CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 403

La settimana dei Musei Reali alla riscoperta dell’influenza di Caravaggio

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Ogni settimana i Musei Reali di Torino offrono ai visitatori una fitta agenda di appuntamenti. Alle mostre si aggiungono sempre visite speciali come quelle ai Giardini Reali del Lunedì Green o appuntamenti per gli abbonati per approfondire, tra cultura e relax, i grandi patrimoni artistici. Tutto nell’incantevole cornice di uno dei luoghi simbolo di Torino.

 

Il calendario delle attività per i tesserati dei Giardini Reali

È disponibile sul sito il calendario delle attività speciali dedicate al tema dei Giardini Reali, riservate ai possessori di una delle tessere solidali. Fino a marzo 2022 è possibile prendere parte a percorsi e visite in esclusiva con le curatrici, i curatori e le restauratrici dei Musei Reali. Sono previsti incontri a tema green anche per tutto il pubblico, con tariffe agevolate per i sottoscrittori della tessera. Le tessere sono acquistabili nel bookshop dei Musei Reali o scrivendo all’indirizzo: mr-to.sostienici@beniculturali.it

Sabato 5 febbraio alle ore 10.30 e alle ore 15.30, la visita Legni Reali: le piante dai nobili legnami porterà i visitatori alla scoperta delle varietà vegetali in arte e natura. Un percorso avvincente che partirà dalla nobiltà delle essenze lignee delle collezioni dei Musei Reali, fino alle specie arboree che hanno popolato i Giardini Reali. Info e prenotazioni: mr-to.sostienici@beniculturali.it

Lunedì 7 febbraio alle ore 11 e alle ore 15 si terrà la visita Il Giardino di Levante e la Cavallerizza nell’ambito dei Lunedì Green, che fino a marzo faranno vivere ai tesserati e al resto del pubblico ogni lunedì la magia dei Giardini Reali a porte chiuse. Un ciclo di visite esclusive alla scoperta della storia dei Giardini, delle stratificazioni nei secoli e delle loro specie vegetali. Prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: mr-to.sostienici@beniculturali.it

 

I Martedì dell’Abbonato

Martedì 8 febbraio alle ore 17 proseguono i Martedì dell’Abbonato. Tutti abbiamo sentito parlare di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, tanto per la sua arte quanto per la sua tormentata storia personale. Ma la sua figura di artista ha fortemente influenzato anche l’immaginario degli artisti suoi contemporanei e di quelli delle generazioni successive. Questo percorso tematico vuole sottolineare l’influenza di Caravaggio nelle opere presenti all’interno delle collezioni sabaude, in un viaggio chiaroscuro tra arte e storia.

Costo dell’attività € 10. Riservata ai titolari dell’Abbonamento Musei.

Per informazioni e prenotazioni https://piemonte.abbonamentomusei.it/

 

Le attività con CoopCulture

Sabato 5 febbraio alle ore 15.30 e domenica 6 febbraio alle ore 11, le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture conducono la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia.

Il costo della visita è di € 7, oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali.

Ogni venerdì alle ore 15.30, il pubblico può visitare i magnifici appartamenti della regina Maria Teresa al primo piano di Palazzo Reale, il Gabinetto del Segreto Maneggio e le suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.
Ogni sabato alle ore 15.30, Collezionisti a Confronto: Riccardo Gualino e il Principe Eugenio di Savoia-Soissons, un ricco percorso alla scoperta di due grandi personaggi accomunati dalla passione per l’arte, per comprendere meglio l’evoluzione del collezionismo tra Settecento e Novecento.

Ogni domenica alle ore 15.30 è possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Ciprotour. Oltre il confine

Fino al 3 marzo 2022 il pubblico può godere di una mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino. Il progetto mira a promuovere sul territorio la mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, terminata il 9 gennaio. Il progetto prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche torinesi: narrazioni da Cipro e su Cipro nelle sale della Biblioteca Civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte si parla di musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconta dell’isola sacra ad Afrodite e dei profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi. E ancora, alla Biblioteca civica Don Milani, si tengono incontri su Cipro, porto e ponte del Mediterraneo. Il Bibliobus, inoltre, diffonde in città le informazioni sugli eventi in programma.

