CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 12

Note di Classica: Kirill Petrenko, Beatrice Rana e Brunello- Sollima le “stelle” di Ottobre

Giovedì 2 alle 20.30 all’auditorium Agnelli, debutto de “I Concerti del Lingotto” con la Die Deutsche Kammerphilharmonie Bremen diretta da Riccardo Minasi e con Beatrice Rana al pianoforte, impegnata ad eseguire musiche di Weber, Beethoven, Brahms. Giovedì 9 alle 20.30 e venerdì 10 alle 20, all’ auditorium Toscanini, debutto della stagione dell’Orchestra Rai con l’esecuzione della sinfonia n. 3 Mahler. L’Orchestra sarà diretta da Andrès Orozco-Estrada con Anke Vondung mezzosoprano,Coro Maghini Femminile, Claudio Chiavazza maestro del coro, Coro di voci bianche Teatro Regio Torino, Claudio Fenoglio maestro del coro. Venerdì 10 alle 19 al teatro Regio, debutto della stagione d’Opera con “Francesca da Rimini”. Tragedia in quattro atti di Gabriele D’Annunzio. Musica di Riccardo Zandonai. Lunedì 13 alle 18, debutta la nuova stagione di Polincontri nell’aula Magna del Politecnico con “I Concerti del Politecnico”. Claudia Ravetto violoncello e Claudio Voghera pianoforte, eseguiranno musiche di Beethoven, Mendelssohn e Brahms. L’Orchestra del Teatro Regio sarà diretta da Andrea Battistoni. Repliche fino a giovedì 23. Mercoledì 15 alle 20.30 al Conservatorio, debutto della stagione dell’Unione Musicale con Mario Brunello e Giovanni Sollima al violoncello. Eseguiranno musiche di Silvestrov, Offenbach, Sollima e Knaifel. Mercoledì 15 alle 20 e giovedì 16 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Kirill Petrenko eseguirà musiche di Janàcek, Bartòk, Beethoven. Sabato 18 alle 18 al teatro Vittoria Giulia Rimonda violino e Lorenzo Nguyen pianoforte, eseguiranno musiche di Chausson, Ysaye e Franck. Lunedì 20 alle 18 per i Concerti del Politecnico, Saskia Giorgini pianoforte, eseguirà musiche di Schubert, Liszt, Boulanger, Enescu, Debussy. Giovedì 23 alle 20.30 all’auditorium Toscanini per Rai Nuovamusica, l’Orchestra Rai diretta da Daniel Kawka e con Anna Tifu al violino, eseguirà musiche di Tanguy, Colasanti e Henze. Sabato 25 alle 18 al teatro Vittoria, Domenico Boggione al pianoforte con Antonio Valentino, eseguirà musiche di Beethoven. Lunedì 27 alle 20 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, Fiamma & Foco eseguiranno musiche di Luzzaschi, Frescobaldi, Strozzi, Falconieri, Sances, Merula, Monteverdi. Sempre lunedì 27 alle 18 per “I Concerti del Politecnico, il duo Renda-Trucco con Mario Brusa voce recitante, eseguirà “ Lo Avrai Camerata Kesselring” (musica e letture). Mercoledì 29 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale Elisabeth Leonskaja al pianoforte, eseguirà musiche di Schubert. Giovedì 30 alle 20.30 e venerdì 31 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da da Andrès Orozco-Estrada e con Antoine Tamestit viola, eseguirà musiche di Ravel, Walton, Sostakovic.

Pier Luigi Fuggetta

Santa Pelagia per gli appassionati di classica

Agli appassionati di musica classica:  c’è  un appuntamento da non perdere, la stagione concertistica  Santa Pelagia, un interessante programma che si sviluppa con un ricco programma ad ingresso gratuito con prenotazione.
La stagione avrà inizio mercoledì 8 ottobre con il concerto di Andrea Motis Duo feat. alle ore 19.45 in via San Massimo 21 a Torino . “Incipit” è il titolo simbolico scelto per salutare la ripartenza delle attività all’interno del suggestivo coro settecentesco, e per delineare un percorso sonoro e culturale che guarda al futuro, rimanendo però saldamente connesso all’eredità del passato. Il trait d’union tra questi due orizzonti temporali è la voce, lo strumento primario, che in questa stagione si fa elemento di dialogo tra musica, parola, teatro e cinema. Un’apertura che guarda anche alle celebrazioni per i 250 250 anni della Fondazione OMI, in programma a partire da marzo 2026.
«In un mondo in cui nulla rimane statico – dichiara il Direttore artistico, M° Valentina Lombardo – la musica è forse l’arte che meglio rappresenta la continua trasformazione, l’incessante flusso di idee, emozioni e forme sonore che si rinnovano e si rigenerano. Per celebrare l’importante traguardo dei 250 anni della Fondazione OMI, la nuova stagione vuole essere un omaggio al passato e un abbraccio al futuro.
Ad aprire ufficialmente la stagione sarà il concerto evento con la straordinaria partecipazione di Andrea Motis – voce e tromba – in duo con il chitarrista Josep Traver.

Direttore Artistico: M° Valentina Lombardo
I concerti e gli eventi in programma a Santa Pelagia dall’ 8 ottobre 2025 all’ 1 luglio 2026 offrono un ventaglio unico e assolutamente originale di declinazioni sonore, provenienti tanto dal repertorio classico quanto dal panorama contemporaneo, raccolte e ulteriormente approfondite all’interno di varie sezioni tematiche.

“New Taste” è la parte dedicata al nuovo sulle trasformazioni in atto all’interno della musica di oggi attraverso le esibizioni dei compositori e degli interpreti più talentuosi del nostro tempo.

“Contatti Sonori” è invece lo spazio pensato per incontrare la contaminazione tra i generi, spaziando dalla classica al tango fino al cantautorato pop con l’obiettivo di mescolare pubblici diversi e aumentare il grado di condivisione musicale.

“Voxonus Festival XIV Edizione” è la stagione di produzione dell’Orchestra Sinfonica di Savona dedicata alla musica barocca.

“Itinerari di Santa Pelagia” è la sezione dedicata alla conoscenza della storia di Santa Pelagia grazie allo sguardo prezioso delle guide Somewhere Tours & Events che guideranno il pubblico alla scoperta delle attrazioni e degli aneddoti che si celano dietro questi luoghi, testimonianza del nostro ricco patrimonio culturale.

“Intrecci Musicali” è una rassegna concertistica di Fondazione OMI in collaborazione con il Conservatorio G. Verdi di Torino che vanta una storia decennale.

“Santa Pelagia Kids” è invece un gruppo di appuntamenti che offre ai grandi la possibilità di condividere la gioia e il fascino della musica con i loro piccoli.

