CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 185

Appuntamenti in quota con la Storia a Bardonecchia

 

UFFICIO DEL TURISMO DI BARDONECCHIA

PRENDE IL VIA GIOVEDI’ 3 AGOSTO 2023 LA 3^ EDIZIONE. QUATTRO GIORNATE ALLA SCOPERTA DELLE OPERE MILITARI DEL VALLO ALPINO E DELLE FORTIFICAZIONI

Anche quest’anno su proposta di Turismo Torino e Provincia, Ufficio del Turismo di Bardonecchia, con il patrocinio ed il contributo della Civica Amministrazione, la collaborazione con l’Associazione Monte Chaberton e con le Guide Alpine Valsusa, sull’onda del successo degli ultimi due anni, prende il via giovedì 3 agosto la terza edizione di “Alla scoperta delle opere militari del Vallo Alpino e delle fortificazioni di Bardonecchia. Appuntamenti in quota con la storia”.

Occasione imperdibile per residenti, turisti e villeggianti di ripercorrere nei tre giovedì e nell’ultimo mercoledì del mese, 3, 10, 17 e 23 agosto, in piena sicurezza, grazie alla costante presenza delle Guide Alpine Valsusa di Bardonecchia, le antiche vie militari alla scoperta della storia delle numerose fortificazioni ottocentesche e del Vallo Alpino presenti nella Conca di Bardonecchia.

Forma di turismo, sempre più praticata che si avvale della disponibilità e delle competenze acquisite negli anni dai soci dell’Associazione Monte Chaberton, presieduta da Davide Corona, bravi nel dare contenuti storici alle escursioni ludiche e didattiche, fornire puntuali informazioni volte a far conoscere, apprezzare e approfondire la storia e gli aspetti tecnici di quaranta e più straordinarie opere di ingegneria militare situate a presidio del confine di cui talvolta se ne ignora l’origine, lo scopo e l’esistenza.

Progetto articolato in quattro escursioni sul territorio italiano, diverse da quelle proposte la scorsa estate con quota d’iscrizione di € 11,00 a persona, con prenotazione entro le ore 17.00 del giorno precedente l’uscita guidata e con ritrovo di fronte all’ Ufficio del Turismo in Piazza Valle Stretta 1, presso i locali del Palazzo delle Feste, in abbigliamento adeguato ad una camminata in montagna, con zaino, pranzo al sacco e scorta d’acqua.

Spostamenti con mezzi propri e rientri entro le ore 17.30.

Programma:

Giovedì 03 agosto: Forte del Foens, con partenza dalla borgata Le Broue, ritrovo ore 08.30, dislivello 500 mt. circa, difficoltà facile;

Giovedì 10 agosto: Valle del Frejus (Caserme 32-33 e Centro 44) ritrovo ore 08.30,

dislivello 450 mt. circa, difficoltà facile/media;

Giovedì 17 agosto: Pian del Colle-Colle della Scala (Centri 37-36bis ed eventualmente 37bis e 37ter), ritrovo ore 8.30, dislivello 400 mt. circa, difficoltà facile/media;

Mercoledì 23 agosto: Valle di Rochemolles (Centro 64) ritrovo ore 8.30, dislivello 600 mt. circa, difficoltà facile/media.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: Ufficio del Turismo di Bardonecchia, Piazza Valle Stretta 1 (presso il Palazzo delle Feste), telefono + 39 0122.99032.

 

Arushi Jain Performance di Buddha10 Reloaded

ARUSHI JAIN

Performance nell’ambito della mostra Buddha10 Reloaded

Mercoledì 26 luglio ore 19

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

 

 

Per il secondo appuntamento del public program di Buddha10 Reloaded il MAO ospita Arushi Jain, cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente DIY di una tradizione secolare.

Le sue composizioni infatti si ispirano ai raga classici indostani, esplorati però tramite una lente ed un’estetica contemporanee e molto attuali.

Jain è cresciuta a Delhi, dove è stata esposta alla musica classica indiana e alla musica tradizionale locale sin dalla giovane età. Successivamente si è trasferita in California per studiare informatica alla Stanford University, dove è stata introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA).

La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichi raga dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella Bay Area.

