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Cosa succede in città- Pagina 8

“Tout Blue”, con gli allievi della FLIC Scuola di Circo

“Tout blue” è  il titolo di uno spettacolo degli allievi del primo anno della FLIC Scuola di Circo diretti da Francesco Sgrò, inserito nel programma del Salone OFF del Salone Internazionale del Libro di Torino, che andrà in scena il 16 e 17 maggio alle ore 19.30 presso lo Spazio FLIC in via Niccolò Paganini 0/200 a Torino.

Caleidoscopio è  il titolo della stagione di spettacoli ed eventi 2024-2025 della Flic Scuola di Circo, un ricco cartellone proposto presso lo spazio FLIC Centro Internazionale per le Arti Circensi di Torino. La stagione prosegue con “Tout Blue”, spettacolo con in scena 18 allievi del primo anno di corso, giovani tra i 19 e i 26 anni di età, provenienti da diverse regioni italiane e per il 70% dall’estero, da Brasile, Cile, Estonia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svizzera e USA.

La FLIC Scuola di Circo di Torino è la prima scuola di Circo contemporaneo in Italia curata dalla Reale Società Ginnastica e sta rinnovando il suo impegno verso la scena circense Internazionale con la stagione Caleidoscopio 2024-2025.  Nel corso dei suoi 22 anni, il centro di formazione e promozione circense ha costruito un vasto network di relazioni che l’hanno resa un punto di riferimento a livello internazionale.

Da aprile è iniziata “Spazio Flic presenta”, sezione della stagione che prevede dieci appuntamenti con protagonisti gli allievi e le allieve della Scuola che si esibiscono in spettacoli di fine corso e presentazioni di progetti artistici personali. Si tratta di eventi in cui il pubblico può ammirare il risultato di un intenso programma di formazione e di un lavoro sinergico tra docenti, registi e coreografi, realizzato per offrire agli allievi un’esperienza completa, dalle sale all’allestimento del palco.

‘Tout blue’ rappresenta un processo di creazione di due settimane diretto dal regista Francesco Sgrò, professionista di grande esperienza e storico collaboratore della Flic, che darà alla luce uno spettacolo in cui gli allievi e le allieve potranno dimostrare i progressi ottenuti in un anno di lavoro, che si è svolto in circa 1500 ore di lezioni ed esperienze varie.

“Un viaggio poetico in un mondo sospeso tra sogno e realtà – spiega il direttore artistico Francesco Sgrò  – dove il blu non è soltanto un colore, ma un sentimento, una vibrazione, una promessa. I giovani artisti in scena daranno vita ad un universo in cui il corpo diventerà parola, l’aria racconterà storie  e l’equilibrio sarà  una danza infinita tra l’altezza e l’abisso. Con audacia e delicatezza, ‘Tout Blue’ esplorerà anche il legame fra fragilità e forza, trasformando ogni movimento in un atto di estrema importanza. Si tratta di uno spettacolo che invita a guardare oltre le apparenze, a immergersi nel blu e a lasciarsi trasportare dal mistero profondo”.

Lo spettacolo è adatto a un pubblico di tutte le età e rientra nel programma del Salone OFF 2025 del Salone Internazionale del Libro di Torino.

I biglietti sono acquistabili online  su www.flicscuolacirco.it oppure presso la biglietteria da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Per maggiori informazioni  tel  011530217, email booking@flicscuolacirco.it

Mara Martellotta

Tinissima, la fotografa che mise a fuoco il mondo

Il 2025 si sta rivelando l’anno di Tina Modotti a Torino. Dopo la lunga e apprezzatissima esposizione al Museo Camera, il capoluogo piemontese ha ospitato un incontro vivo, vibrante, presso la Fondazione Circolo dei Lettori. Protagonista, la giornalista e agitatrice culturale Annalisa Camilli, che ha restituito al pubblico non solo il ritratto di una fotografa straordinaria, ma il mosaico complesso di una donna dalle mille vite. Durante l’incontro, nell’ambito del progetto “Giornaliste. Raccontare e fotografare il mondo”, Camilli ha raccontato Modotti con passione e intensità, intrecciando la narrazione storica con le immagini del suo viaggio personale a Città del Messico, sulle tracce della tomba ormai dimenticata di Tina. Lì, nel Panteón de Dolores, tra tombe in rovina, ha faticosamente ritrovato il luogo dove riposa colei che fu operaia, attrice, modella, fotografa, militante comunista e funzionaria politica. Una donna che, in soli 46 anni, ha attraversato quattro continenti senza mai perdere contatto con le proprie origini, anzi facendone motore della sua arte e militanza. “Descriverla solo come fotografa sarebbe riduttivo”, ha detto Camilli, e basta scorrere la sua biografia per capirlo.