Per informazioni e prenotazione: +39 011 8178968 info@operamunificaistruzione.it

GABRIELLA DAGHERO

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

L’attachement – La tenerezza – Drammatico. Regia di Carine Tardieu, con Valeria Bruni Tedeschi e Pio Marmaï. L’occupazione di Sandra è la gestione di una libreria, conduce una vita tutta sua tra molte sigarette, vari compagni occasionali, la certezza di non aver mai voluto avere figli. Ma se poi prevale l’incontro con la propria vicina di casa che s’allontanerà qualche giorno per andare in ospedale a partorire, vicina che le rifila il primogenito Elliott di cinque anni perché sia lei a occuparsene? Una tragedia inaspettata stravolgerà la via e le abitudini di Sandra, costringendola a far parte contro ogni sua volontà del ménage della porta accanto. Ma intanto stanno entrando in scena un grande attaccamento e una immensa tenerezza. Tratto dal romanzo “L’intimité” di Alice Ferney. Durata 106 minuti. (Fratelli Marx sala Chico)

Le città di pianura – Commedia. Regia di Francesco Sossai, con Filippo Scotti, Sergio Romano, Andrea Pennacchi e Robero Citran. Due spiantati cinquantenni sono ossessionati di bere l’ultimo bicchiere. Una sera incontrano un ragazzo, Giulio, timido studente di architettura e il modo di vedere il mondo e l’amore all’improvviso si trasforma pian piano mentre i tre girano tra i locali del Veneto. Durata 90 minuti. (Romano sala 2)

Come ti muovi, sbagli – Commedia. Di e con Gianni di Gregorio, con Greta Scarano e Iaia Forte. Riuscire a evitare tutti i fastidi della vita quotidiana, mettersi in salvo da ogni rottura di scatole è sufficiente per essere felici? Il professore a settant’anni suonati ha trovato finalmente la serenità, ha una bella casa, una discreta pensione, degli amici con cui scherzare, una signora con cui trascorrere qualche giornata. Si dedica solo a cose piacevoli. Fino a quando la sua vita è messa sottosopra dall’arrivo della figlia, in crisi coniugale, e dei due più che ingombranti nipotini. Nuove preoccupazioni, nuove angosce, ma anche nuovi affetti. Comincia così un’avventura nelle vite sentimentali degli altri, e nella sua, che gli farà capire che l’amore vale sempre la pena di essere vissuto, anche se porta tribolazioni, sacrifici e patimenti. Un film che riflette sull’amore e sull’inesorabile istinto degli esseri umani a mischiare il proprio destino con quello degli altri, con tutto quello che ne può derivare: fatiche ma anche gioie, e l’impressione di aver vissuto veramente. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

Downton Abbey: il gran finale – Drammatico, storico. Regia di Simon Curtis, con Hugh Bonneville, Elizabeth McGovern e Laura Carmichael. Gli anni bussano alle porte di Downton Abbey: Morta la contessa Violet, le redini della tenuta sono in mano a Lady Mary, chiamata a difenderne gli interessi nell’élite londinese, divisa com’è tra la tradizione nobiliare e il desiderio di traghettare la sua famiglia verso la modernità. Così, mentre Lord e Lady Grantham supervisionano la tenuta preparandosi poi al congedo, i Ceawley si riuniscono per definirne il futuro in un’epoca segnata dalle turbolenze della Grande Depressione. Per l’occasione tornerà dall’America anche l’eccentrico zio Harold, mina vagante che svelerà verità dimenticate e intrighi sepolti che coinvolgono vari membri della casata. Durata 123 minuti. (Eliseo, Reposi)

Duse – Drammatico. Regia di Pietro Marcello, con Valeria Bruni Tedeschi, Noémie Merlant e Fausto Russo Alessi. Negli anni tra la Prima Guerra Mondiale e l’ascesa del fascismo, la Divina sceglie di tornare nel luogo dove la sua vita ha avuto inizio: il palcoscenico. Costantemente in lotta con la brutalità degli eventi e del potere, e aggrappandosi alla possibilità dell’utopia, fa della sua arte un atto rivoluzionario, anche a costo di sacrificale salute e affetti. E affronta il suo viaggio finale consapevole di poter rinunciare alla vita stessa ma non alla sua vera natura. Il film è stato designato “Film dellaCritica” dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani con la seguente motivazione: “Mentre il corpo del Milite Ignoto attraversa l’Italia in treno per essere sepolto a Roma, Eleonora Duse vive gli ultimi anni della sua vita: non la fermano né la tisi né i debiti perché le interessano solo tre cose: “lavorare, vivere. morire”. E Pietro Marcello affida a una straordinaria Valeria Bruni Tedeschi il compito di illustrare il dramma di chi è disposta a scendere a patti anche col potere per poter continuare a confrontarsi con l’arte del teatro. Un film dove il materiale d’archivio s’intreccia alla finzione per scavare dentro la vita di una donna pronta a sacrificare anche l’amore materno per tener fede alla sua missione d’attrice.” Durata 125 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Eliseo Rosso, Fratelli Marx sala Chico, Massimo, Nazionale sala 3)

Elisa – Drammatico. Regia di Leonardo Di Costanzo, con Barbara Ronchi, Roschdy Zem e Valeria Golino. Elisa, una ragazza di buona famiglia, è in carcere da dieci anni per aver ucciso brutalmente la sorella. I suoi ricordi confusi si chiariscono nell’incontro con il criminologo Alaoui, che conduce uno studio sui delitti di famiglia. La verità che emerge per Elisa è sconvolgente. Un dolore che forse è l’inizio di una redenzione. Durata 105 minuti. (Nazionale sala 4)

La famiglia Leroy – Commedia. Regia di Florent Bernard, con José Garcia e Charlotte Gainsbourg. Innamorati da sempre Sandrine e Christophe, una famiglia solida, due figli e un cane e una casa in Borgogna, un lavoro di noleggiatore d’auto lui e impiegata in un’agenzia di viaggi lei, la vita di ogni giorno che tira avanti tranquilla, senza sobbalzi: poi, un bel (o bruttissimo) giorno, Sandrine decide di chiedere la separazione, è stufa di mettersi a piangere per ogni più piccolo motivo, è stufa che Christophe sia sempre più assente e scontroso verso lei e verso i figli, ormai decisamente stanchi di assistere alle continue liti dei loro genitori. Ma Christophe non vuole accettare questa nuova disperata situazione, ama ancora la moglie e lo sfascio della famiglia non lo sopporterebbe mai: per cui decide e porta l’intera famiglia in un weekend che dovrebbe essere di sogno, a viaggiare una seconda volta nei luoghi lui e Sandrine sono stati felici e in cui hanno ricordi che varrebbe la pena rivivere. Durata 102 minuti. (Fratelli Marx sala Chico e Groucho)

Familiar Touch – Drammatico. Regia di Sarah Friedland, con Kathleen Chalfant. Una donna mette in discussione se stessa dopo aver cominciato una nuova vita in una casa di cura. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

