CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 185

“Il Campanello” di Sax Nicosia al Teatro Baretti

13 dicembre ore 21.00

14 e 15 dicembre ore 20.00

IL CAMPANELLO

di Roberto Del Gaudio

regia e scene Sax Nicosia

con Francesca Brachino Elisa Galvagno

realizzazione scene Franco Galvagno Cristina Novo Gianfranco Re

luci Sebastiano Peyronel | costumi Stefania Di Nardo

distribuzione Tedacà Bellarte | DRAMELOT

in collaborazione con Piemonte Dal Vivo nell’ambito del bando CortoCircuito

 

Il 13, 14 e 15 dicembre chiude la prima parte della stagione “regine, ” una stagione che si è aperta alla grande con 2 spettacoli sold out… una stagione per la quale consigliamo infatti l’acquisto (o il regalo di Natale!) dell’abbonamento a 5 spettacoli disponibile da oggi in sala.

Per questo ultimo appuntamento del 2023 un’opera realizzata e diretta dal nostro direttore Sax Nicosia, IL CAMPANELLO. Con questo dramelot Nicosia porta sul palco del Baretti due attrici torinesi, giovani talenti indiscussi del territorio piemontese in uno spettacolo feroce, divertente eppure straziante.

Francesca Bracchino (Premio Duse 2004) e Elisa Galvagno sono le due apprezzatissime interpreti de “Il Campanello”, testo del napoletano Roberto Del Gaudio, membro fondatore della celebre compagnia I Virtuosi di San Martino: due sorelle orfane, un monolocale, visioni differenti della vita a confronto, una malattia inesorabile, l’opportunità di sfuggirle con l’eutanasia, tema principale di quest’opera.

Realizzato e diretto da Sax Nicosia poco prima della pandemia, lo spettacolo è ferocemente divertente e le due attrici offrono una superlativa prova di recitazione. Un testo funambolico che offre vertiginose escursioni dal comico più puro alle rarefatte e algide temperature dell’assurdo, fino ad una intensità tragica.

Prigioniere nel loro monolocale, per destino e per scelta, due sorelle affrontano senza saperlo il loro ultimo dialogo, la loro resa dei conti. Parlano di tutto Angela e Damiana, di eutanasia e di gioia di vivere, di amore e di sesso, di sogni irrealizzabili e di lavori precari, parlano soprattutto di due desideri: quello di essere amati e quello di un fine vita dignitoso. Creature leggere, nel senso calviniano, feroci e vitali, due opposte visioni del mondo che costituiscono una microfamiglia disfunzionale che ride fra le lacrime.

Francesca Bracchino si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Torino nel 2000 e da allora prende parte a diversi allestimenti del TST (con Michele Di Mauro, Mauro Avogadro, Jean Cristophe Sais, Giancarlo Cobelli). È diretta tra gli altri da Cesare Lievi, Carmelo Ri-fici, Mario Perrotta, Ludovic Lagarde, con cui debutta al Festival de Avignon nel Richard III di Peter Verhelst, recitando per la prima volta in francese. Insieme a Michele Di Mauro, Carlotta Viscovo e Francesca Brizzolara è autrice del progetto FEROCEMADREGUERRA. È diretta da Leonardo Lidi ne La casa di Bernarda Alba per il Teatro Stabile di Torino. Nel 2004 vince il premio Eleonora Duse come migliore attrice emergente del teatro italiano.

Elisa Galvagno si diploma presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino, lavora come attrice nelle principali produzioni del TST con Mauro Avogadro, Elisabetta Pozzi, Dominique Pitoiset. Collabora da anni con diverse compagnie teatrali nazionali e con il Festival delle Colline Torinesi, per i quali è stata attrice in diverse produzioni e assistente alla regia di Ludovic Lagarde e Valère Novarina nelle edizioni italiane dei loro spettacoli. Insieme ad Andrea Bosca ha diretto e interpretato lo spettacolo Come vivo acciaio, in televisione ha lavorato con Luigi Parisi e Alessio Inturri, Cinzia Torrini, Renato De Maria, Giacomo Campiotti e Maurizio Zaccaro.

Dramelot nasce nel 2013 dagli attori del Teatro Stabile di Torino Andrea Bosca, Elisa Galvagno e Francesca Bracchino. Con la direzione artistica del progetto Le colline come vivo acciaio è testimonial della candidatura di Langhe Roero e Monferrato a Patrimonio dell’Umanità, in collaborazione con Provincia di Asti e Associazione Unesco. Lo spettacolo Come vivo acciaio è stato selezionato per la celebrazione del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Beppe Fenoglio. Ha prodotto con il Festival delle Colline Torinesi 12 suore slovacche di Sonia Chiambretto. Dal 2015 porta avanti i progetti ALL YOU CAN READ- letture in pausa pranzo e KITCHEN THEATRE- teatro con cucina. Nel 2017 è stata fra le compagnie organizzatrici del Fringe Festival di Torino, nel 2018 per il Teatro Stabile di Torino ha presentato lo spettacolo Cliché, ci spogliamo per voi in collaborazione con la Compagnia Proprietà Commutativa.
Nel 2019 debutta nella stagione “Naufragar m’è dolce” di Settimo Torinese con lo spettacolo Il campanello di Roberto Del Gaudio, per la regia di Sax Nicosia.

