CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 322

Rock jazz e dintorni. La Rappresentante di Lista e i Marlene Kuntz

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Il Duo Sole si esibisce allUnitre per “Moncalieri Jazz”.

Martedì. All’Otium Pea Club appendice di “Moncalieri Jazz”, con il trio di Nico Di Battista. Al Blah Blah si esibisce Ritualz. All’Auditorium del Lingotto, prima di 2 serate consecutive per i Negramaro in versione acustica. Al Museo d’Arte Orientale per la mostra “Buddha 10” è di scena l’artista Zhuo Mengting.

Mercoledì. Al Blah Blah serata punk con i Turbo Ac’s. Al Teatro Concordia di Venaria arriva in concerto

La Rappresentante di Lista.

Giovedì. Al Blah Blah è di scena Sergi Estella. Al Cap 10100 si esibisce il cantante Tatum Rush. Al Magazzino Sul Po suona il supergruppo giapponese Acid Mother’s Temple affiancato dai The Winstons. Al cinema Massimo la batterista Valentina Magaletti, accompagna la proiezione di “Salomè”.

Venerdì. Per “Moncalieri Jazz” alle Fonderie Limone, si esibisce Ada Montellanico con il Ialsax Quartet e il quintetto di Jacopo Ferrazza. Al Supermarket i Marlene Kuntz presentano il nuovo disco “Karma Clima”. Allo Ziggy è di scena il folksinger Phill Reynolds. Al Folk Club si esibisce Alessia Tondo. All’Hiroshima Mon Amour è di scena la cantautrice Emma Nolde. All’Off Topic suonano i Post Nebbia. Al Blah Blah si esibisce il duo Pindhar.

Sabato. Allo Ziggy suonano i Fil di Ferro. Per “Moncalieri Jazz” Furio Di Castri rende omaggio a Charles Mingus. Al Concordia di Venaria si esibisce VillaBanks. Al Folk Club è di scena il chitarrista Marco Pereira accompagnato dal batterista Enzo Zirilli. Al Gabrio suonano i Sa Razza.Al Blah Blah sono di scena gli Sfregio.

Domenica. All’Hiroshima si esibiscono i Silent Bob & Sick Budd. Conclusione di “Moncalieri Jazz” con l’ottetto di Daniele Sepe impegnato con il sestetto di Cesare Mecca, a rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini.

Al Magazzino sul Po si esibisce il cantautore Umut Adan mentre allo Ziggy suonano i Toxicull.

Pier Luigi Fuggetta

Photogallery da Artissima

La prima edizione fu nel 1994.

Dopo 28 anni, Artissima è diventata la fiera di arte contemporanea più importante d’Italia ed evento di richiamo a livello mondiale. Artissima ha aperto la strada ad altri saloni ed eventi fuori salone. Se Milano ha la fashion week, Torino, a Novembre, ha l’Art Week.

(foto Loredana Barozzino)

Un pubblico giovane per la nuova stagione del Regio

Il 2023 rappresenterà un anno particolarmente significativo per il Teatro Regio di Torino, in quanto il 10 aprile prossimo ricorrerà il cinquantesimo anniversario della sua ricostruzione e i 283 anni dalla sua fondazione.

