CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 23

Un master internazionale per attori e attrici

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Per la direzione artistica di Marco Lorenzi e la direzione organizzativa di Marco Babuin e di Santibriganti Teatro

 

Al via il secondo anno de LoStudio, il master internazionale per attori e attrici, che ha la direzione artistica del regista Marco Lorenzi della compagnia teatrale Il Mulino di Amleto.

Dopo il successo internazionale del primo anno de LoStudio, che si è concluso con lo spettacolo ‘La notte della Repubblica’, ispirato al Giulio Cesare di Shakespeare, torna il bando di selezione per accedere al Master internazionale per attori e attrici, che partirà a gennaio 2025, protraendosi fino a ottobre 2025, riconfermando anche quest’anno la sua vocazione internazionale.

Fra i docenti che si avvicenderanno durante l’anno accademico ricordiamo Massimiliano Civica, Gabriele di Luca di Carrozzeria Orfeo, Michela Lucenti e Francesco Gabrielli di Balletto Civile, Daniel Bausch dell’Accademia Dimitro di Verscio, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Angelo Tronca e Yuri d’Agostino de Il Mulino di Amleto, Thea Dellavalle e Irene Petris, Bruno De Franceschi, Nicole Kehrberger, Beppe Rosso, Rebecca Rossetti, Lorenzo De Iacovo. Un gruppo nutrito di docenti che metterà al centro la formazione degli artisti, in quanto performer unici nella loro individualità. Lo Studio 2025 riconferma la direzione artistica di Marco Lorenzi e de il Mulino di Amleto e la direzione organizzativa di Maurizio Babuin e di Santibriganti Teatro.

Il master 2025 sarà composto da un semestre di alta formazione, un Summer Camp di approfondimento e in autunno la preparazione e la restituzione dello spettacolo finale. Le lezioni si terranno nella sede del Dravelli di Moncalieri. Nella prima parte ogni docente si alternerà in residenza continua per due settimane accompagnando i partecipanti per tutta la durata del percorso. Sono previste restituzioni di lavoro e aperture verso l’esterno. Il Summer Camp sarà un periodo di lavoro estivo che si svolgerà a San Pietro in Vincoli, nel centro di Torino, in cui i partecipanti lavoreranno a stretto contatto con l’Ensemble de Il Mulino di Amleto. Lo spettacolo andrà in scena per più repliche sempre nel teatro di San Pietro in Vincoli, all’interno della stagione gestita da A.M.A Factory e Fertili Terreni Teatro.

“la mia professione – spiega Marco Lorenzi – è il regista e con il tempo sono sempre più convinto che la pedagogia sia parte del lavoro del regista in modo gioioso e inscindibile.

Per questo, anche quando lavoro ad una regia, le mie domande sono sempre rivolte anche alla pedagogia… Penso che la formazione sia essenziale per la vita del teatro. L’educazione del regista, l’educazione dell’attore e l’educazione degli spettatori. Ciò che può garantire un futuro al teatro è sicuramente l’educazione. A questo proposito ho la sensazione che stiamo smarrendo qualche cosa di molto importante, la formazione sta perdendo sempre di più la sua caratteristica principale: la qualificazione. Oggi in Italia la formazione è diventata superficiale, troppo veloce, espressa per tutti, non più capace di selezionare le persone adatte a questo tipo di professione dalle altre”.

 

La domanda di ammissione dovrà pervenire entro il 30 novembre 2024 a didattica.lostudiotorino@gmail.com

 

Mara Martellotta

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

Richard Ford “Per sempre” -Feltrinelli- euro 22,00

A 80 anni lo straordinario grande romanziere americano – che vive tra New Orleans e Irlanda, dove ha una casa immersa nella natura- torna con la quinta puntata della saga di Frank Bascombe, (iniziata nel 1986 con “Sportswriter”) suo alter ego letterario. Personaggio che abbiamo seguito per 40 anni, tra alti e bassi continui. Scrittore fallito, giornalista sportivo, poi agente immobiliare, 2 divorzi da due mogli molto amate, 2 figli maschi (uno morto prematuramente a 9 anni per la Sindrome di Rye) e una femmina.