“Regine, “, il tema nonchè l’ambizione narrativa della stagione teatrale 2023_2024 del Teatro Baretti firmata da Sax Nicosia, attore autore e regista che per il primo anno dirige un palcoscenico che da 20 anni porta il teatro indipendente nel cuore della città.

“il titolo della stagione contiene la parola regine in minuscolo, a simboleggiare uno status personale di consapevolezza, una regalità che proviene dalla coscienza di sé e non concessa da altri, la virgola e lo spazio vuoto suggeriscono poi un elenco potenzialmente infinito di declinazioni, ruoli, condizioni possibili del genere femminile. Esplorare, sfidare e celebrare il femminino in tutte le sue molteplici sfaccettature: ecco il cuore di questa nuova stagione teatrale, che mi vede nell’inedita veste di direttore artistico.” Sax Nicosia

11 spettacoli che raccontano storie di regine: sorelle, veggenti, informate, carcerate, musiciste, manipolatrici, bambine, testimoni. Elisabetta Pozzi, Laura Marinoni, Olivia Manescalchi, Valentina Virando, Francesca Bracchino, Viola Marietti, Alice Giroldini, … condurranno il pubblico del Teatro Baretti in un viaggio unico per sfaccettature, originalità, poesia e emozioni.

Una stagione speciale resa possibile grazie alla collaborazione con Piemonte Dal Vivo nell’ambito del bando CortoCircuito, e con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Per avere altre informazioni sulla stagione è sufficiente cliccare qui
ingresso biglietto intero 12,00 euro | ridotto (studenti e over 65) 10,00
abbonamento 5 spettacoli 45,00 euro

BIGLIETTERIA ONLINE:
È consigliato l’acquisto dei biglietti online su anyticket.it
L’acquisto prevede il diritto di prevendita di 0,70€.
Non sono possibili prenotazioni telefoniche o via mail.

PREVENDITA IN CASSA:
Qualora fossero ancora disponibili dei posti in sala è possibile acquistare i biglietti degli spettacoli teatrali prima dell’inizio dell’evento.

Edizione straordinaria di Arte alle Corti, si chiude oggi

 Torino 5 ottobre 2023 – 6 gennaio 2024
Le Passeggiate di Arte alle Corti:
Si conclude mercoledì 13 dicembre la serie di incontri con gli artisti e le artiste. Appuntamento a Villa della Regina alle ore 16.00
Villa della Regina
Ph. Massimo Forchino / Artuffo
Graphic Design Leandro Agostini
Torino – Arte alle Corti invita a scoprire le opere d’arte dell’edizione straordinaria 2023 che hanno invaso le corti, i giardini e i palazzi di Torino. Si conclude il programma di incontri con gli artisti, le artiste e i componenti del Comitato, che ha avuto inizio lo scorso 10 novembre. L’ultimo appuntamento è previsto il 13 dicembre a Villa della Regina per completare il racconto, sede per sede, del dialogo tra la Torino storica e l’arte contemporanea, che il progetto ha innestato per avvicinare il pubblico alla vera linfa di Arte alle Corti: l’arte come patrimonio vivo e da vivere, anche nella quotidianità.
Mercoledì 13 dicembre a partire dalle ore 16.00 incontro con le artiste: Maura Banfo, Cristina Mandelli, Enrica Borghi, Jessica Carroll, Laura Castagno, Luisa Valentini.
Maura Banfo e Cristina Mandelli
L’anima dell’acqua; 2023;
installazione di elementi scultorei in ceramica e luce; dimensioni variabili

 Mercoledì 13 dicembre 2023

ore 16.00: Villa della Regina – Incontro con le artiste: Maura Banfo, Cristina Mandelli, Enrica Borghi, Jessica Carroll, Laura Castagno, Luisa Valentini.
Enrica Borghi
Equisetum; 2018-2023;
installazione luminosa, bottiglie di plastica, tondini di ferro, elementi illuminanti; dimensioni variabili
Arte alle Corti dal 5 ottobre 2023 al 6 gennaio 2024, apre le corti e i giardini dei palazzi storici torinesi, dal Barocco fino al Novecento, all’arte contemporanea e al pubblico, in un dialogo che promuove l’arte di oggi e fa rileggere gli scenari passati sotto una nuova luce.
Un’invasione di opere d’arte coinvolge oltre 35 artisti e artiste, occupando la città di Torino in 14 luoghi disseminati tra corti e giardini, talvolta non accessibili al pubblico, per vivere ambienti quotidiani in una nuova visione o scoprire tesori che si celano dietro le mura e le cancellate delle vie più frequentate.
Arte alle Corti è un progetto che vuole sensibilizzare e sviluppare le arti, la loro presenza nella quotidianità come elemento non accessorio, la cultura come strumento di benessere, in un dialogo con lo spazio urbano che non solo sia espositivo e contemplativo ma vissuto dal vivo e interattivo. Tra i valori ai quali il progetto si ispira, c’è proprio la cultura intesa come uno spazio della quotidianità dal libero accesso, dove le arti appaiono come strumento di crescita e di riflessione. L’arte come spazio comune e d’incontro e le corti – strutturalmente i luoghi di condivisione e passaggio delle architetture a cui appartengono – per l’occasione si trasformano in scrigni e palcoscenici per le installazioni, ma anche per altri linguaggi e realtà artistiche multidisciplinari.
Laura Castagno
Albero dei segni; 2017;
rete in acciaio inossidabile e matacrilato colorato; 250×150ø cm

