CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 409

Con il turismo di prossimità si riscoprono interessanti mostre d’arte

Ad Alba, Asti e Milano con Promotur

Il turismo di prossimità rappresenta una carta vincente nei confronti della crisi da Covid, in un momento in cui non è  possibile esplorare il mondo a 360 gradi.

Per chi abita a Torino non soltanto vi è la possibilità  di visitare interessanti mostre nel capoluogo sabaudo, ma anche in città  vicine, quali  Alba, dove alla Fondazione Ferrero è ospitata una splendida esposizione dedicata ad Alberto Burri; ad Asti, dove a palazzo Mazzetti è visitabile la mostra sui Macchiaioli, o a Milano, dove sono presenti diverse esposizioni artistiche.

Nel capoluogo lombardo tante sono le opportunità e, per citarne solo qualcuna, la mostra dedicata a Mario Sironi al Museo del Novecento, dal titolo “Mario Sironi. Sintesi e grandiosità”, quella dedicata a Federico Zeri e Milano, ospitata nel Museo Poldi Pezzoli, l’esposizione presente alla Gallerie d’Italia di piazza della Scala  dal titolo  “Gran Tour. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei”, e l’interessante mostra su Monet a Palazzo Reale.

Una visita guidata  alla mostra di Monet sarà  organizzata per lunedì 13 dicembre dall’agenzia torinese Promotur, di nota tradizione. La visita, che avrà come punti di partenza piazza Pitagora alle ore 8 e corso Stati Uniti 27 alle ore 8.15, sarà  piuttosto variegata, prevedendo a Milano anche un tour a piedi del centro città, con l’accompagnamento da parte di una guida abilitata, fino a raggiungere piazza Affari, dove troneggia il dissacrante e noto “Dito” realizzati dall’artista Maurizio Cattelan.

La giornata milanese sarà  anche l’occasione per visitare, a Palazzo Marino, in piazza della Scala, l’esposizione temporanea, di solito allestita annualmente nel periodo prenatalizio, dal titolo “Il Rinascimento di Bergamo e Brescia. Lotto, Moretto, Savoldo e Moroni”. La mostra, dono della Città  ai visitatori, raccoglie quattro importanti opere esposte, di Lorenzo Lotto “Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” (1523), di Alessandro Bonvicino detto il Moretto la “Pala Rovellio”, di Giovanni Girolamo Savoldo “L’adorazione dei pastori” (1540), e di Giovanni Battista Moroni la “Madonna col Bambino e i Santi Caterina, Francesco e l’Offerente”.

Nel pomeriggio sino previsti l’ingresso e la visita guidata alla mostra “Opere dal Musee Marmottan Monet di Parigi”, che riunisce 53 opere dell’artista, tra cui le celebri Ninfee del periodo 1916/1919, “Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi” ( 1905) e la sua ultima opera, intitolata “Le rose” ( 1925-’26). L’ esposizione, un’occasione unica per poter ammirare le opere appartenenti alla più celebre raccolta di opere dell’artista francese, si propone di indagare il tema della luce e dei suoi mutamenti cui ha rivolto particolare attenzione Claude Monet nella sua pittura, facendone un punto cardine dell’intera esperienza dell’Impressionismo e della pittura en plein sir. In mostra sarà, infatti, possibile ammirare i paesaggi realizzati dall’artista nel corso dei suoi soggiorni in alcune località francesi, quali Trouville e Argenteuil, e durante i suoi viaggi a Londra. Particolare rilievo, nell’ambito della sua ricerca sui riflessi della luce, assumono le tele dedicate al tema delle ninfee, eseguite prendendo spunto dal giardino di ispirazione orientale che Monet allesti’ presso la sua dimora di Giverny, amena località in Normandia. Queste tele furono realizzate a partire dal 1883 fino al 1926, anno della morte dell’artista, e di esse rimangono 250 versioni, alcune delle quali, le più belle, sono conservate a Parigi al museo Marmottan Monet, che le ha date in prestito per l’esposizione milanese.

