CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 237

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Ian McEwan “Lezioni” -Einaudi- euro 23,00

E’ un capolavoro l’ultimo romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, nato nel 1948 ad Aldershot, autore prolifico e molto amato anche dal cinema.

Sandro Veronesi (due volte premio Strega) –uno che di letteratura se ne intende- ritiene che “Lezioni” sia addirittura il miglior romanzo di questo secolo….

E’ un libro che cavalca 70 anni di vita del protagonista Roland Baines, voce narrante di un racconto intimo, denso di avvenimenti e personaggi che si muovono sullo sfondo di buona parte della storia mondiale del Novecento.

Un coinvolgente spartito ricco di tematiche diverse che incarnano tutto quello che l’esistenza può racchiudere: sentimenti, esperienze anche traumatiche (di quelle che ti svoltano il destino), battute d’arresto e riprese, amori, fughe, passioni, incomprensioni, malattie e morte. Ma questo è solo un pallido tentativo di sintetizzare un romanzo maestoso per scrittura, contenuti, mole e scorrevolezza.

Roland Baines svolge all’indietro la sua lunga esistenza, a partire dall’infanzia in Libia, coccolato dalla madre Rosalind. Con la crisi del Canale di Suez tutto cambia per gli stranieri e Roland a 11 anni viene spedito dal padre (rigido militare) in un collegio inglese.

E’ lì che si verifica il “danno” che lo segnerà per sempre. Subisce inequivocabili avances sessuali dalla sua insegnante di pianoforte, Miriam Cornell, di 10 anni più grande di lui, che lo invita a casa sua.

Lui non ci andrà subito, ma lei gli è entrata nella testa e anima le sue prime fantasie erotiche.

Tre anni dopo, quando sembra approssimarsi la fine del mondo per la crisi dei missili sovietici a Cuba, Roland busserà alla porta di Miriam e inizierà così una relazione morbosa, travolgente ed esclusiva che durerà anni. Fino a quando lui, appena 16enne, frena e viene cacciato. Ma il guasto ormai è stato fatto.

Da allora, invece di eccellere come pianista, sbanda verso un destino irregolare, a tratti molto stentato. Inanella una serie di esperienze che passano attraverso il matrimonio con Alissa e la nascita del loro figlio Lawrence.

Poi l’altro grande trauma, quando Alissa scompare all’improvviso, in fuga dalla famiglia e all’inseguimento delle sue ambizioni come scrittrice. Di quel marito e quel bimbo abbandonato in fasce non vuol più sapere nulla e si avvia verso la gloria letteraria.

Roland ne seguirà la carriera dai giornali che la osannano come una delle maggiori scrittrici viventi, e intanto si arrabatta tra lavori semplici che gli consentono di provvedere al figlio, fulcro della sua esistenza.

La vita di Roland procede e si arricchisce di altri incontri; fondamentale quello con Daphne; un altro matrimonio e figli acquisiti da gestire in armonia tra due case e due adulti segnati dai precedenti fallimenti.

Ma anche la scoperta di un fratellastro e qualche segreto di famiglia che viene alla luce.

Fondamentali saranno infine le rese dei conti con le 2 donne che l’hanno travolto; ma anche la malattia, la morte e le volontà da rispettare dell’unica donna che era poi quella giusta.

Un capolavoro che condensa la vita e destini diversi in 561 pagine indimenticabili.

 

Paul Harding “Un altro Eden” -Neri Pozza- euro 18,00

Paul Harding ha esordito nel 2009 con “L’ultimo inverno”, primo capitolo di una trilogia pubblicato da un piccolo editore, che gli è valso il Premio Pulitzer l’anno seguente. Oggi quel successo se lo gode nella sua casa di Georgetown in Massachusetts dove vive con moglie e figli e continua a scrivere libri.

Questo ultimo romanzo si ispira ad una storia realmente accaduta, riguarda ex schiavi che a fine 700 edificarono il loro paradiso su un’isola al largo del Maine, poi cacciati dal governo a inizi 900.

Tutto inizia con Benjamin Honey, uomo di colore nato in schiavitù, carpentiere navale, ma fondamentalmente aspirante frutticultore. Nel 1793, insieme alla moglie Patience (irlandese di Galway), approda ad Apple Island, un grumo di terra in mezzo al mare.

Benjamin ci arriva con un grande sogno; ricreare il giardino ricco di profumi e sapori in cui ricordava di essere stato da bambino. Quasi un nostalgico sogno nebuloso, che però è la molla della sua vita. Negli anni, peregrinando come bracciante e poi navigando, ha sempre raccolto i semi di diverse varietà di mele, li ha conservati in preziosi sacchetti di juta, in attesa di realizzare il suo frutteto di 32 meli.

Dopo i primi insuccessi, infine riesce a ricreare il suo piccolo Eden, grazie a una tenacia granitica.

Negli anni, sull’isola (che in realtà si chiama Malaga ed è a poche miglia di distanza dalla costa del Maine), arrivano poi altri personaggi che danno vita ad una comunità eterogenea. Una sorta di enclave di profughi composta da: afroamericani, bianchi poveri, pescatori, membri di varie etnie.

