CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 202

I libri più amati del mese

I libri più amati dalla community FB de iL Passaparola dei Libri nel mese di maggio sono Lezioni, che segna il ritorno nelle nostre discussioni di Ian Mc Ewan, autore molto analizzato nel gruppo; Oscura e Celeste, un giallo a sfondo storico di Marco Malvaldi; L’Equilibrio delle Lucciole, di Valeria Tron, romanzo intimista e drammatico che i lettori mostrano di apprezzare molto.

Incontri con gli autori

Per chi non è andato al Salone Del Libro a Torino, la nostra redazione ha provveduto, come sempre, a incontrare gli scrittori emergenti più interessanti del momento.

Questo mese abbiamo intervistato il regista Stefano Pasetto, che da poco ha esordito come scrittore con Il Velo (ChiPiùNeArt, 2023), un thriller ”al femminile” ambientato in Argentina.

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Agis Piemonte e Valle d’Aosta riporta gli studenti al cinema

Agis Piemonte Valle d’Aosta ha coinvolto 2000 studenti di 16 istituti scolastici che sono stati accolti in 10 sale cinematografiche con lezioni sul linguaggio audiovisivo, film e dibattiti sul tema dei film legati allo sport, oltre a incontri con professionisti del settore audiovisivo e un percorso di formazione docenti.

Dal dicembre 2022 a maggio 2023 Agis, Associazione Generale Italiana per lo Spettacolo, nella sezione Piemonte Valle d’Aosta, ha messo a disposizione gratuitamente degli istituti secondari di II grado del Piemonte un percorso gratuito di linguaggio audiovisivo e incontri per promuovere le professioni del cinema tra gli studenti e i loro docenti.

Continua così l’impegno di città e regione a educare e invogliare i ragazzi a tornare al cinema che a partire dalla pandemia ha subito un duro colpo. Agis Piemonte Valle d’Aosta punta sui più giovani accompagnandoli in un percorso alla scoperta di un luogo che non è solo cultura ma anche aggregazione: la sala cinematografica.

Oltre 2 mila studenti e i loro docenti (150 circa) provenienti da 16 istituti scolastici dislocati in 9 Comuni piemontesi, per un totale di 10 sale cinematografiche, hanno assistito a venti incontri, tra lezioni sul linguaggio audiovisivo, proiezioni e dibattiti su film principalmente a tema sportivo (Una famiglia vincente – King Richard, Invictus – L’Invincibile, Race – Il colore della vittoria, La battaglia dei sessi, Dolcissime). A questi si sono aggiunti altri dieci incontri con 15 professionisti e professioniste del settore cinematografico. Tra le figure professionali coinvolte hanno partecipato: location manager, scenografi, produttrici di cinema d’animazione, doppiatori, attori, compositori, registi, produttori, casting director, sound designer, tecnici del suono e dialoghisti. Agis ha inoltre preparato appositi materiali a supporto degli insegnanti per proseguire il lavoro in classe: schede film, videointerviste, videopillole sulla storia del cinema e un dossier sulle professioni dell’audiovisivo.

Luigi Boggio, Presidente Agis Piemonte Valle d’Aosta: “Sistema Cinema contribuisce a far percepire la complessità dell’universo cinema. I ragazzi hanno partecipato attivamente ad un percorso che li ha incuriositi e che in alcuni casi li ha orientati verso i loro prossimi percorsi di studi. La realizzazione di progetti come questo conferma il ruolo attivo di Agis quale anello di congiunzione tra il mondo delle imprese dello spettacolo con quello della scuola, in un rapporto di scambio che arricchisce entrambi e che punta a coinvolgere in maniera diretta gli spettatori di oggi e di domani”.

Arrigo Tomelleri, Presidente Anec Piemonte Valle d’Aosta: “Le sale associate hanno partecipato con convinzione al progetto nella certezza che l’esperienza di fruizione condivisa con i propri pari sia insostituibile. Anec con le sue sale associate è sempre a disposizione degli Istituti scolastici per far fruire il cinema nel luogo che permette di accendere la magia: la sala cinematografica”.

Marta Valsania, Segretaria Generale Agis Piemonte Valle d’Aosta: “In un contesto storico dove le immagini sono imprescindibili e i più attivi produttori sono i ragazzi stessi è necessario, grazie al supporto della scuola, fornirgli gli strumenti per non esserne sopraffatti. Un grande lavoro di squadra con i partner di progetto che si sono spesi senza remore con l’obiettivo comune di riportare i giovanissimi a frequentare le vetrine più belle del nostro complesso universo cinema: le sale cinematografiche. Auspichiamo vivamente di poterlo riproporre per la prossima annualità scolastica”.

Nel 2022 sono stati distribuiti in sala 498 nuovi film di prima programmazione (+141 rispetto al 2021, -43 rispetto alla media del periodo 2017-2019) di cui 251 di produzione o co-produzione italiana (+95 rispetto al 2021; +30 rispetto alla media 2017-2019) per una quota del 50,4% sul totale (43,7% nel 2021; 40,9% nella media del periodo 2017-2019); 8 titoli nel 2021 sono usciti anche in 3D (18.8mln di euro; 6,1% dell’incasso totale del mercato, 1.9mln di biglietti venduti, 4,4% delle presenze). Si tratta del più importante risultato ottenuto da questo formato dal 2015. Oltre ai film di nuova uscita sono stati distribuiti in sala anche 126 nuovi contenuti complementari (eventi, edizioni speciali, riedizioni; +45 rispetto al 2021; +36 rispetto alla media del periodo 2017-2019) per un incasso di 11 milioni di euro (il 3,6% del box office totale del mercato; il 4,3% nel 2021; del 2,3% la media di periodo 2017-2019) e 1.4 milioni di presenze (il 3,2% del totale); Nel complesso sono quindi usciti in sala 624 nuovi titoli.

