CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 45

“Sospesi” In anteprima al CineTeatro “Baretti”

Il docufilm che racconta il mondo del “Circo Contemporaneo” italiano

Giovedì 25 settembre, ore 19

Per il grande Fellini era “lo spettacolo della vita”, mentre Oscar Wilde sosteneva con buone ragioni che “per mettere alla prova la realtà dobbiamo vederla sulla fune del circo”. In bilico su insidiosi baratri che un po’ t’attraggono, ma in assoluto equilibrio (fisico e mentale) per non esserne fagocitati. Che meraviglioso spettacolo il Circo! Vera “metafora della vita”. Anch’esso, però, in piena evoluzione e trasformazione. Per i tanti “aficionados”, dagli adulti ai più piccini (con tanto di naso all’insù, bocca aperta e occhi sgranati), è, per questo, davvero imperdibile l’Anteprima di “Sospesi”, il primo docu-film “che racconta, con uno sguardo corale e appassionato, in un viaggio da Nord a Sud, il mondo del ‘Circo Contemporaneo’ italiano: le sue poetiche, le sue pratiche e i suoi protagonisti”. In concorso al “Torino Underground Cinefest”, il film è prodotto dalla torinese Cordata F.O.R. (Rete che mira a riconoscere il valore del Circo Contemporaneo in Italia e all’estero, producendo gli spettacoli delle Compagnie Fondatrici e aiutando lo sviluppo di progetti emergenti) in co-produzione con “Flash Future”, il sostegno del “MiC – Ministero della Cultura” e di “Film Commission Torino Piemonte”, in collaborazione con “Quattrox4” e con il contributo di “Play Juggling”.

L’appuntamento è per giovedì 25 settembrealle 19, al CineTeatro “Baretti”, in via Giuseppe Baretti 4, a Torino.

Firmato da Luca Quaia (fotografo, regista e sceneggiatore impegnato nel Teatro Contemporaneo) e Francesco Sgrò (fondatore a Torino nel 1998 della Scuola di Circo “Fuma che ‘nduma”, nonché direttore artistico dal 2012 al 2018 della “Scuola di Circo Flic” e “Grand Prix” al “Festival Mondial du Cirque de Demain” di Parigi nel 2024), “Sospesi” dà voce a oltre 30 protagonisti del Circo, figure di rilievo della scena artistica italiana ed europea: per realizzarlo sono stati percorsi 7mila chilometri ed è stato necessario un anno di lavorazione, tra riprese e uno di post-produzione.

“Le compagnie e gli artisti di cui parliamo – spiega Francesco Sgrò – hanno deromanticizzato il mito della libertà ed hanno  rimesso il Circo in gioco trasformandolo in un ‘atto sociale e politico’. Una storia fatta da uomini e  donne che non provengono da famiglie circensi, che hanno deciso di arrivare al Circo dopo una  carriera nel teatro, nella danza oppure dopo una laurea in filosofia.

Detto in soldoni.  Negli ultimi vent’anni anni il Circo Contemporaneo italiano, al pari che in altri Paesi, in primis la Francia, ha conosciuto un fervore artistico e creativo che ha coinvolto migliaia di persone e che ha dato vita ad un nuovo modo di pensare, insegnare e fruire l’“arte circense”, non più legata all’immaginario felliniano (forse oggi un po’ fuori tempo massimo) dei Circhi “Orfei” e “Togni” e delle grandi famiglie circensi, fatto di acrobati, clown con nasi rossi e scarpe grosse, trapezisti volteggianti, animali addomesticati e via dicendo.

Ancora gli Autori: “‘Sospesi’ racconta, per la prima volta, con uno sguardo d’insieme, il mondo della ‘nouvelle vague’ del Circo Contemporaneo, con le sue poetiche, le sue pratiche e i suoi protagonisti. Uno sguardo dall’interno capace di cogliere le sfumature e, al contempo, di divulgare i caratteri salienti di questo movimento che non ha precedenti e ha rinnovato la realtà del Circo in Italia da Nord a Sud, conquistando nuovi pubblici e ispirando una nuova generazione di ‘performer’ cresciuti all’interno di un nuovo circuito fatto di Scuole, Festival e spazi dedicati a quest’arte in piena trasformazione”.

Ingresso 4 euro. Biglietto su https://filmfreeway.com/TUCFEST/Tickets

  1. m.

Nelle foto: immagini da “Sospesi” (Ph. Luca Quaia)

“Oggi mi sono ferito da solo, Per vedere se ero ancora in grado di sentire…”

Music Tales, la rubrica musicale

“Oggi mi sono ferito da solo,
Per vedere se ero ancora in grado di sentire,
Mi sono concentrato sul dolore,
la sola cosa reale”

Ci sono cover che rispettano l’originale. Altre lo reinventano. Poi c’è “Hurt” di Johnny Cash: una reinterpretazione così potente da riscrivere completamente il senso stesso della canzone.

Nel 1994, i Nine Inch Nails pubblicano “Hurt”, un brano oscuro, introspettivo, doloroso, immerso nell’estetica industriale e nell’autodistruzione. È la voce giovane e tormentata di Trent Reznor a raccontare la disperazione, il vuoto, il dolore fisico ed emotivo.

Otto anni dopo, Johnny Cash – ormai vecchio, malato, con la morte che gli cammina a fianco – decide di farne una cover. Ma non è solo una rivisitazione musicale: è un testamento.

La voce tremante, il video struggente girato nella sua casa ormai in decadenza, le immagini della moglie June Carter che lo osserva silenziosa. “Hurt” diventa una meditazione sulla vecchiaia, la perdita, il rimpianto. Non più la voce di un giovane autodistruttivo, ma di un uomo che ha vissuto troppo, e ha visto morire quasi tutto ciò che amava.

