, Leila mette a fuoco sapori, odori, atmosfere. Ci regala personaggi, situazioni, rapporti umani e disumani, che la Shafak descrive afferrando il lettore e immergendolo nella vita della protagonista. Tante pennellate per un affresco in cui ci sono i tanti contrasti della Turchia, la Istanbul affascinante ma anche spietata. Con i suoi bordelli e la complicità meravigliosa tra donne disperate che annaspano per vivere, ma sanno perfettamente cosa sono solidarietà e amicizia, al punto da sfidare la legge per dare giusta sepoltura a Leila. Già perché come ultimo affronto, il suo cadavere verrà sepolto nel Cimitero degli Abbandonati, dove neanche una lapide ricorda i nomi di chi giace sotto sbrigative palate di terra. Pagine bellissime sul senso della vita e sulle storie dimenticate, scritte con la profondità di questa autrice che non teme di alzare la voce. Tant’è che nel 2006 è stata processata per il suo romanzo “La bastarda di Istanbul” in cui aveva fatto riferimento al genocidio degli armeni, tutt’oggi un tabù in Turchia.

 

Tatiana De Rosnay “Sentinella della pioggia”   -La nave di Teseo- euro 19,00

In una Parigi apocalittica, battuta dall’ incessante pioggia e quasi sommersa dall’acqua, ha luogo la riunione familiare dei Malegarde che festeggiano due ricorrenze. Il padre, Paul, esperto di alberi – per i quali nutre “un amore furibondo”- sta per compiere 70 anni e in più ricorrono i 50 anni del suo matrimonio con Lauren , 61enne senza trucco e “mozzafiato” che fa ancora voltare il capo agli uomini. Per l’occasione è in programma un week end insieme ai figli Linden e Tilia: nomi scelti dal padre in onore del suo albero preferito, il tiglio, (in inglese, Linden). Lui è un giovane fotografo di successo gay che per anni non era riuscito a fare coming out; lei ha una tragedia alle spalle e arriva da Londra dove vive con la figlia e il secondo marito. Mentre la Senna minaccia di straripare, anche sui Malegarde sta per abbattersi una bufera tutta privata, in cui tornano a galla incomprensioni, rancori, dolori e lacune affettive mai colmate. Una famiglia in cui le distanze sono state a tratti abissali. Paul ha dedicato la sua vita alla tenuta di famiglia e a salvare gli alberi ed è rimasto “un mistero per il suo unico figlio maschio”. Lauren forse è stata una madre distante e con qualche segreto. Linden ha faticato ad accettare la sua omosessualità; incompreso dai genitori, a 16 anni aveva scelto di andare a vivere con la zia Candice. Durante la cena che li riunisce accadrà qualcosa di grave e di lì in poi ecco il susseguirsi di rivelazioni, rimpianti, bugie e meccanismi che si annidano nelle   pieghe di una famiglia. Tutto raccontato con la magistrale bravura di Tatianne De Rosnay, di cui avevamo amato il bestseller internazionale “La chiave di Sara” da cui l’omonimo film (nel 2010) con Kristin Scott Thomas.

 

 

David Sedaris “Calypso”   -Mondadori-   euro 18.00

Sedaris è uno scrittore umoristico americano (di origine greca) trapiantato nella campagna inglese e, più che saggi o romanzi, regala ai lettori pagine della sua vita con contorno brillante di note satiriche, riflessioni varie e narrazioni esilaranti, dal retrogusto spesso dolceamaro.

Vive tra New York, Londra e Parigi; ma di fatto conduce una vita da nomade toccando più latitudini del globo per le sue tournè di letture, inframezzate da scorribande di shopping compulsivo e dalla sua ossessione per la raccolta dei rifiuti (è stato anche netturbino volontario). In “Calypso” distilla pagine su una nutrita schiera di argomenti. Tanto per cominciare c’è il suo rapporto con il compagno Hugh: ed è curioso che Sedaris si sia battuto per il matrimonio gay, ma poi non si sia mai sposato, perché interessato, più che altro, alla conquista della libertà di farlo. Sullo sfondo c’è la casa al mare, a Emerald Isle, sulla costa del North Carolina. L’autore l’ha comprata un po’ in onore dei soggiorni della sua infanzia (gli sono rimasti nel cuore); un po’ per riunirvi periodicamente fratelli e sorelle (Sedaris è il 2° di ben 6 figli). Il racconto di quelle reunion è intriso di note esilaranti, ma anche di incursioni in argomenti e dinamiche familiari che non sempre scivolano con facilità. Humor e annotazioni profonde delineano argomenti di spessore come il complesso rapporto con il padre, l’alcolismo della madre Sharon e soprattutto il suicidio della sorella Tiffany, che ha segnato profondamente l’animo dello scrittore. Su tutto aleggia il pregnante senso della mortalità dell’uomo e la maestria nell’affondare la penna fino al nocciolo duro dell’animo umano.