 

Le mostre in corso ai Musei Reali

Prorogata fino a domenica 13 febbraio 2022In Between è la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale, che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate e alle straordinarie finzioni in marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è visitabile con il biglietto dei Musei Reali.

 

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo, prorogato fino a domenica 20 febbraio, è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda. La visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini è l’esposizione allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda fino al 3 aprile 2022. Il progetto, curato da Rosario Maria Anzalone ed Enrica Pagella, è concepito per bambini e famiglie, dall’altezza delle vetrine alle soluzioni grafiche: tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e oggetti d’arte decorativa, quaranta opere dei Musei Reali sono accomunate dalla raffigurazione di animali, da indovinare in una modalità di fruizione partecipataLa visita alla mostra è compresa nel biglietto dei Musei Reali.

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto.

È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

 

L’accesso ai Musei Reali e alle mostre è consentito unicamente esibendo il Super Green Pass (Green Pass rafforzato ad esito di vaccinazione o guarigione da Covid-19) e indossando la mascherina chirurgica, secondo le norme di sicurezza previste dal Decreto-legge del 24 dicembre 2021, n. 221.

Ultimi giorni e grande successo a “CAMERA” per Martin Parr

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E intanto si aspettano i capolavori dal “MoMA” di New York

Fino al 13 febbraio

Inaugurata nell’ottobre del 2021, resta poco più  di una settimana, fino a domenica 13 febbraio, per visitare la mostra “Martin Parr. We Love Sports”, dedicata da “CAMERA-Centro  Italiano per la Fotografia” di via delle Rosine 18 a Torino, al grande fotografo inglese e ai suoi scatti (150 le immagini presenti in mostra) di spietata e divertita e divertente ironia, capaci di cristallizzare immagini del sociale in vere e proprie icone del nostro tempo. Quelle soprattutto dedicate al mondo dello sport. Un mondo visto da spettatore e fotografo assai curioso e originale. Con l’obiettivo attratto in particolare (come nell’esplorazione dell’umana quotidianità) da chi si accalca sulle tribune o a bordo campo, dall’universo della tifoseria più che dal gesto atletico, “capovolgendo così l’immaginario visivo dello sportivo- divo”.

Il fotografo come spettatore narrante di spettatori. E come dimenticare allora le sue piccole e grandi folle vocianti a più non posso sugli spalti, i gadgetvistosi e goliardici, le parrucche colorate in tinta con le divise della squadra del cuore, i travestimenti grotteschi, gli abiti eleganti e un po’ snob di chi assiste alle corse dei cavalli, così come alle parures kitsch sfoggiate con la naturalezza di una sana incoscienza fino a quella piacevole teoria di cappelli candidi a larghe tese, all’apparenza immobili come statue di gesso, al “Roland Garros” del 2016”? Mostra altamente apprezzata dal pubblico torinese, fors’anche per la concomitanza con le “Nitto ATP Finals”, che da ottobre a novembre scorsi hanno fatto di Torino la capitale internazionale del tennis. Fatto sta, fanno sapere da “CAMERA”, che la grande mostra dell’autunno-inverno 2021-2022 ha, fino ad oggi, conteggiato la presenza di oltre 10mila persone. Alti, benedetti numeri, cui altri se ne aggiungeranno, incrociando le dita, nei prossimi giorni. In una volata di grande euforia, se si pensa che il Centro di via delle Rosine ha già pronto un altro bell’ asso nella manica, di quelli destinati a sbaragliare il tavolo e per davvero a “fare storia”. In un passaparola New York-Torino che porterà a “CAMERA” la grande fotografia nientemeno che del “MoMA” newyorkese. L’appuntamento, su cui – com’è ben comprensibile – è notevole l’attesa, è dal 3 marzo fino al 26 giugnoprossimi. Titolo, “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York”, la mostra – curata da Sarah Hermanson Meister e da Quentin Bajac con il coordinamento di Monica Poggi e Carlo Spinelli– verrà presentata per la prima volta in Italia e ciò inorgoglisce la città e ovviamente i responsabili di “CAMERA” che sottolineano: “L’esposizione è una straordinaria selezione di oltre 230 opere fotografiche della prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. Come i contemporanei Matisse, Picasso e Duchamp hanno saputo rivoluzionare il linguaggio delle arti plastiche, così gli autori in mostra, ben 121 tra nomi leggendari e sorprendenti scoperte, hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo”.

Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Max Burchartz, Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier- Bresson, André Kertész e August Sander, la collezione “Walther” valorizza il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna, con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e molte altre. Inoltre, accanto ai capolavori della fotografia del Bauhaus (László Moholy-Nagy, Iwao Yamawaki), del costruttivismo (El Lissitzky, Aleksandr Rodčenko, Gustav Klutsis) e del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) troveremo anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e Tina Modotti.

Gianni Milani

(Foto in bianco e nero: Max Burchartz “Lotte (Eye)”, 1928, MoMA, New York)

 

“Martin Parr. We Love Sports”

CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino, tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 13 febbraio

Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19 – giov. 11/21

Il bullismo, la famiglia, la scuola: il “quando” e il “perché” di una tragedia

“Il nodo” di Johnna Adams, sino al 6 febbraio al Carignano per la stagione dello Stabile

Una classe di prima media nella scuola pubblica di Lake Forest, un piccolo centro nei dintorni di Chicago, una pedana e pochi banchi nel chiuso di una stanza. Un luogo che potrebbe essere completamente cancellato, l’universalità rende il “dove” non importante, è importante il “quando”, è importante soprattutto il “perché”. L’azione potremmo ritrovarla qui o chissà dove, non avrebbe nessuna importanza, le troppe storie che leggiamo ormai quotidianamente ci hanno sentiamo che i confini sono stati infelicemente cancellati.

È l’orario per i colloqui con gli insegnanti, la signora Heather Clark, madre single di Gidion, arriva inaspettata – intimamente devastata: la ferita è recente ma quella devastazione non si vede, non è conclamata, si è lì per lottare, quello è un ring, con un ordine da sovvertire mandando ogni cosa a gambe all’aria, è una lotta all’ultimo sangue, per i sentimenti da squadernare non c’è spazio – davanti all’insegnante Corryn Fell, dell’appuntamento non c’è traccia, eppure Heather deve interrogare, deve sapere. Le prime parole aspre, i primi alterchi, i primi tentativi di ricomporre una situazione, le prime ambiguità, quelle stesse ambiguità che sono il perno intorno a cui ruota il testo. Dovrà pur sapere perché suo figlio abbia ricevuto nei giorni precedenti una lettera di sospensione, forse per un comportamento scorretto o per un rimprovero troppo forte, inadeguato, proprio da parte della Fell, perché lo abbia visto tornare a casa con dei lividi, vittima di bullismo?, chi lo abbia picchiato e per quali motivi, se la vittima sia stata lui o se al contrario sia stato proprio lui a molestare, quale peso abbiano avuto quei compagni più vicino a lui. Deve sapere perché pochi istanti dopo si sia chiuso nel garage di casa per non uscirne più.

“Il nodo” della scrittrice americana Johnna Adams, nella traduzione di Vincenzo Manna e Edward Fortes inserito nella stagione dello Stabile torinese, fa domande ed esige risposte, mentre la disgrazia del suicidio di Gidion aleggia in una continua tensione, un realismo che, complice il cambio di luci, si tramuta quasi in una favola, per un attimo, alla lettura dell’ultimo tema del ragazzo. Domande e risposte che faticano ad uscire fuori dalle bocche, e dai cuori, mescolate tra sospiri e urla, tra parole scandite e frasi che nella rabbia si sovrappongono l’una all’altra, tra rimproveri e verità che sfuggono. Il privato si mescola al pubblico, qual è il peso dell’educazione, quale il peso di una famiglia o della scuola, con i piccoli successi e le sconfitte irreparabili, le parole della madre single ribattono a quelle dell’insegnante che meriterebbe in altro tempo una commedia a sé (l’insegnamento forse portato avanti senza gioia, disperatamente subito, non un figlio, non uno straccio di famiglia, i giorni uno eguale all’altro), la ricerca della verità che dura realisticamente 80’, nel quesito senza spegnimento di chi sia la colpa e la responsabilità, la ricerca delle cause e non degli effetti.