Convivono su Apple Island in modo semplice, rudimentale e povero, ognuno libero di fare quello che più gli aggrada. Riparati in tronchi d’albero cavi o in capanne, alle prese con periodi di fame, al buio e al limite della sussistenza a seconda delle stagioni.

E’ lì che vengono al mondo i discendenti di Benjamin; figli, nipoti e pronipoti che trascorreranno esistenze semplici, libere, a contatto con la natura che però a volte scatenerà anche la sua furia.

Al riguardo è memorabile il racconto che la pronipote di Benjamin, Esther Honey, fa alle nipotine Tabitha di 10 anni e Charlotte di 8, del devastante uragano che spazzò via tutto (frutteto compreso) nel 1815.

Esther, in 10 memorabili pagine, narra la tragedia che aveva rischiato di distruggere la sua famiglia. E in letteratura non sono tante le descrizioni di un’apocalisse di questa levatura; questa è particolarmente efficace nel trasportare il lettore dentro la furia delle acque che causano devastazione e morte.

Il romanzo ci porta alle soglie di un altro disastro per gli abitanti dell’isola, quando nel 1912 il governatore dello Stato invia una commissione di bigotti per testare le condizioni di vita della piccola enclave dei 47 residenti dalla vita semplicissima.

Un Eden che dalla terra ferma veniva visto in tutt’altro modo……

 

 

Amina Damerdji “Un fiore senza paura” -Neri Pozza- euro 18,00

Questa è la storia della vita di Haydèe Santamaria, eroina della Rivoluzione cubana. Ed è l’esordio fortunato di Amina Damerdji, nata in California nel 1987, ma cresciuta in Algeria fino all’inizio della guerra civile. Trasferitasi in Francia è ricercatrice in lettere e scienze sociali, ha fondato la rivista “La Seiche” e si occupa di poesia. Questo è il suo primo romanzo pubblicato dal prestigioso editore Gallimard nel 2021.

L’ispirazione le è venuta durante un viaggio a Cuba che l’ha spinta ad approfondire la storia e la poesia rivoluzionaria dell’isola. E’ così che ha ripercorso le tappe dolorose di Haydèe, la rivoluzionaria che ha combattuto a fianco di Fidel Castro ed è morta suicida nel 1980.

L’autrice racconta di Haydèe Santamaria poche ore prima che si togliesse la vita, immaginando il flusso di ricordi e pensieri dell’eroina, tra malinconia e dolore per le perdite subite.

Così viene ricostruito il suo passato. A partire dalla giovinezza, in particolare tra gli anni 1951-53, segnati dalla morte del fratello Abel, personaggio di spicco del movimento rivoluzionario, arrestato ed ucciso mediante fucilazione dopo il fallito assalto alla Moncada.

Anche Haydèe fu catturata e torturata. Per farla parlare, orrore nell’orrore, i seguaci di Batista le inflissero pure il supplizio raccapricciante di mostrarle i testicoli del fidanzato e gli occhi del fratello. Lei non parlò mai e sopravvisse fino a vedere la vittoria della rivoluzione, ma la sua anima si era spezzata.

Da giovane pervasa da alti ideali si ritrova a fare i conti con le disillusioni della vita e della storia. Si dedicò alla costruzione della nuova Cuba liberata, fondò la Casa de las Americans che diresse per 20 anni, riunendo le voci degli intellettuali dell’America Latina.

Tuttavia le torture subite, il dolore per i gravi lutti, depressione, disillusione e senso di fallimento si riversano in una lettera nella quale si dissocia dalla deriva della rivoluzione, che però non verrà mai resa pubblica. Il 26 luglio 1980 si spara un colpo di pistola mettendo fine al suo strazio.

 

Diane Johnson “Le marriage” – Blu Atlantide- euro 20,00

E’ il secondo capitolo della trilogia della scrittrice americana (nata nel 1934 in Illinois) che ha riscosso un grande successo l’anno scorso con “Lorna Mott torna a casa”; ed è una commedia brillante e ironica ambientata nella Parigi di fine anni Novanta, quella altolocata e ricca di privilegi.

Due facoltose coppie di amici finiscono impelagate nel furto di un prezioso manoscritto medievale.

Tra cocktail e partite di golf si inseriscono le vicende della bellissima ex attrice hollywoodiana Clara Holly, originaria dell’Oregon; ora moglie del regista Serge Cray, uomo lunatico, solitario e venerato. Vivono nel castelloche era stato di Madame Du Barry e si barcamenano in un tran tran quotidiano alquanto noioso, che appanna giorno dopo giorno il loro matrimonio.

La seconda coppia è formata da due giovani in procinto di convolare a nozze. Sono il giornalista Tim Nolinger, per metà americano e metà belga; fidanzato con Anne-Sophie d’Arget, figlia della famosa scrittrice parigina di romanzi rosa Estelle, (dispensatrice di parecchi consigli amorosi nelle sue pagine). Anne- Sophie è proprietaria di una boutique che vende cimeli equestri al mercatino delle pulci di Parigi e si prepara al matrimonio.

Mentre il fidanzato segue la pista del furto di un manoscritto miniato proveniente da una collezione privata di New York, entra nell’orbita di due turisti americani. Sono Delia e Gabriel (segretamente amanti), per caso incappano nel cadavere di un commerciante vicino al negozio di Anne-Sophie. Posto sbagliato e momento altrettanto sbagliato che innesca una catena di eventi, incluse sparizione di passaporti e persone.

