CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 170

Al Serenissimo di Cambiano “Ritorno al cavallino bianco”

La grande operetta  con Anna Marchesano

 

La stagione del teatro Serenissimo di Cambiano, sotto la nuova direzione di Stefano Mascagni, prosegue con la grande operetta. Sabato 3 febbraio prossimo andrà in scena ‘Ritorno al Cavallino bianco’ della compagnia Operette Champagne. Si tratta di un libero adattamento di Anna Marchesano per la regia di Fulvio Trivero. Una numerosa compagnia di cantanti e musicisti per un grande classico dell’operetta. In un albergo del Tirolo giungono, per una vacanza, un ricco industriale veneziano con la figlia Ortensia. L’uomo spera di trovare giovamento nel corpo e nello spirito, stressato da un lungo processo. Le sue speranze vengono presto deluse perché giunge nello stesso albergo un avvocato, che egli scoprirà essere il legale del suo avversario e che fa la corte a Ortensia, scatenando le ire dell’industriale.

L’operetta è un genere musicale e teatrale nato nel 1856, con la pièce “La rose de Saint Flour” di Jacques Offenbach, suo massimo esponente e divenuta famosa in seguito in Austria. Differisce dal melodramma tradizionale per l’alternanza sistematica di brani musicali e parti dialogate. Sotto questo aspetto l’operetta è vicina al teatro di prosa e al vaudeviĺle, anche se non bisogna dimenticare che, nell’Europa centrale, il teatro leggero o comico presentava già in precedenza una simile alternanza di canto e recitazione, nei generi dell’opera comique e del singspiel. Gli eredi dell’operetta saranno il musical e la commedia musicale.

La stagione proseguirà sabato 9 marzo con la compagnia teatrale I Masaniello, capitanata da Alfonso Rinaldi in “Miseria e nobiltà” di Eduardo Scarpetta, un classico che, nell’adattamento del regista Rinaldi, rimanda fino al finale un vortice di crescente e travolgente comicità, che risucchia il pubblico in una spirale di trovate alle quali diventa impossibile opporre resistenza.

La stagione si concluderà sabato 20 aprile con una commedia, un giallo, tutta al femminile: Ussi alzati e Barbara Bertato saranno le protagoniste di “Piccoli crimini condominiali” di Giuseppe della Misericordia per la regia di Teo Guadalupi. L’improvvisa dipartita di un anziano vicino di casa scatena in due cugine il senso di rivalsa che da sempre covano nei confronti dello Stato contro i vicini e forse, anche contro se stesse. Perché non far sparire il corpo dell’anziano e continuare a incassare la sua pensione? Sembra la scelta più giusta da compiere. Le due donne decidono, così, di prendersi con cinica leggerezza quello che pensano di meritare e cercano di ricostruirsi una vita più felice. In fondo basta poco, qualche altro vicino da far sparire e qualche altra pensione da incassare.

Al teatro Serenissimo la biglietteria è aperta nel giorno dello spettacolo dalle ore 15.

 

Mara Martellotta

Parte dal Forte di Bard il tour di “Wildlife Photographer of the Year 2023”

La natura e i suoi protagonisti. In un click le migliori foto del 2023

59esima edizione. Fra i vincitori anche la piccola torinese Ekaterina Bee

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Bard (Aosta)

Un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, che si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi anch’esse dorate e a piccole strisce multicolori: siamo di fronte a uno spettacolo naturale in grado di ricordarci quanto sia grande e inattesa la bellezza del Creato, in ogni sua più piccola e vitale espressione. Ma siamo anche di fronte alla grandezza di una foto e di un “maestro” della fotografia capace di cristallizzare, nell’attimo che conta, quella meraviglia che d’improvviso si mostra ai suoi occhi per donarla a tutti noi. “The golden horseshoe è la foto vincitrice in assoluto della 59esima edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più datato (1964) e prestigioso riconoscimento dedicato alla “fotografia naturalistica”, promosso dal “Natural History Museum” di Londra. E l’artista che la firma (“fotografo naturalista dell’anno 2023”) è il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021.