Ora Fred ha 74 anni portati egregiamente e conduce una vita parecchio solitaria, ma deve di nuovo fare i conti con il destino maligno. Al figlio 47enne Paul, stravagante e problematico, viene diagnosticata una forma molto aggressiva di Sla; ed ecco Fred accorrere al suo capezzale.

Il padre accompagna il figlio ad affrontare una terapia sperimentale nel Minnesota, ma quando anche questo tentativo non dà i risultati sperati, organizza un ultimo viaggio insieme a bordo di un camper.

Destinazione il Mount Rushmore, dove un gruppo di artisti ha inciso nel granito, a 1700 metri di altitudine i volti di 4 presidenti americani: Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln.

E’ un percorso in cui padre e figlio si trovano a riflettere su concetti cardine come felicità, sentimenti, vita e morte; soprattutto cercano di scoprire i loro punti in comune per avvicinarsi sempre di più uno all’altro.

Un viaggio importantissimo, al termine del quale, una volta al cospetto del monte, scoprono che i presidenti a distanza ravvicinata sono piccoli …….forse anche questa rivelazione

andrebbe letta come metafora….

 

 

Sophie Kinsella “Cosa si prova” -Mondadori- euro 17,50

Questo è decisamente il libro più straziante e serio della regina della “chick lit” (lettura per pollastrelle) perché parla del tumore contro il quale sta lottando. Smette i panni della travolgente Becky di “I love shopping” e vive in prima persona il dolore della protagonista Eve –Sophie, suo alter ego.

Alla scrittrice -che ha solo 54 anni, un marito amorevole e ben 5 figli- è stato diagnosticato un glioblastoma al cervello, praticamente inguaribile. Difficile per questa autrice che nei suoi libri dispensa sempre un lieto fine, intravederlo ora oltre il tumore che l’ha colpita.

Con la sua abilità di scrittura ci racconta il calvario della protagonista, che si sveglia in un letto di ospedale, spaesata dopo l’intervento chirurgico per asportare il cancro dal cervello. Ed ecco una via crucis fatta di mancanza di memoria, paura e disperazione, accettazione; anche grazie all’amore premuroso del marito, sempre al suo fianco.

Un libro di appena 121 pagine, ma denso di significati importantissimi che la Kinsella ha scritto un po’ anche come terapia per stemperare l’angoscia. E allora leggiamo la lunga fisioterapia per recuperare ricordi e la mobilità fino a ristabilirsi più possibile.

C’è la consapevolezza che la sua vita ha fatto una brusca virata e che molte cose non potrà più farle; non può rimanere da sola e un badante deve assisterla. Un libro che è un pugno nello stomaco per la malattia che narra; ma anche una ventata di amore per la vita e le sue cose più semplici, che ora apprezza sempre più.

 

 

Chiara Gamberale “Dimmi di te” -Einaudi- euro 18,00

E’ il nuovo romanzo di questa brillante scrittrice che è anche autrice e conduttrice di programmi in radio e tv, ed è un racconto molto onesto sull’essere una giovane madre single alle prese con l’urgenza di crescere. Alla protagonista dà il suo stesso nome e quella che descrive è in parte anche la sua esperienza.

Chiara vive sola in un bozzolo simbiotico e unico con la sua piccola Bambina, con la quale condivide anche il letto, nella nuova casa in cui si è trasferita. Ha lasciato il caotico quartiere precedente, alla volta di uno più placido, confortante e abitato da famiglie borghesissime.

Lei invece un marito non ce l’ha, dal momento che ha concepito la figlia con un uomo che vive lontano, solido a modo suo, ma assente per la maggior parte del tempo. Quindi si trova a fare i conti con le nuove responsabilità e le ansie che aggrovigliano una madre. Deve affacciarsi all’età adulta, ma non è che le venga così facile.

Poi c’è una svolta quando, per puro caso, incappa in Raffaello, ex compagno di liceo al quale chiede di parlare della strada percorsa da allora. Sarà solo il primo di una piccola schiera di persone che hanno incrociato la sua vita.