L’isola di Andrea – Drammatico. Regia di Antonio Capuano, con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Marta e Guido non stanno più insieme. Andrea, otto anni e loro unico figlio, rende più problematica la loro separazione. I due adulti richiedono dunque al tribunale per i minorenni una sentenza giudiziale che disciplini, in via definitiva, quanti giorni Andrea debba stare con la madre e quanti con il padre. Il magistrato dispone colloqui e perizie, che costringono tanto i genitori quanto il bambino ad approfondire, laddove possibile, le ragioni dei loro disagi e desideri. E così facendo a rivelarsi progressivamente. Il piccolo Andrea, in particolare, soffre il tempo che gli viene sottratto, così come il sentirsi conteso tra due genitori cui vuole bene allo stesso modo. Durata 105 minuti. (Romano sala 1)

Jane Austen ha stravolto la mia vita – Commedia drammatica. Regia di Laura Piani, con Camille Rutherford, Charlie Anson e Pablo Pauly. Agathe, una ragazza goffa e al tempo stesso affascinante e piena di contraddizioni, si ritrova ad affrontare la sua solitudine. Sogna un amore simile ai personaggi di un romanzo di Jane Austen e la sua massima aspirazione è diventare una scrittrice. Invece trascorre le sue giornate vendendo libri nella leggendaria libreria britannica Shakespeare&Company, a Parigi. Invitata in Inghilterra alla residenza per scrittori di Jane Austen, deve combattere con le sue insicurezze: fino a quando non accade qualcosa di inaspettato e la sua vita cambia come per magia. Durata 94 minuti. (Classico anche V.O., Due Giardini sala Nirvana)

I mastri – Documentario. Regia di Daniele De Michele. Sei mastri costruiscono i loro manufatti partendo dalla materia bruta: la terra, il legno, il vetro e la pietra. La trasformano e la plasmano attraverso la forza degli elementi naturali: acqua, fuoco e aria. Due alabastrai di Volterra, una giovane liutaia napoletana, dei fabbricanti di pentole d’argilla in Romagna, un costruttore di tamburi alle pendici del Vesuvio, un ragazzo senegalese che impara a fare il vetro a Murano, un maestro d’ascia veneziano. Il lavoro li porta a osservare il mondo che cambia, la chiusura delle botteghe, la produzione in serie e la fine della trasmissione dei saperi. Durata 63 minuti. (Romano sala 1)

Material Love – Commedia. Regia do Celine Song, con Dakota Johnson, Pedro Pascal e Chris Evans. Strana occupazione quella di Lucy nella New York di oggi. La sua è quella di abbinare tra loro i vari single che incontra, secondo le rispettive affinità, la condizione socio-economica e la attrazione fisica, ad esempio. Invitata al matrimonio di una delle coppie che lei stessa è riuscita a formare, Lucy incontra casualmente John, in qualità di cameriere, l’uomo con cui aveva avuto una lunga e ineguagliata storia d’amore ma che lei stessa aveva abbandonato, dal momento che, attore senza il becco di un quattrino, sapeva che no avrebbe potuto garantirle una vera stabilità economica per il futuro. Ma seduto al tavolo dei single si siede anche Harry, decisamente ricco, affascinante e spiritoso, insperatamente deciso a costruire una seria relazione. Imponendosi una scelta, chi? Durata 116 minuti. (Massaua, Lux sala 1, Uci Lingotto, The Space Beinasco)

La riunione di condominio – Commedia drammatica. Regia di Santiago Requejo, con Raùl Fernàndez De Pablo, Clara Lago e Tito Valverde. Una “semplice” riunione di condominio a Madrid in cui si discute della sostituzione dell’ascensore (“Votemos” è il titolo originale di questo prodotto spagnolo). Tutto fila liscio finché quello che doveva essere un incontro ordinario e pacifico, si trasforma nell’incubo temuto da tutti: viene annunciato l’arrivo di un nuovo inquilino con problema di salute mentale (“si scatena il bigottismo morale e la fantasia malata di chi già vede l’horror sul pianerottolo e un giovane serial killer con coltello insanguinato”, scrive Maurizio Porro nelle colonne del Corriere della Sera. Tutto ciò scatenerà una serie di relazioni inaspettate, scontri e ipocrisie, mettendo in luce pregiudizi e paure nei confronti del possibile nuovo arrivato. Ancora Porro: “Un po’ didascalico e prevedibile certo con una sorpresina, il film è piacevolmente offensivo, non feroce, segnalando i gusti classici della ipocrisia e dei pregiudizi, merito del buon gioco della squadra attoriale, con dialoghi serviti sul piatto da Freud.” Durata 88 minuti. (Nazionale sala 1)

Testa o croce? – Western. Regia di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, con Alessandro Borgi, John C. Reilly e Nadia Tereszkiewicz. Buffalo Bill è arrivato nella campagna romana, in un’Italia ottocentesca e risorgimentale. Un profumo di Unità, mentre l’eroe americana istruisce rodei e canta le gesta dei pionieri e la costruzione della ferrovia. Ma è pure arrivato nello stivale in qualità di cantastorie: ed eccole inseguire le (piccole?) gesta di Santino, in fuga con la bella Rosa, che lui ha strappato – uccidendolo – al possidente locale. Più da inseguire le avventure di Santino o la taglia che gli hanno messo sulla testa? Durata 116 minuti. (Ideal, Reposi, Uci Lingotto V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

The Life of Chuck – Drammatico, fantascienza. Regia di Mike Flanagan, con Tom Hiddleston, Karen Gillian e Mark Hamill. Una serie di eventi sta sconvolgendo il mondo così come lo conoscevamo. Internet non funziona più, la California si sta staccando dagli Stati Uniti in seguito a eventi tellurici, le scuole non hanno studenti. Sui pochi mezzi di comunicazione ancora funzionanti compare il ringraziamento al contabile Chuck Krantz per i suoi 39 anni di contributo all’umanità. Da qui inizia il percorso à rebours che ce ne illustra la vita e la passione per il ballo. Durata 110 minuti. (Massaua, Greenwich Village sala 3, Reposi sala 4, Uci Moncalieri)

The Voice of Hind Rajab – Drammatico. Regia di Kaouther Ben Hania, con Saja Kilani e Motaz Malhees. Leone d’Argento a Venezia 82. Il 29 gennaio 2024 i volontari della Mezzaluna Rossa ricevono una chiamata di emergenza. Una bambina di sei anni è intrappolata in un’auto sotto attacco a Gaza e implora di essere salvata. Mentre cercano di tenerla al telefono fanno tutto il possibile per farle arrivare un’autoambulanza. Il suo nome era Hind Rajab. “Come l’Anna Frank del nuovo genocidio, la innocente vittima con voce impaurita ricostruisce la Storia, aprendo un dibattito che va alle radici del cinema. Chiuso in una stanza, il film ne esce infelice e vittorioso perché racconta una disfatta maanche una resistenza al Male che lo ha prodotto” (Maurizio Porro, Corriere della Sera). Durata 89 minuti. (Centrale V.O., Due Giardini sala Ombrerosse V.O., Eliseo Grande V.O., Fratelli Marx sala Harpo V.O., The Space Torino V.O., Uci Lingotto V.O., The Space Beinasco)

