Cosa succede in città- Pagina 7

Tra i mercatini di Natale torinesi si rinnova “Una Storia tra le Mani”

A Torino, in via Carlo Alberto, è presente “Una Storia tra le Mani”, il mercatino artigianale promosso dall’omonima Associazione che riunisce eccellenze della produzione artigianale del territorio piemontese, ospitando anche artigiani provenienti da altre Regioni. Le date dell’edizione natalizia saranno 7-8 dicembre, 14-15 dicembre e continuativamente dal 19 al 24 dicembre, con orario dalle 10 alle 19. Durante queste giornate che si avvicinano alle Feste, nel bellissimo contesto pedonale del centro storico di Torino, in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, si potranno ammirare e acquistare manufatti di oltre 40 artisti e artigiani che, alternandosi, presenteranno al pubblico le loro originali creazioni, quali sculture in cartapesta colorate, paesaggi, vasi-lampade, oggetti d’uso, monili in ceramica, abiti trasformabili confezionati con ricercati e naturali tessuti, originali gioielli in metallo e fili di tessuto colorati, gioielli in cemento, in legno, gioielli-scultura, infusione a cera persa, preziosi oggetti e monili realizzati con la tecnica della vetrofusione, strumenti musicali realizzati con zucche e canne di bambù, coperti e abbigliamento realizzate con tessuto a telaio ottenuti da tessuti naturali colorati a mano, borse, cappelli e numerosi altri oggetti realizzati da artigiani e artisti con molteplici tipologie di lavorazione, utilizzando svariati materiali, quali metalli, legno, vetro, cuoio, carta e filati pregiati.

Gli artigiani sono selezionati sulla base di precisi parametri, primo fra tutti la loro manualità, con cui realizzano pezzi unici, ovvero una produzione non seriale, la creatività e la capacità di valorizzare la materia prima, trasformandola in oggetti e lasciando una personale impronta artistica e una grande cura per il dettaglio.

“Una Storia tra le Mani” non è un semplice mercatino dell’artigianato, gli artigiani e artisti che ne fanno parte condividono la mission di far conoscere al pubblico la storia che nasce dalle loro mani, lo studio dei materiali e delle tecniche di lavorazione e l’ispirazione che vi è dietro la lavorazione di un oggetto.

“Ogni manufatto è portatore di una storia, una trasmissione di saperi che è il risultato di tanti elementi: che cosa ha ispirato l’artigiano, che materiale ha scelto di utilizzare, le difficoltà incontrate nel crearlo. Tutto contribuisce a dare valore a quell’oggetto e al pensiero che possa durare nel tempo, è che oltre alla sua unicità permetta al visitatore di fare acquisti ‘consapevoli’, vale a dire di conoscere il dove, il come e la mano esperta che lo ha realizzato”.

L’Associazione è nata nel 2011 con l’obiettivo di offrire al pubblico torinese e ai turisti, in costante aumento nella città di Torino, un evento ricorrente durante tutto l’anno, con cadenza mensile e con un periodo più ampio nel mese di dicembre.

 

Mara Martellotta

Al teatro Alfieri l’adattamento del romanzo di George Orwell ‘1984’ con Violante Placido

/

 

Il 30 novembre alle 19.30  e il 1 dicembre alle 15.30 il teatro Alfieri di Torino ospiterà il nuovo adattamento del romanzo di George Orwell ‘1984’, un tour de force teatrale che combina il thriller, il noir, la storia romantica e la spettacolarità. 

Sono 101 minuti di adrenalina pura. L’adattamento del romanzo di George Orwell 1984 è  sempre stato acclamato da critica e pubblico a Londra e Broadway e il capolavoro orwelliano è sempre stato in cima alla classifica dei libri più letti di ogni anno. Oggi, nel mondo della rete, della dittatura tecnologica e del controllo digitale, mantiene intatta la sua attualità sconvolgente e si presta a una rappresentazione  impietosa dei nostri tempi in cui la privacy è un’illusione, viene messa continuamente in discussione la nozione di verità oggettiva e potere  e servilismo procedono fianco a fianco, in modo tale da far sembrare vana ogni forma di ribellione.

La regia è di Giancarlo Nicoletti, l’adattamento è  di Duncan Macmillan e Robert Icke. Interprete principale Violante Placido, insieme con Ninni Bruschetta, Woody Neri e un cast di sei attori.

 Saranno presenti in  scena videoproiezioni, effetti speciali, telecamere a circuito chiuso per rappresentare un mondo, quello descritto dallo scrittore inglese nel suo romanzo, in cui tutto è permesso, ma secondo i dettami del Grande Fratello.

Mara  Martellotta

I “Ritratti musicali” di Carlo Patetta Rotta e Klaus Bellavitis

RITRATTI TORINESI

Nel gennaio 2024, l’imprenditore Carlo Patetta Rotta e il musicista Klaus Bellavitis, dopo essersi incontrati durante un’escursione di trekking in montagna, hanno condiviso la comune passione per l’arte dando vita a un progetto innovativo dal titolo “Ritratti Musicali’.

Si tratta di una sorta di “chiusura del cerchio” per Klaus Bellavitis che, fin da ragazzo, ha interpretato la musica in quanto linguaggio da abbinare alla psicologia e finalizzato a conoscere il prossimo.

“I ritratti musicali fanno parte della mia vita – afferma il maestro Klaus Bellavitis – da tanto tempo e posso dire con certezza di averne eseguiti a centinaia. Prima ancora di trasformarsi in un progetto imprenditoriale, alcuni di questi ritratti confluirono in una raccolta discografica dal titolo “Musical Portraits”, vincitrice inoltre di numerosi premi. Ancora oggi, ogni due o tre settimane, durante eventi live specifici, eseguo dai 15 ai 20 ritratti musicali personalizzati. Questo lavoro prevede un’intervista alla persona oggetto del ritratto e la composizione momentanea di un tema musicale ispirato all’interiorità del soggetto”.

I Ritratti Musicali, che si pongono la mission di creare un ponte tra visibile e invisibile, tra ciò che è materiale e ciò che è immateriale, elevando il linguaggio musicale a rappresentazione di parola intima, grazie anche al contributo di Carlo Patetta Rotta, sono diventati parte di un progetto imprenditoriale concreto.