La Stagione d’Opera del teatro prenderà avvio il prossimo gennaio e si concluderà a giugno, per poter riprendere, a partire dalla stagione successiva, la cadenza classica autunno/estate. Può contare su uno dei palcoscenici migliori d’Europa, completamente rinnovato, grazie all’apporto dei lavori sulla meccanica di scena, appena conclusi.
“Sebbene sia arrivato a Torino con una visione di teatro molto chiara – spiega il sovrintendente del Teatro Regio Mathieu Jouvin – ho dedicato i primi mesi all’ascolto, perché nessun progetto viene definito a priori e serve consapevolezza per far bene le cose. Ritengo che il teatro costituisca un ecosistema comprendente strutture e funzioni specifiche e, al tempo stesso, un organismo aperto alla circolazione di idee e energie, in dialogo tra passato e futuro, in vista delle sfide del domani. Un teatro che mi piace considerare conviviale, lungo di aggregazione e partecipazione trasversale, uno spazio urbano dedicato alla socialità. Non dimentichiamo che, dopo due anni di arresto dovuto alla pandemia, tutti noi abbiamo motivazioni fortissime nella ripresa della vita relazionale”.
Il titolo scelto dal Sovrintendente Jouvin per la stagione del teatro Regio è “Passaggi”, che rappresenta per lui molto di più di un semplice titolo. Il termine deriva dal francese “passage” ed è capace di condensare in sé molti significati tra cui apertura, cambiamento, espansione, frutto di un lavoro di squadra molto lungo e complesso.
La Stagione d’Opera sarà inaugurata il 24 gennaio prossimo con “Il barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini, per la prima volta a Torino nella brillante versione firmata da Pierre Emannuel Rousseau, che mantiene l’ambientazione andalusa e propone voci e costumi vivaci ispirati all’arte di Goya, scegliendo di aumentare l’atmosfera briosa con una nota onirica e poetica.
Il maestro Diego Fasolis tornerà al teatro Regio quale riconosciuto esperto del repertorio del Settecento e del primo Ottocento, dirigendo un giovane cast pieno di talento, comprendente artisti come Santiago Ballerini, Josè Maria Lo Monaco e John Chest.
Dal 25 febbraio all’8 marzo prossimi andrà in scena “Aida” di Giuseppe Verdi nel sontuoso allestimento di William Friedkin, che ha vinto l’Oscar e si è contraddistinto per essersi ispirato alle architetture dell’antico Egitto. Dirigerà l’orchestra il maestro Daniele Gamba, con interpreti verdiani di livello assoluto, quali Angela Meade e Erika Grimaldi, Silvia Beltrami e Stefano La Colla.
Dal 31 marzo al 14 aprile sarà la volta del “Flauto Magico” di Mozart , per la prima volta realizzato in un’onirica cornice firmata da Barrie Kosky e Suzanne Andrade.
Le suggestioni mozartiane si mescoleranno alle proiezioni ispirate dal cinema muto, con le quali gli interpreti interagiranno, dando vita un’interpretazione immersiva e capace di entusiasmare il pubblico. A dirigere sarà il maestro Sesto Quadrini, accompagnato da un cast eccezionale quale Ekaterina Bakanova, Joel Prieto, Alessio Arduini e Tamara Ivanis.
Dal 13 al 23 maggio 2023 verrà presentata “La figlia del reggimento” di Gioachino Donizetti, in un nuovo allestimento coprodotto in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia, che rappresenta l’inizio di un viaggio alla scoperta dei legami e degli scambi culturali tra Italia e Francia.
La regia mescola elementi reali ad altri surreali, come tipicamente avviene nelle produzioni di Barbe & Doucet. L’opera, piuttosto impegnativa, sarà diretta da Evelino Pidò, ambasciatore nel mondo del bel canto, al ritorno alla guida di un cast di eccezione costituito da Giuliana Gianfaldoni, John Osborn, Manuela Custer e Roberto De Candia.
A concludere la stagione sarà un’altra opera emblematica, “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini nell’allestimento di Damiano Michieletto. Si tratta di uno spettacolo di forte impatto estetico e emotivo, capace di mettere in evidenza la più cruda essenza dell’argomento, una vicenda di turismo sessuale ambientata in una grande metropoli asiatica.
Dmitri Jurowski, interprete universalmente riconosciuto del repertorio operistico e sinfonico del Novecento, porrà in risalto tradizioni musicali diverse.
A completamento della stagione verranno presentate due prime esecuzioni per il teatro lirico torinese, la prima è “Powder Her Face” di Thomas Ades, la cui opera si ispira alla vera storia di un divorzio scandaloso e milionario nell’Inghilterra degli anni Cinquanta. Sarà in programma al Piccolo Regio Puccini dal 10 al 18 marzo 2023.
La seconda è rappresentata da “La sposa dello Zar”, con la rigorosa partitura di Rimskij Korsakov, ricca di tinte fosche e temi popolari russi, affidata a Valentin Uryupin, interprete pluripremiato di musica slava. Sarà in programma il 26 e 28 aprile prossimi
L’8 e 9 gennaio andrà in scena la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, opera simbolo del repertorio italiano.
Non mancheranno, come di consueto, i Concerti dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio e della Filarmonica TRT. Il Requiem, uno dei brani sacri più toccanti della storia della musica, composto da Verdi in memoria di Alessandro Manzoni, sarà diretto da uno dei più interessanti direttori italiani, Andrea Battistoni.
Protagonisti della stagione saranno anche l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del teatro Regio, diretti da Andrea Secchi e Claudio Fenoglio.
Alla compagini stabili si aggiungerà, da questa stagione, il Regio Ensemble, una comunità di giovani artisti in residence, che vivrà al teatro Regio per perfezionarsi e mettersi alla prova. Si tratta di sette artisti dai percorsi artistici e nazionalità tra loro diverse.
Il teatro Regio si apre anche ai giovani con la possibilità di accedere alle opere in una delle due prove generali da parte degli under 30 con un biglietto speciale a 10 euro.