Incisiva, alla ricerca di dare ancora più spessore alle parole, ai “momenti”, del testo, la regia di Serena Senigaglia, che cattura con bravura gli anfratti continui che emergono tra le parole; forti interpreti, preziose nella loro verità di attrici, Ambra Angiolini (che è Heather) e Arianna Scommegna (che è Corryn), indimenticata “Misery” un paio di anni fa. Sala osannante, con le attrici a ringraziare in proscenio, pronte allo stupore e anche alla furtiva lacrima. Da vedere, si replica al Carignano sino a domenica 6 febbraio.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Azzurra Primavera

Il caso unico di Palazzo Scaglia di Verrua

A CURA DI TORINO STORIA

Il palazzo di via Stampatori è, assieme al Duomo di San Giovanni, l’unico esempio di arte rinascimentale in città, decorato da affreschi seicenteschi.

Torino, si sa, non è una città dove il Rinascimento abbia lasciato grandi tracce. Se il barocco è quasi onnipresente, così come altri stili che si sono affermati in epoche più recenti, ad esempio il neoclassico o il liberty, le architetture d’impianto rinascimentale sono molto rare, anzi, non sono più di due.

Una è il Duomo di San Giovanni, disegnato sul finire del Quattrocento dall’architetto Amedeo di Francesco da Settignano (detto Meo del Caprino) su commissione del cardinale Domenico Della Rovere.

Per trovare l’altro testimone del Rinascimento dobbiamo allontanarci dal Duomo, percorrere qualche centinaio di metri e inoltrarci tra le strette stradine che compongono il reticolo del Quadrilatero Romano. Qui, in via Stampatori 4, è necessario alzare gli occhi e arretrare di qualche passo per ammirare la facciata ricoperta di affreschi del Palazzo Scaglia di Verrua, unico esempio di architettura civile di stampo rinascimentale in città e anche unico palazzo torinese che abbia conservato la decorazione pittorica esterna.

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Il caso unico di Palazzo Scaglia di Verrua

“Milleluci”: 26 sculture dell’artista internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola

MILLELUCI

Opere di Marco Lodola in mostra alla Galleria Berman di Torino
dal 20 gennaio al 26 febbraio

Ha preso il via il 20 gennaio, alle ore 17:00, e sarà visitabile fino al 26 febbraio, presso la sede espositiva della Galleria Berman in via Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra “Milleluci”: 26 sculture dell’artista di fama internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola.
Le sue opere sono presenti ovunque, dagli Uffizi di Firenze alla Piazza del Duomo di Milano, dalle facciate dell’Ariston di Sanremo ai palazzi di Dior disseminati in tutto il mondo.
Le sculture luminose sono veri e propri oggetti di comunicazione, design e arredamento.
Conoscere Marco Lodola e la sua arte è come tuffarsi tra presente, passato e futuro.
La mostra è un modo per celebrare un vero e proprio “Re” della Pop Art contemporanea.
Nel catalogo, curato dalla critica d’arte dottoressa Carla Bertone, si evidenzia l’attenzione di Lodola per il dettaglio e per un uso sapiente della luce e del colore. Le fonti luminose, che dialogano con l’osservatore, sono gli elementi principali di un’arte che inserisce Lodola, per sua stessa ammissione, nella corrette Neo-Futurista.
L’artista si definisce con simpatia un “elettricista dell’arte” e il suo dono di luce diventa vita, speranza ed energia creativa, benefica, soprattutto in un momento come quello che tutta l’umanità sta vivendo a causa dell’emergenza pandemica.
Il “Lodolamondo” ormai sta dilagando. Le sue inconfondibili sculture, investite della personalità del loro magico deus ex machina, ultimamente hanno invaso le vetrine delle boutique Dior di Parigi, New York, Roma, Singapore, Tokyo, Dubai Shanghai e Seul. Mannequin colorate, faccine, autobus, motociclette, scarpe, borse, cappelli, rossetti e sciarpe si accendono di magia.
Torino, ormai da qualche mese, è tutta “lodolata”: dalle dive al Museo del Cinema per la mostra “Diabolik”, alle installazioni in Piazza della Repubblica, al mercato coperto di Porta Palazzo fino alla Galleria Berman.
L’ultima magia dell’artista è proprio la meravigliosa mostra in via Arcivescovado, in cui la passione per l’arte si mescola ad un incantesimo di luce ed emozione. Ventisei installazioni luminose, di cui tre monumentali da esterni, restituiscono una carrellata della sua ricerca artistica in cui Lodola richiama le sue prestigiose collaborazioni con Renzo Arbore, Red Ronnie, le scenografie per molti programmi Rai o per X-Factor, le copertine di dischi e cd per i suoi amici musicisti come Max Pezzali, Ron, Drupi e molti altri. Lui stesso, si definisce “rock and roll” e non si smentisce con l’appuntamento annuale con la facciata dell’Ariston di Sanremo.
Le sue opere contengono, oltre all’aspetto ludico, anche tutte queste suggestioni televisive e musicali insieme. Si può giocare con l’arte? La risposta può essere univoca in quanto la creazione artistica non può discostarsi dal contenuto e deve spingersi inesorabilmente oltre gli aspetti ludici per prorompere con un messaggio.

