“Periferie in movimento”, spettacolo di teatro – canzone realizzato e allestito da Sergio Salvi (tastiera e canto) e Silvana Mossano (monologhi e canto) si terrà domenica 26 novembre alle ore 16 nella chiesa di San Domenico di Casale Monferrato. Al mixer, Paolo Rossi. Le riflessioni conclusive sono affidate a don Desiré Azogou, vicario generale della Diocesi di Casale. Il recital è ispirato alla figura di don Tonino Bello.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Fernanda Pivano fin da giovanissima è stata magnetizzata dalla passione per la letteratura nord americana. Ha tradotto e approfondito i massimi classici statunitensi; soprattutto, ha il merito di aver scoperto, studiato, valorizzato e promosso in Italia i principali esponenti della Beat Generation: Kerouac, Corso, Ginsberg….
Fernanda Pivano nasce il 18 luglio 1917 a Genova, dove il padre è direttore di banca. Cresce in una famiglia che lei stessa definisce di stampo vittoriano; il nonno era scozzese e fu tra coloro che introdussero la Berlitz School in Italia. Fin da bambina frequenta una scuola svizzera diventando ben presto poliglotta. Quando la famiglia si trasferisce a Torino, studia al Liceo classico Massimo d’Azeglio; è compagna di classe di Primo Levi, ed ha come supplente di italiano e latino nientemeno che Cesare Pavese.
Dopo la tesi di laurea su “Moby Dick” di Melville, la sua carriera prende l’avvio quando traduce “L’antologia di Spoon River” (uno dei più grandi successi editoriali al mondo), pubblicato in Italia la prima volta nel 1945.
E’ la traduttrice italiana di Ernest Hemingway. Lo incontra la prima volta nel 48, a Cortina, quando lui vuole conoscerla a tutti i costi dopo aver saputo che le SS tedesche l’avevano arrestata per il contratto di traduzione di “Addio alle armi”. Incontro epico, emozionante e soprattutto l’inizio di una grande amicizia.
Di fatto la Pivano spalanca l’orizzonte su un intero e magnifico universo letterario.
Tra le tappe più importanti della sua lunga vita c’è il matrimonio con l’architetto e designer Ettore Sottsass nel 1949 e il trasferimento a Milano. L’unione, tra alti e bassi, inizia a scricchiolare nel 1971 e si conclude nel 1990 con il divorzio.
Quella di Fernanda Pivano è stata un’avventura epica che l’ha portata a conoscere geni della letteratura e della musica americana, mentre il suo primo viaggio negli Stati Uniti è a 39 anni nel 1956. Da allora la sua vita è un continuo andirivieni e di incontri eccezionali che saranno la linfa dei suoi scritti e l’avvio di amicizie importantissime. A lei si devono traduzioni e studi delle opere dei maggiori classici statunitensi; molti li conosce di persona e con loro instaura profondi legami di amicizia. Uno su tutti, proprio Hemingway che lei chiama “Papa”.
Enrico Rotelli “Nanda e io” -La nave di Teseo- euro 19,00
Mentre della vita e degli incontri della Pivano si sa molto, a far luce sugli ultimi anni è il resoconto del suo giovane assistente. La Pivano è morta a 92 anni, la sera del 18 agosto 2009 in una clinica milanese, dove era ricoverata per il tumore che l’aveva aggredita negli ultimi anni. Oggi le sue ceneri sono custodite nel cimitero di Staglieno a Genova.
Se desiderate scoprire il dietro la fama di questa donna, capirne la grandezza come persona, questo è il libro giusto. Rotelli è stato il suo braccio destro a partire dal 2004; quando fresco di laurea incontra la scrittrice e lei gli chiede, quasi per caso, se vuole farle da assistente.
Da allora le loro vite lavorative si intrecciano e, anche se a dividerli c’è un gap di 47 anni, l’entusiasmo della Pivano, già segnata dalla malattia, sarà a dir poco travolgente. Lei, che da sempre aveva un immenso riguardo verso i giovani e le loro aspettative, istintivamente prende sotto la sua ala Rotelli. Gli concede la massima fiducia trascinandolo con sé nei suoi viaggi in giro per il mondo, presentandolo ai grandi scrittori che incontra e di cui è amica.
Questo libro è anche una storia di formazione: quella di Rotelli che cresce –non solo professionalmente- al fianco di un personaggio unico che tutti vorremmo aver avuto come maestro.