Mara Martellotta

(Foto Mihai Bursuc)

Artissima, quattro opere per la Gam

LE NUOVE ACQUISIZIONI DELLA FONDAZIONE PER L’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA CRT AD ARTISSIMA 2022 PER LA GAM

La Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT rinnova il proprio ventennale sostegno alla fiera internazionale Artissima 2022 acquistando 10 nuove opere realizzate da 7 artisti. Le opere diverranno parte della collezione che la Fondazione da anni arricchisce, destinandola alla fruizione pubblica: importanti lavori di Klaus Rinke, Rossella Biscotti e Pietro Moretti confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, mentre le 4 opere di Claudia Losi, Francesco Gennari, Simone Forti e Nicolò Cecchella saranno rese disponibili per le sale della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.

Le opere acquisite a favore della GAM sono:

Nicolò Cecchella

Marsia, 2015-2022

Cemento, sabbia di fiume, ferro, carta, gomma, silicone al platino

103 x 82 x 23 cm

Galleria Cardelli & Fontana

Simone Forti

Illuminations (Illuminazioni), 1972

Inchiostro vegetale e grafite su pergamena.

33 x 26,7 x 3,8 cm (con cornice)

Galleria Raffaella Cortese

Francesco Gennari

Autoritratto su menta, 2020

Stampa ad inchiostro su carta di cotone 100%, in cornice d’artista di noce

44 X 31,5X 4 cm (con cornice)

Galerie Ciaccia Levi

Claudia Losi

Arazzo, 1995 in progress

Tessuto di cotone e lane con tintura vegetale di rovo

250 X 150 cm

Galleria Monica De Cardenas

La Venaria Reale celebra Sant’Uberto di Liegi

Sfilata degli “Equipaggi” nel centro storico, seguita dalla Messa nella Cappella dedicata al Santo e dall’omaggio musicale

Domenica 6 novembre, dalle ore 11

Venaria Reale (Torino)

Primo vescovo di Maastricht e di Liegi, venerato quale protettore di “uomini e animali dalla rabbia silvestre” e quindi anche come protettore dei cacciatori, Sant’Uberto (Tolosa, 656? – Voeren-Belgio, 727 d. C.), sarà festeggiato domenica prossima 6 novembre alla “Venaria Reale”, dimora di caccia e di divertissement di Casa Savoia. La tradizione galoppa nei secoli. Il primo in Piemonte a dare solennità alla Festa (già menzionata, nel 1674 e nel 1682, da Amedeo di Castellamonte in “La Venaria Reale, Palazzo di Piacere e di Caccia” e in “Theatrum Sabaudiae”)  fu il duca Carlo Emanuele II, seguito dai suoi successori. Celebrata a Venaria per il 27esimo anno, ad organizzarla è l’“Accademia di Sant’Uberto” con la “Reggia di Venaria”, il patrocinio della “Città di Venaria”, molteplici collaborazioni di Enti e Società locali, il sostegno di Fondi riservati dal “Ministero della Cultura” ai Patrimoni “UNESCO” e della “Fondazione CRT”. Particolare la sua storia. Nel 1996 infatti si costituiva a Venaria l’“Accademia di Sant’Uberto” che subito, per promuovere la “Reggia” e il suo borgo, lavorava, da un lato, alla creazione del gruppo dei “suonatori di corno” dell’“Equipaggio della Regia Venaria” e dall’altro alla ripresa della “Festa di Sant’Uberto” che ha caratterizzato la Reggia sin dalla sua costruzione. Dal 1996 la Festa, storicamente legata alla fondazione sia della Città di Venaria Reale sia del Borgo, viene celebrata il 3 novembre, ricorrenza del Santo, se di domenica, altrimenti la prima domenica successiva al 3 novembre. Ma quale il programma della prossima domenica 6 novembre?