Ad ognuno pone la semplice domanda «Dimmi di te», poi via con la sua strepitosa capacità di ascolto. Ogni volta accende il registratore e si immerge nei racconti di vita altrui. Rintraccia la più bella della scuola, il più amato della classe, l’ex fidanzatino, il primo amore, il primo dolore e la compagna che sognava un futuro in grande.

Da ognuno di loro si fa raccontare la vita degli ultimi 20 anni; tra scelte, svolte, successi e delusioni. Se alla fine vogliamo estrapolare un grande significato di tutto, potrebbe essere che occorre restare più possibile fedeli alle proprie emozioni……

 

 

Tracy Rees “Fuga d’amore” -Neri Pozza- euro 20,00

Tracy Rees, scrittrice gallese, laureata a Cambridge, ha ambientato il suo ultimo romanzo nell’Inghilterra di fine Ottocento; esattamente nel 1897, anno in cui la Regina Vittoria avrebbe festeggiato il giubileo di diamante per i suoi 60 anni di regno. E come nel precedente successo “Giardino delle rose” ritorna l’analisi romanzata del ruolo della donna nell’epoca rigidamente vittoriana in cui l’osservanza delle regole sociali era fondamentale.

Protagonista è Rowena Blythe, ereditiera di una famiglia ricchissima; la più bella dell’alta società e ha già respinto parecchie proposte di matrimonio. Più che altro, si interroga su cosa vorrebbe fare del suo futuro, mentre la famiglia l’ha già tracciato: devota sposa di un uomo ricco e regina del focolare.

A scompigliare le carte è l’incontro con il giovane e squattrinato artista Bartek, ammantato del fascino bohémienne; assistente del pittore che i genitori avevano ingaggiato per farle un ritratto. Leggendo scoprirete la scelta di Rowena e le conseguenze.

 

 

Elisa B. Pasino “New York al femminile” III edizione -Morellini- euro 18,00

E’ la terza edizione aggiornata di New York al femminile”, guida (al di là dei soliti schemi) della giovane giornalista giramondo Elisa Pasino che nella Big Apple si è pure sposata anni fa. Una mappa aggiornata con gli ultimi cambiamenti in divenire della città dalle mille luci che non dorme mai.

Chiariamo subito che non è la solita guida verso le comuni mete turistiche, ma offre tante dritte in più e non scontate. Un tour “mano nella mano con l’autrice” sciorinato in oltre 200 pagine. E se avete in programma una viaggio nella Big Apple questo è il libro che dovreste avere. La Pasino, profonda conoscitrice di New York vi aiuta ancora prima della partenza; suggerendo quando è meglio andare e cosa mettere in valigia.

Tra le infinite dritte preziose, tanti angoli nascosti, la city map di distretti e quartieri, le varie stagioni e cosa possono offrire; da quella più fredda a quella più calda con le spiagge, i parchi e le piscine in cui trovare refrigerio. Insomma tanti indirizzi utili. Poi analizza anche la città come viene descritta nei libri e nelle serie tv.

Trovate mille indicazioni su dove dormire, mangiare, comprare, tra black Friday e calendari dei saldi, negozi e mercatini. Un ritratto a 360 gradi dell’unica, frastornante, poliedrica, immensamente glamour e affascinante New York.

 

 

Rock Jazz e dintorni a Torino: Fiorella Mannoia e Javier Girotto & Aires Tango

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. All’ Auditorium del Lingotto per 2 sere consecutive, si esibisce Fiorella Mannoia.

Martedì. Al Jazz Club suona il Fretstring Duo. All’Off Topic si esibisce Il Muro del Canto.

Al Blah Blah sono di scena i Rank-O.

Mercoledì. Al Teatro Concordia di Venaria arriva Raf. All’Osteria Rabezzana suona il Shawnn Monteiro Italian 4 set. Al Jazz Club serata “ The Chicago Blues Jam”. 