Mara Martellotta 

Obbligo di greenpass e mascherina

Promotur

Piazza Pitagora 9, Torino Tel 011 3018888

Corso Turati 10/bis Torino Tel 011504143

 

La (vera) chiesa di San Salvario

A CURA DI TORINO STORIA 

Pochi conoscono il tempio di via Nizza, sorto nel Seicento per completare il Castello del Valentino

Di fronte a un ipotetico sondaggio che domandasse «Qual è la chiesa di San Salvario?» in molti risponderebbero indicando la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo, che dal 1865 svetta sulla piazzetta all’angolo di via Saluzzo con via Baretti…

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La (vera) chiesa di San Salvario

 

“Napoli Eden”, il docufilm proiettato a Torino

E’ stato presentato a Torino, con proiezione al Cinema Fratelli Marx il docufilm “Napoli Eden”, prodotto da Annalaura di Luggo.

La regia è di Bruno Colella, le musiche di Eugenio Bennato e la fotografia di Blasco Giurato. Protagonista è la stessa Annalaura di Luggo, intervenuta nella serata torinese (nelle foto di Carlo Patetta Rotta) con la partecipazione di Francesco Gallo Mazzeo, Olindo Preziosi, Eugenio Bennato, Enzo Gragnaniello, Nino Frassica, Patrizio Rispo e i ragazzi dei Quartieri Spagnoli. Il docufilm racconta il progetto, di Annalaura Di Luggo, di quattro opere d’arte in alluminio riciclato, collocate in luoghi simbolo di Napoli. Partecipano alla realizzazione di questi lavori i ragazzi a rischio dei Quartieri Spagnoli.

 

Storico protocollo per il forte di Fenestrelle

Il territorio Pinerolese con l’Associazione San Carlo guardano congiuntamente al futuro e al bene comune attraverso un’importante intesa per la redazione di un piano operativo riguardante il Forte di Fenestrelle ed il Territorio delle Valli e del Pinerolese, finalizzato al restauro, conservazione e valorizzazione storica, ambientale e turistica dell’area del Forte di Fenestrelle in sinergia con progetti di sviluppo territoriale e di una ampia visione turistica e culturale.

E’ questo il riassunto di una giornata storica per il Pinerolese e per il Piemonte tutto che sancisce un Patto di collaborazione per il futuro comune del territorio. Una chiara volontà di collaborazione, di sinergia costruttiva, di desiderio di generare un circuito virtuoso, grazie alla collaborazione di tutti e alla volontà di valorizzare insieme il territorio. Ma anche un Patto che impegna e pone ciascuno di fronte al senso profondo di responsabilità del proprio ruolo nel dare il meglio per potenziare il Forte di Fenestrelle e il Territorio.

E’ questo il riassunto del protocollo d’intesa firmato dai principali attori pubblici e privati del territorio che dimostra la maturità di tutti nel vedere nell’unione degli intenti e negli obiettivi comuni la chiave necessaria per moltiplicare gli sforzi e renderli più efficaci.

Direbbe una metafora sportiva: non ci sono campioni del mondo senza gregari e compagni di squadra. Il campione del mondo è Il Forte di Fenestrelle nel cuore del Territorio delle Valli e del Pinerolese. I gregari sono tutti coloro che a vario titolo possono dare aiuto a realizzare quel sogno comune di emergere per la propria bellezza e gli immensi valori di cui si dispone.

La proposta progettuale, traendo le sue origini dal bene storico costituito dal Forte di Fenestrelle e coerentemente con le politiche di sviluppo sostenibile, propone di avviare e potenziare attività di turismo culturale, artigianato, commercializzazione di prodotti tipici dell’agricoltura ed allevamenti locali, turismo sportivo e di svago con l’obiettivo di generare opportunità di crescita economica e occupazionale diffusa e durevole, in armonia con il paesaggio e l’ambiente, valorizzando le risorse turistico – culturali dell’area, come leva per attivare flussi turistici nazionali ed internazionali in una logica di attrattività territoriale, contribuendo, così a migliorare la situazione socio-economica dell’area tutta rappresentata dal protocollo di intesa.

A Natale regala il Regio!

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Una serata al Regio è una grande emozione e un dono magnifico. In occasione delle prossime feste natalizie, il Teatro Regio propone un’idea regalo da non perdere:

a partire da lunedì 6 dicembre e fino a mercoledì 22 dicembre, acquistando 2 biglietti per la Stagione d’Opera e di Balletto 2022 si riceverà un buono sconto del 20% da regalare o utilizzare per l’acquisto di altri 2 biglietti. Il buono sconto è valido fino al 30 aprile 2022. L’iniziativa vale per acquisti sia alla Biglietteria del Teatro Regio sia online su www.teatroregio.torino.it.