LE CORTI

  1. PALAZZO CIVICO – Piazza Palazzo di Città, 1
  2. PALAZZO SCAGLIA DI VERRUA – Via Stampatori, 4
  3. PALAZZO CHIABLESE – Piazza San Giovanni, 2
  4. PALAZZO REALE e PIAZZETTA – Piazzetta Reale, 1
  5. GIARDINI REALI – Piazzetta Reale, 1
  6. PALAZZO CARIGNANO – Via Accademia delle Scienze, 5
  7. CORTE DI PALAZZO CISTERNA – Via Maria Vittoria, 12
  8. PALAZZO BIRAGO DI BORGARO – Via Carlo Alberto, 16
  9. PALAZZO MARONE CINZANO – Via Vincenzo Vela, 15
  10. POLITECNICO DI TORINO – Corso Castelfidardo, 30 A
  11. UNIVERSITA’ DI TORINO – Via Po, 17
  12. VILLA DELLA REGINA – Strada Comunale Santa Margherita, 79
  13. ACCADEMIA ALBERTINA DI BELLE ARTI – via Accademia Albertina, 6

GLI ARTISTI
Salvatore ASTORE | Marco BAGNOLI | Maura BANFO/Cristina MANDELLI | Nicola BOLLA | Enrica BORGHI | Domenico BORRELLI | Gregorio BOTTA | BOTTO&BRUNO | Jessica CARROLL | Laura CASTAGNO| Enrico Tommaso DE PARIS | Carlo D’ORIA | Gabriele GARBOLINO RU’ | GLASER/KUNZ | Susy GÒMEZ | Francesco GRANIERI | Paolo GRASSINO | Michele GUASCHINO | Enrico IULIANO| Nicus LUCÀ | Luigi MAINOLFI | Andrea NISBET | Beverly PEPPER | Nicola PONZIO | Sergio RAGALZI | David REIMONDO | Davide RIVALTA | Marinella SENATORE | Giuseppe SPAGNULO | Luigi STOISA | Saverio TODARO | Luisa VALENTINI | Fabio VIALE | Pietro WEBER

Jessica Carroll
New sense of direction; 2022;
ferro e bronzo; 44x98x200 cm
Ideazione e progetto: Silvio Ferrero.
Comitato organizzatore: Silvio Ferrero (Presidente); Guido Accornero; Daniela Fabbris; Franco Fusari; Giancarlo Gonnet; con la partecipazione di Olga Gambari (curatrice) e di Stefania Dassi (Musei Reali).

“Ferrari”, anteprima al cinema

L’anteprima tanto attesa del film dedicato a Enzo Ferrari è stata presentata  a Torino nello storico cinema ora multisala Reposi di via XX Settembre.
Presentato da Film Commission all 80ima edizione del Festival del Cinema di Venezia, sarà nelle sale di tutta Italia dal 14 dicembre p.v.
Il film è stato in parte girato nella provincia di Torino, grazie alla coesione e collaborazione di alcuni comuni della città metropolitana e del basso Monferrato, due province coinvolte, Torino e Alessandria per ricostruire i circuiti degli anni 50/60 dove la Casa di Maranello conquistava il mondo delle corse. Il film diretto da Mann è stato interpretato da attori stranieri, bravi ma distanti dalla sensibilità e dalla genuinità del personaggio. Il periodo della vita del Grande Enzo è decisamente limitato nel tempo, più gossip sulla sua vita privata che sulla carriera imprenditoriale e sportiva, un film che lascia un po’ di amaro in bocca.
GD

Vannacci e i Lions

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il generale Vannacci ha diritto a presentare il suo libro dappertutto e il presidente di una periferica circoscrizione torinese che glielo vorrebbe impedire, si rivela come sempre fazioso, vietando in un luogo pubblico di presentare un libro solo perché non piace al presidente. La cosa che stupisce è che il Lions o  meglio il Lions Taurasia (mai sentito) organizzi la presentazione e anche la cena   per festeggiare il generale. I valori del Lions non sono  proprio quelli espressi dal libro del generale. Il Lions è dedito a services di aiuto sociale e trascura da anni la cultura. La cultura al Lions non interessa? L’attuale governatore non si premura  neppure di prendere contatto con i pochi soci rimasti che occupino una posizione intellettuale. Essi danno fastidio? Il governatore in carica si è fissato con la gentilezza e ha ideato persino un biscotto che si richiama alla gentilezza, parola poco marziale. I Lions frequentano conventi religiosi e sono da tempo estranei alla vita culturale. Aprire gli occhi alla cultura di fronte alle pagine da caserma del generale non appare edificante. Molto ha messo di suo il Ministro – gigante alla Difesa nel decretare il successo a  Vannacci che forse dice anche qualcosa di vero perché il culturalmente  corretto è sempre più indigesto. Ma che il Lions promuova  Vannacci appare quanto meno poco “gentile “… Fatto a Natale poi appare proprio fuori posto. I miei amici Lions Romolo Tosetto e Dario Cravero forse si rigirano nella tomba.