Giovedì. All Hiroshima Mon Amour  si esibiscono i Rovere. Alla Divina Commedia suonano 

gli Electrolite. Al Jazz Club sono di scena i Risonanza Magnetica. Al Magazzino sul Po si

esibisce Cesare Basile. Al Cafè Neruda suona il Tessarollo-Ruggeri Duo. All’Off Topic si

esibiscono i Tripolare.

Venerdì. Al Peocio di Trofarello sono di scena i Crossing Belt. All’Hiroshima Mon Amour 

si esibisce Ditonellapiaga. Alla Divina Commedia i Ghost in The Machine cover band, eseguono

i più grandi successi dei Police. Al Jazz Club suona la Hoochie Coochie Band. Al Folk Club 

è di scena Javier Girotto & Aires Tango. Al Magazzino sul PO suonano gli Ego+ Decrow.

All’Off Topic si esibisce Giargo. Allo Spazio 211 sono di scena i Rock4 Life. Al Blah Blah

suonano A Forest Mighty Black + Passover. Allo Ziggy si esibiscono i Medusa.

Sabato. Al Blah Blah sono di scena Ancillotti+ Oblivion Vortex Doom. Allo Ziggy suonano Corlix+Miss Fortune. Allo Spazio 211 si esibiscono i Savana Funk+Mao Funk+Only Funk.

Al Magazzino sul PO suonano gli Oaxaca. All’Inalpi Arena arriva Laura Pausini. Alla

Divina Commedia si esibisce la Pyram Band. Al Capolinea 8 suona l’APJ Trio. Al Jazz Club

è di scena la Momo Rock Band. .

Domenica. Al Blah Blah suona Brian Lopez.

Pier Luigi Fuggetta

Gianfranco Coltella in mostra da Morabito: “Immaginazione e materia-quando l’arte incontra il diritto”

Lo Studio Legale Tributario Morabito inaugura giovedì 5 dicembre 2024 la mostra dell’artista

 

La scultura che viene presentata si intitola Dinamica 1, ed è stata realizzata dall’artista nel 2024. È assente il piano orizzontale, tutto appare in tensione, come elementi che, dispersi nello spazio per un tempo breve, incrociano le loro frequenze cromatiche per poi proseguire nella loro traiettoria cosmica.

“L’astratto è il luogo dell’immaginario – spiega l’artista Gianfranco Coltella – chi osserva attentamente un quadro o una scultura astratta può crearsi una sua rappresentazione immaginaria e ricavarne uno stimolo e un’emozione. L’immaginazione è la capacità della mente di essere creativa (produrre qualcosa che prima non c’era) e l’arte è un veicolo, uno strumento per condurre chi ne fruisce a sviluppare questo meraviglioso dono della natura umana. Immaginazione è la capacità umana di creare immagini in azione, ciò che più in alto si possa creare con la mente. Ogni reazione di fronte all’opera di un artista è il riflesso del proprio anima, ci specchiamo a un livello inconscio, l’arte fa emergere il lato più profondo del nostro Io. Possiamo provare indifferenza, rabbia, commozione, indignazione, ilarità, gioia, allegria, leggerezza, tristezza, ma qualsiasi sia la nostra reazione scaturisce da un bisogno di nutrimento essenziale imprescindibile nell’uomo”.

La mostra racchiude con le varie opere l’esperienza e l’evoluzione creativa dell’artista. Per Coltella l’arte astratta è un viaggio nell’Immaginazione, un luogo in cui lo spettatore può lasciarsi toccare dalle emozioni. Con la sua scultura intitolata Dinamica 1, l’artista esplora la tensione tra forma e movimento, invitando il pubblico a riflettere sul proprio mondo interiore. L’artista vede l’immaginazione come un dono della natura umana e considera l’arte il veicolo per risvegliare queste capacità, nutrendo l’animo oltre i bisogni materiali.

Lo Studio Legale Tributario Morabito, oltre a operare nel Diritto Commerciale e nell’assistenza tributaria, è specializzato in Diritto dell’Arte. Grazie a un’esperienza solida e consolidata, i professionisti dello Studio offrono soluzioni efficaci per affrontare sfide legali e tributarie complesse, assistono gallerie d’arte, artisti e organizzazioni artistiche, fornendo consulenza legale e tributaria sia in ambito giudiziale che extragiudiziale.