SISTEMA CINEMA è stato realizzato da Agis Piemonte Valle d’Aosta nell’ambito del Piano Nazionale Cinema per la Scuola promosso da Ministero dell’Istruzione (MIM) e Ministero della Cultura (MIC), Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici – Sezione Interregionale Piemonte Valle d’Aosta; Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – Gruppo Piemonte; Film Commission Torino Piemonte; Esercito Italiano.

Qui il video conclusivo del progetto: SISTEMA CINEMA. Il cinema come strumenti, linguaggio, professione

Tutte le informazioni sul progetto “Sistema Cinema” e le attività di Agis Piemonte Valle d’Aosta sono disponibili sul sito di Agis Piemonte e Valle d’Aosta.

Lori Barozzino

La stagione dell’Orchestra Rai con il nuovo direttore

Presentata la nuova stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai 2023-2024.

Ottima atmosfera e grande entusiasmo per il nuovo direttore principale Andrès Orozco-Estrada. Ad ottobre inizierà il suo contratto (durata 3 anni), ma già il 2 giugno alle 20.30, dirigerà il concerto per la Festa della Repubblica con musiche di Verdi, Puccini, Mendelssohn e Rossini. Sarà in diretta su Radio3 e in streaming sul portale di Rai Cultura. Il 14 ottobre dirigerà il concerto fuori abbonamento pre-inaugurazione con musiche di Mozart e Musorgskij. L’Inaugurazione il 26 ottobre con il direttore Fabio Luisi per un concerto che vede il ritorno della pianista Martha Argerich impegnata ad eseguire il “Primo concerto per pianoforte e orchestra” di Beethoven. A seguire la “Quinta” sinfonia di Cajkovskij. Concerto di Pasqua il 29 marzo con il direttore Andrès Orozco-Estrada con un programma che prevede lo “Stabat Mater” di Pergolesi e la “Pastorale” di Beethoven. Il prossimo anno è il centenario della morte di Puccini. Verrà proposta una pagina poco eseguita come la “Messa di Gloria”. Sul podio Michele Gamba con i cantanti Francesco Meli  e Markus Werba, con il Coro del Teatro Regio. Tanti i direttori prestigiosi : Daniele Gatti, Ottavio Dantone, Daniel Harding, James Conlon, Juraj Valcuha. Debutti di Hannu Lintu, , Philippe Jordan e Dmitry Matienko. Il tradizionale concerto di Natale sarà diretto da Fabio Luisi con musiche di Cajkovskij mentre quello di Carnevale sarà diretto da Kristjan Jarvi. Grandi solisti si alterneranno sul podio dell’Orchestra Rai. Tra questi Mischa Maisky, Enrico Dindo, Frank Peter Zimmermann, Emanuel Ax, Yefim Bronfman. Riconfermata Rai NuovaMusica e le Domeniche dell’Auditorium.

Pier Luigi Fuggetta

Ritmika, festival di musica e creatività

RITMIKA

6-9 settembre 2023

PalaExpo di Moncalieri (TO)

Ritmika è il festival musicale della creatività e della sperimentazione giunto alla 27esima edizione. Sul palco allestito al PalaExpo di Moncalieri, nell’ex Foro Boario, si alternano i Santi Francesi, i vincitori dell’ultima edizione di X Factor; Paola & Chiara, il duo dance più iconico e conosciuto della musica italiana; i Planet Funk, una delle band più importanti del panorama elettro-dance italiano e internazionale; Francesca Michielin, una delle artiste più complete ed interessanti del panorama musicale attuale.

«A Moncalieri l’estate prosegue con il grande festival di Ritmika, che ospiterà in esclusiva grandi artisti del panorama musicale nazionale e non solo – dichiara Davide Guida, Assessore alle Politiche per i Giovani di Moncalieri L’obiettivo è creare occasioni per divertirsi e stare insieme. Quest’anno il rinnovato staff di Ritmika, vedrà coinvolti i ragazzi e le ragazze di Moncalieri nel corso dei grandi eventi estivi, sui quali la città intende continuare a scommettere. La prima serata open e gratuita di Ritmika, sarà inoltre un’occasione di festa della Città, all’insegna della musica».

L’anteprima del festival, mercoledì 6 settembre, è Ritmika Open, organizzata da Moncalieri Giovane, a ingresso gratuito, con gli artisti moncalieresi emergenti e special guest i Santi Francesi. Usciti vincitori dall’ultima edizione di X Factor, Mario Francese e Alessandro De Santis hanno pubblicato il loro Ep “In Fieri”, fatto di sei tracce, tra cui due cover – Creep e Ragazzo di Strada – e Spaccio, in featuring con i Fast Animals and Slow Kids che presentano al PalaExpo di Moncalieri.

Dopo 10 anni di stop e il successo del Festival di Sanremo 2023 con “Furore”, il duo dance più iconico e conosciuto della musica italiana torna in tour: le sorelle milanesi Paola e Chiara Iezzisalgono sul palco, giovedì 7 settembre, per ripercorrere i successi passati e svelare i grandi progetti futuri. Chiude il loro concerto Whitemary, un’artista che mescola il mood da dancefloor all’elettronica e al pop d’autore.

Venerdì 8 settembre i Planet Funk, da sempre capitani di innovazione tecnologica, sonora e di produzione, presentano i pezzi che hanno segnato la storia della musica elettronica nel nostro paese e i nuovi brani inediti, da cui è stato estratto il singolo The World’s End, che segna il primo lavoro dopo la scomparsa di Sergio della Monica, storico fondatore del gruppo. I Planet Funk tornano dopo un lungo silenzio discografico e a 20 anni dal loro primo album di successo. A chiusura di serata il dj set di The Bloody Beetroots, l’artista mascherato dell’EDM nostrana che ha collaborato con Paul McCartney, Tommy Lee, Steve Aoki.