L’autrice mette in scena i pregiudizi dei francesi nei confronti degli americani; ma anche amori, incomprensioni e cose futili, un miscuglio di effimero e lieve. Elargisce tutto in un continuum di colpi di scena, sempre con uno sguardo critico su luoghi comuni e superficialità varie, e a tratti divertenti.

“Attica”, anteprima nazionale

film candidato ai Premi Oscar® 2022

per l’APERTURA DELLE ISCRIZIONI al concorso cinematografico LiberAzioni

 

Lunedì 29 maggio, ore 20.30

Cinema Massimo (sala 2), Via Verdi 18, Torino

Ingresso libero

Attica, l’emozionante e scottante documentario di Stanley Nelson sulla rivolta della prigione di Attica del 1971, è un film essenziale che ora può essere considerato una visione definitiva di quell’evento epocale.

Variety

Lunedì 29 maggio, alle ore 20.30 al Cinema Massimo di Torino, si aprono ufficialmente le iscrizioni per partecipare alla quarta edizione del concorso cinematografico nazionale LiberAzioni – le arti dentro e fuori, primo passo di avvicinamento al festival LiberAzioni curato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) che si svolgerà in autunno. In occasione del lancio del concorso viene presentato, in anteprima nazionale, Attica di Tracy Curry e Stanley Nelson (2021, 116’), prodotto da Showtime e Firelight Films, candidato come miglior documentario ai Premi Oscar® del 2022.

Attraverso scioccanti materiali d’archivio il film racconta la più grande rivolta carceraria della storia degli Stati Uniti, iniziata il 9 settembre 1971 presso il penitenziario di Attica (New York). Dopo lunghe trattative durate cinque giorni, la polizia fece irruzione nella struttura con sconvolgente brutalità, causando quarantatré morti e oltre duecento feriti, seguiti da feroci rappresaglie contro i sopravvissuti e da un elaborato insabbiamento. Fu il più sanguinoso scontro dai tempi della guerra civile americana. Oggi, cinquant’anni dopo, quando gli Stati Uniti vantano il più alto tasso di incarcerazione al mondo, la storia di ciò che accadde ad Attica merita attenzione, in particolare dopo la nascita del movimento Black Lives Matter e l’omicidio di George Floyd avvenuto il 25 maggio 2020 a Minneapolis.

Il regista Stanley Nelson si è distinto per una carriera incentrata sulle storie di lotta della comunità nera. Per raccontare la storia di Attica, ha condotto decine di interviste con ex detenuti, giornalisti e altri testimoni. Fa un uso potente dei filmati di sorveglianza e dell’ampia copertura giornalistica che ha reso Attica un evento nazionale. Nel film si possono ascoltare i nastri della Casa Bianca in cui il presidente Richard Nixon chiede al governatore Nelson Rockefeller: “Sono soprattutto neri quelli con cui avete a che fare?“. La storia di Attica è stata a lungo evocata nella cultura popolare, dal film di Sidney Lumet Quel pomeriggio di un giorno da cani, alla serie Orange is the New Black, come simbolo di ribellione. Il film aiuta a capire la profondità della storia che ha creato questi riferimenti: i detenuti si opposero ad anni di brutalità da parte delle guardie, al sovraffollamento e al cibo rancido, tutti fattori aggravati per i detenuti neri dal razzismo dilagante.

Intervengono alla proiezione del documentario Valentina Noya, Vice Presidente dell’AMNC e direttrice del festival LiberAzioni e Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino.

Il progetto LiberAzionidichiara la direttrice Valentina Noya – è nato con l’intento di stimolare e promuovere la creatività attorno al tema del carcere e della pena e in particolare realizzare, attraverso laboratori a beneficio delle detenute e dei detenuti del carcere di Torino, eventi culturali, opportunità di incontro, conoscenza e scambio tra chi in carcere vive e il territorio che il carcere ospita. Il progetto si svolge a Torino, ma ha un respiro nazionale quanto di catalizzatore della comunità locale. Due concorsi, di cinema e scrittura, quest’ultimo esclusivamente destinato a detenuti delle carceri d’Italia grazie alla prestigiosa collaborazione con il Premio “Carlo Castelli”, avranno la propria restituzione tra fine settembre e la prima metà di ottobre 2023. Dopo la lunga interruzione dovuta alla pandemia, siamo particolarmente orgogliosi di poter tornare a creare un dialogo tra la popolazione detenuta e la società civile. Il nostro lavoro si arricchisce di nuovi partner e del supporto fondamentale del nostro presidente onorario Davide Ferrario, da sempre attento alle questioni carcerarie e grazie ai tantissimi donatori che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi Tessiamo LiberAzioni”.

“Negli anni ho visto alcuni progetti all’interno del carcere consolidare la propria presenza e offrire alle persone detenute laboratori di grande valore – sottolinea la garante Monica Cristina Gallo. Il lavoro dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema attraverso il progetto LiberAzioni è un generatore di creatività dentro il carcere e uno strumento di conoscenza fuori dal carcere. Il diritto alla cultura è in grado di riconfigurare il percorso detentivo: con corsi e percorsi formativi di scrittura, arte, cinema e teatro cambia la prospettiva che passa da un tempo vuoto ad un tempo di qualità”.