Gianfranco Coltella nasce a Saluzzo e si diploma all’Istituto d’Arte, in seguito si laurea alla Scuola Politecnica di Design SPD di Milano, avendo come docenti Bruno Munari, Nino Di Salvatore, Attilio Marcolli e Augusto Garau. Ha lavorato come designer per importanti studi di architettura di Milano come Gregotti & Associati, King&Miranda, De Pas d’Urbino & Lomazzi.

La mostra è visitabile su invito giovedì 5 dicembre 2024 dalle ore 17.30 alle ore 21, presso lo Studio Morabiro, in piazza Statuto 10.

 

Mara Martellotta

“Percorsi di donna”, mostra evento di UIL Pensionati Piemonte per celebrare la creatività femminile

In occasione della giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza sulle donne, quattro donne pensionate portano in mostra il loro talento artistico presso l’Ufficio H della UIL Pensionati Piemonte, in via Bossoli 97, nel quartiere del Lingotto.

Annita Fanti, Caterina Spagnolo, Maria Teresa Berta e Eleonora Vergara sono le protagoniste di questa esposizione dal titolo Percorsi di donna, che celebra la creatività femminile come strumento di rinascita, riflessione e lotta contro ogni forma di violenza.

L’evento, il primo del genere organizzato dalla UIL Pensionati Piemonte e da ADA Piemonte, sarà inaugurato dall’assessore alle Pari Opportunità Jacopo Rosatelli, con una cerimonia prevista per le 13.30. Per l’occasione sarà offerto un ricco buffet. Le opere rimarranno esposte fino al 29 novembre alle ore 13.30.

La mostra nasce con l’intento di valorizzare la terza età come momento di ritrovata libertà in cui le donne possono esprimere il loro potenziale, coltivare nuovi sogni e dimostrare che la creatività non ha età. Le opere esposte, ricche di colori, materiali e tecniche differenti rappresentano non solo un cammino personale, ma anche una testimonianza della forza e della resilienza delle donne.

“Con la pensione, la vita ci restituisce il tempo e la libertà per riacquisire la propria centralità- sottolinea Patrizia Suman – segretaria del coordinamento di UIL Pensionati Piemonte – questa mostra vuole proporre un esempio concreto di come sia possibile, anche in età avanzata, esplorare nuovi orizzonti, riscoprire la propria creatività e portare avanti un messaggio di rispetto e dignità”.

Le artiste sono quattro: Annita Fanti, pittrice figurativa impressionista, famosa per l’uso di colori vivaci e la partecipazione a mostre collettive; Caterina Spagnolo, autodidatta, appassionata che predilige la pittura ad olio e che ha affinato le sue tecniche presso l’Unitre di Grugliasco; Maria Teresa Berta, artista poliedrica che combina materiali innovativi nelle sue opere, tra cui malti, gessi e perline; Eleonora Vergara, esperta di tecniche decorative mix media, con una particolare attenzione verso la pittura acrilica.

Un impegno per la parità di genere organizzato dal coordinamento donne della UIL Pensionati Piemonte. Non vuole essere solo una esposizione d’arte, ma l’occasione per fermarsi e riflettere sul significato profondo del rispetto e della dignità. L’invito è apert a tutti, affinché attraverso l’arte si possa promuovere un senso di società più equa e consapevole.

