CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 108

L’sola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Simona Dolce “Il vero nome di Rosamund Fisher” -Mondadori- euro 19,50

E’ possibile amare profondamente il proprio padre -attento e affettuoso- senza accorgersi che è uno dei peggiori mostri del nazismo? E’ esattamente quello che ha vissuto la piccola Inge Brigitte, figlia di Rudolph Höss, comandante della più atroce ed efficiente macchina di morte per lo sterminio degli ebrei (e non solo), il campo di concentramento di Auschwitz. E una volta scoperta la verità, come è possibile convivere con un tale fardello nell’anima? La verità è quello che viviamo o quello che accade alle nostre spalle?

Per capire l’enigma un aiuto arriva da questo romanzo, basato su una storia vera, frutto dei ricordi della figlia dell’aguzzino. E’ Rosamund Fisher, ha 80 anni, è vedova e vive ad Arlington in Virginia. Ma il suo vero nome è Inge Brigitte, nata in Germania, ed è la figlia del mostro. Incalzata dal giornalista Thomas Harding, (discendente di Hanns Alexander, l’uomo che arrestò Rudolf Höss) finisce per farsi convincere a rilasciargli un’intervista esclusiva in cui racconta la sua vita.

Ed ecco riaffiorare i ricordi di bambina. Dal 1940 al 1944 la sua famiglia visse nella lussuosa villa il cui muro confinava con l’orrore del campo. A un passo dalle camere a gas e i crematori, e pare non sospettasse neanche lontanamente che il padre era colui che ordinava e assisteva personalmente all’eliminazione di milioni di prigionieri.

Il comandante era semplicemente Vati per i suoi 5 figli, padre amato e rispettato. All’epoca Brigitte aveva 7 anni e in casa transitavano domestiche, giardinieri, operai che in realtà erano prigionieri del lager. Tutto quello che serviva alla villa arrivava direttamente dal “Kanada”, ovvero il deposito in cui venivano ammassate le proprietà requisite agli internati. Insomma un’infanzia agiata e protetta, nessun sospetto che al confine ci fosse l’orrore.

Poi la fuga nel 45. Il padre si separa dalla famiglia e si nasconde fino all’arresto e alla condanna. I primi ad essere trovati sono i figli e la moglie che, per salvare il primogenito, consegnerà il marito.

In esilio e con un’altra identità, Brigitte fugge dapprima a Parigi, poi a Madrid dove diventa la modella prediletta di Balenciaga. Infine sceglie una vita normale, sposa un Americano e con lui crea una famiglia oltreoceano. Ma per tutta la sua lunga vita farà i conti con quel segreto inconfessabile.

 

Rudolf Höss “Comandante ad Auschwitz” -Einaudi- euro 13,00

Questa è l’agghiacciante autobiografia scritta da Rudolf Höss, che comandò il campo di sterminio di Auschwitz dal 1940. In fuga nel 44 venne infine scoperto e arrestato. La Corte Suprema di Varsavia lo giudicò colpevole di crimini contro l’umanità e lo condannò all’impiccagione, eseguita nel cortile del campo di Auschwitz il 16 aprile 1947.

Scrisse queste memorie in carcere, mentre attendeva l’esecuzione. Pagine in cui per la prima volta si scopre la psicologia e la mentalità di uno dei nazisti più spietati. Un vero e proprio squarcio nell’orrore di un’anima nera priva di pietà, che giustificò la morte di milioni di persone in nome dell’ideologia nazista.

Sono un viaggio all’inferno le sue descrizioni dello smistamento dei deportati, le camere a gas in cui stipava e gasava masse di bambini, donne, vecchi.

Non c’è mai neanche l’ombra di un vago pentimento da parte del comandante che descrive, senza emozione, le fosse comuni, le morti per asfissia, l’estrazione dei denti e il taglio dei capelli dai cadaveri, la cremazioni dei corpi.

Racconta anche la vita e i rapporti nel lager, il dividi et impera per cui le lotte interne tra i prigionieri facevano buon gioco alla gestione delle SS. Emerge il disprezzo per i deportati che descrive mettendo in risalto solo patologie e difetti caratteriali.

Si assolve sostenendo di avere semplicemente eseguito gli ordini di Himmler; anzi è fiero di averli portati a termine brillantemente. Neanche vede la mostruosità dello sterminio di massa.

 

 

Katja Petrowskaja “La foto mi guardava”

-Adelphi- euro 24,00

La giornalista e scrittrice tedesca di origine ucraina che ha già rivelato la sua profondità di pensiero nel bellissimo “Forse Esther”, ora entra nell’essenza di 57 fotografie, scelte tra ricordi di famiglia, scatti di fotografi famosi –come Robert Capa, Josef Koudelka, Francesca Woodman- oppure scovate nei mercatini, su Internet, in mostre, libri e archivi storici.

Immagini che in qualche modo l’hanno chiamata a gran voce, per qualche dettaglio o per emozioni e ricordi che smuovono i pensieri. Da ogni scatto parte una micro narrazione che scandaglia a fondo luci, ombre, profili, scenari e altri particolari percepiti da una sensibilità acuta. Poi c’è la scrittura alta e raffinata tipica della Petrowskaja. Fondamentalmente sono racconti in miniatura contro le guerre, la solitudine, la disperazione e le pagine buie della Storia.

Tra le tante immagini, alcune sono indimenticabili. Come l’impatto emotivo della snella silhouette di una donna (della quale non compare il viso) che accarezza la testa di un cigno. Lo scatto è della 18enne Francesca Woodman; figlia di artisti, dotata di talento straordinario, si suicidò a 22 anni… e quel cigno senza zampe sembra quasi averne presagito la morte.

Tra le altre foto da segnalare: le macerie rimaste nella piazza dell’Indipendenza a Kiev occupata dalla Wehrmacht, che rimandano all’orrore della guerra.

Quella dell’autrice bambina che disegna con alle spalle il padre in tenero atteggiamento; e il racconto di come e perché ritrovare questa scheggia della sua infanzia sia stato uno shock.

Poi, la buia immagine degli ombrelli e della folla di newyorkesi sotto la pioggia per le vie di Manhattan durante funerali di 7 bare che racchiudevano le vittime non identificate tra le 146 operaie bruciate nel rogo di una fabbrica tessile nel 1911, quando si moriva spesso per le pessime condizioni di lavoro.

 

 

Roberto Emanuelli “Ora amati” -Feltrinelli- euro 19,00

Questo romanzo nasce dal vissuto in prima persona dell’autore, che ha attraversato entusiasmi e dolori di una relazione tossica che rischiava di rovinargli la vita. Lui è riuscito a smarcarsi dal pericolo, ha fatto tesoro della sua esperienza e ha scritto il libro.