Il suo ultimo album Under the Lilac Sky è stato pubblicato su Leaving Records nel luglio 2021 ed è stato nominato Global Album of the Month del Guardian, oltre ad aver ottenuto recensioni entusiastiche su Pitchfork, Bandcamp, Boiler Room, Ableton, Resident Advisor, FACT, Crack, DJMag e molti altri.

Recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di Forbes 30 under 30.

Il calendario completo degli eventi sul sito.

Tariffe: 15 € intero acquistabile presso la biglietteria del Museo dal martedì alla domenica dalle 10 alle 16

16,50 € intero (con prevendita 1,50 €) su Ticketone

10 € ridotto studenti, acquistabile solo in biglietteria.

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Andrew Sean Greer “Less a zonzo” -La nave di Teseo- euro 20,00

Se avete amato “Less” -che nel 2018 ha fruttato il Premio Pulitzer ad Andrew Sean Greer-, questo romanzo può essere letto come la seconda puntata delle avventure del protagonista, che ora si mette al volante di uno scassatissimo pulmino verde e in compagnia del carlino Dolly attraversa l’America profonda del Midwest, le vaste praterie verso il sud e il mare.

Bella scommessa proseguire nel solco di un testo da Pulitzer, eppure Greer ci si è buttato durante il lockdown che ha trascorso in Italia, tra la Liguria e Milano, e ha deciso di farci scoprire insieme al suo protagonista spazi dell’America che lui stesso non conosceva.

Il romanzo è scritto sulla scorta dei molti appunti che Greer aveva preso durante due road trip che aveva fatto nel 2016 verso Sud-Ovest e due anni dopo nel Sud –Est nel. A muoverlo a salire davvero su un camper è stata la curiosità di

scoprire l’anima del bacino elettorale che aveva votato Trump. Di fronte alla vittoria del ticon lo scrittore si è reso conto che forse non conosceva il suo paese che avevo scelto così incautamente; è allora che ha deciso di andare a scoprirlo.

Il protagonista Less, romanziere di successo, è legato in modo stabile al compagno Freddy Pelu, ma la vita al suo fianco non è di quelle che scorrono senza intoppi. Qui deve fare i conti col suo passato, la morte di un suo ex amante, e con una crisi finanziaria.

Tentare di fuggire dai problemi è la soluzione che trova, approfitta del pretesto di un tour di presentazioni letterarie per incamminarsi a bordo del camper Rosina verso un paese intrigante come l’America. E via a sondare la provincia americana, in compagnia solo del cane Dolly. Lo attendono incontri con personaggi bizzarri, avventure e disavventure impacciate e buffe; e si perde pure alla ricerca del padre che si era eclissato quando lui era solo un bambino.

Pagine indimenticabili sono quelle che narrano la visita di Less in una piantagione di cotone del Mississippi, dove avverte il peso di una pagina di storia del paese brutale e spietata, e mette in luce l’orrore dello schiavismo e del razzismo, che ancora persiste in tante zone. Tutto raccontato con quella vena comica che ammanta le gesta e i pensieri di Less, ingenuo e goffo; personaggio che si fa amare anche quando scopre aree e realtà dure degli Stati Uniti d’America.

 

Inès Cagnati “Giorno di vacanza” -Adelphi- euro 18,00

L’autrice, figlia di contadini veneti emigrati in Francia, era nata in Francia, a Monclar, nel1937 ed è morta nel 2007, dopo una vita in cui aveva vinto svariati premi, ma era sempre rimasta appartata, sfuggente e lontana dalla comunità letteraria. Ora Adelphi ha tradotto e pubblicato questo suo romanzo che è del 1973 e col quale ha vinto il Roges Nimier.

La storia del romanzo è piuttosto dura, di quelle scritte meravigliosamente e che restano nel cuore.

Protagonista è Galla, nata in una famiglia contadina sempre in lotta con la povertà più nera. La madre ha messo al mondo uno stuolo di femmine, una più disgraziata dell’altra; il padre è un bruto che picchia regolarmente moglie e figlie, e impicca i cani di casa quando decreta che siano ormai anziani e inutili.

