CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 379

Torino Comedy Lounge con Chiara Becchimanzi

Il primo spettacolo del nuovo anno promosso dal collettivo Torino Comedy Lounge è  in programma martedì 11 gennaio al Cubo Teatro di Off Topic.

L’ospite sarà Chiara Becchimanzi, sul palco di via Pallavicino 35 con la sua Terapia di gruppo: una performance innovativa in cui la stand up comedian romana coinvolgerà direttamente il pubblico e “costruirà” con quest’ultimo uno show improvvisato, dando vita a un esilarante flusso di coscienza che tenterà di decostruire retaggi vetusti, futili stereotipi e incontrollabili paure.

Il risultato è, dunque, uno spettacolo catartico e sempre diverso, in grado di alleggerire gli spettatori con risa liberatorie e spensierate e farci sentire meno soli.

Chiara Becchimanzi, oltre a essere un’autrice e attrice di successo, è anche una comica particolarmente nota sul piccolo schermo, grazie alla partecipazione ai programmi di Comedy Central Stand Up Comedy e Comedians Solve the World Problems e alla trasmissione Battute?, in onda su Rai 2. Recentemente, ha anche pubblicato il suo romanzo d’esordio, A ciascuna il suo.

Ultimo week end con Luca Bono l’Illusionista

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Superati i 3500 spettatori per il one man show del giovane talento italiano della magia internazionale Luca Bono diretto da Arturo Brachetti in scena fino al 9 gennaio 2022  alla Casa del Teatro con le ultime repliche. Oltre 3500 biglietti venduti 

 

Visto il contesto critico che ha penalizzato tutto il settore del teatro e dello spettacolo dal vivo, è un successo inatteso quello registrato dallo show del giovane illusionista torinese. Soddisfazione da parte del Presidente della Fondazione Casa Teatro Ragazzi Alberto Vanelli e del Direttore Artistico Emiliano Bronzino. In “L’Illusionista” Luca Bono, diretto da Arturo Brachetti, ripercorre con sincerità e passione il proprio percorso umano e professionale, tra grandi illusioni, close up, manipolazione e coinvolgimento del pubblico.

 

L’Epifania tutte le feste porta via…ma non la magia! Proseguono infatti, improrogabilmente, fino al 9 gennaio 2022 presso la Casa del Teatro di Torino le repliche di Luca Bono ShowL’illusionista, il one man show di Luca Bono diretto da Arturo Brachetti. Lo spettacolo che ha debuttato il 26 dicembre in un clima di grande incertezze a causa dell’impennata di contagi da Pandemia e gli effetti negativi delle indiscrezioni su limitazioni degli accessi agli eventi pubblici e dei decreti, ha superato i 3500 biglietti venduti registrando diversi sold out. “Quando in accordo con la Direzione Artistica e la Presidenza della Casa del Teatro Ragazzi abbiamo deciso di programmare il mio spettacolo, diversi mesi fa, sentivamo ancora gli effetti della Pandemia, ma intimamente ciascuno di noi sperava che ci saremmo lasciati alle spalle i mesi peggiori – spiega Luca Bono – l’autunno sembrava confermare questa tendenza, ma poi proprio quando stavamo entrando nel vivo della promozione la situazione è peggiorata e gli effetti dei decreti, delle quarantene e dei contagi si sono abbattuti su tutti i teatri e gli spettacoli dal vivo. Eravamo seriamente preoccupati per l’affluenza del pubblico che nonostante tutto, invece, ci ha seguito con grande calore e costanza. Ho dovuto rinunciare a salutare gli spettatori nel foyer del teatro alla fine delle repliche, cosa che mi manca molto, ma in questo momento sarebbe stato impossibile. Lo spettacolo consente comunque momenti di dialogo col pubblico, e in tanti mi scrivono sui social nei giorni successivi”.

Soddisfazione anche da parte del Presidente della Fondazione Casa Teatro Ragazzi Alberto Vanelli: Ho sempre apprezzato la grande professionalità e la simpatia di Luca Bono e ritengo che la sua presenza nel nostro teatro sia un grande valore aggiunto. Il successo che sta ottenendo è una grande soddisfazione per tutti”.  Gli fa eco il Direttore Artistico Emiliano Bronzino: Aprire il 2022 con lo spettacolo di Luca Bono è stato un ottimo modo per iniziare l’anno. Vedere il lavoro di Luca, che è pieno di leggerezza, divertimento puro e che mi sono goduto in una sala sold out, ci dà la sensazione che il teatro sia davvero un’occasione per stare insieme serenamente, guardando al futuro con speranza. La Casa del Teatro Ragazzi è un luogo dedicato al pubblico che la frequenta, la sala esaurita è il modo migliore per trovare il senso del nostro lavoro.

Sabato 8 (ore 18 e 21) e domenica 9 gennaio (ore 15.30 e 18.00) andranno in scena le ultime 4 repliche per le quali c’è già molta richiesta ma anche alcune file libere e acquistabili sul sito www.casateatroragazzi.it .

LO SPETTACOLO

L’Illusionista propone la grande magia rivisitata da un giovane artista, ex corridore di go kart che a seguito di un incidente, e incuriosito dal fratello maggiore Davide, si avvicina al mondo magico scoprendo un universo artistico e culturale impensato. Quasi inconsapevolmente, in pochissimi anni, Luca Bono passa così dal sottoscala del Circolo Amici della Magia di Torino alle grandi platee internazionali. In scena, dunque andranno non solo l’Artista, ma anche il ragazzo, con tutte le sue debolezze, le sue paure e la sua proverbiale riservatezza in grado di sciogliersi davanti al pubblico con la stessa disinvoltura con cui l’insospettabile Clark Kent sapeva, in una frazione di secondo, trasformarsi in Superman; all’apertura del sipario le arti magiche trasformeranno la sua normalità in una grande dimostrazione di talento e in un caleidoscopio di sorprendenti effetti conditi con lo stile personale ed accattivante proprio di Luca Bono. Al suo fianco Sabrina Iannece, artista ed assistente che in questo spettacolo è co-protagonista.

 

L’Illusionista è uno spettacolo unico che emozionerà gli adulti e allo stesso tempo coinvolgerà e divertirà i più giovani, che potranno così lasciarsi trasportare in un mondo di pura illusione, in cui sarà davvero difficile distinguere i confini tra realtà e apparenza.

La regia de L’Illusionista è di Arturo Brachetti, il maestro internazionale del quickchange, che di Luca è direttore artistico. In alcuni momenti lo spettacolo si avvale di filmati e proiezioni su grandi schermi attraverso i quali il pubblico, anche più lontano, potrà rendersi conto che davvero “non c’è trucco e non c’è inganno” e che il close up e la prestidigitazione, sono tecniche di pura maestria e non consentono di celare trucchi.