“Strappami la testa dalle nuvole…”

Music Tales, la rubrica musicale

“Strappami la testa dalle nuvole

Poi nascondimi

Pregami

Buttami

Accendimi

Ascoltami

Arrenditi

Eliminami

Ma ricorda che l’Aurelia è troppo fredda quando è sera

Non si può fare come ti pare

Tra un po’ non avrai più vent’anni

E la vita diventa un mestiere”

Fulminacci, pseudonimo di Filippo Uttinacci, classe 1997, è un cantautore italiano, vincitore della targa Tenco come miglior Opera Prima e del premio MEI come miglior giovane dell’anno.

Di lui non si trova molto se si indaga sul web, se non una partecipazione al Festival di Sanremo giovani nel febbraio 2021 nella sezione “Campioni” con il brano Santa Marinella che si classifica in sedicesima posizione alla fine della competizione canora.

 Il successivo 12 marzo 2021 viene pubblicato il suo secondo album in studio “Tante care cose” che viene presentato nel tour estivo 2021 Tante care cose Tour, annunciato a fine maggio 2021.

 Il 10 marzo 2022 il disco viene ripubblicato con il titolo “Tante care cose e altri successi” e contiene 4 inediti: Brutte compagnie, Chitarre blu, Sembra quasi e Aglio e olio con Willie Peyote.

Ma a me ha fatto innamorare “una sera” e ve la vorrei far ascoltare.

“Una sera” è un ritorno a casa, dal centro alla periferia, quello che ha fatto per 5 anni di liceo sul suo motorino.

Parla di alberi e asfalto, di qualcosa che è finito ma è anche un brindisi al futuro.

“Mi piace il futuro perché lì possiamo essere forti e delicati e pieni di sogni e di vento in faccia.

E ci sono strade mai viste e fiori colorati e stagioni che soffiano giorni nuovi e polvere di stelle che si deposita sulle mani.”

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:

Buon ascolto

Fulminacci – Una sera (youtube.com)

CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Rinviato incontro con Carlo Lucarelli allo IAAD

A causa di una sopraggiunta indisponibilità dello scrittore Carlo Lucarelli, l’incontro previsto per giovedì 14 dicembre allo IAAD. nell’ambito di “Add dialogue to your design” sarà rinviato nel 2024, a data da destinarsi. 

 

 

ADD DIALOGUE TO YOUR DESIGN

 

Il male fa parte del mondo, ci affascina e ci respinge. Ma come si racconta? L’incontro con lo scrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo Carlo Lucarelli di giovedì 14 dicembre allo IAAD. per “Add dialogue to your design”, in dialogo con Andrea Bozzo, avrà come tema l’evoluzione della rappresentazione del male a partire dai grandi casi di cronaca, tra parole, immagini e canali di comunicazione, cercando il punto di incontro tra l’aspetto emotivo e l’oggettività dei fatti.

 

“Add dialogue to your design” è un originale ciclo di incontri in presenza, ideato e promosso da IAAD., con alcuni protagonisti del nostro tempo, talenti di spicco in differenti campi di ricerca e di esercizio professionale: per loro, coniugare l’esperienza creativa al valore del dialogo è, allo stesso tempo, un esercizio necessario e un dovere imprescindibile.

Il dialogo è uno dei cinque valori fondanti dell’identità IAAD., uno dei concetti chiave che l’Istituto d’Arte Applicata e Design adotta per rappresentare, definire e comunicare il proprio ruolo e le traiettorie del suo impegno culturale e formativo. Nel campo del design, il dialogo diventa l’orchestratore silenzioso che tesse lo sviluppo del processo creativo e ne guida il risultato finale. “Essere IAAD.” significa credere, oltre che nel dialogo, nei valori dell’immaginazione, del coraggio, della cultura e del rispetto.

 

BIO

Carlo Lucarelli (Parma 1960) è uno scrittore, autore televisivo e sceneggiatore. Dal 1990 ad oggi ha pubblicato oltre 20 romanzi, diversi saggi e raccolte di racconti. Per Einaudi ha pubblicato la serie di romanzi con protagonista l’Ispettrice Grazia Negro, la serie con l’Ispettore Coliandro, quella con il Commissario De Luca e la serie di romanzi storici ambientati durante il periodo coloniale L’ottava vibrazione, Albergo Italia, Il tempo delle Iene. Per la RAI è stato autore e conduttore del programma Blu Notte. Su Sky Arte HD ha scritto e condotto Muse Inquietanti ,“Inseparabili – vite all’ombra del genio” e “In compagnia del lupo – il cuore nero delle fiabe”. Dal 2017 è presidente delle Fondazione Emiliano-Romagnola per le Vittime dei Reati.