 

 

Due nuovi appuntamenti con “Vitamine Jazz”

Torna   al Sant’Anna  la rassegna “Vitamine Jazz” arrivata alla sua terza stagione, organizzata per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curata da Raimondo Cesa. I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3 aperta al pubblico, dedicata alle pazienti e ai loro cari.

Martedì 3 dicembre “Brasil com Silvio & Paul ”
Silvio Del Mastro Calvetti chitarra e voce – Paul Zogno basso
La chitarra e la voce di Silvio Del Mastro Calvetti, il basso di Paul Zogno per percorrere un viaggio ideale nel Brasile con tutta la sensualità della Bossa Nova e la vitalità del Samba dagli anni 60 fino ad oggi con tutti i grandi autori : Jobim, Chico Buarque, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Ivan Lins, Joao Bosco, Djavan

Giovedì 5 dicembre sarà la volta del gruppo “SisterAct”
Roberta Bacciolo – voce
Elena Bacciolo – voce
Beppe Rosso – chitarra
Simone Barbiero – contrabbasso

Un concerto in cui le protagoniste sono le donne, donne del passato e del presente con il loro modo di vivere l’amore, la gioia e la sofferenza, la solidarietà tra amiche e sorelle.
Questo filo conduttore unisce i brani di un repertorio che spazia dal jazz di Ella Fitzgerald al soul di Aretha Franklin, dalle ragazze raccontate dai Beatles alle icone di stile e bellezza del cinema americano, come Marilyn Monroe e Audrey Hepburn.
Roberta ed Elena Bacciolo, dopo 30 anni di musica in varie formazioni, danno vita ad un nuovo progetto, accompagnate da Beppe Rosso alla chitarra e Simone Barbiero al contrabbasso.

I giudizi discutibili della giuria guidata da Cristina Comencini

I premi del 37° TFF

 

Una macchina che precipita da una scogliera. A bordo c’è la moglie di un poliziotto, che tempo dopo è ancora alla ricerca degli strumenti per elaborare il lutto e che continua ossessivamente a ristrutturare la casa di famiglia. È la vicenda di A white, white day, opera seconda del regista islandese Hlynur Pàlmason che la giuria presieduta da Cristina Comencini – con Fabienne Fabe Francia), Bruce McDonald (Canada), Eran Riklis (Israele) e Teona Strugar Mitevska (Macedonia), lodata autrice di Dio esiste e il suo nome è Petrunya – ha decretato miglior film del 37° TFF (premio di Euro 18.000). Un forte ritratto umano, l’analisi profonda della rabbia e del dolore, non disgiunti dal dubbio che lentamente avvolge l’uomo sull’infedeltà della scomparsa.

Poi arrivano gli altri premi: e allora sono altri dubbi – di giochi, di mosse a tavolino, di voglia di non scontentare nessuno, pur muovendosi tra le acque instabili, poco sicure, decisamente impoverite rispetto agli anni passati, che hanno quotidianamente attraversato questa edizione – ad occupare anche la scrittura di chi prende a sommare queste ultime note. Il Premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo va al tunisino Rêve de Noura della regista Hinde Bouyemaa, altra opera seconda, la fotografia di una donna che già non ci aveva convinto appieno per quella debolezza ad approfondire oltre la quotidianità e le sensazioni del momento il dramma femminile diviso tra un marito che esce dal carcere, ma non ha certo il desiderio di cambiare abitudini, ed un nuovo amore che non si rivelerà all’altezza.