Reznor, colpito dal risultato, dichiarò che quando vide il videoclip si sentì “come se qualcuno avesse preso la sua canzone, l’avesse strappata dal suo diario, e le avesse dato un nuovo cuore”.

Cash morirà pochi mesi dopo l’uscita del video. “Hurt” rimane una delle rare cover che non solo superano l’originale, ma la trasformano in qualcos’altro: un addio sussurrato al mondo intero.
“Nessuno può farti più male di quello che fai tu a te stesso.”

Chiara De Carlo

https://www.youtube.com/watch?v=SnEVnvWUJgM&list=RDSnEVnvWUJgM&start_radio=1

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere

Vi invito a seguire le pagine ed I link  sottostanti per far parte di una comunità che vuole cambiare il mondo radicalmente.
Che vuole più educazione al rispetto per le donne e lo fa con uno spettacolo chiamato “Respect” che, a breve, sarà nelle vostre pcittà italiane.
Uno spettacolo intenso interamente cantato da uomini affinchè sia la voce maschile ad esortare al rispetto per le donne.
Oltre 30 artisti tra cantanti musicisti ballerini e performer, al lavoro per offrire un’esperienza immersiva che trasmette un grande senso di appartenenza e gruppo.

In aiuto ed  un sostegno concreto a chi, dall’inferno della violenza, è già passato ed è riuscito a fuggire.

Vuoi far parte della rivoluzione?
Seguici e prenota il tuo biglietto sarai una goccia importante  in un mare di speranza

https://www.instagram.com/respect_lo_spettacolo?igsh=MTU2dTY0M3kwMnJu&utm_source=qr

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RESPECT LO SPETTACOLO

“Architetture Moderne a Torino”… spesso illustri sconosciute

Un libro prezioso per sfatare (senza accantonare) iconici “miti” e raccontare il moderno “skyline” della città

Sabato 20 settembre

Gran bella città, Torino. Sventoliamolo pure con orgoglio ai quattro venti. “Capitale delle Alpi”, luogo di “Residenze Reali”, Prima Capitale dello Stato Unitario, la città della “Mole Antonelliana”, di “Musei” fra i più importanti al mondo, la IV in Italia per popolazione (dopo Roma, Milano e Napoli) e, sempre più, ambita meta turistica a livello internazionale. Città “magica”, considerata uno dei vertici di due triangoli di magia: uno “bianco” con Praga e Lione e uno “nero con Londra e San Francisco. Altro motivo, di una fama non proprio, in questo caso, pienamente positiva che la città si porta addosso e dentro, per case e palazzi e strade e vicoli, da secoli. Ricchissimo soprattutto il patrimonio architettonico. Ma anche qui a brillare sono, in particolare, e da sempre, le “voci” antiche, pur sempre preziose, del “Barocco” (Torino “gioiello barocco”) e di quello stile “Liberty” che definì, in buona parte, la città durante la “Belle Epoque”.

Ma attenzione! “Torino non è solo Barocco. E non è solo Liberty”.

Lo scrivono a ben chiare lettere e dati di fatto alla mano e agli occhi la giornalista de “La Stampa”, Elena Maria Del Santo e l’architetto Claudio Marinari, nel libro scritto in coppia – e coppia sono anche nella vita – “Architetture Moderne a Torino. Guida agli 88 Top” (“Neos Edizioni”) che verrà presentato, dagli stessi Autori, il prossimo sabato 20 settembrealle ore 10, presso la “Pinacoteca Agnelli, FIATCafé500”, con la partecipazione di Cinzia Ballesio (“Neos Edizioni”) e Roberta Ingaramo (Presidente “Ordine Architetti di Torino”). A moderare l’incontro, il giornalista Maurizio Ternavasio.

Sottolineano Elena e Claudio: “Leggere la città attraverso i suoi edifici permette di decifrare non solo il passato, ma anche di intuire le direzioni del suo futuro. La guida promuove un’esplorazione consapevole di edifici che a volte passano inosservati, ma che racchiudono storie significative. Incoraggia il turismo culturale suggerendo percorsi per chi vuole vivere Torino da una prospettiva diversa, andando oltre i luoghi turistici tradizionali”. Complessivamente sono 88 le opere architettoniche di pregio, descritte e ricordate in 13 capitoli (che identificano altrettante aree urbane e suburbane), realizzate a Torino e dintorni fra il secondo Novecento e i giorni nostri. Dalla “GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e contemporanea” (solo per citarne alcune) al “MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile”, alla “Nuvola Lavazza” e a “Casa Aurora” (sede del “Gruppo Finanziario Tessile”), dal “Nuovo Regio” al “Palazzo del Lavoro”, fino alla “Chiesa del Santo Volto” (che ricorda un reattore nucleare) realizzata tra il 2004 ed il 2006 su progetto dell’architetto svizzero Mario Botta, alle “Fonderie Limone”, alla “Pista del Lingotto” (inaugurata come progetto pubblico nel 2021) e al “Grattacielo di Intesa Sanpaolo” (terzo edificio più alto di Torino con i suoi 167,5 metri, firmati da Renzo Piano), i due autori propongono un’esplorazione fuori dai “percorsi classici” propri del “turismo di routine”, ma anche di chi abita la città e pensa (capita a tanti) di non conoscerla mai abbastanza.