L’ultimo appuntamento, sabato 9 settembre, è con Francesca Michielin, reduce dall’ottimo riscontro ottenuto come conduttrice di X Factor, il talent show che lanciò la sua carriera 10 anni fa, e dagli innumerevoli sold out registrati dal tour bonsoir! – Michielin10 a teatro. Francesca Michielin è una delle artiste più complete ed interessanti del panorama musicale attuale, cantautrice e polistrumentista, il 24 febbraio 2023 ha pubblicato il nuovo progetto discografico Cani Sciolti. Chiude il concerto e la 27esima edizione di Ritmika, Mobrici, ex frontman e compositore dei Canova. Alternandosi tra chitarra e piano e con una scaletta che spazia da canzoni più intime a brani vivaci di denuncia sociale, Mobrici, dopo due date sold out a Roma e Milano e l’uscita del secondo album da solista Gli anni di Cristo, dà vita a un set che va ben oltre la semplice esibizione musicale.

Ritmika è un progetto promosso dalla Città di Moncalieri, prodotto da Fondazione Reverse. Con il patrocinio di Regione Piemonte e Fondazione CRT. Sustainability partner: Iren. HR partner: Lavoropiù. Official beer: Beck’s. Technical partner: Hydra. Fan partner: Ticketswap. Charity Partner: Associazione Donna Tea APS.

CALENDARIO

Mercoledì 6 settembre

Ritmika Open. Special guest: Santi Francesi

Ingresso gratuito

Giovedì 7 settembre

Paola & Chiara + Whitemary

Biglietti: 40 euro + ddp

Venerdì 8 settembre

Planet Funk + The Bloody Beetroots

Biglietti: 33,35 euro + ddp

Sabato 9 settembre

Francesca Michielin + Mobrici

Biglietti: 15 euro + ddp

Biglietti su Ticketone o Dice.fm

Info

Palaexpo Moncalieri

Piazza del Mercato 3 bis, Moncalieri (TO)

Inizio concerti: ore 21 – Apertura cancelli: ore 18

Eve Arnold e Ruth Orkin, due americane a Torino

EVE ARNOLD E RUTH ORKIN, DUE AMERICANE A TORINO

 

MERCOLEDÌ 31 MAGGIO 2023, ORE 18.30

Gymnasium di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Via delle Rosine, 18 – Torino

 

Incontro presso Camera sul tema “Eve Arnold e Ruth Orkin, due americane a Torino” a margine della mostra a loro dedicata

 

Mercoledì 31 maggio prossimo, alle 18.30, presso Camera, il Centro Italiano per la Fotografia, si terrà l’incontro “Eve Arnold e Ruth Orkin, due americane a Torino”, promosso in collaborazione con i Musei Reali di Torino.

Walter Guadagnini, direttore artistico di Camera, ed Edoardo Accattino, amministratore di Ares srl, racconteranno le storie avventurose delle due autrici americane che hanno fotografato quasi un secolo, catturando il senso del mondo con sguardi originali, empatici e intraprendenti.

Le vicende delle due fotografe, Eve Arnold e Ruth Orkin, presentano diversi parallelismi e punti di contatto, sia dal punto di vista biografico sia artistico.

Eve Arnold nasce a Philadelphia nel 1912 e muore a Londra nel 2012; Ruth Orkin nasce a Boston nel 1921 e muore a New York nel 1985. Entrambe nate in città degli Stati Uniti orientali , entrambe di origini ebraiche e determinate nel volersi costruire una strada nel proprio mondo, quello della fotografia, che negli anni del secondo dopoguerra era ancora prettamente maschile, hanno dimostrato una spiccata sensibilità e un’attitudine innata a entrare con empatia nei soggetti fotografati, fossero essi personaggi famosi o gente comune.

Nelle fotografie dei divi dell’epoca, le due artiste rifuggono l’estetica patinata nei ritratti delle protagoniste del jet set, come Marylin Monroe, Marlene Dietrich, Woody Allen e Alfred Hitchcock, colti in pose e contesti assolutamente naturali, sviluppando ritratti originali e lontani dalle rappresentazioni ufficiali dei divi del tempo.

Il loro occhio si posa con lucidità e sensibilità sulla vita quotidiana delle persone comuni, cogliendone luci e ombre. Basti pensare alla naturalezza e spontaneità dei bambini colti mentre giocano in strada negli scatti di Orkin o la fatica del lavoro e dello sfruttamento dei lavoratori impiegati nei campi nelle immagini di Arnold.

L’esposizione delle fotografie di Eve Arnold, visitabile fino al 4 giugno, si compone di circa 170 immagini, di cui molte mai esposte prima, e presenta l’opera completa della leggenda della fotografia del Novecento, a partire dai primi scatti in bianco e nero nella New York degli anni Cinquanta fino agli ultimi lavori a colori, realizzati alla fine del secolo. Le tematiche che le opere esposte affrontano sono il razzismo negli Stati Uniti, l’emancipazione femminile, l’interazione fra diverse culture, fino alle fotografie scattate sul set di film indimenticabili, dove sono state ritratti gli artisti del periodo, quali Marlene Dietrich, Marylin Monroe, da Joan Crowford a Orson Welles. Alcune delle immagini fotografiche di Eve Arnold esposte in mostra risultano inedite, tra queste la serie “Black is beautiful” del 1968, testimonianza del lento emergere dell’orgoglio identitario afroamericano e il monumentale “Behind the veil” del 1969, che l’ha portata a raccontare in un viaggio compiuto insieme alla scrittrice Lesley Blanch, la condizione femminile in Egjtto, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, Turkmenistan e Afghanistan.

Nella maggior parte dei soggetti delle fotografie di Eve Arnold emergono donne, madri, bambine, lavoratrici, dive, studentesse, che non cadono mai nello stereotipo e sono al centro di riflessioni e di racconti speciali, come nel caso di Yvonne Sylvain, la prima dottoressa di Haiti. Significative anche le immagini intime empatiche realizzate nei reparti di maternità degli ospedali di tutto il mondo.