Modotti – fotografa, attrice, militante comunista, amante, musa e pioniera – non ha mai vissuto una sola vita. Ne ha attraversate molte, come onde. Nata a Udine, figlia di un padre emigrato, ha iniziato a lavorare a tredici anni in una fabbrica tessile. Nel 1913 lasciò la madre in Italia per raggiungere il padre a San Francisco, attraversando l’Atlantico e chiudendosi alle spalle il Golfo di Napoli. Non mise mai più piede nella sua patria, che le fu preclusa a causa della sua attività politica. San Francisco, risorta dopo il terremoto del 1906, la accoglieva come città di rinascita. Qui Tina si inserisce subito nella comunità italiana e inizia a recitare per loro. Lavora come sarta, posa come modella, recita nei primi film muti: è il prologo di una metamorfosi. Nel 1918 sposa Roubaix de l’Abrie Richey, “Robo”, e con lui condivide il sogno di una vita d’artista, combattuta tra l’arte e la vita stessa: “C’è troppa arte nella mia vita”, scrisse, “e mi rimane poca creatività”. Si sposta a Los Angeles ed entra nello studio fotografico di Edward Weston, dove scopre il potere della luce e delle forme. Modotti ne diventa modella, assistente e amante. Quando Robo si trasferisce a Città del Messico, Tina lo raggiunge, portando con sé anche l’amate e maestro Weston. Una scelta difficile, che segna una frattura personale e morale: Weston ha moglie e figli, ma a proposito dice “sarei diventato veleno per me stesso e per gli altri, se fossi rimasto”. In Messico tutto cambia. Weston matura come artista e Tina impara a fotografare. Diventa autrice. Infatti bene presto passa dal ruolo di musa a quello di sguardo. Il suo è un occhio attento ai simboli nascosti nella realtà, ma soprattutto rivolto agli ultimi: contadini, donne, mani che lavorano. Il suo sguardo è quello di un’emigrata, di una donna che conosce la fatica e crede nel riscatto. Si lega al Partito Comunista Messicano, diventa amica di Frida Kahlo e pubblica per “El Machete” con  fotografie di  volti e corpi con uno stile nuovo, politico e poetico insieme. Dopo la morte di Weston si lega a Julio Mella, con il quale approfondisce l’interesse e la passione politica. Ma l’anno dopo, un colpo durissimo proprio il suo compagno Julio Antonio Mella- giovane rivoluzionario cubano-  il quale viene assassinato. Tina viene subito coinvolta mediaticamente: i giornali insinuano un delitto passionale, pubblicano sue foto di nudo, la trasformano da testimone a colpevole. È una distorsione tutta patriarcale: da militante a “femme fatale”, da artista a oggetto. La sua casa viene perquisita, i beni sequestrati, la dignità violata.

Dopo il processo, Tina si rifugia nel Sud del Messico, vicino al Chiapas. In una comunità matriarcale, torna alla fotografia, questa volta con un taglio etnografico e antropologico. Scatta immagini cariche di rispetto, curiosità e ascolto.

Ma la pace dura poco. Un attentato al presidente messicano la coinvolge indirettamente e le accuse ricadono nuovamente su di lei: è costretta a lasciare il Paese. Parte per l’Europa in pieno fermento prebellico, accompagnata dal comunista italiano Vittorio Vidali. Smette di fotografare. Scrive a Weston la sua decisione: ora è la militanza politica a chiamarla.. In Spagna partecipa alla guerra civile, poi torna in Messico nel 1939.  La città però è cambiata. Gli amici si sono dispersi, i sogni affievoliti. Muore sola, su un taxi, nel 1942. Morte naturale, dicono. Ma in pochi ci credono. Nemmeno Neruda:

Sono i tuoi, sorella: quelli che oggi pronunciano il tuo nome, quelli che da tutte le parti, dall’acqua, dalla terra, col tuo nome altri nomi tacciamo e diciamo. Perché non muore il fuoco

Tina Modotti non è mai stata solo una fotografa. È stata un’idea in movimento, un corpo in lotta, uno sguardo che resiste. Oggi, anche dalla polvere, continua a parlarci. E non dorme. No, non dorme.

VALERIA ROMBOLA’

“Marionette, burattini e ombre dalla Cina”, dal 15 maggio in Casa Gianduja

La Fondazione Marionette Grilli presenta la mostra “Marionette, Burattini e Ombre dalla Cina”, ospitata presso Casa Gianduja in via Pettinati 10, a Torino, dal 15 maggio al 15 settembre prossimo. L’esposizione raccoglie oltre 200 pezzi originali e rappresenta un’affascinate anteprima della grande mostra “Le figure dei sogni” prevista per ottobre 2025 sempre a Casa Gianduja, e si propone di offrire al pubblico un viaggio nel cuore delle arti sceniche tradizionali cinesi, dove il teatro di figura si intreccia con la storia, il mito e la spiritualità.

Le Marionette cinesi affondano le proprie radici nell’antichità, con prime attestazioni nel periodo Han Orientale (25  – 220 d.C), spesso legate a rituali sciamanici o cerimoniali. È sotto la dinastia Tang (618 – 907 d.C) che il teatro di figura entra ufficialmente nelle istituzioni imperiali, diventando parte del Jiaofang, organo dedicato alla musica e alla danza. Nei secoli successivi, soprattutto durante le dinastie Song e Yuan, il teatro con marionette si diffonde a corte e tra il popolo, fondendo con le forme del teatro tradizionale. Le marionette, mosse da fili, da 8 a 30, permettono una sorprendente fedeltà nei movimenti. Accanto al teatro delle marionette, in Cina si sviluppa anche il teatro dei burattini, che risale anch’esso all’epoca Tang. I burattini, animati dal basso dalle mani del burattinaio, sono dotati di testa, mani (successivamente gambe) scolpite e dipinte. Una stecca principale inserita nel collo consente di muovere la testa, mentre altre controllano braccia e gambe. Un’altra forma di teatro è quella delle ombre cinesi, che risale a tempi antichissimi con riferimenti letterari che originano dal regno dei Song settentrionali (960 – 1127 d.C). Alcune leggende fanno risalire questo tipo di teatro al 90 a.C, quando uno spirito venne evocato per consolare l’imperatore Wu della dinastia Han. Le sagome, realizzate in pelle di bue o asino, e colorate con aniline trasparenti, sono mosse da bastoncini e premute contro uno schermo retroilluminato, dando vita a narrazioni poetiche e rituali.