“Da sempre affascinato dalla bellezza e dall’arte ho subito sentito – afferma Carlo Patetta Rotta – una grande vicinanza a questo progetto e una sintonia con il maestro Bellavitis, che mi hanno stimolato a dare il mio apporto artistico e di conoscenza del mondo dell’impresa. I Ritratti Musicali, in questa idea condivisa, si sono avvicinati al mondo dei gioielli, tanto da farli diventare un tutt’uno tra musica, psiche e arte orafa. I gioielli realizzati da alcuni giovani designer di oreficeria torinesi molto creativi sono placcati in oro rosa, oro classico e oro bianco, dalla forma a cuore quelli femminili e tonda quelli maschili. Custodiscono al loro interno un QR Code con registrata la musica personale realizzata dal maestro Bellavitis”

I Ritratti Musicali hanno un focus internazionale e, in vista di una futura crescita, si comincia a guardare anche al mercato statunitense in cui il made in Italy è apprezzatissimo.

Klaus Bellavitis e Carlo Patetta Rotta pensano all’Italia come un potente trampolino di lancio in quanto patria di linee e lavorazioni eleganti e di alto valore, che tutto il mondo ci invidia. Il loro progetto è aperto a ogni persona che intenda scoprirsi attraverso un tema musicale o dare risalto alla personalità dell’amato/a come segno di riconoscenza e amore.

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

***

 

Ute Lemper e Sergey Khachatryan le “stelle” di dicembre

Note di Classica

Lunedì 2 alle 20 al teatro Vittoria, per la stagione dell’Unione Musicale, Justin Taylor al

clavicembalo eseguirà musiche di Bach e B. Marcello. Martedì 3 alle 20 sempre al teatro

Vittoria, il Quartetto Castalian eseguirà musiche di Beethoven e Antonioni. Il concerto sarà

preceduto alle 19.30 dall’aperitivo. Giovedì 5 alle 20.30 e venerdì 6 alle 20 all’auditorium

Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Andrès Orozco-Estrada e con Pablo Ferràndez al violoncello, eseguirà musiche di Dvoràk e Richard Strauss. Sabato 7 alle 18 al teatro Vittoria, il quartetto Petra

con Antonio Valentino, eseguirà musiche di Haydn, Beethoven e Mendelssohn. Domenica 18

alle 16.30 sempre al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, Antonio Ballista al pianoforte e con

Alberto Batisti voce recitante, eseguirà musiche di Debussy e Poulenc. Giovedì 12 alle 20

al teatro Regio, debutto di “Giselle”, balletto in 2 atti con musica di Adolphe-Charles Adam.

L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Papuana Gvaberidze/ Levan Jagaev. Repliche fino a

mercoledì 18. Sempre giovedì 12 alle 20.30 e venerdì 13 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Kirill Karabits e con Sergey Khachatryan al violino, eseguirà

musiche di Chacaturian e Dvorak. Mercoledì 18 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione musicale,

Ute Lemper voce con Vana Gierig pianoforte , Giuseppe Bassi contrabbasso e Mimmo Campanale batteria, eseguiranno musiche di Brel, Weill, Lemper, Prima, Hollaender, Dylan, Piazzolla.

Sabato 21 alle 20 al teatro Regio debutto de “Lo Schiaccianoci”. Balletto in 2 atti, musica di Cajkovskij. L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Papuna Gvaberidze/Levan Jagaev. Repliche fino a lunedì 30. Domenica 22 alle 18 all’Auditorium Toscanini, “Concerto di Natale”. L’ Orchestra

Rai diretta da Andrès Orozco-Estrada e con Mario Acampa voce recitante, eseguirà musiche

di Cajkovskij.

Pier Luigi Fuggetta

“Disegnare un elefante – l’insegnante di liceo come professione” Intervista al Professore Marco Vacchetti

Se provate a disegnare un elefante vi renderete subito conto che non è cosa semplice.  Marco Vacchetti, professore del Liceo Classico Massimo D’Azeglio di Torino, scrittore e pittore, ci è egregiamente riuscito nel suo ultimo libro edito EinaudiDisegnare un elefante – l’insegnante di liceo come professione” fornendo al lettore un’analisi quanto mai veritiera e accurata della scuola di ieri e, soprattutto, di quella di oggi. L’universo scuola è per l’appunto paragonato dal Professor Vacchetti ad un elefante “un animale enorme e, in quanto tale, probabilmente lento nei movimenti” con cui tutti abbiamo dovuto avere a che fare nella vita e su cui ognuno di noi potrebbe raccontare la propria esperienza. Un saggio accurato e mai noioso che mette il lettore di fronte alla maestosità dell’apparato burocratico della scuola- a tratti incomprensibile- alle sue peculiarità, alle contradizioni e agli infiniti luoghi comuni che aleggiano intorno ad essa, tentando di smontarli uno ad uno con oggettività e intelligenza. Nelle sue pagine emerge chiaramente l’importanza del ruolo rivestito dal docente, senza mai essere autocelebrativo, una professione considerata dallo scrittore “ecologica” perché in grado di non dissipare “energia ma di costruire ordine, di non compromette il futuro ma contribuire a progettarlo” riuscendo a sottolineare quanto il modo di intendere e di trattare quell’ enorme pachiderma possa contribuire a mettere le fondamenta del nostro prossimo futuro.

Nel suo libro ha tentato di smontarne parecchi luoghi comuni legati, nell’immaginario collettivo, alla scuola. Ce n’è almeno uno che ritiene veritiero?

Nei luoghi comuni c’è molto di falso, ma c’è anche un fondo di verità: così, anche sulla scuola, qualcosa di veritiero esiste. Mi viene in mente la frase che dice “primo a scuola, ultimo nella vita”: sono convinto che il successo scolastico e quello professionale non siano in alcun modo legati. Nel corso della mia esperienza mi sono reso che non è affatto detto che i primi della classe siano poi quelli che ottengano le migliori posizioni lavorative.