 

LiberAzioni è un progetto a cura di Associazione Museo Nazionale del Cinema in collaborazione conl’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Otto per mille della Chiesa Battista, Gruppo Itas Solidale, Nova Coop, Cooperativa Arcobaleno e ai donatori che hanno partecipato alla campagna di crowdfunding Tessiamo LiberAzioni.

Il bando di concorso cinema ha un montepremi di 5.500 Euro e rimarrà aperto fino al 31 agosto 2023; il regolamento e le modalità di partecipazione saranno disponibili dal 29 maggio sul sito web www.amnc.it.

Rock Jazz e dintorni a Torino Irreversible Entanglements e Rossana Casale

Lunedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Marco Fracasia. Al Concordia di Venaria si esibisce giANMARIA.

Martedì. Al Jazz Club è di scena il duo Federico Biglietti e Sonia Infriccioli.

Mercoledì. Al cinema Massimo omaggio a Ryuichi Sakamoto recentemente scomparso, con il documentario “Coda”. Al Lambic suona il quintetto Pablo e il Mare.

Giovedì. Allo Ziggy si esibiscono gli If I Die Today. Al Circolo della Musica suonano i Gatto Ciliegia, Grande Freddo e Simone Bosco. Alla Piazza dei Mestieri si esibisce il duo Flavio Boltro e Fabio Giachino.

All’Hotel Hilton del Lingotto recital di Rossana Casale dedicato a Joni Mitchell.

Venerdì. Allo Spazio 211 comincia la festa di Radio Blackout con protagonisti :EyalTalmor, Xato, Andreh y Manuela, Younes Zarhoni, Nze Nze e Modulaw.

Sabato. Al Bunker il collettivo Ivreatronic presenta in concerto : Bitch Volley, Ramzi e Not Waving. Alla festa di radio Blackout suonano i Viscera, Jack Of Heart e gli Unsane. Al cinema Massimo per “Jazz is Dead”! si esibiscono gli Irreversible Entanglements.

Domenica. Alla festa di Radio Blackout allo Spazio 211 suonano Gli Addict Ameba, i Uochin Toki e i The Telescopes.

Pier Luigi Fuggetta

A Ivrea inizia “La grande invasione. Festival della lettura”

Incontri, lezioni, reading teatrali, rassegne stampa, musica, show: tutte le forme della lettura si riuniscono per l’XI edizione del “Festival”

Da giovedì 1 a domenica 4 giugno

Ivrea (Torino)

I libri tornano “grandi protagonisti” e pacifici “invasori” della Città, da giovedì 1 a domenica 4 giugno, con l’XI edizione de “La grande invasione. Festival della lettura di Ivrea”, curata da Marco Cassini e Gianmario Pilo, con Marianna Doria e Ludovica Giovine per “La piccola invasione”, dedicata ai lettori più giovani.Sull’importanza dell’evento, dedicato alla memoria di Paolo Bisone (fotografo e amico del Festival) a dirla lunga sono, da subito, i numeri:  più di cento gli ospiti in programma, di cui quattro internazionali, per un totale di 120 incontri, 6 mostre e 36 lezioni.

Si parte, dunque, giovedì 1° giugno, alle 18, nel Cortile del “Museo Garda”, dove  nell’ambito dell’inaugurazione, la classe 2023 del Master “Il lavoro editoriale” della “Scuola del Libro”presenta e intervista (in collaborazione con la “Fondazione Bellonci”) i finalisti del “Premio Strega”. A chiudere la prima giornata saranno Alessandro Bergonzoni e Gabriele Romagnolicon un dialogo sulla scrittura e sulla lingua italiana, dal titolo Lingua, linguaggio, linguaccia”.

Il programma completo (con location e orari) e tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.lagrandeinvasione.it

 

Tre sono quest’anno le “Case Editrici” ospiti ( “Accento”, “Il Post” ed “Il Castoro” per “La piccola Invasione”) e quattro gli ospiti internazionali: Nickolas Butler che presenta con Giulio D’Antona “Storie dal Wisconsin” (Black Coffee); Bernardine Evaristo nata a Londra nel 1959 da madre inglese e padre nigeriano, che con “Ragazza, donna, altro” (SUR) è stata la prima scrittrice afrodiscendente britannica a vincere il “Booker Prize” e a raggiungere la vetta della classifica dei best seller nel Regno Unito; Andrés Montero (Santiago del Cile, 1990), che presenterà il suo “La morte goccia a goccia” (Edicola Ediciones), “Premio Miglior Opera Letteraria 2022” in Cile e “Premio Academia Chilena de la Lengua”; sarà a Ivrea anche Sheena Patel, il cui romanzo d’esordio Ti seguo (Atlantide, 2022) si è recentemente aggiudicato il “British Book Award 2023” come romanzo rivelazione dell’anno.

Non mancheranno, nelle matinée del Festival le consuete “Lezioni” di storia, scienza, letteratura e molto altro, per un totale di 36 incontri. Da segnalare, in particolare, gli incontri con Silvia Bencivelli, Stefania Auci Giusi Marchettache si alterneranno in tre lezioni dedicate rispettivamente a “Storie di medicina spericolata”, al “Vocabolario amoroso negli autori siciliani” e alle “Principesse. eroine del passato e femministe di oggi”.

