CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 12

Luzzogno, casa Gozzano. Una questione di stile 

L’architettura della struttura più importante di Luzzogno, definita “la casa dei nobili Gozzano” che si onoravano del titolo di conti fin dal secolo XVI, è un segno indicativo del gusto familiare.
Dal 1533 al 1552 don Taddeo Gozzano fu il secondo parroco di Luzzogno in ordine cronologico che sostituì l’introvabile don Pietro Alessi. Prima sospeso per la vendita di vino come i bettolieri e poi assolto continuando il suo ministero, don Taddeo era figlio del capostipite Antonio, nato nel 1475. Don Francesco Gozzano, componente della linea primordiale dei fratelli e zii che acquisirono enormi fortune e titoli nobiliari all’inizio del XVII secolo a Casale Monferrato, fu l’ultimo della famiglia a risiedere nella casa più prestigiosa del paese. Don Francesco, zio del vescovo di Acqui Carlo Antonio Gozzano, resse la parrocchia con molto zelo dal 1620 al 1671 e fu sepolto a Luzzogno nella chiesa parrocchiale di San Giacomo. Il ricchissimo Bernardino Gozzano, figlio del notaio casalese Antonio, proprietario di case e terreni a Moncalvo, Cereseto, Serralunga di Crea e Casale molto sensibile alle necessità dei parroci, fu l’ultimo intestatario della casa.

La proprietà fu ceduta da Bernardino al Comune di Luzzogno nel 1709 con atto del notaio Giovanni Albergante di Omegna con la clausola che fosse mantenuta in perpetuo dai curati del luogo, diventando cosi la nuova casa parrocchiale e fu don Francesco Albergante a prenderne possesso nello stesso anno, parroco di Luzzogno fino al 1728. Sulla strada pubblica si trova la cappelletta annessa alla casa dedicata a San Filippo Neri, rappresentato con alcuni ragazzi e la Madonna col bambino nella parte superiore. La scala trapezoidale in pietra offre effetto pittoresco all’ingresso del cortile interno. Il carattere aristocratico dell’edificio risulta evidente nella disposizione degli ambienti e nell’imponenza della struttura. Nel luminoso loggiato del piano superiore, da cui si gode uno splendido panorama sulla vallata, troviamo una grande composizione allegorica di uno sconosciuto frescante del XVI secolo. A sinistra è raffigurata la storia della salvezza con le virtù, tre teologali e quattro cardinali, illustrate in alto da un angelo e in basso da una figura femminile, a destra i sette vizi capitali con le rispettive didascalie in esatta contrapposizione alle virtù.

Alla base troviamo due distici, sotto ai vizi capitali leggiamo “Ai cattivi non giova avere buone conoscenze se non onorano il Dio vero e santo” e sotto alle virtù “Se c’è qualcosa che conviene ai bambini e ai vecchi, cogli con chiarezza tutta la forza delle virtù”. Al centro la palma che porta il frutto a Maria, madre di Gesù, rappresentata nell’ovale che indica il piano verso la salvezza. Sulle spirali del nastro centrale attorcigliato alla palma troviamo altre didascalie, tra cui “Madre della salvezza di tutti”, “Questa è la celeste pianticella”, “Tu sei la vera primogenita senza la macchia di Adamo”. Le scritte teologiche e il linguaggio poetico dell’affresco di un ecclesiastico sono state eseguite molto probabilmente da uno dei primi parroci residenti nella casa. Gli abiti dei personaggi allegorici non hanno elementi sufficienti per una precisa datazione, mentre gli angeli denotano derivazioni Gaudenziane. Nel 1972 la casa e la cappella hanno avuto una importante e completa ristrutturazione con notevoli sacrifici e spese dei proprietari, coniugi Ambrogio Zanoni e Maria Luisa Schiavetta, per decenni insegnante elementare di Luzzogno.