Un’altra idea che aleggia ma è priva di fondamenti è quella per cui “la scuola debba prepara al mondo del lavoro”: questa è una pura illusione. Il mondo del lavoro di oggi è veloce e dinamico, ed è del tutto utopistico pensare che la scuola possa andare di pari passo. Dal mio punto di vista, il compito dell’istruzione è quello di aiutarti a crescere, mettere ordine nelle idee e darti strumenti di comunicazione: le competenze professionali sono un’altra cosa. La scuola dovrebbe lasciare ai ragazzi la voglia di “continuare a studiare”, intendendo con questa espressione la volontà di sviluppare l’intelligenza per risolvere problemi, lo spirito d’intraprendenza e la capacità di essere autonomi nella vita.

La scuola e le università, però, stanno cambiando molto e sempre più si stanno orientando verso una formazione “telematica”. Lei affronta questa tematica nel suo libro dove dice che “si può comprare un diploma, ma non la formazione”: come spiega il dato di realtà che vede ricoprire ruoli istituzionali molto rilevanti da personalità che non hanno un alto grado di formazione?

Da un lato c’è un dato burocratico che prevede come requisito necessario il titolo di studio per accedere a determinate posizioni: n quel caso, il cosiddetto “pezzo di carta” è uno step necessario per l’accesso. Sappiamo bene, però, che prendere una laurea in un determinato ateneo, piuttosto che in un altro, comporta una qualità della formazione molto diversa. Per quanto riguarda il fatto che in Italia ci siano dei soggetti che occupino posti importanti senza avere le competenze necessarie è uno dei motivi per cui il nostro Paese arranca. Inoltre, l’Italia è una nazione in cui vige quel costume storico per cui le persone hanno sempre imparato ad arrangiarsi, conferendo loro un forte spirito di adattamento. Dall’altra parte, questo elemento ha come contropartita il fatto che molti individui siano riusciti a occupare ruoli che non meriterebbero. Secondo me, un Paese moderno deve fare attenzione a questo elemento e dovrebbe maggiormente premiare le competenze. Quello che noto è che in Italia si parla spesso di meritocrazia ma “per gli altri”; sul singolo poi vale sempre la raccomandazione. I giovani hanno le energie per lottare contro questo sistema: se vedi che un diritto viene violato devi farti valere per riconquistarlo.

Bisogna farsi sentire lì dove percepisci che vi sia un’ingiustizia insomma.

Sì, per esempio sul tema del complesso rapporto tra il mondo del lavoro e quello delle donne. Se il dato registra che a parità di mansione una donna guadagna il 20% in meno di un uomo bisogna concretamente trovare le strategie giuridiche per affrontare quella situazione. Non bisogna accontentarsi, ma trovare strumenti concreti per arginare il fenomeno. In Italia, spesso, ci si accontenta della mera protesta.

Passando al contenuto del libro, Lei sottolinea l’importanza dello studio del latino, una lingua molto complessa che difficilmente risulta comprensibile ai ragazzi. Che cosa si potrebbe fare per renderla “più fruibile” ai giovani?

Non è facile, perché sono materie difficili e faticose, in cui devi romperti la testa, e per questa ragione molti preferiscono una strada più semplice. In realtà, il latino è una materia splendida perché ha due aspetti: uno culturale e uno tecnico.

Dal punto di vista culturale, quella civiltà ha rimandi straordinari, il cui fascino però non si può imporre ai ragazzi. Infatti, mi dà molto fastidio quando si dice che gli studenti devono “amare la cultura”: non si insegna ad amare niente. Al massimo, gli studenti si possono incuriosire, mentre l’amore nasce spontaneamente. Dal mio punto di vista, è un diritto dell’intelligenza rifiutare le cose. Inoltre, il latino ha un aspetto tecnico che aiuta a capire meglio il linguaggio: quando ti appropri di esso, riesci a esprimere meglio anche il pensiero. Per concludere, penso che per insegnare ai ragazzi una materia del genere bisogna obbligarli. Infatti, l’idea secondo cui la scuola debba essere sempre interessante e “sedurre l’intelligenza” è una chimera. La scuola è fatta un po’ di obbligo e un po’ di passione: se si riesce a mettere insieme i due concetti, allora si può garantire una formazione completa.

E nel percorso di formazione, al giorno d’oggi, non può mancare anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Io lo vedo come uno strumento che può aiutare l’apprendimento perché semplicemente, come tutti gli strumenti, per sfruttarlo al meglio bisogna servirsi dell’intelligenza naturale. Questo è il problema di tutto il mondo digitale che, per citare Umberto Eco, ha creato tre categorie di persone: quelli che non hanno accesso alla rete informatica, una grande maggioranza di utenti e i pochi che sapranno tenere in mano le fila dello sviluppo degli strumenti digitali e saranno al vertice. Come ogni cosa, se la utilizzi al meglio può essere un mezzo di sviluppo potentissimo.

Nell’ultima parte del libro fa degli accenni anche al suo percorso di formazione che l’ha visto abbondare “le lusinghe di un lavoro creativo” (quello da pubblicitario) per addentrarsi nella carriera da insegnante. Che cosa la motiva di più di questo lavoro?

Le motivazioni sono tante ma prima di tutte penso che il lavoro faccia parte della persona e ne determini in parte la personalità. Ancora di più, penso che quello che conti davvero è come svolgi una determinata mansione, anche quella più umile: se lo fai bene, quello ti dà una gratificazione. Il lavoro del docente è vario, libero nei modi, hai a che fare con la cultura, hai il vantaggio di stare con i giovani. Un’altra grande motivazione è che la scuola, da pachiderma, sembra immobile ma in realtà ti obbliga ad essere sempre aggiornato, cosa che in altri lavori non succede.

Per chiudere, il suo modo di insegnare e il libro che ha scritto sono ricche di collegamenti e citazioni. C’è una frase iconica per la sua carriera?

Forse quella di Vico che dice che “la curiosità è madre della scienza”. In realtà sono convinto che queste forme di sapere tramite aforismi spesso siano dei gusci vuoti: il sapere non può essere fatto di tre parole. Piuttosto sono quei tremila collegamenti, di cui mi rendo responsabile durante le lezioni, a fare cultura e che possano accendere la curiosità degli studenti anche su argomenti molto lontani dalla loro zone di confort.