Il volume si presenta, quindi, come “una ‘guida’ per scoprire e per capire l’evoluzione della città e le sue trasformazioni storiche, economiche e sociali, dove le architetture scelte, oltre a essere originali dal punto di vista estetico e culturale, rappresentano tappe fondamentali del cambiamento e della resilienza di una città che non si ferma mai e ne suggeriscono anche gli sviluppi futuri”. La Città più moderna e (diciamolo pure!), contemporanea, quella fatta di edifici pensati e realizzati dagli Anni ’50 in poi: dalle costruzioni moderniste del Dopoguerra alle trasformazioni urbane nate sulla scia delle “Olimpiadi 2006” fino ai grandi, anche coraggiosi, progetti di rigenerazione (vedi “Torino Esposizioni”, l’ex “Manifattura Tabacchi”, la “Cavallerizza Reale) così come agli “edifici green” (il “Condominio 25 Verde” di via Chiabrera – primo esperimento di “bioarchitettura ecosostenibile” in città realizzato su progetto di Luciano Pia – o il “The Heat Garden”, progetto in San Salvario realizzato da “Iren Energia”, per il nuovo “Sistema di Accumulo del Calore” a servizio del “teleriscaldamento” cittadino. Sono ormai molti anni – spiegano ancora i due Autori – che emergono iniziative fuori dal coro, eccezionali, eccentriche o semplicemente diverse. Costruzioni completamente nuove o che reinventano strutture preesistenti. Trasformazioni di enormi complessi industriali in una nuova anima. Edifici che hanno una loro personalità, frutto dell’opera di architetti e committenti illuminati”. E qui s’intrufolano Elena Maria Del Santo e Claudio Marinari. Con passione, curiosità e tanta voglia di portare all’onor del mondo ingegnose opere del “fare umano” spesso, ingiustamente dimenticate.

Il volume è corredato da un ampio album fotografico accessibile tramite “Qrcode”.

Gianni Milani

Nelle foto: Cover “Architetture Moderne a Torino”; Elena Del Santo e Claudio Marinari; Pinacoteca Agnelli – Pista 500; “The Heat Garden”

“Le ferite di Torino”: come l’arte può ricucire la storia

Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo , dal 16 settembre al 12 ottobre prossimo, apre all’esposizione collettiva “Le ferite di Torino”, terzo appuntamento, targato Spazio Taverna, di una serie che ha visto l’inaugurazione con “Le ferite di Roma”, realizzata presso la galleria Mattia De Luca nel 2023, che ha ripercorso le principali vicende traumatiche vissute dalla città, e ha proseguito con “Le ferite di Milano”, presso la Triennale di Milano, in cui viene raccontata l’esecuzione di Amatore Sciesa e le importanti stragi di piazza Fontana e Linate.

Il progetto, su studio curatoriale di Ludovico Pratesi e Marco Bassan, scaturisce dalla riedificazione di dieci traumi della storia cittadina, con altrettanti date e luoghi in cui la città ha tradito se stessa: le ferite che Torino si è autoinflitta e che ancora oggi abitano il suo inconscio collettivo. Sono esposti i lavori di dieci artisti italiani appartenenti a diverse generazioni con un rapporto privilegiato col territorio piemontese, quali: Grazia Toderi, Michelangelo Pistoletto, Giulio Paolini, Eugenio Tibaldi, Guglielmo Castelli, Sara Enrico, Davide Sgambaro, Manuele Cerutti, Giuliana Rosso, Ludovica Carbotta. Ad ognuno è stata affidata una ferita storica da ricucire sullo stesso foglio di carta Amatruda, un’opera che rielabori simbolicamente il trauma restituendone un’immagine visionaria e condivisa che possa rappresentare una progressiva integrazione nell’inconscio e nell’identità collettiva della città. Si parte dalle ferite più remote, come la presa di Torino da parte dei Francesi del 1639, alla strage del 1864, in un’Italia appena unificata, a quelle del Ventennio fascista con l’eccidio di corso Spezia del 1922 e la morte della famiglia Arduino, datata 1945. Si passa poi al tragico evento dell’incidente aereo di Superga del 1949, dove perse la vita l’intero equipaggio del velivolo che riportava il Grande Torino a casa dopo una partita a Lisbona, e ad un dopoguerra segnato dall’omicidio Casalegno del 1977 e la marcia dei 40 mila del 1980, l’incendio del cinema Statuto del 1983, fino ad arrivare alle tragedie più contemporanee come  l’incidente della Thyssen, del 2007, e le morti di piazza San Carlo del 2017

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – inaugurazione 16 settembre – ore 18

Mara Martellotta

Musei Reali: con la cultura… “non si mangia!”

TORINO SABATO 20 SETTEMBRE 2025 DALLE 19.45 ALLE 23.30

 

 

La rassegna propone uno spettacolo teatrale in LIS al Teatro Romano e una visita guidata tematica alla Galleria Archeologica sul tema dell’alimentazione tradotta nella Lingua dei Segni Italiana.

 

L’iniziativa è un’anteprima delle Giornate Europee del Patrimonio e della Settimana Internazionale delle Persone Sorde.

 

 

 

Sabato 20 settembre 2025, dalle ore 19.45, i Musei Reali di Torino promuovono l’accessibilità all’arte e alla cultura con un evento speciale, dal titolo Con la cultura… “Non si mangia!”, che prevede la straordinaria apertura serale del museo, arricchita da una visita guidata alla Galleria Archeologica sul tema dell’alimentazione nell’antichità, tradotta in Lingua dei Segni Italiana (LIS), e uno spettacolo teatrale al Teatro Romano, anch’esso tradotto in LIS.