L’unica via di fuga per Galla è la malandata bicicletta arrugginita con cui percorre 35 km per andare in città, al liceo dove è interna; anche se la madre avrebbe preferito che rimanesse sempre in casa per aiutarla.

Galla vive sospesa tra due realtà; da un lato la scuola, le compagne e l’amica del cuore e sull’altro versante invece i dolorosi rientri nella stamberga. Ad attenderla è soprattutto la madre che però è una donna consumata dalle continue gravidanze, la vita grama e il marito violento.

Il suo amore per Galla è un’arma a doppio taglio, un legame malato per cui ogni volta che la figlia torna al convitto lei si dispera tra lacrime e un sotteso ricatto emotivo che fa sentire Galla in colpa per la vita che sta cercando altrove.

Una famiglia disastrata in cui l’unico maschio è morto prima di nascere. Un colpo malvagio del destino che sarebbe stato insopportabile. L’unica a saperlo è Galla che ha raccolto il corpicino senza vita dopo l’aborto spontaneo della madre, alla quale ha nascosto il sesso del piccolo e lo ha segretamente sepolto nella palude.

Restano le tante femmine, la più piccola è Antonella, creatura cieca e fragile sempre sul ciglio della morte. L’unica a salvarsi dalla furia del padre è la sua preferita, Maria, la più carogna di tutte. E di più non anticipo…..

 

Robert Louis Stevenson “Americana” -Biblioteca del vascello- euro 19,00

L’autore scozzese (nato a Edimburgo nel 1850 e morto a Valima nel 1894), famoso per capolavori immortali come “L’isola del tesoro” e “Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hayde”, in queste pagine racconta il suo viaggio per raggiungere Fanny, la donna di cui si era innamorato.

E’ nel 1979 che Robert si allontana dalla famiglia di grandi costruttori di fari che lo voleva ingegnere; lui

come da tradizione familiare si iscrive alla facoltà, ma ben presto vira senza tentennamenti sulla lettura, diventando uno dei più grandi scrittori dell’800.

A segnare il suo destino sarà l’incontro con Fanny Van de Grift, (1840 – 1914), americana più grande di lui, separata e madre di due figli. Se ne innamora e nonostante l’opposizione dei familiari, lega la sua vita alla donna che gli resterà accanto fino alla fine.

American” è l’avvincente resoconto del viaggio che Stevenson, in rotta con i suoi, malato, con i polmoni minati, e pochi soldi in tasca salpa da Glasgow su piroscafo di emigranti diretto in America. Un viaggio in seconda classe, nel sottoponte, dove inizia la sua avventura, diretto verso la California dove Fanny lo attende.

Stevenson detto anche “Tusitala” ovvero narratore di storie in questo diario ci racconta gli incontri con un’umanità composita.

Poi l’arrivo a New York e il resto del suo percorso, con svariati mezzi e difficoltà, faticosissimo tanto che la sua salute peggiorerà parecchio per lo strapazzo, attraverso l’immensa America, fino a Monterey dove finalmente abbraccia la donna della sua vita. I due si sposano a San Francisco nel 1880.

In questo diario di viaggio c’è tutta la malinconia e la grandezza dello scrittore che dopo capolavori letterari, una vita breve ma intensissima, si spegne per un’emorragia cerebrale, tra le braccia di Fanny nel loro paradiso in terra, alle Isole Samoa. Ed è li che Tusitala come lo chiamavano gli abitanti del luogo viene sepolto sul Monte Vanea, con l’epitaffio che lui stesso scrisse, inciso sulla tomba.

 

Amanda Lear “La mia vita con Dalí” -Il Saggiatore- euro 19,00

In questo libro Amanda Lear ripercorre i 16 anni della sua vita trascorsi come amica, musa e amante dell’imponente pittore surrealista del 900 Salvador Dalí.

La Lear, prima di diventare un personaggio televisivo (che si è divertito anche a giocare su una certa ambiguità) era una squattrinata studentessa che si manteneva agli studi presso le Belle Arti posando come indossatrice.

La prima volta che incontra l’estroso artista è nell’autunno del 1965 a Parigi. Lui è un personaggio accentratore, camaleontico e poliedrico. E’ Marchese di Pübol, (all’anagrafe Salvador Domingo, Felipe, Jacinto Dalì i Domènech), scultore, scrittore, fotografo, cineasta , designer, sceneggiatore, uomo geniale e di difficile gestione.