Valeria Rombolà

Foto Federico Solito

“Un libro tante scuole” sceglie “Il corpo” di Stephen King

E’  l’opera scelta dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” per la quinta edizione del Progetto rivolto alle scuole

“Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portare via”: “tesoro” come mappa emozionale, guida ai percorsi più segreti e intimi dell’anima per raggiungere e agguantare valori come l’amicizia, il coraggio, la forza, la scoperta di sé e il mistero di crescere. Sono parole esemplari, su cui sentirci pienamente d’accordo, quelle succitate, a firma dello scrittore e sceneggiatore cult americano Stephen Edwin King (Portland, 1947), fra i più celebri autori contemporanei di letteratura fantastica, per alcuni anche horror, di best seller (da oltre 500milioni di copie vendute) e dalle innumerevoli trasposizioni cinematografiche e televisive. Parole e temi che l’autore ha saputo esprimere in maniera esemplare e toccante nel romanzo breve “Il corpo” (“The body”, il titolo originale) uno dei quattro mini-romanzi contenuti in “Stagioni diverse” (“Different Seasons”, una raccolta pubblicata nel 1982 dall’autore statunitense) e che  ispirò il celebre film “Stand by me” di Rob Reiner, in cui si narra di quattro amici che durante la torrida estate del 1960 partono dal paesino di Castle Rock, nel Maine, alla ricerca del corpo di un loro coetaneo scomparso. Un libro che segna un percorso che non è solo “fisico” per i quattro ragazzi, ma soprattutto “mentale” ed “esistenziale”. Pagine che sono “racconto di formazione”, in cui si traccia, passo dopo passo, parola dopo parola, paura dopo paura, la loro “crescita” e il loro reciproco “riscoprirsi”. Ideale, dunque, la scelta del “Salone Internazionale del Libro” di farne il “protagonista” della quinta edizione del “Progetto di lettura condivisa” per i giovani, “Un libro tante scuole”, arricchendo così, con un nuovo importante titolo (e con i contributi di autrici e autori come Silvia Avallone, Annalena Benini, Claudia Dutrastanti, Carlo Lucarelli, Loredana Lipperini e Stefano Nazzi) la “Biblioteca del Salone del Libro”.

 

Il “Progetto (che vede, accanto al “Salone del Libro”, quale Main partner “Intesa San Paolo”, la partecipazione di “Chora Media” e la collaborazione, quest’anno, di “Sperling &Kupfer”) riunisce, attorno ad un grande romanzo della letteratura internazionale, studentesse e studenti di tutta Italia, consegnando loro 7mila copie gratuite, per favorire nella comunità scolastica, attraverso la lettura, il confronto sulla comprensione di sé, del mondo e del nostro tempo. Un progetto che intende stimolare la riflessione grazie anche all’accompagnamento di contributi testualipodcast, audio originali, incontri con autrici e autori contemporanei.

Consolidato dal successo delle edizioni precedenti – la prima nel 2021 dedicata a “La Peste” di Albert Camus, la seconda nel 2022 con “Lisola di Arturo” di Elsa Morante, la terza nel 2023 con “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, la quarta nel 2024 con “Cime tempestose” di Emily Brontë – la quinta edizione di “Un libro tante scuole” vedrà dunque approdare, a fine gennaio sui banchi di scuola (triennio delle scuole secondarie di secondo grado, delle scuole di formazione professionale e dei corsi serali) “Il Corpo” di Stephen King (edizione tradotta da Andrea Cassini), in una pubblicazione speciale del “Salone del Libro”, corredata da un testo inedito di Loredana Lipperini e una nota di Annalena Benini, direttrice del “Salone” di Torino. Come per i volumi precedenti, la copertina e l’impostazione grafica saranno curate da Riccardo Falcinelliart director e designer.

Inoltre, grazie alla collaborazione con la “Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale” del “Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI)”, quest’anno, per la prima volta, tre classi di “scuole italiane all’estero” potranno partecipare al Progetto: una classe del Liceo italiano paritario “Pier Martire Vermigli” di Zurigo e due classi del Liceo Scientifico della “Scuola Statale Italiana” di Madrid.

Il momento conclusivo del grande percorso di lettura de “Il corpo” sarà lunedì 19 maggio 2025, nel corso della XXXVII edizione del “Salone del Libro di Torino”, con un appuntamento corale aperto a tutte le ragazze e ai ragazzi coinvolti nel progetto, all’Auditorium del Centro Congressi di “Lingotto Fiere” da più di 1200 posti. Per rendere visibile il lavoro delle classi sul romanzo e permettere lo scambio e la condivisione, studenti e docenti pubblicheranno scritti e recensioni sul “Bookblog del Salone”, lo spazio di “racconto condiviso” che il Salone mette a disposizione dei ragazzi e delle scuole, nell’apposita area dedicata al progetto, dove sono già presenti i contributi su “La peste” di Camus, “L’isola di Arturo” della Morante, “Sostiene Pereira” di Tabucchi e “Cime Tempestose” di Emily Brontë. I migliori commenti saranno oggetto dell’incontro finale al “Salone”.

Per infowww.salonelibro.it

g.m.

Nelle foto: Stephen King, ph. Shane Leonard e Cover “Il corpo”, Ed. “Salone Internazionale del Libro di Torino”

Due Madonne col Bambino. Gentileschi e Van Dyck a confronto

Due capolavori dalla collezione Corsini” in mostra a Torino

Nell’ambito della rassegna “L’Ospite illustre”

La mostra espone due opere prestigiose di Orazio Gentileschi e Antoon van Dyck, entrambe conservate presso la Galleria Corsini di Roma.

La Madonna col Bambino dipinta a Roma da Orazio Gentileschi intorno al 1610 e la Madonna della paglia di Antoon van Dyck, realizzata a Genova tra il 1625 e il 1627, fin dal Settecento si trovavano a confronto nella “Galleria nobile” di Palazzo Corsini alla Lungara a Roma, la sala destinata ad accogliere i capolavori selezionati dal cardinale Neri Maria Corsini.

Dieci anni circa separano i due quadri, che costituiscono due diverse interpretazioni della cosiddetta “Madonnadel latte”, un’iconografia fortunatissima, nata per visualizzare concretamente il ruolo di Maria come madre di Cristo.