“Wildlife Photographer of the Year” fornisce “una piattaforma globale” che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate (e giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica raccontando e indicando possibilmente un futuro a difesa del Pianeta) intraprendono un “tour internazionale” che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone. Per l’Italia la prima tappa è nelle Sale delle Cannoniere al “Forte di Bard”, dove gli scatti premiati nelle 17 categorie saranno presentati, da sabato 3 febbraio a domenica 2 giugno, in un suggestivo allestimento all’interno di light panels (pannelli retroilluminati) capaci di renderli ancora più emozionanti.

Le cifre: sono 49.957 le iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza, provenienti da 95 Paesi, registrate nel concorso di quest’anno e scattate nel corso dell’anno appena concluso.

Accanto alla foto vincitrice del francese Ballesta, altro scatto decisamente curioso e intrigante è quello dell’israeliano Carmel Bechler, vincitore del “Young Wildlife Photographer of the Year 2023”, con l’immagine “Owls’ road house” che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Occhi e mani al servizio di indubbie capacità tecniche e anima attenta alle voci di un’intensa emozionalità.

Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (abruzzese di Montesilvano, menzione speciale nella sezione “Photojournalism”), i romani Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione “Zone Umide”) e Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria “Talento naturale”) e il milanese Pietro Formis (menzione speciale nella sezione “Ritratti animali”).

Un plauso speciale e (lo confesso) di parte, per l’undicenne torinese Ekaterina Bee (premiata nella categoria 11-14 anni) e già vincitrice del “Wildlife Photographer of the Year 2022” (nella categoria fino ai 10 anni). Titolo della foto presentata quest’anno: “Out of the blue”. Su una barca nelle acque dell’isola di Skye (Scozia), l’isola più grande dell’arcipelago britannico delle Ebridi, Ekaterina ritrae con sorprendente e rapida abilità, attraverso i varchi creati dal pacato ondeggiare delle acque, l’elegante scivolare di una coppia di “delfini tursiopi” men che meno, in questo caso, “acrobati dei mari”, ma placide creature alla ricerca – pare – della migliore posizione per permettere ad Ekaterina di scattare una foto davvero “da incorniciare”.

 

Gianni Milani

 

“Wildlife Photographer of the Year”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Orari: Mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

 

Nelle foto:

–       Laurent Ballesta: “The golden horseshoe”, 2023

–       Carmel Bechler: “Owls’ road house”, 2023

–       Ekaterina Bee: “Out of the blue”, 2023

La magia delle bambole Lenci

Una passione torinese che si trasformo’ in successo internazionale

Il 23 aprile 1919 nacque a Torino la Lenci ,  “Ludus est nobis constanter industria” (il gioco è per noi costante lavoro), l’azienda delle famose e iconiche bambole conosciute in tutto il mondo che produceva anche altri giocattoli, mobili in legno, articoli per la casa e accessori per l’ abbigliamento.

Lenci non era solo l’acrostico del motto che i coniugi Enrico Scavini ed Elena Konig, donna colta e raffinata di origine austriaca, avevano creato per celebrare la loro attivita’ , ma anche il soprannome della signora che aveva cominciato la sua esperienza ludico-professionale in via Marco Polo 5 insieme al fratello che aveva deciso di aiutarla a creare le magnifiche creazioni che piacevano tanto ai Savoia.

Il marchio composto dall’immagine di una trottola, un filo e lo slogan che fa da cornice fu depositato nel 1922 e diede inizio ad una avventura che, oltre alla produzione e commercializzazione delle bambole, si configurera’ come punto di riferimento per la moda di quegli anni e sara’ motivo di ispirazione di artisti e sorgente di idee e creativita’.