Protagoniste due donne diverse per età anagrafica, formazione e latitudine, ma travolte entrambe da passioni altamente nocive.

Clara vive a Roma, dirige una libreria e adora il suo lavoro.

Da tre anni ha una relazione con un uomo sposato che dichiara di amarla e voler lasciare la moglie per lei; di fatto è un’altalena di false promesse e tentennamenti all’idea di far soffrire i figli. Forse più che altro è determinante la paura di perdere l’agiatezza nelle mani della consorte che detiene soldi e potere.

A Milano c’è Anna, studentessa di Economia alla Bocconi, spinta dalle aspettative dei genitori che le hanno programmato il futuro a capo dell’azienda di famiglia in Calabria. E’ infelice, in una città che sente estranea e costretta a studi che non le interessano.

L’ orizzonte sembra aprirsi quando incontra Francesco e si innamora. Peccato lui si riveli un egoista di prima grandezza, troppo preso da stesso; un giorno c’è e quello dopo scompare, centellinando il tempo concesso ad Anna.

Due storie personali, ma universali, vissute da chi si appoggia a pseudo amori tossici: quelli che divorano l’anima, logorano la vita, promettono e non mantengono, catapultano in cima a vette di felicità e poi fanno sprofondare in baratri di dolore.

Ma, dopo la sofferenza e la solitudine, nel romanzo ci sono anche riscatto e rinascita, quando le protagoniste riescono a sganciare le zavorre di compagni narcisisti e nocivi.

Il pane di Predrag Matvejević

Pane nostro, libro di Predrag Matvejević, è stato il frutto di un lavoro lungo vent’anni.

Quella del pane è una grande storia che viene da lontano, scorrendo dal tempo in cui i nostri antenati si stupirono per la simmetria dei chicchi sulla spiga fino a oggi, dove miliardi di esseri umani ancora soffrono la fame e sognano il pane mentre altri lo consumano e lo sprecano nell’abbondanza. Nato migliaia di anni fa in Mesopotamia, nominato con molteplici nomi fin dall’antichità, riportato nelle memorie incise sulle tavolette di terracotta, scritto sulle pergamene, nei poemi orali e nei testi religiosi, il pane è l’architrave del Mediterraneo. Per secoli è stato l’unico contraltare a carestie, epidemie, alle morti per inedia, l’unico elemento ( tra l’altro, comunitario) in grado di separare la sopravvivenza dal baratro della fame. Per questa ragione è stato anche uno straordinario simbolo in tutte le religioni. Ha accompagnato, assumendo la forma e la sostanza della galletta, della focaccia o del biscotto, innumerevoli viaggiatori e pellegrini, marinai e nomadi. Si è ritrovato, suo malgrado, al centro di dispute sanguinose e interminabili: le guerre per procacciarsi il cibo, ma anche le lunghe controversie sul pane lievitato oppure azzimo, da usare per la comunione. E’ stata una disputa inevitabilmente infinita perché il pane è anche un simbolo posto al centro del rito eucaristico. Lo si ritrova, nelle sue mille varietà, in molte opere d’arte dall’antico Egitto fino alla pop art. Raccontando questa saga sul pane, Matvejević  ( uno dei più grandi intellettuali balcanici, nato nel 1932 a Mostar e morto sei anni fa a Zagabria) ci parla di Dio e degli uomini, della storia e dell’antropologia, della fame e della ricchezza, della guerra e della pace, della violenza e dell’amore. Un libro importante, denso di significati, dove la saggezza spesso è temprata nel dolore ma è pur sempre piena di speranza. Con la prefazione di Enzo Bianchi e la  postfazione dello scrittore Erri De Luca, Pane nostro è una opera ricchissima di riferimenti storici e letterari, di citazioni. Un libro potente che rappresenta un omaggio poetico all’alimento più semplice inventato dall’uomo.

Marco Travaglini

Quaglieni festeggiato nel trentennale della medaglia d’oro

Il 13 ottobre  1994  nel corso di una solenne cerimonia alla presenza del  Magnifico Rettore dell’Universita’ e di molte autorità veniva consegnata la medaglia d’oro di benemerito della scuola, della cultura e dell’arte conferitagli dal Presidente  della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro al professore cavaliere  di Gran Croce Pier Franco Quaglieni che è stato tra i più giovani insigniti della più alta onorificenza conferita ad un docente italiano. A trent’anni di distanza l’associazione che riunisce gli insigniti ha festeggiato ieri il prof.Quaglieni  nel corso di un incontro sul tema “Quaglieni maestro di cultura libera” consegnandogli un  attestato in cui è scritto tra l’altro: “Più che mai oggi Pier Franco Quaglieni attraverso l’ideale cattedra dei giornali, dei suoi libri e del Centro Pannunzio continua ad impartire una grande lezione di alta cultura ed  è un nobile e raro esempio di indipendenza libera  nei confronti delle giovani generazioni. Già molti anni fa  uno dei suoi maestri Alessandro Passerin d’ Entreves  giunse a paragonare Quaglieni a Gobetti”. Al termine il prof. Quaglieni è stato festeggiato in un incontro conviviale a Varazze.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Robert Plant e Roberto Vecchioni

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Martedì. Alle OGR si esibisce Robert Plant, il mitico cantante dei Led Zeppelin. Al Teatro Colosseo arriva Roberto Vecchioni. Al Blah Blah si esibiscono i Tea Eater.

Mercoledì. Allo Ziggy suonano i Mizmor + i Nitritono. Al Teatro Colosseo è di scena la Glenn Miller Orchestra. Al Blah Blah si esibiscono i Nictomorfo. All’Off Topic suonano Jack The Smoker & Big Joe.

Giovedì. Al Circolo della Musica di Rivoli sono di scena Paolo Saporiti &Xabier Iriondo. Al Blah Blah si esibisce Valerian Swing. Al Magazzino sul Po suonano i Ndox Electique.

Venerdì. Al Blah Blah si esibiscono i Crummy Stuff. Allo Ziggy suonano Crystal Viper & Savage Master. All’Off Topic è di scena Dile. A Piazza dei Mestieri suona il trio di Sonia Schiavone. Al Magazzino sul Po si esibiscono The Body & Dis Fig.

Sabato. Allo Ziggy suonano i Sacri Cuori &Threestepstotheocean. Al Magazzino sul Po si esibiscono Winter Dust + Plastic Palms + New Adventures.