Le migliori attrici sono le due interpreti del russo Dylda, i migliori attori sono la coppia Battiston/Fresi di Il grande passo, opera seconda di Antonio Padovan: e allora sorge spontanea la domanda perché mettere sullo stesso piano i due corpulenti e somiglianti nostri attori? perché non voler (o poter?) accorgersi quanto Battiston reciti assai più di testa, quanto poco gli basti, un brusco movimento, un silenzio di poco prolungato, un gioco più o meno percettibile degli occhi, per costruire lo spessore del suo Mario, folle ed emarginato. Fresi recita più di pancia, mette in primo piano la sua corporatura e giustamente ironizza (il regista l’aiuta con le inquadrature), è bravo e cattura lo spettatore ma forse è ancora alla ricerca di una precisa definizione, di una solida dimestichezza con i suoi personaggi, di uno studio che vada tecnicamente alle radici. Pollice decisamente verso, senza se e senza ma, per la miglior sceneggiatura a Wet season di Anthony Chen (Singapore), brutto esempio di banalità e di luoghi comuni per nulla intimamente sfaccettati che annegano la storiella tra l’insegnante di cinese e il suo allievo. Fortunatamente, ci ha pensato la Scuola Holden ad assegnare un premio per la miglior sceneggiatura a El hoyo: “Un film che onora il genere fantastico. Sorprendente e tagliente, sociale, abissale, piramidale, alimentare e verticale. Un’idea di spazio sviluppata senza un attimo di tregua”. Tanto per rimettere le cose un po’ al loro posto. All’americano, regista Paul Shoulberg, Ms. White Light soltanto il premio del pubblico: e questo ancora la dice lunga su certi giudizi.

Sono rimasti fuori titoli di cui avevamo detto nei giorni scorsi, sensibili, maturi, pronti a catturare l’attenzione e  il cervello, che non davano la sensazione di girare a vuoto, che affrontavano problemi e tematiche del nostro (povero) vivere quotidiano a volte con una stupenda sicurezza: non erano tanti i titoli in mezzo a cui andare a scavare, forse era necessario guardare con occhio più attento. O forse stiamo facendo un discorso di semplici preferenze. Anche questo è il succo di un festival. Legarci a questo o quel titolo. Assolutamente da cancellare, questo sì, anche dalla memoria, quelli più che sbiaditi passati sullo schermo in questi giorni di proiezione: e, lo diciamo ancora una volta, quest’anno non erano pochi, circa una metà dell’intero pacchetto del concorso.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, nell’ordine, scene da “A white, white day”, “”Il grande passo” e “Wet season”

Rock Jazz e dintorni. Gli Stranglers e Manuel Agnelli

Gli appuntamenti musicali della settimana 

Lunedì. Al Teatro Concordia di Venaria suonano gli Stranglers.

Martedì. Al Jazz Club si esibiscono i cantautori Margaux e Liede. Al Blah Blah è di scena il trio Datcha Mandala.

Mercoledì. All’OffTopic si esibisce Cortellino. Al Jazz Club suona il quintetto del violinista Baiju Bhatt. Al Blah Blah è di scena il duo ìì.

Giovedì. All’OffTopic si esibisce Roberto Casalino. Al Jazz Club suona un quartetto capitanato dalla vocalist Sylvia Howard. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Clavdio. Al Cafè Neruda si esibisce Tatè Nsongan.

Venerdì. Al Teatro Colosseo per 2 sere consecutive, suona la cover band Pink Floyd Legend. All’Hiroshima è di scena il vocalist Venerus. Al Supermarket anteprima di “Jazz: Re:Found” con il rapper Murubutu. Al Blah Blah suona il chitarrista svedese Thomas Silver. Al Magazzino sul Po si esibisce Nularse. All’OffTopic è di scena il gruppo “prog” Winstons. Allo Ziggy prima serata di “Ground Control Fest” con Jena , Space Paranoids e Good Advice. Allo Spazio 211 suonano i Fuh.

Sabato. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Edda.Al Palco 19 di Asti arriva Manuel Agnelli. Al Teatro Concordia di Venaria si esibisce il Sunshine Gospel Choir.Al Jazz Club suona il trio del batterista Marco Betti. Al Blah Blah sono di scena i Pretty Face. Conclusione del “Ground Control Fest!” allo Ziggy con : Supasonic Fuzz, S.O.A.B, Fat Greasy Beast. Allo Spazio 211 si esibiscono i Bicurious mentre all’Astoria sono di scena gli Hate Moss.

Domenica. Al Pala Alpitour arrivano i Modà.