L’esposizione “Marionette, Burattini e Ombre dalla Cina” si presenta come una esplorazione visiva e sensoriale delle arti performative cinesi, rivelando la maestria artigianale e la profondità simbolica di queste antiche tradizioni.

Casa Gianduja è il nuovo spazio polifunzionale di Torino dedicato al teatro di figura, inaugurato nel dicembre 2024 nel quartiere Nizza Millefonti. Ospita un teatro da 90 posti, un museo permanente con oltre 200 opere della collezione Grilli e laboratori didattici per tutte le età. Il museo presenta marionette e burattini esteri, dal ‘700 a oggi, tra cui pezzi rari come il teatrino settecentesco di Giovanni Lauro.

La mostra sarà aperta dal 15 maggio al 15 settembre 2025 in Casa Gianduja. Orari: martedì  domenica 10-18.30

Info: 334 2617947

Mara Martellotta

La Regione Piemonte al Salone del Libro per la promozione della lettura e della cultura

La Regione Piemonte conferma anche quest’anno il suo impegno per la promozione della lettura e della cultura partecipando con un ricco programma al Salone internazionale del Libro 2025 (dal 15 al 19 maggio a Torino).

Nei cinque giorni della manifestazione animerà sette spazi con oltre 160 incontri che vogliono celebrare il libro come motore di crescita individuale e collettiva oltre che strumento di benessere sociale, coesione territoriale e sviluppo sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Istituzioni, biblioteche, editori e cittadini saranno protagonisti di un dialogo articolato che spazia dall’inclusione sociale alla valorizzazione del patrimonio culturale, con particolare attenzione all’accessibilità per persone con disabilità e residenti in aree periferiche.

“Dall’Arena Piemonte, cuore delle nostre attività istituzionali, alle aree riservate all’editoria indipendente e alla prima infanzia questo programma dimostra come la cultura possa essere volano di benessere collettivo – sostengono infatti il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura Marina Chiarelli – Sosteniamo con convinzione la filiera del libro, dalle biblioteche di comunità ai piccoli editori, perché crediamo nel valore della conoscenza e nell’importanza di garantire a tutti il diritto alla lettura. Gli approfondimenti su legalità, diritti umani, transizione ecologica e digitale riflettono la nostra volontà di affrontare attraverso la cultura le grandi sfide del presente. Un ringraziamento speciale va a tutti gli operatori culturali che, con il loro lavoro quotidiano, rendono il Piemonte un laboratorio di innovazione e partecipazione attiva”.

Gli spazi della Regione

Ad ospitare incontri, eventi e attività saranno:

* l’Arena Piemonte (Padiglione 2 – M01L02), sede degli appuntamenti istituzionali della Regione e del Consiglio regionale su temi chiave come inclusione, accessibilità, legalità, contaminazione culturale, sport, enogastronomia e pari opportunità, e tanto altro. Tra gli argomenti trattati il linguaggio inclusivo, con particolare attenzione alla disabilità e agli stereotipi, la promozione della legalità economica, il contrasto al bullismo e il rispetto reciproco, i diritti umani e le politiche di inclusione, con focus sui diritti delle persone LGBT+, sulle violenze di genere e sul potere delle parole nella costruzione di una cultura rispettosa. Previsti anche interventi sulle sfide globali, dalla cultura europea alle problematiche ambientali, dalla transizione digitale alle nuove sfide economiche, con l’obiettivo di sensibilizzare e formare i giovani cittadini europei. Infine, riflettori puntati su storia contemporanea, violenza nel web, patrimonio culturale piemontese, gastronomia locale e riflessione filosofica (il programma)

* lo Spazio Esperienza Biblioteca, dedicato alla rete delle biblioteche e dei sistemi bibliotecari piemontesi con desk informativi e laboratori per il pubblico;

* lo Spazio Argento (Pad. 2 – L158), dove si racconta un Piemonte tra tradizione e innovazione con incontri su inclusione, sostenibilità e nuove frontiere culturali (il programma);

* lo Spazio Arancio (Pad. 2 – GV08), dove si esplora il potere trasformativo della cultura mediante incontri su inclusione sociale, innovazione editoriale, memoria storica e creatività letteraria con un’attenzione particolare alle esperienze comunitarie, alle sfide educative e al dialogo intergenerazionale (il programma);

* il Collettivo Editori del Piemonte (Pad. 2 – K2) e lo Spazio Editori del Piemonte (Pad. 2 – K28), vetrine dell’editoria indipendente che permette a 50 case editrici di esporre, raccontarsi e incontrare i lettori (il programma);

* l’area Nati per Leggere, nel Padiglione Bookstock, pensata per promuovere la lettura precoce tra i bambini da 0 a 6 anni con letture ad alta voce, laboratori e attività esperienziali.