 

L’iniziativa è un’anteprima delle Giornate Europee del Patrimonio (sabato 27 e domenica 28 settembre) e della Settimana Internazionale delle Persone Sorde (23 – 29 settembre), in programma e rientra nella programmazione dell’Estate Reale 2025 – Echi di Antichità, ed è realizzata in collaborazione con una rete di associazioni attive sul territorio piemontese: Indiependence Aps, Soundset Aps, LISTEN Aps, Apic (Associazione Portatori Impianti Cocleari) e Associazione Revejo.

 

Insieme alla traduzione in LIS saranno disponibili, fino a esaurimento, sistemi FM che permettono una connessione senza fili diretta tra la sorgente sonora e l’ascoltatore.

Gli utenti con apparecchio acustico, impianto cocleare o con ipoacusia potranno così ascoltare in maniera facilitata tramite il ricevitore FM che trasmette il segnale a onde radio senza interferenze, migliorando nettamente la fruizione dell’esperienza.

 

La serata ha inizio alle ore 19.45, con l’apertura, fino alle 23.30 (ultimo ingresso alle ore 22.45), dei Giardini Reali e del percorso museale, comprendente la Galleria Archeologica e il Museo di Antichità.

 

Alle 20.15, alla Galleria Archeologica, si tiene la visita guidata (durata 45 minuti), aperta a tutti e tutte, tradotta in LIS, dal titolo Mangiare cultura. Storie di cibo da Babilonia all’Etruria, che approfondirà il tema dell’alimentazione nell’antichità, con un viaggio tra le civiltà greca, etrusca e babilonese.

La Galleria Archeologica del Museo di Antichità, posta al piano terreno della Manica Nuova dei Musei Reali, raccoglie oltre mille opere e costituisce uno straordinario scrigno di testimonianze, formatosi in oltre quattro secoli di storia grazie al collezionismo di Casa Savoia e ai contributi di studiosi, esploratori e imprenditori.

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata scrivendo a: mr-to.eventi@cultura.gov.it

 

Alle 21.30, il Teatro Romano accoglie la pièce teatrale Non si mangia! di Alberto Milesi, tradotto in LIS; una produzione Associazione Revejo, con Dario Benedetto.

Non si mangia! è uno spettacolo ironico e dissacrante, in cui si sottolinea l’importanza dell’arte, della cultura e del teatro nell’odierna società, ma anche i rischi di un mestiere come quello del direttore artistico, intrepretato da Dario Benedetto, sempre a metà tra successo e fallimento; è un monologo che offre uno spaccato di un mondo affascinante, una commedia dell’assurdo che svela aspetti inaspettati della cultura e dello spettacolo dal vivo.

 

Al termine, visita libera al percorso museale fino alla chiusura.

 

Il costo dell’intera serata è di €5,00.

Biglietti acquistabili on line: https://www.ticketone.it/event/musei-reali-estate-reale-musei-reali-di-torino-20186472/.

In caso di maltempo, lo spettacolo si svolgerà al primo piano di Palazzo Reale, nel Salone delle Guardie Svizzere.

Gli accompagnatori di persone con disabilità possono accedere gratuitamente. Le persone con disabilità seguono la normale tariffa del biglietto.

La Caffetteria Reale resterà aperta per tutta la serata con interessanti proposte di aperitivo pensate per la rassegna Estate Reale 2025.

 

Accessibilità dei contenuti

Traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS) per visita guidata e spettacolo.

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata via e-mail: mr-to.eventi@cultura.gov.it

Messa a disposizione (fino a esaurimento) di cuffie wireless collegate direttamente alla sorgente sonora, destinate a utenti con apparecchi acustici, impianti cocleari o persone ipoacusiche.

 

 

CON LA CULTURA… “NON SI MANGIA!”

Torino, Musei Reali (piazzetta Reale 1)

Sabato 20 settembre 2025, dalle 19.45 alle 23.30

Contattimr-to.eventi@cultura.gov.it

 

Teatro Romano foto Dario Fusaro per i Musei Reali di Torino

Su Prime Video il film “Chi sono io” di Roberto Gasparro 

È visibile su Prime Video il film ‘Chi sono io‘, scritto e diretto da Roberto Gasparro, regista torinese, al suo sesto film.

Ecco il link:

https://www.primevideo.com/-/it/detail/Chi-sono-io/0LVMJC6LUBKW40024MRGZM87AK

Le riprese, tenutesi a Montaldo Torinese presso una location riservata della famiglia Borello – main sponsor del film insieme all’azienda MFGA – Make Fashion Great Again che ha fornito tutti gli abiti di scena, si sono concluse il giorno 30 ottobre e dopo 6 mesi di post produzione l’opera è stata completata. Il film, prodotto dalla 35MM Produzioni srl, si è avvalso del sostegno di Film Commission Torino Piemonte e dell’ Accademia delle Belle Arti di Torino.

Chi sono io‘ è stato interpretato da Massimiliano Rossi, Stefania De Francesco, Vittoria Chiolero, Max Cavallari, Tony Sperandeo, Gianni Parisi, Fabio Fulco, Gianpiero Perone, Massimo Walz Brenta, Massimo De Rosa, Rosanna Pantano, Marco Serra Degani e Ylenia Norbedo. L’uscita in sala è curata da 35MM produzioni srl, società indipendente di produzione e distribuzione cinematografica. Il film sarà disponibile sulla piattaforma streaming Prime Video Italia, Usa, Uk dal 16 settembre 2025.

Le musiche sono state composte da Stefano Lori, Paolo Ottimo e Gianluca Savia.

 

Questa è la storia di due amiche e di una famiglia che si troveranno ad affrontare una realtà fatta di segreti e continui colpi di scena, in un viaggio tra le parafilie ed i precari equilibri di una società immorale e perversa. Attraverso le loro vicende si avrà una fotografia in bianco e nero di una umanità che evidenzia un bisogno di continuo di novità, di comprensione e in ultima analisi di accettazione.