156 fotografie rappresentano il corpus dell’opera di Ruth Orkin esposta in mostra, in particolare quelle vintage che ripercorrono la traiettoria di u a delle personalità più significative della fotografia del secolo scorso, tra il 1939 e la fine degli anni Sessanta. Ricordiamo scatti iconici della storia della fotografia e i ritratti di figure quali Robert Capa, Orson Welles, Albert Einstein, Marlon Brando, Lauren Bacall , Vittorio DE Sica e Woody Allen.

“Come curatore e storico della fotografia – afferma Anne Morin – mi è sempre sembrato che il lavoro di Ruth Orkin non abbia ricevuto il riconoscimento che merita. Se questa fotografa ha un destino affascinante, il suo lavoro lo dimostra e questa esposizione si propone proprio di rivisitare il lavoro della donna che sognava di diventare una regista, affascinata dal mondo cinematografico essendo sua mamma, Mary Ruby, un’attrice di film muti. Ruth Orkin rinunciò al sogno di diventare cineasta o perlomeno divette trasformare questo sogno, complice il regalo della sua prima macchina fotografica una Univex da 39 centesimi, con la quale si avvicinò alla fotografia, senza mai trascurare la passione per il cinema .

L’appuntamento mancato con il cinema la costringerà a inventarsi un linguaggio che doveva porsi alla confluenza tra queste due arti sorelle, tra l’immagine fissa e l’illusione dell’immagine in movimento, un linguaggio che induceva una corrispondenza costante tra due temporalità non parallele”.

La mostra consente con molta precisione di capire i meccanismi messi in atto per evocare il fantasma del cinema nel suo lavoro.

Eve Arnold fu la prima donna insieme a Inge Morath, a far parte dell’agenzia Magnum Photos e nel 1951 Robert Capa dirà di lei “ Il suo lavoro cade a metà tra le gambe di Marlene Dietrich e la vita amara dei lavoratori migranti nei campi di patate.

La sua produzione artistica fotografica sarà io mix di reportage d’inchiesta e ritratti delle grandi star del cinema e dello spettacolo, denotando una ampia trasversalità del suo corpus fotografico.

MARA MARTELLOTTA

 

“Inter Action”, fotografia e scultura attraversate da un unico fil rouge

Nella mostra dedicata allo scultore Enzo Sciavolino e alla sua compagna fotografa Elsa Mezzano , in programma allo spazio Open Ada di Torre Pellice

 

La fotografia si sposa con la scultura nella mostra bipersonale intitolata “Inter Action”, “Tornare a scolpire il mare” di Enzo Sciavolino e “Lo sguardo di Elsa” di Elsa Mezzano, che si terrà nello spazio culturale Open Ada di Torre Pellice.

Inaugurazione sabato 10 giugno; la mostra rimarrà aperta fino a domenica 6 agosto prossimo.

L’esposizione ‘InterAction’ comprende il nucleo di opere “Tornare a scolpire il mare” di Enzo Sciavolino e le opere fotografiche di Elsa Mezzano.

Si tratta di un incontro tra due artisti che sono insieme nella vita professionale e privata da quasi sessanta anni e che sono stati capaci di influenzare reciprocamente il loro linguaggio espressivo.

Lo storicizzato scultore siciliano e la nota fotografa piemontese espongono nello stesso spazio per la prima volta, in un connubio espositivo che racconta la loro produzione artistica e reciproca ispirazione creativa.

Presso la Galleria Open Ada convivono al piano superiore 24 fotografie b/n della Mezzano sviluppate su carta pregiata e in camera oscura dall’autrice, di formato 60×80 oltre a una grande immagine su tela, esposta precedentemente alla Biennale di Venezia del ’78. Al piano terreno campeggiano una ventina di opere di Sciavolino , tra arazzi stampati su tela, grandi medaglioni pendenti in plexiglass, mobili scultura in legno, testine e incisioni.

Chi come Elsa Mezzano ha, sin da giovane, attraversato le esperienze artistico performative intorno alla danza e ha mostrato attenzione nei confronti di vicende di Paesi dal punto di vista sociale e politico molto complessi, come l’Iraq ( tema sul quale è stata curata una mostra nel 2007, a Pecetto Torinese), ha un occhio allenato nei confronti della gestualità e plasticità del corpo che si piega, muore e a volte rinasce, come nelle opere scultoree di Enzo Sciavolino. Questo è un prodromo importante per capire il taglio di questa artista, che da oltre cinquanta anni coltiva la sua autonomia di click, ed esercita autorevolezza in questo settore, tramite il suo sguardo estremamente sensibile.

Essere partner artistica e di vita dell’artista siciliano rappresenta una cifra distintiva che nulla le ha tolto, semmai aggiunto.

Si è presa cura in modo meticoloso ed esigente della presenza scenica di opere tridimensionali e ha approfondito le dinamiche di relazione e di composizione corale degli allestimenti.

Sviluppando lo spazio d’indagine, ha valorizzato il suo cammino individuale e ha saputo tradurre temi e istanze di militanza condivisa.

Elsa Mezzano è una fotografa dallo sguardo molteplice, capace di scomporre un discorso sempre nuovo, che non recita e non ripete l’evidenza, ma rivisita l’opera altrui, arricchendola di significati ulteriori per lo spettatore. È stata capace di portare alla luce, con epicita’ data dai pastelli o con l’acutezza delle tempere, quel desiderio riposto oltre l’umano sentire, seguendo le orme di un grande fotografo quale Henri Cartiere Bresson.

La forza prorompente dei bronzi figurativi di Sciavolino, la restituzione storica, sotto forma di scultura (fusione o, più recentemente taglio su legno) di eventi-accadimenti di intenso impatto sociale e anche umano, si accompagna alla rappresentazione di personaggi politici, storici e intellettuali che hanno fortemente influenzato la storia d’Italia, unitamente alle creature allegoriche e surreali cui è sempre stato profondamente legato hanno fatto del suo lavoro artistico l’affermazione dei valori esistenziali in cui Sciavolinoha creduto profondamente fino ad oggi.