Tutto quello che resta di te – Drammatico. Regia di Cherien Dabis, con Saleh Bakri e Cherien Dabis. Quando un adolescente palestinese resta ferito in uno scontro con soldati israeliani durante una protesta, la madre ripercorre gli eventi che hanno condotto la famiglia fino a quel fatidico momento. Con un appassionante racconto che abbraccia tre generazioni, la donna rivela le continue lotte di una famiglia palestinese che non ha mai smesso di combattere per la propria identità, a partire dal 1948, quando il nonno subì lo sfollamento da parte dell’esercito israeliano. Durata 145 minuti. (Nazionale sala 1)

Una battaglia dopo l’altra – Thriller, azione. Regia di Paul Thomas Anderson, con Leonardo Di Caprio, Sean Penn, Benicio Del Toro e Chase Infiniti. Un gruppo di ex rivoluzionari si riunisce quando un loro perfido nemico riemerge dal loro passato, dopo sedici anni di silenzio. Tra loro, Bob Ferguson, che ha sognato per anni un mondo migliore ai confini tra Messico e States. Appeso al chiodo l’artiglieria e il nome di battaglia, Ghetto Pat, fa il padre a tempo pieno di Willa, adolescente esperta di arti marziali. Tra una canna e un rimorso prova a proteggerla dal suo passato che puntualmente bussa alla porta e chiede il conto. Dall’ombra riemerge il colonnello Lockjaw, che più di ogni altra cosa vuole integrare un movimento suprematista devoto a San Nicola. Il gruppo avrà il duro compito di salvare la ragazza, che verrà rapita, prima che accada l’inevitabile. Durata 161 minuti. (Centrale V.O., Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Fratelli Marx sala Groucho, Greenwich Village sala 2 anche V.O., Ideal, Lux sala 3, Nazionale sala 2 e sala 3, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto anche V.O., The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

A Torino nasce la Gypsy Cinema Academy, diretta da Luca Canale

Tra i docenti Piero Basso della New York Film Academy e Margherita Fumero

A Torino, città che sta diventando sempre più il cuore pulsante del cinema italiano, sorge una nuova, rivoluzionaria realtà formativa dedicata a tutti coloro che vogliono fare della settima arte una vera e propria professione. Si tratta della Gypsy Cinema Academy, lo spin OFF della Gypsy Academy, dedicato al grande schermo dalla prestigiosa accademia torinese, fondata oltre vent’anni fa da Neva Belli, una delle più importanti d’Italia e riconosciuta a livello internazionale. La sede della Gypsy Academy, che avvierà i propri corsi a ottobre, non sarà nella sede centrale di via Pagliani 25, ma nella sede dedicata di via Canelli 57, a Torino. Comprenderà un triennio di studio per la recitazione cinematografica amatoriale e professionale, e un biennio di studio per regia, sceneggiatura e produzione. A dirigere la Gypsy Cinema Academy il giovane e talentuoso regista torinese Luca Canale B., che vanta titoli di film per Prime Video USA, UK, Giappone, e lavori quali Onirica-omaggio a Dario Argento, e l’atteso Lenskeeper-alle porte dell’abisso, scelto come film di chiusura del Torino Underground Cinefest. Al suo fianco l’attore noto al grande schermo Eugenio Gradabosco e una squadra di docenti di altissimo livello, rappresentata da prestigiose figure internazionali. In cattedra anche importanti artisti come l’attore londinese Reece Richards, attore delle serie Sex Education e You, e il direttore alla fotografia americano, con cattedra alla New York Film Academy Piero Basso, di origine torinese. Tra i docenti nostrani, le acclamate attrici Margherita Fumero, famosa per la sua interpretazione in Cane e Gatto, il Diavolo e l’Acqua Santa, Aurora Ruffino, per La solitudine dei numeri primi, l’attore Diego Casale, interprete in Non ho sonno, di Dario Argento, e in È tutta colpa della musica, di Riky Tognazzi, poi il doppiatore, scrittore, sceneggiatore e fumettista Pasquale Ruju. Allo staff si aggiungono docenti come Valter Perrone, esperto in tecniche di combattimento corpo e arma per film italiani e londinesi, e Giulia Colantonio, direttrice artistica della nuova scuola di doppiaggio Dubside, partner della Gypsy. Due settori, quello attoriale e quello registico, che possono confluire in un unico programma di studio.

La Gypsy si avvale di una propria agenzia che, come è stato per numerosi allievi, oggi protagonisti del settore, aiuta i giovani allievi dell’Accademia ad inserirsi nel mondo dello spettacolo e nelle varie produzioni italiane di cinema e televisione.

Mara Martellotta

Rivoli celebra il rientro nel Centro Giolitti

Il rientro della città di Rivoli all’interno del Centro Giolitti, avvenuto lo scorso anno, rappresenta un momento di grande valore simbolico e culturale.

Rivoli riafferma così la propria appartenenza a una rete che custodisce e diffonde l’eredità di Giovanni Giolitti, statista che ha segnato profondamente la storia politica italiana. Questo ritorno sarà celebrato mercoledì 9 ottobre, alle ore 21, presso la Sala Conferenze della Casa del Conte Verde, in una serata che unirà memoria storica e prospettive future.

La prima parte dell’incontro sarà dedicata proprio al rientro di Rivoli nel Centro Giolitti e alla presentazione ufficiale delle attività e delle iniziative per il Centenario. Interverranno il presidente del Centro, Paolo Bersani, che illustrerà il significato di questo nuovo percorso comune, il Sindaco di Rivoli, Alessandro Errigo, che porterà il saluto e il sostegno dell’Amministrazione Comunale, e il presidente dell’associazione La Meridiana, Angelo Castagno, che sottolineerà il valore della collaborazione tra le realtà culturali cittadine.

“Il ritorno di Rivoli nel Centro Giolitti è un segno importante – sottolinea il Sindaco Alessandro Errigo – perché ci permette di valorizzare un legame storico con una figura che non fu soltanto un protagonista della vita politica nazionale, ma anche un amministratore locale attento, consigliere comunale nella nostra città per un decennio. Questo Centenario sarà l’occasione per riscoprire la sua eredità e renderla viva, con iniziative che parlino alle nuove generazioni e rafforzino il senso di comunità.”

Nella seconda parte della serata lo sguardo sarà rivolto alla figura di Giovanni Giolitti e al suo legame con la città di Rivoli. Non tutti ricordano, infatti, che Giolitti fu consigliere comunale proprio a Rivoli tra il 1910 e il 1920, un periodo che rinsalda ulteriormente il rapporto storico e politico con la città. Su questo tema interverrà il direttore scientifico del Centro, Pierangelo Gentile, insieme a Carlo Zorzi dell’ Associazione La Meridiana, da oltre trent’anni protagonista della vita culturale rivolese.

