Cosa succede in città- Pagina 512

Salvini sul Monviso guida la Lega alle sorgenti del Po

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Questa volta, però, niente rito dell’ampolla, pratica molto  amata dal senatur Umberto Bossi. Si terrà invece un convegno

 

“La difesa del territorio deve passare attraverso la rivisitazione della globalizzazione selvaggia”, parola del segretario della Lega piemontese ed ex governatore regionale Roberto Cota, che ha presentato la tradizionale festa padana alle sorgenti del Po. La Lega Nord, guidata dal segretario Matteo salvini in persona, va in pellegrinaggio nel fine settimana sul Monviso. Questa volta, però, niente rito dell’ampolla, pratica molto  amata dal senatur Umberto Bossi. Si terrà invece un convegno su alimentazione ed economia: ‘Mangia come parli: difendi e consuma i prodotti locali’.

Domenico, l'uomo che per amore fermò un treno a Porta Nuova

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pili simonaCOSA SUCCESSE IN CITTA’ / di Simona Pili Stella

 

Secondo una ricerca condotta presso l’ University College di Londra dalla neuroscienziata Eleanor Maguire, il passato è strettamente connesso al futuro, tanto che chi soffre di amnesia e quindi dimentica il passato, non riesce più nemmeno ad immaginare e a prospettarsi un futuro.Ebbene, forse per attenerci un po’ alle recenti scoperte, o forse perché in fondo il mondo e nello specifico la città in cui viviamo è fatta di storia e di aneddoti passati, dedichiamo una rubrica a Torino e agli avvenimenti più curiosi e che più l’hanno segnata nel corso degli anni, se non addirittura dei secoli precedenti.

 

Erano circa le ore 10.00 di mattina del 10 Agosto del 1950 quando gli abitanti di uno stabile di via Giuseppe Verdi, vennero attirati in cortile dalle urla di un signore che si agitava vistosamente vaneggiando a gran voce. Quest’uomo, proveniente dall’interno dell’abitazione, si era fermato di fronte al portone d’ingresso e tenendo nella mano destra un grosso coltello da cucina intriso di sangue, asseriva nella più totale disperazione di aver ucciso nella stanza da letto la propria fidanzata perché lei voleva lasciarlo. Spaventati dalla presunta pericolosità dell’uomo, gli inquilini accorsi in cortile si diedero alla fuga e terrorizzati andarono a chiamare i soccorsi al vicino commissariato di Piazza Castello. Una signora, riconoscendo subito nel presunto assassino il suo vicino di casa, decise insieme ad altri inquilini, di dirigersi nell’appartamento dell’uomo per valutare le condizioni della presunta donna aggredita. Quando però entrarono nell’angusta camera da letto lo spettacolo che si presentò loro fu molto diverso da quello prospettato dall’uomo: riversa sul letto in una pozza di sangue non vi era il corpo senza vita di una donna, ma bensì il corpicino sgozzato di una povera gatta grigia. Poco dopo, quando i coraggiosi volontari decisero di tornare giù in cortile per dare la scioccante e bizzarra notiziaagli altri, scoprirono che l’ipotetico assassino si era già costituito agli agenti di polizia accorsi in seguito all’allarme dato dagli altri condomini. L’uomo venne identificato con il nome di Emilio De Ambrosi, un disoccupato di 51 anni che era già stato ricoverato in passato per disturbi mentali. Il signor De Ambrosi venne nuovamente visitato e ricoverato nel reparto psichiatrico.

[ La Stampa]

 

Il 24 Agosto sempre del 1950 una terribile sciagura accadde al campo volo della nostra città. Erano da poco passate le ore 19.00 quando il piccolo velivolo da turismo guidato da un esperto e abile pilota, si adagiava con perfetta manovra riportando a terra il passeggero Antonio Gerardi, 39 anni, impiegato dell’anagrafe di Torino. Eccitato e ancora entusiasta per questa esperienza, Antonio prese l’iniziativa di scendere repentinamente dal velivolo prima che il comandante potesse trattenerlo e fargli le giuste raccomandazioni su come muoversi vicino all’aereo. Egli passò sotto l’ala e si avvicinò al muso dell’apparecchio per poterlo osservare meglio ma purtroppo non si accorse che l’elica del piccolo aereo stava ancora dando gli ultimi giri. Fu questione di un attimo: prima che qualcuno riuscisse ad avvisarlo, l’elica colpì di striscio Antonio sulla testa asportandogli di netto una parte della calotta cranica. Senza neanche emettere un grido l’uomo cadde inerme a terra di fronte allo sguardo incredulo e scioccato dei presenti. Venne immediatamente trasportato all’ospedale Maria Vittoria dove però morì durante la notte.