Come ogni anno, inoltre, il pubblico di Ivrea potrà conoscere le sei voci emergenti, selezionate e intervistate da Martino Gozzi ed Alessio Torino, nonché assistere ai “Dialoghi” fra un nutrito gruppo di scrittori (impegnati quest’anno su “In che modo si scrive di temi che la nostra società considera un tabù?) e agli “Incontri in Libreria”, alla “Azami” e alla “Mondadori”.

Il tradizionale momento di chiusura della giornata quest’anno è affidato a Matteo B. Bianchi, che nel suo “B.B. Show” avrà come ospiti Luciana Littizzetto e Arisa. Inoltre sabato 3 giugno, nel Cortile del “Museo Garda”, a fine serata si terrà l’Invasione Party 2023”, con il concerto di Kento e Dj Fuzzten, con Dj 1969 alla consolle. Per tutta la serata, il pubblico potrà gustare le specialità del “food truck” di Mocho.

L’agenda degli eventi comprende anche mostre  d’arte e vari spettacoli teatrali che si concluderanno domenica sera al “Teatro Giacosa”, quando Mariangela Gualtieri darà voce al rito sonoro “Il quotidiano innamoramento”.

Ai lettori più giovani e alle loro famiglie è dedicata “La piccola invasione”, con più di trenta autori e autrici che prenderanno parte ai 75 incontri previsti in città e nelle scuole. Casa editrice ospite di questa edizione è “Il Castoro”, che nel 2023 festeggia i suoi 30 anni di attività. Nell’anniversario della nascita (1923) di Italo Calvino, la domenica mattina le famiglie potranno anche rivivere la vicenda del “Barone rampante”, grazie allo spettacolo allestito da Umberto Poli e la “Cooperativa Alce Rosso”. L’evento di chiusura della “Piccola invasione” si terrà domenica pomeriggio al “Teatro Giacosa” con lo spettacolo “ Storie a perdi collo”, a cura della Compagnia “Faber Teater”.

g. m.

Nelle foto:

–       Cortile “Museo Garda”, ph. Luisa Romussi

–       “Teatro Giacosa”, ph. Luisa Romussi

“Napoleonica” fa 7 al Forte di Bard

Si torna a rievocare, per il settimo anno, il passaggio di Napoleone attraverso la Valle d’Aosta e l’assedio alla Fortificazione sabauda

Da venerdì 2 a domenica 4 giugno

Bard (Aosta)

Tre giorni di fitti appuntamenti, da venerdì 2 a domenica 4 giugno, e una preziosa (dal punto di vista storico e artistico) rassegna espositiva: questo il ricco programma della settima edizionedi “Napoleonica”, la grande rievocazione storica del passaggio attraverso la Valle d’Aosta di Napoleone Bonaparte con le sue truppe, avvenuto nel maggio del 1800 nel corso della “Seconda Campagna d’Italia” e conclusasi con l’invasione da parte dell’“Armée de Reserve” francese della Valle e l’assedio al  Forte di Bard (“le vilain castel”), che dopo due settimane capitolò ma con l’onore delle armi. Per rivivere quell’episodio storico, sono attesi a Bard più di 300 rievocatori provenienti da tutta Europa. Uomini e donne con abiti dell’epoca, cannoni, cavalli, tutto riporterà agli inizi del XIX secolo. L’evento è promosso dall’“Associazione Forte di Bard” in collaborazione con l’Associazione storico-culturale “Il segno del passato” e con i Comuni di Bard e Hône.

I giochi si apriranno venerdì 2 giugno, dalle ore 16, nel Borgo, con l’apertura delle taverne, giochi per bambini, musiche itineranti, ambientazioni d’epoca. Il via ufficiale sabato 3 giugno dalle 10.30 con la grande parata delle truppe dagli accampamenti alla Piazza d’Armi. In mattinata aprirà anche il Mercatino di oggettistica napoleonica nella Piazza di Gola del Forte. Al pomeriggio, dalle ore 16, la prima grande novità di questa edizione: la “Battaglia campale” nelle campagne di Hône. In serata, alle 21.30, la rievocazione del tentativo di passaggio notturno di soldati e cannoni francesi nel Borgo e, alle 22.15, il suggestivo spettacolo piromusicale, con simulazione di incendi e cannoneggiamenti. Domenica 4 giugno, dalle ore 10, riaprirà il Mercatino a tema storico nel Forte; dalle 10.30gara di abilità tra fucilieri, musiche itineranti, giochi d’epoca in Piazza d’Armi e si darà il via al “Trofeo Marbot”: prova itinerante per “rievocatori a cavallo”. Non mancheranno dimostrazioni di “medicina militare”, mentre nel pomeriggio, dalle 14.30, ci saranno la rievocazione dell’assedio e l’ attacco finale al Forte e alle 16.30 in Piazza d’Armi, la presa del Forte, il raggruppamento delle truppe e la firma della resa.

L’ingresso alla manifestazione è a pagamento (8 Euro, gratuito per bambini da 0 a 10 anni) nelle giornate di sabato 3 e domenica 4 giugno.