La produzione è curata da Muvix Europa, realtà di produzione artistica capace di coniugare l’illusionismo con le più diverse discipline dello spettacolo, per realizzare soluzioni su misura.

 

LUCA BONO

Luca Bono (Pino Torinese, 1992) è considerato dai media tra i talenti magici più interessanti della sua generazione. Il suo primo importante riconoscimento lo conquista infatti a soli 17 anni con la vittoria al Campionato Italiano di Magia, e due anni dopo si aggiudica il Mandrake d’Or, riconosciuto come l’Oscar dell’illusionismo assegnato ogni anno ai più promettenti talenti internazionali. Da allora i successi si susseguono: fa televisione e gira il mondo con Arturo Brachetti, anche suo direttore artistico e regista nello spettacolo L’illusionista, prendendo parte al tour di Brachetti and Friends e agli spettacoli Comedy Majik Cho e Brachetti che sorpresa! Portati in scena in Canada e in Europa.

Luca è stato protagonista di The illusionist – La grande magia (Canale 5), primo talent dedicato all’illusione in cui Bono è stato l’unico italiano ad arrivare in finale. È stato insegnante di Marco Columbro e Catherine Spaak nella prima edizione di Si può fare (Rai Uno).

E’stato protagonista in prima serata su BOING di Vuuaalà! Che Magia!, un programma dedicato a candid camera magiche e alle risate. In questi anni Luca ha sovente commentato l’attualità sul web creando video magici legati all’attualità che sono diventati virali venendo ripresi sovente dalle testate giornalistiche nazionali. Un modo sicuramente diverso e originale di fare magia!

 

SABRINA IANNECE

Sabrina Iannece, classe ’89, inizia da piccolissima a studiare ginnastica artistica per poi avvicinarsi al twirling (disciplina della ginnastica con il bastone) che ha praticato a livello agonistico.

La danza è da sempre la sua passione: prima quella jazz, quella contemporanea e hip-hop, poi la danza acrobatica aerea con i tessuti e la specializzazione con il cerchio.

Nel 2012 l’incontro con Luca Bono, con cui per la prima volta sale sul palcoscenico come assistente di scena, per poi diventare vera e propria co-protagonista nello spettacolo L’illusionista.

 

LUCA BONO, L’ILLUSIONISTA

Scritto da Luca Bono

Con Sabrina Iannece

Regia di Arturo Brachetti

 

Durata: 80 minuti, senza intervallo

Venerdì 7 e sabato 8 gennaio ore 18 e 21

Domenica 9 gennaio, ore 15:30 e 18.00

 

CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI
corso Galileo Ferraris 266 – Torino
tel. 011/19740280 – 389/2064590
biglietteria@casateatroragazzi.itwww.casateatroragazzi.it – www.lucabono.com

 

Orario di biglietteria telefonica: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00, sabato e domenica dalle ore 15.00 alle ore 19.00

 

TEASER

https://vimeo.com/257134503

https://vimeo.com/275836839 (short version)

 

OFFICIAL WEBSITE

lucabono.com

 

PER SEGUIRE LUCA BONO

facebook.com/lucabonoworld

Foto Paolo Ranzani

“La passione per la libertà” di Quaglieni

Lunedì 10 gennaio alle ore 18, al Circolo dei Lettori in via Bogino 9,  la giornalista Alma Toppino intervisterà il prof. Pier Franco Quaglieni,
direttore del Centro “Pannunzio” ed autore del libro “La passione per la libertà. Ricordi e riflesiioni”, Buendia Books. Un libro che suscita
vasto interesse ed anche qualche polemica, perché scritto dall’autore non per mirare al consenso ma per agitare le acque stagnanti del  conformismo e suscitare il dibattito delle idee, secondo lo spirito più  autenticamente e laicamente pannunziano.

Tutti gli appuntamenti da non perdere ai Musei Reali

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Anche durante le feste i Musei Reali offrono al pubblico tante attività per trascorrere insieme giornate di cultura e relax, in una cornice perfetta per iniziare piacevolmente il nuovo anno.

Ultimi giorni per visitare la mostra Cipro. Crocevia delle civiltà: sabato 8 gennaio apertura straordinaria dalle 19.30 alle 23 (ultimo ingresso alle ore 22) con tariffe ordinarie.

Fino al 9 gennaio, per i possessori della Tessera solidale dei Giardini Reali, ingresso speciale a € 10 per i Musei Reali e € 5 per la mostra Cipro. Crocevia delle civiltà (info attività riservate: CAMPAGNA DI TESSERAMENTO SOLIDALE PER I GIARDINI REALI – Musei Reali Torino (beniculturali.it).

 

Le attività con CoopCulture

Mercoledì 5 gennaio alle ore 11 e alle ore 15.30, giovedì 6 gennaio alle ore 11 e alle ore 15.30, venerdì 7 gennaio alle ore 11 e alle ore 15.30, sabato 8 gennaio alle ore 15.30 e domenica 9 gennaio alle ore 11 le guide e gli storici dell’arte di CoopCulture condurranno la visita Benvenuto a Palazzo lungo le sale di rappresentanza del primo piano di Palazzo Reale e dell’Armeria, un percorso per scoprire o riscoprire la storia e la magnificenza della prima reggia d’Italia. Il costo della visita è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto ai Musei Reali (€ 13 ordinario, € 2 da 18 a 25 anni, gratuito under 18). Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Sabato 8 gennaio alle ore 11 e domenica 9 gennaio alle ore 15.30 le guide di CoopCulture accompagneranno il pubblico alla scoperta della mostra Cipro. Crocevia delle civiltà. Un percorso emozionante alla scoperta del fascino millenario dell’isola, raccontato attraverso le collezioni del Museo di Antichità, che costituiscono un nucleo pressoché unico nel panorama dei grandi musei europei, arricchito da prestiti provenienti da illustri istituzioni straniere tra cui il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York. Il costo dell’attività è di € 7 oltre al biglietto di ingresso ridotto in mostra. Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Fino al 31 marzo 2022 è possibile prenotare una visita ai percorsi speciali dei Musei Reali.

Ogni martedì e venerdì, il pubblico potrà visitare i magnifici appartamenti della regina Maria Teresa al primo piano di Palazzo Reale, il Gabinetto del Segreto Maneggio e le suggestive Cucine Reali per rivivere gli antichi usi di Corte.
Ogni mercoledì e sabato Collezionisti a Confronto: Riccardo Gualino e il Principe Eugenio di Savoia Soisson. Un ricco percorso alla scoperta di due grandi personaggi accomunati dalla passione per l’arte per comprendere meglio l’evoluzione del collezionismo tra Sette e Novecento.