Altri appuntamenti

Tra gli appuntamenti principali la cerimonia del Premio nazionale Nati per Leggere, che riconosce le migliori pubblicazioni per la prima infanzia e l’impegno degli operatori nella promozione della lettura.

Il progetto, sostenuto dalla Regione Piemonte, si inserisce in una strategia più ampia a favore della lettura, che comprende anche iniziative come Buono da Leggere (ai ragazzi e alle scuole in visita viene consegnato un buono da 10 euro da spendere negli stand degli editori aderenti) e Hangar del Libro, che valorizza l’editoria indipendente con formazione, incontri e strumenti digitali.

Saranno inoltre presenti il Museo regionale di Scienze Naturali e Piemonte Parchi, con proposte di divulgazione scientifica e ambientale.

Al carcere Lorusso e Cutugno “Ottantacinque pagine” per la regia di Claudio Montagna

Al carcere di Torino Lorusso e Cutugno è in programma dal 19 al 22 maggio la pièce teatrale dal titolo “Ottantaquattro pagine”. Protagonisti e attori sono un gruppo di detenuti- attori, guidato dalla regia di Claudio Montagna. Dopo l’anteprima a Torino, nel dicembre dello scorso anno, la rappresentazione ritorna in carcere dove testi e scenografie hanno preso vita nel laboratorio teatrale che ha coinvolto in tutto 37 detenuti, nell’ambito del progetto “PER ASPERA AD ASTRA”, supportato da ACRI e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo,  realizzato da Teatro e Società,  con la collaborazione del Teatro Stabile di Torino- Teatro Nazionale e della Direzione e degli Operatori della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”.

Si tratta di quattro serate aperte al pubblico esterno, tutte sold out, con un’importante presenza delle istituzioni per proporre, attraverso il teatro, una riflessione più ampia sul ruolo del carcere all’interno della comunità.

“È molto importante mantenere vivo il legame espressivo che la Città di Torino offre costantemente al carcere attraverso le iniziative teatrali. Sono momenti in cui si sperimenta una condivisione emotiva che rende tutti i presenti egualmente partecipi – spiega il Direttore della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, Elena Lombardi Vallauri – il carcere ha bisogno di essere conosciuto e la cittadinanza ha bisogno di conoscere davvero chi sono le persone che abitano l’istituto penitenziario. Chi si mette in gioco nella realizzazione di uno spettacolo teatrale offre una autentica opportunità di incontro. Per i singoli partecipare alla realizzazione di uno spettacolo teatrale, spesso esperienza inedita, avvia riflessioni e ricerche interiori fondamentali. La costruzione di uno spettacolo teatrale permette anche di coinvolgere  molteplici progetti attivi nel carcere, attivando una virtuosa collaborazione con le scuole e con i laboratori di formazione anche artigianale, ed offrendo quindi un’opportunità didattica in più legata ai mestieri del teatro. La coesione e collaborazione tra le diverse agenzie che portano il proprio contributo formativo, culturale ed educativo negli Istituti Penitenziari, è un elemento indispensabile per la migliore riuscita di ciascun progetto”.

“Ottantaquattro pagine” trae ispirazione dalla richiesta di perdono scritta in un mese di cella da un giovane detenuto ai figli della donna uccisa. A più di cento anni di distanza la lettera è riemersa dall’archivio del Museo Lombroso dell’Università di Torino per giungere all’attenzione del regista Claudio Montagna: “La lettera di 84 pagine termina con la data 4 maggio 1919, non si sa se sia servita al suo scopo. Del ragazzo non si hanno altre notizie – spiega Montagna – ma quella testimonianza, di cui ci siamo appropriati senza poter chiedere l’autorizzazione, ha ispirato la rappresentazione. Con un salto temporale di sessant’anni un vecchio che vive il tormento di non poter rimediare a un’antica colpa, perché chiedere perdono non basta, trova un’occasione.

Nella rappresentazione immaginiamo, così, che l’esile filo di un gesto oggi possa ancora opporre una traccia di  vita all’irreparabile”. Dalla lettera emergono il dolore, il pentimento,  il desiderio di spiegare la sfortunata china di un giovane che, fragile, si era perso nel buio della disonestà. Infine,  il desiderio di essere perdonato, per poi scontare tutta intera la sua pena.

La testimonianza è diventata terreno di confronto per i partecipanti del laboratorio teatrale condotto da Franco Carapelle, Elisabetta Baro e Diego Coscia e ha dato vita a pensieri e proposte, molte delle quali trasformate in poesie, da restituire al pubblico in forma di haiku, insieme a brani della lettera e videoproiezioni.

In scena assieme al gruppo di detenuti-attori, gli attori Claudio Montagna e Margherita Data- Blin, con l’accompagnamento musicale di Alberto Occhiena e Paolo Morella  e la suggestiva scenografia creata da cinque macchine teatrali per riprodurre gli eventi atmosferici: il tuono, la pioggia, la neve, il vento e il mare.