L’incontro del 9 ottobre non sarà soltanto l’occasione per guardare al passato, ma segnerà l’avvio di una nuova stagione di iniziative che coinvolgeranno la città di Rivoli nelle celebrazioni del Centenario, riaffermandone il ruolo nella storia e nell’attualità del pensiero giolittiano.

Castello di Rivoli, Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI

Sabato 4 ottobre 2025
Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea aderisce alla Ventunesima Giornata del Contemporaneo, la grande manifestazione promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, con il sostegno della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Direzione Generale per la diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il tema conduttore dell’edizione 2025 è quello della formazione, intesa come processo ampio e plurale che attraversa educazione, ricerca, scambio di esperienze e saperi.

Sabato 4 ottobre, il Castello organizza un’apertura straordinaria per l’occasione, dalle ore 11.00 alle ore 21.00. Il pubblico potrà visitare gratuitamente il Museo, la Collezione e le mostre in corso, oltre che partecipare alle numerose iniziative che celebrano questa Giornata dedicata alla cultura del contemporaneo.

Ore 11.00
Giovani visioni, con lo sguardo dei ragazzi
 – Teatro del Castello
Giovani visioni è un’opportunità speciale per vedere il Museo e le sue opere attraverso gli occhi dei ragazzi. In occasione della Giornata Amaci, il Dipartimento Educazione ha invitato i partecipanti a presentare gli esiti, video e podcast, dei workshop realizzati in collaborazione con Fondazione TRG Teatro Ragazzi e Giovani nell’ambito di Summer School Teen.
Summer School è la programmazione estiva curata dal Dipartimento Educazione, attiva dal 2010, che offre a tutti l’opportunità di fare esperienza dell’arte attraverso campus settimanali, workshop ed eventi che coniugano arte, teatro, danza, musica e nuove tecnologie.

Ore 11.00, 14.00, 16.00 e 18.00
Visite guidate. Inserzioni e Premio Collective – primo e secondo piano, Edificio Castello

Inserzioni è un programma che invita artiste e artisti a produrre nuove opere in dialogo con le sale del Castello. Gli artisti coinvolti nella prima edizione sono: Guglielmo Castelli, Lydia Ourahmane e Oscar Murillo. Le visite guidate includono anche l’opera di Adji Dieye, vincitrice del Premio Collective 2025 dedicato a giovani artisti. Condotte dalle Artenaute del Dipartimento Educazione, le visite sono una preziosa opportunità per conoscere le molte storie che si intrecciano nelle nuove opere esposte.

Ore 16.00
Nel segno dell’arte: speciale weekend’arte dedicato a nonni e nipoti – terzo piano, Edificio Castello

In linea con il tema della giornata, il Dipartimento Educazione propone un appuntamento speciale del weekend’arte dedicato per l’occasione a nonni e nipoti. La mostra Il Castello Incantato sarà l’occasione per immergersi nel Free Land Scape di Paola Pivi e per sperimentare le innumerevoli forme dell’arte tra le opere di Carla Accardi, Lucio Fontana e Claes Oldenburg. Un pomeriggio all’insegna della condivisione dei saperi, dell’incanto e della bellezza.

Ore 18.30
UNA SCUOLA AL CASTELLO DI RIVOLI – Una nuova idea di formazione – Sala 13, I piano, edificio Castello
UNA SCUOLA AL CASTELLO DI RIVOLI è un progetto di formazione artistica post-laurea con sede al Castello, sviluppato nell’ambito del CRRI, il Centro di Ricerca del Museo. Dal 2024, i partecipanti lavorano collettivamente per destrutturare le proprie discipline e “rallentare la produzione” in uno spirito di dialogo aperto.
Il progetto è oggi alla sua seconda edizione. Durante l’incontro moderato da Marcella Beccaria, Vice Direttrice del Museo, le fondatrici dell’iniziativa Cally Spooner e Lilou Vidal raccontano la loro idea di formazione e presentano la seconda edizione dal titolo ‘Punto di partenza per l’elaborazione critica: Allungamento fino a NOTTURNO’ (30 settembre – 3 ottobre 2025 al Castello di Rivoli, 6 – 9 ottobre 2025 nella città di Torino e dintorni).

Ore 18.00 – 21.00
Apertura straordinaria

Per la Giornata del Contemporaneo, il Museo accoglie il pubblico con un orario esteso aprendo i piani I, II e III dell’edificio Castello fino alle ore 21, nell’ambito della collaborazione con C2C Festival.

Ore 21.00 – 00.30
C2C Festival / Sonorizzazione musicale –  Atrio e spazi esterni Manica Lunga 

C2C Festival, riconosciuto dall’autorevole rivista musicale Pitchfork come “the one-plus-ultra festival of avant-garde eclecticism”, è il festival musicale indoor più grande in Italia ed è considerato uno dei festival di musica avant-pop più apprezzati al mondo. In collaborazione con il Castello, C2C Festival cura un programma di sonorizzazioni degli spazi esterni della residenza sabauda che da 40 anni ospita il Museo d’Arte Contemporanea. L’evento anticipa la 23esima edizione del C2C Festival, che si svolgerà a Torino dal 30 ottobre al 2 novembre 2025.

Ingresso gratuito a tutti gli eventi.
C2C Festival ingresso gratuito previa registrazione sulla piattaforma

“Parole in collina – Gente di Monferrato” Ecco i cinque vincitori

l “Premio di Narrativa” promosso a Casale Monferrato da “Neos Edizioni”

Casale Monferrato (Alessandria)

Primo premio allo scrittore, ma soprattutto poeta ligure (oggi residente ad Ovada, nell’Alto Monferrato) Domenico (Nico) Priano. A regalargli l’alloro, un suggestivo racconto sul grande Fausto Coppi, ambientato nel suo paese natale, Castellania, dal 25 marzo del 2019, “Castellania Coppi”, per celebrare, proprio in quella data, il centenario della nascita dell’indimenticato “Campionissimo”. Insieme a Priano, altri quattro gli scrittori saliti sul podio, qualche giorno fa, nella cornice del “Salone del Senato” della “Biblioteca Civica” di Casale Monferrato, dove si è tenuta la cerimonia di premiazione della terza edizione del premio letterario “Parole in collina”, promosso dalla torinese “Neos Edizioni” in collaborazione con il “Club per l’UNESCO” di Vignale Monferrato. Patrocinato da “Regione Piemonte”, “Province di Alessandria e Asti”, “Città di Alessandria, Asti, Casale Monferrato” e dallo stesso “Club per l’UNESCO”, il Concorso si è mosso, per l’edizione 2025, intorno al tema“Gente del Monferrato”, ispirando racconti “dedicati a personaggi storici, figure reali e protagonisti della tradizione popolare locale, narrati in forma letteraria”.