Alle 11 è prevista la “sfilata degli equipaggi” da piazza Annunziata alla Reggia. Protagonisti l’“Equipaggio della Regia Venaria” e “Les Trompes de Bonne”, gruppo proveniente dall’Alta Savoia: entrambi sfilano con i celebri corni da caccia, la cui arte musicale è stata dichiarata “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO” nel 2020.

Quindi, alle 11,15, si terrà la Santa Messa nella “Cappella di Sant’Uberto” con accompagnamento musicale dei corni da caccia degli equipaggi, ma anche delle trombe e dei timpani della “Reale Scuderia” e l’organo, seguita, alle 12, da un omaggio musicale a Sant’Uberto: non solo una semplice occasione d’ascolto ma un vero e proprio momento celebrativo da vedere e vivere in ogni suo momento. La cerimonia ha infatti origine in età medievale, quand’era denominata  “missa canum”, messa dei cani, per l’uso di benedire i cani e i loro padroni alla fine della messa. L’abitudine di accompagnare momenti della messa con musica, in particolare quella prodotta dai corni da caccia, è documentato dal XVIII secolo. L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti.

Qualche nota storica. Dalla Venaria a Stupinigi. Le reliquie di Sant’Uberto Martire, dono di papa Clemente IX a Carlo Emanuele II per la “Venaria Reale”, si trovavano dal 1669 nella cappella della Reggia. Per espresso volere del pontefice, l’edificio religioso che le ospitava doveva essere accessibile non solo dall’interno del palazzo, ma da tutti i fedeli, per rendere possibile la venerazione anche a chi non appartenesse alla corte. Fu questa una possibile motivazione dell’apertura della chiesa di corte della Venaria verso la piazza. Non solo cappella riservata alla corte, interna al palazzo, ma a tutta la popolazione. Si è  desiderato conservare anche ai nostri giorni questo spirito di condivisione tra Reggia e borgo di Venaria Reale. Cessata la funzione di Residenza Reale della Venaria, dal 1819 la reliquia è conservata a Stupinigi, nella chiesa della “Visitazione di Maria Vergine”, sulla piazza della palazzina, per volontà di Vittorio Emanuele I.

g.m.