Pier Luigi Fuggetta

La famiglia di Bovell costruita su una falsa felicità

Inaugurata al Carignano la stagione dello Stabile torinese

Prima o poi, si finisce sempre a quell’inizio folgorante, non soltanto per ricordi scolastici o per la scoperta di una lettura, sempre lì, a quel “Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo” di Tolstoj, ad aprire la storia della sua Anna. La famiglia eterna sempre a proteggere e a scardinare, a ordinare e a confondere. Tra la commedia e il dramma. L’australiano Andrew Bovell, classe 1962, sceneggiatore di successo – “Ballroom” diretto da Baz Luhrmann nel ’92, “Lantana” diretto da Ray Lawrence nel 2001 -, premiatissimo autore con “When the Rain Stops Falling”, visto anche qui da noi un paio di anni fa, “una saga familiare lunga ottant’anni, che si snoda tra colpe taciute, tentativi di redenzione e condanne”, coglie una nuova occasione per addentrarsi dentro la foresta intricata di uno di quei nuclei, disperati e di tanto in tanto con la risata acida a fior di pelle, con “Cose che so essere vere”, messo in scena (e cointerpretato) da Valerio Binasco per la stagione dello Stabile torinese (repliche sino al 27 ottobre, al Carignano). Uno Stabile che, guardando a un suo passato recentissimo, sembra aver fatto suo il tema della famiglia, dovendo ancora a Binasco le scelte del Nobel Jon Fosse e della sua “Ragazza sul divano” e del Pirandello dei “Sei personaggi”, a Filippo Dini quella di ”Casa di bambola” e il successo di “Agosto a Osage County” dell’americano Tracy Letts, senza scordare che Leonardo Lidi proporrà per intero a novembre prossimo la trilogia cecoviana che in quell’ampio sguardo ci naviga.

Cose” (quali? quelle le più normali che ti succedono intorno, giorno dopo giorno, la vita nella sua normalità) è il ritorno a casa della giovanissima Rosie da un viaggio in Europa, nella liberissima Berlino, che le ha dato più gioie che dolori, solitudine e girovagare senza meta zaino in spalla, non ultimo un bellone spagnolo che l’ha piantata in asso, all’improvviso, dopo tre giorni di sesso e di promesse. È il ritorno nel cuore di una casa e di una famiglia, la madre Fran e il padre Bob, la sorella Pip e i due fratelli Ben e Mark, quest’ultimo il suo punto di riferimento, la voce maschile a cui tutto confidare. Gioie, sorrisi, abbracci: poi ogni cosa sembra sgretolarsi, rabbuiarsi, congelarsi, con il trascorrere lento delle stagioni. Come in una complessa partitura, come in ogni via crucis dove si snodano le tante stazioni, ognuno di essi – ogni strumento – ha il proprio spazio, il proprio monologo chiarificatore che lo confronta con il publico, il proprio momento di dolore, la propria occasione di chiedere aiuto in quell’interno che, al riparo di una pretesa, sbandierata felicità (felice, “eccola la parolina magica” urla mamma Fran nello stravolgersi a valanga degli avvenimenti), si sta riempiendo di buio. Rosie è quella che più ha creduto in quella felicità ma vede che tutto è in pieno crollo, Pip ha già deciso di fuggirsene a Vancouver perché dice che gli è stato offerto un lavoro ma in effetti abbandona il marito e due bambine per un legame più forte e sicuro, Ben ha sottratto sul posto di lavoro un bel mucchio di soldi e adesso teme il carcere, Mark ha scelto di diventare Mia, sta iniziando la cura di ormoni in previsione di un’operazione che lo farà diventare quella donna in cui spera e crede da anni.

È il caos che viene a sovrapporsi a un ordine salvaguardato da sempre, l’impianto scenografico, su quel palcoscenico girevole, inventato da Nicolas Bovey, in cui il giardino della casa – l’Eden che ci si accorge ben presto non essere più eterno – sembra invadere quella normalissima cucina, fatta (normalmente) di tavolo e poltrona e vasi verdi e lavello, è messo sottosopra, il fuori invade il dentro, immagine bellissima e appropriata della tragedia che ad un certo punto s’è innestata. Sconvolta la madre altresì, da un macigno troppo grande, lei che è stata esempio di dedizione senza limiti, di forza ma di dolcezza, che ha sempre saputo prevedere le necessità dei figli, che li in ogni momento protetti, indirizzati, tenuti in salvo, lei che peccato di troppo amore (“soverchio”, lo avrebbe definito l’autore di “Così è (se vi pare)”, con un termine ormai cancellato), lei che per la famiglia e per la casa ha scordato immediatamente un improvviso spiraglio di fuga, lei che vorrà trovare ancora una via d’uscita; sconvolto, e inebetito, il padre che non può ammettere una separazione o un’auto nuova per mettersi allo stesso livello di “quella gente nuova che ho conosciuta” o il mutamento con cui non vorrà avere mai nulla a che fare. Una lunga, stretta, ben condotta narrazione che Bovell racchiude in un flashback, un montaggio targato cinema, una telefonata muta e angosciata all’inizio e al termine, una vicenda che sul dolore si chiude in maniera definitiva. La distruzione di quell’eden e di quel giardino, come sarà domani?, “più si crede nella felicità, più si soffre”, sembra dire l’autore.

Forse “Cose” soffre di un che di troppo di prevedibilità, di uno schematismo che delinea in maniera forzata i momenti dell’uno e dell’altro personaggio: per cui in più di un tratto il testo è costretto ad appoggiarsi alla bravura degli interpreti, di Stefania Medri che s’irrobustisce man mano che avanzano i 110’, di Giovanni Drago e di Fabrizio Costella, di Giordana Faggiano già apprezzabilissima in quei primi momenti in proscenio a raccontare della sua sconfitta Rosie, di Valerio Binasco a delineare la debolezza di un padre e in primo luogo di una Giuliana De Sio, che merita un applauso a parte per la forza e la rabbia, le rinunce e la protezione con cui ha costruito la sua Fran, insostituibile perno intorno a cui gira la famiglia di Bovell.

Elio Rabbione

Nelle immagini di Virginia Mingolla, alcuni momenti dello spettacolo “Cose che so essere vere” di Andrew Bovell, messo in scena da Valerio Binasco per la stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.

Il XX anniversario della Biblioteca Tabasso di Chieri

Un racconto inedito scritto per l’occasione da Alessandro Perissinotto, una lettura itinerante lungo il centro storico di Chieri con gli interventi musicali della fanfara urbana BandaKadabra: sabato 19 ottobre la Città di Chieri, in collaborazione con Dinoitre Eventi, festeggia il XX anniversario della Biblioteca & Archivio nell’ex cotonificio Tabasso.