 

Mara Martellotta

La casa più “sottile” al mondo, a Torino la sfida vinta dall’Antonelli

CARTOLINE DA TORINO

Il nome ufficiale è Casa Scaccabarozzi, ma è conosciuta dai torinesi come Fetta di polenta, la curiosa abitazione sita nel quartiere Vanchiglia, all’angolo tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo. Fu progettata da Alessandro Antonelli (Francesca Scaccabarozzi, era la nobildonna che divenne sua moglie). I due abitarono nell’edificio per pochi anni, anche per dimostrare che una casa così curiosa poteva essere realmente solida e abitata. L’ origine del suo soprannome è dovuta alla  pianta trapezoidale dell’edificio, con uno dei prospetti laterali di appena cinquantaquattro centimetri. Il quartiere Vanchiglia nacque verso il 1840  per volere della Società Costruttori di Vanchiglia, con la collaborazione dell’architetto Antonelli, che in seguito realizzò la Mole Antonelliana e anche altri edifici residenziali nel quartiere. Quale compenso per i lavori gli fu donato  anche il  terreno sull’angolo sinistro di Via dei Macelli, coincidente con l’attuale via Giulia di Barolo. Poiché l’area èera di piccole dimensioni, per sfida decise  di costruire un edificio con un appartamento per ciascun piano, nonostante il minimo l’esiguo spazio, recuperando in altezza ciò che non poteva  in larghezza. La scommessa fu vinta e l’Antonelli donò l’edificio alla moglie.

Tff, al Regio brillano le stelle del cinema

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Ron Howard, Sharon Stone, Matthew Broderick e Sarah Jessica Parker, Rosario Dawson e  Giancarlo Giannini sono stati i protagonisti della prima serata del 42esimo Torino Film Festival, inaugurato ieri sera al Teatro Regio. Sono stati cinque i premi Stella della Mole: all’attore Matthew Broderick, Rosario Dawson, Sharon Stone,  Ron Howard e Giancarlo Giannini, accolto dal pubblico con una standing ovation. La serata si è conclusa con la proiezione dell’ultimo film di Ron Howard, Eden, presentato a Torino in anteprima mondiale.

Articolo in aggiornamento 

Foto Giuliana Prestipino

 

“L’amore che ho” presentato al TFF

“L’amore che ho” è il titolo del film dedicato alla leggenda della canzone popolare siciliana Rosa Balistreri, “la cantautrice del sud” per antonomasia. Verrà presentato in questi giorni nel corso del Torino Film Festival, giunto alla sua quarantaduesima edizione, nella sezione “Zibaldone”.

Il film, liberamente tratto dalla biografia ufficiale scritta dal nipote dell’artista Luca Torregrossa e diretto dal regista Paolo Licata, racconta e ripercorre i drammi e le gioie della “voce della Sicilia” con i momenti più salienti della sua vita e del suo lavoro. Sempre in prima linea per la difesa dei più deboli, dei lavoratori, delle donne abusate e per lottare contro qualsiasi prevaricazione attraverso le sue canzoni quella di Rosa è una personalità sfaccettata, tormentata e dai sentimenti contrastanti ed al tempo stesso vicina al mondo della musica, del teatro e dell’arte grazie agli incontri con Dario Fo, Andrea Camilleri, Franca Rame e Renato Guttuso.

Rosa Balistreri partecipò anche all’ultima edizione di Canzonissima nel 1974, nel Girone Folk, e l’anno prima venne esclusa dal Festival di Sanremo ’73 perchè impegnata politicamente e coinvolta in manifestazioni contro la mafia. Alla vigilia del Festival il suo brano “Terra che non senti” rimase all’ultimo momento escluso dal concorso perchè il motivo sarebbe lo stesso da lei presentato nel corso dello spettacolo televisivo “Stasera Rosa” andato in onda pochi giorni prima, ma si è sempre sospettato che dietro la squalifica ci fosse una manifestazione di carattere politico. Il racconto del destino di Rosa Balistreri rivela l’anima di un’artista straordinaria e lo spirito di una donna ribelle. Nel cast del film, Lucia Sardo, Donatella Finocchiaro, Anita Pomario e Martina Ziami prestano il volto alla Balistreri nelle diverse fasi della sua vita. Anche la cantautrice Carmen Consoli, che considera Rosa Balistreri un’icona personale, partecipa nel ruolo di Alice e firma le musiche originali.