Nel 2019 i coniugi Zanoni organizzarono la visita a Casale Monferrato dell’ultimo marchese di San Giorgio Titus Gozani con la moglie Eva Maria Friese di Dusseldorf, ospitati nella loro casa di Luzzogno, accompagnati nelle visite monferrine dal maestro Gianni Calvi e dal nostro storico Dionigi Roggero. Il primo restauro dell’affresco è stato eseguito da don Luigi Arioli (1916-1998) storico, padre Rosminiano di Stresa autore dello studio sulla antica struttura con planimetria dei locali e traduzione delle didascalie, pubblicato nel 1976 sulla rivista trimestrale “Lo Strona” a cura della Comunità Montana. Le opere di don Arioli, specialista in disegni a china, sono state esposte nel 2011 nella foresteria grande della Sacra di San Michele. A Luzzogno, dal gennaio scorso, è in fase di allestimento la triennale del Santuario della Madonna della Colletta, edificato per ex voto da un Gozzano nel XVI secolo. A settembre, per la ricorrenza della festa della Natività della Beata Vergine Maria molto attesa da migliaia di fedeli, parteciperà il vescovo di Novara S.E. Mons. Franco Giulio Brambilla.
Armano Luigi Gozzano 

Expocasa 2025 si rinnova, l’arte urbana di John Blond apre una nuova stagione nell’era dell’abitare

Nei giorni scorsi le pareti che incorniciano il sofisticato impianto di areazione all’ingresso dell’Oval Lingotto Fiere si sono trasformate in un’opera di arte urbana. I celebri ‘Noodles’ dello street artist John Blond  hanno invaso lo spazio, anticipando visivamente la metamorfosi di Expocasa 2025, organizzata all’Oval Lingotto Fiere da Gl Events Italia dal 4 al 12 ottobre prossimi.

L’intervento segna una storica svolta per la celebre manifestazione che si apre al design, all’arte e all’innovazione, evolvendo in una vera Turin Design Week. L’intervento percorre l’arrivo del Salone e resterà visibile anche dopo la manifestazione,  lasciando un segno tangibile nella geografia visiva del quartiere fieristico.
La decorazione accoglie i visitatori e segna simbolicamente l’ingresso in una nuova era per Expocasa; dopo oltre sei decenni di storia l’evento dedicato alle frontiere dell’abitare ha deciso di cambiare passo e superare i confini della tradizionale fiera dell’arredamento, per diventare un laboratorio culturale e urbano, capace di interpretare i cambiamenti della vita quotidiana.
Il rinnovamento dell’identità visiva è stato affidato a John Blond, artista e designer tra i più interessanti della scena creativa italiana. Ne è  scaturito molto di  più di un’immagine coordinata. Il nuovo volto di Expocasa riflette, infatti, l’invito a ripensare il nostro modo di abitare, vivere e immaginare la casa, con occhi nuovi e con uno sguardo che unisce radici e contemporaneità.

La scelta segna inoltre un punto di svolta nel percorso della manifestazione  che diventa Turin Design Week, aprendosi sempre più al design, all’arte e all’innovazione tipici di Torino.
Protagonisti della trasformazione di Expocasa sono i ‘Noodles’ di Blond, pattern ipnotici e dinamici, in cui linee fluide si intrecciano su superfici cromaticamente esplosive.
Dalle tele ai muri urbani, dagli oggetti quotidiani alle installazioni monumentali, il segno di Blond conquista ogni supporto. Questa energia visiva ha preso forma sulle pareti antistanti  l’Oval Lingotto Fiere, ma non si ferma lì perché l’artista ha anche firmato il nuovo manifesto del Salone e continuerà ad esprimersi nei giorni della manifestazione.

Blond realizzerà un’installazione immersiva che accompagnerà i visitatori durante Expocasa. Il suo spazio di azione  includerà pitture murali, arredi e oggetti personalizzati e sarà  completato il giorno dell’apertura di Expocasa nel corso di una performance artistica dal vivo. Alcuni oggetti da lui rappresentati e personalizzati, come sedie, specchi, vasi, piccoli mobili, saranno disseminati all’interno del Salone e regalati a chi saprà trovarli. Così i visitatori diventeranno protagonisti di una caccia al tesoro creativa.

“Con Expocasa 2025 vogliamo proporre un’esperienza culturale che metta il design al centro come linguaggio trasversale – afferma Gàbor Gancer, amministratore delegato di GL events Italia- per questo abbiamo scelto un artista in grado di tradurre questa visione in forme potenti e originali”.

“I miei Noodles sono un flusso continuo,  come il cambiamento – afferma John Blond. Portarli a Expocasa significa intrecciare arte e quotidianità,  creare un ambiente capace di sorprendere, di coinvolgere e lasciare un ricordo. È un invito a guardare la casa come un oggetto vivo, in movimento”.

Location Oval Lingotto Fiere, Torino

Date 4-12 ottobre 2025.

