CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 409

Il nuovo sentimento per il giovane arabo: riparte la stagione dei Marcido

Da stasera, nello spazio di Marcidofilm di corso Brescia 4bis

Si riparte. Si prova a ripartire. A elencare un calendario teatrale che, pandemia permettendo, possa reggersi in piedi, al di là di interruzioni o chiusure, con ogni sua forza. C’è la passione, c’è la raffinata bravura, c’è la caparbietà di un gruppo ma a volte ogni cosa è insufficiente. I teatri si chiudono, i teatri vanno (?) chiusi, con il rischio assurdo di mettere un tappo alla cultura e soffocarla. Dopo una settimana di applauditissime repliche al Gobetti con “Memorie dal sottosuolo”, merito soprattutto della prova di Paolo Orrico, per cui il termine perfezione non è sprecato, dopo una trasferta milanese, i Marcido (Marcidorjs e Famosa Mimosa: ma da sempre e per tutti, i Marcido) tornano alla loro tana, al luogo d’elezione, alla casa madre di corso Brescia 4bis, al loro Marcidofilm, al loro minuscolo quanto agguerrito teatro in formato bonsai, pronti a riaprire i battenti per una nuova avventura.

Da gennaio a maggio, le novità e la riprogrammazione degli spettacoli che non sono potuti andare in scena nelle scorse stagioni, a causa della chiusure dei teatri per l’emergenza sanitaria. Il debutto è affidato stasera (repliche sino al 30 gennaio) a Maria Luisa Abate, per l’adattamento drammaturgico e la regia di Marco Isidori, con “L’importante è che ci sia qualcuno: Vaduccia”, tratto da “L’amante” dello scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua cui la compagnia ha lavorato durante il lockdown. La vicenda – ambientata in una Haifa attraversata dalla guerra del 1973, tra i sogni e i desideri dei tanti protagonisti, le loro personali aspettative – narra di una novantasettenne ebrea che, come risvegliatasi da una malattia colpevole d’averla privata di ogni “consapevolezza vitale” e resa un minerale, “una pietra” come afferma lei stessa, si ritrova a condividere il vivere quotidiano con un ragazzo arabo. Gli inizi sono costruiti sul reciproco sospetto, il presente di divisioni non s’addice alle relazioni, ma con il passare del tempo, specialmente da parte della donna, si giungerà persino alla gioiosa scoperta della costruzione di un sentimento amoroso. Una vicenda odierna che, anche complice la lingua che ne tesse i caratteri e le azioni, dice Isidori, “ci ha portato verso la realizzazione di uno spettacolo dove la performance dell’attrice (una straordinaria Maria Luisa Abate) s’avvita con fatale inesorabilità, in un parossismo non solo interpretativo, ma anche “fonico”, andando verso quella “compiutezza” teatrale, che è stata, e che ancora vogliamo continui ad essere, uno dei cardini della ricerca scenica dei Marcido”.

La stagione vedrà ancora “Vecchio oceano” da “I canti di Maldoror” di Lautréamont e “Specchio a due facce: Eschilo e Petrolini in un’unica invocazione; il riallestimento dello storico “Happy days in Marcido’s field”, una nuova edizione di “Giorni felici” di Beckett, ad aprile “una serata con il poeta Roberto Mussapi”. La stagione si chiuderà con una nuova edizione de “L’avaro” di Molière, anche banco di prova per due giovani attori formatisi nel Laboratorio dei Marcido.