Al Castello di Masino riposa Arduino, re d’Italia

Le spoglie di re Arduino riposano in pace ancora oggi nella cappella del castello.
Trasuda di storia, cultura e arte il Castello di Masino, a Caravino, nel canavese, oggi forse più conosciuto per la bellezza del suo parco e per le tante iniziative del FAI (Fondo Ambiente Italia) che non per la sua storia. Eppure giganteggia lì, radioso su quella altura, da oltre dieci secoli, di fronte all’incantevole barriera morenica della Serra di Ivrea circondato da un immenso parco. Fu costruito nel secolo XI dalla nobile dinastia dei Valperga che vanta di discendere da re Arduino, marchese di Ivrea e poi re d’Italia per pochi anni, dal 1002 al 1014. Per mille anni è stata la residenza dei conti Valperga di Masino.
Oggi lo vediamo senza torrioni ma fino al Rinascimento era difeso da alte mura e imponenti torri di avvistamento, una fortezza situata in un’invidiabile posizione strategica attorno alla quale duellarono le grandi famiglie nobili dell’epoca, i Savoia, gli Acaia, i Visconti e gli stessi conti di Masino che si contendevano il castello e parte del Canavese. Nel corso dei secoli i Valperga trasformarono il castello in residenza nobiliare e poi in una elegante dimora di villeggiatura. Nel Cinquecento le fortificazioni furono abbattute per far posto a un grande spazio verde tappezzato di splendidi giardini. Secoli di gloriosa storia narrati dai saloni del maniero, dalle camere per gli ambasciatori agli appartamenti privati con dipinti, oggetti e memorie storiche, dai salotti nobilmente arredati alla biblioteca di oltre 25.000 volumi antichi, dal Museo delle carrozze dei conti Valperga alle terrazze panoramiche sulla piana del Canavese. Spettacolare il Salone che celebra la dinastia dei Savoia, il più grande del castello, che si può ammirare solo da pochi mesi. Dopo tre anni di restauri conclusi ad aprile è stato riportato alla luce il salone di rappresentanza decorato da un ciclo di affreschi di fine Seicento che era nascosto da vari strati di pittura. Gli affreschi presentano vedute paesaggistiche in trompe-l’oeil di 22 città del Piemonte e della Savoia, un fregio con decine di stemmi nobiliari e in cima al camino l’albero genealogico, alto tre metri, della dinastia sabauda a cui i Valperga, e in particolare il conte di Masino Carlo Francesco Giuseppe (1655-1715), erano strettamente legati. E pensare che fino al 2019 il Salone dei Savoia era una galleria di quadri dell’Ottocento con le pareti dipinte di bianco ma sotto la vernice si intuiva già la presenza di un’altra decorazione. Rimossa la vecchia pittura ecco l’eccezionale scoperta e tutto è tornato come nel Seicento. Circonda la rocca un parco romantico con uno dei più grandi labirinti di siepi d’Italia. Fu l’ultimo discendente dei Valperga di Masino, Luigi, a cedere nel 1988 l’edificio al FAI che da allora si prende cura di questo patrimonio storico e culturale investendo ingenti somme per la manutenzione e per aprirlo ai visitatori.
Re Arduino si ritirò a vita privata nell’Abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese dove morì nel 1015. Le ossa del re d’Italia furono sepolte e riesumate più volte passando da un castello all’altro fino a trovare una sistemazione definitiva nella cappella del castello di Masino. Il maniero, di proprietà del FAI, dista 12 chilometri da Ivrea e 40 da Torino, è aperto al pubblico da mercoledì a domenica dalle 10.00 alle 18.00. Dal 19 dicembre sarà chiuso per la stagione invernale.       Filippo Re

Ruben Montini, Il vuoto addosso

Testo critico e a cura di Elsa Barbieri

performance

SABATO 5 NOVEMBRE, ORE 12.00

MEF- via Francesco Cigna 114, Torino

 

 MEF – Museo Ettore Fico presenta Il vuoto addosso, la nuova performance di Ruben Montini con un testo a cura di Elsa Barbieri.

Sette anni dopo “Think of me, sometimes”, realizzata insieme all’ex compagno, l’artista tedesco Alexander Pohnert, Ruben Montini torna al Museo Ettore Fico con “Il vuoto addosso”, reenactment della precedente performance.

La nuova azione sarà un tentativo, estremo come è nella natura della sua pratica performativa, di ricostruire l’immagine di quell’abbraccio che nel 2015 l’aveva stretto fino allo sfinimento.

Ruben Montini è anche tra gli artisti in mostra in ECLETTICA!visitabile al MEF fino al 18 dicembre, con l’opera “Agli amanti…e anche a quelli d’Italia”. La bellezza e la fragilità di un oggetto come il tappeto, simboleggiano l’usura dei rapporti umani interpersonali. La sua vicinanza alla terra e alla “polvere” ricordano che tutto un giorno ritornerà a far parte della grande Madre Terra. La gradevolezza della lana evoca il calore familiare, ma la frase che domina l’opera spalanca una voragine sull’ignoto: Cosa resta di noi?

_

 

Ruben Montini (Oristano, 1986), vive e lavora a Torino.

Muovendosi tra la performance e la creazione di opere tessili, tra azioni fisiche e collettive, Ruben Montini articola un pensiero complesso che se da un lato si fa lieve e romantico, dall’altro è una delle voci narranti delle battaglie odierne della comunità LGBTQ+. Performance dopo performance, il suo corpo tende sempre di più a diventare un simulacro di segni e tracce di ciò che le persone LGBTQ+ soffrono ancora oggi all’interno della società contemporanea. Montini è anche impegnato in progetti corali che coinvolgono il pubblico nella costruzione di monumenti temporanei e di rituali che diventano memoriali effimeri per la minoranza della sua comunità.

Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni nazionali e internazionali: Fondazione Miniartextil, Como; NOMUS, The New Art Museum, Danzica; Gallerie delle Prigioni, Treviso; Kunsthalle Bratislava; Casino Luxembourg Forum d’art contemporain, Lussembugo; GAMeC, Bergamo; FdG Projects, Bruxelles; CRUCE Arte y Pensamiento, Madrid; Museum Arnhem, Olanda; Villa Adriana, Tivoli; Aleš South-Bohemian Gallery, Hluboká nad Vltavou; Fondazione MACC, Calasetta; Dům umění města Brna, Brno; MKC, Split; MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro; Museum Europäischer Kulturen, Berlino; Museum for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia; Centre of Contemporary Art, Torùn; Museo Ettore Fico, Torino; Oratoire du Louvre, Parigi; Castello di Rivoli, Torino.

Tutta l’arte di Artissima in mostra all’Oval

/

Artissima, la kermesse Internazionale d’Arte Contemporanea di Torino, è l’unica fiera in Italia dedicata esclusivamente all’arte contemporanea

Quest’anno avrà per la prima volta il patrocinio del Ministero della Cultura. La ventinovesima edizione della Fiera è in programma da venerdì 4 a domenica 6 novembre all’Oval di Torino. Saranno presenti 174 gallerie italiane e internazionali che provengono da 28 Paesi e 4 continenti. C’è anche una galleria dall’Alaska. La rassegna è stata presentata a Torino presso Gallerie d’Italia. Artissima presenta un nuovo logo e avrà quattro sezioni principali, Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions , e le tre sezioni curate, Disegni, Present Future e Back to the Future. Il tema di questa edizione  è ‘Transformative Experience’. La manifestazione  assegna  quattro premi ad artisti e gallerie, due in memoria di figure del mondo dell’arte e quattro supporti istituzionali da parte  di fondazioni ed enti culturali. Si tratta dei premi “Illy Present Future”, “Fpt for Sustainable Art”, “Vanni occhiali #artistroom”,”Tosetti Value per la fotografia”, più i riconoscimenti “Matteo Viglietta Award” e “Carol Rama Award”. I supporti istituzionali sono di Fondazione per l’arte Crt con Ogr Award, Fondazione Merz, Fondazione Oelle e Museo Ettore Fico. Da citare i progetti speciali che propongono un nucleo di opere fotografiche di Gregory Crewdson realizzate per Gallerie d’Italia, e la nuova edizione del progetto per i piccoli visitatori  “Artissima Junior” in collaborazione con Juventus. Infine, le “AudioGuide” accompagneranno il pubblico in visita per la fiera.

“Premio Pavese 2022” A Santo Stefano Belbo inaugurazione di “Dialoghi”

Il nuovo spazio museale della “Fondazione Cesare Pavese”

Sabato 5 e domenica 6 novembre

Santo Stefano Belbo (Cuneo)

Sarà un’intensa due giorni dedicata al grande scrittore di Langa nella sua  Santo Stefano Belbo (Cuneo), mitico scenario in cui prende vita il suo ultimo romanzo, “La luna e i falò”, edito nel 1950. L’appuntamento è per sabato 5 e domenica 6 novembre prossimi. Particolarmente attesa, nel pomeriggio di sabato, la premiazione dei sei vincitori della 39^ edizione del “Premio Cesare Pavese”, i cui nomi erano già stati annunciati il 13 settembre scorso (da una giuria guidata da Alberto Sinigaglia, presidente del Comitato Scientifico della “Fondazione Cesare Pavese”) e che si sono distinti – in linea con l’attitudine pavesiana – nei rispettivi ambiti di attività. I loro nomi: Norman Gobetti (traduzione), Emilia Lodigiani (editoria), Gavino Ledda (poesia), Ludovica Maconi e Mirko Volpi (saggistica) e Michele Mari (narrativa).