Per gli acquisti in biglietteria, abbiamo realizzato un’esclusiva busta regalo che renderà ancora più prezioso il dono. Per gli acquisti online, il biglietto elettronico ha una veste natalizia speciale.
Dall’offerta sono esclusi: Il diario di Anna FrankFalcone e Borsellino. L’eredità dei giustiDon GiovanniSvetlana Zakharova & Vadim Repin. I biglietti per gli spettacoli del Regio Opera Festival non sono al momento disponibili; la data di inizio vendita verrà comunicata non appena possibile.

La Stagione d’Opera e di Balletto 2022, lunga dodici mesi, ci vedrà tornare finalmente nel nostro Teatro dopo mesi dedicati ai lavori di ammodernamento del palcoscenico. L’inaugurazione sarà sabato 12 febbraio con La bohème di Giacomo Puccini, la nostra opera simbolo che potremo finalmente vedere dal vivo nel nuovo allestimento – realizzato dal Teatro Regio – che unisce la regia, firmata da Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, a scene e costumi ripresi dai bozzetti e dai figurini originali di Adolf Hohenstein, disegnati per la prima assoluta torinese del 1896 e custoditi dall’Archivio Storico Ricordi. Il maestro Pier Giorgio Morandi dirigerà l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche del Teatro Regio. Protagonisti: Dinara Alieva, Valentin Dytiuk, Valentina Mastrangelo e Biagio Pizzuti. Curatrice delle scene è Leila Fteita, curatrice dei costumi è Nicoletta Ceccolini. L’opera sarà in scena per 10 recite fino al 27 febbraio.

Biglietteria del Teatro Regio – Tel. 011.8815.241/242; biglietteria@teatroregio.torino.it.
Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 13-18.30 e domenica ore 10-14.
Giorni con orari ridotti: sabato 5 e domenica 12 dicembre 10-13; venerdì 31 dicembre 13-16.
Giorni di chiusura: mercoledì 8, venerdì 24, sabato 25, domenica 26 dicembre; sabato 1, domenica 2 e giovedì 6 gennaio 2022

Info: www.teatroregio.torino.it – Tel. 011.8815.557 – info@teatroregio.torino.it.

Per approfondimenti, clicca qui

(foto Vincenzo Solano per il Torinese)

Charity night e Invasioni vegetali alle Ogr

OGR Torino presenta:
DOMANI, martedì 7 dicembre: la prima OGR Charity NightAmici di Piero,
insieme alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus
mercoledì 8 dicembre: secondo appuntamento di “Invasioni Vegetali” sul cioccolato,
con Clara e Gigi Padovani
martedì 7 dicembre: OGR Charity Night con AMICI DI PIERO

Martedi 7 dicembre, a partire dalle 19: OGR Torino scende in campo insieme alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus con un’iniziativa per raccogliere fondi a supporto della ricerca. Per l’occasione, dopo due anni di attesa, torna sul palco della Sala Fucine Amici di Piero, la storica maratona musicale in memoria dell’amico cantante e fonico Piero Maccarino e della fotografa Caterina Farassino.

Alle ore 19, nella Corte Est si accenderà l’albero di Natale OGR insieme a Cristina Chiabotto, madrina di FPRC Onlus. Dalle ore 19.30 alle 20 sarà possibile immergersi nell’ambientazione sonora di Davide Boosta Dileo, nel mese di novembre ambasciatore di FPRC Onlus, e di Guglielmo Diana. L’ingresso per questa prima parte della serata sarà gratuito.

La serata proseguirà poi in Sala Fucine con Amici di Piero. Dalle 21 saliranno sul palco Africa Unite, Bandakadabra feat. Willie Peyote, Black Mungo, El Tres, Eugenio in Via Di Gioia, Fratelli di Soledad, Johnson Righeira, Loschi Dezi, Medusa, Monaci del Surf, Motel Connection, Omini, Statuto, The Bluebeaters, per sostenere insieme al pubblico la raccolta fondi: il ricavato del concerto, di nuovo live dopo due anni di attesa, sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro a favore dell’Istituto di Candiolo IRCCS.
A condurre la serata lo scrittore e giornalista Domenico Mungo e Mao.
Biglietti al costo di 15€ disponibili su www.ogrtorino.it

Nel weekend a Superga torna il pienone di visitatori

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Finalmente, dopo un periodo di chiusure dovute alla pandemia e all’addio dei frati, il complesso religioso che domina dall’alto su Torino con un panorama mozzafiato è tornato alla vita di sempre.