All’epoca Amanda ha 17 anni, molti sogni anche se ancora nebulosi, una bellezza fuori dal comune, magrissima, intelligente, vive alla giornata e frequenta personaggi vari e assortiti, musicisti, fotografi, giovani artisti che si dilettano in qualche incursione nelle droghe.

Fa subito colpo su Dalì che la include nella sua corte ristretta ed esclusiva, e le dichiara «Da questo momento non ci lasceremo mai, lo sa?». E’ solo l’inizio di un rapporto con il genio eccentrico che dapprima Amanda considera presuntuoso, egocentrico e un po’ ridicolo.

Ma sfuggire al magnetismo di Dalì non è cosa facile. Il libro è il racconto di un legame attraverso una serie di aneddoti, dialoghi, viaggi e incontri con personaggi famosi e sulla cresta dell’onda.

Amanda entra in pieno nel cerchio magico dell’artista che rimane comunque sempre legatissimo alla moglie Gala; donna spigolosa che non è mai messa in discussione e guarda con sospetto la giovane amica del marito.

Il libro è una messe di ricordi in cui la Lear racconta anche come Dalì non sopportò che lei riuscisse a spiccare il volo con ali proprie e scoraggiò sempre i suoi tentativi di emergere in campo artistico. Un uomo così totalmente preso dal culto di sé stesso, non lasciava spazio ad altri; ad Amanda sconsigliava di cimentarsi nella pittura perché solo chi è dotato di testicoli può essere un pittore geniale.

La rottura avviene quando la Lear inizia a incidere dischi e allontanarsi in varie tournée in giro per il mondo. Lei ottiene successo e Dalì si allontana; Amanda è giovane e inanella successi, mentre Dalì inizia a scendere la china del triste declino, aggravato da una malattia degenerativa. Ma il colpo di grazia sarà la morte della moglie. Lui si rinchiude nel castello dove abitava con Gala, non vuole vedere nessuno; ma per Amanda farà un’eccezione e il loro ultimo incontro è straziante.

 

Rock Jazz e dintorni a Torino. La PFM e Giorgia

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. A Ricaldone si esibisce Francesca Michielin. A Canala d’Alba suona gratuitamente la PFM.

Martedì. A Fossano nell’auditorium Calvino-Paglieri, il gruppo JazzFaculty rende omaggio a Miles Davis.

A Saluzzo per “Occit’amo” suona la Bandabardò.

Mercoledì. Al Blah Blah si esibiscono gli Authority Zero. Al MAO è di scena l’artista indiana Arushi Jain. Nell’anfiteatro dell’Anima di Cervere (con replica il giorno dopo al forte di Bard), canta Giorgia.

Giovedì. Allo Ziggy suonano i Brujeria. All’Outlet Village di Mondovi arrivano gli Eiffel 65. Nell’auditorium di Fossano suona la Torino Jazz Orchestra diretta da Fulvio Albano per un tributo ad Armando Trovaioli. Al forte di Exilles si omaggia Chet Baker con il Fabrizio Bosso trio e la voce narrante di Massimo Popolizio.

Venerdì. Al Planetario di Pino Torinese si esibisce Boosta. Al parco della Zizzola di Bra Vinicio Capossela presenta le sue “canzoni urgenti” (il giorno dopo al forte di Bard).

Sabato. Al Blah Blah si esibiscono i Love Gang. Al El Paso suonano i T.S.O.L. con i Plastination. Comincia a Venaus “Alta Felicità” con Dub FX, Assalti Frontali , TUN, Sergio Berardo e Madaski., Fabrizio Rat e altri. Termina il “Due Laghi Jazz Festival” ad Almese con il flautista Jorge Pardo e con la pianista Stefania Tallini. Al Phenomenon di Fontaneto d’Agogna suona il Banco del Mutuo Soccorso. A Guarene Filippo Cosentino suona in trio con il pianista Marc Copland.