Orario e contatti:

da martedì a sabato, ore 10.30-12.30 e 16.00-19.00
sede espositiva
Via dell’Arcivescovado 9
10121 Torino
tel +39 011 859417
arte@galleriaberman.it

BIOGRAFIA
Marco Lodola è nato a Dorno (Pavia).
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano, e conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves, che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico.
Agli inizi degli anni ’80 intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin, a Milano, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui il critico Renato Barilli è stato il principale teorico.
Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam.
Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Titan, Grafoplast, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy (collana di tazzine d’autore), Francis – Francis, Dash, Carlsberg, Nonino, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, Seat, Lauretana, Smemoranda, Gierre Milano e Calze Gallo, Ferrarelle, De Longhi.
Gambero Rosso, Produzione Gomorra.
Nel 1994 è stato invitato ad esporre dal governo della Repubblica Popolare Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti a Boca Raton, Miami e a New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo.
Nell’estate del ’98 ha eseguito i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare Gli avidi lumi, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone.
Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze cittadine, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Faenza, Bologna, Paestum e al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo di Brasile e alla Versiliana.
Nel 2001 è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua La Masa ha organizzato la mostra ”Futurismi a Venezia” con opere sue e di Fortunato Depero.
Nel 2003 realizza la luminosa Venere nell’ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, per cui ha curato anche l’istallazione della facciata esterna.
Nel 2005 ha realizzato un manifesto per le Olimpiadi invernali di Torino
Nel 2006 è stata collocata un’altra scultura luminosa all’aeroporto internazionale di Città del Messico, e per Natale una scultura in Piazza di Spagna (Roma). Ha realizzato anche l’immagine del centenario del movimento pacifista di Gandhi.
Nel 2008 allestisce la facciata dell’ Ariston e del Casinò in occasione del 58° Festival di San Remo.
Ha partecipato alla 53esima edizione della Biennale di Venezia del 2009 con l’installazione “Balletto Plastico”, dedicata al Teatro Futurista.
Ha realizzato la scultura luminosa FIAT LUX per il Mirafiori MotorVillage di Torino.
Ha partecipato alla 54esima Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”, installazione presso la Galleria G. Franchetti alla Cà d’Oro.
Nel 2012 ha esposto a Palazzo Medici Riccardi di Firenze una mostra dedicata al Rinascimento italiano a cura di Luca Beatrice. Con il Gruppo Nuovo Futurismo ha esposto a Rovereto a Casa Depero e a Milano allo Spazio Oberdan.
Ha esposto a Ginevra per la Bel Air Fine Art Gallery.
In aprile 2014 ha esposto a Mosca per Harmont&Blaine con madrina d’eccezione Sofia Loren.
A giugno 2014 ha inaugurato una personale nel Museo di Evita Peròn a Buenos Aires e al Museo du Football di San Paulo in occasione dei Mondiali di Calcio in Brasile.
Nel 2015 ha collocato in Piazza del Duomo a Milano per Mondadori la scultura “Eden”. E’ inoltre presente all’EXPO ITALIA all’interno della mostra “Tesori d’Italia” curata da Vittorio Sgarbi.
Ha collocato due sculture luminose nella città di Alessandria, dedicate alla figura di Napoleone e Borsalino.
Nel 2018 inaugura la mostra “IL Giardino d’inverno” al mercato centrale di Firenze a cura di Nicolas Ballario.
Nell’estate 2018, espone presso la Reggia di Caserta una serie di sculture luminose, nella mostra “Tempus-Time” a cura di Luca Beatrice.a Novembre ha allestito la facciata del teatro Ariston di Sanremo con sculture a Led luminose con una installazione intitolata “il volto degli altri”.
Nel Giugno 2019 espone in occasione della 58 Biennale di Venezia con una scultura luminosa alta 8 mt nominata “Hello Goodbye” posizionata negli spazi dell’Arsenale.
A Febbraio 2020 rinnova la facciata del teatro Ariston di Sanremo in occasione del settantacinquesimo anniversario del Festival, omaggiando inoltre Domenico Modugno con una scultura a grandezza naturale all’ingresso del teatro.
Nel giugno 2020 presenta installazione “Circled” al MART di Trento Rovereto a cura di Vittorio Sgarbi
In occasione del Natale 2020 ha esposto un Presepe luminoso nel Verano della galleria degli Uffizi di Firenze, esponendo nel corridoio Vasariano un suo Autoritratto luminoso.
In occasione del 75 anniversario della Vespa Piaggio, ha realizzato l’immagine per la campagna pubblicitaria
Nel 2021 ha allestito le facciate e le vetrine dei negozi di Christian Dior di Parigi, Roma, New York, Singapore.
A fine 2021 ha collocato un suo Autoritratto nel Corridoio Vasariano presso la Galleria degli Uffizi a Firenze