Piazzale stracolmo. Sono tornati i torinesi, in auto, in moto, a piedi, in bici, con la cremagliera e i turisti. Si entra in basilica, si sale sulla cupola e si visitano le tombe reali dei Savoia. In ordine, con mascherine e distanziamento. Li sorvegliano i volontari del Sermig, l’Arsenale della pace di Ernesto Olivero che dall’estate scorsa ha preso in gestione il sito collinare subentrando ai frati dell’Ordine dei Servi di Maria, che per motivi di età e salute, hanno posto fine a una lunga gestione iniziata nel 1964, proprio l’anno in cui nasceva a Torino il Servizio missionario giovani di Olivero. Dopo oltre mezzo secolo i religiosi hanno lasciato la chiesa voluta da Vittorio Amedeo II e dal principe Eugenio come ringraziamento alla Madonna dopo aver sconfitto i francesi in quel mitico 7 settembre 1706. Sono una ventina i volontari, giovani e meno, che si alternano a Superga e consentono di tenere aperto il capolavoro di Filippo Juvarra insieme ad alcuni sacerdoti che assicurano la messa durante la settimana. La chiesa è aperta tutti i giorni con la salita alla cupola sabato, domenica e festivi, ore 10,30-13,30 e 14,30-17.00, mentre le tombe dei Savoia si possono vedere sabato, domenica e festivi negli stessi orari. Riaperto il servizio caffetteria e ristorante. “Ci sono le tombe dei Savoia e c’è del dolore da rispettare, aveva detto Olivero il 2 agosto scorso durante il passaggio di consegne dai frati al Sermig, riferendosi al Grande Torino”. Abbiamo molte idee per il futuro ma preferiamo raccontarle strada facendo”. Per il momento ci sarà un’apertura straordinaria e continuativa feriale e festiva durante le prossime festività, dal 25 dicembre al 9 gennaio 2022.

F.Re

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Manuel Vilas “I baci” -Guanda- euro 19,00
L’amore al tempo del Covid, secondo Manuel Vilas, è l’unico modo per dare un senso alla vita. I baci del titolo sono quelli tra Salvador, professore 58enne in pensione anticipata, e la bellissima 45enne Montserrat.
Lui viene colto dal lockdown in una casa nel bosco, poco lontano da Madrid, dove ha deciso di ritirarsi. Nel paesino di Sotopeña c’è l’unico emporio della zona, e quando va a rifornirsi di provviste viene folgorato dalla bellezza e dal misterioso fascino di Montserrat che gestisce il negozio.

In oltre 400 pagine divampa la storia d’amore. Salvador si innamora in 7 minuti come un adolescente; ma è un uomo maturo… e chissà se tanto entusiasmo può esplodere anche a 50 anni o giù di lì.
Secondo Vilas ovviamente si, tutto il romanzo va in questa direzione componendo una storia d’amore romantica e idealizzata, ma anche decisamente carnale.
“I baci” sono l’antidoto all’epidemia, alla malattia, alla solitudine e alla morte e, anche da adulti navigati, innamorarsi è possibile. Anzi nel tornado di una crisi epidemica mondiale i due protagonisti restano ancorati alla vita; bypassano il mordo con entusiasmo, con una passione travolgente e ampie dosi di erotismo in una sorta di coinvolgente follia d’amore.

Salvador è stato mandato in pensione prima del tempo perché affetto dai primi sintomi di una malattia neurologica che lo rendeva confuso o silenzioso di fronte agli studenti. Così si è armato di bagagli e libri –primo fra tutti il “Don Chisciotte” di Cervantes- e ha deciso di isolarsi dal resto del mondo.
Montserrat è carica di erotismo, ma dilaniata dalla perdita del piccolo figlio che le è stato tolto dall’ex marito e che ora vive in Germania. Questa è la tragedia della sua vita e l’amore per Salvador è qualcosa che lenisce il suo dolore.

Cervantes fa capolino spesso nelle pagine di Vilas: il suo protagonista ricorda Don Chisciotte nell’idealizzare la donna che ne occupa vita e pensiero; mentre Montserrat diventa Altisidora, «la donzella intelligente ed enigmatica ..» che fa credere a Don Chisciotte di essere innamorata di lui.
Come evolverà e andrà a finire questa passione travolgente?
Salvador sa bene che l’amore ideale -e pure quello carnale- tendono a perdere potenza con il logorio del tempo…..