A prezioso corollario delle molteplici iniziative, la mostra “Napoleone nei documenti storici di Ceva e Moretta. Documenti messi a disposizione dal Comune di Ceva e dal Comune di Moretta”, curata da Andrea Briatore e Silvia Oberto. La rassegna presenta al pubblico, all’interno della Cappella del Forte, una serie di preziosi documenti e opere d’arte che testimoniano il legame tra le tre realtà e il passaggio di Napoleone Bonaparte. Il Forte di Ceva, al pari del precedente Castello di Bard, venne fatto radere al suolo per volontà dell’imperatore francese. Un grande plastico illustra le peculiarità architettoniche del Forte di Ceva edificato nel XVI secolo e mai più ricostruito, affiancato da una serie di acquerelli su tela prestati dall’“Archivio di Stato di Torino”, oltre a documenti originali tratti dagli archivi comunali. La sezione dedicata a Moretta presenta invece una serie di cartografie che documentano l’introduzione delle forme di Catasto volute da Napoleone, dopo la sua conquista di gran parte del “Regno Italico”, messe in relazione con il precedente “Catasto particellare Sabaudo”. L’esposizione è aperta negli abituali orari di apertura del Forte di Bard sino a domenica 4 giugno. L’accesso è incluso nel biglietto di ingresso alle altre aree espositive.

g.m.

Per info: “Associazione Forte di Bard”, tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

“Smettere di fumare baciando”, il potere salvifico dell’amore

Guido Catalano, torinese doc diventato simbolo del panorama culturale piemontese e presenza constante al Salone del Libro, anche quest’anno ha portato la sua performance live sui palco della kermesse. Dopo aver girato tutto lo stivale per anni, collezionando sold out grazie alla sua capacità di emozionare e far ridere allo stesso tempo, il poeta professionista “vivente” ha presentato il suo ultimo libro “Smettere di fumare baciando” (edito Rizzoli). Con questo nuovo testo, Guido Catalano torna alle origini, ai versi che l’hanno reso famoso con una raccolta autoironica, intima e spassosa, adatta a ogni esigenza. Infatti ci sono poesie della colazione e del dopo sbronza, poesie d’amore mancato e di sogni possibili, poesie lanciate alla finestra come sassetti, poesie incattivite e poesie che danno dipendenza. Soprattutto molti baci che ci aiuterebbero ad ascoltaremeno minchiate” dichiara il poeta “se i cialtroni in giro / chiacchierassero di meno / limonassero di più”. Ad accompagnarlo sul palco Willie Peyote.

Anche questa volta un titolo molto originale (“Smettere di fumare baciando” ), ma da sempre le scelte dei titoli delle tue pubblicazioni sono state iconiche (Ogni volta che mi baci muore un nazista, Ti amo ma posso spiegarti, D’amore si muore ma io no). Da dove è nata l’ispirazione questa volta?

Come noto io uso molto il bacio, come era già era successo in passato, perché secondo me ha una sorta di potere magico. In realtà mi riferisco, più in generale, all’amore. Inoltre sono un tabagista e spero che un giorno l’amore, come mi ha aiutato in tantissime cose, mi aiuti anche a smettere letteralmente di fumare.

L’amore è sempre stato al centro della tua lirica. Infatti, già nell’intervista dell’anno scorso, avevi dichiarato che una relazione d’amore vera e sana, come quella che stai vivendo, può avere davvero un potere salvifico.

Sì, la penso ancora così e più in generale i rapporti umani penso abbiano questa capacità. Anche un rapporto tra due amici, tra fratelli o tra mamma e figlio possono davvero aiutare e, talvolta, salvare le persone. Il rapporto umano è importantissimo.

Passando ai libri, tu sei un ospite fisso e sempre tra i più attesi del Salone. Da scrittore torinese cosa rappresenta questo evento per te?

Per me è come Natale, anche se a questo giro piove tanto, forse troppo. E’ una vera e propria festa in cui Torino diventa capitale non solo d’Italia, ma anche del mondo. Infatti arriva gente da ovunque e questo mi rende molto fiero della mia città. Inoltre sono contento che ogni anno vada sempre meglio.

Un libro che ti ha colpito in questo 2023?

Io sono un grande amante di Stephen King che leggo da tutta la vita e continuo a leggere perché ha scritto tantissimi capolavori. Ora mi sto dedicando alla saga della “Torre nera” che è bellissimo e che consiglio vivamente. Spesso è considerato un autore di serie B perché è un autore di genere e legato all’horror ma, in realtà, è un vero genio.

Valeria Rombolà

Un sasso nel lago. Il ritorno dell’ispettore Tobia

Nel romanzo Un sasso nel lago torna con una nuova indagine l’ispettore Marco Tobia, una sorta di Philip Marlowe che vive sull’isola di San Giulio, in mezzo al lago d’Orta. Nato dall’immaginazione dello scrittore Matteo Severgnini e pubblicato da Todaro, una piccola e importante casa editrice di Lugano, l’investigatore privato affetto dalla sindrome di Tourette che improvvisamente lo costringe ad abbaiare e ululare muovendosi in modo scoordinato come fosse un burattino impazzito, è alla sua terza apparizione dopo i primi due libri, La donna della luna e La regola del rischio. Tra lo specchio d’acqua più romantico d’Italia, gli angoli della capitale della moda e del design e la Parigi del Cafè Panis sulla rive gauche, della celebre Shakespeare and Company e di Montmartre, Marco Tobia indaga su un complicato intreccio di vicende che dall’omicidio di una escort amica della sua compagna si allarga in cerchi concentrici come le piccole onde prodotte da un sasso scagliato nell’acqua.