Ogni giovedì e domenica sarà possibile approfondire le vicende storico-artistiche legate alla costruzione della Cappella della Sindone e ammirare i tesori conservati nella Sacrestia e nella Cappella Regia.

Costo delle attività: € 20 (€ 13 per Abbonamento Musei).

Biglietti online su Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Da martedì 11 gennaio riprendono gli appuntamenti con i Martedì dell’Abbonato: la prima visita tematica è dedicata alle cucine di Palazzo Reale, per scoprire tutto il fascino e la storia che si nasconde all’interno dei grandi ambienti voltati, luogo di lavoro vivace e caotico: le sale di dispensa, le cucine vere e proprie con i putagè e i piani di lavoro, le stanze dell’impiattamento e del lavaggio, il corridoio del pane e la sommelleria, le grandi ghiacciaie e gli oggetti di uso quotidiano che sono stati testimoni di un passato affascinante e tutto da scoprire.

Costo dell’attività € 10. Riservata ai titolari di Abbonamento Musei.

Per informazioni e prenotazioni https://piemonte.abbonamentomusei.it/

 

Attività per famiglie

Mercoledì 5 gennaio alle ore 15.30 Animali dalla A alla Z – attività per famiglie e bambini  

Api, balene, coccodrilli, elefanti…cosa ci fanno tutti questi animali (e molti altri) ai Musei Reali? Bambini e famiglie potranno scoprirlo grazie all’intero alfabeto di animali curiosi e colorati nascosti tra le opere esposte in mostra. Si racconteranno le loro storie per poi realizzare un simpatico decoro a tema.

Attività consigliata per bambine e bambini dai 6 ai 10 anni con prenotazione obbligatoria.

Costo: € 10 a bambino, gratuito per gli accompagnatori. Info e prenotazioni: 011 19560449 – Musei Reali di Torino | CoopCulture – e-mail info.torino@coopculture.it

 

Ciprotour. Oltre il confine

Fino al 29 gennaio 2022 il pubblico potrà godere di una mostra diffusa che unisce i Musei Reali e le Biblioteche civiche di Torino. Il progetto, che mira a promuovere sul territorio la mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, prevede una serie di piccole esposizioni in alcune biblioteche torinesi: narrazioni da Cipro e su Cipro entreranno nelle sale della Biblioteca Civica Centrale, alla Biblioteca civica Musicale Della Corte si parlerà di musica cipriota, al Mausoleo della Bela Rosin e alla Biblioteca civica Villa Amoretti si racconterà dell’isola sacra ad Afrodite e dei profumi della dea, alla Biblioteca civica Cesare Pavese di commerci e genti, di lingue e culture alla Biblioteca civica Primo Levi. E ancora, alla Biblioteca civica Don Milani, si terranno incontri su Cipro, porto e ponte del Mediterraneo. Il Bibliobus, inoltre, diffonderà in città le informazioni sugli eventi e sulla mostra.

 

Le mostre in corso ai Musei Reali

Prorogata fino a domenica 13 febbraio 2022In Between è la prima mostra a Torino dedicata allo scultore piemontese Fabio Viale, che ha conquistato notorietà internazionale grazie alle sue statue tatuate e alle straordinarie finzioni in marmo. Cinque opere monumentali allestite in Piazzetta Reale e un percorso curato da Filippo Masino e Roberto Mastroianni all’interno di Palazzo Reale testimoniano i campi di ricerca e presentano opere inedite, svelate al pubblico negli spazi della residenza sabauda. Realizzata in collaborazione con la Galleria Poggiali di Firenze, la mostra è compresa nel biglietto di ingresso ai Musei Reali.

 

Nell’ambito dei progetti di collaborazione tra musei italiani e stranieri, i Musei Reali ospitano nelle Sale dei Maestri Caravaggeschi, al primo piano della Galleria Sabauda, l’opera di Orazio Gentileschi Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, in prestito dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. L’evento espositivo, prorogato fino a domenica 20 febbraio, è una straordinaria opportunità di confronto con l’Annunciazione, capolavoro dello stesso artista, celebre seguace di Caravaggio, custodito dai Musei Reali. Il confronto tra queste due opere permette di accostarsi al metodo di lavoro del pittore, che consiste nel riutilizzo di cartoni o di lucidi per comporre singole figure o intere scene.  Il volto di Santa Cecilia che suona la spinetta e un angelo, dipinto tra il 1615 e 1620 ritorna con attitudine simile in quello della Vergine nell’Annunciazione di Torino, donata dallo stesso Gentileschi al duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1623 e oggi esposta nella Galleria Sabauda. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini è l’esposizione allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda fino al 3 aprile 2022. Il progetto, curato da Rosario Maria Anzalone ed Enrica Pagella, è concepito per bambini e famiglie, dall’altezza delle vetrine alle soluzioni grafiche: tra dipinti, disegni, incisioni, reperti archeologici e oggetti d’arte decorativa, quaranta opere dei Musei Reali sono accomunate dalla raffigurazione di animali, da indovinare in una modalità di fruizione partecipata. La visita alla mostra è compresa nel biglietto di ingresso dei Musei Reali.

 

Il fascino millenario di Cipro, cuore del Mediterraneo e ponte tra Oriente e Occidente, è protagonista della mostra internazionale Cipro. Crocevia delle civiltà, che termina domenica 9 gennaio. Ospitata nelle Sale Chiablese, è realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino ed è curata da Luca Bombardieri, docente di Archeologia cipriota, e da Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Si tratta di un’occasione unica per lasciarsi conquistare da una delle isole mediterranee più misteriose, il cui incanto è a tutt’oggi immutato: mitica culla di Afrodite, che nasce dalla spuma del mare cipriota, l’isola è crocevia di scambi commerciali e approdo di culture differenti in cui si forma la moderna concezione del mondo mediterraneo. La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). I biglietti possono essere acquistati su  Musei Reali di Torino | CoopCulture.

 

La Biblioteca Reale

La Sala Lettura della Biblioteca Reale è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 15.15 ed è chiusa il sabato. Le consultazioni dovranno essere prenotate con almeno 24 ore di anticipo scrivendo all’indirizzo mr-to.bibliotecareale@beniculturali.it, indicando tutte le informazioni disponibili per la richiesta.