Doppio accesso per facilitare i visitatori che arrivano dalla stazione ferroviaria Torino Lingotto e fermata Metropolitana Italia 61.

Orari di apertura

Lunedì- venerdì 15-21

Sabato e domenica 10-21

Mara Martellotta

Ferragosto al cinema a San Sicario

San Sicario si prepara a celebrare il Ferragosto con due proiezioni cinematografiche, inserite nella rassegna “Spettacoli di mezza estate… in vetta”. L’iniziativa, promossa dalla compagnia teatrale torinese Onda Larsen in collaborazione con l’Associazione Non Solo Neve, promette serate all’insegna del grande schermo e dell’intrattenimento di qualità.

Al Teatro San Sipario, a San Sicario di Cesana,  venerdì 15 agosto alle 21 “Cyrano Mon Amour” di Alexis Michalik. Una commedia brillante che ci trasporta nella Parigi della Belle Époque per raccontare la geniale e rocambolesca nascita di uno dei capolavori teatrali più amati di sempre, il “Cyrano de Bergerac”. Il film segue le divertenti disavventure di Edmond Rostand, drammaturgo di talento ma sfortunato, che si trova a dover scrivere una commedia epocale in sole tre settimane, avendo in mente solo il titolo. Un’occasione per scoprire, tra risate e colpi di scena, come nasce un’opera leggendaria.

La serata di sabato 16 agosto, sempre alle 21, sarà invece dedicata a “Sotto le Stelle di Parigi” di Claus Drexel. Basato su una storia vera, questo film commovente è una vera e propria fiaba moderna, capace di toccare il cuore di grandi e piccini. La pellicola narra l’incontro inaspettato e profondo tra una donna che ha conosciuto molte difficoltà nella vita e un bambino a cui è stato tolto tutto. Un racconto che fa sognare, riaccende la speranza e offre un messaggio di umanità e resilienza, perfetto per tutta la famiglia.

Biglietto unico 10 euro. I biglietti sono acquistabili sia in cassa il giorno dell’evento sia sul sito www.ticket.it

Informazioni: info@ondalarsen.org; 3514607575.

Il Cinema San Sipario è in frazione San Sicario Alto C1 3/b, Cesana. Inizio sempre alle 21.

 

A Torino Ferragosto al museo

Venerdì 15 agosto ingresso a 1€ per le collezioni permanenti e tariffa ridotta a 1€ per le mostre temporanee di GAM, MAO e Palazzo Madama

La Fondazione Torino Musei invita visitatori e turisti a trascorrere la giornata di Ferragosto nelle sale di GAM, MAO e Palazzo Madama.


Venerdì 15 agosto 2025 nei tre musei della Fondazione sarà possibile visitare le collezioni permanenti e le mostre collegate al prezzo simbolico di 1€; aggiungendo 1€ si potrà accedere alle mostre temporanee: alla GAM FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire!, le mostre del contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni; al MAO Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone e a Palazzo Madama Visitate l’Italia. Promozione e pubblicità turistica 1900–1950.

La tariffa a 1€ sarà applicata anche ai titolari di Abbonamento Musei, che non potranno utilizzare le tessere. Ingresso gratuito per i possessori della Torino Card.

I tre musei saranno aperti con orario continuato 10 – 18.

Cosa si può visitare:

Alla GAM: oltre alle collezioni permanenti e al Deposito vivente sono visitabili le mostre temporanee FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire! (+1€) e le mostre del Contemporaneo: ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno e Giosetta Fioroni nello spazio della Videoteca (+1€)

Al MAO: i visitatori possono visitare le cinque gallerie delle collezioni permanenti, le mostre temporanee Adapted Sceneries e Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tokaido e la mostra temporanea Haori (+1€).

Palazzo Madama: in aggiunta alle collezioni permanenti, sono visitabili le mostre temporanee Jan Van Eyck e le miniature rivelateBianco al femminile, oltre all’esposizione temporanea Visitate l’Italia! (+1€).

LE VISITE GUIDATE

GAM

venerdì 15 agosto ore 15:00 | Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno

venerdì 15 agosto ore 16:30 | Mostra Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

MAO

venerdì 15 agosto ore 10:30 | Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

venerdì 15 agosto ore 12 | Asia Orientale: Cina, Giappone e Corea tra sacro e profano

Venerdì 15 agosto ore 15 | DI SETA E DI CARTA. Narrazioni artistiche tra Giappone e Corea

venerdì 15 agosto ore 16:30 | L’India e il sud-est asiatico, il tetto del mondo, poi fino al Mediterraneo

Palazzo Madama

venerdì 15 agosto ore 10.30 | Da castello a museo

venerdì 15 agosto ore 12 | Van Eyck e le miniature rivelate

venerdì 15 agosto ore 15 | Da castello a museo

venerdì 15 agosto ore 16.30 | Visitate l’Italia!