Il quadro di Gentileschi testimonia la novità della rivoluzione di Caravaggio e della pittura “dal naturale”, in cui il tema sacro è trasformato in un momento intimo e quotidiano. L’essenza dell’opera è infatti tutta nell’umanissimo scambio di sguardi tra la madre e il figlio, che allunga la mano per tirarle la veste. Se non fosse per l’aureola e i consueti colori rosso e blu dell’abito, la Vergine potrebbe essere una qualsiasi ragazza del popolo, abbigliata secondo la moda romana dell’epoca, così come il Bambino con il suo sgargiante vestito giallo.

Van Dyck, invece, sulla scia dei grandi maestri del Rinascimento italiano, reinterpreta il tema con una forte densità simbolica, inserendolo nel contesto della Natività. In ossequio ai dettami del Concilio di Trento, evita di mostrare un’immagine “sconveniente”, coprendo il seno di Maria con la testa del bimbo addormentato, ma lasciando la veste abbassata per alludere all’allattamento. Una serie di dettagli sottolinea poi la morte e resurrezione di Cristo: dal viso della Vergine, assorto e malinconico, alla nuvola scura che irrompe nella capanna, fino alle spighe che danno il nome al quadro e i cui steli formano una croce in primo piano.

 

DOVE

Gallerie d’Italia – Torino

QUANDO

Dal 27 novembre 2024 al 12 gennaio 2025

BIGLIETTI

Intero 10€, ridotto 8€, ridotto speciale 5€ per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e under 26; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo, prima domenica di ogni mese

 

DisFestival, manifestazione diffusa a Torino

Nel 1993 la Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite, ha istituito il 3 Dicembre quale Giornata Europea delle Persone Disabili e dal 2008 le Nazioni Unite hanno esteso la ricorrenza del 3 Dicembre a tutto il mondo ed è diventata la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità”.

La CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà ODV ETS dal1997 organizza in occasione di questa data eventi ed iniziative di grande richiamo per attirare l’attenzione di tutti su questo momento dell’anno così importante, portando avanti l’impegno che da sempre la contraddistingue nel diffondere una cultura che implementi e valorizzi condizioni di pari opportunità per tutti, con particolare attenzione alle persone con disabilità.

Quest’anno ha così deciso di realizzare un public program articolato con diversi appuntamenti che saranno raccolti sotto il cappello del DisFestival, una manifestazione diffusa che si svolgerà in varie sedi cittadine come OGR Torino, Circolo dei lettori, Pala Giovanni Asti ex PalaRuffini, Coro di Santa Pelagia e Casa del Teatro Ragazzi e Giovani.

Il DisFestival fin dal nome vuole utilizzare il suffisso DIS unito in genere alla parola ABILITÀ e trasformarlo in segno positivo per DISfare e DISattivare tutti gli schemi, gli stereotipi e i pregiudizi che ancora oggi accompagnano il mondo della disabilità.

L’obiettivo dichiarato è quello di rendere “pop” la disabilità ovvero di utilizzare strumenti, linguaggi e iniziative che riescano a suscitare l’attenzione di tutti e del pubblico più eterogeneo possibile rispetto a un tema tanto importante quanto spesso ritenuto appannaggio solo di alcune categorie speciali, assistite o isolate dal resto del mondo.

Saranno cinque eventi all’insegna dell’inclusione sociale, distribuiti dal 30 novembre all’8 dicembre 2024, rivolti a tutta la cittadinanza e in cui saranno coinvolti rappresentati del mondo profit e non profit, attivisti per la disabilità, esponenti dell’associazionismo, protagonisti della cultura e del Terzo Settore, personaggi dello spettacolo, bambini delle scuole torinesi e le loro famiglie.

Il programma del DisFestival si comporrà di appuntamenti privi di barriere fisiche, architettoniche e sensoriali e dotati dell’offerta di servizi di sottotitolazione e di interpretariato LIS.

Inoltre, tutti gli eventi presenti in calendario sono il risultato di un intenso lavoro di confronto e di co-progettazione con gli enti associati e con gli stakeholder che vede la partecipazione di fondazioni, soggetti del privato sociale ed espressione del mondo del volontariato quali Fondazione CRT, Fondazione Compagnia di San Paolo, Consiglio Regionale del Piemonte, Regione Piemonte, Vol.To – Centro Servizi per il Volontariato di Torino, ADN – Associazione Diritti Negati ODV, Associazione Volere Volare, OPES Italia – Organizzazione per l’Educazione allo Sport, Fondazione OMI – Opera Munifica Istruzione, Fondazione TRG Onlus, Fondazione Venesio, GTT e altri enti della società civile che aderiscono alle iniziative proposte.

Il DisFestival si svolge con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e Città di Torino.

PROGRAMMA DISFESTIVAL

Sabato 30 Novembre

TALK AGENDA DELLA DISABILITÀ

Ore 10.00/13.00 | OGR Torino Binario 3 | corso Castelfidardo 22

La mattinata inaugurale del 30 novembre sarà dedicata al “Talk Agenda della Disabilità”, presso il Binario 3 delle OGR Torino, con un focus sulla declinazione dei temi dell’Agenda della Disabilità, un progetto innovativo ideato dalla CPD e Fondazione CRT, pensato per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità; l’Agenda è un modello innovativo di inclusione partecipato, frutto di ascolto e co-progettazione che ha messo in moto un vero e proprio “movimento” di buone idee e buone pratiche per una società realmente a misura di tutti.

Tra i protagonisti di spicco che interverranno, si segnalano: Lella Costa, attrice e scrittrice; Michela Giraud, stand-up comedian e regista di Flaminia; Chiara Bordi, attrice e protagonista della serie I Fantastici 5; Marina Cuollo, scrittrice e attivista; Marco Andriano, influencer e molti altri ospiti, pronti a sfidare e superare i pregiudizi sulla disabilità.

La conduzione sarà affidata a Carla Piro Mander, giornalista, e Sebastiano Pucciarelli, autore e co-conduttore di TV Talk (Rai 3) mentre l’evento sarà arricchito dagli interventi musicali dal vivo di Accordi Disaccordi.