Rotelli diventa il braccio destro di questa donna piena di vitalità, cercando di assimilare più possibile l’immensa esperienza della Pivano. Lui ha dalla sua una travolgente passione per la letteratura americana e tanta voglia di imparare; lei la disponibilità ad insegnare con la sua esperienza straordinaria.
Scopriamo così anche il privato, l’anima, l’intelligenza, il senso dell’umorismo, i ricordi, le emozioni e il modo di affrontare la vita e la malattia di questa grande signora della letteratura. La sua vita è stata unica e Rotelli un giovane baciato dalla fortuna, perché ha potuto fare un tratto di strada con lei e conoscere grandi miti della letteratura contemporanea.
Dvd + libro Fernanda Pivano “A farewell to beat” -Fandango-
Forse per entrare un po’ più a fondo nel fascino che avvolge questa donna, la prima cosa da fare sarebbe vedere il Dvd accompagnato da un libro. Il filmato è straordinario ed inizia con un tuffo al cuore. L’immagine in bianco e nero è quella di una lunga e deserta strada che la Pivano sta percorrendo in macchina nello sconfinato spazio dell’Idaho, diretta verso la tomba di Ernest Hemingway.
Lei ricorda la tragedia del suicidio del grande scrittore (nato il 21 luglio 1899, morto il 2 luglio 1961) sepolto al Ketchum Cemetary; un luogo di pace e bellezza dove lapidi e stele sono disseminate con armonia estrema sulla distesa di un prato. La Pivano racconta il suo rammarico per non essere andata al funerale di Hemingway e ci commuove quando si inginocchia e abbraccia la lastra di marmo, in mezzo a tre alberi secolari che proteggono il riposo di uno dei più grandi autori mai esistiti. E suggestivo è pure che ogni sera al tramonto la tomba sia visitata da un coyote ripreso nel filmato.
Il resto è il racconto di alcuni incontri della Pivano che a San Francisco incontra lo scrittore Lawrence Ferlinghetti nella sua storica libreria. Insieme ricordano gli autori della Beat Generation e il loro motto «amare la nostra vita fino a consumarla».
Poi a New York dove incontra Erica Jong e dialoga amabilmente di letteratura con Jay McInerney e Bret Easton Ellis. Insomma un film da assaporare in tutta la sua bellezza, girato da Luca Facchini.
Fernanda Pivano (a cura di Guido Harari) “The Beat goes on” -Mondadori-
E’ un libro denso di foto che immortalano le fasi fondamentali della vita della Pivano. Immagini divise per periodi e che emozionano perché sono il ricordo degli incontri più importanti che hanno costellato la lunga vita della scrittrice e traduttrice.
A partire dalle foto dei nonni e dei genitori, passando da Nanda bambina nata in una famiglia benestante, poi la gioventù e gli anni di studi liceali e università. Seguono l’epoca fulgida in cui incontrò Ernest Hemingway e i primi piani intensi con intellettuali di enorme caratura: tra i quali Moravia, Elsa Morante, Piovene e Guttuso.
Ci sono le immagini del matrimonio con Ettore Sottsass nel 1949 e altre della loro vita insieme. Poi la scoperta dell’America in prima persona e gli incontri con William Faulkner, Richard Wright, Saul Bellow, Gore Vidal ed altri grandi personaggi della scena culturale. Una vita che qui scorre per immagini uniche ed emozionanti, testimonianza di esperienze eccezionali.
Fernanda Pivano “Diari. 1917-1973” – Classici Bompiani- euro 50,00
I Diari della Pivano sono divisi in due volumi; questo è il primo e parte dalla sua infanzia a Genova, la famiglia, la scuola e la sua educazione… solo l’inizio di un enciclopedico viaggio che è quello dell’autrice. Più di 1660 pagine fitte in cui racconta la sua incredibile vita, gli incontri con gli scrittori, i viaggi intorno al mondo e lo sconfinato amore per la letteratura americana che è stato la colonna portante del suo lavoro e delle sue passioni. Da leggere poco a poco, assaporando tutto il fascino, la cultura, l’umanità e l’intelligenza di questa notevole signora.
Fernanda Pivano “Leggende americane” -Bompiani- euro 15,00
Qui sono raccolte le prefazioni che la Pivano scrisse per le opere –gran parte tradotte da lei- di Edgar Lee Masters, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Dorothy Parker e William Faulkner.
Un universo di riflessioni, saggi, articoli e aneddoti che ci permettono di ricostruire e capire più a fondo le vite di questi grandi scrittori, ma anche di assaporare la passione della Pivano per la letteratura americana.