 

L’evento è gratuito e libero fino ad esaurimento posti, con registrazione obbligatoria al link:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-iaad-add-dialogue-to-your-design-carlo-lucarelli-770163248007?aff=oddtdtcreator

 

Maria Callas e la stilista Elvira Leonardi Bouyeure, in arte Biki

Nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, a Torino, in via Verdi 9, nell’ambito di “Icona Callas” si terrà martedì 12 dicembre la masterclass sulla storia del rapporto speciale tra le due donne

 

Martedì 12 dicembre alle ore 11:00, presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale in via Verdi 9, a Torino, si terrà una masterclass che fa parte di una serie di lezioni magistrali che fino al 14 dicembre indagheranno la figura di Maria Callas secondo una prospettiva transmediale e multidisciplinare.

La masterclass del 12 dicembre fa parte del programma “Icona Callas” e narra la storia del rapporto speciale tra il soprano greco e la stilista Elvira Leonardi Bouyeure, in arte Biki, conosciuta come la sarta della Callas. La masterclass prevede il dialogo tra Simona Segre-Reinach, docente di Cultura della Moda all’Università di Bologna e la Prorettrice dell’Università di Torino Giulia Carluccio.

Simona Segre-Reinach è autrice del volume “Biki-visioni francesi per una moda italiana” che ricostruisce il rapporto speciale tra Maria Callas e Biki, nata nel 1906 e scomparsa nel 1999. Si tratta della storia di un sodalizio, ma anche di una figura pionieristica della moda italiana e internazionale, il cui contributo fu fondamentale nella creazione dell’immagine iconica della Callas. Biki, insieme al genero e couturier Alain Reinaud, disegnarono gran parte del guardaroba del soprano, dai primi abiti per la nuova silhouette, ottenuta con grandi sacrifici, fino alle mise più grandiose per gli intensi anni vissuti accanto ad Aristotele Onassis.

 

Mara Martellotta

Dimore, alberi ed animali nelle acquaforti di Xavier de Maistre

Ostinato rigore” alla galleria Fogliato, sino al 13 gennaio 2024

Non è di certo tra quelli che “gettino la spugna”, Xavier de Maistre, per dirla con un’espressione con cui il critico Paolo Levi, presentando l’opera dell’artista, la raffinatezza delle sue incisioni, scriveva della scelta di molti suoi colleghi a rinunciare, alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, ad un giusto proseguimento, causa “il tracollo del mercato, causato in parte dall’inflazione produttiva collegata ai nuovi processi di riproduzione fotografica”. C’era, è vero, anche la diseducazione del pubblico ad apprezzare la grandezza dell’incisione tradizionale, c’era la scelta di quegli stessi artisti a indirizzare il proprio lavoro verso l’olio, la tecnica mista o l’acquerello. Si andava perdendo una tradizione, si andava verso la rinuncia alla ricerca e all’amore verso una forma artistica che aveva visto nei secoli i nomi di Dürer e Piranesi, di Delacroix e Daumier, di Bonnard e Picasso.

Xavier de Maistre ha continuato a seguire negli anni il proprio “ostinato rigore” – questo il titolo della mostra che lo vede ospite negli spazi della galleria Fogliato (via Mazzini 9, tel. 011 887733) sino al 13 gennaio 2024 -, una cinquantina di acqueforti, un rigoroso bianco e nero alleggerito da spruzzate di colore in alcune parti (la penna di una ghiandaia, un’acciuga fluttuante nell’acqua, una farfalla e uno stemma), un variopinto panorama di dimore (per tutte, l’eccezionalità del castello francese di Puiseux e di quello di Sayn, in Germania), alberi ed animali (la ferocia del lupo, i camosci tra i fiocchi di neve, quel capolavoro che è l’istrice, nei suoi chiaroscuri, nella punteggiatura ricamata degli aculei, di questo ventaglio filiforme che si stacca dalla piccola massa del corpo per richiamare maggiormente l’attenzione di chi guarda, sbalordito), uccelli in primo luogo, la beccaccia e il beccaccino, la civetta dallo sguardo acutissimo, l’upupa con il suo becco fuoriuscente dal cerchio che la delimita, il lungo filamento piumato della pavoncella e la cinciarella, le pernici bianche e il martin pescatore con la sua preda chiusa nel becco, la lotta dell’astore e del fagiano. Alberi, anche dicevamo: i tratti della vecchia quercia, la distesa quasi parcellizzata del bosco, il cedro posato sulla collina torinese o la neve adagiata sulla magnolia, la magia degli intrecci – il sovrapporsi di rami piccoli e grandi, un altro ricamo in bianco e nero – dei nidi ospitati.