Domenica. Al Gru Village di Grugliasco si esibisce il rapper Dargen D’Amico. Per “Occit’amo”  aSampeyre arriva Biagio Antonacci. All’Alpe Lusentino suonano i Nomadi. Per “Alta Felicità” si esibiscono Dolcenera, Persiana Jones, Eugenio Bennato, i Sidi Wacho, Après La Classe. Per “Collisioni” nell’arena Parco Tanaro ad Alba è di scena Diodato.

Pier Luigi Fuggetta

Bard, la montagna diventa “pagina scritta” e “racconto teatrale”

Al “Forte di Bard”, Reinhold Messner racconta la sua “vita al limite”, mentre Fausto De Stefani porta a teatro il suo 15° Ottomila

Domenica 23 e mercoledì 26 luglio

Bard (Aosta)

Un nome, una leggenda. Sicuramente, per le sue imprese sportive ed esistenziali, può considerarsi l’alpinista più famoso al mondo. Settantotto anni, da Bressanone, Reinhold Messner sarà al “Forte di Bard”, per la rassegna “Incontri”, domenica 23 luglio. L’appuntamento (in collaborazione con la “Libreria Mondadori” di Ivrea) è per le 21nella “Piazza d’Armi” della fortezza, dove l’alpinista sudtirolese presenterà il suo ultimo libro “La mia vita al limite”, Editore “Corbaccio”.  Il volume è l’autobiografia di una leggenda dell’alpinismo. In giovane età, Messner abbandona Funes e la piccola valle altoatesina della sua infanzia. Suoi, nel tempo, tutti i quattordici Ottomila del mondo. Il 20 agosto del 1980, in piena stagione monsonica, in solitaria e senza bombole d’ossigeno, conquista per primo la vetta più alta del Pianeta, l’Everest con i suoi 8.848,86 metri, nella catena dell’Himalaya. Prima di lui, ci aveva provato, nel 1934, una sola persona, il pilota e alpinista britannico Maurice Wilson, che nell’impresa perse però la vita. Il suo corpo venne trovato due anni dopo, a quota 6.900 metri. Dopo l’alpinismo su roccia e in alta quota, Messner si è dedicato alle grandi pianure, riuscendo nell’impresa di attraversare i deserti di sabbia o ghiaccio che ricoprono parte della crosta terrestre. “Di mia spontanea volontà cerco l’inferno”, così commenta oggi le sue imprese. Che cosa dà a quest’uomo una marcia in più? Qual è la sua filosofia di vita? Dove trova la forza e la fantasia per ricominciare sempre da capo? Reinhold Messner risponderà alle domande chiave sulla sua vita raccontando della sua terra, della sua famiglia, parlando di amicizia e di egoismo, della morale borghese, degli insuccessi e dell’istinto che quasi sempre lo guida nella direzione giusta.


L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria:

tel. 0125/833811 o prenotazioni@fortedibard.it

E, dopo Messner, al Forte si continuerà a parlare di “grande montagna” e di “grandi uomini” della montagna, mercoledì 26 luglio. Protagonista e al centro dell’incontro, Fausto De Stefani , mantovano di Asola, classe 1952. De Stefani è stato il secondo alpinista italiano, dopo Reinhold Messner, ed il sesto al mondoad aver scalato tutte le quattordici vette superiori agli Ottomila, senza l’uso delle bombole d’ossigeno, fatta eccezione per l’impresa dell’Everest. Traguardi umani e sportivi indubbiamente importanti, di cui, però, l’alpinista lombardo non si è mai vantato, dedicando invece, in seguito, la propria vita al raggiungimento di una vetta più importante, il suo 15° Ottomila: la creazione insieme con la “Fondazione Senza Frontiere Onlus” della “Rarahil Memorial School”, una scuola in Nepal che, a oggi, ospita oltre mille bambini e ragazzi. E proprio le sue imprese, la sua storia, saranno al centro dello spettacolo teatrale “Anche i sogni impossibili – Il XV Ottomila di Fausto De Stefani”, interpretato da Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi, a cura di “ATIR Teatro di Ringhiera”, promosso in collaborazione con “Montura”, che verrà portato in scena, per l’appunto, mercoledì 26 luglio, alle 16, al “Forte di Bard” nell’ambito di “Estate al Forte 2023”.