Per conoscere le modalità di accesso e registrazione consultare la pagina Orari e modalità di apertura della Biblioteca Reale – Musei Reali Torino (beniculturali.it)

 

Caffè Reale

Nella suggestiva Corte d’Onore di Palazzo Reale è possibile rigenerarsi con una pausa al Caffè Reale Torino, ospitato in una ambientazione unica ed elegante, impreziosita da suppellettili in porcellana e argento provenienti dalle collezioni sabaude. Informazioni e prenotazioni al numero 335 8140537 o via e-mail all’indirizzo segreteria@ilcatering.net.

 

Museum Shop

Per rimanere aggiornati sulle pubblicazioni dei Musei Reali e per dedicarvi un pensiero, il Museum Shop è aperto. È disponibile anche online Musei Reali (shopculture.it).

Villanova d’Asti chiede aiuto a Macron

Per le sue torri Villanova d’Asti chiama il presidente francese Macron cinque secoli dopo Francesco I.

Il re di Francia fece costruire la cinta muraria che difendeva Villanova al tempo del dominio francese in Piemonte e ora si chiede l’aiuto dei transalpini per restaurare le storiche torri chiamate “bissoche”. Le mura erano intervallate da torri e porte che proteggevano il paese e adesso il comune astigiano vorrebbe acquistare dal Demanio militare le due torri d’avvistamento di San Martino e Supponito edificate nel Cinquecento per poi ristrutturarle. Nelle trattative in corso tra Villanova e lo Stato per acquisire le torri si è inserito anche l’ex sindaco Roberto Peretti che chiede di coinvolgere nientemeno che il presidente Macron nel recupero delle torri. Il suo è solo un suggerimento ma sognare non è vietato. Il progetto c’è ma è molto costoso, ci vogliono parecchi soldi, almeno un milione di euro, e allora perché non tentare di ottenere dei finanziamenti europei con l’appoggio francese. Le torri furono volute da un sovrano francese, Francesco I di Valois, per cui “la collaborazione con la Francia, osserva Peretti, potrebbe consentirci di ottenere finanziamenti europei”. L’ex primo cittadino non si ferma qui e pensa anche a un possibile aiuto da parte del generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Unione Europea e cittadino onorario di Villanova d’Asti che cinque secoli fa fu una delle piazzaforti militari francesi più importanti del Piemonte insieme a Torino, Chieri, Chivasso e Pinerolo. I lavori di costruzione delle torri, iniziati nel 1520, terminarono nel 1548, un anno dopo la morte di Francesco I. Oggi restano in piedi due torri a base quadrata: la bissoca di Supponito a nord e la bissoca di San Martino a sud di Villanova. Per il sindaco di Villanova Christian Giordano “si tratta di due tesori da custodire con cura per le future generazioni e faremo di tutto per recuperare le torri, aprirle ai turisti e valorizzare il patrimonio storico del nostro territorio”.                  Filippo Re

Classical Radical, prorogata la mostra al Mao e all’Accademia Albertina

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A cura di Myna Mukherjee Davide Quadrio

 

PROROGATA AL 27 FEBBRAIO 2022

 

Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina 5 novembre 2021 – 27 febbraio 2022

La mostra Hub India, che ha avuto una grande eco di consensi e di pubblico, è stata prorogata e rimarrà aperta fino al 27 febbraio 2022. Nata come progetto per Artissima Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, in collaborazione con Fondazione Torino Musei e con l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, la mostra si sviluppa in tre sedi: Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte AnticaMAO Museo d’Arte Orientale e Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Hub India è a cura di Myna Mukherjee e Davide Quadrio.

L’esposizione presenta opere indiane contemporanee e moderne che esplorano i lasciti del passato e l’antichità nel qui e ora sociologico. Le opere selezionate rappresentano uno spaccato di generi, medium e processi che vanno dai disegni e dipinti alle miniature e sculture, terrecotte e metalli, dipinti su carta e su tela, stampe, incisioni e opere digitali e virtuali, in un tentativo di analizzare le eredità classiche e tradizionali attraverso una nuova lente.

A Palazzo Madama e al MAO le opere presentate per Classical Radical sono messe in dialogo con le collezioni permanenti dei musei, in modo da creare piccoli cortocircuiti capaci di generare significati nuovi e nuove linee di interpretazione. All’Accademia Albertina di Belle Arti l’allestimento prende invece forma nei piani superiori dell’affascinante Rotonda di Talucchi. Negli spazi dell’Accademia Albertina va in onda Sama: Symbols and gestures in contemporary art practices. Italy and India vol. 1., la prima parte di un documentario visionario e pionieristico che, attraverso una moltitudine di voci, esplora il mondo dell’arte contemporanea e dell’artigianato nel subcontinente indiano e in Italia.

 

In partnership con Kiran Nadar Museum of Art (KNMA).

In collaborazione con LATITUDE 28 New Delhi – AKAR PRAKAR Kolkata, New Delhi – ART ALIVE New Delhi – EMAMI ART Kolkata – GALLERY ESPACE New Delhi – SHRINE EMPIRE New Delhi – NATURE MORTE New Delhi – SAKSHI ART Mumbai – JHAVERI CONTEMPORARY Mumbai – VADEHRA ART New Delhi – VOLTE Mumbai

Hub India è un progetto di Arthub & Engendered presentato in partnership con Indian Council for Cultural Relations (ICCR), Kiran Nadar Museum of Art, Fondazione Torino Musei, Artissima, Emami Art, Palazzo Madama, MAO e Accademia Albertina.

Con il sostegno di Ambasciata d’Italia a Nuova DelhiIstituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi (IIC), Consolato Generale dell’India a Milano, Città di Torino.

Supporto logistico di UAPL.

 

Il film è commissionato e prodotto da Arthub, Engendered, Ambasciata d’Italia a Nuova DelhiIstituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi (IIC) Indian Council for Cultural Relations (ICCR).

Info

 

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica | lunedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-18 – giovedì 13-21 (la biglietteria chiude un’ora prima). BIGLIETTI: INTERO € 10, RIDOTTO € 8, GRATUITO minori di 18 anni, possessori di Abbonamento Musei e Torino + Piemonte.

MAO Museo d’Arte Orientale | martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica 10-18 – giovedì 13-21 (la biglietteria chiude un’ora prima). BIGLIETTI: INTERO € 10, RIDOTTO € 8, GRATUITO minori di 18 anni, possessori di Abbonamento Musei e Torino + Piemonte.

Accademia Albertina di Belle Arti di Torino |Rotonda di Talucchi | giovedì e venerdì 14–18, sabato e domenica 10-18 (ultimo ingresso 17.30). Biglietti: INTERO € 5, RIDOTTO € 3, gratis con l’Abbonamento Musei Torino Piemonte e con la Torino + Piemonte Card.