Tirature che ondeggiano tra i trenta e i cinquanta esemplari, opere più o meno recenti, la narrazione del tempo impiegato, la forzata fatica e la ferma pazienza che è maestra di ogni incisione, il ricordo degli insegnamenti accademici di Mario Calandri e Francesco Franco, la scelta di un eremitaggio che de Maistre coltiva nella casa dei suoi avi, quell’abbraccio di colonnato che porta al suo studio, un ordine e un caos allo stesso tempo, un ordine di materiali e di strumenti e un caos di idee, di progetti, di prove, di sguardi posati sulla campagna che circonda la villa di Borgo Cornalese, fitta di memorie, dove ancora ti pare di incrociare la prigionia, gli arresti domiciliari del suo omonimo da cui nacque i 42 capitoli del “Voyage autour de ma chambre” o gli scritti post-rivoluzionari di Joseph, da cui l’artista discende, filosofo e politico, giurista e ambasciatore di Vittorio Emanuele I a San Pietroburgo ad inizio Ottocento. È un mondo virtuosistico, poetico, estremamente suggestivo, antico quello dell’artista, ma attuale, vivo e vivace, sognato e realissimo, personale e dedito all’appassionato che sappia comprendere appieno la grazia che nasce da quei fogli. Un mondo di costruzioni eleganti e di omaggi alla natura, un habitat di razionalità dettata dalle morsure dell’acido nitrico che danno vita agli “effetti cromatici e volumetrici”. Scriveva ancora Levi: “De Maistre sembra voglia soprattutto raffigurare l’anello che non tiene, ovvero l’inafferrabile leggerezza dell’indicibile, dove i segni innumerevoli applicati alla lastra si coniugano come un alfabeto misteriosamente esplicito nel loro insieme, ma impossibile da tradurre in significati correnti”.

La mostra “L’acquaforte: OSTINATO RIGORE” è visitabile dal martedì al sabato (orario 10,30 – 12,30 / 16 – 19) con apertura anche nelle domeniche 17 e 24 dicembre.

Elio Rabbione

Nelle immagini, alcune delle opere di Xavier de Maistre: “Capriolo”, acquaforte, fto carta 220×320 mm; “Cedro sulla collina di Torino”, acquaforte, fto carta 380×380 mm; “Ritratto di civetta”, acquaforte, fto carta 265×265 mm; “Villa Rossi”, Venaria”, acquaforte, fto 690×490 mm.

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Marco Meier “Ingemaus” -Feltrinelli- euro 22,00

Marco Meier ci racconta i primi 29 anni di questa donna straordinaria, morta a 87 anni, il 20 settembre 2018, della quale molto sappiamo nelle sue vesti di editrice lungimirante. Ma in queste pagine conosciamo la sua vita antecedente l’incontro con Giangiacomo Feltrinelli.

Era nata con il cognome Schöntal in Germania, a Essen, il 24 novembre 1930, da padre ebreo e madre luterana. In famiglia la chiamavano Ingemaus (topolina), e di fatto risultava una mezzosangue perseguitata dai nazisti; istruzione scolastica negata e rischio di essere deportata. Il padre Siegfried riuscì a mettersi in salvo perigliosamente e grazie al coraggio della moglie; ma oltreoceano si rifece una vita senza tornare più indietro.

Inge cresce con la madre Trudel, donna dalla tempra d’acciaio, che unisce il suo destino a quello di un ufficiale delle cavalleria tedesca, Otto. Uomo per bene che diventa un patrigno amorevole e riesce a proteggere la sua nuova famiglia per un certo tempo tra le mura della caserma di Gottinga. Ma con la fine della guerra perde tutto e la famiglia precipita verso la fame, tanto più che sono nati i fratellastri di Ingemaus, Maren e Olaf.

Nel libro scorrono l’infanzia di Inge, le amicizie, gli studi; poi finita la guerra, nel 1950, carica la sua bici gialla su un furgone, e parte in direzione Amburgo verso un futuro tutto da costruire.

Ci riuscirà benissimo. Gli inizi sono come assistente della fotografa Rosemarie Pierer. Inge dorme in uno stanzino, ma impara tutto il possibile sull’arte della fotografia. E’ minuta, bellissima, intrepida, impertinente, intuitiva, spavalda e anche fortunata; temeraria e capace di affrontare mille difficoltà, superandole, finisce quasi sempre per trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

Decide di voler diventare una fotoreporter e nulla più la fermerà. Inizia a lavorare per la popolare rivista femminile “Constanze” e ben presto si distingue come una delle fotoreporter tedesche più ricercate. Inizia a girare il mondo e inanella un reportage di successo dopo l’altro.

Decisivi per il salto di carriera lo scoop della foto che coglie la diva Greta Garbo per strada, e le apre la porta di “Life” ovvero l’Olimpo dei fotografi; quando arrivi su quelle pagine sei in vetta. Poi varca le porte dei maggiori fotografi, spesso senza neanche un appuntamento. Semplicemente e arditamente si presenta e conquista con la sua personalità pezzi da novanta come Avedon, Rawlings, Blumenfeld.