Chi sono io? Questo sembra chiedersi, senza timore, da sempre, Fausto De Stefani. E nonostante sia uno dei più forti alpinisti al mondo non si definirebbe mai così. Semmai l’alpinismo lo ha aiutato e spinto a farsi con più intensità e precisione la stessa domanda: chi sono io?

Ingresso incluso nel biglietto di accesso al “Forte di Bard”.

Prenotazione obbligatoria:

tel. 0125/833811 o prenotazioni@fortedibard.it

g.m.

Nelle foto:

–       Reinhold Messner

–       Mattia Fabris e Jacopo Maria Bicocchi, ph. Giampaolo Calzà

Avvenne oggi 532 anni fa. La posa della prima pietra del Duomo di Torino

 

Era il 22 Luglio del 1491: Torino ed i suoi abitanti quel giorno assistettero ad un importante evento che cambiò l’aspetto cittadino ed anche le loro quotidiane abitudini.

Si stava per concludere un secolo, il lontano Quattrocento, con la costruzione dell’unica opera rinascimentale in territorio taurinense, sulle tracce del pensiero architettonico del Brunelleschi, la cattedrale di S. Giovanni Battista a tre navate suddivise da pilastri cruciformi, il Duomo di quella che divenne secoli dopo la prima capitale d’Italia. Fu un grande cantiere per quel tempo i cui lavori si conclusero in sette anni, non molti se si pensa alla totale manualità dell’impresa. Fu la giovane duchessa Bianca di Savoia a porre la prima pietra in quella lontanissima mattinata estiva mentre bisognerà attendere il 1505 per la consacrazione di quella che sicuramente fu agli occhi di tutti un’opera avveniristica e così lontana dal gusto gotico che imperava allora. Immaginiamo la giovane ed esile duchessa nel suo abito dorato con quel suo strascico appena accennato, il taglio vita alto, l’ampia scollatura rotonda, il broccato leggero estivo con pietre dure attorno allo scollo, alle ampie maniche e le perle nei capelli oltreché sul suo esile diafano collo, intenta a espletare un compito che sarebbe passato alla storia sotto gli occhi dei notabili, del clero, dei cittadini di ogni condizione ed età, giunti di buon mattino per non perdersi l’evento di cui si parlava da tempo.

Va detto che per erigere il Duomo furono sacrificate tre chiese medievali contigue, certamente vetuste ma molto care ai torinesi ed alle loro tradizioni. Erano luoghi di culto dedicati al Salvatore, a S. Giovanni Battista e a S. Maria, con ricordi di S. Massimo, reliquie di S. Orsola oltre, si diceva allora, alla mandibola del Battista mentre la terza chiesa, dedicata a Maria, ricordava quella romana edificata dopo il Concilio di Efeso. Tre luoghi di culto che furono anche teatro di assassinii, morti ed altri fatti cruenti come anche allora avvenivano frequentemente. La costruzione del Duomo fu fortemente voluta dai Savoia e dall’allora vescovo di Torino, il Cardinale Domenico della Rovere. La direzione dei lavori ed i disegni furono affidati all’architetto, ingegnere e scultore toscano Amedeo di Francesco da Settignano, detto Meo del Caprino che lavorò prima a Ferrara poi a Roma in Vaticano alla Loggia dei penitenzieri ed infine a Torino oltreché nella vicina Carmagnola, presso la bellissima chiesa nel cuore del centro storico, dedicata a S. Agostino. Fu proprio questo artista a sovvertire l’architettura legata al gotico d’oltralpe per portare a Torino la cultura rinascimentale già ben nota nella Toscana di allora. I documenti dell’epoca riportano che nel 1492 avvenne un primo pagamento ” magistro Amedeo de Septignano fiorentino architectori et magistrato fabricae ecclesiae Taurinensis “. Da gotica a rinascimentale per i torinesi dovette essere un passaggio che destò non poco stupore e si può immaginare per un attimo il loro sconcerto quando videro demolire tre chiese a loro tanto care per far posto ad un edificio completamente rivoluzionario. Basti ricordare l’arrivo in città dei due recenti grattacieli che furono oggetto per anni di discussioni e di differenze di pensiero per tanti torinesi di oggi. Coevo del Duomo è il campanile, quasi a ridosso dei resti del Teatro Romano, con la sua cella campanaria.