La sua produzione più recente si intitola Scolpire il mare e riassume molto bene i suoi mondi colorati e apparentemente giocosi, stilletando in guanti bianchi le forti grida verso una società sempre più sorda ai drammi della contemporaneità. Il suo linguaggio, tra calembour di medaglioni sospesi, incisioni allegoriche e armadietti familiari, si carica di oggettivazioni in parte rassicuranti e vicine all’immaginario dei bambini un mare-culla a dondolo, un cassetto pieno di onde, una finestra box per cavallo per poi conferire una stoccata interiore attraverso il simbolismo di denuncia che tali oggi rappresentano.

Mara Martellotta

“Non abbiamo bisogno di un altro eroe…”

Music Tales, la rubrica musicale

“Non abbiamo bisogno di un altro eroe Non ci serve di conoscere la strada di casa

Tutto ciò che vogliamo è la vita oltre la cupola del tuono”

Il tema del brano è principalmente un inno contro la guerra e la violenza. La versione utilizzata durante il brano differisce da quella pubblicata su album e singolo per lunghezza.

La canzone ricevette una candidatura ai Golden Globe nella categoria “miglior canzone originale” nel 1986 ed ai Grammy Award nella categoria “Miglior performance femminile pop”.

Oggi ho scelto, come prevedibile, un brano di Tina Turner, volata altrove da pochi giorni.

Tina, pseudonimo di Anna Mae Bullock (Brownsville, 26 novembre 1939 – Küsnacht, 24 maggio 2023), è stata una cantante statunitense naturalizzata svizzera, tra le più famose e acclamate interpreti della musica rock.

Con una carriera lunga più di mezzo secolo, che va dagli anni sessanta agli anni duemila, è stata definita “La regina del rock and roll”.Nel 1991 è stata inserita assieme all’ex marito Ike Turner nella Rock and Roll Hall of Fame, e nel 1967 fu la prima artista afrostatunitense e la prima donna ad apparire sulla copertina della rivista Rolling Stone.

Nel 1986 ricevette una stella sulla Hollywood Walk of Fame.

Tina Turner nacque a Brownsville, nello stato del Tennessee. All’età di dieci anni cantava già nel coro della chiesa della sua città, dove il padre Richard era pastore. Nel 1956 i genitori si separarono; Anna Mae e la sorella Alline andarono a vivere a Saint Louis, dove Anna Mae incontrò il musicista Ike Turner.

Nel 1958 registrarono il brano Boxtop che segnò il debutto discografico della cantante con lo pseudonimo Little Ann. Nel 1960, accompagnati dalle vocalist The Ikettes, pubblicarono A Fool in Love (primo singolo in cui fu utilizzato lo pseudonimo Tina Turner), che ottenne subito un notevole successo giungendo ai primi posti nelle classifiche internazionali.

Tina e Ike si sposarono alla fine del 1960 a Tijuana, ma il matrimonio venne invalidato perché Ike non ottenne il divorzio dalla prima moglie; comunque Tina assunse il cognome di Ike. La relazione con Ike fu però funestata dai continui abusi di lui, esasperati dalla sua grave dipendenza dalla cocaina, situazione che compromise gravemente il suo rapporto con Tina, tanto da condurlo a commettere su di lei abusi verbali e fisici continuati. Durante uno di questi litigi, al culmine dell’esasperazione, la Turner fuggì dall’hotel in cui la coppia si trovava. Nel 1976 la cantante chiese istanza di divorzio, che fu finalizzato il 29 marzo 1978.

Nel 2013, dopo avere vissuto quasi vent’anni con il compagno Erwin Bach nel paesino di Küsnacht, nei pressi di Zurigo, ricevette la cittadinanza svizzera. Il 24 ottobre dello stesso anno rinunciò al passaporto statunitense e alla doppia cittadinanza, mantenendo solo quella elvetica.

Il 4 luglio 2018 si suicidò a 59 anni Craig Raymond Turner, il primogenito della cantante, avuto a 18 anni da Raymond Hill, sassofonista della sua band Kings of Rhythm.

La Turner si definiva battista buddista, alludendo alla sua educazione nella chiesa battista e alla sua successiva conversione al buddismo. Durante la sua infanzia e la prima età adulta la Turner appartenne alla religione battista, ma in un’intervista del 2016 dichiarò Mi considero definitivamente una buddista. La Turner iniziò a praticare il buddismo di Nichiren nel 1973 dopo averlo scoperto tramite un’amica di Ike di nome Valerie Bishop.

In un’intervista dell’agosto 2011 allo Shambhala Sun, Turner dichiarò di avere aderito agli insegnamenti e ai valori dell’associazione buddista Soka Gakkai International. Turner dichiarò in un’intervista dell’agosto 2018 a World Tribune che durante i periodi più difficili della sua vita praticava il buddismo quattro ore al giorno e che, sia pure in forma ridotta, ne manteneva una pratica quotidiana.

Il 9 dicembre 2022 il figlio Ronnie, 62 anni, morì nella casa di Los Angeles. La moglie Aida ne diede l’annuncio su Instagram. Secondo il sito del New York Post, il figlio della Turner e del secondo marito Ike Turner aveva avuto molti problemi di salute tra cui un cancro.

Vita tortuosa fino alla fine, provata da malattie potenzialmente letali.

È morta il 24 maggio 2023 all’età di 83 anni nella sua casa di Küsnacht vicino Zurigo, dopo diversi anni di malattie.

In seguito alla sua scomparsa, diverse celebrità dello spettacolo e non l’hanno commemorata, come Beyoncé, Mick Jagger, Mariah Carey, Diana Ross, Madonna, Dolly Parton, Elton John, Oprah Winfrey, Angela Bassett e Priscilla Presley, così come il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e i suoi predecessori Barack Obama e Bill Clinton.

“Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni.”

Buon ascolto

https://www.youtube.com/watch?v=kDERlmd2NS4&ab_channel=TinaTurner-Topic

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

CHIARA DE CARLO

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Ian McEwan “Lezioni” -Einaudi- euro 23,00

E’ un capolavoro l’ultimo romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, nato nel 1948 ad Aldershot, autore prolifico e molto amato anche dal cinema.