Sono arrivati i Re Magi

Eccoli, sono i Re Magi. Sono le ultime statuine a entrare in scena nel grande spettacolo del presepio.

È il 6 gennaio di 2000 anni fa, tre misteriosi personaggi sono giunti a Betlemme dall’Oriente in una notte gelida, costellata di astri, seguendo una stella, esausti, con il volto sferzato dalle tempeste di sabbia del deserto dopo un lungo, faticoso e avventuroso viaggio. Sono i Re Magi ai quali la tradizione ha assegnato i nomi di Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. In quella notte così lontana nel tempo nessuno riuscì a dormire a Betlemme. Una luce fantastica divampava in cielo, la gente usciva dalle case, le strade si affollavano di gente, come di giorno, voci, urla di gioia, i canti dei galli, gli ululati dei cani, tutti ammiravano quello straordinario spettacolo di luci e colori. Qualcosa di prodigioso era accaduto. Ma quella dei Re Magi è storia o leggenda? Sono esistiti o no? Nonostante i dubbi avanzati da diversi studiosi e scienziati sulla reale esistenza di questi enigmatici personaggi qualcosa di importante sappiamo dei Magi d’Oriente.

Solo il Vangelo di Matteo ne parla, negli altri Vangeli i Magi non trovano posto. Erano tre sapienti, probabilmente astronomi e sacerdoti pagani, seguaci di Zoroastro e provenienti dalla Persia. Li cita anche Erodoto nel V secolo avanti Cristo ed è probabile, sostengono gli studiosi, che la diffusione della leggenda dei Magi derivi da un testo apocrifo del V secolo, le cui copie sono conservate nella biblioteca degli armeni sull’isola di San Lazzaro a Venezia. Nel manoscritto vengono citati Melkon, re dei Persiani, Gaspar, re degli Indiani, e Balthasar, re degli Arabi. Lo storico Franco Cardini, nel suo “I Re Magi” (San Paolo) precisa: “resta ben fermo che queste figure sono la “primitia gentium”, i primi pagani ad avvicinare il Cristo” e alla luce di recenti scoperte “si rafforza il ruolo dei Magi come figure ponte tra Oriente e Occidente, cerniera tra varie religioni, tra quelle abramitiche e quelle del mondo indo-persiano, dai Veda al buddismo. E oggi acquistano nuovo rilievo. Sul piano religioso sono stati proposti da papa Benedetto XVI come copatroni d’Europa mentre sul piano storico-antropologico molti studiosi, da una parte, ne hanno indicato la presenza nel mondo indo-iranico tra il I secolo a.C. e il I d.Cristo, dall’altra ne hanno ribadito il nesso con gli astrologi-sacerdoti originari della Persia con gli insegnamenti di Zarathustra”. Dopo la crocifissione di Gesù i Magi fecero ritorno a Gerusalemme e qui morirono da martiri. I loro corpi furono trovati da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino e portati a Santa Sofia a Costantinopoli. Ora riposano nella basilica di Sant’Eustorgio a Milano. “Magi, pastori, contadini, artigiani, massaie, sarti, fabbri, fornai, stallieri, giovani e vecchi, gatti, galline, cammelli, pecore e caprette, tutti insieme chinarono il capo davanti al Bambino, come in preghiera…” si legge nelle più belle storie dei Re Magi raccolte da Stefania Lepera e illustrate da Giulia Rossi per Gribaudo editore. “La stella sopra la grotta brillò fulgida come il sole, poi dolcemente si spense. Il suo compito era concluso”. Una narrazione ricca di famose e splendide rappresentazioni, se pensiamo solo all’Adorazione dei Magi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova o al mosaico dei Magi (VI secolo) in Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. Ora le statuine del presepio sono tutte dentro la grotta. Torneranno alla fine del 2022. È sempre stato così e sarà così per sempre. Le loro storie, come ogni mistero, piacciono ai bambini e agli adulti e noi vogliamo vedere i Magi d’Oriente nel presepio con i loro abiti sfarzosi, con corone, cammelli e doni, magari non oro, incenso e mirra come vuole la tradizione ma pur sempre pietre preziose, tessuti, spezie e perle. Solo una leggenda affascinante? Sicuramente una bella fiaba, forse la più bella del mondo.

                         Filippo Re

Intesa Sanpaolo espone al grattacielo i capolavori di Cima da Conegliano

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 L’“OSPITE ILLUSTRE” 

Dal 22 dicembre 2021 al 9 gennaio 2022

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria  sul sito gruppo.intesasanpaolo.com 

Intesa Sanpaolo espone dal 22 dicembre prossimo al 9 gennaio 2022 due capolavori di Cima da Conegliano, artista tra i maggiori esponenti della scuola veneta tra XV e XVI secolo. Entrambi i dipinti raffigurano la Madonna con il Bambino e provengono dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna e dal Petit Palais di Parigi. Per la prima volta saranno dunque due gli “ospiti illustri” protagonisti dell’ormai tradizionale appuntamento espositivo torinese che la Banca organizza nel periodo delle festività invernali.

Dopo l’interruzione dello scorso anno a causa della pandemia ritorna, in coerenza con l’ultima edizione, un omaggio ai pittori veneti del Rinascimento e alla figura della Vergine che stringe il Bambino. Il precedente “ospite illustre”, esposto al grattacielo a fine 2019 – inizio 2020, era stato infatti la Madonna di Alzano di Giovanni Bellini, in prestito dall’Accademia Carrara di Bergamo.

L’Ospite illustre è la rassegna curata e promossa da Intesa Sanpaolo che dal 2015 espone nei suoi musei delle Gallerie d’Italia e al grattacielo di Torino un’opera di rilievo in prestito temporaneo da prestigiosi musei italiani e stranieri. Con questo appuntamento L’Ospite illustre, realizzato dal Progetto Cultura della Banca, è giunto alla tredicesima edizione.

Il catalogo della mostra è edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira con testi di Neville Rowley, Cécile Maisonneuve e Giorgio Fossaluzza.