I venti racconti selezionati sono stati pubblicati nell’antologia omonima, presentata in occasione dell’evento. Cinque, si diceva, gli scrittori premiati. Accanto a Nico Priano, a Marianna Giglio Tos è andato il secondo premio per un racconto incentrato sull’invenzione dei “krumiri” da parte della “Pasticceria Rossi” di Casale, mentre al terzo posto si sono piazzati, in “ex aequo”, Marco Bernardi ed Orietta Ravizza, che hanno mirabilmente raccontato la storia dei “Fratelli Baluardo”, campioni di “tamburello”. Ad Alfio Bonelli, con il suo “patriarca” ricco di dignità e a Maria Luisa Mosele con pagine che vedono fra i protagonisti anche l’“Ulisse” Davide Lajolo, è andato infine il quinto premio.

Accanto a questi cinque vincitori, sono stati selezionati anche quindici racconti finalisti a pari merito, scelti dalla Giuria e pubblicati anch’essi nell’antologia “Gente del Monferrato”.

“Il progetto – ha sottolineato Silvia Maria Ramasso, fondatrice e Amministratore Unico di ‘Neos Edizioni’ – è nato per valorizzare questa terra affascinante, intreccio virtuoso fra natura e umanità, con una interpretazione lontana dall’oleografia, dove le radici storiche e le memorie sono le fondamenta per nuove opportunità di sviluppo. Farlo attraverso la narrazione letteraria significa coinvolgere a tutto tondo la sensibilità del lettore, cercare di appassionarlo e fargli condividere gli obiettivi del progetto”.

Patrizia Monzeglio, Presidente del Comitato Organizzatore, ha inoltre sottolineato le novità dell’edizione 2025, tra cui l’importante istituzione del “Premio Speciale Città di Casale”, dal valore di Mille euro, e l’innovativa collaborazione con la Borsa di Studio “Short & Surprise – Franco Francescato”, rivolta agli studenti delle scuole medie di Canelli, che ha visto vincitrice Lara Vaccaneo, 14 anni, pubblicata fuori concorso nell’Antologia, insieme a Maria Francesca Ramorino e a Silvano Palotto, che hanno narrato una vicenda legata al Comune di Fontanile, rappresentato sulla copertina del libro grazie a uno dei murales realizzati da Luigi Amerio.

A impreziosire ulteriormente il volume, anche un racconto della stessa Presidente Monzeglio e una galleria di ritratti della “gente monferrina”, selezionati dal “Club per l’UNESCO” di Vignale Monferrato.

Alla cerimonia, molto partecipata, erano presenti oltre cento persone, tra cui tanti autori e autrici e numerosi rappresentanti dei Comuni monferrini.

Tra gli ospiti istituzionali, Gigliola Fracchia, assessore all’“Ambiente” della Città di Casale Monferrato, Giovanni Gugliada, sindaco di Castellania Coppi, insignita del premio “Paese raccontato 2025” e Sandra Balbo, sindaca di Fontanile.

A nome del media sponsor “Il Monferrato”Andrea Mombello ha infine annunciato una simpatica (“top secret”) iniziativa natalizia che coinvolgerà gli autori premiati, a conferma del clima vivace e partecipato della manifestazione, conclusasi con una degustazione, molto ben accetta, dei celebri “krumiri” offerti dalla “Pasticceria Rossi”.

g.m.

Nelle foto: La premiazione del vincitore Nico Priano; Cover Antologia “Gente del Monferrato” e Silvia Maria Ramasso

Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia

Breve storia di Torino

1 Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum
2 Torino tra i barbari
3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia
4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento
5 Breve storia dei Savoia, signori torinesi
6 Torino Capitale
7 La Torino di Napoleone
8 Torino al tempo del Risorgimento
9 Le guerre, il Fascismo, la crisi di una ex capitale
10 Torino oggi? Riflessioni su una capitale industriale tra successo e crisi

 

3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia

Prosegue in questo terzo articolo il mio intento di raccontare storicamente le vicissitudini della nostra bella Torino. La volontà è quella di riproporre in una serie di testi gli avvenimenti, i fatti e i personaggi che, a partire dalle origini taurine, si sono succeduti e hanno reso il capoluogo pedemontano quello che è oggi. L’urbe ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo, cambiamenti architettonici, urbanistici, politici e sociali, la città si è evoluta insieme all’Italia e all’Europa, talvolta occupando una posizione preminente nello svolgimento degli eventi, talvolta rimanendo “dietro le quinte” ad osservare silenziosa il mondo che cambiava.
Proseguo nel mio impegno dunque, intrattenendovi oggi, cari lettori, sulle tematiche riguardanti il caotico periodo postcarolingio.
Siamo nell’anno 887: muore Carlo il Calvo, l’Impero di Carlo Magno si disgrega, i signori locali vogliono disperatamente la corona. Arnolfo di Carinzia è proclamato re dei Franchi orientali, Oddone di Parigi diviene re dei Franchi occidentali, mentre Berengario del Friuli e Guido II di Spoleto si contendono la corona di re d’Italia.
Questo l’intricato “background”. Vediamo ora di approfondire un po’ la questione.
L’Impero carolingio è giunto al termine, il potere un tempo di Carlo Magno ora è nelle mani di conti, duchi e marchesi, aristocratici a capo di ampi territori comprendenti sia le zone rurali sia le città.

La stabilità politica è tuttavia qualcosa di apparentemente irraggiungibile: tali regni risultano caotici ed effimeri, i signori sono costantemente occupati a rivaleggiare tra loro per il Regno Italico, ma nessuno è destinato a detenere il potere a lungo.
In questo clima di instabilità generale Torino rimane ai margini, adeguandosi agli avvenimenti che interessano non solo la regione specifica, bensì tutta la penisola italiana.
Dopo la caduta dell’Impero la città subalpina cambia rapidamente “proprietario”, alla morte di Suppone II la città e le zone annesse passano dapprima sotto la giurisdizione di Carlo il Grosso (887), poi di Berengario del Friuli (888), a sua volta sconfitto da Guido di Spoleto.
Quest’ultimo, determinato a mantenere la propria podestà, decide di concentrare le forze armate nel confine nordoccidentale del regno, dando così vita ad una nova unità territoriale, la “marca di Ivrea”, una sorta di principato di frontiera che comprendeva il vasto territorio del comitato di Torino fino alle coste della Liguria. Guido affida il controllo della zona ad un suo fedele sostenitore, il burgundo Anscario, la cui discendenza amministrerà la regione per lungo tempo. Nell’anno 899 è Adalberto ad amministrare la marca, assicurandosi il titolo di marchese – “reggente di una marca”- ; egli varia anche le alleanze, sicuro di schierarsi a sostegno di Berengario del Friuli, che si era proclamato re agli inizi dell’anno 888, nella capitale Pavia.