e.rb.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Chiara Gamberale “Il ventre paterno” – Feltrinelli- euro 18,00
L’inizio di questo 15esimo romanzo della scrittrice romana vi affonda immediatamente una lama nel cuore. A parlare è il piccolo Rocco di 9 anni la cui famiglia in paese è chiamata i “Senzaniente”. Conosciamo subito la sua disperata povertà, quando il bimbo implora la bottegaia di dargli un po’ di latte per la madre che ha appena partorito il fratellino e ha i seni secchi. Non otterrà nulla e la mamma morirà di stenti e fame 3 giorni dopo.
Quel bimbo poi ha avuto il suo riscatto: ha sgobbato duramente ed è diventato ricco proprietario di un supermercato, ma la ferita di quella miseria se la porterà dentro per sempre.
22 anni dopo sarebbe diventato il padre della protagonista di questa storia, la 39enne Adele e il legame tra i due è strategico nella storia. Perché anche dal grembo paterno impariamo a chiedere e ricevere amore.
Rocco ha cresciuto i figli nel culto del dovere ed è stato inflessibile in questo dictat che è anche il suo modo di esplicitare l’affetto. La primogenita Adele è legatissima a quel padre che è stato il suo primo grande amore. Lei, venuta al mondo al posto dell’agognato maschio, ha assorbito tutte le alte aspettative paterne ed è cresciuta trovando forza in quell’amore che l’ha fatta sentire unica e con un posto speciale nel mondo affettivo di Rocco.

E’ diventata una donna indipendente, anche se si sta barcamenando in una fase lavorativa incerta. Negli anni 90 aveva partecipato a un reality insieme ad altre ragazze ricoverate come lei per gravi disturbi alimentari; la notorietà le aveva garantito la conduzione di un programma televisivo intitolato con un gioco di lettere
“L’adelescenza”.
Ora alla soglia dei 40 anni la fase adolescenziale sembra abbondantemente superata e il programma sta per passare in mani più giovani.

A un primo sguardo Adele pare sapere cosa vuole dalla vita e non avere problemi nell’andare a prenderselo. Anelava ad essere madre e lo è diventata con l’inseminazione artificiale; ora è genitrice single della piccola Frida…ma non tutto fila liscio.
A poco più di 2 anni la piccola sembra inciampare nelle parole e Adele si rivolge al neuropsichiatra infantile Nicola Attanasio. Grande affabulatore, sposato e con figli, narcisista che si ammanta di parole scarnificate di significato.

Eppure fa breccia nella corazza di Adele e i 2 diventano amanti. Lui non sembra intenzionato a lasciare la famiglia. Adele finisce per essere una sorta di postulante che implora brandelli di amore, scampoli di tempo ritagliati grazie a bugie e sotterfugi.
Una storia che diventa dolore per Adele che ancora si dibatte nel conflitto adolescenziale tra l’Adele grassa e quella magra: conflitto interiore tutt’ora irrisolto che la vede oscillare tra le due versioni di se stessa a seconda di situazioni e stati d’animo.

Un’empasse che riporta a galla anche i non detti della famiglia di origine di Adele, che le aveva inflitto una delle violenze più subdole possibili. Quella sottile e quotidiana della madre Teresa e del padre Rocco che pur non stando bene insieme ci erano rimasti nonostante l’incombere dell’amante di lui, Rita.
Insomma un romanzo che concentra più piani narrativi e temporali e mette a nudo i buchi dell’anima che possono frenare la felicità delle persone, svela come sia più capace di amore il silenzioso Rocco del verboso Nicola e parla di una maledizione che da economica si fa esistenziale.

 

Dominique Fortier “E tutt’intorno il mare” -Alter Ego- euro 16,00
La 49enne canadese Dominique Fortier è scrittrice, editor e traduttrice, vive a Montreal, nel Quebec, ed ha vinto il prestigioso premio del governatore generale per la narrativa in lingua francese. E’ l’autrice del profondo “Le città di carta” in cui raccontava la vita della poetessa Emily Dickinson attraverso i luoghi, le passeggiate e le poesie. Soprattutto è un’autrice di raffinata sensibilità che vanta uno stile unico, efficace, che va dritto al cuore.
“E tutt’intorno il mare” è un piccolo gioiello che omaggia i libri e l’importanza delle parole, in cui si intrecciano due storie in epoche e clima diversi, a 600 anni di distanza una dall’altra.
Una è quella del pittore Éloi, l’altra quella di una madre che ama giocare con le parole e non rinuncia alla scrittura.