Didascalie

Cima da Conegliano

Madonna con il Bambino

1495 circa

tavola, cm 60,5 x 47,2

Bologna, Pinacoteca Nazionale

© su concessione del Ministero della Cultura, Direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna, Pinacoteca Nazionale di Bologna, divieto di ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo

Cima da Conegliano

Madonna con il Bambino

1500-1502 circa

tavola, cm 71,5 x 55

Parigi, Petit Palais

© CCØ Paris Musées / Petit Palais, Musée des Beaux-Arts de la Ville de Paris

 

Informazioni utili

Sede: grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3, Torino

Apertura al pubblico: La mostra apre mercoledì 22 dicembre alle ore 16:00

Orari:

lunedì-venerdì e 1° gennaio: ore 15:00 – 19:30

24 e 31 dicembre: ore 9:30 – 12:30

sabato-domenica e 6 gennaio: ore 9:30 – 19:30

sabato 25 dicembre la mostra resta chiusa

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria dal 15 dicembre sul sito gruppo.intesasanpaolo.com e su www.grattacielointesasanpaolo.com/news

La maestria di Spielberg e il ritmo indiavolato di una storia senza tempo

“West Side Story”, eccellente rivisitazione, oggi sugli schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

C’è  una scritta sul finale del film, “For Dad”. “West Side Story” nasce oggi con questo ricordo, è dedicato a un padre che è scomparso durante le riprese e che fece conoscere al suo Steven, allora quindicenne, la colonna sonora della prima edizione, quella firmata dall’accoppiata Robert Wise/Jerome Robbins, e Spielberg a innamorarsene e a cantarla ininterrottamente attraverso le stanze della casa, ad ogni ora del giorno. Quella storia e quelle musiche il regista, oggi settantacinquenne, se le è portate dentro per una vita intera, ha attraversato il risveglio di mostri preistorici e marini o l’incontro con creature venute da altri mondi, le avventure di archeologi alle prese con nazisti feroci o quelle di un tranquillo americano che se la deve vedere con le spie della guerra fredda e tanto altro ancora. Un musical mai, con quelle musiche a girargli tutto il giorno in testa il musical no, non gli andava, non arrivava mai il momento giusto. Alla fine s’è detto che proprio quel “West Side Story” che aveva fatto innamorare un ragazzino poteva essere il titolo giusto.

Non ha fatto un’operazione copia/incolla che sarebbe stata povera e inaccettabile cosa (chi ricorda più l’anonimo sfacelo di Gus van Sant con l’hitchcokiano “Psyco”, ricercato in ogni inquadratura?), ha affidato la sceneggiatura a Tony Kushner, già suo collaboratore per “Munich” e “Lincoln”, autore di quel capolavoro teatrale che è “Angels in America”, ha costruito un film che non poggia a tutti i costi su un terreno di nostalgia ma che, pur avendo ben presente la “classicità” del lavoro, s’aggiorna da solo là dove lo spettatore ripensi alle vicende che gli States stanno vivendo giorno dopo giorno. Chiamiamola rivisitazione o come ci pare, con grande rispetto, rimettendo a tratti un ordine fra le canzoni, “I feel Pretty”, ad esempio, tornata al proprio posto originale, come da partitura teatrale, Spielberg ha richiamato a sé, a distanza di sessant’anni esatti, le coreografie di Jerome Robbins, le musiche di Leonard Bernstein e le liriche di Stephen Sondheim (scomparso poche settimane fa), che avevano reso assai più grande e forte un genere che fu tra le glorie di Hollywood. Nelle mani di Spielberg tutto si anima, diventa pieno di vibrazioni sino all’inverosimile, il ritmo si fa sempre più incalzante, la fotografia di Janusz Kaminski ariosa e piena di luce negli esterni o più calda e raccolta all’interno delle camere dei protagonisti ambienta egregiamente la vicenda e segue vorticosamente ogni movimento di questo “Romeo e Giulietta” shakespeariano trasportato ai giorni nostri.

Nel 1957 (proprio l’anno della prima rappresentazione teatrale), in una New York che vede la ricerca continua del proprio ammodernamento (i luoghi della vicenda saranno cancellati dal Lincoln Center), e cede alla demolizione di vecchi quartieri, tra caseggiati che cadono e grattacieli che nasceranno, due gruppi, due gang, come nel film feroce di Scorsese, a darsi battaglia per mantenere quegli stessi territori. I Jets, ad affermare la supremazia dei bianchi, e gli Sharks, di origine portoricana, da troppo poco tempo sbarcati in città. Sin dalle prime immagini è un miracolo di riprese, di macchina da presa in perenne movimento, di un montaggio indiavolato che invade zuffe raccontate con tracotanza e altrettanta ferocia, ma anche con una buona dose di humour (gli interventi dei poliziotti). A seguire l’intreccio del grande inglese, ogni cosa s’aggrava con la festa, con gli sguardi tra Maria e Tony, lei è la sorella di Bernardo che guida i portoricani, lui ha dato vita con Riff ai Jets e cerca di starsene fuori delle mischie a espiare un anno di prigione, tranquillo impiegato nel negozio di Valentina, una bravissima Rita Moreno che già aveva rivestito gli abiti di Anita e si era portata via un Oscar quale migliore attrice non protagonista (ricordiamo che il film di Wise di statuette ne raccolse dieci); la voglia di rivedersi, l’appuntamento per il giorno dopo fissato tra le griglie e le scale saliscendi di un vecchio caseggiato, proprio mentre Bernardo dall’interno chiama severo, proprio come in antico avrebbe fatto la vecchia nutrice. Ma le lame dei coltelli sono lì a luccicare, lo scontro è inevitabile e Tony deve tornare per le vecchie strade per un’ultima resa dei conti.

C’è vitalità, c’è energia, c’è la consacrazione irruente di un sogno a lungo e inconsapevolmente accarezzato. Mentre l’interpretazione di Ansel Elgort (Romeo) è più “tranquilla” se  immersa nel panorama fuori controllo dell’intera vicenda e nell’intelligente caos orchestrato da Spielberg, la vera sorpresa è Rachel Zegler, una Maria dagli occhi neri e profondi, un inno alla vita e alla distruzione di ogni pregiudizio, un simbolo di innocenza e di felicità cancellata e di naturalezza interpretativa come di rado se ne sono visti al cinema, qui alla sua prima prova, capace di farci dimenticare i sentimenti e i sospiri di Natalie Wood, cui anche chi scrive è stato da sempre attaccato, come Spielberg al proprio sogno sempre rinviato.