Sul terminare del IX secolo, si assiste al fenomeno delle “seconde invasioni”: gruppi di genti agguerrite e violente giungono da est, da sud e da nord, si tratta dei Normanni – anche noti con l’appellativo “Vichinghi”- aggregati tribali che saccheggiano le coste atlantiche, vi sono poi gli Ungari, che tengono sotto costante attacco Germania e Italia, e infine i Saraceni, dediti a scorrerie navali nell’area del Mediterraneo.
Alle vicissitudini per il potere, si aggiunge il pericolo degli invasori, particolare preoccupazione destano appunto i Saraceni, guerrieri musulmani provenienti dalla Spagna e dal Nordafrica che avevano valicato le Alpi e depredavano ora la marca di Ivrea. In seguito a tale incursione, diversi monaci sono costretti a rifugiarsi all’interno delle mura cittadine: è in questo periodo che sorge il Santuario della Consolata, dedicato alla Vergine e ancora oggi una delle chiese più note di Torino. (La chiesa ha origini antichissime, e sorge sui resti di una piccola chiesa paleocristiana).
Gli Ungari a partire dall’anno 898 oltrepassano le Alpi e attaccano la marca friulana, fino a raggiungere, negli anni successivi, Vercelli e i pressi di Pavia.
Accade poi la morte di Anscario (940), seguita dalla ritirata di Berengario di Ivrea in Germania, dove ottiene la protezione di Ottone I, nuovo imperatore. Nel 950 Berengario fa ritorno per sconfiggere i nemici e per riorganizzare la marca di Ivrea in tre marche distinte, ciascuna affidata ad una famiglia: il Piemonte meridionale e la Liguria vengono affidati al marchese Oberto, ad Aleramo spetta invece la parte orientale della regione, con il Monferrato, e infine la nuova marca di Torino spetta ad Arduino, detto il Glabro. Intanto, nel 962, Ottone I scende in Italia, depone Berengario e si fa incoronare imperatore dal papa.
Ottone e i suoi discendenti controllano il Regno italico grazie alla forza degli eserciti, tentando a loro volta di sconfiggere i signori locali, assoggettandoli alla propria volontà. In questo turbolento succedersi di avvenimenti, alcune figure spiccano dalla massa per importanza e preminenza, tra queste vi è sicuramente Arduino, marchese di Torino, capostipite degli Arduinici. Abbiamo sue notizie a partire dal 945, epoca in cui viene nominato ancora come conte, già insediato a Torino, in una fortezza vicina alla porta occidentale della città, abitazione che fungeva da quartier generale per gli scontri armati contro i Saraceni.
Sono tuttavia le cronache di Novalesa a fornirci di diverse informazioni riguardanti Arduino: in questi testi egli è descritto come borioso, avido, “lupo affamato travestito da pecora”. Tuttavia, al di là del giudizio dei monaci adirati perché il conte si era rifiutato di restituire al clero alcuni possedimenti terrieri, Arduino si dimostra un soldato capace e un politico intraprendente.

Tra il 961 e il 962 il conte è quasi certamente coinvolto nel complotto a favore di Ottone I, ed è proprio grazie a queste gesta che ottiene il rango di marchese, tuttavia è bene sottolineare che, nonostante tale avvenimento, i successori di Arduino, gli Arduinici, mantengono con l’Imperatore rapporti sempre ambigui.
Altra figura di spicco è Olderigo Manfredi, imparentato con il marchese di Canossa, sposato con Berta degli Obertenghi, signori della Liguria e del Piemonte meridionale. Il nuovo marchese consolida la propria supremazia attraverso una stretta alleanza con la Chiesa, sodalizio consolidato grazie all’edificazione di diverse abbazie – da lui amministrate- tra Caramagna, Susa e Torino. Durante il suo regno la diocesi di Torino è sotto la guida di Landolfo, ex cappellano dell’Imperatore Enrico II di origini germaniche e dalle spiccate doti amministrative; proprio al vescovo si deve la fondazione e il restauro di diverse chiese situate nelle campagne, il sorgere di questi nuovi centri religiosi favorisce la gestione delle terre e regala linfa vitale ai villaggi delle zone rurali, quali Chieri, Piobesi, Rivalta e Cavour.
Non trascorre poi molto tempo prima che si verifichi una nuova lite tra i grandi signori del regno, ciascuno bramoso di arraffarsi il potere sul Regno Italico. La situazione precipita quando i “milites minores” insorgono a Milano contro l’arcivescovo: Olderico Manfredi interviene nella disputa e rimane ucciso nei combattimenti nel 1034. La moglie Berta eredita dunque il controllo della marca di Torino e subito si assicura di combinare dei matrimoni per le tre figlie. Adelaide sposa il duca Ermanno di Svevia, Ermengarda invece viene concessa al duca Ottone di Schweinfurt ed infine la più piccola, Berta, viene maritata con un rampollo della casa degli Obertenghi. È ora dunque di trattare di un’altra personalità emergente, proprio la primogenita di Berta, la contessa Adelaide, con cui la dinastia arduinica tocca l’apice del successo, grazie anche all’attenta e acuta amministrazione della marca di Torino.

Due volte vedova, Adelaide si unisce in terze nozze ad Oddone di Savoia, da cui ha diversi figli, tutti intelligentemente promessi a personalità delle più rilevanti famiglie nobiliari. Di lei sappiamo che era ben consapevole delle proprie doti e della propria posizione di preminenza, inoltre pare fosse gelosa del suo potere ma anche abile nell’attitudine del comandare.
L’importanza della figura della contessa emerge tuttavia successivamente, durante i decenni centrali del secolo XI, durante i moti riformisti, quando il sistema governativo sostenuto da Ottone I viene messo in discussione e Impero e Chiesa Riformista iniziano a scontrarsi. Adelaide, fervente credente e sostenitrice di molte idee dei riformisti – che condannavano la simonia e il concubinato ecclesiastico- si trova improvvisamente tra due fuochi: Enrico IV, l’Imperatore, nonché marito di sua figlia Berta e Matilde contessa di Toscana, con cui era imparentata non troppo alla lontana, calorosa sostenitrice dei riformisti.
Adelaide riesce a districarsi e appiana la disputa, ponendosi come garante per un accordo tra le due parti.
La contessa per tutta la vita reclama e detiene i propri diritti, anche quando questi vengono attaccati dal vescovo che la vuole privare di alcuni suoi possedimenti.
Adelaide è una delle tante figure femminili di cui è fatta la Storia, una sorta di femminista che non necessita di tale etichetta per dimostrare la propria forza e determinazione.
Ancora una volta c’è da imparare dal passato. Ancora una volta Torino risulta fonte d’ispirazione.

Alessia Cagnotto

Donne e Arte: un percorso tra storia e contemporaneità


Il Coordinamento degli Istituti culturali del Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Giurisprudenza di Torino, la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e Palazzo Madama presentano il convegno Donne e Arte: un percorso tra storia e contemporaneità, un evento dedicato al ruolo delle donne nel mondo dell’arte, dall’antichità ai giorni nostri.