Sandro Veronesi (due volte premio Strega) –uno che di letteratura se ne intende- ritiene che “Lezioni” sia addirittura il miglior romanzo di questo secolo….

E’ un libro che cavalca 70 anni di vita del protagonista Roland Baines, voce narrante di un racconto intimo, denso di avvenimenti e personaggi che si muovono sullo sfondo di buona parte della storia mondiale del Novecento.

Un coinvolgente spartito ricco di tematiche diverse che incarnano tutto quello che l’esistenza può racchiudere: sentimenti, esperienze anche traumatiche (di quelle che ti svoltano il destino), battute d’arresto e riprese, amori, fughe, passioni, incomprensioni, malattie e morte. Ma questo è solo un pallido tentativo di sintetizzare un romanzo maestoso per scrittura, contenuti, mole e scorrevolezza.

Roland Baines svolge all’indietro la sua lunga esistenza, a partire dall’infanzia in Libia, coccolato dalla madre Rosalind. Con la crisi del Canale di Suez tutto cambia per gli stranieri e Roland a 11 anni viene spedito dal padre (rigido militare) in un collegio inglese.

E’ lì che si verifica il “danno” che lo segnerà per sempre. Subisce inequivocabili avances sessuali dalla sua insegnante di pianoforte, Miriam Cornell, di 10 anni più grande di lui, che lo invita a casa sua.

Lui non ci andrà subito, ma lei gli è entrata nella testa e anima le sue prime fantasie erotiche.

Tre anni dopo, quando sembra approssimarsi la fine del mondo per la crisi dei missili sovietici a Cuba, Roland busserà alla porta di Miriam e inizierà così una relazione morbosa, travolgente ed esclusiva che durerà anni. Fino a quando lui, appena 16enne, frena e viene cacciato. Ma il guasto ormai è stato fatto.

Da allora, invece di eccellere come pianista, sbanda verso un destino irregolare, a tratti molto stentato. Inanella una serie di esperienze che passano attraverso il matrimonio con Alissa e la nascita del loro figlio Lawrence.

Poi l’altro grande trauma, quando Alissa scompare all’improvviso, in fuga dalla famiglia e all’inseguimento delle sue ambizioni come scrittrice. Di quel marito e quel bimbo abbandonato in fasce non vuol più sapere nulla e si avvia verso la gloria letteraria.

Roland ne seguirà la carriera dai giornali che la osannano come una delle maggiori scrittrici viventi, e intanto si arrabatta tra lavori semplici che gli consentono di provvedere al figlio, fulcro della sua esistenza.

La vita di Roland procede e si arricchisce di altri incontri; fondamentale quello con Daphne; un altro matrimonio e figli acquisiti da gestire in armonia tra due case e due adulti segnati dai precedenti fallimenti.

Ma anche la scoperta di un fratellastro e qualche segreto di famiglia che viene alla luce.

Fondamentali saranno infine le rese dei conti con le 2 donne che l’hanno travolto; ma anche la malattia, la morte e le volontà da rispettare dell’unica donna che era poi quella giusta.

Un capolavoro che condensa la vita e destini diversi in 561 pagine indimenticabili.

 

Paul Harding “Un altro Eden” -Neri Pozza- euro 18,00

Paul Harding ha esordito nel 2009 con “L’ultimo inverno”, primo capitolo di una trilogia pubblicato da un piccolo editore, che gli è valso il Premio Pulitzer l’anno seguente. Oggi quel successo se lo gode nella sua casa di Georgetown in Massachusetts dove vive con moglie e figli e continua a scrivere libri.

Questo ultimo romanzo si ispira ad una storia realmente accaduta, riguarda ex schiavi che a fine 700 edificarono il loro paradiso su un’isola al largo del Maine, poi cacciati dal governo a inizi 900.

Tutto inizia con Benjamin Honey, uomo di colore nato in schiavitù, carpentiere navale, ma fondamentalmente aspirante frutticultore. Nel 1793, insieme alla moglie Patience (irlandese di Galway), approda ad Apple Island, un grumo di terra in mezzo al mare.

Benjamin ci arriva con un grande sogno; ricreare il giardino ricco di profumi e sapori in cui ricordava di essere stato da bambino. Quasi un nostalgico sogno nebuloso, che però è la molla della sua vita. Negli anni, peregrinando come bracciante e poi navigando, ha sempre raccolto i semi di diverse varietà di mele, li ha conservati in preziosi sacchetti di juta, in attesa di realizzare il suo frutteto di 32 meli.

Dopo i primi insuccessi, infine riesce a ricreare il suo piccolo Eden, grazie a una tenacia granitica.

Negli anni, sull’isola (che in realtà si chiama Malaga ed è a poche miglia di distanza dalla costa del Maine), arrivano poi altri personaggi che danno vita ad una comunità eterogenea. Una sorta di enclave di profughi composta da: afroamericani, bianchi poveri, pescatori, membri di varie etnie.

Convivono su Apple Island in modo semplice, rudimentale e povero, ognuno libero di fare quello che più gli aggrada. Riparati in tronchi d’albero cavi o in capanne, alle prese con periodi di fame, al buio e al limite della sussistenza a seconda delle stagioni.

E’ lì che vengono al mondo i discendenti di Benjamin; figli, nipoti e pronipoti che trascorreranno esistenze semplici, libere, a contatto con la natura che però a volte scatenerà anche la sua furia.

Al riguardo è memorabile il racconto che la pronipote di Benjamin, Esther Honey, fa alle nipotine Tabitha di 10 anni e Charlotte di 8, del devastante uragano che spazzò via tutto (frutteto compreso) nel 1815.

Esther, in 10 memorabili pagine, narra la tragedia che aveva rischiato di distruggere la sua famiglia. E in letteratura non sono tante le descrizioni di un’apocalisse di questa levatura; questa è particolarmente efficace nel trasportare il lettore dentro la furia delle acque che causano devastazione e morte.