La maestosa abbazia di Mont-Saint- Michel (edificata nel 708 per volere del vescovo Oberto sull’isolotto del Mont-Tombe e da allora luogo di preghiera) lambita dall’affascinante fenomeno delle basse e alte maree che la rendono unica, fa da fil rouge tra la vita dell’autrice e quella di un pittore del 400.
E’ Éloi Leroux, ritrattista innamorato pazzo della giovane nobildonna Anna che deve ritrarre per il marito. Tra i due sarà amore e passione segreta, solo che la fanciulla muore stroncata dalla febbre…e per Éloi si spegne la luce.
Disperato, viene accolto dal cugino Robert, frate superiore dell’Abbazia che vanta una delle biblioteche più prestigiose dell’epoca. In quel luogo di pace profonda il giovane che neanche sapeva leggere, impara a conoscere i volumi, la vita monastica, un erbario tra i più ricchi d’Europa, la laboriosità minuziosa dei frati amanuensi, e cresce in bravura come miniatore.

Circa 600 anni dopo, la scrittrice divenuta madre fatica a conciliare il nuovo ruolo con la passione per la scrittura e si interroga sull’attrazione per quel luogo: «Per molto tempo ho cercato di capire perché il Mont-Saint- Michel mi avesse fatto un’impressione così forte. Certo è maestoso, superbo, grandioso; ma perché mai, nella mia testa, la scoperta che ne feci era legata al bisogno, o più esattamente alla possibilità di scrivere?».
Ed ecco pagine in cui si mischiano invenzione letteraria e riflessioni personalissime, argomento storico e considerazioni sulle ricerche per il libro, sulla scrittura dopo la maternità.
La Fortier architetta un gioco sottile e abile; accosta i due percorsi del romanzo, legati entrambi a una rivoluzione, cercando sottili coincidenze tra loro. L’invenzione e la diffusione del libro a metà del XV secolo, e il cambiamento fondamentale nella vita di chi diventa genitore. Ecco dove si incontrano le due anime profonde di questo libro; passato e presente soffusi di immensa poesia.

 

Mariana Enriquez “La nostra parte di notte” -Marsilio- euro 22,00

E’ un corposo libro ambientato in un’Argentina sospesa tra la dittatura di Videla e occultismo, ricca di atmosfere gotiche e fantastiche. Inizia con il viaggio che fanno nello sterminato paese sudamericano un padre e un figlio, entrambi con sorprendenti doti da medium.

Il padre si chiama Juan Peterson ed è il medium di una società segreta devota al Culto dell’Ombra; ma anche parecchio vicina a un circolo di affari legato alla dittatura. Sia lui che il bambino sono in grado di convocare gli spiriti davanti alla società votata all’Oscurità, che rincorre la vita eterna anche praticando rituali di sangue, compreso il sacrificio umano. A quella apparteneva Rosario, la moglie defunta di Juan e madre di Gaspar.
Juan è bellissimo, ha occhi di un verde magnetico e doti eccezionali che lo mettono in contatto con l’al di là; ma non ne è per niente contento, anzi è stremato dalla sua vita al limite e preoccupato che la stessa sorte possa toccare al suo piccolo. Così seguiamo le vicende dei due in fuga, da Buenos Aires alle cascate di Iguazú, al confine brasiliano.

E man mano che procediamo nelle pagine ricostruiamo la vita dei protagonisti e di un corollario di personaggi.
Rosario, prima donna argentina laureata a Oxford, diventata antropologa, apparteneva a una delle dinastie più potenti dell’Argentina, i Reyes Bradford di origini britanniche; legati alla dittatura e praticanti culti esoterici per mantenere il potere. Si scopre che lo zio medico di Rosario aveva ripetutamente salvato la vita a Juan, fin da bambino afflitto da una grave malformazione cardiaca; più che altro aveva capito i suoi straordinari poteri e controllando il piccolo avrebbe potuto usarli per i suoi fini.