Le macchine sono state realizzate dagli studenti del Padiglione B ( IPIA Piana- Casa Circondariale di Torino) per ricreare una scena teatrale d’altri tempi, seguendo le indicazioni dei classici manuali di scenotecnica, sotto la guida del responsabile della parte scenotecnica Claudio Cantele per il Teatro Stabile di Torino- Teatro Nazionale e con la collaborazione del Primo Liceo Artistico di Torino e del  IIS Giulio.

Le parole nel contesto carcerario sono diventate anche strumenti di formazione e di studio per il tirocinio su “Teatro e carcere” che ha coinvolto alcuni studenti del corso di Tecniche di Insegnamento dell’Italiano per stranieri, sotto la guida di Silvia Sordella, professoressa del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino.

Con “PER ASPERA AD ASTRA, come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, la Fondazione Compagnia  di San Paolo sostiene il teatro in carcere come strumento di crescita  personale e reinserimento sociale. Il progetto ha dato vita a una rete nazionale di 14 compagnie teatrali attive in sedici istituti di pena, che lavorano per valorizzare il teatro sia nel suo ruolo culturale ed estetico, sia nella sua funzione trattamentale.  L’iniziativa non solo favorisce il riscatto individuale attraverso l’arte, ma contribuisce anche a una più ampia riflessione sul sistema penitenziario, promuovendo un dialogo tra istituzioni, detenuti e comunità nel rispetto dei principi sanciti dall’art 27 della Costituzione italiana.

Mara Martellotta

GFT in mostra all’Archivio di Stato: “Prendere le misure”, una storia di cambiamento

Dall’incontro tra REPLAY, un format curatoriale che propone letture partecipate di collezioni museali e archivi da parte di cittadini e cittadine, e l’Archivio di Stato di Torino, nasce la mostra “Prendere le misure”, sulla storia del gruppo finanziario tessile, testimonianza del cambiamento sociale di costume dagli anni Trenta agli anni Novanta del Novecento. L’archivio di GFT è vastissimo: accanto alla documentazione di carattere amministrativo, il Fondo conserva un prezioso materiale relativo allo sviluppo prodotto e alla pubblicità, ad esempio campionare i tessuti, manifesti e opuscoli pubblicitari, fotografie, disegni e progetti per un totale di 5 mila faldoni.

Il GFT, nato nel 1930 dalla fusione tra l’azienda torinese Donato Levi e la biellese Lanifici Rivetti, divenne uno dei più importanti venditori italiani di abbigliamento confezionato, con marchi iconici come Marus e Facis. La sua evoluzione negli anni Ottanta lo portò a specializzarsi nella produzione di prêt à porter griffato, collaborando con stilisti di fama internazionale, tra cui Armani e Valentino. Da una selezione di materiale d’archivio, il gruppo di lavoro è partito per costruire una mostra che esplora la storia del gruppo finanziario tessile, curata da Lorena Tadorni e da un gruppo di persone non legate al mondo dell’arte, grazie al progetto REPLAY che esplora il nostro patrimonio culturale in modo originale e libero da condizionamenti. Hanno partecipato al progetto Giorgia Allisio, Daniela Blefari, Leopoldo Borzino, Luigia Colonna, Gabriella Ferro, Diana Gozzo, Sara Mazzotta, Gaetano Megna, Eugenia Paffile, Elena Piazza, Valeria Sangiorgi ed Ezio Sartori.

Il titolo “Prendere le misure” è sicuramente evocativo perché rimanda alla celebre ricerca antropometrica condotta da GFT negli anni Cinquanta, che permise di standardizzare le taglie sulla base di oltre 25 mila modelli. Si trattò di un’innovazione che modificò radicalmente la produzione degli abiti rendendo l’abbigliamento prêt à porter un fenomeno accessibile e diffuso. “Prendere le misure” significa anche misurarsi con i cambiamenti del mondo, con il lavoro, con le esigenze del mercato, con la componente femminile che in quell’industria rappresentava la maggioranza della forza lavoro, e con la comunicazione che narrava tutto ciò attraverso manifesti, caroselli e slogan.

La mostra si articola in 6 sezioni, ognuna dedicata a un aspetto con cui GFT ha dovuto misurarsi: prendere le misure antropometriche, la rivoluzione del sistema taglie e la produzione di massa; Prendere le misure lavorative, l’impatto dell’industria sul lavoro con un focus sull’emancipazione femminile; Prendere le misure del mercato, l’espansione dei marchi Marus e Facis in Italia e all’estero; Prendere le misure con l’internazionalizzazione, l’apertura ai mercati esteri con store in Germania, Francia e Regno Unito; Prendere le misure con la comunicazione, le strategie pubblicitarie innovative, dai manifesti di Armando Testa alle campagne con campioni sportivi; Prendere le misure con i grandi stilisti, le collaborazioni con Armani e Valentino raccontate attraverso bozzetti originali, campionari di tessuto e accessori.