La cerimonia si terrà sabato pomeriggio, alle 15,30, nella chiesa sconsacrata dei “SS. Giacomo e Cristoforo”, ora Auditorium e spazio espositivo della “Fondazione Cesare Pavese”, in piazza Luigi Ciriotti, già piazza Confraternita al civico 1. L’iniziativa sarà accompagnata da due interessanti eventi artistici: l’esposizione dell’immagine di Pavese realizzata dall’artista torinese Paolo Galletto (eccellente grafico ed acquerellista, collaboratore de “La Stampa” e “Vogue Italia”, nonché inserito fra i 150 migliori illustratori al mondo da “Illustration now!”) e di una serie di sculture e disegni (“Sei di sangue e di terra”) di Paolo Spinoglio (Torino, 1956 – Asti, 2002) visitabili nella chiesa dei “SS. Giacomo e Cristoforo” fino all’8 gennaio 2023. La mostra, inaugurata durante il recente “Pavese Festival” per i vent’anni dalla scomparsa dell’artista, vuole suggerire un dialogo tra la poesia di Pavese – il titolo è un verso tratto da “Anche tu sei l’amore” – e la scultura di Spinoglio: tanto essenziali (“quei visi di Spinoglio che sorridono senza occhi”) quanto potenti nella loro capacità di scandagliare il segreto intimo dell’umanità. Sempre sabato 5 novembre, in mattinata alle 11,30, al secondo piano della “Fondazione  Cesare Pavese”, si terrà un altro importante evento, di grande valore simbolico, oltre che scientifico, per la “Fondazione”: l’inaugurazione di  “Dialoghi”, il nuovo spazio museale che – oltre alla copia dei “Dialoghi con Leucò” su cui lo scrittore lasciò il suo ultimo messaggio – ospiterà anche una serie di inediti pavesiani donati dalle famiglie Molina e Vaudagna. Libri annotati, lettere, manoscritti, articoli di giornale appuntati e sottolineati, cartoline, bozze di racconti che – adeguatamente custoditi e valorizzati grazie a un innovativo allestimento multimediale – sono ora messi a disposizione del pubblico. Il progetto – che ha ripensato il museo pavesiano nella sua totalità – è stato realizzato con il contributo del “Comune di Santo Stefano Belbo” e prevede un allestimento modulare che possa ampliarsi nel tempo, nell’auspicio che altre famiglie vicine a Cesare Pavese scelgano di mettere a disposizione della collettività documenti simili in loro possesso. La nuova sala è dedicata inoltre alla memoria di Maurizio Cossa Majno di Capriglio, pronipote di Cesare Pavese e consigliere della “Fondazione” prematuramente scomparso lo scorso febbraio.

“Si tratta di una grande opportunità per la ‘Fondazione Cesare Pavese’ – spiega il direttore Pierluigi Vaccaneoche si posiziona così come ente di riferimento in Italia e nel mondo per la custodia e la diffusione dei documenti editi e inediti relativi allo scrittore”. Altrettanto ricca di appuntamenti l’agenda di domenica 6 novembre, con un programma all’insegna dei libri. Si inizia infatti alle 10.30 con la presentazione del romanzo “L’EDOnista” scritto a quattro mani da Francesca Angeleri e Alessandra Contin, che ne parleranno con Natalia Ceravolo sempre nella Chiesa dei “SS. Giacomo e Cristoforo”. A seguire, alle 11.30, il tenore astigiano Enrico Iviglia presenterà il libro “Donne all’Opera. Dialoghi con un tenore”. Nel pomeriggio (dalle 16), la chiesa ospiterà ancora l’evento benefico organizzato dal “Leo Club Santo Stefano Belbo – Colline Pavesiane” “ConVinum: un calice tra le righe” (ingresso 8 euro). L’iniziativa unisce la presentazione di alcune giovani autrici di Langhe, Roero e Monferrato a quella di alcuni dei migliori prodotti vinicoli delle colline “UNESCO”, frutto del lavoro di altrettanti giovani produttori locali. Il ricavato andrà a sostenere il servizio di logopedia dell’Istituto Comprensivo “Cesare Pavese” di Santo Stefano Belbo.

Per ulteriori info sul programma nel dettaglio: “Fondazione Cesare Pavese”, piazza Luigi Ciriotti 1, Santo Stefano Belbo (Cuneo); tel. 0141/840894 – 366/7529255 o www.fondazionecesarepavese.it

g.m.