Mariana Enriquez, una delle voci più interessanti della letteratura portena, ci conduce in una grande saga fantastica, tra poteri misteriosi, foreste, campi disseminati di corpi e prigioni clandestine. Narrazione visionaria e sensuale, tra realismo magico e la realtà storica di un periodo drammatico della storia del paese sudamericano.
D’altra parte l’infanzia della scrittrice -nata a Buenos Aires nel 1973- è coincisa con la dittatura; e anche se lei era piccola, è inevitabile che la drammatica storia dei desaparecidos e della dittatura si affacci nelle sue strepitose pagine.

 

Paula Hawkins “Un fuoco che brucia lento” -Piemme- euro 19,90

La scrittrice nata in Zimbabwe, trapiantata a Londra dove è stata a lungo giornalista; dopo il bestseller internazionale “La ragazza del treno”, ora ci catapulta in una fitta rete di inganni, vendette e efferati omicidi.
Tutto ha inizio a Londra, su Regent’s Canal dove su una casa galleggiante viene scoperto il cadavere di un ragazzo brutalmente assassinato.
E’ Daniel Sutherland, rampollo caduto in disgrazia e finito a vivere su una casa galleggiante. I sospetti si concentrano su 3 donne.
Una è la vicina Miriam che scopre il cadavere, dà l’allarme ma tiene per se informazioni importanti.
Laura è invece la ragazza con cui la vittima ha trascorso l’ultima notte; ha un passato difficile, da bambina ha subito un pesante trauma, è in gravi difficoltà emotive ed economiche e vive isolata e senza affetti.
Poi c’è la zia di Daniel, Carla, anche lei gravata da un dolore mai metabolizzato.
Le tre donne non si conoscono ed appartengono a differenti strati sociali, ma hanno un fondamentale tratto comune: hanno subito un grave dolore che ne ha stravolto le vite, e covano in silenzio un rancore pronto ad esplodere.
Le loro storie si incrociano per caso e il lettore viene condotto nelle loro vite private, sospese tra passato e presente, tra molteplici scheletri negli armadi che movimentano parecchio la trama.

La Hawkins imbastisce una trama in cui si avvicendano continui colpi di scena, salta fuori un gigantesco castello di bugie, segreti, verità indicibili e sogni di vendetta.
E su tutto aleggia una domanda: per quanto tempo si riesce a mantenere un segreto difficile prima che venga smascherato e la brama vendicativa esploda?
L’autrice ha dichiarato che voleva esplorare come nessuna tragedia si verifichi indipendentemente dal resto: un incidente accaduto nell’infanzia può avere conseguenze decenni dopo, fidarsi della persona sbagliata può dirottare completamente una vita, e poi anche le persone più buone possono essere capaci di azioni orribili.

A Quaglieni il premio “Penna d’oro”

Al prof. Pier Franco Quaglieni, storico, giornalista e scrittore, che vive tra Torino e la Liguria, è stato conferito il Premio “Penna d’oro” sezione scrittori per il libro “Passione  per la libertà“ ed. Buendia Book.

Il Premio  che gli verrà consegnato a Roma, al centro culturale italiano “Carlo Antoni”,  ha la  seguente motivazione:  “Storico  eminente del Risorgimento e dell’età contemporanea, è noto per le sue posizioni  controcorrente, di cui ha dato prova come docente libero da pregiudizi ideologici, giornalista mai asservito a  schieramenti precostituiti, storico che si richiama alla grande  lezione di  Benedetto Croce e di Rosario Romeo“. E’ un chierico che non ha tradito anche nei due anni di pandemia dove costante e’ il suo richiamo al senso di responsabilità di tutti. Quaglieni è un patriota di altri tempi, un piemontese orgoglioso delle sue radici storiche e famigliari  che ama la Liguria ed è aldamente ancorato alla contemporaneità, un  raro maestro di libertà e di civismo“.