Il mondo rovesciato di Luigi Porporato, piccoli sguardi diversi

Alla galleria “Loft 5” la mostra “Cristallografia Urbana” sino all’11 febbraio.

 

Qualche piccola difficoltà nel rintracciarla. Però cercatela, ne varrà la pena. La galleria in questione è la “Loft 5”, in via Pralungo 5, zona corso Tortona, quasi nascosta al fondo di una brevissima via, oggi ristretta tra ristrutturazioni e impalcature grazie ai bonus. La direzione è dovuta a Mariachiara Martina, responsabile altresì di un marchio di gioiellli, Fioredentro™, un marchio torinese di gioielli artistici totalmente realizzati in Italia. Risultato di una delle tante scommesse dovute alle persone curiose e volenterose dell’epoca, difficile, in cui viviamo, “Loft 5” è lo spazio dalle piccole dimensioni che oggi ospita una quindicina di opere del pittore Luigi Marco Maria (per gli amici semplicemente Gigi) Porporato, amichevolmente reclamate dopo un mancato appuntamento a Vienna, uno di quegli appuntamenti che la pandemia ha intralciato e differito nel tempo.

Porporato si è diplomato presso l’Accademia Albertina di Torino, vive e lavora a Pinerolo. È stato presente in concorsi e in mostre collettive, come in personali in Italia e all’estero dove ha allineato vari successi, per la Competizione internazionale “Combat – Sculptures et Installations” a Livorno nel 2014 e per la apprezzata personale due anni dopo presso la Duke University N.C. americana, due esempi per tutti. Ha svolto in passato attività di giardinaggio e edilizia acrobatici ed è innegabile che il suo sguardo sul mondo sia offerto – attraverso le proprie opere – in un modo completamente nuovo, lontano da quella che può essere la visione abituale, diremmo assolutamente al di fuori degli schemi (nostri). Il suo terreno di gioco è il surrealismo, l’idea si mescola alle differenti costruzioni, i borghi o le intere città, i monti o le altre parti della natura che appassionano l’artista sono ricoperte da un manto onirico, dalle suggestioni, dagli allineamenti e dalle sovrapposizioni da cui nascono le appassionate letture di chi guarda. Piedistalli che quasi bucano, conici e spesso rovesciati, “spazi di cielo” o distese di sabbia, alternando colonne, scogli, scudi, ferri di cavallo, monti che ricordano il Cervino In un senso di smarrimento che ne nasce; vediamo sorgere un mondo alla rovescia, un universo dove ogni cosa è sottosopra, le opere ancorate sino all’11 febbraio nella piccola sala rimandano alla poesia di Magritte e “Cristallografia Urbana”, questo il titolo della mostra, cattura significativamente l’attenzione.