Tra gli incontri e gli scatti più importanti Anna Magnani, Billy Wilder, Haudrey Hepburn, ma anche Churchill e Kenndey. I colpi maestri sono Picasso ed Hemingway che la ospita a Cuba per tre settimane e lei ritrae con il famoso Marlin appena pescato.

E’ una fotoreporter di conclamato successo quando incontra a una festa il giovane editore italiano Giangiacomo Feltrinelli, i due si innamorano e si sposano. Inizia così la seconda vita di Inge, il cui ingresso in casa editrice si rivelerà strategico, soprattutto per la sua abilità nel tenere i contatti con gli scrittori internazionali.

E sarà lei a salvare la Feltrinelli dal disastro dopo che il marito si lega ai gruppi armati di estrema sinistra, e muore il 15 marzo 1972, ufficialmente dilaniato dalla bomba che stava per far detonare ai piedi di un traliccio dell’alta tensione a Segrate.

 

 

Cathleeen Shine “Qui tutto è possibile” -Mondadori-

Euro 20,00

La Shine, nata a Westport in Connecticut nel 1953, diventata famosa con “La lettera d’amore” nel 1996, questa volta ci avvolge con una storia che ne racchiude tante altre – dal nazismo a Hollywood- e ruota intorno a una protagonista strepitosa.

Solomea (Mamie) Künstler è un’arzilla splendida signora di 93 anni -capelli rossi, orgoglio di razza e tempra di acciaio- che vive in una villa di Venice con un cane San Bernardo e l’amica-domestica-braccio destro Agatha, che è pure mezza sorda.

Durante il lockdown ospita il nipote Julian, 24enne intelligente che non sa ancora bene cosa fare da grande; forse lo sceneggiatore, e per il momento è ben felice di fare da chaperon alla nonna che si è rotta il polso e vive vicino a Hollywood.

Julian è alla ricerca di ispirazione e non potrebbe trovare di meglio della storia di quella nonna incredibile che gli racconta la sua lunga vita, degna di un romanzo.

Mamie, di famiglia ebrea, aveva 11 anni nel 1939, quando insieme ai genitori artisti e al nonno, era fuggita da Vienna invasa dai nazisti e, a bordo del transatlantico Ȋles de France, aveva raggiunto l’America, terra di nuove opportunità.

La famiglia si era poi stabilita in una villetta sul litorale di Santa Monica, a due passi da Hollywood, che in quegli anni divenne avamposto della Mitteleuropa dando lavoro a rifugiati di ingegno e talento.

I Künstler si trovarono così a gravitare proprio nel glamour hollywoodiano: tra lavoro, party, émigré esponenti del mondo del teatro (noti alla madre) e della musica (che conoscevano il padre). Una sorta di colonia europea che annoverava personaggi del calibro di Thomas Mann, Bertolt Brecht, il regista, attore, sceneggiatore e produttore cinematografico Ernst Lubitsch, tedesco naturalizzato statunitense. E ancora, Scönberg e Stravinsky, ma soprattutto la divina Greta Garbo.

Ed è intorno all’attrice che il racconto della nonna si fa ancora più intrigante. Perché tra i tanti capitoli del passato c’è anche la relazione romantica….e forse non solo…tra la giovanissima Mami e la diva che insieme scompaiono per un periodo. Ma tra gli aneddoti e i ricordi di una vita lunga quasi un secolo ci sarà molto di più …

 

 

Pierre Adrian “I giorni del mare” -Atlantide- euro 22,00

Non per caso si tende a tornare spesso in uno stesso luogo per le vacanze; e non per caso il giovane protagonista 30enne Andrea fa ritorno nella casa di famiglia in Bretagna, a Brest. Luogo avito e magico in cui ha trascorso innumerevoli estati che l’hanno formato.

Nella casa bretone dell’infanzia si ritrovavano ad agosto nonni, zii e cugini, anno dopo anno tutti amorevolmente insieme, secondo i soliti ritmi consolidati e diventati certezze.

Il breve romanzo del francese Pierre Adrian, giovane talentuoso, nato nel 1991, è un tenerissimo tuffo all’indietro nel passato che si trasforma ora in dolce malinconia. Andrea scandisce capitoli che riproducono quei ritmi lenti, vacanzieri, di giochi, scorribande e nuotate insieme alla pletora di cugini.

Un ritmo pacato in cui si affacciano personaggi memorabili, a partire dalla nonna quasi centenaria, scenari meravigliosi come le spiagge bretoni con alte e basse maree a rendere indimenticabile l’aurea del luogo. Ritornano alla mente di Andrea le estati fatte di momenti infiniti, le colazioni tutti insieme sotto il portico, i bagni di mare e le pigre serate nei letti pieni di sabbia. Poi gli incontri con nuovi amici, come Anna, conosciuta quando era bambino e di cui aveva perso i contatti; e uno su tutti il cuginetto Jean che rimane nel cuore.

 

 

Francesca Sgorbati Bosi “Nobili contraddizioni” -Sellerio- euro 20,00

In questo accurato saggio, la studiosa del Diciottesimo secolo in Francia e Gran Bretagna, racconta come in quel tempo in Inghilterra fu messo a punto un nuovo codice di comportamento con lo scopo di differenziarsi dai detestati francesi.