Torino e i suoi teatri: il Teatro Regio

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Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio

10 Il Teatro Regio

Cari lettori, eccoci arrivati al termine di questo ciclo di scritti riguardanti i maggiori teatri torinesi.
Come si suol dire, il meglio viene tenuto per ultimo, e, anche io nel mio piccolo, ho voluto proporvi come pezzo di chiusura l’articolo dedicato al Teatro Regio, che è tra tutti il più conosciuto tra i luoghi culturali del capoluogo piemontese.
Il Regio è il principale teatro lirico della nostra città, uno dei più grandi e importanti stabili d’Italia, ed è conosciuto persino nel panorama europeo ed internazionale.
L’edificio ha storia antica, il progetto originale risale alla prima metà del XVIII secolo; ad oggi dell’originaria costruzione resta solo la settecentesca facciata porticata, ancora in perfetta armonia con l’adiacente Piazza Castello; attualmente tale parte architettonica è inserita nel sito seriale UNESCO Residenze Sabaude iscritto alla Lista del Patrimonio dell’Umanità dal 1997.
Partiamo come sempre dall’inizio. Il primo a richiedere un “nuovo grande teatro” è Vittorio Amedeo II, intorno agli anni Venti del Settecento, il quale incarica il regio architetto Filippo Juvarra di progettare un sontuoso edificio da inserire nell’ambito del più generale riassetto urbano di Piazza Castello. Il cantiere viene aperto, ma Juvarra, che si spegne nel 1736, non riesce a vedere realizzata la sua idea; la gestione dei lavori, per volontà di Carlo Emanuele III, passa così a Benedetto Alfieri, il quale decide di riprendere e perfezionare i disegni originali. L’intuizione alfieriana porta all’innalzamento di uno stabile sontuosamente rococò, apprezzato da tutti, come si evince dalle parole di Giovanni Gaspare Craveri, che nel 1753 così scrive nella sua “Guida de’ Forestieri per la Real Città di Torino”: “Questo Teatro è giudicato da tutti il più grandioso e compito d’Europa, ed è meritevolmente l’oggetto della meraviglia de’ Forestieri, per la vastità ed ampiezza sua, e per l’architettura, e comodità dell’edifizio, e per l’interna bellezza degli ornamenti, per lo più dorati. E’ rimarchevole la pittura della Volta. Ivi si recitano ogni Carnevale i Drammi musicali con tale magnificenza di apparato, quale si conviene alla grandezza della Real Corte, che v’interviene sulla Loggia spaziosa a lei destinata, che poi si suole illuminare. Vi si chiamano i migliori Musici d’Europa.”

Il teatro è ultimato in pochissimo tempo, il cantiere si chiude nel 1738 e il 26 dicembre del 1740 vi è l’inaugurazione ufficiale con l’ “Arsace” di Francesco Feo.
Fin dagli albori il Regio, con la sua platea e i suoi cinque ordini di palchetti, si fa cuore pulsante e musichiero di Torino.
Le caratteristiche dello stabile, come la straordinaria capienza, che arriva a poter ospitare fino a 2500 persone, la struttura elegante, le decorazioni regali che raggiungono il massimo della preziosità nella volta dipinta da Sebastiano Galeotti, richiamano l’attenzione di molti autori italiani e stranieri, di numerose prime donne e cantanti di grido, che proprio lì vogliono esibirsi.
Era solito che la stagione degli spettacoli si aprisse il 26 dicembre e si chiudesse con la fine del Carnevale; inoltre era di norma che venissero scritte ogni anno, dagli autori che volevano cimentarsi in questa prova, due opere serie redatte appositamente per il teatro Regio, tra i tanti nomi di compositori che si possono citare a tal proposito ricordiamo Galuppi, Jommelli, Cimarosa, Paisiello,Gluck, Johann Christian Bach e Hasse.
Il Regio però non è solo un luogo culturalmente pregiato, esso è anche simbolo di rappresentanza e stabilità del potere dei Savoia. L’edificio si erge tuttora nell’antica zona di comando che comprendeva i punti nevralgici delle attività gestite dallo stato sabaudo, incastonato nelle contigue architetture di Piazza Castello, Palazzo Reale e via Po; è opportuno ricordare inoltre che i membri della famiglia reale e i dignitari d’alto rango, riuscivano ad accedere al teatro senza uscire in strada, attraverso Palazzo Reale tramite la galleria del Beaumont – oggi Armeria reale – e il palazzo delle Segreterie – attuale Prefettura -.
L’aspetto architettonico del teatro diviene un punto di riferimento nell’ambito delle realizzazioni teatrali coeve; gli stessi disegni di Benedetto Alfieri vengono addirittura inseriti fra le tavole de “L’Encyclopédie” di Diderot e D’Alembert.

Durante il corso del XVIII secolo, Torino, in quanto importante capitale europea, è una delle mete del “Grand Tour”, molti viaggiatori passeggiano sotto i portici ombrosi e lungo le rive del fiume Po e tutti quelli che decidono di passare in città non possono che rimanere colpiti dall’eleganza del portentoso teatro lirico.
La fama del Regio è internazionale e incontrastata, si pensi che proprio l’imperatore asburgico Giuseppe II, attraverso il consigliere Kaunitz, aveva caldamente consigliato all’architetto Giuseppe Piermarini di prendere come esempio il “Regio di Torino”, per la costruzione di quello che sarebbe divenuto il celebre Teatro alla Scala di Milano (inaugurato il 3 agosto 1778).
Dopo il momento di massima gloria, il teatro affronta, tra la fine del Settecento e i primi vent’anni dell’Ottocento, un periodo turbolento.
Il Regio resta chiuso per cinque anni, dal 1792 fino al 1797; in seguito cambia diversi nomi, rispecchiando così gli eventi storici: prima è “Teatro Nazionale” (1798), poi “Grand Théâtre des Arts” (1798) e ancora “Théâtre Impérial” (1804). Il clima moralizzatore degli anni repubblicani ha largo impatto anche sull’organizzazione stessa degli spettacoli, si fa più complesso anche l’ingaggio dei cantanti e degli attori, nel repertorio permangono opere italiane, ma con libretti rimaneggiati secondo la morale giacobina.
Napoleone in persona vuole presenziare ad alcuni spettacoli, e la sua venuta fa sì che calpestino il palcoscenico torinese interpreti di grande fama, tra cui il soprano Isabella Colbran, il tenore Nicola Tacchinardi e il coreografo Salvatore Viganò.
Con gli anni della Restaurazione il Regio recupera un po’ della sua originaria importanza, Carlo Felice, notoriamente appassionato di musica, invita virtuosi personaggi ad esibirsi nel teatro operistico, tra cui Giuditta Pasta e Domenico Donzelli.
Gli anni d’oro però sono ormai finiti, nell’Ottocento Torino passa in secondo piano e i riflettori illuminano nuove località: Milano, Napoli e Venezia. Nonostante ciò “lo spettacolo deve continuare” e la storia del Regio è ancora lunga e ricca.