Pier Luigi Fuggetta

Il Fai per Crea

Il Sacro Monte di Crea, inserito dall’Unesco nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità insieme ai Sacri Monti di Piemonte e Lombardia ha necessità di un continuo interesse verso le sue cappelle. Nel 2018 con 17.883 voti è diventato un luogo salvato dal nono censimento nazionale del Fai, secondo in Piemonte, grazie anche all’appoggio dell’associazione Ri-creare Crea. Venerdì all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato, il capo delegazione del Fai di Casale, Dionigi Roggero – presenti Gian Paolo Bardazza e Serena Monina Cerutti di Ri-Creare Crea e il rettore del Santuario monsignor Francesco Mancinelli – ha illustrato l’intervento sostenuto da Fai ed Intesa San Paolo, con un contributo di 14mila euro, che si concentra sulla Cappella del Paradiso, la più importante del complesso, dedicata all’Incoronazione di Maria e, nello specifico, riguarda il recupero del tetto e l’installazione di apparati fissi per le successive manutenzioni, pare di un restauro complessivo, che riguarda anche l’importante apparato scultoreo interno, il cui primo lotto è già terminato. Il Sacro Monte di Crea venne ideato dal priore Costantino Massino di Vercelli nel 1589 su uno dei colli più elevati del Monferrato, prima occupato da un antico castello. Una corona di 23 cappelle, culminanti in quella dedicata all’Incoronazione di Maria, detta del Paradiso, rende il luogo uno straordinario punto panoramico sulle colline circostanti e sulla catena alpina. Punto di partenza e cuore della ‘Via Sacra’ immersa nel bosco è il santuario dedicato a Santa Maria Assunta, meta di pellegrinaggi devozionali sin dal Medioevo, ma risalente, secondo la tradizione, a Sant’Eusebio, il vescovo di Vercelli che nel IV Secolo avrebbe portato ad Oropa, Cagliari e Crea le tre statue della Madonna col Bambino ancora oggi venerate.

Chi volesse partecipare al restauro delle Cappelle del Sacro Monte di Crea può contribuire versando a

Banca di Asti

Filiale 084 – Casale Monferrato

c/c Associazione per il restauro delle Cappelle del Sacro Monte di Crea

IBAN: IT96 D 060 8522 6000 0000 0025270

Massimo Iaretti

 

Tutti astronauti: destinazione Spazio alla “Promotrice” di Torino

“Space Adventure”

Fino al 22 marzo 2020

Oltre mille biglietti staccati al botteghino nella prima giornata torinese di sabato 22 novembre scorso. Giornata, per di più, di forte maltempo. Una partenza che lascia ben sperare, quasi inaspettata per gli stessi organizzatori e alla luce per altro dei 4milioni di visitatori registrati nelle precedenti tappe di Copenaghen, Tel Aviv, Johannesburg, Varsavia e Bucarest. Atterrata a Torino (città già meritevolmente impegnata nell’industria dell’aerospazio), grazie alla concreta organizzazione di “Extramuseum Divulgazione Scientifica” e dell’“Associazione Radar”, “Space Advenure” è una produzione dell’“US Space & Rocket Center”, il museo della NASA di Huntsville-Alabama e, sotto la Mole, resterà fino al 22 marzo del prossimo anno, negli spazi della “Promotrice delle Belle Arti” al Valentino. Mostra piacevolmente interattiva e coinvolgente, rivolta all’intera famiglia, ai grandi ma anche (e in modo particolare) ai giovani e ai bambini, la rassegna vuole essere non solo vetrina di “mirabilia” spaziali – raccontate attraverso gli occhi e gli oggetti della NASA o della moscovita Città delle Stelle – ma anche una sorta di “ludica palestra” in cui sperimentare di persona le sensazioni e le emozioni vissute dai cosmonauti nel corso delle loro missioni. Tute e navicelle spaziali, modelli in scala di satelliti e razzi, pietre lunari, il cibo consumato nello spazio, fino alla cuccia della cagnolina Laika che il 3 novembre del 1957 fu imbarcata a bordo del sovietico Sputnik 2 – per non fare più ritorno sulla Terra – e tant’altro ancora: i 1500 metri quadri di percorso espositivo assemblano (sulle orme di astronauti, tecnici e scienziati) un centinaio di cimeli originali, provenienti dalle basi e dai centri di ricerca di tutto il mondo. E’ un viaggio unico ed emozionante che racconta le incredibili conquiste dell’uomo nelle esplorazioni spaziali, toccando in concreto (fatto salvo un breve accenno all’immaginifico e letterario sogno di Jules Verne, con il suo “De la Terre à la Lune” del 1865) gli anni di feroce rivalità nella corsa allo spazio, in tempi di conclamata “guerra fredda”, fra l’Unione Sovietica – cui si deve il lancio in orbita del primo satellite artificiale, lo Sputnik, e la missione di Jurij Gagarin, primo uomo a volare nello spazio, portando a termine la propria missione nell’aprile del 1961 a bordo della Vostok 1 – e gli Stati Uniti, che il 20 luglio del 1969, con il programma Apollo 11, arrivarono allo sbarco dei primi uomini sulla Luna. E il viaggio continua fino al “cessate le armi” e alla fattiva collaborazione fra le due superpotenze che nel luglio del 1975 porta la capsula sovietica Soyuz ad agganciarsi in orbita a una navicella americana del programma Apollo, “in un abbraccio di grande potenza simbolica”. Che porta alla creazione di quella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) – per la quale proprio la torinese “Thales Alenia” collaborò nella progettazione e costruzione del veicolo spaziale Cygnus destinato al trasporto cargo – in cui il visitatore s’imbatte all’ingresso dell’esposizione e che rappresenta forse uno dei più alti gradi di complessità e di integrazione tecnologica e scientifica mai raggiunta, coinvolgendo molte nazioni, Italia compresa. Di qui hanno scattato le loro fotografie i nostri Samantha Cristoforetti, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea, e (Astro)Luca Parmitano, primo italiano ad effettuare un’attività extraveicolare (EVA) nel luglio del 2013, con ben sei ore e sette minuti di passeggiata spaziale. Fra oggetti autentici e fedeli riproduzioni, si arriva ancora alla scoperta della plancia comandi dello Shuttle, adibito dagli States a missioni in orbita intorno alla terra, allo Sputnik, ai lanciatori della NASA, fino all’enorme veicolo spaziale Orion, la grande “novità” del prossimo futuro, che sarà utilizzata nell’esplorazione umana degli asteroidi e degli spazi cislunari, in vista di un futuro sbarco su Marte. Di sicura attrazione, infine, lo Space Camp: centinaia di metriquadri di pura interattività dove, grazie ai simulatori, i visitatori potranno sperimentare le sensazioni che provano gli astronauti durante l’addestramento, dalla microgravità alla perdita dell’orientamento spaziale. Guidati dai Pilot si potrà provare l’emozione di guidare uno Shuttle, sperimentare l’assenza di gravità fluttuando nello spazio o simulare la rotazione Multi-Axis a bordo di una navicella spaziale. Con 1/6 Gravity si potrà ancora scoprire l’emozione di camminare sulla Luna o partecipare all’addestramento dei piloti con l’F18 Simulator Pilot.