 

Hannah Rothschild “Casa Trelawney” -Neri Pozza- euro 19,00
Trelawney Castle appartiene da 800 anni all’omonima famiglia, sorge su una rupe che domina la costa meridionale del mare di Cornovaglia ed è stato ampliato nei secoli dai vari conti fino ad essere «…dichiarato il più maestoso e il più sontuoso, se non il più bello, della contea di Cornovaglia». Ha 4 ali principali costruite in tempi e stili diversi, 11 scaloni, una stanza per ogni giorno dell’anno ed altre meraviglie. La tenuta su cui sorge è ancora più spettacolare: un’area immensa con tanto di foresta e cascata che alimenta un lago, prati a perdita d’occhio…..
Però gli ultimi 8 dei 24 conti che si sono succeduti hanno sperperato a piene mani il patrimonio, si sono rivelati dannatamente incapaci di gestire le finanze e -complici anche 2 guerre mondiali e il crollo di Wall Street- a poco a poco le fattorie sono state svendute e il disastro è stato inarrestabile. Divorzi, incompetenza e tasse ereditarie hanno inferto colpi di grazia a ripetizione. Le ali del castello sono state chiuse una dopo l’altra, dipinti e arredi preziosi venduti, treno privato e panfilo lasciati arrugginire in rovina.
Ora il castello cade a pezzi e mancano anche i soldi per scaldarsi e mangiare. A tenere duro è Jane, moglie dell’ultimo erede Kitto. Lui è un sognatore poco pratico che si butta in imprese raffazzonate e perdenti; mentre lei ha sostituito in toto la servitù e si logora tra mansioni domestiche, giardino…e come badante dei suoceri che credono di vivere ancora ad altissimo livello.
Hannah Rothscild è maestra nell’intessere una trama ricca di personaggi, dinamiche familiari ed ereditarie che scoprirete pagina dopo pagina e che raccontano l’eccentricità dell’aristocrazia britannica di fronte all’evolvere dei tempi e della società.
Tra i protagonisti più interessanti ci sono la sorella di Kitto: la complicata Blaze che era stata cacciata quando il fratello aveva ereditato la magione. Planata a Londra con una laurea a pieni voti in matematica a Oxford era stata un’abilissima operatrice finanziaria, ma negli ultimi tempi le sue previsioni non avevano fatto centro e aveva perso denaro e clienti.

Poi a smuovere ulteriormente la situazione ecco arrivare la dirompente Ayesha, figlia della bellissima Anastasia che era stata un amore di gioventù di Kitto. Da anni era scomparsa dai radar della famiglia, però in punto di morte aveva scritto ai Trelawney affidandogli la giovane. Preparatevi perché in questa brillante e acuta commedia familiare succederà davvero di tutto….

 

Ivy Comton-Burnett “Servo e serva” -Fazi Editore- euro 19,00

La scrittrice inglese Ivy Comton-Burnett è stata maestra nel narrare e dare voce all’infelicità che cova spesso nelle famiglie; forse perché anche lei ne sapeva qualcosa.
Ivy Compton- Burnett nacque a Pinner in Inghilterra nel 1884, crebbe nella città costiera di Hove e morì a Londra nel 1969.
Il padre era un medico dal carattere dispotico e solitario, e Ivy ebbe gli anni della giovinezza funestati da una serie di tragedie: la morte prematura di due fratelli e il suicidio di due sorelle appena adolescenti.

Il suo apprendistato doloroso alla vita non fu poi tanto lontano da quello dei giovani ragazzi Lamb che albergano nelle pagine del romanzo “Servo e serva”, del 1947, uno dei più famosi tra i suoi 20 libri.
Le sue opere trovano linfa negli accadimenti delle belle e altolocate dimore inglesi di metà Novecento; mentre la cifra principale della sua scrittura è nell’abilità con cui imbastisce un fuoco di fila di dialoghi sfolgoranti, serrati, a tratti nevrotici.