Visite guidate a cura di Cooperativa Sociale Mirafiori

Prenotazione consigliata, disponibilità fino ad esaurimento posti.
Info: 011 5211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com  (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)
Costi: 7 € a partecipante

Attraverso il bianco. L’arte contemporanea omaggia la montagna

Al “Forte di Bard” le opere di sette artisti appartenenti  all’Associazione Culturale “White View art gallery” di Aosta

Fino al 21 settembre

Bard (Aosta)

“Riunire un gruppo di artisti il cui sguardo e la cui poetica siano in relazione con la montagna valdostana, organizzare e curare eventi che ne sostengano e diffondano il lavoro, promuovendo al contempo le straordinarie peculiarità dell’ambiente naturale della Vallèe”. Primo focus, su cui incentrare, da parte di tutti, mestiere, immaginazione e creatività ovviamente il Monte Bianco“Tetto d’Europa” e “Re delle Alpi”, con tutte le vette che danno forma alla stupefacente suggestione di questo territorio alpino, anch’esso oggi così fortemente a rischio di mortificante impoverimento per l’inevitabile conseguenza di una crisi climatica all’apparenza inarrestabile e che rischia di cancellare nel tempo un “patrimonio glaciale” esteso a oggi per oltre 165 chilometri quadrati. Con questi primi obiettivi, nasceva nel 2022, dall’idea di Andrea Nicola (presidente dell’“Ordine dei Farmacisti” aostani, imprenditore e attento collezionista) l’Associazione “White View art gallery”, cui si deve oggi, e fino a domenica 21 settembre, l’organizzazione della mostra “Attraverso il bianco” ospitata negli spazi della “Cappella” del Forte sabaudo, oggi importante “Polo Culturale” delle Alpi occidentali.

Sette gli artisti (valdostani d’origine o d’adozione) presenti in rassegna, attraverso opere che parlano linguaggi e concezioni del “fare arte” assolutamente diverse fra loro, ma fortemente accomunate da quel raccontare la montagna con pennelli e colori in ogni caso intrisi di visioni per le quali il “veduto” è sempre “tavola di prova” per viaggi in territori univoci costruiti sulla percezione di fantasie, emozioni e suggestioni che si fanno materia di narrazione completamente libera da schemi e mai pagine scontate, dove il “bianco” (come da titolo) richiama sì il colore delle cime innevate, “ma anche il bianco come colore della sospensione, del silenzio, della potenzialità creativa”. Come “metafora di un territorio interiore, eco silenziosa di un’emozione profonda, riverbero di un tempo che si fa spazio da abitare fra atmosfere sospese e la matericità delle vette”. Ecco allora quell’evanescente, sfocato “Nord Ovest” di Massimo Sacchetti, aostano doc, dove “il massiccio del Bianco – racconta lo stesso Sacchetti – si concede allo sguardo senza mai rivelare la sua essenza … solo quando si riesce a ‘sentire’ la quasi silenziosa risonanza che la montagna emette, ecco allora che le arcaiche velature fanno spazio ad un’effimera visione”. Decisamente meno ermetico e di un’infinita dolcezza quel “Rompighiaccio” (olio su lino) del padovano, valdostano d’adozione, Marco Bettio, dove la montagna (“colata” di ghiaccio) fa da “quinta” al simbolico tentativo di “rompere il ghiaccio” fra il mite estasiato bovino e la candida pecorella che, ad occhi chiusi, pare gradire anzichenò le esplicite richieste d’amicizia del suo tenero amico . Montagna come amore, voglia di amicizia, di fratellanza: “proprio come – dice l’artista – il mio primo sguardo sul mondo ogni mattina, fumando la prima sigaretta”. Sguardo sbiadito, che non prende, che non vuole invece prendere forma nel dittico a tecnica mista su carta dell’aostano Marco Jaccond, dal titolo mutuato dai mitici “Procol Harum” di “A Whiter Shade of Pale”, dove il racconto perde ogni contorno identificativo attraverso un “minimalismo espressivo” che induce alla riflessione, al gioco interpretativo di alchimie fantastiche non facili da decifrare. Ma, tuttavia, suggestive.