Le Lenci non raffiguravano solo bambini, spesso dalla faccina imbronciata, ma anche silhouette con vestiti etnici e personaggi famosi come Marlene Dietrich e Rodolfo Valentino; raggiunsero presto un grande successo che le porto’ ad esposizioni molto importanti come quella di Parigi, Roma e Zurigo. Nel 1926 fu stampato il catalogo dell’azienda completo di tutti i prodotti che fu ampliato, a sua volta, nel 1927 con l’inserimento delle ceramiche. L’introduzione di nuove oggetti, oltre a rappresentare l’evoluzione della azienda, fu anche un ulteriore sforzo per combattere i diversi tentativi di concorrenza che misero l’azienda in crisi diverse volte. Dal 1928 la Lenci e’ nel momento di massima di espansione, ma questo non evitera’ difficolta’ economiche, dovute agli alti costi di gestione, che richiederanno la compartecipazione di un socio, Pilade Garella, che ne diventera’ proprietario unico nel 1937. Elena Koning rimarra’ come direttore creativo e si occupera’ di assicurarne lo stile e la linea fino alla morte del marito, momento in cui decise di lasciare l’azienda. Nel 1997 la Lenci venne venduta all’azienda Bambole Italiane che, purtroppo, e’ fallira’ nel 2002.

Ancora oggi si utilizza il panno lenci una stoffa non tessuta che viene usata per fare vestiti, ma anche accessori e collane grazie alla sua facilita’ di utilizzo e che rimanda alle famose bambole che erano foderate con un’ ulteriore strato di mussola, per renderle lavabili, e ricoperte di polvere vellutina.

L’avvento della celluloide rese le bambole di pezza obsolete e la produzione si concluse, ma ancora oggi le Lenci possono essere trovate nei mercati e nei negozi di antiquariato oltre che su diversi siti internet di commercio e di collezionisti.

Il loro successo fu talmente importante che vennero esposte nei musei di tutto il mondo tra cui New York e Tokyo, questa fama fu il frutto di una passione, trasformatasi poi in lavoro, che segno’ un periodo magico per Torino che ancora una volta si conferma luogo di fertile di estro e genialita’.

MARIA LA BARBERA

Ambra Angiolini in Oliva Denaro al Teatro Superga Nichelino 

 

Venerdì 2 febbraio, ore 21

 

La storia vera di Franca Viola nel romanzo candidato al Premio Strega 2022 di Viola Ardone

 

 

C’è una storia vera e c’è un romanzo. La storia vera è quella di Franca Viola, la ragazza siciliana che a metà degli anni ’60 fu la prima a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore” dopo aver subito violenza. Il romanzo di Viola Ardone “Oliva Denaro”, candidato al Premio Strega 2022, prende spunto da quella vicenda, la evoca e la ricostruisce reinventando il reale nell’ordine magico del racconto. Oliva ormai adulta racconta al pubblico la sua storia a ritroso, da quando ragazzina si affaccia alla vita fino al momento in cui, con una decisione che suscita scandalo e stupore, rifiuta la classica “paciata” e dice no alla violenza e al sopruso. Una storia di crescita e di emancipazione che scandaglia le contraddizioni dell’amore (tra padri e figlie, tra madri e figlie) e si insinua tra le ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa.

 

Venerdì 2 febbraio, ore 21

Oliva Denaro

Dall’omonimo romanzo di Viola Ardone

Con Ambra Angiolini

Drammaturgia e regia di Giorgio Gallione

Biglietti: 25 euro galleria, 30 euro platea

 

La stagione 2023-2024 del Teatro Superga è promossa dalla Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di Fondazione CRT e Regione Piemonte, firmata dalla direzione artistica di Alessio Boasi, Fabio Boasi e Claudia Spoto, in collaborazione con Piemonte dal Vivo. Produzione esecutiva Fondazione Reverse. Creative mind: Noir Studio.

 

Info

Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino (TO)

011 6279789

www.teatrosuperga.it biglietteria@teatrosuperga.it

IG + FB: teatrosuperga

Orari biglietteria: mar, gio, ven e sab 16-19; mer 10-13 e 14-19

I biglietti si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Superga, sul luogo dell’evento nei giorni di spettacolo dalle ore 18

I 10 anni di Seeyousound, un festival unico

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Seeyousound edizione numero 10 per un festival unico nel suo genere.