Con l’ambizione di creare una nazione di eroi in grado di conquistare il mondo, elaborarono un modello preciso di donne e uomini inglesi al quale bene o male il paese si adattò.

Alcune contraddizioni però non vennero sanate da questo galateo. Per esempio, il gentiluomo inglese doveva avere il massimo self control, ma nella realtà la violenza serpeggiava anche nelle scuole. Tra gli altri ideali c’erano: onestà e lealtà (ma adulteri e scandali imperavano); razionalità (ma si perdevano fortune al gioco d’azzardo); buon gusto e sobrietà (ma andavano pazzi per le feroci lotte tra animali che invece scandalizzavano gli stranieri). E tra i numerosi dictat anche l’essere cosmopoliti (eppure giravano per il mondo pieni di pregiudizi inscalfibili) e andare fieri della libertà inglese (ma le donne non ne usufruivano).

Molte contraddizioni non si risolsero, ma insieme al galateo elaborato nel Settecento, crearono il British Style che, nel bene e nel male, tutt’ora conosciamo.

L’autrice riesce a raccontare tutto questo in modo documentato, ma anche divertente e facilmente accessibile. Sottolinea come gli inglesi, a differenza di francesi e italiani, impressero al loro galateo un forte significato nazionalistico che li identificava.

Mettendo a punto una sorta di politeness dettagliata ci si ispirò al comportamento degli aristocratici, e si sostenne che per essere considerati dei veri gentleman occorreva comportarsi esattamente come loro.

 

Rock jazz e dintorni a Torino. “Divina Commedia” rap per Tedua, il sold out per Giorgia

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Gli appuntamenti musicali della settimana

Lunedì. Al teatro Carignano prosegue fino a domenica “Fred!”, tributo a Buscaglione, di e con Matthias Martelli, le musiche live del sestetto di Fabio Bosso e la regia di Arturo Brachetti. Al Le Roi recital di Don Backy.

Martedì. Al Pala Alpitour tutto esaurito per Tedua e la sua originale versione rap de “La Divina Commedia”. In scena al Blah Blah, tributo al Bowie berlinese da parte del trio composto da Fabio Bosco, Luca Swanz Andriolo e Onyricon. All’Osteria Rabezzana una serata di musiche da film con l’Ensemble di Marco Nieloud. Al Circolo della Musica di Rivoli luci puntate sul gospel dell’americano di Cleveland, Pastor Ron. Allo Spazio Varco di Cuneo microfoni per François Camburzat.

Mercoledì. Al Pala Alpitour gran serata per Giorgia, anche lei ad un passo dal sold out. Al Cap10100 il pop elettronico del duo scandinavo Lust for Youth.

Giovedì. Ancora al Pala Alpitour, arriva il tour di Irama e Rkomi. Al Barrio, dalla scena punk di New York, luci su The Casualties. All’Hiroshima Mon Amour il cantautore salernitano Napoleone; all’Off Topic la musica di Narratore Urbano. Al Cafè Neruda il jazz del quartetto di Sandro Gibellini e Riccardo Zegna. Al Bunker, per quattro serate di seguito, Carlo Roncaglia è il protagonista di “Canzoni delle osterie di fuori porta”, spettacolo omaggio all’arte di Guccini. I 99 Posse suonano al Cinema Vekkio di Corneliano d’Alba; Elio e le Storie Tese si esibiscono allo Splendor di Aosta.

Venerdì. All’Hiroshima Mon Amour i Casino Royale; al Folk Club l’Elastic Trio di Riccardo Tesi; allo Spazio 211 i Sick Tamburo. Il duo veneziano Queen of Saba è on stage all’Off Topic e la milanese Caro Wow suona al Capodoglio. L’Imbarchino ospita i livornesi Weekend Martyr e i bolognesi Di Notte. Il dj statunitense Seth Troxler è sotto i riflettori dell’Audiodrome di Moncalieri e l’ex frontman degli Iron Maiden, Paul Di’Anno, è ai microfoni del Civico 25 di Casellette.

Sabato. Al Pala Alpitour ancora un sold out, questa volta per lo show di Calcutta. All’Auditorium del Lingotto suona per beneficenza Stefano Bollani; James Walsh, degli inglesi Starsailor, si esibisce in solo al Folk Club. Allo Spazio 211 il rap di Radical; allo Ziggy il metal dei Plakkaggio. Al Magazzino sul Po palcoscenico per il toscano Andrea Guerrini, in arte Arco, a seguire i siciliani Basiliscus. Allo Zac di Ivrea live show degli X-Mary; al Palco 19 di Asti luci accese per i Folkstone.

Domenica. Al Blah Blah la musica di Surfer Joe e della sua band. Per Novara Jazz, al Piccolo Coccia (alle 11,30) tocca al tributo “The Jazz Side of Bacharach”: suonano il Wally Allifranchini Quartet e Fabrizio Bosso.

Pier Luigi Fuggetta