La sede il salone delle feste di Palazzo Madama e si svolgerà il 3 ottobre 2025 Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30.

Il convegno fa parte del ciclo di incontri sulla storia di genere, organizzati sulla base della convenzione del Coordinamento degli istituti culturali del Piemonte con il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino. L’evento si aprirà con i saluti istituzionali e proseguirà con una serie di contributi scientifici dedicati al ruolo delle donne nell’arte, dal passato ai nostri giorni, moderati dal Direttore di Palazzo Madama, Giovanni Carlo Federico Villa. Nel pomeriggio si svolgerà una tavola rotonda moderata da Gabriella Morabito del Coordinamento istituti culturali del Piemonte, con interventi focalizzati sull’impatto femminile nel mondo culturale e artistico.

Una giornata dedicata al potere, alla creatività e al ruolo delle donne tra arte letteratura, cinema e cultura. Dalle Madame reali a Gae Aulenti, da Jane Austen a Maria Adriana Prolo: un percorso tra le storie e sguardi che hanno segnato la nostra memoria collettiva.

Il convegno fa parte del programma delle Giornate della legalità del Comune di Torino ed è in collaborazione con Torino Capitale europea della cultura 2033 – Città candidata.

Aperto a un pubblico vasto ma indirizzato in particolar modo agli studenti. Questa incontro si avvale della collaborazione dell’Ordine degli Architetti; l’Ordine degli Avvocati di Torino riconoscerà un credito formativo; un credito formativo sarà concesso agli studenti della facoltà di Giurisprudenza.

La giornata si concluderà con una visita guidata nel Museo di Palazzo Madama.

Ingresso libero

Per consultare il programma completo visitare: https://www.facebook.com/Coordinamentoistituticulturalipiemonte/

Per informazioni: coordistituticulturali@gmail.com

 

Il Coordinamento degli Istituti Culturali del Piemonte

Il coordinamento degli istituti culturali del Piemonte, nato nel 2009, è una rete che riunisce 39 istituzioni culturali che svolgono attività di ricerca, formazione e educazione continua, anche in collaborazione con l’università di Torino nelle attività di Terza missione. Gli istituti si propongono come presidi di democrazia e partecipazione culturale sul territorio, e da anni lavorano in sinergia con Regione Piemonte e enti locali per la realizzazione di percorsi formativi ma hanno anche una rete di collaborazioni internazionali. Da diversi anni opera da un lato per un confronto sulle linee di politica culturale con iniziative anche pubbliche comuni, dall’altro nella convinzione che solo la costruzione di una collaborazione fattiva di rete può contribuire a dar peso alle iniziative culturali e alla massima valorizzazione dei patrimoni archivistici e bibliotecari, quali strumenti essenziali per l’avanzamento culturale del Paese. Ciò ovviamente attraverso l’utilizzo della digitalizzazione e l’accesso aperto delle informazioni. Senza tralasciare il patrimonio costituito da un’attività di ricerca, indispensabile per lo stesso progresso civile.

Ciclo di convegni sulla tematica di genere:

3 ottobre 2025 Donne e arte Un percorso tra storia e contemporaneità

22 ottobre 2024 Donne e resistenze. Un percorso tra storia e contemporaneità

28 novembre 2023. Le professioni delle donne tra Ottocento e Novecento. Un percorso tra storia e contemporaneità

 

Le istituzioni che ne fanno parte del Coordinamento degli Istituti Culturali del Piemonte

Accademia Albertina di Belle Arti, Accademia di Agricoltura, Accademia di Medicina di Torino, Accademia delle Scienze, AIT – Asia Institute Torino (CESMEO), Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza Onlus, Associazione archivio Storico Olivetti, Comunità Ebraica di Torino. Centro culturale Pier Giorgio Frassati, Centro Internazionale di Studi Primo Levi, Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, Centro studi Piero Gobetti, Centro studi Sereno Regis, Cultura e Sviluppo, Deputazione Subalpina di storia patria, Fondazione Giorgio Amendola, Fondazione Bottari Lattes, Fondazione Camillo Cavour, Fondazione Alberto Colonnetti Onlus, Fondazione Carlo Donat-Cattin, Fondazione Giovanni Goria, Fondazione Istituto Piemontese A. Gramsci; Fondazione Luigi Einaudi Onlus, Fondazione Luigi Firpo – Centro di Studi sul Pensiero Politico Onlus, Fondazione Vera Nocentini, Fondazione Cesare Pavese, Fondazione Nuto Revelli Onlus, Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea ‘Giorgio Agosti’, Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria “Carlo Gilardenghi”, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Asti, Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo, Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola ‘Piero Fornara’, Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia, Istituto di studi storici Gaetano Salvemini, Istituto Universitario di Studi Europei – IUSE, Società di Studi Valdesi, SPABA – Società piemontese di archeologia e belle arti, Unione culturale Franco Antonicelli.

 

Juliette Binoche nuova Stella della Mole

Il Torino Film Festival, edizione numero 43, diretta come la precedente da Giulio Base, e che si svolgerà dal 21 al 29 novembre, si preannuncia ricca di un lungo elenco di ospiti internazionali. Il primo nome annunciato è quello di una delle più importanti attrici francesi, Juliette Binoche, che arriverà in città per portare in anteprima italiana il documentario “In-InMotion”, di cui non è solo protagonista, ma anche, per la prima volta, regista.

“Sarà un grande onore accogliere Juliette Binoche – commenta il direttore del TFF Giulio Base – nel suo talento immenso convivono eleganza, passione, fragilità e forza, bellezza e mistero. La sua presenza trasformerà Torino nel cuore pulsante di questa magia”.

In “In-InMotion” l’attrice rivive l’esperienza dell’audace performance teatrale ‘In-I’. Portata in tournée in tutto il mondo insieme al coreografo Akram Khan nel 2008, quando lasciò i set cinematografici per immergersi in un mondo sconosciuto e a tratti spietato, quello della danza contemporanea.

Il TFF ha annunciato che verrà consegnato a Juliette Binoche il premio “Stella della Mole”, riconoscimento assegnato dal Museo Nazionale del Cinema a figure di spicco del cinema internazionale che abbiano dato contributi significativi al mondo della settima arte. Il rogramma della prossima edizione verrà annunciato ad inizio novembre, ma si può già fare qualche anticipazione: l’omaggio a Paul Newman, nell’anno in cui avrebbe compiuto 100 anni, con 24 film in programma, tra cui un paio, “Butch Cassidy” e “La Stangata”, saranno un omaggio al grande Robert Redford, scomparso di recente.

A condurre le serate di apertura e chiusura, Giulio Base ha chiamato l’attrice Laura Chiatti, con cui ha lavorato in Don Matteo e “L’amico di famiglia” di Paolo Sorrentino

Mara Martellotta