 

Al mattino, alle ore 10, la Sezione Storia Locale della Biblioteca Civica & Archivio “Nicolò e Paola Francone” sarà intitolata, alla presenza delle Autorità cittadine, a Maria Francesca Garnero, recentemente scomparsa, operosa animatrice culturale e che per oltre trent’anni ha svolto l’incarico di direttrice  della Biblioteca. La cerimonia “Ricordando Maria Francesca Garnero”, organizzata dall’amministrazione comunale, è aperta a tutti i cittadini che hanno piacere di ricordarla. Maria Francesca Garnero giunse alla guida della Biblioteca nel 1978, raccordandosi con il passato allora incarnato in Paola Francone, alla quale, anni dopo avrebbe dedicato una pubblicazione. Nel corso degli anni ha affrontato questioni logistiche e amministrative, promosso la lettura, dedicato attenzione all’archivio storico cittadino ed avviato il Museo del Tessile con Armando Brunetti.

Nel pomeriggio, è in programma la lettura itinerante di un racconto inedito intitolato “La piccola lavanderia dei cuori infedeli”, scritto per l’occasione da Alessandro Perissinotto. «Una piccola grande opera letteraria che la Biblioteca dona a tutti i suoi lettori, per aiutarci a non perdere il filo che lega e tesse le nostre storie e le nostre vite» spiega la direttrice Silvia Basso.

La lettura sarà accompagnata dagli interventi musicali della BandaKadabra: l’appuntamento è per le 15 in piazza Umberto I per poi giungere in piazza Duomo, quindi al parco PA.T.CH. nell’area Caselli e, infine, arrivo alla Biblioteca in via Vittorio Emanuele II  1 (in caso di pioggia, l’evento si svolgerà presso gli spazi della Biblioteca).

 

«Sono passati 20 anni da quando il 18 ottobre 2004 inauguravamo negli spazi totalmente ristrutturati degli ex uffici del cotonificio Felice Tabasso la nuova sede della Biblioteca e dell’Archivio Storico della Città di Chieri-commentano il Sindaco Alessandro Sicchiero e l’assessora alla Cultura, all’Istruzione e alla Biblioteca Antonella Giordano-Festeggiamo con molta soddisfazione questo traguardo, potendo raccogliere i risultati del grande lavoro che si è fatto in questi anni per costruire un complesso culturale di alto livello, capace di offrire numerosissimi servizi innovativi a beneficio della comunità. La Biblioteca di Chieri, polo del Sistema Bibliotecario SBAM, è un presidio che si configura sul territorio come strumento di democrazia, spazio di partecipazione volto al miglioramento della società attraverso la facilitazione dell’accesso alle informazioni, la condivisione e la creazione di conoscenza. Suo obiettivo fondamentale è favorire l’autonomia delle persone, offrendo la possibilità di migliorare la conoscenza e la capacità creativa. Riveste perciò una funzione sociale rilevante, in quanto offre spazi di condivisione e opportunità di incontro culturale che incentivano la partecipazione e contribuiscono all’inclusione e alla coesione sociale. Ad essa si affianca l’Archivio Storico, che conserva e illustra la memoria del Comune di Chieri e che nella nuova sede ha trovato spazi adeguati sia per la conservazione sia per la fruizione»

In occasione dei festeggiamenti del XX anniversario, sarà on line il nuovo portale della Biblioteca Civica interamente rinnovato.

Nino Haratischwili con “La luce che manca”, vince il Premio Lattes Grinzane

Si è tenuta questo pomeriggio la cerimonia di premiazione al Teatro G. Busca di Alba con la lectio magistralis del Premio Speciale 2024 Alessandro Baricco.

 

Domani la finalista Federica Manzon sarà a Cervo in Blu d’Inchiostro.

Il momento della premiazione.

È Nino Haratischwili con La luce che manca, edito da Marsilio, la vincitrice della XIV edizione del Premio Lattes Grinzane 2024, riconoscimento internazionale intitolato a Mario Lattes e organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, dedicato ai migliori libri di narrativa italiani e stranieri pubblicati nell’ultimo anno. Gli altri finalisti di questa edizione sono stati Benjamín Labatut (Cile), Federica Manzon, Guadalupe Nettel (Messico) e Sandra Newman (Stati Uniti)

 

Si legge come motivazione della Giuria Tecnica del Premio, che la scorsa primavera aveva selezionato tra i libri finalisti La luce che manca, tradotto in Italia da Fabio Cremonesi: “Questo romanzo corale, in cui si racconta la vita di quattro ragazze georgiane che crescono insieme in un periodo storico politico convulso, possiede non solo la forza di restituire delle atmosfere poco conosciute, ma anche di affrescare un mondo a cavallo dei due secoli che cambia politicamente e chiede a gran voce indipendenza e giustizia. Il volume è poderoso ma la lettura si sostiene facilmente per la scrittura coinvolgente, il ritmo piano, la capacità evocativa, i tratti in evoluzione delle protagoniste, perennemente a caccia di una libertà interiore ed esteriore, fotografate sulla soglia di una giovinezza che diventa età adulta”.

 

La cerimonia di premiazione, condotta da Alessandro Mari, si è svolta sabato 12 ottobre 2024 al Teatro Sociale Busca di Alba (CN). A determinare la vittoria di Haratischwili, sono stati i voti di 400 studentesse e studenti di 25 giurie scolastiche delle scuole superiori in tutta Italia, più una di Atene. Anche quest’anno la cerimonia è stata inserita all’interno del programma culturale della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.

 

Alessandro Baricco, Premio Speciale Lattes Grinzane 2024, ha tenuto come da tradizione del Premio una lectio magistralis.

 

Come stabilito in accordo con la casa editrice Fanucci, è stata inoltre attribuita una Menzione della Giuria a Alan Moore, autore britannico tra i più influenti nella storia del fumetto. Moore ha voluto inviare un messaggio di ringraziamento, a cui è stata data lettura nel corso della cerimonia.

 

È possibile rivedere l’intera cerimonia sulla pagina Facebook e sul sito della Fondazione Bottari Lattes.

 

Domani, domenica 13 ottobre, Federica Manzon sarà ospite della rassegna Cervo in Blu d’inchiostro, inaugurando così una nuova collaborazione tra la Fondazione Bottari Lattes e l’appuntamento che dal 2012 porta i grandi protagonisti della letteratura contemporanea nello splendido borgo di Cervo. L’autrice sarà in dialogo con Walter Scavello, docente di inglese del Liceo “Cassini” di Sanremo. L’incontro è fissato per le 15 all’Oratorio di Santa Caterina di Cervo. Il pianista Paolo Flora, docente del Liceo Musicale di Sanremo, proporrà degli intermezzi musicali, mentre le letture sono a cura dell’attrice Nicole Ghirardi. Dettagli su cervofestival.com

 

I premiati e i finalisti sono stati selezionati dalla Giuria Tecnica, composta da otto membri tra docenti, giornalisti, critici e scrittori. Successivamente alle Giurie Scolastiche è stato affidato il compito di leggere, giudicare e individuare il vincitore di quest’anno. Nella mattinata di oggi, i finalisti hanno incontrato gli studenti e le studentesse delle scuole in giuria al Castello di Grinzane Cavour.