Il consumista Andy Warhol e un palazzo della Torino barocca

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QUANDO UNA MOSTRA FA SPETTACOLO 

Di Mara Martellotta 

Potrebbe sembrare un accostamento insolito quello di una mostra dedicata a Andy Warhol, padre della pop art, e degli spazi espositivi di palazzo Barolo, dove ebbe inizio l’Opera Pia Barolo e che rappresenta uno dei meglio conservati esempi di dimore nobiliari della Torino barocca, oggi aperte al pubblico. In realtà, però, l’accostamento classico-contemporaneo è oggi più che mai vincente.

Continua a leggere:

Il consumista Andy Warhol e un palazzo della Torino barocca. Quando una mostra fa spettacolo

Garage rock Usa 1966. Discografia minore / 12

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60 ?? 


Come già accennato in precedenti articoli, un fattore di grande difficoltà per gli attuali studiosi del rock americano degli anni 60 è costituito dalle ricorrenti omonimie tra le garage rock bands di quei tempi (anche in aree geografiche vicine e confinanti tra loro). La questione era altresì  spinosa per i contemporanei, specialmente in sede discografica; e per tentare di stabilire una qualche differenziazione tra bands omonime si ricorreva già allora a cambi ortografici, scrittura della pronuncia, microvariazioni nei nomi etc. Basti pensare per esempio al caso “Night Riders” (e infatti si incontravano varianti omofone quali “Knight Riders”, “Night Ryders”, “Nite Riders”, “Nite Ryders” etc.); ma a volte il tutto finiva per complicarsi ulteriormente, dal momento che sovente le varie grafie erano interne ad una stessa compagine, in base all’etichetta discografica o al periodo di attività. In buona sostanza… un ginepraio fitto e inestricabile. Nella seguente sezione ho inserito (a parità di anno, 1966) varie garage rock bands americane dai nomi quasi identici, che tuttora causano problemi e “qui pro quo” a cultori, collezionisti,
appassionati e studiosi…

–  Christopher and The Souls “Diamonds, Rats And Gum / Broken Hearted Lady”  (Pharaoh P-151);

–  The Heirs “You Better Slow Down / Do You Want Me”  (Panorama 39);

–  The Young Enterprise “Think I’m Gonna Make It / I Wanted You”  (Rust Records 5111);

–  The High Tensions “Poor Man / No Use Hangin’ Around”  (Hitt Recording Company 6604-6605);

–  The Vandals [PA] “Ballad Of A Loser / My Girl”  (Big Rock BR-511);

–  The Vandals [GA] “Your Love Will Die / Mary”  (D 381);

–  Billy Sandlin & The Interns [FL] “Poor Rich Girl / Here Comes That Feeling” (Royala Records 1966.326);

–  The Interns [CA] “Hard To Get / And I’m Glad”  (Uptown 730);

–  The Interns [TX] “Sally Met Molly / Have Mercy”  (Paradise 1019);

–  Bill Allan & The Fugitives [WI] “Come On And Clap / You’re The Kind Of Girl (That I Go For)” (Trend Recordings 8090-T-101);

–  The Fugitives [MS] “No Tease / Lonely Girl”  (ZAFX-6606213/6606214);

–  The Fugitives [GA] “Meggie / Too Easy [I’ve Gotta Go]”  (New Talent Records NT-103);

–  The Fugitives [NY] “Your Girl’s A Woman / She Believes In Me”  (Mala 533);

–  The Esquires [MO] “She’s My Woman / Misfortune”  (Dot Records 45-16954);

–  The Esquires [FL] “Heat / Heartaches Stay The Night”  (CFP CPR 2);

–  The Esquires [TX] “These Are The Tender Years / Judgement Day”  (Glenvalley Records 105);

–  The Esquires [WV] “What Made You Change Your Mind / Boo Hoo Hoo” (Raven 00S-3);

–  The Mods [TX] “Days Mind The Time / It’s For You”  (Cee Three A-1002/1003);

–  The Mods [FL] “Sweets For My Sweet / Empty Heart”  (Knight HHP K-105);

–  The Mods [OH] “I Give You An Inch (And You Take A Mile) / You’ve Got Another Think Coming” (Peck);

–  The Other Half [PA] “Aspens Of The Night / A Lot To Live For”  (7/2 P-1);

–  The Other Half [TX] “Severance Call / Lost Everything”  (Sellers Company);

–  The Illusions [FL] “I Know / Take My Heart”  (A. C. P. 375);

–  The Illusions [WI] “The Outcast / Now That It’s Over”  (Audio Unlimited 815N-1000).