Fernanda Pivano “Viaggio americano” -Bompiani- euro 15,00
In 622 pagine troviamo altri articoli, ritratti e biografie dei protagonisti di maggior peso della strepitosa vita culturale americani del Novecento. Quelli che la Pivano aveva portato in Italia con le sue traduzioni, ma anche molti altri personaggi incredibili, un viaggio nelle loro vite, anime, pensieri, grandezze e debolezze.
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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Al cinema a Torino e nelle altre sale del Piemonte, viene proiettato per tre giorni consecutivi il documentario di Walter Veltroni “DallAmeriCaruso”. Al teatro Colosseo l’ensemble Canto Libero rende omaggio a Lucio Battisti.
Martedì. Al Peocio di Trofarello suonano gli Atomic Rooster il gruppo leggenda del rock. Al New Cotton Club si esibisce il duo Tessarollo-Zogno. Al teatro Vittoria per l’Unione Musicale è di scena il quartetto Rebel Bit. Al Blah Blah suonano i Carnivore A.D.
Mercoledì. Alla bocciofila Rami Secchi si esibisce la cantautrice Kyoto. Al Concordia di Venaria è di scena il rapper Nayt. Al Lambic si esibisce Lastanzadigreta. Al Blah Blah suonano i Jim Jones All Stars.
Giovedì. Alla Suoneria di Settimo Simona Molinari interpreta Mercedes Sosa con lo spettacolo “El Pelusa Y La Negra”. Mag Gazzè si esibisce per 2 sere consecutive al Colosseo. Allo Spazio 211 suonano Irossa, Vespri, Stasi e Juma. Al Magazzino sul Po sono di scena i Goat. Al Blah Blah suonano gli Amber Myst. Al Cap 10100 suonano gli Aristocrats.
Venerdì. Al Kontiki (sede dei Fridays for Future), concerto del quintetto Hard Bop Reunion del sassofonista Marco Tardito. Il concerto sarà preceduto dalla lettura di racconti a tema ambientale della collana Tutto Sotto (Neos Edizioni). Al Blah Blah suonano Scheletri e Space Paranoids. Al conservatorio si esibisce Mario Biondi. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Alberto Bianco. Allo Ziggy sono di scena i Vexvoid. Al Folk Club arriva Mimmo Locasciulli. Al Circolo Sud hip hop con gli Ollaround. Al Magazzino sul Po suonano gli Odd Astra. A El Paso si esibiscono gli Insanity Alert.
Sabato. Allo Spazio 211 suonano i Giant Sand. All’ Hotel Hilton suona il Parisian Quartet di Fulvio Albano. Al Blah Blah sono di scena Fango, EndorFine, e Mangiatutto.
Domenica. A Più Spazioquattro Alberto Cipolla rende omaggio a Ezio Bosso. Al teatro Concordia di Venaria si esibisce Aiello.
Pier Luigi Fuggetta
Trekking urbano tra le Luci d’artista
Trekking urbano tra le
LUCI D’ARTISTA
domenica 19 novembre – ore 17:30
sabato 2 dicembre – ore 17:30
mercoledì 6 dicembre 2023 – ore 20:30
mercoledì 27 dicembre – ore 20:30
venerdì 12 gennaio 2024 – ore 20:30
Natura in città sotto le Luci d’Artista
Grazie alla collaborazione tra MetroTrail e Fondazione Torino Musei, per la prima volta quest’anno sono stati proposti 4 itinerari di trekking urbano che abbinano Natura e Luci d’Artista 2023, per un Public Program sempre più ecologico e sostenibile.
Una guida escursionistica ambientale accompagna i visitatori a scoprire ambienti ecologicamente rilevanti a Torino – come fiumi, parchi, giardini e semplici aiuole – percorrendo impensabili sentieri urbani verdi, punteggiati dalle installazioni di Luci d’Artista. La silente fauna notturna dei fiumi fa da contrasto con le Luci stesse e la vita della città.
Alberi monumentali e giardini segreti segnano la riscossa della Natura sulla metropoli.
Le camminate sono lunghe indicativamente dai 6 ai 7 chilometri e durano circa 2 ore e mezza.