 

Bio premiati

Alessandro Baricco. Nato a Torino nel 1958, si laurea in Filosofia con una tesi in Estetica. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore.
Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Étranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana e ottiene il consenso della critica e del pubblico. Seguono Oceano Mare (Rizzoli, 1993; Universale Economica Feltrinelli, 2007), Premio Viareggio e Premio Palazzo al Bosco; il monologo teatrale Novecento (Feltrinelli, 1994; edizione speciale, 2014; “Audiolibri – Emons Feltrinelli”, 2011) da cui Giuseppe Tornatore trae il film La Leggenda del pianista sull’oceanoSeta (Rizzoli, 1996; Fandango Libri, 2007), portato sullo schermo da François Girard con una produzione e un cast internazionali, City (Rizzoli, 1999; Universale Economica Feltrinelli, 2007) e Senza sangue (Rizzoli, 2002; la graphic novel in “Feltrinelli Comics”, 2019, con Tito Faraci e Francesco Ripoli), tutti tradotti all’estero e recensiti dalle maggiori testate internazionali, dal ‟Guardian” al ‟New York Times”, da ‟Libération” a ‟Le Monde”. Tra i saggi, L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin (Garzanti, 1993); Barnum. Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1995) che raccoglie gli articoli comparsi nell’omonima rubrica curata ogni mercoledì sulle pagine culturali del quotidiano torinese ‟La Stampa” e Barnum 2. Altre Cronache del Grande Show (Feltrinelli, 1998), in cui sono raccolti gli articoli frutto della collaborazione con ‟la Repubblica”; è del 2002 Next. Piccolo libro sulla globalizzazione e sul mondo che verrà. Compare in televisione nelle trasmissioni culturali ‟L’amore è un dardo”, sull’opera lirica, e ‟Pickwick”, dedicata ai libri. Tra le attività teatrali che lo vedono autore, regista e interprete, dopo i successi di Totem (di cui Fandango Libri ha pubblicato il libro nel 1999, Rizzoli due videocassette nel 2000 e Einaudi una videocassetta nel 2003) e di City Reading Project per il Romaeuropa Festival 2002 che ha dato origine a un volume fotografico (Rizzoli, 2003), Baricco ha realizzato Omero, Iliade, in tre serate, realizzandone poi il libro (Feltrinelli, 2004). Nel 2003 pubblica per Dino Audino Editore la sceneggiatura di Partita Spagnola, di cui è autore con Lucia Moisio. Nel 2005 è socio di Fandango Libri. Dello stesso anno è il romanzo Questa storia (Fandango Libri, 2005; Universale Economica Feltrinelli, 2007) cui segue, l’anno dopo, I Barbari. Saggio sulla mutazione (Fandango Libri, 2006; Universale Economica Feltrinelli, 2008), precedentemente pubblicato a puntate su ‟la Repubblica”. Nel 2007 propone all’Auditorium Parco della Musica di Roma una lettura interpretata (e ridotta) di Moby Dick, poi confluita in Herman Melville. Tre scene da Moby Dick (Fandango, 2009; Feltrinelli 2017)Tra le sue opere più recenti: Emmaus (Feltrinelli, 2009), Mr Gwyn (Feltrinelli, 2011), Tre volte all’alba (Feltrinelli, 2012), Una certa idea di mondo (Gruppo Editoriale L’Espresso, 2012; Feltrinelli, 2013), Palladium Lectures (2 dvd + libro; Feltrinelli, 2013), Smith&Wesson (2014), La sposa giovane (2015), Il nuovo Barnum (2016), Seta (2016; edizione cartonata con le illustrazioni di Rebecca Dautremer), Melville. Tre scene da Moby Dick, con Ilario Meandri (Fandango, 2009; Feltrinelli 2017), The Game (Einaudi, 2018) e The Game. Storie del mondo digitale per ragazzi avventurosi (Feltrinelli, 2020; con Sara Beltrame). Nel 2023 è uscito Abel, il suo ultimo romanzo pubblicato da Feltrinelli.

Nel 1994 ha ideato e fondato la Scuola Holden a Torino.

 

Nino Haratischwili. Nata a Tbilisi, in Georgia, nel 1983, oggi vive a Berlino. Pluripremiata scrittrice, drammaturga e regista teatrale, è stata due volte finalista al Deutscher Buchpreis. I suoi romanzi, tra cui L’ottava vita e La luce che manca, sono stati tradotti in venticinque lingue e hanno scalato le classifiche internazionali ottenendo riconoscimenti prestigiosi. Dall’Ottava vita, candidato all’International Booker Prize, è in lavorazione una serie televisiva.

 

Alan Moore. Scrittore inglese, ampiamente considerato come il migliore e più influente autore nella storia del fumetto. Tra le sue opere fondamentali ricordiamo From HellV per VendettaWatchmen La lega degli Straordinari Gentlemen. È nato a Northampton, dove vive da sempre. Con Illuminations – I racconti fantastici, una raccolta di testi brevi dal potere visionario, fa il suo debutto nel catalogo Fanucci Editore. Di prossima pubblicazione in questa collana il primo romanzo della serie Long London dal titolo The Great When.

 

Le giurie

I cinque romanzi finalisti e il vincitore del Premio Speciale sono stati scelti dalla Giuria Tecnica: presidente Loredana Lipperini (scrittrice, giornalista, conduttrice radiofonica), Marco Balzano (scrittore, poeta, italianista), Valter Boggione (docente di Letteratura italiana all’Università di Torino), Anna Dolfi (docente di Letteratura italiana nelle Università degli Studi di Trento e Firenze), Alessandro Mari (scrittore, editor), Luca Mastrantonio (giornalista, critico letterario) e Bruno Ventavoli (giornalista, critico letterario).