Al centro del romanzo ci sono i vari membri della famiglia Lamb, famiglia dell’alta borghesia che vive in un paese non meglio specificato. Capofamiglia è il dispotico Horace che gestisce con estrema avarizia (spacciata per virtù) l’ingente patrimonio portato in dote dalla moglie americana Charlotte.
Poi ci sono i 5 figli – che escono poco di casa e comunque sempre malvestiti grazie alla tirchieria paterna- zia Emily e il cugino Mortimer privo di mezzi di sostentamento, mantenuto a stecchetto da Horace, e innamorato di Charlotte.

Nelle gelide stanze della casa si aggira anche la servitù che sembra avere doti di saggezza di gran lunga superiori a quella dei padroni.
Dal maggiordomo Bullivant al cameriere George, dalla sguattera Miriam alla cuoca Mrs. Selden; la Burnett di loro descrive solo lo stretto necessario, mentre è ai dialoghi che affida un ruolo importantissimo. E’ dai loro discorsi che scopriamo gli autentici e più profondi sentimenti (per esempio i figli odiano cordialmente Horace e ne auspicano il trapasso a miglior vita) e i segretucci dei Lamb (corna comprese). Famiglia che si rivelerà diversa da quella che vuole apparire e ben più disfunzionale.

 

John Banville “Delitto d’inverno” -Guanda- euro 19,00

Inverno 1957, Contea di Wexford in Irlanda, nella ricca residenza di Ballyglass House, che appartiene a una blasonata famiglia protestante, ha luogo un omicidio scabroso e inquietante. La vittima è un amico, padre Thomas Lawless prete cattolico che è stato accoltellato….ed evirato.

A indagare arriva un ispettore protestante che faticosamente tenta di ricostruire i fatti, interroga gli abitanti della casa, tra i quali si annida l’assassino.
Perché uccidere un sacerdote e poi in quel modo orribile?
La rosa dei possibili colpevoli sembra ristretta a una manciata di persone, ognuna con segreti e doppi fondi da scoprire.
Il padrone di casa, colonnello Osborne; la sua giovane moglie svanita e imperscrutabile; il figlio decisamente ambiguo e la figlia ribelle. Poi sulla scena appaiono anche la governante-cuoca e un cognato debosciato, pecora nera della famiglia.

Ma le indagini si rivelano tutt’altro che facili, niente è come sembra e i fatti non si incastrano a dovere. Al rebus si aggiunge l’ingombrante e maneggiona influenza della Chiesa Cattolica d’Irlanda, con in prima persona l’arcivescovo.
E vengono a galla storie torbide di povere fanciulle, figli illegittimi rinchiusi e prede sessuali di sacerdoti- educatori…..

 

Raf e Tozzi in quarantena, il concerto slitta al 14 febbraio

Questa sera, domenica 5 dicembre 2021, non si terrà al Teatro Colosseo di Torino il concerto di  Umberto Tozzi e Raf. I cantanti sono infatti   in quarantena a scopo precauzionale, poiché seppur entrambi  negativi al Covid sono  venuti a contatto con una persona positiva. La serata già sole out è posticipata al 14 febbraio 2022.

Lo Schiaccianoci di scena al teatro Alfieri fino al 15 dicembre

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Il Balletto del Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev nel titolo natalizio per eccellenza

Teatro Alfieri
da sabato 4 a mercoledì 15 dicembre 2021

Nella foto: il Balletto del Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev in una scena de Lo Schiaccianoci
Il mese di dicembre segna il ritorno del balletto e il Regio Metropolitano porta al Teatro Alfieri per ben 13 date, dal 4 al 15, il titolo natalizio per eccellenza: Lo Schiaccianoci, balletto su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij nell’esecuzione del Balletto del Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev, con la versione coreografica di Valery Kovtun su libretto di Marius Petipa; l’Orchestra del Regio è diretta da Mykola Djadjura e il Coro di voci bianche da Claudio Fenoglio. I solisti che potremo ammirare in scena sono: Natalia Matsak, Irina Zhalovskaya, Sergey Krivokon e Jan Vana.