(… to be continued…)

Gian Marchisio

Il femminile e il maschile in Luigi Pirandello

 

Moncalieri, ore 17-18,30

Biblioteca civica Arduino, via Cavour 31

Diretta sulla pagina facebook @bibliomonc

L’universo pirandelliano è costituito da una miriade di ritratti femminili e maschili che con le loro peculiarità hanno influenzato in maniera significativa il ‘900 italiano. E che ancora oggi sono di un’attualità sconcertante. Se ne occupa una mini-rassegna curata dall’associazione culturale Linguadoc e patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di Moncalieri: due incontri da non perdere uno si è svolto lunedì 10 e il prossimo lunedì 17 gennaio (il primo focalizzato sul femminile, il secondo dedicato ai ritratti di uomini) alla biblioteca civica Arduino di Moncalieri.

Pirandello attinge alla propria esperienza famigliare e di vita (i genitori, i professori, la moglie, l’allieva/attrice e musa ispiratrice) per tracciare minuziosi frammenti che definiscono i personaggi – sintetizzano i curatori – senza mai trascendere nella volgarità o nella critica tout court. Emergono così i caratteri di donne e uomini che affascinano per la varietà che rappresentano”. Nei due appuntamenti previsti, dalle 17 alle 18,30 la scrittrice e giornalista Sabrina Gonzatto e il regista Giulio Graglia intrattengono il pubblico insieme all’attrice Carlotta Micol De Palma, la voce narrante. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti e diretta facebook.

Sarà anche una stimolante occasione per tornare a sfogliare le pagine di uno dei classici della letteratura nazionale, premio Nobel nel 1934 – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Verranno proposti diversi testi tratti dalla vasta produzione pirandelliana: tra gli altri Enrico IV, Non si sa come, Il mio viaggio, Trovarsi, La rosa. Con un taglio originale per cogliere lo sguardo penetrante di Pirandello su un tema di grande attualità come la dialettica tra maschile e femminile”.

Cacciari torna all’ovile?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Il prof. Massimo Cacciari si e’ sottoposto alla terza dose del vaccino antiCovid.

Considerando le polemiche aspre di cui e’ stato ascoltato protagonista ,sono rimasto sorpreso perché il professore ha scritto tutto il male possibile contro il modo in cui il Governo Draghi ha affrontato la situazione . Non ricordo parole tanto dure con il Governo Conte che meritava invece tutte le critiche possibili .Per rendersene conto, basta sfogliare i giornali o riascoltare le trasmissioni a cui ha partecipato, che hanno contribuito a creare un movimento no vax molto combattivo ed a volte anche violento. Le parole sono pietre , diceva Carlo Levi, e lui e’ responsabile di aver contribuito a dare forza al ribellismo velleitario e gravemente dannoso di questi mesi che si è aggiunto all’esercito degli irresponsabili senza mascherine. Adesso dice di essere come Socrate e di rispettare le leggi, quasi il vaccino fosse la cicuta. In verità, quando bombardava le persone con le sue denunce – senza avere nessuna competenza in materia -, contemporaneamente si sottoponeva alla prima e alla seconda dose. Anch’io amo la libertà , forse più di Cacciari che come comunista militante e parlamentare del PCI forse non l’hai mai amata con la stessa passione dei liberali. Ma so distinguere il limite invalicabile che va rispettato: la mia libertà finisce dove inizia la libertà degli altri cittadini e viceversa. Questa è la concezione della libertà responsabile che si differenzia dalla licenza individualistica e anarcoide che in tempi di pandemia non è una semplice e innocua opinione, ma un tradimento e un attentato al bene comune. Tutti quelli che senza mascherina vanno in piazza a protestare trovano nella sua autorevolezza di professore una sorta di legittimità che li differenzia dai seguaci dell’ ex generale Pappalardo. Forse per Cacciari la parola Patria è qualcosa di sconosciuto o di disdicevole.La Patria che per me non è mai nazionalismo, rappresenta invece il patto solidale tra cittadini che impone nei gravi pericoli nazionali (e in questo caso mondiali) il senso di una autodisciplina incompatibile con quello che in tempo di guerra sarebbe disfattismo.