Come nelle altre indagini l’indole solitaria di Tobia trova protezione nel silenzioso microcosmo dell’isola circondata dalle acque del Cusio, contando sull’amicizia del barcaiolo ortese Anselmo, appassionato giocatore con le parole strane e dimenticate ( un poco come Marina, la moglie morta del vicequestore Rocco Schiavone ), dell’ex collega Antonio Scuderi, ispettore di polizia costretto su una sedia a rotelle per causa di un malaugurato incidente causato proprio da Tobia e della fidanzata Clara, donna di un indubbio fascino che lavora come escort a Milano. Coinvolto suo malgrado in una vicenda che riguarda i proprietari di una storica azienda produttrice di giocattoli e un corollario di altri personaggi, Tobia teme per l’incolumità della sua compagna e a causa del suo atteggiamento protettivo l’investigatore rischia di pregiudicare il loro rapporto. Dovrà far ricorso a tutta la sua pazienza per venire a capo dell’intricata matassa degli eventi, riannodandola dopo averne trovato il bandolo in un passato fatto di vecchi rancori che hanno alimentato un ossessivo desiderio di vendetta. Anche in questo caso la storia, che si colloca a metà strada tra il noir e il giallo d’ambiente, si svolge su più piani in un seguirsi di investigazioni e di brillanti invenzioni narrative di Matteo Severgnini, scrittore che è nato e vive a Omegna, la città di Gianni Rodari e delle caffettiere, ama coltivare l’orto e andare a pesca di trote nei laghi delle valli ossolane. Collaboratore della Radio Televisione Svizzera Italiana a diversi programmi culturali, radiofonici e televisivi, Severgini ha pubblicato racconti su diverse antologie, tra le quali La spesa del commissario. Per il cinema ha scritto e co-sceneggiato il film documentario “Moka noir. A Omegna non si beve più il caffè” di Erik Bernasconi (prodotto dalla Ventura Film).

Marco Travaglini

Madame Mabel, splendida cornice torinese che unisce cultura e magia

Nel cuore del quadrilatero torinese -precisamente in Via San Domenico 6/b– si può trovare Madame Mabel, il primo museo della stregoneria e locale esoterico d’Italia. Oggi intervistiamo Norak Odal e Paolo Valente: il primo è il curatore del percorso espositivo, il secondo uno dei due fondatori.

madame mabel tavola I Il Torinese

Madame Mabel: come è nata l’iniziativa?

Volevamo aprire un locale di questo stampo per dare la possibilità alle persone che si occupano di queste materie di avere un punto di riferimento serio, per combattere i ciarlatani e i personaggi un po’ particolari. Nel 2018 abbiamo quindi aperto al pubblico lo spazio al piano terra, mentre il 31 gennaio del 202o è stato inaugurato il museo della stregoneria nella parte sottostante. In concomitanza è nata anche AIME (Accademia iniziatica di magia ed esoterismo), dove sono docenti Njadyr Helgrindr e Norak Odal. All’interno di questo “salotto” vengono offerti sia dei corsi di formazione che delle sedute individuali. È presente un ampio ventaglio di servizi che spaziano dalla parapsicologia fino ad arrivare alla divinazione. Gli strumenti utilizzati sono molteplici e il consultante può scegliere quello che preferisce: gli specchi, la cera, l’acqua, il caffè e la sabbia -solo per citarne alcuni-. La scuola invece si tiene una volta al mese, generalmente la terza domenica e i moduli hanno una durata di sei ore. I workshop ugualmente si tengono nei weekend per un massimo di sedici ore. In sintesi il cliente sceglie la metodologia, il tramite divinatorio e, se vuole approfondire le proprie conoscenze, può scegliere il docente da seguire.

madame mabel interni I Il Torinese

Qual è stato il criterio per la scelta del luogo?

All’inizio abbiamo visionato diverse soluzioni per trovare quella più idonea, ma quando siamo arrivati qui abbiamo sentito una presenza molto importante a livello energetico. Quindi abbiamo deciso di acquisire questo spazio anche se non rispettava la nostra idea iniziale in termini di metratura e disposizione. Quando abbiamo aperto molti medium hanno incominciato a frequentare il salotto e hanno confermato la nostra impressione iniziale. Molti hanno affermato di avere percepito una signora e tutte le descrizioni fornite coincidevano perfettamente. Per questo abbiamo deciso di fare delle indagini con delle troupe specializzate, che sono presenti sotto forma di reportage su Youtube. Dalle 5 ore di filmato abbiamo ricavato un video di una ventina di minuti, dove sono contenuti i momenti più salienti.

Quindi il nome del locale coincide con quello dell’entità?