Inserito in una cornice dinamica e coinvolgente, caratterizzata da incursioni musicali, momenti di intrattenimento e un inedito game show, il programma prevede interviste, dibattiti e talk, volti a esplorare le migliori azioni e buone pratiche a favore della disabilità, chiamando in causa in egual misura sia il mondo non profit sia quello profit. In particolare, sarà presentato il Concorso di idee “Sosteniamo le famiglie”, uno dei sei Goal dell’Agenda della Disabilità, con i progetti vincitori sostenuti da Fondazione CRT. Interverranno i responsabili degli enti del Terzo Settore e i beneficiari di Fondazione Time 2, ASD Rubens APS e Angsa Biella Aps, che illustreranno rispettivamente i progetti “Sguardi al futuro”, “Da Adesso In Poi” e “AutOri (Autismo Orientamento)”.

Un’attenzione particolare sarà dedicata alle testimonianze delle aziende e delle imprese che, aderendo all’Agenda della Disabilità, si stanno impegnando per creare ambienti lavorativi pienamente inclusivi, attraverso il racconto diretto di dirigenti, lavoratori e altre figure professionali oltre a un focus finale in cui si affronterà il tema di come cambiare la narrazione e disattivare gli stereotipi intorno al mondo della disabilità.

Nel pomeriggio, presso il Duomo, si terranno le attività della “Città dell’Agenda della Disabilità”, pensate per bambini e famiglie, realizzate in collaborazione con il progetto “OGR Kids & ULAOP”. Tra queste: VDE (Virtual Disability Experience), un videogioco in realtà virtuale; Memory tattile e olfattivo, un gioco della memoria accessibile; Space Ability, un gioco di carte cooperativo; (Non) senti chi parla, un gioco sulla lettura del labiale; il Percorso esperienziale, un viaggio multisensoriale per sensibilizzare sulle disabilità.

L’Agenda della Disabilità è un progetto promosso dalla CPD in collaborazione con Fondazione CRT, avviato nel 2021 attraverso un percorso partecipato che ha coinvolto oltre 300 organizzazioni non profit e rappresentanti della società civile piemontese. Questo percorso ha portato, a dicembre 2021, alla pubblicazione della prima Agenda della Disabilità a livello nazionale, un documento programmatico scaricabile all’indirizzo www.agendadelladisabilita.it.

L’evento dà diritto a 3 crediti formativi ai giornalisti presenti in sala che si siano iscritti sulla piattaforma dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte o al desk del Binario 3.

Lunedì 2 Dicembre

ANTEPRIMA DEL CORTOMETRAGGIO “COS’HAI DA GUARDARE?”

Ore 18.00 | Circolo dei lettori – Sala Grande | via Bogino 9

Il 2 dicembre, alle ore 18.00, presso il Circolo dei lettori, si terrà, nella Sala Grande, l’anteprima del cortometraggio “Cos’hai da guardare?”, prodotto dalla CPD e diretto da Paolo Severini. Un’esperienza che va oltre lo schermo, il cortometraggio racconta storie di vita autentica di persone con disabilità, invitando il pubblico a riflettere, emozionarsi e affrontare temi fondamentali come l’inclusione e l’abilismo.

L’opera è stata realizzata grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito del progetto Disabilità in Rete 2024.

All’evento interverranno: il direttore de La Stampa, Andrea Malaguti e i protagonisti del cortometraggio: Mara La Verde, attivista; Silvia De Maria, atleta paralimpica; Valentina Calcagno, attrice della compagnia Buffoni di Corte; Giuseppe Antonucci, rappresentante di Sportdipiù; Francesco Canale, alias Anima Blu, artista. A moderare l’incontro sarà Fabrizio Vespa, giornalista.

Martedì 3 Dicembre – Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità

EMOZIONI” – LA GIORNATA DELLE SCUOLE

Ore 10.00/12.30 | Pala Gianni Asti (ex Pala Ruffini) | via Leonardo Bistolfi 10

Il 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, si terrà un doppio appuntamento. La mattinata sarà dedicata alla giornata delle scuole, intitolata “Emozioni”, presso il Pala Gianni Asti (ex Pala Ruffini), dalle ore 10.00 alle ore 12.30.

Questo evento, tra i più attesi dell’anno per le scuole piemontesi, combina inclusività, creatività ed energia positiva, coinvolgendo dal vivo quasi 4.000 partecipanti tra studenti, insegnanti e ospiti, oltre a raggiungere circa 15.000 persone in streaming.

La giornata, rivolta agli studenti di ogni ordine e grado della regione Piemonte, è ormai un appuntamento tradizionale e rappresenta un importante momento di condivisione e sensibilizzazione sui temi dell’inclusione. Da alcuni anni, l’evento si svolge in modalità mista (in presenza e in streaming), consentendo la partecipazione non solo delle scuole piemontesi, ma anche di quelle di altre regioni italiane.

Anche per l’edizione del 2024, questa formula sarà confermata. La mattinata sarà animata da interventi di influencer, artisti, musicisti, sportivi, atleti olimpici e paralimpici con l’obiettivo di coinvolgere gli studenti sui temi della disabilità e farli partecipare attivamente attraverso quiz e giochi a squadre.

In particolare, tra gli ospiti saranno presenti Francesca Melchiori e Caterina Dotto, le atlete della prima squadra femminile del Derthona Basket, accompagnate dal team manager Massimo Mattacheo e dalla loro mascotte Leo, Matteo Soragna, ex cestista e player della Nazionale italiana, attualmente telecronista sportivo per Sky, Daniela Iavarone, allenatrice baskin dell’Ente Italiano Sport Inclusivi, Claudio Ricci, Responsabile Commerciale Derthona Basket, Deborah Repetti e Monica Prati, co-responsabili Progetti Sociali, la Federazione Volley Piemonte, il sitting volley Chieri ’76, gli Insuperabili, il Liceo Coreutico Germana Erba oltre alla partecipazione speciale di Silvia Bruno, presidente CIP Nazionale, Tiziana Nasi, vicepresidente CIP Nazionale, Stefano Mossino, presidente CONI Nazionale, e Veronica Biglia, atleta paralimpica che ha partecipato per la paracanoa alle Olimpiadi di Parigi.

Tra i momenti più attesi, ci sarà la premiazione di due concorsi: “99,9% lo stesso DNA”, che celebra la diversità e l’inclusione, e il concorso speciale “Video”, dedicato alle scuole piemontesi e promosso da ADN – Associazione Diritti Negati. Durante la premiazione, verranno presentati i lavori realizzati nei mesi precedenti alla Giornata. I vincitori riceveranno buoni spesa per l’acquisto di materiale scolastico e gadget offerti dai partner dell’iniziativa.