Contaminazioni e incroci tra musica e cinema. Il Festival si svolgerà dal 23 febbraio al 3 marzo. Tra lungometraggi, corti , documentari e videoclip, 90 saranno i film in programma al cinema Massimo. Gli ospiti saranno 60, 24 i live e dj set. Il 23 febbraio aprirà il Festival il documentario “Let The Canary Sing” che vede protagonista Cyndi Lauper. Molti i film proposti. Dedicati a : Nick Cave e i Birthday Party, Fatboy Slim, Joan Baez, Little Richard. Uno sguardo anche sulla bossa nova con Tom Jobim e Elis Regina. Spazio anche per i Gogol Bordello, il batterista Max Roach, il punk rock dei Crass, la dance degli anni 70 e la dancehall giamaicana degli anni anni 90. Protagonista di questa edizione sarà il regista Julian Temple che presenterà le sue “rarities”  realizzate per la Bbc. Quattro opere dedicate a Keith Richards, Clash e Sex Pistols. Gli sarà consegnato un premio alla carriera. Oltre le proiezioni vi saranno momenti di musica dal vivo tra cui le esibizioni di Lepre, Cristina Donà e Saverio Lanza, Lamante che aprirà la serata inaugurale. Domenica 25 Masterclass “Music Doc” con Carlo Massarini. “Stimiamo che il festival 2024 costi 150 mila euro, cifra che attualmente è coperta solo in parte” ci tiene a precisare il direttore Carlo Griseri. Per sostenere il Festival verrà lanciato un Crowdfunding.

Pier Luigi Fuggetta

Un pittore torinese contro il Sultano, una mostra in Duomo

Si infila a sorpresa in mezzo alla battaglia con un autoritratto e dipinge la liberazione di Belgrado dall’assedio degli Ottomani nel 1456 quando le bandiere della Mezzaluna minacciavano il mondo cristiano. L’artista torinese del Settecento Pietro Domenico Olivero (1679-1755) appare sul lato destro del quadro, con un manto rosso, la spada in mano e ai suoi piedi il suo amato cane, quasi coperto e protetto da Fra Giovanni da Capestrano, il vero protagonista dell’opera, un coraggioso frate francescano che con il vessillo crociato e il crocifisso in mano uscì dalla fortezza assediata e lanciò i cristiani contro i turchi che circondavano la città mettendo in fuga l’armata del sultano Maometto II che tre anni prima aveva conquistato Costantinopoli. Il religioso ebbe un ruolo importante nella battaglia, incoraggiò soldati e cittadini di Belgrado con le sue preghiere impegnandosi per la libertà dei cristiani.
Con le sue parole infuocate affascinò una folla enorme di giovani, studenti, contadini, borghesi, religiosi, poveri, eremiti e mendicanti diventando l’anima della lotta. La battaglia di Belgrado del 1456 fu vinta da una coalizione serbo-ungherese contro gli Ottomani e ritardò di 70 anni l’invasione turca dei Balcani. Le campane delle chiese suonarono a festa per interi giorni e la notizia della vittoria esaltò l’Europa cristiana. Nato a Capestrano, paesino presso l’Aquila, il francescano Giovanni è stato proclamato santo dalla Chiesa nel 1690. Oggi il frate abruzzese è il patrono dei cappellani militari di tutto il mondo. “Giovanni da Capestrano alla liberazione di Belgrado” è una delle sei opere di Olivero, recentemente restaurate, provenienti dalla Chiesa di San Tommaso ed esposte in via eccezionale in Duomo per pochi giorni, fino all’11 febbraio, negli orari d’apertura della cattedrale, in attesa di trovare una sede adeguata. Si tratta di sei dipinti a olio su tela con le storie di Santi Francescani commissionati nel 1731 a Olivero dai Frati Minori per l’antica chiesa di San Tommaso. Le tele era ridotte assai male, annerite e poco comprensibili, il delicato intervento di restauro le ha riportate all’originario splendore. Oltre alla liberazione di Belgrado, nella navata laterale destra del Duomo si ammirano altre cinque opere di Olivero, l’estasi di San Francesco d’Assisi, Francesco che muta l’acqua in vino, San Salvatore da Horta risana gli infermi, il miracolo della mula di Sant’Antonio da Padova e Sant’Antonio che predica ai pesci. Il restauro è stato fortemente voluto da don Carlo Franco, ex parroco del Duomo, musicista e direttore del Museo diocesano, scomparso un anno fa e proprio a lui è dedicata la mostra. Pittore dei Savoia, Pietro Domenico Olivero nacque e morì a Torino, subì l’influsso dei pittori olandesi e fiamminghi attivi in città alla fine del Seicento. È ritenuto tra i principali autori italiani della pittura bambocciante, scuola pittorica cresciuta a Roma nel XVII secolo.
                                                                      Filippo Re
nelle foto:
“San Francesco muta l’acqua in vino” opera di Pietro Olivero
“San Giovanni da Capestrano alla liberazione di Belgrado” opera di Pietro Domenico Olivero