[ La Stampa]

 

Alle ore 12e30 del 7 Agosto 1962 Domenico Panetto, ragazzo di 26 anni abitante a Torino in via Provana 5, compì un gesto drammatico e per certi versi bislacco, all’interno della stazione di Porta Nuova. Quel giorno, circa mezz’ora prima, il giovane aveva ricevuto dalla fidanzata Anita un biglietto di addio che lo avvisava dell’intenzione della ragazza di lasciarlo e di trasferirsi in Francia assieme ad un’amica. Domenico, dopo essere giunto in stazione e dopo aver scorto la sua fidanzata affacciata ad un finestrino del treno diretto in Riviera di Ponente, cominciò a gridare e a implorare la ragazza di scendere e di tornare con lui. All’ennesimo rifiuto della fidanzata, proprio mentre il treno stava per partire, l’innamorato ragazzo, preso dallo sconforto, decise di tentare un ultimo e disperato gesto. Domenico superò correndo il locomotore ed una volta buttatosi sulle rotaie si parò davanti al convoglio intimando al macchinista di fermarsi. Il macchinista stupefatto ed incredulo bloccò immediatamente il treno e scese per cercare di convincere il ragazzo a risalire sulla banchina. Il caos si propagò per tutto il treno: molti passeggeri spaventati scesero dal treno mentre altri irritati dall’accaduto cominciarono ad agitarsi e ad urlare dai finestrini del proprio vagone. Nel giro di qualche minuto tutta la stazione giunse per assistere alla scena. Domenico venne raggiunto dalla Polizia Ferroviaria che lo portò all’interno della propria sede per interrogarlo e per prendere provvedimenti. Il treno ritardò la sua partenza di quasi un’ora e della tanto amata Anita non si ebbero più notizie.

[La Stampa]

 

Il 26 Agosto sempre del 1962 una terribile vicenda divenne protagonista indiscussa della cronaca torinese. Verso le ore 20.00 di quel giorno, Michele Carena, allarmato dai vicini di casa di sua sorella che non vedevano la famiglia della donna da più di due giorni, fece irruzione nell’abitazione di Maria Carena e di suo marito Giuseppe Cuminatto, situato nel centro di Carignano. Lo scenario che si prospettò al giovane fu pressoché agghiacciante: Michele trovò sua sorella Maria che giaceva immobile, con in braccio la bambina di 20 mesi, accanto al corpo agonizzante del marito. L’uomo era sdraiato sul letto in un bagno di sangue, con il capo completamente sfondato. Michele diede subito l’allarme e dopo aver chiamato i soccorsi e messo al sicura la nipotina, cercò di parlare con sua sorella per capire cosa fosse successo. La donna si limitò semplicemente a dire che il marito era caduto e che si era ferito alla testa. Solo dopo che la polizia arrivò sul luogo della tragedia fu possibile ricostruire i fatti: durante la notte di due giorni prima Maria Carena (28 anni), aveva colpito furiosamente (con sette colpi di accetta alla testa) suo marito Giuseppe Cuminatto di 35 anni, poi si era recata nella stanza della figlioletta di 20 mesi, l’aveva presa in braccio e dopo aver ripulito e deposto l’arma si era accomodata accanto al corpo esanime del marito per vegliarlo. Maria soffriva ormai da tempo di depressione e disturbi mentali, tanto che qualche anno prima le erano stati tolti gli altri 3 figli minorenni perché lei non riusciva a prendersene cura. Sia i vicini che i parenti erano a conoscenza dei problemi di salute della donna, ma nessuno avrebbe mai potuto immaginare un finale tanto raccapricciante. Giuseppe venne immediatamente ricoverato presso l’ospedale Molinette dove cercarono in tutti i modi di salvargli la vita. Maria venne caricata su un’ambulanza e trasportata al manicomio di Torino in via Giulio.