Tutti i personaggi saranno costretti ad affrontare le loro menzogne.

Al centro del racconto le diverse personalità di ogni personaggio – i diversi IO – sono un chiaro e incondizionato omaggio a Luigi Pirandello e al suo libro “Uno, nessuno e centomila”.



Ci sono film che rappresentano un cammino, una crescita, una visione e che sono in grado di aiutarci ad analizzare la realtà con assoluta lucidità. Essi hanno un potere così forte che sono all’altezza, nella finzione, quale è l’opera filmica, di aiutarci a comprendere una verità, di assisterci ad interpretare meglio i tempi moderni di cui siamo molto spesso protagonisti ingrati. La scrittura di un film per l’autore è sempre un viaggio, una trasformazione. Esiste un prima del film e un dopo il film. Esiste un uomo con delle convinzioni che lo portano a scrivere, ad immaginare una storia e, contemporaneamente, ne nasce un altro che lo porta a riflettere, ad interrogarsi, a verificare. Spesso i due uomini che compongono la stessa persona sono in totale disaccordo: su una frase, su un dialogo, su un’azione. Sono la stessa persona ma di fatto si ha a che fare con due proiezioni diverse dello stesso, quello che ha sviluppato l’idea, il soggetto, e quell’altro che si deve occupare di scrivere la sceneggiatura. Come si fa a non perdersi? Come si fa a trovare un equilibrio tra i due? Occorre tornare allora ai grandi film, a quelli citati poche righe fa. Loro riescono a mettere d’accordo tutti, a trovare la giusta strada per arrivare alla conclusione. Per me, per la scrittura di questo film, il punto di riferimento è stato il Maestro Paolo Sorrentino e la sua opera immensa “La grande bellezza”.

 

IL REGISTA

Roberto Gasparro nasce a Moncalieri, provincia di Torino, il 7 febbraio 1975. Dall’età di 15 anni scrive canzoni, testi per sit-com e per molti comici della TV. Studia sceneggiatura sulle dispense di colui che definisce il suo faro, Claudio Dedola che lo indirizza definitivamente a scrivere per il cinema. Dal 2015 al 2018 scrive 98 puntate di sitcom e collabora con molti comici di Zelig tra cui Franco Neri con il quale realizza il suo primo lungometraggio dal titolo “IL CIELO GUARDA SOTTO”. Nel 2019 scrive e dirige il suo secondo lungometraggio con protagonista il David di Donatello Tony Sperandeo dal titolo “QUI NON SI MUORE” vincendo al Festival Internazionale del Cinema di Salerno il premio per la migliore sceneggiatura e miglior soggetto e ricevendo lo stesso anno l’onorificenza del Comune di Montiglio Monferrato che lo nomina CITTADINO ONORARIO. Nel 2020 scrive e dirige la sua opera terza dal titolo “LUI E’ MIO PADRE” con protagonista Gianni Parisi vincendo al Festival Internazionale del Cinema di Salerno il premio come miglior Regista e al Vesuvius International Film Fest il premio per la migliore sceneggiatura. Il lungometraggio è stato in concorso per i David di Donatello ed ha ricevuto i patrocini della Regione Campania, della Città di Agropoli, del Parco Nazionale del Cilento, della Valle di Diano e di Alburni e premiato da LEGAMBIENTE CAMPANIA. Nel 2020 scrive e produce il suo quarto lungometraggio dal titolo “STESSI BATTITI” e lancia per la prima volta sullo schermo tre giovani nella parte di protagonisti del film. Nell’opera sono presenti anche l’attore Gianni Parisi, l’attrice Stefania De Francesco e il campione del mondo di ciclismo Claudio Chiappucci.
Nel 2023 scrive e dirige il suo quinto lungometraggio dal titolo “LA CHIOCCIOLA” che vede protagonista l’attore Enzo Decaro e la partecipazione di Tony Sperandeo, Massimiliano Rossi e Massimiliano Cavallari. Il film è stato proiettato in oltre 200 sale con numerosi incontri con gli studenti delle scuole medie e superiori. Il 17 giugno il film sarà proiettato anche al Parlamento Italiano.

Dal giorno 8 maggio esce in sala la sua opera sesta dal titolo “Chi sono io” con protagonisti Massimiliano Rossi e Vittoria Chiolero.

Tutti i suoi film sono distribuiti da PRIME VIDEO e in tre continenti: America – Europa – Asia

Filmografia:

IL CIELO GUARDA SOTTO – Lungometraggio 105’ – 2019

QUI NON SI MUORE – Lungometraggio 98’ – 2019

LUI E’ MIO PADRE – Lungometraggio 89’ – 2020

STESSI BATTITI – Lungometraggio 104’ – 2022

LA CHIOCCIOLA – Lungometraggio 110’’ – 2023

CHI SONO IO – Lungometraggio 107 – 2024

“Savoia, l’albero genealogico e i protagonisti della Dinastia”

Uscito il libro  di Andrea Carnino e Pierangelo Calvo

È recentemente uscito insieme a La Stampa, lo scorso 9 settembre, il libro “Savoia, l’albero genealogico e i protagonisti della Dinastia”. Autori del volume sono Andrea Carnino e Pierangelo Calvo. La professoressa Bruna Bertolo, esperta in materia, ha curato la prefazione, mentre l’introduzione è di S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia, figlio di S.A.R. la Principessa Reale Maria Pia di Savoia, figlia di Re Umberto II e della Regina Maria Josè. Il libro suddetto è un’opera unica nel suo genere, ogni capitolo è dedicato ad un sovrano, da Umberto I Biancamano, fondatore della dinastia, fino a Umberto II, ognuno con il proprio albero genealogico. I lettori potranno così scoprire attraverso i matrimoni contratti dai figli e dalle figlie dei monarchi i numerosi legami di parentela dei Savoia con le più importanti case reali e imperiali d’Europa. Un’apposita sezione è dedicata ai rami cadetti; chiude il tutto un grande albero genealogico che va dal Biancamano fino agli attuali esponenti del Casato.