Inoltre, si terrà la premiazione del contest “La Camminata della Salute”, anch’esso promosso da ADN – Associazione Diritti Negati. Questo progetto mira a sensibilizzare i giovani sull’importanza del movimento quotidiano come strumento di benessere. Gli studenti, insieme ai docenti, hanno partecipato a una competizione per percorrere il maggior numero di chilometri a piedi in un periodo compreso tra fine settembre e fine novembre. Il monitoraggio è avvenuto attraverso una piattaforma digitale dedicata. La competizione ha coinvolto classi delle Scuole Primarie e Secondarie di primo e secondo grado piemontesi, con la possibilità per ogni istituto di candidare una o più classi e di coinvolgere anche le famiglie degli studenti. Al termine dell’iniziativa, le classi che hanno percorso più chilometri saranno premiate, celebrando così uno stile di vita attivo e consapevole.

Partner dell’evento: GTT, SMAT, OPES Italia, Lions, Banco Alimentare, Borello e Decathlon.

IL MONDO DEGLI ALTRI” STORIE ED EMOZIONI OLTRE LE BARRIERE

Ore 21.00 | Coro di Santa Pelagia | via San Massimo 21

La sera del 3 dicembre, alle ore 21.00, ci si sposterà al Coro di Santa Pelagia per assistere a “Il mondo degli altri – Storie ed emozioni oltre le barriere”, uno spettacolo unico e suggestivo, ideato in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità.

Un viaggio intenso tra parole e musica, capace di condurre il pubblico dentro le vite, i sogni e le sfide di chi ha affrontato la diversità con coraggio e dignità. Uno spettacolo inclusivo che vedrà in scena: Gian Luca Favetto, scrittore e narratore; Mauro Ermanno Giovanardi, voce inconfondibile dei La Crus; Marco Carusino alle chitarre e il virtuosismo musicale degli GnuQuartet con l’ideazione e la regia di Pierumberto Ferrero.

Organizzato in collaborazione con la Fondazione OMI, lo spettacolo è parte della stagione musicale “I Concerti di Santa Pelagia” ed è inserito all’interno della rassegna New T@ste.

Il mondo degli altri – Storie ed emozioni oltre le barriere” non è solo un racconto, ma un’esperienza capace di abbattere barriere, fisiche e mentali, e di creare un ponte tra le persone, suscitando riflessioni profonde. La voce vibrante e delicata di Mauro Ermanno Giovanardi riuscirà a incantare con interpretazioni ricche di pathos mentre le parole di Gian Luca Favetto daranno vita a storie di inclusione, lotta e speranza. La narrazione si intreccerà con le raffinate melodie degli GnuQuartet e le emozioni create dalle chitarre di Marco Carusino per un risultato che renderà lo storytelling ancora più coinvolgente.

Questo evento profondamente partecipativo però non si limita solo a raccontare: invita a riflettere, a scoprire la bellezza nascosta in ogni difficoltà e a ricordare che non esiste “il mondo degli altri. Esiste un unico mondo, a cui tutti apparteniamo, nessuno escluso.

Domenica 8 Dicembre

IN VIAGGIO CON CIPIDILLO” A TEATRO

Ore 14.30/18.00 | Casa del Teatro Ragazzi e Giovani | corso Galileo Ferraris 266

Il DisFestival si concluderà l’8 dicembre presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, dalle ore 14.30 alle 18.00, con un pomeriggio ricco di emozioni e divertimento. Protagonisti dell’evento saranno lo spettacolo teatrale “In Viaggio con Cipidillo”, portato in scena dagli attori della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, il Magic Show di Mago Contini e una straordinaria esibizione dei batteristi dell’Associazione Drum Theatre, finalisti di Italia’s Got Talent.

L’evento coinvolgerà attivamente piccoli e grandi, invitandoli a interagire con lo spettacolo, che sarà suddiviso in sette sezioni. Gli spettatori parteciperanno insieme agli attori e agli artisti all’organizzazione del viaggio del Cipidillo, il grillo parlante diventato mascotte storica della CPD.

Il percorso partirà da un improbabile ufficio passaporti, dove bisognerà preparare i documenti di viaggio per l’eroe dalle antenne verdi, per poi proseguire con una visita all’agenzia di viaggio e il momento della preparazione della valigia. Il viaggio culminerà nella grande festa collettiva che segnerà la partenza e durante la quale saranno assegnati una serie di premi.

Dopo la partecipazione al concorso nazionale che ha visto i bambini esplorare il tema dell’inclusione sociale attraverso opere collettive dedicate alla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, le Scuole dell’Infanzia e Primarie di Torino sono state sollecitate a realizzare elaborati in 3D ispirati al “Viaggio con Cipidillo”. Tutti questi lavori, nati dalle emozioni suscitate dal tema dell’inclusione, saranno parte integrante del pomeriggio.

Bambini e famiglie sono invitati a teatro per vivere un’esperienza indimenticabile, tra spettacoli, musica e giochi, in un’atmosfera di gioia e condivisione. Il Cipidillo e i suoi amici trasformeranno il teatro in un luogo magico, dove arte, fantasia e divertimento si incontrano per celebrare i valori di una società che promuova le pari opportunità e la convivenza delle differenze.

L’evento si concluderà con la premiazione delle opere più significative, chiudendo il festival con un momento di festa e riconoscimento collettivo.

Tutti gli eventi sono gratuiti con prenotazione obbligatoria

fino a esaurimento posti.

Per prenotare: https://www.cpdconsulta.it/disfestival/

Per informazioni:

www.cpdconsulta.it www.agendadelladisabilita.it https://www.facebook.com/cpd.consulta https://www.youtube.com/user/cpdconsulta

Vitamine Jazz Festival, la musica che cura. Terza edizione al Teatro Juvarra di Torino

Sabato 30 novembre 2024, ore 16.45

Il 30 novembre 2024, alle 16.45 si terrà, presso il Teatro Juvarra di Torino, la terza edizione del “Vitamine Jazz Festival”, con una rappresentanza dei musicisti che volontariamente, da otto anni, donano la loro arte nei reparti dell’Ospedale S. Anna per rispondere all’appello della Fondazione Medicina a Misura di Donna.