[La Stampa]

 

Il 16 Agosto del 1977 Francesco Ferrara di 29 anni, Amedeo Zamparelli di 36 anni e le loro rispettive compagne Giuseppa Oddo e Carmela Bontelli, si presentarono intorno alle ore 16.00 all’ingresso della piscina comunale del Parco della Pellerina. Non avendo con loro le cuffie ed essendo esaurite quelle che la piscina metteva a disposizione per i bagnanti, i quattro ragazzi vennero esortati ad andarsene, poiché da circa un mese era diventato obbligatorio per motivi di igiene, l’uso della cuffia nelle piscine pubbliche. Ne nacque un’accesissima discussione che sfociò, appena giunsero anche i vigili di servizio all’interno della piscina, in una vera e propria rissa. I quattro giovani si avventarono sia sui vigili che sul personale della piscina ferendo alcuni di loro con graffi e pugni. Venne immediatamente chiamata la polizia che trasportò i quattro aspiranti nuotatori in questura.

[La Stampa]

 

La mattina del 3 Agosto 1989 la polizia entrò di corsa all’interno della banca San Paolo situata accanto all’ospedale Molinette. Era stata chiamata perché, pochi istanti prima, si erano uditi distintamente alcuni colpi di pistola che avevano mandato nel panico le persone all’interno della banca, costringendo tutti ad un fuggi fuggi generale. Quando però gli agenti giunsero sul posto non trovarono rapinatori o qualsiasi altro tipo di malvivente, ma bensì la guardia giurata Francesco Bernardino che, essendo rimasto bloccato all’interno del bagno a causa della chiusura a scatto, aveva pensato bene di liberarsi sparando qualche colpo contro la serratura della porta.

[La Stampa]

 

Il 6 Agosto 1999 la signora Annita Roncaglione Minella di 73 anni, venne trovata morta nella sua abitazione di Courgnè. La disgrazia avvenne intorno a mezzogiorno quando la donna, salita nel sottotetto per prendere delle cassette dove riporre le patate appena raccolte, urtò senza accorgersene un nido di calabroni. Fu un attimo: gli insetti disturbati dall’anziana signora assalirono la povera Annita pungendola ripetutamente ed in più punti del corpo. La pensionata fece in tempo a chiamare aiuto ma quando giunsero i primi soccorsi per lei non c’era più niente da fare. Poco dopo sul luogo della tragedia giunsero anche i vigili del fuoco che distrussero il grosso e pericoloso favo che aveva causato la morte dell’anziana signora.

[La Stampa]

  

 

Ragazzina fa selfie mentre passa il Frecciarossa

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Il fatto è successo nei pressi della stazione di Torino-Stura

 

La ragazza voleva scattare un selfie sui binari del treno e ha rischiato di essere travolta da un Frecciarossa in corsa. Il fatto è successo nei pressi della stazione di Torino-Stura durante il passaggio di un Tav  proveniente da Roma. La prontezza di riflessi del macchinista, che ha frenato appena  in tempo, ha permesso di salvare la vita alla giovane, che era con un’amica. Le due sono scappate e la linea è rimasta chiusa per mezz’ora. Sono in corso accertamenti da parte della polizia ferroviaria.

 

(Foto: il Torinese)

Cristina Chiabotto madrina per la lotta al cancro

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La Confederazione Italiana Agricoltori è al fianco dell’Istituto di Candiolo

 

All’insegna dello slogan “Un frutto fa (del) bene”, ancora per oggi, domenica, in piazza San Carlo, è possibile acquistare una confezione di frutta di stagione, con una offerta a partire da 10 euro, per sostenere la ricerca sul cancro. La Confederazione Italiana Agricoltori  è al fianco dell’Istituto di Candiolo nell’iniziativa che ha per madrina l’ex Miss Italia Cristina Chiabotto, ambasciatrice dell’Istituto. “Dobbiamo contribuire alla ricerca – afferma – perché ne abbiamo tutti bisogno”.

Migranti in Piemonte, qual è la situazione? Il piano della Regione

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Non manca la polemica politica. “Chiamparino dovrebbe dire quanti soldi si spendono sul territorio della nostra regione per l’accoglienza dei clandestini e poi verificare quali iniziative potrebbero essere varate con questi importi a sostegno della nostra gente in difficolta’”. Così l’ex governatore e  segretario della Lega Nord Piemont, Roberto Cota

 