 

Le 25 scuole che costituiscono le Giurie Scolastiche 2024 sono: Istituto Magistrale Statale “Leonardo da Vinci” di Alba (Cn), Istituto di Istruzione Superiore “Arimondi-Eula” di Savigliano (Cn), Istituto di Istruzione Superiore “Massimo D’Azeglio” di Torino, Liceo Classico Statale “Gian Francesco Porporato” di Pinerolo (To), Liceo Classico e Linguistico Statale “Carlo Alberto” di Novara, Liceo Scientifico “Pacinotti” di La Spezia, Istituzione Scolastica di Istruzione Liceale, Tecnica e Professionale di Verrès (Ao), Liceo Classico “E. Cairoli” di Varese, Liceo delle Scienze Umane e Artistico “Giovanni Pascoli” di Bolzano, Liceo Statale “Corradini” di Thiene (Vi), Liceo Scientifico “Michelangelo Grigoletti” di Pordenone, Istituto di Istruzione Superiore “Primo Levi” di Vignola (Mo), Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “F. Niccolini” di Volterra, Liceo Classico Statale “Stelluti” di Fabriano (An), Convitto Nazionale “Principe di Napoli” di Assisi (Pg), Liceo Ginnasio Statale “Virgilio” di Roma, Liceo Statale “G. Marconi” di Pescara, Liceo Artistico “Sabatini-Menna” di Salerno, Liceo Statale “G.M. Galanti” di Campobasso, Liceo Classico Statale “Quinto Orazio Flacco” di Potenza, Liceo Classico “V. Lanza” di Foggia, Istituto di Istruzione Superiore “Morelli-Colao” di Vibo Valentia, Istituto di Istruzione Superiore “La Farina-Basile” di Messina, Liceo Classico e Linguistico Statale “Gramsci” di Olbia e Scuola Italiana Statale di Atene.

 

I partner del Premio

Il Premio Lattes Grinzane è organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, con il patrocinio e sostegno di Comune di Monforte d’Alba, Città di Alba e Comune di Grinzane Cavour; con il patrocinio di Confindustria Cuneo e Unione dei Comuni Colline di Langa e del Barolo; in collaborazione con Ente Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Enoteca Regionale Piemontese Cavour; con il sostegno di Fondazione CRC, Banca D’Alba, Fondazione CRT, Az. Vitivinicola Conterno Giacomo e Banor SIM. Partner: Az. Agricola Conterno Fantino, Cantina Terre del Barolo, Arnaldo Rivera e Felicin – Ristorante Albergo “Dimora Storica”, Antica Torroneria Piemontese. Partner tecnico: Audiosystem Srl.

 

La Fondazione Bottari Lattes

La Fondazione Bottari Lattes è nata nel 2009 a Monforte d’Alba (Cn), dalla volontà di Caterina Bottari Lattes. Ha come finalità la promozione della cultura e dell’arte e l’ampliamento della conoscenza del nome di Mario Lattes (1923-2001) nella sua multiforme attività di pittore, scrittore, editore e animatore di proposte culturali. Mario Lattes è stato un testimone lucido e anticonformista, artista

di respiro internazionale, cui va il merito della diffusione in Italia di pittori e autori stranieri di grande valore. Fu direttore dell’omonima casa editrice, fondata dal nonno nel 1893, per lungo tempo punto di riferimento della scuola italiana. Tra le pubblicazioni scolastiche realizzate si ricorda l’antologia La biblioteca illustrata con i disegni di Mario Lattes per gli studenti delle scuole medie. La Fondazione Bottari Lattes non ha scopo di lucro. Porta avanti iniziative di studio e di ricerca culturale, curandole direttamente o in collaborazione con altri enti o istituzioni, e organizza progetti e appuntamenti culturali. Tra le principali attività: il Premio letterario internazionale Lattes Grinzane, il Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, mostre di arte e fotografia, i progetti per le scuole come Vivolibro, i convegni. La sede della Fondazione Bottari Lattes (via Marconi 16, Monforte d’Alba) conserva la Biblioteca Mario Lattes, l’Archivio delle carte di Mario Lattes e di altri fondi documentali in possesso della Fondazione e la pinacoteca Mario e Caterina Lattes, che fa parte nella rete degli Istituti Culturali piemontesi. Nel 2017 la Città di Torino-Presidenza del Consiglio Comunale ha intitolato a Mario Lattes i giardini pubblici di Piazza Maria Teresa, come riconoscimento all’impulso culturale profuso da Lattes nei suoi tanti impegni e iniziative portati avanti nel capoluogo piemontese. Nel 2023, a cento anni dalla nascita di Mario Lattes, la Fondazione ha celebrato la ricorrenza con una pubblicazione, due mostre e vari incontri a lui dedicati, mettendo in luce quali e quante fossero le diverse anime dell’artista torinese.

Sistema Musica celebra i 200 anni dell’Egizio

Un viaggio attraverso i secoli e le culture, per riscoprire il fascino millenario dell’Egitto e la sua influenza sulla musica classica e contemporanea. Incanto Egizio è la rassegna concertistica con cui le più importanti istituzioni musicali di Torino omaggeranno il bicentenario della fondazione del Museo Egizio, portando su numerosi palcoscenici della città alcune tra le migliori orchestre, ensemble cameristici, cori e solisti e un mosaico di musiche che spazia dai grandi compositori della musica antica e classica alla tradizione popolare del Novecento, dall’opera al jazz, fino alle composizioni commissionate per l’occasione. Incanto Egizio è un progetto di Sistema Musica, associazione fondata dalla Città di Torino che riunisce i principali enti territoriali della musica classica a Torino, in collaborazione con il Museo Egizio e con il sostegno di Iren.

“Le direzioni artistiche degli enti di Sistema Musica si sono superate nel proporre suggestioni in grado di mettere al centro il Museo e la grande musica, insieme alla danza, alla recitazione e all’arte tutta – ha dichiarato Rosanna Purchia, assessora alla Cultura della Città di Torino e presidente dell’associazione Sistema Musica -. I 13 appuntamenti che proponiamo al pubblico celebrano l’Egizio con grande originalità e con una sorprendente varietà di stili e discipline. Un ringraziamento va a Iren, che con il suo sostegno ha reso possibile questa bella iniziativa”.

“In occasione delle celebrazioni per il Bicentenario – ha dichiarato la Presidente del Museo Egizio Evelina Christillin – ci apprestiamo a vivere una nuova stagione, in cui festeggiare i 200 anni non significa soltanto offrire un esercizio di memoria, ma anche programmare il futuro con un occhio attento al contesto da cui provengono gli oggetti che custodiamo, studiamo e raccontiamo al pubblico, con l’intenzione di incrociare la ricerca archeologica e la storia dell’antico Egitto con le arti e le diverse realtà culturali della città.  Il Festival Incanto Egizio si muove proprio in questa direzione”.