Sottolinea Luca Bringhen, direttore del “Forte di Bard”: “L’arte contemporanea è in assoluto la protagonista di questa stagione estiva al ‘Forte’, attraverso la quale, grazie anche al progetto dell’Associazione ‘White View’, la nostra montagna diventa occasione di spazio interiore, luogo di poesia e di riflessione”. A renderne atto le opere degli altri artisti presenti in mostra: dalle immagini fotografiche (in digitale e analogico) di Sophie-Anne Herin, che sembrano denunciare un senso d’arresa davanti all’impressionante “grandezza” della montagna, a quelle altrettanto forti e totalizzanti di Barbara Tutino Elter, fino alle narrazioni di Chicco Margaroli (“La Natura è una ‘cartina tornasole’, che reagisce ed offre risposte”) e all’holliwoodiano “The End” di Sarah Ledda, suggestiva riproduzione del famoso logo della “Paramount Pictures”, disegnato nel 1914 da W.W. Hodkinson, con quell’iconica montagna ( “First Majestic Mountain”, circondata allora da 22 stelle) in cui alcune fonti – anche per altro attendibili – hanno voluto leggere i caratteri del nostro “Monviso – Re di pietra”. Verità? Fantasticheria? A turbarci però è più che altro quel “The End”, fissato su tela a tutto tondo. Finale assai incerto per le nostre povere “cime”. E poco speranzoso. Come paiono ricordarci gli artisti raccolti oggi a Bard.

Gianni Milani

“Attraverso il bianco. L’arte contemporanea omaggia la montagna”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it . Fino al 21 settembre

Orari: dal mart. al ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

Nelle foto: Massimo Sacchetti “Nord Ovest”, olio su lamina, 2025; Marco Bettio “Rompighiaccio”, olio su tela, 2025; Sarah Ledda “The End”, olio su tela, 2025

Musica e Natura nel Parco Nazionale Gran Paradiso

Per la prima volta, i versanti piemontese e valdostano del Parco dialogano in un unico progetto musicale: Musica nel Gran Paradiso – Radici e Risonanze, direzione artistica Alessandro Valoti.
I prossimi appuntamenti
Martedì 12 agosto – ore 17.00
Chiesa di Saint Georges, Rhêmes-Saint-Georges
Echi di libertà – Barocco, Classicismo e Romanticismo con il Trio d’Ancia Ferlendis.
Introduzione: Agricoltura e biodiversità con il Dott.ssa Caterina Ferrari.

Mercoledì 13 agosto – ore 10.30
Lago Pellaud, Rhêmes-Notre-Dame
Le figlie di Orfeo – Arie d’opera per sax e fisarmonica con Nicholas e Mattia Lecchi.
Introduzione: Battiti d’ali – Avifauna alpina e ritorno del gipeto, con la Dott.ssa Caterina Ferrari.

Mercoledì 13 agosto – ore 10.30
Pian della Balma, Ceresole Reale
Fiabe dal bosco – “Pierino e il lupo” e suite da Peer Gynt con il Quintetto di Fiati Orobie e Oreste Castagna.
Introduzione: Il ritorno del predatore – La storia del lupo sulle Alpi, con la Dott.ssa Sonia Calderola.

Eventi gratuiti che uniscono musica, cultura e natura al fresco su entrambi i versanti del Parco