 Qual è la situazione della presenza dei migranti in Piemonte? Rispetto alla quota stabilita inizialmente il Ministero dell’Interno ne ha destinati di più alla nostra regione.I dati del Viminale del 14 agosto segnano una crescita nelle Regioni del Nord: 11485 per la Lombardia, 6148 il Veneto. Insieme ospitano  il 20% degli immigrati. A livello nazionale si è registrato un incremento del 35%: da 67128 di febbraio a 91419 immigrati degli ultimi dati. Si è poi provveduto ad un riequilibrio, con alcune Regioni che avevano sopportato il maggior onere dell’accoglienza, esentate dall’ospitare nuovi immigrati. Ciò riguarda la Sicilia (-138), il Lazio (-178), la Puglia (-124) e la Calabria (-188). Nuove assegnazioni invece per Campania (+2200), Piemonte (+2700) per un totale di 4200, Toscana (+2900), Emilia Romagna (+1800), Liguria (+1200). La Giunta regionale ha approvato all’inizio del mese di agosto un piano per l’accoglienza dei flussi non programmati di immigrati per il periodo 2014-2020 che si articola in sette punti:

 

Vademecum. La Regione è impegnata nella stesura di un vademecum per gli amministratori ed i gestori delle strutture nel quale saranno raccolte tutte le informazioni utili per la gestione dell’accoglienza: normative nazionali e regionali, soprattutto in relazione alle questioni lavorative, progettazione regionale, circolari della Sanità, modalità operative per l’inserimento dei richiedenti asilo presso le famiglie.

 

Presenza sui territori. Previsti in forma costante il confronto e la collaborazione con gli amministratori locali per colmare il gap informativo, facilitare i rapporti con i gestori dell’accoglienza, assicurare la presenza regionale in incontri pubblici con i cittadini, favorire progettualità locali quali l’accoglienza presso famiglie, incoraggiare il coinvolgimento della società civile. Questo confronto è strumentale all’individuazione dei centri di prima accoglienza da affiancare a quello di Settimo Torinese, come è già avvenuto per la caserma in disuso di Castel d’Annone (Asti).

 

Dialogo con i sindaci. In collaborazione con le Prefetture sono in corso incontri strutturati con i sindaci, che hanno la finalità di individuare eventuali strategie per fronteggiare le difficoltà e costruire alleanze operative. È stata avviata un’attività di contatto con i gestori delle strutture attraverso visite in loco e incontri allargati al fine di approfondire le realtà locali, rilevare eventuali situazioni di problematicità e informare sulle opportunità messe in atto dalle politiche regionali. L’obiettivo è quello di favorire la trasformazione graduale delle strutture di accoglienza straordinaria in strutture del sistema Sprar.

 

Contro la tratta. Attenzione sarà rivolta anche alla tratta degli esseri umani, poiché è ormai acclarato che con i barconi giungono in Italia anche donne destinate allo sfruttamento sessuale. Per identificare eventuali vittime si creeranno collegamenti e collaborazioni tra le strutture di accoglienza e i partner del progetto regionale “Piemonte in rete contro la tratta”.

 

Ripopolamento dei paesi montani. E’ obiettivo della Regione promuovere con gli assessorati competenti e l’Uncem azioni capaci coinvolgere i migranti nel ripopolamento dei borghi abbandonati in terreni alpini, e più in generale aree soggette a fenomeni di abbandono residenziale.

 

Volontariato civico. Verranno ricercate intese con gli enti locali, le Prefetture, i centri di accoglienza, le organizzazioni di volontariato e altri soggetti interessati per il coinvolgimento dei richiedenti asilo in attività di volontariato a favore della comunità che li ospita.

 

Formazione. Si tratta di aggiornare gli operatori delle strutture sulla normativa in vigore, preparare gli ospiti all’audizione della Commissione territoriale, dare lo opportunità di accesso ai servizi.

 

“La Regione Piemonte – dichiara Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione – in quest’ultimo anno si è impegnata con forza per contribuire a unire e far dialogare i soggetti coinvolti nell’accoglienza dei migranti sul territorio. Per la tenuta del sistema è centrale il costante confronto e la collaborazione tra Prefetture, amministrazioni locali e gestori dei progetti. Il Piano è il primo passo che porterà a trasformare l’accoglienza in Piemonte da fenomeno emergenziale in strutturale e per farlo abbiamo, di concerto con gli altri soggetti chiamati in causa, individuato una serie di azioni che devono diventare la normalità. A fare la differenza deve essere infatti la qualità dell’accoglienza”.Cerutti rileva anche che “a tutto questo lavoro si deve affiancare l’azione della cooperazione decentrata e del settore Affari internazionali della Regione a sostegno di progetti in alcuni dei Paesi di origine di questi migranti. Accoglienza e cooperazione devono viaggiare su binari paralleli”.