Igino Macagno

Quando la neve era più soffice e bianca

La Tranquilla, parte alta di Oltrefiume, frazione di Baveno sul lago Maggiore e ai piedi del Mottarone, sotto la neve era uno spettacolo da lasciare senza fiato. I prati e gli alberi, le vie e i tetti innevati rimandavano un’immagine di serenità. Negli anni della gioventù a volte le nevicate duravano giorni e giorni e il ricordo è rimasto vivido perché, come diceva Mario Rigoni Stern, “i ricordi sono come il vino che decanta dentro la bottiglia: rimangono limpidi e il torbido resta sul fondo. Non bisogna agitarla, la bottiglia”. Rammento quelle nevicate e io e mio fratello, come gli altri bambini, giravamo su noi stessi con la faccia rivolta al cielo e la bocca aperta; ogni fiocco che si depositava sulle lingue aveva un sapore particolare ed emetteva un lieve, attutito crepitio. Quel suono dell’infanzia è rimasto un ricordo di attese felici. La neve ha sempre rappresentato qualcosa di speciale, ci si buttava di schiena per fare gli omini o la si mangiava con un poco di limone e zucchero alla terza nevicata perché un vecchio detto raccontava che la prima è dei gatti, la seconda dei cani e solo la terza è dei cristiani. Quando stava per nevicare se ne avvertiva nell’aria l’imminente presenza che sapeva ben più che di promessa.

E tutto si faceva silenzio perché quando la neve cade, soprattutto di notte, sembra che ogni cosa trattenga il respiro. “A segnalare l’arrivo dell’inverno, da sempre, è per primo lo scricciolo che si avvicina alle case degli uomini. È il più piccolo degli uccelli europei, un batuffolo raccolto di piume brune con fini striature più scure e una piccola breve coda sempre portata all’insù. Il suo richiamo è come un leggero tocco su un campanellino d’argento: è con questo che chiama la neve”. Così Mario Rigoni Stern raccontava l’arrivo dell’inverno in Stagioni, scritto nel 2006 all’età di 85 anni, due anni prima di morire. Aveva un rapporto speciale, quasi fisico con la neve. Quella degli inverni lontani dell’infanzia, quella dura e gelata della ritirata di Russia, quella dei mille sentieri sotto la neve che raccontò. Come questo: “Arrivammo a una malga dove nel cuore dell’inverno avevo trovato rifugio per una notte quando, ragazzo, ero scappato di casa per uno schiaffo che ritenevo di non aver meritato. Quella notte c’erano certamente più di venti gradi sotto zero e il vento e la neve sferzavano il tetto e si insinuavano fra le travi. Avevo acceso il fuoco ma non riuscivo a dormire; la poca legna era finita molto presto e allora avevo bruciato la panca e il tavolo per non restare assiderato. Al chiarore di quel fuoco lessi Tifone di Joseph Conrad che avevo portato con me dentro lo zaino. (…). Lassù la montagna è silenziosa e deserta. Lungo la mulattiera che gli austriaci costruirono per giungere nei pressi dell’Ortigara, dove un giorno raccolsi la punta ferrata del Bergstock che è qui sulla libreria, ora non passa piú nessuno. La neve che in questi giorni è caduta abbondante ha cancellato i sentieri dei pastori, le aie dei carbonai, le trincee della Grande Guerra, le avventure dei cacciatori. E sotto quella neve vivono i miei ricordi”. L’inverno è probabilmente la stagione più giusta per leggere i racconti di Mario Rigoni Stern che di se diceva “sono nato alle soglie dell’inverno, in montagna, e la neve ha accompagnato la mia vita”. I Erano inverni non molto differenti da quelli di quasi sessant’anni fa che ricordo ancora quando, con i guanti di lana fatti in casa e un poco bucati, si correva in casa a scaldare le mani vicino alla stufa a legna nella cucina della casa di ringhiera che in tempo era stata uno dei magazzini del cotonificio Castiglioni mentre le altre stanze erano gelide e mantenevano anche di giorno i “fiori” che il gelo ricamava sui vetri delle finestre durante la notte. Il freddo di quel tempo è rimasto un ricordo indelebile di stagioni che offrono ancora il ritratto di esistenze vissute secondo ritmi antichi, diversissimi da quelli che oggi caratterizzano questo mondo frettoloso, distratto e materialista. E la neve, oltre ad essere tanta ma tanta davvero, era anche più bianca e più soffice.