Oggi, siamo in guerra e se non siamo giunti a Caporetto, lo si deve ai tanti medici, infermieri , farmacisti , volontari che, invece di parlare ,di pontificare. di litigare , si sfiancano negli ospedali e negli studi medici . Che il professore veneziano a loro non abbia neppure pensato, è grave . Anche gli uomini di cultura devono dare una mano solidale. Non c’è da evocare Socrate , un esempio sbagliato che non gli si addice perché ha assunto il vaccino per vivere e non per morire come il filosofo ateniese. Da ex comunista adesso sembra quasi essere diventato un libertino , certamente non un liberale perché i liberali hanno il senso dello Stato: sub lege libertas. Alla stregua di Gianni Vattimo che ha contribuito al nichilismo distruttore di ogni valore morale. Mi compiaccio invece per il fatto che sotto sotto si sia vaccinato, pur negando per mesi la necessità del vaccino. Chissà che Cacciari non stia tornando all’ovile della ragionevolezza , magari portando con se’ tante pecore disperse. Meglio tardi che mai. I cattivi maestri a volte potrebbero diventare dei buoni pastori.

Quando le storie escono dai libri

Sabato 15 gennaio 2022 i più bei teatri di Moncalieri – le Fonderie Limone e il Matteotti – si rivolgono al pubblico dei più piccoli, ospitando Quando le storie escono dai libri.

Una rassegna in due tempi patrocinata dall’Assessorato alla Cultura della città insieme a Ministero del lavoro, Regione Piemonte e Fondazione CRT e curata dall’associazione culturale Bravo chi legge. Collaborano Pro Loco Moncalieri e Coordinamento Genitori Democratici.

Il primo appuntamento, tenutosi sabato 8 gennaio alle Fonderie Limone, è con il teatro disegnato di Gek Tessaro, che porta in scena per la regia di Lella Marazzini I bestiolini, ovvero la danza sgangherata dei molesti ma tenerissimi abitanti dei prati. La narrazione è allegra e giocosa, tenera talvolta, semplice tanto da essere adatta ad un pubblico anche di piccolissimi (dai 3 anni in su), ma ricca al contempo di spunti di riflessione. Sabato 15 gennaio il ritrovo è sempre alle 16, ma al Teatro Matteotti, per guardare insieme Il richiamo della foresta, pellicola del 2020 con Harrison Ford, tratta dall’omonimo classico di Jack London.

Entrambi gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e con prenotazione obbligatoria.

Due occasioni imperdibili per un piacevole pomeriggio in famiglia – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Nella prima la magia nasce dall’originale arte di Gek Tessaro, che dà vita a un gigantesco libro che si anima, si colora e si racconta. Nella seconda invece a parlare è l’immortale magia del grande schermo, con un classico che da più di un secolo affascina grandi e piccoli di ogni continente

Tutti gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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SABATO 15 GENNAIO 

 

Sabato 15 gennaio ore 16.30 

PROSPETTIVE 

CUBO – Terra – The World Map 

GAM – visita guidata in collaborazione con Orchestra Filarmonica di Torino 

Per il quarto anno consecutivo, Fondazione Torino Musei, OFT – Orchestra Filarmonica di Torino e Abbonamento Musei propongono il progetto di collaborazione che avvicina il pubblico dell’arte a quello della musica e viceversa. Per chi ama esplorare l’arte nelle sue mille sfumature, i tre grandi musei della Città di Torino – GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO Museo d’Arte Orientale e Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica ogni sabato precedente il concerto propongono una visita guidata, a rotazione, al proprio patrimonio museale, traendo ispirazione dalla stagione concertistica dell’Orchestra Filarmonica di Torino.