 

Non manca la polemica politica. “Chiamparino dovrebbe dire quanti soldi si spendono sul territorio della nostra regione per l’accoglienza dei clandestini e poi verificare quali iniziative potrebbero essere varate con questi importi a sostegno della nostra gente in difficolta’”. Così l’ex governatore e  segretario della Lega Nord Piemont, Roberto Cota.

Ricordi da liceale e riflessioni sui giovani dialogando con il prof Cabrini

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STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

Non vorrei apparire blasfemo, mi è sembrato quasi…eterno. Possibile? Ma ti ho conosciuto nel 1972!Fondazione del primo Liceo Scientifico in Barriera. “Già, proprio così, sono passati più di 40 anni.  In verità  sono in pensione. Collaboro con il Preside e continuo a far attività sindacale con la Cisl”

 

Settembre è il mese dei ripensamenti sugli anni e l’età….e sull’Estate porta il dono della perplessità. Per noi eterni studenti l’anno inizia a Settembre. Ci pare anche il caso di rubare parole a poeti che ci hanno accompagnato in questi anni. Mia moglie ed io abbiamo deciso di far cambiare liceo scientifico alla figlia. Nel primo c’erano troppi problemi di coordinamento tra i tempi di studio e di sport. Ho proposto di far visita all’Albert Einstein. Lì mi ero diplomato ed anche la primogenita si è diplomata nell’istituto. Scendendo le scale, dopo 38 anni, ho rivisto il professor Nando Cabrini.  Che ci fai qui? “Insegno !” Non vorrei apparire blasfemo, mi è sembrato quasi…eterno. Possibile? Ma ti ho conosciuto nel 1972!. Fondazione del primo Liceo Scientifico in Barriera. “Già, proprio così, sono passati più di 40 anni.  In verità  sono in pensione. Collaboro con il Preside e continuo a far attività sindacale con la Cisl”.

 

Collabori con il Preside? “Sì, in particolare vogliamo rilanciare il liceo scientifico. Dopo un anno, missione conclusa: nuovi iscritti per 12 classi nuove. Di cui 5 del liceo scientifico tradizionale.

 

Che hai fatto in questi ultimi decenni?

“Tante cose. Ho lavorato a Roma per il Ministero dell’Istruzione. Poi Capo di Gabinetto del Presidente della Provincia di Venezia. Poi il passaggio tra la prima e la seconda repubblica mi ha indotto ad un rientro a Torino. Molte le collaborazioni di ricerca sui tempi educativa con l’Università. In Piemonte ho contribuito nel realizzare rete per gli studi Erasmus. Ho appena finito di scrivere un articolo per l’Università di Sofia”.

 

Stai mai fermo? Hai bisogno di essere sempre attivo?

“Stare in mezzo ai giovani mi dà sicuramente linfa vitale. Cercando di rendermi utile”.

 

Per tutto l’anno ci si incontra raccontandoci di un tempo passato. Insiste nell’andare avanti. Lo vado a trovare al Liceo Classico Massimo d’Azeglio. Presidente di commissione d’esame di maturità. Visibilmente soddisfatto precisa: “non è la prima volta”. Mille le domande sulla nostra capacità di selezionare le eccellenze Scientifiche. Mirabile una sua definizione di scienziato. Vede, osserva, analizza, elabora le stesse cose che noi vediamo. Con la capacità di andar oltre spiegandotela.  Anche in Italia, ad alti livelli sappiamo essere meritocratici. Purtroppo la situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi 10 anni.

 

Ed all’estero come è la situazione?

“Ancora migliore della nostra, ma anche lì ci sono segni di cedimento verso, ad esempio, l’applicazione delle regole”.

 

La tua maggiore soddisfazione?

“Scusami, non vorrei apparirti presuntuoso: l’aver previsto determinati avvenimenti. L’aver “partorito” idee e ricerche didattiche che anticipavano i tempi”.

 

La tua maggiore delusione?

“Il mondo accademico che non vuole riconoscere. Ancora chiuso nelle proprie baronie”.

 

Tempo scaduto, con la certezza di altri incontri. Lasciandolo ricordo che è stato vsegretario nazionale dei Radicali negli inizi anni 70. Tutti esaltavamo lo scontro di classe, lui, isolatamente la centralità dei diritti civili. Preciso una cosa,  sicuramente ai margini di questo nostro dire: mia figlia (e la mia famiglia) è stata contentissima di cambiare Liceo.