Durante il periodo ottocentesco, per volere di Carlo Alberto, l’edificio viene restaurato, assumendo un aspetto neoclassico. Alle modifiche estetiche si aggiungono delle innovazioni nella programmazione, intorno agli anni Cinquanta dell’Ottocento, ad esempio, si passa alla stagione di Carnevale-Quaresima, suddivisa in cinque o più opere di repertorio, non più scritte appositamente per il Teatro; inoltre, a partire dal 1855, il teatro si apre all’opera buffa.
Nel 1870 il Regio diviene proprietà del Comune di Torino. In questi anni le vicissitudini dello stabile si intrecciano con quelle dell’Orchestra Civica e dei Concerti Popolari ideati da Carlo Pedrotti, il quale insiste per introdurre nella programmazione la musica di Wagner e Massenet.
A partire dagli anni Ottanta dell’Ottocento si inizia a sottolineare la necessità di intervenire a livello architettonico sul palazzo, tra i lavori ritenuti necessari vi è l’ampliamento del palcoscenico, servono nuovi locali di servizio e l’illuminazione deve essere elettrica. Nonostante i buoni propositi la maggior parte dei provvedimenti sono di ordinaria manutenzione, ad eccezione della questione luminaria, della modifica, sotto la supervisione di Arturo Toscanini, della cassa armonica dell’orchestra e la riforma funzionale e decorativa del “foyer”.
Questi numerosi e continui interventi costringono la struttura a chiudere per alcuni anni. È l’ingegnere Ferdinando Cocito a dirigere questa volta il cantiere, che termina nel 1905, quando lo stabile viene inaugurato con il “Sigfrido” diretto da Toscanini.


Contribuiscono, tra la fine dell’Ottocento e i primissimi del Novecento, a mantenere alta la fama del Regio autori come Giacomo Puccini, che tiene a battesimo a Torino “Manon Lescaut” (1893) e “La Bohéme” (1896), e Richard Strauss, che nel 1906 dirige “Salomè” in “prima italiana”.
Agli albori del XX secolo si annovera un’ultima grande modifica costruttiva: nel 1924 è eseguita la completa riforma del palcoscenico, intervento che interessa l’inserimento di una nuova e alta torre scenica, e la completa sostituzione delle attrezzature tecniche di scena e dell’ impianto elettrico.
Più o meno in questo stesso periodo è ospite al Regio l’ ultima grande “prima”, si tratta di “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai, su libretto di Gabriele D’Annunzio (1914).
Il primo conflitto mondiale è ormai alle porte, il teatro deve chiudere i battenti mentre le bombe cadono sulla città.
Con la fine della Grande Guerra il Regio riparte, seppur con le debite difficoltà, così come il resto della sconquassata Torino.
Le complicazioni non sono finite, e nel 1936, a poche ore da una replica di “Liolà” su musiche F. Mulè, un incendio divampa nello stabile e distrugge completamente l’edificio . Dell’originaria struttura permangono i muri esterni e pochissimi cimeli, come un caminetto in marmo ora collocato e conservato nella sala dell’ “Archivio di Stato”, insieme al alcuni stucchi e qualche frammento di affresco.

Alla devastazione si aggiunge il profondo sgomento dovuto allo scoppio della Seconda Guerra mondiale.
Le porte del Regio rimangono serrate per quarant’anni, fino agli anni Settanta del Novecento.
La ricostruzione parte nel 1967, sotto la guida dell’architetto Carlo Mollino, il quale rinnova completamente la struttura, decidendo di abbandonare l’antico modello architettonico a favore di nuovi orientamenti stilistici e urbanistici.
L’ingresso principale è costituito da dodici coppie di porte in cristallo, separate da diaframmi in granito, tale scelta costruttiva fa sì che il pubblico possa defluire più velocemente all’interno della struttura e abolisce la distinzione tra le diverse classi sociali.
Mollino ha una spiccata propensione per i volumi pieni e le linee curve, gusti che si concretizzano e si esplicano fin dall’ingresso, attraverso le scale, i balconi e in tutti i numerosi dettagli come i pomelli delle porte ai due bar curvilinei disposti in modo perfettamente simmetrico.
La pianta del teatro ricorda nella forma la cassa di un violoncello, la sala ha pianta ellissoidale e contiene 1398 poltrone e un ordine di 31 palchi che possono ospitare fino a 194 persone.
Assai famoso è anche il peculiare lampadario, composto da 1762 sottilissimi tubi in alluminio con punto luce e 1900 steli in perspex riflettente, che creano un inaspettato “effetto a stalattite”.
Dopo ingenti lavori, che hanno portato lo storico palazzo a risplendere di una nuova luce tutta moderna, il Regio Teatro viene nuovamente inaugurato il 10 aprile 1973 con l’opera di Giuseppe Verdi “I Vespri siciliani”, con Maria Callas e Giuseppe Di Stefano.

A seguito di una evidente fase di sventura, la dea Fortuna prende nuovamente sottobraccio il Regio; dal momento della riapertura l’attività teatrale è progressivamente incrementata, diverse ricorrenze hanno contribuito a mantenere viva la fama dell’edificio, tra queste è bene rammentare il 250° anniversario dalla fondazione, celebratosi nel 1990, il centenario dalla “prima” assoluta della “Bohème” in diretta tv, avvenuto nel 1996 e i 25 anni del nuovo teatro, festeggiati nel 1998.
Le sfide tuttavia non finiscono mai. Il trascorrere del tempo costringe il Regio a essere sempre pronto a nuove modifiche, sia architettoniche, sia giuridiche, sia riguardanti la programmazione.
Nel 2006 le Olimpiadi della Cultura e i XX Giochi Olimpici Invernali fanno sì che il teatro si ponga sotto l’occhio del pubblico internazionale, grazie ai numerosi spettacoli che si sono tenuti per le due occasioni e grazie anche al sodalizio artistico stretto con Gianandrea Noseda, incaricato Direttore musicale dal 2007 al 2018.
Inoltre, in tempi più recenti, si è molto intensificata la produzione del mercato video-discografico: a questa attività si affianca l’iniziativa “OperaVision” a cui il Regio partecipa fin dagli albori del progetto.
Eccoci dunque arrivati al termine, cari lettori, ma solo di questo mio pezzo, non certo della storia del grande teatro, orgoglio di Torino e pietra miliare della scena operistica.
Vi lascio dunque ai vostri impegni e alla vostra giornata, gentili concittadini, con la solita speranza di avervi un po’ interessato ed incuriosito, oltre che intrattenuto. Il mio augurio è che vi possiate concedere una serata in compagnia delle grandi voci liriche che tuttora riempiono i cartelloni delle programmazioni annuali; se tutto andrà bene potremmo incontrarci, pur senza conoscerci, tra il rosso della sala e il velluto del sipario, ignari gli uni degli altri sarà comunque bello intonare tutti insieme un “Libiamo, libiamo ne’ lieti calici, che la bellezza infiora; e la fuggevol fuggevol’ ora s’inebrii a voluttà…”

Alessia Cagnotto