Il volume, scritto in modo semplice, coniuga la piccola storia con la grande storia. Non si parla solo di Conti, Duchi e Re, ma anche delle loro residenze e del loro legame con fante piccole nobili famiglie legate ai nostri territori, come Provana e i comuni del Piemonte. Nel 1618, per esempio, il Duca di Savoia Carlo Emanuele I, per ottenere i fondi necessari alla retribuzione dell’esercito, mise in vendita le frazioni di Buttigliera, Uriola e Nicola, che volevano staccarsi da Avigliana. Esse furono acquistate da Giovanni Carron, il quale, il 25 aprile 1619, venne infeudato Signore di Buttigliera Alta. L’idea di questo volume è stata di Angelo Panassi, titolare della casa editrice Susalibri, il quale ha proposto a Pierangelo Calvo, vicepresidente dell’Associazione Internazionale Regina Elena ODV, nonché cultore di storia sabauda, di scrivere un libro sulla genealogia dei Savoia. Egli ha proposto ad Andrea Carnino, giornalista e divulgatore storico, di affiancarlo nella stesura di questo volume. Il libro è stato dedicato a tre importanti aristocratici deceduti: un napoletano, un romano e un piemontese, il Duca Don Giovanni de Giovanni Greuther di Santa Severina, il Barone Roberto Ventura e il Barone Guglielmo Guidobono Cavalchini Garofoli, e allo scrittore e giornalista Luciano Regolo.

Mara Martellotta

Germinale Monferrato Art Fest seconda edizione 

Ha avuto avvio la seconda edizione di Germinale Monferrato Art Fest, che si svolgerà fino al 12 ottobre prossimo tra le colline del basso Monferrato. Si tratta di una rassegna annuale di arte contemporanea itinerante e diffusa. Obiettivi dell’iniziativa, nata a Rinco di Montiglio dalla Quasi Fondazione Carlo Gloria, sono la promozione dell’arte e della cultura, la valorizzazione del territorio e del paesaggio tramite l’attivazione di progetti e percorsi dedicati all’arte contemporanea, che coinvolgono e mettono in rete 17 comuni tra le province di Asti e Alessandria. Ogni Comune rappresenta la tappa di un percorso articolato, ospitando diversi contenuti tra mostre, installazioni open air, residenze d’arte che trovano sedi in luoghi rappresentativi del territorio, sia dal punto di vista architettonico, turistico e produttivo, sia per il loro legame con la tradizione e l’eredità culturale locale. L’evento prende il nome dal settimo mese del calendario rivoluzionario francese, termine a sua volta tratto dal latino “germinalis”, con il significato del mese in cui germogliano le piante. Germinale reca nel suo nome l’idea di rinascita, germogli e nuove foglie, metafora più estesa una rinascita dei luoghi attraverso i vari linguaggi espressivi dell’arte contemporanea. Le sedi espositive sono chiese sconsacrate, castelli, costruzioni di pregio storico e architettonico e spazi dalla forte valenza simbolica, che diventano lo scenario perfetto in cui ambientare le opere d’arte contemporanea, contribuendo alla loro conoscenza, tutela e valorizzazione.

Il programma di spettacoli e performig arts, a cura di Casa degli Alfieri, animerà i giorni d’apertura dell’evento e le varie sedi durante tutto il periodo con varie caratteristiche : la macchina magnifica, ovvero la Corriera dell’Arte, accompagnerà in tour i visitatori a raggiungere le varie sedi di Germinale attraverso passeggiate poetiche ed esperienziali di teatro natura.

La seconda edizione di Germinale si radica attorno a un tema antico ma quanto mai attuale, l’Alimurgia. Questo termine, coniato nel Settecento dal medico fiorentino Giovanni Targioni Tozzetti, ormai dimenticato, indica la pratica di ricorrere a piante spontanee, selvatiche e commestibili come risorsa alimentare in tempi di carestia o povertà. Il medico scrisse un trattato rivolto non tanto agli studiosi quanto un manuale pratico di sopravvivenza, catalogando numerose piante e descrivendo come raccoglierle, cucinare e conservare. In un’epoca contrassegnata da crisi ecologiche, sociali ed economiche, l’alimurgia risuona oggi con nuova intensità, diventando metafora potente di resilienza, attenzione al territorio e recupero di saperi dimenticati. Germinake 2025 interpreta l’alimurgia non solo come suggestione botanica ma come chiave poetica e politica per leggere la contemporaneità. Invita a riflettere su ciò che cresce ai margini, a riconoscere ciò che è commestibile, distinguendo il nutriente dal tossico, fatto che implica una conoscenza rispettosa e profonda dell’ambiente. Allo stesso modo, la scelta delle opere che abitano quei luoghi richiede una cura simile, un ascolto reciproco tra spazio e creazione, tra contesto e visione.