Gianni Milani

“Space Adventure”

Promotrice delle Belle Arti, v.le Balsamo Crivelli 11, Torino; tel. 011/6692545

Fino al 22 marzo 2020

Orari: ven. 14/19; sab., dom. e festivi 10/19; dal 21 dicembre al 6 gennaio, tutti i giorni 10/19. Possibilità di visite guidate.

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Nelle foto

– “Space Adventure”
– “Shuttle cockpit”
– “Soviet space suit”
– Immagini dello “Space Camp”

Rachlin, Anderszewski e Dudamel le “stelle” di dicembre

Note di Classica

Mercoledì 4 alle 21 al Conservatorio per la stagione dell’Unione Musicale, il Trio di Parma eseguirà il primo concerto dei Trii di Beethoven e Kagel. Giovedì 5 alle 20.30 e venerdì 6 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Tomàs Netopil e con Alena Baeva al violino, eseguirà musiche di Mozart, Strauss e Schumann. Martedì 10 alle 20 al Teatro Regio, debutto di “Carmen” di Bizet. Opera comique in quattro atti. L’Orchestra e il Coro del Teatro sarà diretta da Giacomo Sagripanti. Repliche fino a domenica 22. Sempre martedi 10 alle 20.30, all’Auditorium del Lingotto, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Gustavo Dudamel, eseguirà musiche di Rossini, Schubert, Brahms. Mercoledì 11 alle 21 al conservatorio, per l’Unione Musicale, il pianista Piotr Anderszewski, eseguirà musiche di Bach, Schumann, Beethoven.

Giovedì 12 alle 20.30 e venerdì 12 alle 20, all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da March Albrecht e con Julian Rachlin al violino, eseguirà musiche di Prokofev e Berlioz. Domenica 15 alle 16.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, i King’Singers presenteranno un programma dal titolo “A Spotless RoSe” con musiche di Praetorius, Palestrina, Berlioz, Poulenc, Chilcott, Howells, Warlock, Cajkovskij.  A seguire “The Christmas Stocking- Regali di Natale” . Selezione di canti natalizi, sorprese e improvvisazioni. Sabato 21 dicembre alle 20.30 all’Auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da James Conlon, presenta il “Concerto di Natale “. Verrà eseguito “Lo Schiaccianoci” op. 71 di Cajkovskij.  Domenica 29 alle 20.30 Al Teatro Regio, Roberto Bolle And Friends. Repliche Lunedì 30 e martedì 31.

Pier Luigi Fuggetta