Durata e tariffe:
max 2,5 ore Tariffa intero: € 16,00 / Tariffa ridotto (5-15 anni): € 8,00 / Bambini under 5: Free
Minimo 4 persone
Info e prenotazioni:
www.metrotrail.it/luci-dartista
Tel: +39 342 7530853 (anche WhatsApp)
IN USCITA VENERDÌ 24 NOVEMBRE
Produzione e mixaggio di
Luca “Vicio” Vicini
Special guest
Nitto (Linea 77)
Byte, pixel e filtri. Quando il mondo virtuale prende il sopravvento su quello reale, i piani si confondono e la nostra percezione di ciò che ci circonda diviene offuscata, caotica e volubile, al punto che le interazioni perdono di consistenza e materialità e tutto si riduce a visualizzazioni e reaction vuote e fittizie.
E così, un “Mi piace” dopo l’altro, ci si perde, cadendo in un abisso di impersonalità e solitudine. Proprio su questo “cortocircuito identitario” si impernia Un like alla volta, il nuovo singolo del gruppo torinese dei Dada + The Robots, in uscita su tutte le piattaforme digitali venerdì 24 novembre 2023.
Il brano – prodotto da Luca “Vicio” Vicini dei Subsonica e distribuito da Indaco Records – si pone alla stregua di una disamina delle contraddizioni del mondo odierno, dominato dagli schermi degli smartphone e dalle dinamiche che nutrono i social network, gravati di un’importanza esacerbata e, spesso, pericolosa per il benessere degli individui che ne fruiscono.
Una “esplosione dell’ego” che rischia di delineare la nostra identità e di modulare il nostro umore, a cui ha deciso di dare voce anche uno dei punti di riferimento della scena musicale sabauda e nazionale: Nitto, membro storico dei Linea 77 e leggenda dell’hardcore punk.
«Il singolo Un like alla volta – spiega Davide Pellegrino, fondatore del gruppo e autore, insieme a Loredana Deriu, del pezzo – sorge da una riflessione circa l’impatto del mondo virtuale sulle nostre vite, di cui abbiamo risentito notevolmente soprattutto nel corso dei diversi lockdown, ossia il periodo in cui il testo trova la sua nascita».
«Pur riconoscendone i vantaggi e gli aspetti positivi, infatti, i social network, se utilizzati senza cognizione di causa, hanno il potere di “scomporre le nostre vite in pixel, riducendo in pezzi la nostra esistenza”. In questo modo – conclude Pellegrino –, rischiamo di perdere di vista noi stessi e di mentirci, pensando che tutto ciò che vediamo, sentiamo e riceviamo – in termini di like, visualizzazioni o reazioni – sia vero e concreto. Quando, in realtà, non è che un ologramma di ciò che si trova al di là dello schermo, e di cui sovente ci dimentichiamo».
Un vortice disordinato in cui ha luogo uno scollamento tra ciò che siamo (in modo tangibile) e la nostra apparenza (effimera), reso in musica mediante un brano dall’anima sfaccettata e sovrapposta, in cui si incontrano fangosi riff di chitarra grunge, atmosfere elettroniche e ritornelli dai forti echi dream pop, con richiami e omaggi a band quali CCCP e Massimo Volume.
Le strofe e i ritornelli sono affidati a Davide Pellegrino e Loredana Deriu (al suo debutto ufficiale), mentre lo special è curato dal flow coinvolgente di Nitto.
CREDITI
Testo e musica: Davide Pellegrino, Loredana Deriu
Voci: Loredana Deriu, Davide Pellegrino, Nitto
Produzione e mixaggio: Luca “Vicio” Vicini, presso lo studio Punto V
Label: Indaco Records
E’ di scena “Alice in wwwonderland“
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Scopri – To





La scuola stile ‘Saranno famosi’ di Torino propone molte masterclass
Un sogno chiamato “Saranno famosi” e una scuola in grado di preparare i giovani talenti nel loro ingresso nel mondo dello spettacolo.
Da venti anni la Gipsy Academy risulta una delle più importanti accademie del panorama nazionale ( In Italia ce ne sono altre due del suo livello), nata come proseguimento della storica accademia torinese Laboratorio Teatrale di Arte Drammatica di Carla Pescamora, nata nel 1962, con formazione Actor Studio di New York. Oggi la Gipsy Academy è pronta un suo nuovo percorso presso la sede centrale di via Pagliani 25, a Torino.
I corsi accademici e quelli amatoriali sono partiti a pieno regime a ottobre e presto entrerà nel vivo anche la stagione degli spettacoli e dei workshop con i volti più importanti del panorama internazionale.