Germinale Monferrato Art Festival – Quasi Fondazione Carlo Gloria, via Bava 28, Torino

Apertura: tutti i weekend dal 12/9 al 12/10 con orari di visita 10.30-19

Mara Martellotta

La Fondazione Accademia di Pinerolo propone 16 concerti

L’edizione 2025-2026 della Stagione Concertistica con artisti di carattere internazionale e giovani concertisti pluripremiati

L’edizione 2025-2026 della stagione concertistica della Fondazione Accademia di Pinerolo prenderà il via martedì 7 ottobre prossimo con l’atteso concerto del pianista Alexander Kobrin, definito dal New York Times come “preziosissima guida alle visioni ultraterrene e spirituali della musica di Schumann”. Pluripremiato Kobrin ha ottenuto numerosi prestigiosi premi, tra cui il Primo Premio al concorso Busoni di Bolzano.

La stagione concertistica propone 16 concerti di artisti di fama internazionale e giovani concertisti pluripremiati, completano il programma cinque concerti del progetto In crescendo : POC Live, il 16 novembre, dedicato a compositori emergenti, e il Festival Beethoven ( 15, 12, 19 e 26 maggio) , chs segna l’inizio del cammino che condurrà nel 2027 a festeggiare il bicentenario della scomparsa del grande compositore tedesco.
Il programma è inoltre punteggiato da undici incontri di presentazione “ Inseguire le note”, tenute dal maestro Claudio Voghera, direttore artistico della stagione, che attraverso suggestioni, curiosità, note storiche e musicali, traghetterà il pubblico verso l’ascolto.
Gli incontri gratuiti si svolgeranno mezz’ora prima dell’inizio del concerto, alle ore 20

“Il programma 2025-2026 disegna un panorama sonoro piuttosto vasto  e variegato – afferma Claudio Voghera – “Ascolti’ perché saper ascoltare è  una dote rara, una caratteristica preziosa che ci rende cittadini del mondo. Ascoltare significa  immergersi in un linguaggio privo di barriere culturali, un’esperienza che può indurci a trasporre nel nostro vissuto una postura democratica rispettosa degli altri”.

L’inaugurazione della nuova stagione concertistica è  affidata ad Alexander Kobrin, tra gli interpreti di primissimo piano  oggi nel mondo. Il pianista russo salirà sul palco dell’Accademia di Musica di Pinerolo martedì 7 ottobre alle ore 21 e l’8 e il 9 ottobre terrà una masterclass a Pinerolo.
Il programma di ottobre proseguirà martedì 21 con il duo d’eccezione formato da Domenico Nordio e Orazio Sciortino. Il primo è uno dei violinisti più acclamati italiani del nostro tempo e Orazio Sciortino, eletto composer of the Year agli International Classic Music Awards 2024, sarà nella doppia veste di pianista e compositore.
Quattro ulteriori concerti imperdibili caratterizzeranno il programma 2025 della stagione. Il Trio Boccherini sarà di scena martedì 4 novembre prossimo.  Formatosi a Berlino, risulta tra i gruppi da camera più  apprezzati degli ultimi anni in ambito internazionale e si dedica alla scoperta del repertorio per trio d’archi , tra cui figurano grandi capolavori ascoltati dal pubblico e gioielli a lui spesso sconosciuti.

Domenica16 novembre primo appuntamento del ciclo ‘In crescendo’ e brani in prima esecuzione assoluta di giovani compositori del corso POC, martedì 18 le porte dell’Accademia si apriranno al jazz con Emanuele Cisi (sax tenore), Furio de Castri (contrabbasso), Nico Morelli (pianoforte) ed Enzo Zirillo ( batteria), artisti dalla carriera prestigiosa con all’attivo collaborazioni con le più grandi personalità internazionali del genere. Martedì 2 dicembre l’appuntamento è con lo spettacolo/concerto dal titolo “Quel che resta del genio” con Francesco Nicolosi al pianoforte, Stefano Valanzuolo , testo e voce narrante. Si tratta di un racconto romantico e di fantasia intorno alla figura si un pianista e compositore austriaco Sigismund  Thalberg, il cui corpo fu fatto imbalsamare dalla moglie e poi custodito in una teca di cristallo nella sua villa a Napoli.
L’anno 2025 si chiuderà con l’esecuzione di un promettente pianista Jakob Aumiller il cui concerto rientra in un progetto di collaborazione con il Premio internazionale Brunelli di Vicenza, che Aumiller ha conquistato nel 2024.

Mara Martellotta

Il tempo della luce e del colore di Sabrina Always

MUSEO MIIT – TORINO, CORSO CAIROLI 4

Dal 10 al 24 Settembre 2025
Orario: da martedì a sabato 15.30-19.30. Su appuntamento per visite guidate, gruppi, scolaresche
Info: 011.8129776 – 334.3135903 – www.museomiit.it