Per info: https://www.pngp.it/musica-granparadiso

GABRIELLA DAGHERO

Arte africana in mostra a Pinerolo

Caro direttore,

l’Africa è un continente grande tre volte l’Europa con più di 3000 etnie con maschere e statue di
diversa fattura. È quindi impossibile portare in una mostra tutte la produzione artistica del
continente africano, ma la selezione delle opere presenti è importante e sicuramente utile a chi vuole
approfondire il tema complesso dell’arte africana.
Gli oggetti, le statue e le maschere non sono creati per puro fine estetico; bisogna capirne i ruoli e i
significati. Molto raramente sono usati a scopo decorativo come nell’arte di corte. Normalmente
hanno funzioni religiose, sociali e magiche che coinvolgono più persone nel processo di creazione:
chi lo commissiona, lo scultore e il ministro del culto. Molte ragioni hanno creato questo tipo di
collezionismo: per alcuni è un punto di riferimento per i movimenti artistici del primo ‘900, tra cui
spiccano il cubismo e l’astrattismo, che ha dato la possibilità agli artisti di liberarsi dai canoni della
pittura tradizionale. Per altri è un modo per ammirare al di fuori del loro ambiente queste sculture,
frammenti luminosi della cornice magico-religiosa in cui sono nate. Sono stati esposti oggetti
cerimoniali legati ai riti d’iniziazione, al culto dei morti e alla vita dei villaggi, dalla nascita ai
matrimoni e ai funerali. Oggetti belli, per quel che riguarda il canone estetico occidentale, e oggetti
più complessi come i feticci, a volte grotteschi in forza del significato che vogliono e devono
trasmettere; i feticci, infatti, sono la rappresentazione delle forze magiche offensive e difensive: essi
respingono le malattie, i demoni, proteggono i villaggi, i viaggiatori, il momento della nascita, la
caccia e la guerra. Dove regna il sovrannaturale e l’uomo non riesce a intervenire, il feticcio domina
incontrastato.
La collezione nasce dagli innumerevoli viaggi in Africa intrapresi con mia moglie Lina a partire
dagli anni ’80. E’nata lenta e continua e ha preso una parte importante della nostra vita nei tanti
pezzi raccolti nei viaggi, nei villaggi, da antiquari e collezionisti, ognuno con una storia, con
sensazioni e ricordi trasmessi dalle linee sinuose di una statua o dallo sguardo solenne di una
maschera. La raccolta nata inizialmente come puro ricordo di viaggio, si è trasformata negli anni in
ricerca e approfondimento delle tradizioni, magie, riti e cultura di popolazioni lontane ma nello
stesso tempo simili alle nostre consuetudini. Nella mostra il visitatore viene coinvolto in un turbinio
di figure a volte complesse di una realtà poco conosciuta e poco capita, dove la statuaria e le
maschere facevano e fanno ancora parte della loro quotidianità a volte magica. E ‘un tributo
all’Africa e alle sue etnie, alla magia e al sacro, all’accoglienza e all’arte impenetrabile ma piena di
fascino di un continente temuto e ancora misterioso.
Lina e Ettore Brezzo

A Caramagna Piemonte gli ex Matia Bazar Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte

IL 26 SETTEMBRE 

Le prevendite su www.ticket.it

Anteprima nazionale nel Cuneese del tour ‘Stasera…che sera! 50th Celebration” alla Tenuta ‘Lago dei Salici’ per inaugurare la nuova ‘Area Concerti’ da 1.200 posti a sedere con possibilità di cena.

‘Stasera che sera’, il primo, grande successo dei Matia Bazar targato 1975, compie 50 anni. Da allora, di strada continua a macinarne ancora. E per l’occasione diventa un tour celebrativo che prenderà il via, con una gustosa e altrettanto attesa anteprima nazionale, proprio dalla provincia di Cuneo e poi in tutta Italia.

Protagonisti assoluti sul palco Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte pronti a raccontare, tra musica e parole, tutti i più grandi successi nei Matia Bazar.

Una festa in musica – unica data nel Nord Italia – quella che i due noti artisti, ora ex membri della storica band ligure, terranno venerdì 26 settembre alle 21.30 alla Tenuta ‘Lago dei Salici’ di Caramagna Piemonte (CN) fondata nel 1995 e giunta quest’anno al suo 30° compleanno: che, con loro, inaugura la nuova ‘Area Concerti’ destinata ai grandi eventi di musica dal vivo a due passi da Torino, Cuneo e Asti con possibilità di unire alla buona musica anche un’ottima cena seduta.

Uno spazio inedito d’incantevole fascino all’interno di una location mozzafiato con un lago navigabile al centro di un parco verde di ben 12mila metri quadrati fioriti, sentieri per passeggiate e ampio parcheggio. 

Un appuntamento e un contesto imperdibili entrambi per celebrare canzoni senza tempo come ‘Vacanze Romane’, ‘Ti Sento’, ‘Solo Tu’, ‘Cavallo Bianco’, ‘Per un’ora d’amore’, ‘Dedicato a Te’, ‘Piccoli Giganti’, ‘Messaggio D’Amore’, ‘C’è tutto un mondo intorno’, ‘Brivido Caldo’ oltre alla pionieristica ‘Stasera che sera’ da cui tutto ebbe inizio.

Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte saranno accompagnati da una band di formidabili musicisti. 