La mostra è arte, è filosofia, è letteratura, si affacciano i nomi di Dante e di Saint-Exupéry, di Calvino e di Cervantes, scorrono le vicende del “Barone” e del “Piccolo principe” come la cacciata dal Paradiso terrestre, In un paesaggio silenzioso che, al di là di quasi impercettibili presenze, cancella la presenza umana. Vi sono una nuova “Arca di Noè” che svetta verso il cielo, illustrata da uno scampolo di animali sospesi tra le nuvole, la piccola vela bianca unica su una distesa azzurra che s’avvicina alla sommità delle case, il suggestivo scoglio e la poetica volpe del romanzo francese, la prua di una nave che conduce il Sommo Poeta, l’equilibrista sospeso in alto tra due massicce pareti. Irriverente, ma pieno di verità, di grandi dimensioni, c’è una tela (tutte sono oli su tavola) che in un innalzarsi tortuoso di chiese – una sorta di normanna Mont Saint Michel triplicata o, restando in casa nostra, le interpretazioni della Sagra di San Michele o di Sant’Antonio di Ranverso -, lascia spazio ad un drago dalle mille spire squamose, capace di trasformarsi al termine del proprio cammino in un imperterrito finanziere, pronto ad entrare in una chiesa, la più alta nel dipinto, dove troverà sicuri rifugio e collaborazione.

Con piacevole umorismo, Porporato racchiude altresì, sottolineando che “l’arte è un gioco fantastico”, alcune sue opere in cornici leggermente più grandi: completa gli spazi mancanti di piccoli animali, di trenini simili a quelli delle sorprese degli ovetti Kinder. Un mondo fantastico, il completamento delle fiabe, la reinvenzione di paesaggi curiosi e al di fuori del nostro mondo, la sua visione gioiosa. Quasi un obbligo ritrovare la “Loft 5”.

 

Elio Rabbione

 

 

 

 

Nelle immagini alcune delle opere di Luigi Porporato esposte alla galleria “Loft 5” di via Pralungo 5

La rassegna mensile dei libri

GENNAIO 2022


Ecco, per il mese di gennaio, la nostra rassegna dei titoli più letti e discussi nel gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri: una proposta per riflettere e per riscoprire un grande classico della narrativa sequenziale è quella che riguarda la lettura de L’Eternauta, saga fantascientifica e politica di Hèctor Oesterheld e Francisco Solano Lopez; una proposta per sorridere garbatamente e riscoprire un autore inglese sempre molto apprezzato è quella che riguarda L’Amore Tra I Polli di di P. G. Wodehouse; infine una proposta per i lettori nostalgici e malinconici è la dolce-amara retrospettiva degli anni 80 americani offerta da I Giorni Felici Di California Avenue, di Adam Langer.

Negli ormai consueti incontri con gli scrittori emergenti la redazione di Novità in Libreria ha intervistato Alessandro Bolasco, cagliaritano trapiantato a Londra, l’esordiente autore de Alla Luce Dell’Ombra (Convalle, 2021), un thriller finanziario che porterà i lettori a scoprire il torbido e pericoloso mondo dell’alta finanza; Marta Iside Riva, bergamasca, con il suo ultimo romanzo Ancora Te (StreetLib, 2021) sequel del romanzo precedente Ancora Te; Don Ugo Mancada, romagnolo DOC, è l’esordiente autore del romanzo fantastico Acerboli E La Città Sommersa (Bookabook, 2021); ne Diario Di Un Colibrì (Youcanprint, 2021) l’esordiente Carlo Mascelloni, ravennate, racconta la sua esperienza di volontario nella Protezione Civile; infine il saggista e storico Alessandro Faneschi che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo Montalcino 1553 – Cronaca di un assedio (Albatros Editore).