Il Museo MIIT, Museo Internazionale Italia Arte di Torino ospita dal 10 al 24 settembre, con inaugurazione Giovedì 11 Settembre dalle ore 18.00, la mostra personale di pittura ‘Sabrina Always. Il tempo della luce e del colore’, una selezione accurata di opere dell’artista veneziana che ritorna ad esporre a Torino presentando un percorso artistico suddiviso in sezioni tematiche (Il tempo della posa, Il tempo di un tramonto, Figurativi) che esplorano vari generi, dalla ritrattistica alla figurazione, dalle pitture naturalistiche alle ricerche su luce e colore, come suggerisce il titolo dell’esposizione.
Sabrina Always è artista risolta, maestra delle arti tradizionali e delle arti cosiddette ‘preziose’, ma anche designer, restauratrice, cultrice della tradizione e dei nuovi linguaggi espressivi, dall’hand made alle installazioni. Questa sua formazione complessa, scrupolosa, curiosa nello studiare ed approfondire ogni espressione creativa si mostra limpidamente nelle sue opere, sempre alla ricerca dell’emozione, dell’istante da cogliere e bloccare nell’eternità di un segno, di un riflesso, di una trasparenza cromatica e tonale. Per Sabrina Always, infatti, ogni dipinto rappresenta un universo da scoprire e il soggetto diviene spunto interiore per raccontare le sensazioni più profonde dell’artista e della realtà. Lo si percepisce nell’attenta indagine psicologica che emerge dalla sua ritrattistica, in cui la posa delle protagoniste, naturali e dinamiche nella loro espressione, gli sguardi penetranti o sognanti, la profondità della scena diventano narrazione di una storia, di una vita osservata con raffinata e romantica sensibilità. Nel gioco delicato delle trasparenze colte nelle pieghe di una stoffa, di un broccato, il suo tratto si fa deciso, potente, senza ripensamenti, suggerendo con la pittura immediata solo le forme, i contorni, lasciando comunque allo sguardo la magia della suggestione, quell’aura indefinibile che circonda ogni essere, umano e non solo. Oltre alla pittura, anche il disegno è strumento privilegiato per cogliere l’istante e il dettaglio della figura e Always si addentra con delicata sensibilità nella personalità del soggetto, ne delinea i tratti salienti, mantenendo però quell’atmosfera rarefatta che si avvicina all’idea, all’immaginazione, al sogno, quasi come se le anime dell’artista e del protagonista si toccassero e si incontrassero in una dimensione ‘altra’… e forse è proprio così. Negli altri soggetti amati dall’artista, come gli alberi, le foglie, i paesaggi e, in questa mostra, particolarmente nei tramonti, il sentire di Sabrina Always assume una visione pantocratica dell’universo, quella prospettiva umana e divina che abbraccia la totalità degli elementi, rendendoli parti di un insieme potente e misterioso nella sua essenza. Qui il colore si fa vibrante, acceso, cangiante negli infiniti riverberi dei chiaroscuri e dei toni e nella pittura rapida e dal gesto istintivo, come il soffiare del vento o lo scompigliarsi delle fronde e delle nubi. Macchie di pittura che danno vita a chiome, fiori, rami, tronchi, erbe, cieli, orizzonti… tutto, nella pittura naturalistica di Always, diventa viaggio interiore, espressione dell’anima e delle sue emozioni che si fanno, inevitabilmente, anche nostre. Come nella pittura antica, la natura diventa simbolo e allegoria, immagine di una dimensione che, in Always, assume caratteri trascendenti e spirituali. La Luna, il Sole, la notte, le stagioni altro non sono che un’idea atavica del ciclo della vita, delle opposte energie del mondo che si confrontano e si completano. In Always la natura è mito e sorella, presenza ideale e concreta al contempo, un’opera d’arte totale, nella definizione wagneriana in cui la realtà assume i contorni di una esperienza immersiva e totalizzante. Sabrina Always si svela così, libera e un po’ fauve, ‘belva’ romantica e graffiante, emotiva e costruttiva nei cromatismi che plasmano e scompongono forme e figure, dando vita ad emozioni e memorie.
Guido Folco

BIOGRAFIA
Sabrina Costantini Always è nata a Venezia il 28 settembre 1967.
Da più di vent’anni lavora nel campo della pittura, del restauro e dell’interior design anche come consulente cromatica, sviluppando una particolare attenzione per la dimensione simbolica dei colori. La sua esperienza pittorica si snoda dall’applicazione delle tecniche più antiche, tra le quali l’affresco e il «trompe-l’oeil» in stucco veneziano, all’impiego dei più innovativi materiali ecocompatibili per superfici murarie.
Negli anni 1995/1997 è stata assistente del pittore, scultore e filosofo Gino De Dominicis, durante i suoi soggiorni veneziani a palazzo Franchini, suo atelier estivo.
A partire dal 2008 partecipa a rassegne tematiche e collettive a Torino, con dipinti che vanno da una figurazione interiorizzata ai ritratti, al mondo animale e a un naturalismo risolto con limpide emulsioni cromatiche.
Dal 2009 al 2011 Espone alla rassegna «Paratissima», Borgo San Salvario, Torino.
Ha partecipato alle seguenti collettive:
-“Passa(e)ggi visivi”, a cura di Michele Peri e Tommaso Evangelista, Centro storico di Rocchetta al Volturno (Is) 2012
– “Arte al vento”, a cura di Teo de Palma, Biblioteca Comunale “A.Minuziano”, San Severo (Fg), 2012
– “La pazienza di Penelope”, a cura di Mimma Pasqua e Teo de Palma, Chiostro del Palazzo di Città, ex Convento dei Celestini, San Severo (Fg), 2013.
– “X Artemisia”, a cura di Daniela Simoni, Villa Barucchello, Porto Sant’Elpidio (Mc), 2013 – “Camouflage”: mostra itinerante per l’Italia partita da Camo (Cn) nel settebre 2014
– “Ensemble”: arte contemporanea a villa Biener (Imperia), dicembre 2014/gennaio 2015 – 65° Rassegna Internazionale d’arte premio G.B. Salvi Sassoferrato (AN) 2016

– “Energia creativa”, rassegna off Biennale di Venezia, Palazzo Albrizzi, Venezia 2017
Mostre personali:
Ritratti di alberi
Museo Regionale di Scienze Naturali, Torino 2012 Galleria Le Cornici Venezia, 2012
Dissolvenza, ultimi alberi, Spazio Mouv’, Torino 2014 Il segreto delle foglie
Studio Rosai, Firenze 2018
Glass Creatures
(con Susanna Fiori)
Palazzo Contarini Polignac, Venezia 2023
Hanno scritto di lei Angelo Mistrangelo, Daniela Simoni, Ivana Mulatero e Fabio Norcini.