Terra parola ancestrale, che rimanda all’essenza più profonda dell’uomo. Il tema della Terra sarà l’argomento sui cui si baserà il primo appuntamento in GAM, propedeutico ai concerti OFT. L’appuntamento prenderà avvio dalla mostra Una collezione senza confini. Arte Internazionale dal 1990.

L’esposizione, con opere di artisti di fama mondiale che provengono dai cinque continenti, invita a riflettere sul significato attuale di confine geografico e culturale nella dimensione di una collezione museale, che rispecchia quanto sta avvenendo nella società contemporanea, e sul rapporto che l’uomo ha con i luoghi di origine e di residenza, come dimostrano, tra le altre opere, quelle di Aleksandra Mir, Sean Scully e Tobias Rehberger.

Costo: 6 euro per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).
Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com • è possibile effettuare l’acquisto on-line https://www.arteintorino.com/

 

DOMENICA 16 GENNAIO 

 

Domenica 16 gennaio ore 15 

ARTE IN CARTA 

GAM – Attività per famiglie 

Adatto per bambini dai 6 ai 12 anni

Partendo dalla lettura del Silent book “Ombra” di Suzy Lee, i bambini saranno coinvolti in un viaggio nelle collezioni del museo tra luci, ombre, buchi, tagli, colore e trasparenze.

In laboratorio i linguaggi artistici incontrati in visita verranno rielaborati nella costruzione di carte da gioco mediante l’uso di diversi supporti cartacei e trasparenze.

La sperimentazione di differenti tecniche artistiche porterà alla creazione di uno strumento personalizzato utile a inventare nuove storie.

Costo 7€ a bambino,

Per motivi di capienza l’attività è riservata ai bambini; i genitori potranno lasciarli ai nostri operatori decidendo di visitare il museo, usufruendo del biglietto a costo ridotto – gratuito per i possessori di Abbonamento Musei

Prenotazioni: 011 5211788 prenotazioniftm@arteintorino.com

Domenica 16 gennaio ore 16 

“INCONTRI” N. 1 SUMI-E E KENJUTSU  

MAO – attività per adulti sulla mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese 

a cura dell’Associazione Yoshin Ryu

Incontro tra le vie della scrittura e della spada: l’essenzialità del gesto.

Costo: 3 €. Info e prenotazioni:  mao@fondazionetorinomusei.it

GIOVEDI 20 GENNAIO 

 

Giovedì 20 gennaio ore 18 

LA DIVINAZIONE SECONDO L’YIJING  

MAO – conferenza in occasione della mostra “Fernando Sinaga. Il Libro delle Sorti e dei Mutamenti” 

Con Attilio Andreini, Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea, Università Ca’ Foscari, Venezia. 

Lo Yijing, noto in Occidente come Libro dei Mutamenti, è uno dei grandi testi collettivi della tradizione cinese. Compilato presumibilmente a partire dal IX secolo a.C., ha acquisito la sua forma definitiva nel IV-III secolo a.C., durante il periodo di regno della longeva dinastia Zhou (1046-256 a.C.). In questa conferenza si spiegherà la sua importanza, ma anche l’apporto dei nuovi ritrovamenti testuali, come quelli del manoscritto dell’Yijing rinvenuto a Mawangdui o del testo battezzato dai paleografi cinesi Shi fa, che dimostrano quanto vivace e ancora aperta sia la ricerca su questa famosa opera.

Accesso libero. Partecipazione gratuita.

 Le modalità di accesso ai Musei sono regolamentate secondo le disposizioni normative vigenti.

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html