La programmazione avrà inizio sabato 12 ottobre con la proposta concertistica di Lingotto Musica (All’ombra delle piramidi, ore 20.30) e proseguirà martedì 22 ottobre con uno speciale concerto proposto da De Sono, arricchito da performance di danza e light design (Iside e le Sfingi, ore 20.30), lunedì 28 ottobre con una conferenza-concerto del CFM Centro di Formazione Musicale della Città (Il flauto, strumento di dèi, pastori e musici, ore 17), martedì 29 ottobre con un concerto dell’Orchestra Filarmonica di Torino, che si esibirà anche in una nuova composizione in prima assoluta del maestro Ahmed El Saedi (Il sole incendia Brahms, ore 21). Lunedì 4 novembre, Polincontri presenterà un reading-concerto che prevede anche la prima esecuzione assoluta di una nuova opera del compositore Alessandro Cuozzo (Another Aida’s History, ore 18), giovedì 14 novembre tornerà l’alta divulgazione musicale con la seconda proposta  del CFM (Il liuto dal Medio Oriente all’Europa, ore 18.30) e lunedì 16 novembre la Academia Montis Regalis proporrà un ricco programma a tema (Antiche Regine, ore 21). Chiuderà il mese l’Accademia Maghini, giovedì 29 novembre, con la prima esecuzione moderna di un oratorio di Antonio Caldara (Gioseffo interpreta i sogni, ore 21). Unione Musicale e EstOvest Festival uniranno le forze sabato 3 dicembre per un concerto che prevede anche l’esecuzione di un brano commissionato per l’occasione al compositore Francesco Antonioni (Beethoven e l’Egitto, ore 20). Le collaborazioni proseguono con il Teatro Regio e il Conservatorio di Torino, che martedì 4 dicembre proporranno un originale concerto (Sinfonie d’Oriente, ore 20). Venerdì 13 dicembre L’Accademia Corale Stefano Tempia accompagnerà i visitatori in un’esplorazione originale degli spazi del Museo Egizio con una performance imperniata sul jazz (Passi nel Museo Egizio, ore 16). L’ultimo concerto in programma sarà domenica 15 dicembre, con una seconda proposta della Tempia (Thamos, Re d’Egitto, ore 21). A chiudere la rassegna, giovedì 19 dicembre, sarà invece l’incontro-conferenza proposto dal Teatro Regio (Aida inedita, ore 18).

Le sedi degli eventi saranno l’Auditorium del Sermig Arsenale della pace, l’aula magna del Politecnico, il Conservatorio “Giuseppe Verdi”, The Heat Garden di Iren, il Museo Egizio, il Piccolo Regio Giacomo Puccini, il Teatro Vittoria e il Tempio Valdese.

Gli enti che aderiscono a Sistema Musica sono Academia Montis Regalis, Accademia Maghini, Accademia corale Stefano Tempia, Città di Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi, De Sono – Associazione per la musica, EstOvest Festival, Fondazione per la Cultura Torino, Fondazione Teatro Regio Torino, Lingotto Musica, Orchestra Filarmonica di Torino, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Polincontri e Unione Musicale.

Il programma dettagliato degli appuntamenti è consultabile sul sito www.sistemamusica.it. Tutte le informazioni di biglietteria su www.sistemamusica.it/biglietteria e sui siti dei singoli enti.

Chiude “Bellezza tra le righe”

Al traguardo finale della sua quinta edizione, la rassegna letteraria vede ancora aperte le tre dimore storiche coinvolte, in una giornata tutta dedicata ai bambini

Domenica 13 ottobre

Sarà una giornata che guarda ai lettori di domani, tutta dedicata alla presentazione di libri per bambini e letture loro dedicate, nel segno di una “domenica per famiglie”.

Per la prima volta, novità 2024, la chiusura della rassegna “Bellezza tra le righe” (avviatadomenica 30 giugno) sarà congiunta e in programma domenica 13 ottobre nei giardini delle tre dimore storiche del Pinerolese che ospitano l’iniziativa: Casa Lajolo, a Piossasco, il Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo, e Palazzo Conti di Bricherasio, a Bricherasio.

Il via, al Castello di Miradolo (via Cardonata, 2), a San Secondo di Pinerolo.

Alle  10,30 letture, a cura della “Fondazione Cosso”, per i bambini dai 3 ai 5 anni. Per tutta la mattina, nel Parco storico, la “Biblioteca di Pinerolo” allestirà un presidio per promuovere il progetto “Nati per Leggere”, oltre a tenere aperto il tesseramento e a fare divulgazione rispetto alla “CAA”, nuovo sistema di “Comunicazione Aumentativa Alternativa”che utilizza simboli, immagini e parole per sostenere la produzione e comprensione linguistica del bambino.

Quindi, alle 15Elvina Finzi e Amalia Ercoli Finzi presentano “Oltre le stelle più lontane”, pubblicato da “Mondadori Oscar Junior”, moderati da Enrica Melossi.

Oltre le stelle più lontane” vede intrecciarsi le voci di una madre e di una figlia che, alternandosi, raccontano la storia di una famiglia a partire dagli anni del dopoguerra quando erano ancora molte le cose “poco adatte alle ragazze”. È proprio in quello scenario che una bambina minuta, curiosa e caparbia decide di dedicare la sua vita allo studio dell’Universo. L’esempio di Amaliadiventa un obiettivo da seguire a tutti i costi per la figlia Elvina (doppia laurea al “Politecnico” di Milano e all’“ENSTA” di Parigi, nonché “dottorato di ricerca” in “Ingegneria nucleare” e oggi consigliere di amministrazione di due grandi aziende italiane) che, con metodo e passione, ne percorrerà le orme nel campo delle scienze.

Amalia Ercoli Finzi, classe 1937, è infatti professoressa emerita al “Politecnico” di Milano e la prima donna a essersi laureata in “Ingegneria aeronautica” in Italia. È, inoltre, consulente della “NASA”, dell’“ESA” e dell’“ASI” ed è tra i “Principal Investigator”della “Missione Rosetta”, che porta con successo una trivella da lei progettata sul dorso di una cometa lontana 500milioni di chilometri dalla Terra. Portano, infine, il suo nome un asteroide e il modello terrestre del “rover” che toccherà il suolo di Marte intorno al 2030.

Seconda tappa, sempre alle 15, a “Palazzo Conti di Bricherasio” (Via Vittorio Emanuele II, 7) a Bricherasio, incontro con Bruna Macaluso con le sue Fiabe di un mondo nuovo. La Regina Linda e gli amici del bosco”, illustrato da oltre 200 disegni degli alunni dell’“Istituto Comprensivo” di Bricherasio, ambientato nella primavera dell’anno 2020 quando la natura e gli animali che popolano i boschi, le foreste e il cielo si interrogano sulla strana scomparsa dell’uomo che pare essersi rintanato nelle proprie dimore a causa di uno strano male che attanaglia il mondo intero. Macaluso è anche autrice de “La Regina Linda e gli animali del Mondo Nuovo”: al centro ci sono sempre la natura e gli animali. Entrambi sono pubblicati da LAReditore”.