Subì un rimaneggiamento sopraelevandolo in altezza sotto Vittorio Amedeo II. Si dovrà attendere il Seicento per assistere agli ampliamenti guariniani ed alla costruzione della famosa cupola del grande Guarino Guarini oltre all’arrivo a Torino da Chambery del sacro telo sindonico ed alle vicende ad esso collegate. Qui si è inteso puntare l’attenzione sulla quattrocentesca nascita del Duomo di Torino lasciando ad un prossimo nostro approfondimento tutto il periodo che la cattedrale e con lei i torinesi vissero dal Seicento guariniano ad oggi.

Patrizia Foresto

Lady Oscar a Torino

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Lady Oscar è indubbiamente un classico che sopravvive nel tempo. Adattamento del manga creato da Riyoko Ikeda nel 1972, ispirato alla biografia di Maria Antonietta scritta da Stefan Zweig, il cartone animato arrivò in Italia nel 1982 con il titolo di “Lady Oscar”, in onda su Italia 1, in quegli anni fucina mondiale di talenti animati.

 

Il titolo originale della serie trasmessa per la prima volta sugli schermi giapponesi il 10 ottobre 1979 era “Le rose di Versailles”, e da subito riscosse un enorme successo in tutto il mondo.  All’eroina che ha fatto appassionare intere generazioni agli intrighi, alle battaglie, ai famosissimi balli ed agli immancabili amori della Reggia di Versailles è dedicata sino a domenica 23 luglio una mostra con venti opere di artisti da tutta Italia che hanno interpretato con le loro tecniche personali e con tanta passione il celebre anime e manga Lady Oscar.

Il tutto ideato e  coordinato da Antonella Bovino e da una vera e propria cultrice del genere, Elena Romanello che dal 2021 cura anche un blog multimediale dal titolo ” 40 anni e oltre con Lady Oscar”: ” sono una creativa da sempre con una gran passione oltre che per i gatti, per tutti gli universi di fumetti e dell’immaginario del fantastico e tutto quello che è Lady Oscar”.

L’esposizione si può visitare dalle ore 11 alle ore 19, all’Hotel Adalesia di via XX settembre, 7.

Igino Macagno

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

21 – 27 luglio 2023

 

VENERDI 21 LUGLIO

Venerdì 21 luglio ore 16.30

VITA, CIBO E DIVERTIMENTO A BISANZIO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

La mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario allestita a Palazzo Madama non consente soltanto ammirare sculture, mosaici, oggetti e monete, ma offre l’opportunità di indagare la vita, le abitudini e le peculiarità di una civiltà a noi meno nota. Imperatori, aristocrazia e clero sono le gerarchie meglio conosciute, ma è sicuramente interessante scoprire la vita quotidiana di quella società. Quali erano le fiere di strada e di piazza che animavano città e vie? Quali spettacoli si allestivano nell’ippodromo? E ancora, quali cibi, interessi e abitudini condividevano?

La visita tematica proposta avvicina a quel mondo e offre interessanti approfondimenti.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MERCOLEDI 26 LUGLIO

 

Mercoledì 26 luglio ore 17

NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA

MAO – attività per famiglie

L’attività prende avvio dalla visita della nuova mostra Metalli sovrani. Le incisioni e gli sbalzi presenti sui preziosi oggetti esposti provenienti da The Aron Collection saranno lo spunto per l’attività di laboratorio, che prevede la realizzazione di lastrine di rame decorate con la tecnica a sbalzo.

Prenotazione obbligatoria: 011-4436927 – maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo laboratorio €7 a bambino; adulti ingresso ridotto alle collezioni permanenti.

 

Mercoledì 26 luglio ore 19

ARUSHI JAIN. Elettronica contemporanea e classici raga indostani amalgamati in un’armonia perfetta.

MAO – concerto nell’ambito del public program di Buddha10 Reloaded

Arushi Jain è cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente DIY di una tradizione secolare. Le sue composizioni infatti si ispirano ai raga classici indostani, esplorati però tramite una lente ed un’estetica contemporanee e molto attuali.