Per la masterclass si parla di artisti provenienti da Broadway, New York, West End di Londra.
Dopo lo spettacolo intitolato “Quattro zampe in fiera” il 18 e 19 novembre la stagione degli spettacoli prenderà il via quest’anno sotto Natale con un concerto gospel, in programma il 3 dicembre prossimo al teatro San Barnaba in Strada Castel di Mirafiori 40 a Torino. Il 18 dicembre andrà in scena “On Broadway Greatest Hits” al teatro Superga di Nichelino, per la regia di Neva Belli, la direzione musicale di Marta e la coreografia di Cristina Fraternale Garavelli.
Il 10 marzo andrà in scena al teatro Juvarra, in via Filippo Juvarra 13 a Torino, ‘The Producers’, lo show firmato da Claudio Insegno, uno dei più grandi registi di musical in Italia, da “Kinty Boots” a “La famiglia Addams”, a “Jersey Boys”, che lo scorso anno ha diretto per la Gypsy Academy “Frankestein junior”. QQQQqQQuest’anno la produzione vedrà le coreografie di Cristina Fraternale Garavalli, coreografa di musical e di diversi spettacoli di Arturo Brachetti, e la direzione musicale di Marta Lauria.
L’importante novità di quest’anno è che proprio da ora il Broadway & West End Gipsy Project prevede una serie di incontri didattici con alcuni giganti del mondo del musical di Broadway e Londra, quali Vinny Coyle, protagonista di ‘The Phantom of the Opera’ nel ruolo di Raoul e Gregory Haney, capoballetto di Broadway del musical “Hamilton”, Sophie Camble, performer di diversi musical Disney a Londra come ‘The second Beauty and the Beast’ e ‘Cindarella’.
Ad accompagnare i ragazzi nel triennio accademico i corsi quotidiani, dal mattino alla sera, composti da ben 38 discipline nell’ambito della danza, della recitazione e del canto, e tenuti da insegnanti e visiting professor di prestigio. Soltanto per citarne alcuni Claudio Insegno, Stefania Fratepietro, che da quest’anno ha il ruolo di vicedirettrice artistica, Vittorio Matteucci, lo storico Frodod di ‘Notre Dame de Paris’, Cristina Fraternale Garavalli, Sergio Moses, Luca Spadaro, Andrea Caldi, Luca Giacomelli Ferrarini. Tra i residenti figurano Eugenio Gradabosco, Stefania Rosso e Neva Belli, direttrice artistica e fondatrice della Gipsy Academy.
La Gypsy Academy significa anche accompagnamento al lavoro grazie all’inserimento dei ragazzi nel mondo dello spettacolo e ai titoli realizzati per la compagnia, la stessa che si aggiudicò nel 2019 il passaggio alla finalissima di “Italia’s Got Talent”.
Oltre all’accademia per i professionisti e ai corsi amatoriali, la Gipsy si occupa anche di formare baby professionisti del settore a partire dai 12-14 anni, proprio come i ragazzi selezionati per la serie TV ‘I primi anni’ e giovani cantanti in trasmissioni come Zac Efron Domingo in ‘All togheter now kids”.
Mara Martellotta
Una ricca antologica celebra i 90 anni del Maestro, esponente di spicco dell’“Arte Povera”
Fino al 25 febbraio 2024
Diciamolo subito. Nel percorso della “Manica Lunga” al “Castello di Rivoli”, fa bella mostra di sé anche la versione della “Venere degli stracci” (data in comodato al “Museo d’Arte Contemporanea” di piazza Mafalda di Savoia a Rivoli) dopo e nonostante la triste vicenda di Napoli, che ha visto una versione in grande formato dell’opera – fra le più iconiche del ‘900 ideata e realizzata dall’artista biellese nel 1967, come “ammonitrice” riproduzione della “Venere con mela” dello scultore danese Bertel Thorvaldsen, – distrutta da un incendio doloso, in piazza del Municipio, il 12 luglio scorso.