Nel percorso espositivo, ai documenti esposti si affianca l’interpretazione personale dei partecipanti al progetto attraverso narrazioni che restituiscono memoria immaginifica alle opere e contribuiscono a dar loro un senso rinnovato. La mostra è accompagnata da una selezione di caroselli curata da CSC-Archivio Nazionale Cinema Impresa. Nell’archivio del GFT si conserva un nucleo di pellicole cinematografiche in 16 e 35 mm, che l’Archivio Nazionale Cinema Impresa ha digitalizzato e reso disponibile online. Si tratta di caroselli, spot e filmati promozionali che raccontano la storia dell’azienda e dei suoi prodotti dal 1960 al 1980, e che evidenziano il delicato passaggio dalla confezione sartoriale a quella industriale. La mostra inaugura giovedì 8 maggio dalle 18 alle 21. Alle 18.30  prevista una performance drammaturgica delle opere a cura di Maria Grazia Agricola. Visitabile presso l’Archivio di Stato di via Piave 21, a Torino. La mostra rimarrà aperta fino al prossimo 9 giugno, e gli orari sono dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, mercoledì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 18. L’ingresso è gratuito.

Mara Martellotta

Ilenia Zodiaco: “La lettura non è sacra, è vitale” 

Il racconto dell’incontro alla Fondazione Circolo dei lettori

Foto: Circolo lettori

Torino si prepara ad accogliere il Salone del Libro 2025, uno degli appuntamenti culturali più attesi dell’anno. Tra incontri, presentazioni e dibattiti diffusi in tutta la città, il clima è già carico di energia e curiosità. A dare il via un evento che fonde perfettamente classico e contemporaneo: la Fondazione Circolo dei Lettori di Via Bogino 9 ha ospitato Ilenia Zodiaco, tra le booktuber più seguite e autorevoli del panorama digitale italiano. Siciliana d’origine e milanese d’adozione, Ilenia è da oltre un decennio una guida per migliaia di lettori che cercano orientamento nel vasto mondo della narrativa italiana e internazionale. Con uno stile diretto e una preparazione solida, ha saputo distinguersi ben prima dell’ascesa del fenomeno dei booktuber, conquistando il pubblico grazie alla profondità delle sue analisi e alla spontaneità del suo linguaggio. Nel 2020, con il suo canale  Con Amore e Squallore su YouTube, ha lanciato la fortunata iniziativa dei “mattoni”: letture condivise di grandi classici spesso temuti per la loro mole, ma riscoperti con entusiasmo grazie a una comunità appassionata e attiva. Proprio sabato, nella prestigiosa cornice della Fondazione, è andato in scena “Mattoni italiani – bonus track”, un incontro dedicato alle grandi autrici del Novecento italiano, spesso dimenticate dai programmi scolastici ma vivissime nella memoria di chi legge. Tra ironia, competenza e passione, la Zodiaco ha tenuto il pubblico incollato per oltre un’ora, confermandosi voce autorevole e autentica del nuovo modo di parlare di libri.

 

Un’ode ai classici in un’epoca di velocità e di contenuti rapidi e spesso superficiali.

Sentivo che nella mia community cresceva un bisogno di stabilità, di ancoraggio. I classici, in fondo, sono proprio questo: una costante a cui tornare. La pandemia del 2020 ha fatto il resto, offrendo a molti il tempo per affrontare finalmente quelle letture che spesso incutono timore.

Com’è stato il feedback del pubblico?

Variegata, ma entusiasta. Soprattutto con gli autori russi le reazioni sono state polarizzanti. Ma ciò che mi rende più orgogliosa è che in tanti hanno sospeso il giudizio, si sono lasciati attraversare dal testo. Per molti, il gruppo di lettura è stato l’elemento decisivo per iniziare libri che da soli non avrebbero mai affrontato.

Come funziona la “sfida dei mattoni”?

Ogni anno, il 1° gennaio, Iancio su YouTube la “sfida”: sei libri impegnativi, uno ogni due mesi. Ogni volume viene poi discusso in una diretta domenicale e in incontri dal vivo presso la libreria EPI di Milano( due al mese ora sono diventati quattro). Tutto è coordinato via social e in un gruppo Telegram dedicato, dove si commenta liberamente.

Quello che colpisce del tuo stile comunicativo è la naturalezza con cui ti approcci alla letteratura e la tua capacità di semplificare anche delle tematiche molto complesse. Da dove nasce questa dote?

Ho sempre trattato la lettura come qualcosa di normale, quotidiano. Niente idealizzazioni: leggere è un atto di libertà.  Sono cresciuta tra i classici e ammetto di avere una “visione alta” della scrittura, pur apprezzando molti autori contemporanei. Per me, il lettore ha lo stesso peso dell’autore. È lui a dare vita al testo, a renderlo vivo nel presente.

 


Spiegaci meglio questo rapporto tra lettore ed autore.

La lettura si trasforma quando incontra il pubblico. E’ un atto attivo di interpretazione in cui non bisogna sacralizzare le intenzioni dell’autore ma al contrario vivere e interpretare il testo. Penso che vi sia una creatività anche nell’atto di leggere, che aiuta le persone a definire il proprio carattere. Bisogna farsi attraversare dalle letture e far sì che esso ti cambino.

Alla Fondazione Circolo dei lettori presenti una “bouns track” dei mattoni dedicata alle grandi autrici italiane del ‘900. Da cosa è stata motivata questa scelta?