Nelle foto:

–       Cesare Pavese

–       Sala “Dialoghi” Fondazione Cesare Pavese

–       Paolo Spinoglio: “Grande ragazza con collana”, Ph. FabjoHazizaj

Sette giovani fotografi europei in mostra a “Camera”

“On the Verge”

Sull’onda lunga di “Artissima” impazza a Torino il “Contemporaneo”.

Dal 4 novembre all’8 gennaio 2023

I grandi temi del nostro tempo, sviluppati in tre sezioni tematiche (“Sulla politica”, “Sull’uguaglianza di genere” e “Sull’ecologia”), sono al centro di “On the Verge” (“Nel limite”), la nuova mostra che “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia” di Torino propone all’interno della sua “Project Room” da venerdì 4 novembre a domenica 8 gennaio 2023. Oltre settanta le opere esposte realizzate da sette giovani fotografi selezionati all’interno del network europeo “FUTURES” (EPP – European Photography Platform), piattaforma di ricerca sulla fotografia contemporanea sostenuta dall’Unione Europea – focalizzata nella mappatura e supporto di autori emergenti oltre i confini nazionali – di cui “CAMERA” è l’unica rappresentante italiana in una rete di venti realtà europee.

 

I progetti esposti portano le firme degli irlandesi Cian Burke e Mark Duffy, delle francesi Pauline Hisbacq, Alice Palliot e del loro connazionale Ugo Woatzi, di Julia Klewaniec (Polonia) e dell’ungherese Daniel Szalai. Si tratta di scatti “a forte effetto” che raccontano storie personali e collettive riguardanti i conflitti, le lotte per l’uguaglianza di genere, la sostenibilità alimentare ed ecologica, l’ascesa di populismi e nazionalismi nel continente europeo. Allo stesso tempo, sotto l’aspetto estetico e linguistico, raccontano di esperienze fra le più innovative e rilevanti nell’attuale panorama fotografico europeo. “In questo senso la mostra – commenta il curatore Giangavino Pazzolaanzitutto interroga la contemporaneità, raccontando con le immagini le esperienze che maggiormente investono e condizionano l’Europa dopo la pandemia. Vivere il limite, la frontiera o il margine di ‘qualcosa’, sia essa una guerra, una lotta o una catastrofe naturale, ci permette di osservare il cuore pulsante della società e stabilire, così, un discorso sull’evoluzione odierna di quei valori di rispetto della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza che fondano la collettività europea, ormai sempre più frammentata e disunita da virus, disuguaglianze e divari”.

 

“On the Verge” si inserisce all’interno del ricco programma dell’“Annual Event” proposto ogni anno da “FUTURES” e che quest’anno si terrà in Italia, proprio a  “CAMERA” a Torino, che , dal 4 al 6 novembre (nella tre giorni di “Artissima”), diventerà il quartier generale di un intenso calendario di attività che coinvolgerà, oltre a 100 giovani fotografi e artisti e 20 curatori, come gli artisti Laia Abril (Spagna), Tayio Onorato e Nico Krebs (Svizzera) e Max Pinckers (Belgio), insieme ai curatori Julija Reklaitė (Lituania, direttrice di “Rupert”, Vilnius) e Krzysztof Candrowicz (Polonia, curatore di “CICLO Biennal” in Porto, Portogallo) che saranno tutor del programma educativo riservato agli “artisti FUTURES” e protagonisti dei talk aperti al pubblico nel “Gymnasium” di “CAMERA”. A completare il programma di incontri sulla fotografia e l’immagine contemporanea, si terrà ad “Artissima” (Oval-Lingotto Fiere”) un appuntamento che vede come relatori Irene Fenara (artista), Salvatore Vitale (direttore artistico di “FUTURES”) oltre a Giangavino Pazzola (coordinatore del progetto e curatore di “CAMERA”) e Walter Guadagnini (direttore di “CAMERA”).

g.m.

“On the Verge”

“CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia”, via delle Rosine 18; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Dal 4 novembre all’8 gennaio 2023

Orari: lun. mart. merc. ven. sab. dom. 11/19 e giov. 11/21

Nelle foto:

–       Daniel Szalai: Calf Igloos”

–       Ugo Woatzi: “Camouflage”

–       Giangavino Pazzola