Il Teatro Nazionale d’Opera e Balletto di Kiev Taras Ševčenko alza il sipario per la prima volta nel 1867 e all’inizio del ’900 inizia a formarsi la compagnia di balletto, tra i danzatori vi erano: B. Nižinskaja, O. Kočerkovskij, O. Osovskaja. Non è un caso, quindi, che due tra i più famosi ballerini del XX secolo, Vaclav Nižinskij e Serge Lifar, fossero appunto di Kiev. Il 18 ottobre 1931 nasce ufficialmente la prima compagnia di ballo dell’Ucraina con la presentazione di Pan Kanjovskij di Verikovskij. Gli anni del dopoguerra vedono fiorire nuovi programmi, collaborazioni con giovani artisti e le tournée a livello internazionale. Nel 1964 il Balletto dell’Opera di Kiev viene insignito dell’Etoile d’or al Festival di danza classica di Parigi. Sotto la direzione di Anatolij Šekera la Compagnia è cresciuta e si è aperta anche alle coreografie moderne. La sua messa in scena del balletto di Sergej Prokof’ev Romeo e Giulietta, del 1971, è stata rappresentata in tutto il mondo per oltre trent’anni e ha ricevuto la medaglia dell’Unesco come migliore interpretazione del balletto di Prokof’ev. Oggi la Compagnia, che vanta 150 danzatori, è sotto la Direzione artistica di Elena Filipeva, Artista del Popolo dell’Ucraina.

La storia dello Schiaccianoci, ambientata agli inizi dell’Ottocento, si svolge alla vigilia di Natale quando Drosselmeyer, eccentrico inventore di giocattoli, molto amato dai bambini, viene invitato a casa del signor Stahlbaum per vedere il grande albero di Natale. I giochi e le danze si susseguono e il fantasioso Drosselmeyer organizza anche uno spettacolo di marionette e burattini nel quale il Re dei topi vuole rapire la Principessa, ma il coraggioso Schiaccianoci lo uccide e salva la Principessa, diventando così il giocattolo preferito della piccola Maša. In sogno, la figlia del signor Stahlbaum immagina l’invasione della sala da pranzo da parte dei topi guidati dal loro Re, ma lo Schiaccianoci guida i soldatini di latta all’attacco e Maša, dominando la paura, lo segue e lo salva gettando la sua pantofola contro il Re dei topi che, sconfitto, scompare con le sue truppe. Drosselmeyer trasforma quindi lo Schiaccianoci e Maša in un Principe e in una Principessa e l’atto si conclude con il meraviglioso Valzer dei Fiocchi di Neve. Nell’ultima parte del balletto il sogno prosegue e giunge il momento dei festeggiamenti cui prendono parte Maša e lo Schiaccianoci, e si susseguono le danze con ritmo incalzante: spagnola, orientale, cinese, russa (trepak) e Pas de Trois, fino al risveglio della piccola protagonista.

Sono innumerevoli le versioni – e infinite le interpretazioni – del balletto portate in scena dai grandi coreografi fino a oggi. Il balletto è l’ultima opera di Marius Petipa, il coreografo dei Teatri Imperiali russi a fine ‘800. Composta da Čajkovskij, la partitura sonora è stata lo sfondo della coreografia di Lev Ivanov, successore di Petipa, presentata per la prima volta nel dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Il debutto europeo del celebre balletto è nel 1934 al Sandler’s Wells di Londra e nel 1938 alla Scala di Milano. Una delle versioni più originali è quella di George Balanchine per il New York City Ballet nel 1954. Il Balletto del Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev propone la coreografia di Valery Kovtun che ripercorre i passi di Petipa e di Ivanov con lo scopo di restituire tutto lo splendore della veste tradizionale de Lo Schiaccianoci. Le scene e i costumi sono di Maria Levitskaja e le luci di Igor Samarets.

Nella foto: il Balletto del Teatro Nazionale dell’Opera di Kiev in una scena de Lo Schiaccianoci
La fortuna di Schiaccianoci è stata indubbiamente favorita dalla splendida musica scritta da Čajkovskij – basti pensare alla popolarità raggiunta dall’omonima suite – che rivela una fantasia inesauribile nel rievocare l’atmosfera magica e fatata legata al sogno e all’infanzia. Sul podio dell’Orchestra del Regio è Mykola Djadjura, dal 1988 Direttore d’orchestra all’Opera Nazionale Ucraina e dal 1996 anche Direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di Kiev. Con quest’ultima ha eseguito i cicli sinfonici di tutte le Sinfonie di Beethoven e di tutti i concerti e le sinfonie di Brahms (in occasione dei 170 anni dalla nascita del compositore). Come Direttore ospite, è stato invitato dalle orchestre filarmoniche della Polonia, Russia, Italia, Portogallo, Francia, Bulgaria, Corea del Sud e Giappone. Mykola Djadjura è stato insignito del titolo onorario di Artista del Popolo di Ucraina, nel 2011 ha ricevuto il premio Nazionale Taras Schevchenko, il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e della Letteratura della Repubblica Francese (2005, 2019) e nel 2015 il più alto riconoscimento statale che può essere conferito a un cittadino straniero da parte della Repubblica Italiana: l’Ordine della Stella d’Italia.