No, si tratta di un nome che le abbiamo voluto dare noi. Il 1860 riportato nella targa è però un riferimento cronologico al periodo in cui ha vissuto. Infatti nel XIX secolo tutta l’area che va dalla chiesa di San Domenico fino a via Bellezia era un ospedale psichiatrico. Abbiamo scoperto questo dato storico grazie alla Soprintendenza, nel momento in cui abbiamo richiesto le insegne per l’esterno. Quindi è plausibile che la donna fosse una paziente e che sia morta all’interno del sanatorio.

madame mabel reperti I Il Torinese

Come si è sviluppata invece la parte museale?

Dopo che Paolo e Njadir hanno stilato il progetto iniziale, Norak è stato chiamato per la parte dedicata alla runologia, essendo docente AIR (Accademia italiana runologi). Lui stesso si è poi occupato della creazione del museo, attualmente posto nei sotterranei. I reperti si sono man mano aggiunti alla collezione tramite permute, prestiti di privati o donazioni fino a raggiungere un numero superiore ai mille pezzi. Tutti sono autentici e sono appartenuti a streghe e a sciamani dell’epoca: fra questi ci sono dei grimori, la cui datazione spazia dal XVIII al XX secolo. Si tratta di testimonianze molto preziose, dato che nella maggioranza dei casi questi cimeli sono andati distrutti.  La linea tematica però si incentra principalmente sulla stregoneria popolare e contadina della nostra penisola, per poi spaziare fino a quella europea. Sono presenti però anche alcuni reperti che provengono da aree extraeuropee, come ad esempio un antico amuleto mesopotamico che ritrae il demone Pazuzu.

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Francesca Pozzo

Al numero 9, Racconti brevi di Franco Lana

Dopo quello dedicato alle poesie, e il secondo a battute e freddure, questa volta tocca a Racconti brevi, nuovo libro di Franco Lana. Scritti negli ultimi quindici anni e raccolti in questo volume, una sorta di “scritto misto”, con racconti a volte autobiografici e altri di fantasia, con tanta voglia di raccontare e comunicare.

http://blog.booksprintedizioni.it/area-press/intervista-dell-autore/item/7569-intervista-allautore-franco-la

“Vacanze Romane”: il capolavoro musicale compie 40 anni

A celebrarlo Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte, già membri storici dei Matia Bazar.

Sono felice di proseguire il mio viaggio accanto ai fondatori dei Matia Bazar: ieri Piero Cassano e Giancarlo Golzi, oggi Carlo Marrale con cui sto percorrendo un nuovo, importante tratto di strada”.

Sono parole di Silvia Mezzanotte, raffinata interprete bolognese il cui sodalizio con il chitarrista-cantante storico e coautore dei più grandi successi del gruppo è iniziato nel 2019, poco prima della pandemia.

Concretizzatosi poi in uno show coinvolgente dal titolo “La Nostra Storia”, in cui i due grandi artisti raccontano, fra musica e parole, i più grandi successi nei Matia Bazar.

Sono queste le premesse che ora tengono a battesimo “Vacanze Romane 40th – Celebration”, progetto nato per festeggiare i primi 40 anni di un capolavoro immortale: canzone-icona di un gruppo, ma anche di un’epoca, stupì tutti quando, al debutto sul palco del Teatro Ariston, nel 1983 mise d’accordo per la prima volta platea, critica e pubblico televisivo.

Certe magie nascono una volta sola. Sono attimi, istantanee nella vita di un autore di canzoni”, ricorda Carlo Marrale, genovese, che la concepì, affidandone il testo al bassista-paroliere Aldo Stellita che, per consentirne l’iscrizione alla ‘Siae’, lo fece firmare, con generosità, al batterista Giancarlo Golzi.

Ma un compleanno così importante merita un’attenzione speciale. Ed ecco che insieme a Silvia, cui mi lega una perfetta sintonia artistica nonostante i percorsi paralleli nei Matia Bazar, abbiamo scelto di riproporla tornando all’origine della sua genesi: semplicemente una chitarra e una voce. In questo caso, anzi, due”.

Il risultato è un concentrato di emozioni che restituisce per l’intero ascolto, in chiave interpretativa, tutta la potenza evocativa e il fascino di un testo dall’atmosfera senza eguali, ben reso dalle immagini del videoclip ufficiale girato nell’austera cornice di Palazzo Ferrajoli a Roma per la regia di Eleonora Maggioni.

Qui il link al video ufficiale: https://www.youtube.com/watch?v=q3QMA69YB7Y.

Poter dare voce alla creatività infinita di un autore come Carlo Marrale è per me l’ennesimo dono del Cielo. Da emiliana, mentre stiamo celebrando queste nuove vacanze romane, il mio pensiero va alle popolazioni in difficoltà della mia terra. Ho deciso di devolvere in loro favore le royalties del brano, mentre con Carlo siamo pronti a portare il nostro contributo artistico negli eventi organizzati per raccogliere fondi, perché l’estate ormai alle porte possa tornare ad essere anche per loro sinonimo di vacanze serene” chiosa Silvia Mezzanotte.

Il brano sarà disponibile in radio e negli stores digitali a partire da venerdì 26 maggio.

Pubblica l’etichetta ‘PlayAudio’ di ‘Azzurra Music’.

“Vacanze Romane 40th – Celebration” è un progetto di ‘Vie Musicali Eood’.

Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte saranno in tour tutta l’estate, per poi proseguire anche in autunno nei migliori teatri italiani ed esteri.