La Bellezza che rigenera stracci ammassati l’uno sull’altro, miseria e brutture che di botto diventano “opera d’arte” e ritornano a vivere: il tutto finito in un vergognoso rogo. “Non mi stupisce – la prima reazione di Pistoletto – se si pensa che il nostro è un tempo in cui si continua a rispondere a qualsiasi proposta di bellezza, di pace e di armonia, con il fuoco e con la guerra”. E, purtroppo, quanta verità nelle parole dell’artista! Maestro indiscusso che ha attraversato sessant’anni di storia artistica, sempre come protagonista di vicende dell’arte contemporanea d’avanguardia mai disgiunte dal senso più profondo della vita e del vivere in senso totale, navigando, vele al vento (spesso in solitaria), fra oceani di gioia e dolore, angoscia e frustrazione, morte e rinascita. Un tutt’uno, vita e arte. Un’inespugnabile fortezza in cui si riversano e prendono forma le più disparate componenti di riflessione culturale, sociale e ambientale, magnificamente riassunte e concretizzate nella sua leggendaria “Cittadellarte – Fondazione Pistoletto”, nata a Biella nel ’94- sulla riconversione dell’ottocentesco “Lanificio Trombetta” – ed oggi vero e proprio presidio territoriale in cui l’arte è vista “come strumento di trasformazione sociale responsabile”. Idea coraggiosa, di non facile cavalcata, raccontata per capitoli in “Molti di uno”, l’ampia antologica (curata dal direttore del “Museo”, Carolyn Christov – Bakargiev e da Marcella Beccaria) dedicata a Michelangelo Pistolettoper i suoi 90 anni, compiuti il 25 giugnoscorso, e che “reinventa l’architettura ortogonale della Manica Lunga trasformandola in uno stupefacente groviglio armonioso, un dispositivo urbano irregolare e libero attraverso il quale raccogliere e rileggere tutta la sua arte”. Fra gli artisti che, a partire dalla metà degli anni ’60 del Novecento, hanno ridefinito il concetto di arte attraverso un’attenta e singolare “frequentazione” con l’“Arte Povera”, Pistoletto è rappresentato in questa mostra in tutto il suo lungo, personalissimo “vagabondare” artistico. Dal periodo (metà anni ’50) dell’“Autoritratto”(che trasforma il “soggetto individuale” in “soggetto plurale”) ai “Quadri Specchianti” (1962) che includono nell’opera la presenza dello spettatore, fino agli “Oggetti in meno”(’65 – ’67) e all’esperimento de “Le Stanze”realizzato nella torinese “Galleria Stein”. Per arrivare, molto in sintesi, agli anni ’80 – ‘90 con la serie dei volumi “scuri” (“Arte dello squallore”) e alla realizzazione della sua “Cittadellarte” e dell’“Università delle Idee” a Biella. Progetti che anticipano d’un passo (dopo il conferimento del “Leone d’Oro alla Carriera” alla Biennale di Venezia), la fase più recente del suo lavoro, quella del “Terzo Paradiso”, simboleggiato dal segno matematico dell’“infinito” e terza fase dell’umanità raggiunta nella “connessione equilibrata tra l’artificio e la natura”. Un “iter” complesso che nella rassegna al “Castello di Rivoli” viene strutturato come architettura percorribile e composta da 29 “Uffizi” o “Stanze”, fra loro comunicanti “attraverso una serie di porte – spiega Marcella Beccaria – ciascuna recante sull’architrave l’indicazione dell’attività specifica e la cui forma riprende il ‘Segno Arte’, concepito dall’artista nel 1976 e dato dall’intersezione di due triangoli, in cui inscrivere idealmente un corpo umano con braccia alzate e gambe divaricate”.
Nella futuribile visione di una nuova comunità eticamente responsabile, “la mostra – conclude Christov-Bakargiev – è anche un dispositivo per coinvolgere di più le persone, a partire dai lavoratori che a vario titolo operano all’interno e orbitano attorno al Museo rendendolo un microcosmo di una possibile ‘città ideale’. Ogni giorno, una persona, dotata di un sapere e di una prassi specifica in un’area per la quale esiste uno dei ‘29 Uffizi’, sarà il responsabile catalizzatore della giornata per il pubblico in visita”. Secondo una linea di dialogo continua fra artista e visitatore. E seguendo la volontà e il credo del giovane novantenne Pistoletto.
Gianni Milani
“Michelangelo Pistoletto. Molti di uno”
Castello di Rivoli- Museo d’Arte Contemporanea”, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino); tel. 011/9565222 o www.castellodirivoli.org
Fino al 25 febbraio 2024
Orari:dal merc. al ven. 10/17; sab. dom. e festivi 11/18
Nelle foto: “La Venere degli stracci”, 1967, Ph. Paolo Pellion; “QR – Code possession – Autoritratto”, 2019, Ph. Damiano Andreotti; “La mela reintegrata”, 2007-2019, Ph. Alessandro Lacisarella