Lo Schiaccianoci va in scena a dicembre nei seguenti giorni: sabato 4 ore 15 e ore 20.30; domenica 5 ore 15; martedì 7 ore 15 e 20.30; giovedì 9 ore 20.30; venerdì 10 ore 15 e 20.30, sabato 11 ore 15 e 20.30; domenica 12 ore 15; martedì 14 ore 20.30 e mercoledì 15 ore 20.30.

Regio Metropolitano si realizza con il fondamentale sostegno di Intesa Sanpaolo, Socio Fondatore del Teatro Regio e con il patrocinio della Città di Torino.

Il 18 dicembre con Aida in quintetto, la Galleria dei Re del Museo Egizio si riempirà di musica con il Quartetto del Teatro Regio di Torino e Carlo Caputo al pianoforte, per l’esecuzione di una selezione musicale tratta dall’opera Aida di Verdi; il concerto accoglierà il pubblico in visita al Museo Egizio che, per l’occasione, osserverà un’apertura straordinaria dalle 19.30 alle 21. Sempre sabato 18 alla Chiesa del Santo Volto, il Coro del Regio diretto da Andrea Secchi, con Paolo Grosa al pianoforte, dà vita a un concerto gratuito (biglietti esauriti) dal sapore natalizio, con musiche di Johann Sebastian Bach, Hector Berlioz, Georg Friedrich Händel, Anton Bruckner, Sergej Rachmaninov, Adolphe Adam, Morten Lauridsen e canti tradizionali di Natale.

Il 22 dicembre ore 20.30 al Conservatorio “Giuseppe Verdi”, Dmitry Matvienko, secondo classificato al Concorso Cantelli, dirige l’Orchestra del Regio nel Quarto concerto di Ludwig van Beethoven, solista il giovane pianista Lorenzo Nguyen, diplomato al Conservatorio di Torino e scelto dal Teatro Regio nell’ottica di promuovere sempre di più i giovani talenti. Inoltre il programma prevede, sempre di Beethoven, l’ouverture dal Coriolano e la Prima Sinfonia.
Ancora al Conservatorio “Giuseppe Verdi”, il 31 dicembre alle ore 18 si terrà il Concerto di Fine Anno: sul podio dell’Orchestra del Regio debutta Oksana Lyniv, la prima donna ad aver diretto la scorsa estate nel “tempio wagneriano” di Bayreuth e ora Direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna, prima donna chiamata a dirigere i complessi artistici di una Fondazione lirico-sinfonica italiana. In programma: la Sinfonia n. 41 di Wolfgang Amadeus Mozart e il Concerto in mi minore per violino e orchestra di Felix Mendelssohn-Bartoldy, violino solista è Andrea Obiso.

BIGLIETTERIA
I biglietti e le card per i concerti e gli spettacoli sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Regio con orario: da lunedì a sabato 13-18.30 e domenica 10-14 – Tel. 011.8815.241/242. È possibile acquistare i biglietti anche presso i punti vendita Vivaticket e online su www.teatroregio.torino.it e su www.vivaticket.it, oltre a un’ora prima degli spettacoli presso le relative sedi.

PREZZI BIGLIETTI
Lo Schiaccianoci: € 30 – 20 – Under 30 € 10
Concerti: € 20 – 15 – Under 30 € 8

PREZZI CARD
Card 4 spettacoli: € 60 – 4 spettacoli a scelta in qualsiasi settore.
Card Giovani a 4 spettacoli € 20 – Riservata agli under 30; 4 spettacoli a scelta, in qualsiasi settore. Le stesse card possono anche essere utilizzate da più persone per lo stesso spettacolo.

Per l’acquisto dei biglietti e delle card è possibile utilizzare i voucher ottenuti a titolo di rimborso per gli spettacoli e i concerti del Teatro Regio annullati causa Covid-19.

SERVIZIO INFORMAZIONI
da lunedì a venerdì ore 9-17.30 – Tel. 011.8815.557 – info@teatroregio.torino.it

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