Natalia Ginzburg, Alba de Céspedes, Grazia Deledda: sono state importantissime, eppure marginalizzate dalla critica e dai programmi scolastici. La “bonus track” non è solo un omaggio, ma un gesto di memoria e rilettura, per far emergere nuovi punti di vista. Non è un’operazione di salvataggio – sottolinea – ma un recupero attivo, uno sguardo alternativo su storie che meritano di essere ascoltate.

Torino e Natalia Ginzburg: un legame profondo.

Si, molto. Tra le scrittrici omaggiate, Natalia Ginzburg occupa un posto speciale. La sua scrittura era minimale, ma aveva una forza straordinaria. Era timida, sì, ma ha avuto un enorme impatto nel panorama editoriale, soprattutto con il suo lavoro in Einaudi. La sua lezione è stata quella di imparare dalle “piccole virtù”.

Valeria Rombolà

Gli eventi del Consiglio regionale al Salone del Libro 2025

Gli scenari della trasformazione digitale e di quella ecologica, i diritti umani, la prevenzione e il contrasto di crimini e violenza di genere, l’educazione al rispetto dell’altro, anche attraverso la tecnologia, la conoscenza della Storia per costruire una cittadinanza più consapevole. Sono questi alcuni dei principali temi che il Consiglio regionale del Piemonte propone con un ricco carnet di eventi al Salone internazionale del Libro di Torino, in programma dal 15 al 19 maggio al Lingotto fiere.

UNA PIAZZA PER LA LIBERTÀ DI PENSIERO

“Il Consiglio regionale rinnova il desiderio di incontrare i cittadini in un luogo dove si promuove la lettura e la cultura, antidoti importanti contro l’indifferenza e la violenza che avvelenano la società attuale”, afferma il presidente dell’Assemblea legislativa piemontese Davide Nicco. “Per ribadire l’importanza della parola e dei valori di libertà e democrazia in cui crediamo, quest’anno abbiamo deciso di intitolare la piazza dei diritti umani e civili – lo spazio accanto all’Arena Piemonte – ai perseguitati per la libertà di pensiero, una forma di espressione fondamentale, che ancora oggi nel mondo subisce pesanti minacce e censure. La partecipazione del Consiglio regionale al Salone rappresenta, anche simbolicamente, la nostra volontà di essere parte attiva di un dialogo ampio e aperto, che valorizzi il patrimonio culturale del Piemonte e di Torino, e che metta al centro le persone, le idee, i diritti e le responsabilità di ciascuno”.

Lo stand del Consiglio avrà un allestimento arioso e lieve, in linea con la frase di riferimento della 37ma edizione del Salone “Le parole tra di noi leggère”. A spiccare sono sullo sfondo i disegni delle montagne piemontesi, fra cui si scorgono la vetta del Monviso e la Sacra di San Michele, monumento simbolo della regione, mentre in primo piano una danza di altalene formate da libri celebra l’incontro con la lettura.

SOTTO I RIFLETTORI GLI STUDENTI VINCITORI DEI CONCORSI

Fra gli eventi dell’Arena Piemonte, ampio spazio sarà dedicato alla premiazione degli studenti delle scuole superiori piemontesi vincitori dei concorsi indetti dal Consiglio regionale. Si tratta della 41esima edizione di “Diventiamo cittadini europei”, della 44esima edizione del “Progetto di storia contemporanea” e della premiazione degli “Ambasciatori del Consiglio regionale”. Si parlerà anche di Europa alla prova del cambiamento, davanti alle grandi sfide globali, con il vicerettore dell’Università di Torino Giuseppe Martino Di Giuda e il presidente Iuse Piercarlo Rossi, mentre l’ex calciatore Michele Padovano racconterà la sua complessa vicenda giudiziaria e personale, conclusasi con l’assoluzione dopo 17 anni. Il mondo del crimine sarà affrontato da prospettive diverse, dalla lotta all’evasione fiscale con la Guardia di Finanza fino all’analisi dell’evoluzione delle mafie italiane. Non mancheranno importanti appuntamenti letterari, come quello che ospiterà lo scrittore Sandro Veronesi, intervistato dal giornalista de La Stampa Alessandro De Angelis sul potere seduttivo e salvifico delle parole. Due autrici di bestseller come Stefania Auci e Ilaria Tuti dialogheranno invece sulla forza del romanzo storico e delle nuove generazioni. Arte e territorio saranno il filo rosso che unisce diversi eventi. A partire dalla presentazione del fumetto “Scene da un patrimonio. Uno straordinario viaggio alla scoperta dei paesaggi vitivinicoli Unesco”, realizzato dalla Scuola del Fumetto di Asti in collaborazione con l’Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli. Il Piemonte sarà protagonista anche di un viaggio ideale fra cultura, fede e paesaggi per conoscere le Porte sante della regione, in occasione dell’anno giubilare.