Per questo mese è tutto, vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Sara D’Amario, ispirare e non fermarsi

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

L’attrice moncalierese ci parla dei suoi progetti e della voglia di andare avanti, con dedizione e impegno costante, e soprattutto si rivolge alle donne affinché escano dall’ombra.

Fare due chiacchiere con Sara è stato molto piacevole, ho scoperto una donna colta, divertente e generosa. Il suo essere femminile è un misto di dolcezza e di determinazione, di eleganza e tenacia. Diplomata alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, laureata in Lettere con una specializzazione in drammaturgia, da diversi anni tiene laboratori di teatro e public speaking.

Teatro, cinema, televisione, commedie leggere ma anche interpretazioni più impegnative e profonde, Sara D’Amario, attrice nata nella deliziosa Moncalieri, ama mettersi alla prova, affrontare sfide e non fermarsi, il suo percorso artistico è multiforme ed eclettico, frutto di una lunga e costante preparazione.
Scrittrice di successo e doppiatrice, Sara D’Amario ha una lunga e fortunata carriera da attrice con la partecipazione ad importanti produzioni televisive, tra cui I Fratelli Caputo, Il Commissario Nardone e Centovetrine, e spettacoli teatrali come Storie di Donne di Fuoco e di Luce, Madiba – un omaggio a Nelson Mandela – e moltissimi altri.
Mamma felice di una splendida adolescente, Sara oggi è impegnata in diversi lavori e scritture, immersa in una professione che è nel suo Dna, nella sua essenza.

 

Sara come stai vivendo questo momento di allentamento delle attività professionali dovuto alla pandemia?
E’ un momento difficile e complesso per tutti, una esperienza nuova che ci sta mettendo davanti a diverse difficoltà. Molte date degli spettacoli che erano state organizzati sono saltate, questo però non ci ha fermati, se non si poteva andare in scena ci siamo concentrati sulla scrittura cercando di proseguire, di dare seguito alle attività come potevamo. Lo spirito di abnegazione e un profondo amore per il lavoro ha dato vita a nuove creazioni teatrali come: Un Quartetto per la Resistenza, Negli Occhi di Mia Madre e Green Minds, una storia molto interessante e attuale, di una idrologa che nel cercare l’acqua su altri pianeti ci racconta, in modo ironico e con una prospettiva esterna, cosa accade sul nostro pianeta, ci avverte di non credere a tutto ciò che ci viene detto e ci esorta alla salvaguardia della Terra ed a inventare o ricercare nuovi mestieri, green jobs.

Da poco sei andata in scena con Negli Occhi di Mia Madre, ovvero: il Mammone di François-Xavier Frantz. Di cosa si tratta?
E’ una commedia feroce che racconta di un “giocoso carnage familiare” in cui , in maniera paradossale, sconfinano amare verità con esplosioni di verità comiche e scandalose perché inconfessabili. E’ un invito alla riflessione riguardo la famiglia di origine, di come ci condiziona con l’educazione e i modelli che ci impone. Due attrici e un attore ci mostrano cosa succede quando siamo alle prese con il fenomeno della “mammite” attraverso la lente dell’ironia, per arrivare a concedersi, alla fine, una risata liberatoria, probabilmente terapeutica.

 

Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?

Il prossimo 11 febbraio sarò al Planetario di Torino con Sfumature di Donne di Scienza, una versione speciale, inedita e unica dello spettacolo, pensato proprio per la cupola, per essere immersi nell’universo, fondendo teatro, scienza e tecnologia. E’ un viaggio nel tempo, un percorso che farà conoscere 20 scienziate eccezionali. Si parte da una domanda: l’intelligenza ha un sesso? La risposta è no. Le donne possono e devono uscire dall’ombra, osare, sentirsi meritevoli, accedere a posizioni professionali di rilievo e fare i mestieri che desiderano inseguendo i propri sogni, sviluppando i propri talenti e superando pregiudizi legati a limiti e consuetudini culturali.
Con semplicità, umorismo ed emozione si raccontano le storie di queste donne geniali perché siano di ispirazione e facciano da modello di genere.
E’ importante continuare sulla strada delle opportunità, stimolare le future generazioni di donne con un messaggio chiaro e cioè che si può ambire professionalmente senza dover rinunciare alla conciliazione con altri ruoli tipicamente femminili.