Jain è cresciuta a Delhi, dove è stata esposta alla musica classica indiana e alla musica tradizionale locale sin dalla giovane età. Successivamente si è trasferita in California per studiare informatica alla Stanford University, dove è stata introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA).

La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichiraga dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella Bay Area.

Il suo ultimo album Under the Lilac Sky è stato pubblicato su Leaving Records nel luglio 2021 ed è stato nominato Global Album of the Month del Guardian, oltre ad aver ottenuto recensioni entusiastiche su Pitchfork, Bandcamp, Boiler Room, Ableton, Resident Advisor, FACT, Crack, DJMag e molti altri.

Recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di Forbes 30 under 30.

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

Serata di musica live a Volpiano per “Notti d’Estate 2023”


Sabato 22 luglio in piazza XXV Aprile con generi musicali differenti

Per «Notti d’Estate 2023», a Volpiano in piazza XXV Aprilesabato 22 luglio dalle 19 è in programma una serata di musica live con cinque esibizioni; si comincia con il rap e l’hip hop di MinezKil.Led & Nebru e M31 A Star, a seguire il tributo a Loredana Bertè di Banda Clandestina I SottoScala con rock italiano e internazionale.

«Abbiamo scelto – commenta Massimo Tapparo dell’organizzazione – di diversificare i generi presentati, cercando di offrire uno spettacolo che possa coprire, almeno in parte, gusti musicali differenti in modo da riscontrare il gradimento del pubblico, coinvolgendo, nella quasi totalità, musicisti e artisti volpianesi».

Nella sala 1 del Nazionale ancora il cinema che arriva da Cannes

Wim Wenders dice di essere sempre stato affascinato “dall’immensa portata del suo lavoro che tocca storia, astronomia, filosofia, biologia, fisica e miti”, del lavoro di Anselm Kiefer pittore e scultore tedesco. A lui ha dedicato quell’”Anselm”, presentato sulla Croisette lo scorso maggio, che continua con le proiezioni di sabato 22 (alle 19,45), domenica alle 16,30 e giovedì 27 luglio il ciclo “Cannes mon amour” che Circuito Cinema porta nella sala 1 del Nazionale grazie al Ministero della Cultura e alla collaborazione delle differenti case distributrici. Ancora il 23, alle ore 20,30, con replica il 24 (20,30), “Youth (Spring)” di Wang Bing, un documentario di 212’ per raccontare di migliaia di giovani cinesi, ventenni o poco più, che lasciano il loro paese per trasferirsi a lavorare in uno dei poli principali dell’industria tessile: le loro piccole storie, la realtà che li circonda, la vita trascorsa insieme.


“Perfect Days”, ancora Wim Wenders dietro la macchina da presa, sullo schermo il 25 (ore 19,15), il 26 (ore 21) e il 27 (ore 19,15), la storia di Hirayama, un uomo che per lavoro pulisce i bagni pubblici di Tokio. La sua vita tuttavia è fatta di letture, di musica rock, di pellicole con cui scatta fotografie delle tante cose che lo circondano, del rifiuto della moderna tecnologia: una serie di incontri inaspettati svelerà più del suo passato. Wenders illumina le piccole cose e compone una riflessione commovente sulla ricerca della bellezza del mondo con cui ogni giorno siamo a contatto. Koji Yakusho si è aggiudicato la Palma al miglior attore. Ancora una volta guarda al mondo degli ultimi Aki Kaurismaki con “Fallen Leaves” (il 25 alle 21,30, il 26 alle 19 e il 27 alle 21,30), giunto al suo quinto appuntamento con la Croisette.

Ansa e Holappa si incontrano per caso una notte a Helsinki, due vite le loro segnate da difficoltà e grande  precarietà, ma il loro incontro sarà pure un’occasione per costruire un nuovo profondo amore. Un inno alla resistenza umana, uno stile inconfondibile, la complessità del mondo narrata da un vero maestro del cinema.

Ricordiamo che le proiezioni sono tutte in lingua originale sottotitolata e che il costo del biglietto è di 8 euro.

e. rb.

Nelle immagini, scene tratte da “Perfet Days” di Wim Wenders e “Fallen Leaves” di Aki Kaurismaki.