Il ricavato della serata sarà destinato ai progetti di ricerca sulle Disabilità Invisibili della Donna, tra cui le cefalee e l’endometriosi, che la Fondazione sta finanziando da oltre 4 anni.

I progetti vengono svolti in collaborazione con il Centro Cefalee della Donna dell’Ospedale Sant’Anna al fine di introdurre terapie innovative per la lotta al dolore emicranico e con il Servizio di Psicologia Clinica dell’Ospedale Sant’Anna per testare nuovi approcci nella gestione del dolore di donne affette da endometriosi.

Le “Vitamine Jazz”, varate nel settembre 2017 dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna, in accordo con la Direzione dell’AOU Città della Salute e della Scienza e l’Università degli Studi di Torino, sono il più articolato, ampio e longevo programma al mondo di esecuzioni di jazz realizzate in un ospedale. La Fondazione ha mobilitato, con la Direzione Artistica di Raimondo Cesa, le istituzioni culturali del territorio e la comunità degli artisti che hanno messo a disposizione della causa tempo e competenze in modo gratuito.

Il progetto si colloca nel percorso strategico sull’alleanza virtuosa tra “Cultura e Salute” varato dalla Fondazione nel 2011 che vede coinvolti istituzioni culturali, medici, esperti nelle scienze sociali, economisti della cultura per portare in Ospedale esperienze pilota esportabili in altri contesti.

All’Ospedale Sant’Anna di Torino, il più grande d’Europa dedicato alle donne, sono stati superati i 430 appuntamenti musicali con la partecipazione di oltre 300 jazzisti di fama nazionale e internazionale.

Le note del jazz hanno dato il benvenuto alle nuove vite nei reparti maternità, accompagnato le pazienti durante le cure chemioterapiche nel Day Hospital oncologico, ingannato il tempo dell’attesa nelle sale d’aspetto e al pronto soccorso.

Il programma si sviluppa in dialogo con il personale dei reparti coinvolti ed è stato valutato molto positivamente da pazienti e operatori sanitari che hanno partecipato a focus group condotti dalla dott.ssa Catterina Seia, Responsabile progetto “Cultura e Salute” della Fondazione Medicina a Misura di Donna, insieme al team del prof. Pier Luigi Sacco, Economista della Cultura.

Attendiamo gli appuntamenti con curiosità e meraviglia. La musica ci stimola e ci ha aperto nuovi mondi” affermano le infermiere intervistate. Gli stessi musicisti definiscono l’ospedale “un grembo armonico” e considerano l’esperienza dell’esecuzione ad personam un arricchimento personale e professionale.

Neppure il Covid è riuscito a fermare “Vitamine Jazz”! Nei due anni di forzata assenza dalle corsie del Sant’Anna il mondo jazzistico si è attivato per prendere parte a quelle che sono state chiamate “Vitamine Jazz Virtuali”, inviando telematicamente video dedicati da ogni parte del mondo. L’esempio più eclatante è il video registrato in Brasile per le Vitamine Jazz Torinesi da Roberto e Eduardo Taufic con il grande Ivan Lins!

Il lavoro che la Fondazione Medicina a Misura di Donna porta avanti con encomiabile energia per l’Ospedale Sant’Anna, eccellenza europea per la ginecologia” dichiara il prof. Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino “dimostra quanto il binomio Cultura e Cura sia prezioso non solo nel percorso di accoglienza e cura, ma costituisce un arricchimento personale per ognuno di noi. La musica ha la capacità di rendere gli spazi pubblici e in questo caso dell’ospedale, ambienti artisticamente e culturalmente stimolanti più vicini e accoglienti”.

La musica è conversazione, comunicazione in armonia. Il jazz in particolare è condivisione continua. Dall’interazione fra musicista e spettatore nascono le successive improvvisazioni”, afferma con orgoglio Raimondo Cesa che cura la rassegna e presidia ogni incontro.

La musica si è dimostrata una importante alleata nel percorso di cura e per questo siamo riconoscenti a tutti gli Artisti che hanno risposto con grande generosità ed entusiasmo al nostro appello” afferma la prof.ssa Chiara Benedetto, Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna.

Liu Zhenyun: “Una frase ne vale diecimila”

/

Lo scrittore Liu Zhenyun è in Italia per presentare il suo libro intitolato “Una frase ne vale diecimila”, mercoledì 27 novembre, alle ore 18, presso il MAO di via San Domenico 11, a Torino. Il libro è di recentissima traduzione italiana. Zhenyun sarà a colloquio con Stefania Stafutti della Sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici. Interverranno gli studenti delle scuole medie superiori “A. Spinelli” e “Umberto I” di Torino, e “G.F. Porporato “ di Pinerolo, presentando altre opere dell’autore tradotte in italiano.

L’incontro è gratuito, con prenotazione obbligatoria.


Giovedì 28 novembre, alle ore 10, con un anticipo di 15 minuti, si terrà un incontro gratuito con prenotazione obbligatoria dal titolo “Scrivere di gente comune: Liu Zhenyun racconta le sue opere”. L’appuntamento è presso l’auditorium del complesso Aldo Moro, in via Sant’Ottavio 18, a Torino. In collaborazione con la Sezione Sinologica del Dipartimento di Studi Umanistici e ISA Istituto di Studi Asiatici dell’Università di Torino. Liu Zhenyun è oggi l’autore di maggior successo nel panorama letterario cinese. Molti dei suoi lavori sono pubblicati in italiano, tra cui i più recenti sono “Un giorno, tre autunni” e “I mangiatori di angurie”. In questi giorni esce finalmente, anche nella nostra lingua, forse la sua opera più importante: “Una frase ne vale diecimila”, insignita nel 2006 del Premi Mao Dun, il massimo riconoscimento cinese in ambito letterario. Contribuiscono alla fama dello scrittore le versioni cinematografiche e televisive di molte sue opere, spesso sceneggiate dallo stesso scrittore e diretti da registi di rilievo internazionale e premiati anche fiori dalla Cina. Una breve rassegna dei film tratti dai suoi romanzi sarà presentata a partire dal 2 dicembre prossimo presso il cinema Romano.

 

Mara Martellotta