Il romanzo ci porta alle soglie di un altro disastro per gli abitanti dell’isola, quando nel 1912 il governatore dello Stato invia una commissione di bigotti per testare le condizioni di vita della piccola enclave dei 47 residenti dalla vita semplicissima.

Un Eden che dalla terra ferma veniva visto in tutt’altro modo……

 

 

Amina Damerdji “Un fiore senza paura” -Neri Pozza- euro 18,00

Questa è la storia della vita di Haydèe Santamaria, eroina della Rivoluzione cubana. Ed è l’esordio fortunato di Amina Damerdji, nata in California nel 1987, ma cresciuta in Algeria fino all’inizio della guerra civile. Trasferitasi in Francia è ricercatrice in lettere e scienze sociali, ha fondato la rivista “La Seiche” e si occupa di poesia. Questo è il suo primo romanzo pubblicato dal prestigioso editore Gallimard nel 2021.

L’ispirazione le è venuta durante un viaggio a Cuba che l’ha spinta ad approfondire la storia e la poesia rivoluzionaria dell’isola. E’ così che ha ripercorso le tappe dolorose di Haydèe, la rivoluzionaria che ha combattuto a fianco di Fidel Castro ed è morta suicida nel 1980.

L’autrice racconta di Haydèe Santamaria poche ore prima che si togliesse la vita, immaginando il flusso di ricordi e pensieri dell’eroina, tra malinconia e dolore per le perdite subite.

Così viene ricostruito il suo passato. A partire dalla giovinezza, in particolare tra gli anni 1951-53, segnati dalla morte del fratello Abel, personaggio di spicco del movimento rivoluzionario, arrestato ed ucciso mediante fucilazione dopo il fallito assalto alla Moncada.

Anche Haydèe fu catturata e torturata. Per farla parlare, orrore nell’orrore, i seguaci di Batista le inflissero pure il supplizio raccapricciante di mostrarle i testicoli del fidanzato e gli occhi del fratello. Lei non parlò mai e sopravvisse fino a vedere la vittoria della rivoluzione, ma la sua anima si era spezzata.

Da giovane pervasa da alti ideali si ritrova a fare i conti con le disillusioni della vita e della storia. Si dedicò alla costruzione della nuova Cuba liberata, fondò la Casa de las Americans che diresse per 20 anni, riunendo le voci degli intellettuali dell’America Latina.

Tuttavia le torture subite, il dolore per i gravi lutti, depressione, disillusione e senso di fallimento si riversano in una lettera nella quale si dissocia dalla deriva della rivoluzione, che però non verrà mai resa pubblica. Il 26 luglio 1980 si spara un colpo di pistola mettendo fine al suo strazio.

 

Diane Johnson “Le marriage” – Blu Atlantide- euro 20,00

E’ il secondo capitolo della trilogia della scrittrice americana (nata nel 1934 in Illinois) che ha riscosso un grande successo l’anno scorso con “Lorna Mott torna a casa”; ed è una commedia brillante e ironica ambientata nella Parigi di fine anni Novanta, quella altolocata e ricca di privilegi.

Due facoltose coppie di amici finiscono impelagate nel furto di un prezioso manoscritto medievale.

Tra cocktail e partite di golf si inseriscono le vicende della bellissima ex attrice hollywoodiana Clara Holly, originaria dell’Oregon; ora moglie del regista Serge Cray, uomo lunatico, solitario e venerato. Vivono nel castelloche era stato di Madame Du Barry e si barcamenano in un tran tran quotidiano alquanto noioso, che appanna giorno dopo giorno il loro matrimonio.

La seconda coppia è formata da due giovani in procinto di convolare a nozze. Sono il giornalista Tim Nolinger, per metà americano e metà belga; fidanzato con Anne-Sophie d’Arget, figlia della famosa scrittrice parigina di romanzi rosa Estelle, (dispensatrice di parecchi consigli amorosi nelle sue pagine). Anne- Sophie è proprietaria di una boutique che vende cimeli equestri al mercatino delle pulci di Parigi e si prepara al matrimonio.

Mentre il fidanzato segue la pista del furto di un manoscritto miniato proveniente da una collezione privata di New York, entra nell’orbita di due turisti americani. Sono Delia e Gabriel (segretamente amanti), per caso incappano nel cadavere di un commerciante vicino al negozio di Anne-Sophie. Posto sbagliato e momento altrettanto sbagliato che innesca una catena di eventi, incluse sparizione di passaporti e persone.

L’autrice mette in scena i pregiudizi dei francesi nei confronti degli americani; ma anche amori, incomprensioni e cose futili, un miscuglio di effimero e lieve. Elargisce tutto in un continuum di colpi di scena, sempre con uno sguardo critico su luoghi comuni e superficialità varie, e a tratti divertenti.

“Attica”, anteprima nazionale

film candidato ai Premi Oscar® 2022

per l’APERTURA DELLE ISCRIZIONI al concorso cinematografico LiberAzioni

 

Lunedì 29 maggio, ore 20.30

Cinema Massimo (sala 2), Via Verdi 18, Torino

Ingresso libero

Attica, l’emozionante e scottante documentario di Stanley Nelson sulla rivolta della prigione di Attica del 1971, è un film essenziale che ora può essere considerato una visione definitiva di quell’evento epocale.

Variety

Lunedì 29 maggio, alle ore 20.30 al Cinema Massimo di Torino, si aprono ufficialmente le iscrizioni per partecipare alla quarta edizione del concorso cinematografico nazionale LiberAzioni – le arti dentro e fuori, primo passo di avvicinamento al festival LiberAzioni curato dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) che si svolgerà in autunno. In occasione del lancio del concorso viene presentato, in anteprima nazionale, Attica di Tracy Curry e Stanley Nelson (2021, 116’), prodotto da Showtime e Firelight Films, candidato come miglior documentario ai Premi Oscar® del 2022.