Sale la Febbre per gli U2 mentre la band incontra i fan

u2 barresi

A mezzanotte the Edge e uscito a piedi e ha lasciato tutti di stucco…non ha firmato autografi ma si è fatto fotografare, ha preso in braccio una bimba e fatto lui stesso dei selfie ai fan

 

 

Gli U2 non deludono i fan italiani. Da lunedì pomeriggio impegnati nelle prove al pala Alpitour per i due concerti di venerdi e sabato prossimi, trovano il tempo per fare autografi e scambiare anche poche parole a chi li aspetta in via Filadelfia. Ieri le prove sono iniziate alle 16 e terminate in tarda serata,quando a mezzanotte the Edge e uscito a piedi e ha lasciato tutti di stucco…non ha firmato autografi ma si è fatto fotografare, ha preso in braccio una bimba e fatto lui stesso dei selfie ai fan. Disponibile e gentile come sempre, ha dimostrato di essere un uomo che sa di essere una star ma che ha mantenuto la semplicità del ragazzo di un tempo.

 

Angela Barresi

 

(Foto: il Torinese / A. Barresi)

Tra innocenza ed esperienza inizia sotto la Mole la nuova avventura degli U2

Secondo alcune voci di corridoio dovrebbero arrivare in città da domenica, per gli appassionati e già caccia agli idoli di una vita…

 

bono u2Ci siamo, tra poco meno di una settimana, venerdì 4 settembre, gli U2 daranno il via al primo dei due concerti con cui apriranno da Torino il loro Innocence+ Experience Tour europeo. Come accadde nel 2010, la band irlandese sceglie Torino ( unica tappa in Italia) per dare il via ad una serie di concerti sold out in tutta Europa, dopo aver concluso lo stesso tour in Nord America. Che gli U2 amassero l’ Italia l’avevamo capito già da un po’,  ma sembra che Bono e compagni abbiano un feeling particolare per la nostra regione e per la cucina piemontese, dopo la notizia è l’avvistamento di Bono a Cuneo per il pranzo di ferragosto. I fan italiani stanno facendo il conto alla rovescia già da diverse settimane e c’ e chi ancora spera di trovare un biglietto che vale come l’oro per chi li segue ormai da trent’anni e più, da tempi di Boy o di War, quando quattro ragazzi quasi sconosciuti cantavano urlando la Sunday Bloody Sunday della loro Irlanda. Ora tocca al Tour dell’Esperienza, della maturità artistica ma anche dell’Innocenza che è quella dei loro figli e che la band cerca di racchiudere nelle nuove canzoni. Secondo alcune voci di corridoio gli U2 dovrebbero arrivare in città da domenica, per gli appassionati e già caccia agli idoli di una vita…

 

Angela Barresi

 

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Nelle foto di Christian Bernardinelli il camion e i preparativi per l’allestimento del palco per l’esibizione degli U2

L'incendio al Darwin fu doloso: tracce di benzina

carabinieri auto

Non si è trattato di un incidente: le fiamme sono state appiccate da qualcuno

 

Lo scorso 7 aprile un incendio aveva distrutto un’ala del liceo Darwin di Rivoli, già tristemente conosciuto per il crollo del controsoffitto che uccise studente Vito Scafidi nel 2008. Non si è trattato di un incidente: le fiamme sono state appiccate da qualcuno, in modo doloso, secondo quanto stabilisce la relazione consegnata dai vigili del fuoco al pm Guariniello, titolare del fascicolo. Le indagini hanno verificato che sulle macchinette del caffè, da cui l’incendio si era sviluppato, sono state individuate tracce di benzina.
   

Al Cto gravi carenze nel sistema antincendio

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E’ quanto emerge dalla relazione dei Vigili del Fuoco stilata per il pm Raffaele Guariniello

 

Al Cto ci sono gravi criticità nel sistema antincendio. E’ quanto emerge dalla relazione dei Vigili del Fuoco stilata per il pm Raffaele Guariniello. Il giudice, dopo l’incendio del 4 agosto, che  aveva danneggiato il terzo piano dell’ospedale, aveva chiesto una perizia tecnica. Nell’ospedale mancherebbero i “cavedi”, le attrezzature che impediscono la diffusione  dei fumi da un piano all’altro in caso di incendio. Il Cto, inoltre,  dovrà installare da subito un sistema di video sorveglianza in tutti i locali, che permetta un monitoraggio 24 ore su 24, dopo le decine di incendi sospetti verificatisi nell’arco degli ultimi 20 anni.