Il Tour ‘Stasera…che sera! 50Th Celebration’ è prodotto da ‘Vie Musicali Eood’ in collaborazione con ‘Baldrini Group’.

Carlo Marrale, chitarrista, cofondatore, storica voce maschile dei Matia Bazar dal 1975 al 1994, nonché coautore di tutte le hit più famose, che con loro vinse Sanremo nel 1978 con ‘E dirsi ciao’.

Silvia Mezzanotte, frontwoman per oltre dieci anni dal 1999 al 2016, iconica voce della formazione ligure – unica, al pari di Antonella Ruggiero – ad averli riportati alla vittoria al ‘Festival della Canzone Italiana’ nel 2002 con ‘Messaggio D’Amore’. Brano divenuto a pieno titolo un evergreen dei Matia Bazar con l’altrettanto popolare ‘Brivido Caldo’ che prima, a Sanremo 2000, ne sancì il debutto al microfono come raffinata solista.

“Io e Carlo abbiamo vissuto il mondo Matia Bazar in modo parallelo, ma in formazioni diverse. La prima volta che cantammo insieme ci siamo subito riconosciuti, come chi ha già fatto un pezzo di strada mano nella mano. Sono felice di celebrare questo grande capolavoro con lui insieme a tutti gli altri che ha contribuito a scrivere”, afferma entusiasta Silvia Mezzanotte.

“Conservo un ricordo nettissimo del momento in cui è nata “Stasera che sera” – racconta Carlo Marrale – Era il tardo pomeriggio del 1° gennaio del ’75. Rientravo dalla festa di Capodanno organizzata con Cassano, Stellita, Antonella Ruggiero e altri amici. Appena arrivato a casa imbracciai la chitarra e, come se l’avessi sempre suonata, mi venne di getto tutta la prima parte…Quella melodia era il regalo che il nuovo anno mi portava. Mancava però uno special che elaborai dopo qualche giorno, in studio di registrazione. Come d’incanto iniziai a cantare le note che sentivo utili a completare la canzone, Aldo Stellita scrisse il testo in breve tempo e il brano era pronto: quasi senza saperlo, gettavamo le basi di una carriera lunghissima e di livello internazionale. Riascoltandola oggi a distanza di 50 anni, mi rendo conto che abbiamo davvero fatto un gran bel lavoro. Per questo motivo insieme a Silvia Mezzanotte, cui mi lega una sintonia artistica e umana uniche, abbiamo scelto di celebrarne i 50 anni: che coincidono con il primo mezzo secolo di vita dei Matia Bazar di cui entrambi abbiamo fatto parte”.

La serata sarà condotta da Maurizio Scandurra, giornalista e opinionista de ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’, pronto a dialogare con la coppia Marrale-Mezzanotte in una scaletta ricca di sorprese insieme a Giovanni Riggio, il Capitano del ‘Lago dei Salici’. “Silvia e Carlo sono due amici. La voce, la chitarra e la firma del mondo Matia Bazar. Cuori autentici, artisti veri, ma soprattutto binomio d’anime pure al centro di uno spettacolo intenso e ritmato”, afferma Scandurra. “Avere con noi due degli storici protagonisti dei Matia Bazar dei tempi migliori è una gioia immensa, per me che sono cresciuto con le loro canzoni. Un modo per ricambiare in una serata-evento tutta l’emozione che continuano a regalare a quanti amano la musica italiana di qualità stimata anche all’estero”, chiosa Giovanni Riggio.

Biglietti in prevendita on line non rimborsabili e disponibili sino a esaurimento posti sul circuito www.ticket.it all’indirizzo, con possibilità di prenotare anche la cena selezionando l’opzione desiderata in fase di acquisto. 

Maggiori informazioni telefonando allo 0172 89236, Whatsapp 392 0653237.
Lo spettacolo si terrà anche in caso di pioggia (munirsi di ombrelli, k-way e mantelline). Servizio bar attivo sino alle 00.30 in location, cena servita dalle 19.30 alle 21.15 presso locali dedicati.