Attraverso scioccanti materiali d’archivio il film racconta la più grande rivolta carceraria della storia degli Stati Uniti, iniziata il 9 settembre 1971 presso il penitenziario di Attica (New York). Dopo lunghe trattative durate cinque giorni, la polizia fece irruzione nella struttura con sconvolgente brutalità, causando quarantatré morti e oltre duecento feriti, seguiti da feroci rappresaglie contro i sopravvissuti e da un elaborato insabbiamento. Fu il più sanguinoso scontro dai tempi della guerra civile americana. Oggi, cinquant’anni dopo, quando gli Stati Uniti vantano il più alto tasso di incarcerazione al mondo, la storia di ciò che accadde ad Attica merita attenzione, in particolare dopo la nascita del movimento Black Lives Matter e l’omicidio di George Floyd avvenuto il 25 maggio 2020 a Minneapolis.

Il regista Stanley Nelson si è distinto per una carriera incentrata sulle storie di lotta della comunità nera. Per raccontare la storia di Attica, ha condotto decine di interviste con ex detenuti, giornalisti e altri testimoni. Fa un uso potente dei filmati di sorveglianza e dell’ampia copertura giornalistica che ha reso Attica un evento nazionale. Nel film si possono ascoltare i nastri della Casa Bianca in cui il presidente Richard Nixon chiede al governatore Nelson Rockefeller: “Sono soprattutto neri quelli con cui avete a che fare?“. La storia di Attica è stata a lungo evocata nella cultura popolare, dal film di Sidney Lumet Quel pomeriggio di un giorno da cani, alla serie Orange is the New Black, come simbolo di ribellione. Il film aiuta a capire la profondità della storia che ha creato questi riferimenti: i detenuti si opposero ad anni di brutalità da parte delle guardie, al sovraffollamento e al cibo rancido, tutti fattori aggravati per i detenuti neri dal razzismo dilagante.

Intervengono alla proiezione del documentario Valentina Noya, Vice Presidente dell’AMNC e direttrice del festival LiberAzioni e Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino.

Il progetto LiberAzionidichiara la direttrice Valentina Noya – è nato con l’intento di stimolare e promuovere la creatività attorno al tema del carcere e della pena e in particolare realizzare, attraverso laboratori a beneficio delle detenute e dei detenuti del carcere di Torino, eventi culturali, opportunità di incontro, conoscenza e scambio tra chi in carcere vive e il territorio che il carcere ospita. Il progetto si svolge a Torino, ma ha un respiro nazionale quanto di catalizzatore della comunità locale. Due concorsi, di cinema e scrittura, quest’ultimo esclusivamente destinato a detenuti delle carceri d’Italia grazie alla prestigiosa collaborazione con il Premio “Carlo Castelli”, avranno la propria restituzione tra fine settembre e la prima metà di ottobre 2023. Dopo la lunga interruzione dovuta alla pandemia, siamo particolarmente orgogliosi di poter tornare a creare un dialogo tra la popolazione detenuta e la società civile. Il nostro lavoro si arricchisce di nuovi partner e del supporto fondamentale del nostro presidente onorario Davide Ferrario, da sempre attento alle questioni carcerarie e grazie ai tantissimi donatori che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi Tessiamo LiberAzioni”.

“Negli anni ho visto alcuni progetti all’interno del carcere consolidare la propria presenza e offrire alle persone detenute laboratori di grande valore – sottolinea la garante Monica Cristina Gallo. Il lavoro dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema attraverso il progetto LiberAzioni è un generatore di creatività dentro il carcere e uno strumento di conoscenza fuori dal carcere. Il diritto alla cultura è in grado di riconfigurare il percorso detentivo: con corsi e percorsi formativi di scrittura, arte, cinema e teatro cambia la prospettiva che passa da un tempo vuoto ad un tempo di qualità”.

 

LiberAzioni è un progetto a cura di Associazione Museo Nazionale del Cinema in collaborazione conl’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Otto per mille della Chiesa Battista, Gruppo Itas Solidale, Nova Coop, Cooperativa Arcobaleno e ai donatori che hanno partecipato alla campagna di crowdfunding Tessiamo LiberAzioni.

Il bando di concorso cinema ha un montepremi di 5.500 Euro e rimarrà aperto fino al 31 agosto 2023; il regolamento e le modalità di partecipazione saranno disponibili dal 29 maggio sul sito web www.amnc.it.

Rock Jazz e dintorni a Torino Irreversible Entanglements e Rossana Casale

Lunedì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Marco Fracasia. Al Concordia di Venaria si esibisce giANMARIA.

Martedì. Al Jazz Club è di scena il duo Federico Biglietti e Sonia Infriccioli.

Mercoledì. Al cinema Massimo omaggio a Ryuichi Sakamoto recentemente scomparso, con il documentario “Coda”. Al Lambic suona il quintetto Pablo e il Mare.

Giovedì. Allo Ziggy si esibiscono gli If I Die Today. Al Circolo della Musica suonano i Gatto Ciliegia, Grande Freddo e Simone Bosco. Alla Piazza dei Mestieri si esibisce il duo Flavio Boltro e Fabio Giachino.

All’Hotel Hilton del Lingotto recital di Rossana Casale dedicato a Joni Mitchell.

Venerdì. Allo Spazio 211 comincia la festa di Radio Blackout con protagonisti :EyalTalmor, Xato, Andreh y Manuela, Younes Zarhoni, Nze Nze e Modulaw.

Sabato. Al Bunker il collettivo Ivreatronic presenta in concerto : Bitch Volley, Ramzi e Not Waving. Alla festa di radio Blackout suonano i Viscera, Jack Of Heart e gli Unsane. Al cinema Massimo per “Jazz is Dead”! si esibiscono gli Irreversible Entanglements.

Domenica. Alla festa di Radio Blackout allo Spazio 211 suonano Gli Addict Ameba, i Uochin Toki e i The Telescopes.

Pier Luigi Fuggetta