Chiusura di giornata a “Casa Lajolo” (via San Vito, 23) a Piossasco, dove, alle 16, è attesa Valentina Cavallaro (scrittrice ed antropologa) con “Voglio votare anche io!”, edito da “Battello a vapore”. Il libro narra la storia di Sally che è orfana e vive con la dispotica zia Frances: lavora in fabbrica e deve consegnarle la paga ogni settimana. Un giorno lo strillone Oliver le ruba il borsellino. Quella che appare come una terribile sventura metterà in atto una catena di eventi che porterà invece Sally all’emancipazione: la ragazza imparerà a leggere, lotterà per i propri diritti, fino a unirsi al movimento delle “suffragette”.

Per info: www.bellezzatralerighe.it

g.m.

Nelle foto:

–       Amalia Ercoli Finzi ed Elvina Finzi

–       Valentina Cavallaro

Gli incontri culturali di UNI.VO.CA

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Puo’ capitare a tutti di essere bloccati in casa , soprattutto in questo periodo piu’ freddo , ed allora non rinunciamo a scoprire cose nuove ed affascinanti ,visite virtuali in luoghi culturali grazie a UNI.VO.CA è possibile incontrare on line da casa. attraverso le 30 associate che si occupano d’arte, storia, archeologia, letteratura, musica, ambiente, cultura in senso generale.

Si tratta di incontri in diretta, online, con registrazione e successiva messa a disposizione su You-tube per una visione diversa. Questo permetterà di raggiungere un alto numero di destinatari che
avranno la possibilità di intervenire, i fruitori che attraverso gli incontri online potranno interagire con momenti di conoscenza del territorio piemontese, dell’arte e della storia. In particolare: volontari, cittadini, bambini e ragazzi, famiglie, anziani, disabili, malati.
i contenuti si presenteranno realtà più conosciute come il Museo Egizio di Torino e i Beni Artistici della Fondazione Ordine Mauriziano, ma anche piccoli musei come il Museo Laboratorio della Preistoria
IN EVIDENZA di Vaie o il Parco Archeologico del Lago Pistono, passando attraverso la Chiesa di Santa Maria Maggiore di Avigliana.
Aprirà questa prima serie di 6 incontri una presentazione di Jennifer Celani strettamente legata al progetto “L’Arte avrà cura di te”: “Il bello per i bisognosi – nella Firenze rinascimentale ed oltre”.

PROGRAMMA DEGLI INCONTRI ONLINE

Martedì 15 ottobre 2024, ore 18,00 sulla piattaforma Agorà del Sapere /Zoom, incontro in diretta
con registrazione con Jennifer Celani dell’Associazione Amici dell’Arte e dell’Antiquariato, che parlerà
de “IL BELLO PER I BISOGNOSI – Nella Firenze rinascimentale ed oltre”.
Breve introduzione al ciclo di incontri a cura Presidente UNI.VO.CA
Breve presentazione relatrice a cura Presidente AMAA
Collegamento online a Piattaforma Agorà del Sapere / Zoom:
ID: 99687070199 – PW: 328175 oppure Invito:
https://zoom.us/j /99687070199? pwd= Rkiq0CXDgWYdMnXqWtxnVk8h8gIZCI .1

Martedì 22 ottobre 2024, ore 18,00 sulla piattaforma Agorà del Sapere /Zoom, incontro in diretta
con registrazione con Patrizia Figura dell’Associazione Amici della Fondazione Ordine Mauriziano,
che presenterà “I BENI ARTISTICI DELLA FONDAZIONE ORDINE MAURIZIANO”.
Presentazione di Patrizia Figura accompagnata da un ppt di immagini ed intervallato dai video emozionali
dei siti principali (Stupinigi, Staffarda, Ranverso).
Collegamento online a Piattaforma Agorà del Sapere / Zoom:
ID: 93725271650 – PW: 649523 oppure Invito:
https://zoom.us/j/93725271650? pwd= I7Gyy7vDYfVJQ0PukjjN2ha3m6EtSA .1


* Martedì 29 ottobre 2024, ore 18,00
 sulla piattaforma Agorà del Sapere /Zoom, incontro in diretta
con registrazione con il Centro Culturale VITA & PACE che presenta la “CHIESA DI SANTA
MARIA MAGGIORE IN BORGO VECCHIO DI AVIGLIANA e il Centro Culturale Vita & Ritmo”.
Presentazione del Centro Culturale che opera all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore in
Borgo Vecchio di Avigliana e breve storia della Chiesa (in diretta o registrata); a seguire il progetto
degli interventi di recupero e restauro in corso, a cura della restauratrice (in diretta o registrato); in
conclusione una breve presentazione dell’attività musicale (in diretta o registrata) e video di un brano
musicale registrato. Il tutto accompagnato da un ppt di immagini coerenti con quanto si dice.
Collegamento online a Piattaforma Agorà del Sapere / Zoom:
ID: 97945261937 – PW: 314860 oppure Invito:
https://zoom.us/j/97945261937? pwd= wuIAANu4WNz7jGCBG46To7PIPbVDtu .1
* Martedì 5 novembre 2024, ore 18,00 sulla piattaforma Agorà del Sapere /Zoom, incontro in diretta
con registrazione con gli Amici Collaboratori del Museo Egizio di Torino per una “Visita virtuale
al Museo Egizio”
Collegamento online a Piattaforma Agorà del Sapere / Zoom:
ID: 99472478140 – PW: 654676 oppure Invito:
https://zoom.us/j/99472478140? pwd= kbEm7MiIq4HqYyb7TpcHshUJbJ54gZ .1Martedì 12 novembre 2024, ore 18,00 sulla piattaforma Agorà del Sapere /Zoom, incontro in diretta
con registrazione con il Parco Archeologico del Lago Pistono, per una “Visita virtuale al Museo
ed al Parco Archeologico”, a cura della dr.ssa Miriana Ribero, conservatrice del Parco.
Collegamento online a Piattaforma Agorà del Sapere / Zoom: ID: 95348548078 
PW: 878462 oppure Invito:
https://zoom.us/j/95348548078? gKWr3A8BFtOL4IbEZX253UlNxpN7w1 .1
Martedì 19 novembre 2024, ore 18,00 sulla piattaforma Agorà del Sapere /Zoom,
incontro in diretta con registrazione con il Museo di Vaie, per una “Visita Virtuale al Museo ed
all’area archeologica di Vaie”, a cura della dr. ssa Stefania Padovan, conservatrice del Museo.
Collegamento online a Piattaforma Agorà del Sapere / Zoom:
ID: 92582901083 – PW: 381615 oppure Invito:
https://zoom.us/j/92582901083? pwd= 36RHdAHLwahgEsWpIfcMAqBwzJLbxU .1
GABRIELLA DAGHERO
rubrica Torino over