“Musica e parole” nella magica atmosfera del Grand Hotel Billia

Atteso l’appuntamento di venerdì 9 febbraio presso la Brasserie Du Casino dove ad intrattenere gli ospiti sarà la cantante  Chiara De Carlo considerata una tra le più conosciute voci black soul sul territorio piemontese.
La cantante si esibirà per 50 minuti con brani che spaziano dal pop al jazz al blues non dimenticando le cover di artisti italiani ed internazionali.
La nota maestra di canto è stata anche coach ad X Factor e ama molto i brani di Lucio Battisti oltre che il blues ed il jazz.
Da qualche anno si esibisce sul territorio anche con la sua band composta da 5 elementi “Chiara De Carlo  Queen Tet”  esaltando generi musicali dallo swing al jazz.
Sul palco anche la presentatrice e giornalista di estrazione torinese ma, ormai da 10 anni, trasferitasi a Roma : Barbara Castellani.
La ricordiamo nei suoi esordi a condurre programmi tv come “ Pianeta vip” sui circuiti di Telestudio ed Odeon “ Salute e bellezza” per approdare infine su Sky .
Il connubio  “De Carlo  – Castellani ” vi intratterrà anche il 10 febbraio presso la Sala Cheminee del Grand Hotel Billia.
Una cornice da sogno che, grazie alle sue ampie vetrate favorisce una vista mozzafiato sul panorama montano, l’eleganza di un arredamento ricercato e due professioniste per  “ musica e parole” .

Ritorna a Rivoli il Talent destinato ai giovani talenti musicali

Torna nuovamente presso la sede del Circolo della Musica di Rivoli il 22 Marzo 2024 “All Music Contest”, il progetto della Città di Rivoli, Assessorato alle Politiche Giovanili in collaborazione con l’Associazione AYE – Alternative Young Entertainment.

L’evento, destinato ai giovani artisti under 25 del territorio, darà la possibilità a cantanti, band e Dj di esibirsi e competere per il primo premio: la produzione di un singolo con il Millenium Van, collettivo artistico di professionisti dello spettacolo.

In tale occasione presenzierà una giuria selezionata di professionisti del settore e si esibirà la vincitrice dell’edizione precedente, Stella, con il brano prodotto dal Millenium Van.

Per partecipare al Contest occorre compilare il form presente sul sito

All Music Contest 2024…accetti la sfida? Iscriviti entro l’8 Marzo 2024

Le iscrizioni chiudono l’8 marzo 2024.

Le audizioni si svolgeranno al Circolo della Musica in via Rosta 23 a Rivoli il 12 Marzo 2024.

Ettore Bassi in “Trappola per topi” al Teatro Concordia

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Giovedì 1 febbraio, ore 21

Ettore Bassi in “Trappola per topi”

 

 

Ettore Bassi in “Trappola per topi” si confronta con un classico della letteratura teatrale di Agatha Christie, senza tempo e dalla straordinaria efficacia scenica, che lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa.

 

NOTE DI REGIA

Il 25 novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare. Altra considerazione: nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già visto, un po’ calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè. Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione dell’Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico.

Giorgio Gallione