Marco Travaglini

 

Rock in giallo e verde

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

La conoscenza approfondita del fenomeno del garage rock americano anni ‘60 di cui possiamo disporre oggigiorno affonda le proprie radici fin negli anni ‘70 (quindi ben prima del “garage revival”, a me, per la verità, piuttosto inviso). Le due imprescindibili “compilations apripista” furono senz’altro “Nuggets: Original Artyfacts from the First Psychedelic Era, 1965-1968” (risalente addirittura al 1972) e “Pebbles” (avviatasi nel 1978), che nello scorrere degli anni resero fecondo un terreno da cui nasceranno fino ad oggi decine e decine di nuove “compilations”, più o meno omogenee, curate e “a tema”. Personalmente rilevo che per qualche oscuro ed insondabile motivo alcune etichette restarono per troppo tempo fuori dalla compilazione di queste raccolte; in ulteriori casi altri “labels” vennero a tratti del tutto dimenticati e a tratti giustamente riportati in luce. Tra questi ultimi vi è in particolare l’etichetta  “Raynard”, fondata nel 1953 a Milwaukee (Wisconsin) da Dave Kennedy; nel triennio 1965-67 furono incisi sotto questo marchio brani davvero interessanti e nel 1965 spiccava certamente quella tipologia di garage rock ancora “in nuce” delle origini, nella fase di passaggio dal rock ‘n roll al garage vero e proprio definitosi in pieno nel 1966. A livello cromatico si rileva che l’etichetta assunse svariate combinazioni in base ai più diversi generi musicali toccati, sebbene la colorazione “classica” fu il celebre giallo verde con scritta gialla su campo verde.

Qui di seguito (data la non trascurabile estensione dei numeri di catalogo “Raynard”) si elencano i soli esempi di incisioni di garage rock finora conosciute e con datazione certa: 

  D.J. & The Invaders  “Mickey Finn / Dedication to “HER” (843K-1045)  [1965];

  The Ricochettes  “I’ll Be Back / Can I Be Sure”  (RS 10030)  [1965];

  Road Runners  “Do The Temptation / It’s So Hard”  (RS 10031)  [1965];

  The Vibratones  “Eventually / Little Egypt”  (RS 10032)  [1965];

  The Shags  “Cause I Love You / Dance Woman”  (RS 10034)  [1965];

  John Dee and The Shadows  “I’m A Rolling Stone / Can’t You Love Me Too”  (RS 10035) [1965];

  The Mustard Men  “Another Day / I Lost My Baby”  (RS 10036)  [1965];

  The Bryds  “Your Lies / Why Did You Have To Break My Heart”  (RS 10038)  [1965];

  The Originals  “Now’s The Time / Pretend It’s All Right”  (RS 10039)  [1965];

  The Moody Walkers  “We Never Loved Before / Barbara”  (RS 10043)  [1965];

  The Vibratones  “I Remember Yesterday / Screamin’ Mimi”  (RS 10044)  [1965];

  The Deverons  “On The Road Again / Unnoticed”  (843K-1046)  [1966];

  The Secrets  “I Know It’s You / I Don’t Know”  (RS 10047)  [1966];

  The Sultans Five  “Tonight Is The Night / With You”  (RS 10052)  [1966];

  The Sultans Five  “Daisy / Life Is Like A River”  (RS 10053)  [1966];

  The Coves  “You’re All Through / A Love Like That”  (RS 10058)  [1966];

  Tomorrow’s Children  “I Can Only Give You Everything / In The Midnight Hour”  (843K-1065) [1967];

  The Peasants  “Big Boss Man / The People Are Wrong”  (843K-6289)  [1967];

  The Rat Pak  “Frosty Rudolph With Bells / I Need You”  (SS-8796-01)  [1967];

  Van-Tels  “Ain’t Too Proud To Beg / Stand By Me”  (843K-1085)  [1968].

Gian Marchisio