Concerto di Ferragosto a Prato Nevoso, la magia della musica in quota

La magia della musica in quota ritorna con il concerto Sinfonico di Ferragosto a Fabrosa Sottana, nella splendida cornice di  Prato Nevoso, il 15 agosto prossimo.
L’evento, nato nel 1981, rappresenta uno degli appuntamenti culturali più rilevanti dell’estate piemontese e vedrà protagonista l’Orchestra Bartolomeo Bruni di Cuneo, che si esibirà in una ricca scaletta dedicata alle colonne sonore di John Williams.
La manifestazione, giunta alla sua 45esima edizione, sarà trasmessa in diretta nazionale dalla RAI, a partire dalle 12.45 e in differita su Rai Italia , con lo speciale TGR, Testata Giornalistica Regionale, a cura della redazione del Piemonte, raggiungendo 174 Paesi nel mondo e confermando il grande interesse mediatico  per questo appuntamento che, negli scorsi anni, ha raccolto oltre un milione di telespettatori.
La scelta di tornare a Prato Nevoso e al comprensorio di Mondolè, dopo un anno di assenza per maltempo, rappresenta un’importante occasione per valorizzare una delle località montane che, negli ultimi anni, ha sviluppato un’offerta turistica diversificata per tutte le stagioni, offrendo ai partecipanti non soltanto un’esperienza musicale di alto livello, ma anche la possibilità di godere della bellezza delle Alpi piemontesi.

“Il concerto di Ferragosto è ormai diventato un simbolo culturale per il nostro territorio  e un veicolo straordinario di promozione turistica – ha affermato l’assessore regionale allo Sviluppo e Promozione della Montagna della Regione Piemonte, Marco Gallo – Dopo la delusione dello scorso anno, siamo particolarmente felici di tornare a Prato Nevoso, location che offre uno scenario naturale incomparabile. Questo evento rappresenta l’unione perfetta tra la grande musica e la bellezza delle nostre montagne, un patrimonio che vogliamo continuare a valorizzare e far conoscere a un pubblico sempre più vasto, puntando sulla destagionalizzazione delle nostre montagne”.

“Siamo particolarmente orgogliosi di aver avuto per la seconda volta l’affidamento dell’organizzazione di questa manifestazione da parte della Regione Piemonte, in quanto l’edizione del 2024 è stata annullata a causa delle pessime condizioni meteorologiche.  Si tratta di un concerto unico nel suo genere che si tiene in quota, nel momento clou dell’estate  e in un anfiteatro naturale che fa da cornice alla musica dell’orchestra Bartolomeo Bruni – spiega il sindaco di Fabrosa Sottana, Adriano Bertolino – Le nostre magnifiche montagne, in questa occasione, uniranno la loro bellezza e maestosità al suono di melodie famosissime e attiveranno migliaia di persone  che raggiungeranno a piedi la località del concerto. Grazie a Rai 3, del Centro di Produzione di Torino, che trasmetterà in diretta nazionale, si avrà una promozione totale a livello turistico di questo territorio,  delle sue belle vette e delle peculiarità ambientali e naturali. Sicuramente anche questa edizione porterà su questi monti tantissimo pubblico, amante di questo momento musicale,  per trascorrere la festa del Ferragosto sulle montagne cuneesi. Un ringraziamento va anche agli Enti che sostengono l’organizzazione di questa importante manifestazione, quali la Regione Piemonte, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Camera di Commercio di Cuneo, l’A.T.L, la Provincia di Cuneo e la Fondazione B.C.C di Pianfei e Rocca de’ Baldi, i quali credono che questo momento di musica lirico-sinfonica sia il mezzo utile a promuovere il turismo e l’economia di questo territorio, ma soprattutto le montagne del Piemonte a livello nazionale”.
“Anche quest’anno la TGR porterà  nelle case, sugli smartphone e sui Tablet di tutti gli italiani le note del concerto Sinfonico di Ferragosto con uno speciale in diretta su RAI 3 e RAIPlay curato dalla redazione del Piemonte –  spiega il direttore della TGR Roberto Pacchetti – Per numeri e mezzi si tratta della produzione più impegnativa tra quelle che realizza ogni anno la Testata Giornalistica Regionale. Un racconto che prende le mosse dalle montagne del Cuneese per raggiungere tutto il Paese, accendendo un riflettore sulle terre alte, le loro peculiarità, le loro ricchezze come le loro difficoltà. Un viaggio a tempo di musica che ribadisce il legame indissolubile tra la RAI e il territorio e in cui quest’anno celebreremo anche il passaggio di testimone tra Torino, ultima città italiana a ospitare i Giochi Olimpici Invernali, e Milano- Cortina su cui dal 6 febbraio 2026 saranno puntati gli occhi di tutto il mondo”.

Mara Martellotta