EDUCAZIONE NEL SEGNO DELLA TECNOLOGIA

Sensibile alle problematiche sociali e alla formazione dei giovani, il Consiglio promuove da tempo iniziative per prevenire bullismo e cyberbullismo. Rientra in queste finalità il laboratorio interattivo “Parla, ascolta, agisci!”, curato dai giovani dell’associazione Mabasta. La tecnologia fra rischi, diritti da tutelare e opportunità per il futuro sarà poi analizzata in vari eventi. Fra questi si ricorda “Navigare il futuro. L’educazione digitale come strumento di crescita”, con la presenza di Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali e Guido Boella, vicerettore dell’Università di Torino. L’uso consapevole di web e social network è anche l’obiettivo del percorso di alfabetizzazione digitale promosso dal Corecom insieme con l’Ufficio scolastico regionale e la Fondazione Articolo 49, che porterà alla consegna dei primi patentini digitali agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, mentre in “Oltre lo schermo” la Polizia postale spiegherà ai giovani quali sono gli strumenti utili per fare rete contro violenza di genere e soprusi sul web. Di empatia e solidarietà fra ragazzi si parlerà con la presentazione del Manifesto della Generazione Empatica, evento promosso dal Garante regionale per l’Infanzia e l’adolescenza. La prevenzione del disagio, in questo caso in carcere, sarà poi affrontato in un incontro a cura del Garante regionale dei detenuti e del Difensore civico, incentrato sull’evoluzione del lessico penitenziario. Infine, gli amanti dei gatti potranno soddisfare ogni loro curiosità grazie all’evento del Garante regionale per i diritti degli animali dedicato al mondo di questo simpatico felino.

Ufficio stampa CRP
Il programma degli eventi

Il ricco cartellone di Lingotto Musica

Programma “stellare” per la nuova stagione 2025-2026 di Lingotto Musica, con 8 appuntamenti dal 2 ottobre al 22 maggio. Inaugurazione affidata alla Die Deutsche Kammerphilharmonie Bremen diretta da Riccardo Minasi e con la pianista Beatrice Rana, per la prima volta nella stagione Lingotto Musica il 2 ottobre, impegnata nell’eseguire il concerto n. 3 per pianoforte e orchestra di Beethoven. In programma anche l’ ouverture dal “Freischutz” di Weber e la quarta sinfonia di Brahms.

Il secondo concerto il 25 novembre, musica e parola con lo spettacolo “Tucidide. Atene contro Melo” con la regia di Alessandro Baricco,le musiche di Giovanni Sollima suonate da i 100 Cellos diretti da Enrico Melozzi, con le voci recitanti di Alessandro Baricco, Stefania Rocca e Valeria Solarino. Si prosegue il 12 dicembre con lo strepitoso pianista Grigory Sokolov con un programma dedicato nella prima parte a Brahms, ( la seconda è da definire). L’anno nuovo il 9 gennaio vedrà protagonista l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Menfred Honeck con il pianista Simon Trpceski, che eseguirà il concerto n. 1 per pianoforte e orchestra di Cajkovskij. Completa la serata le musiche di Weber e Dvorak. Il 27 gennaio la Camerata Salzburg con Giovanni Guzzo violino concertatore e la pianista Maria Joao Pires, protagonista del concerto per pianoforte e orchestra n. 27 di Mozart. Verranno eseguite anche musiche di Haydn e Schubert. Il 21 febbraio torna dopo 15 anni il direttore Zubin Metha, che alla guida della West-Eastern Divan Orchestra, eseguirà musiche di Beethoven e Schubert. Charity partner è la Fondazione Piemontese sul Cancro di Candiolo. Il 21 aprile l’Accademia Bizantina con Ottavio Dantone nel doppio ruolo di direttore e clavicembalista e con Alessandro Tampieri violino, Suzanne Jerosme soprano e Delphine Galou contralto, eseguirà musiche di Handel, Corelli, Geminiani, e Pergolesi.

Chiusura di Lingotto Musica il 22 maggio con la Royal Philharmonic Orchestra diretta da Vasily Petrenko e con il debutto al Lingotto della violinista Anne- Sophie Mutter ,esecutrice del concerto per violino e orchestra di Cajkovskij. Completa il programma la quinta sinfonia di Mahler, con charity partner la Fondazione Ricerca Molinette. Ritorna per il secondo anno la rassegna nella sala cinquecento “I pianisti del lingotto” con Nelson Goerner, Angela Hewitt, Igor Levit, Marie-Ange Nguci e Alexander Romanovsky. Prevista anche la rassegna “Lingotto Off”: 3 mini-rassegne di concerti al Museo Archivio Reale Mutua (dal 3 al 17 luglio), al Mauto ( dal 24 al 26 settembre) e alla Reggia di Venaria ( dal 27 al 30 dicembre).

Pier Luigi Fuggetta

“CHEFilm!”: 5 grandi chef preparano 5 piatti ispirati a 5 film

mercoledì 14 maggio – ore 20 

La Centrale c/o NUVOLA LAVAZZA 

Via Ancona 11/A – Torino

Dopo il grande successo delle scorse edizioni,

il format “CHEFilm!”, prodotto da To Be Company, giunto alla sua decima edizione nazionale,

approda in occasione del Fuori Salone Internazionale del Libro

alla Centrale di Nuvola Lavazza, nuova location che si fa cinema per una cena da film.

 

5 grandi chef prepareranno 5 piatti ispirati a 5 film,

serviti mentre sullo schermo scorreranno le scene da cui sono tratti,

per un’esperienza dove il grande cinema incontra la grande cucina.