Cosa succede in città Archivi - Pagina 472 di 562 - Il Torinese

Cosa succede in città- Pagina 472

Come si muovono gli universitari? Soprattutto con i mezzi pubblici

Come si spostano gli studenti universitari di Torino? Soprattutto con i mezzi pubblici, che  sono i più utilizzati per spostarsi da casa all’università, secondo una indagine su oltre 17mila persone tra studenti, docenti e personale realizzata dal Green Office di UniTo. L’automobile è scelta solo dal 16% dei casi, il 12% dichiara di andare prevalentemente a piedi, e la bicicletta è il mezzo prevalente solo nel 4,2% dei casi, il doppio in estate. Si muovono di più in macchina, invece, i docenti, con punte che superano il 40% d’inverno. Significativa tra gli insegnanti, anche la quota di ciclisti, il 12-13%. “Promossi” quindi  gli studenti, con oltre l’80% di spostamenti pienamente sostenibili, mentre i docenti si fermano al 55% e il personale tecnico al 60%.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Settembre, andiamo… – Aldo Garosci combattente per la libertà – La decadenza di Torino – Il 9 politico

 

***

Settembre, andiamo… 
Chiara Boriosi ha scritto questo pensiero carico di sentimenti, per dirla con un’espressione di  Giovanni Gentile :

“Settembre ferisce con dolcezza e insegna la malinconia.
Gioca con la luce e intanto la toglie, un po’ per volta, con crudele precisione.
Non è l’Aprile bambino né il Luglio della giovinezza smemorata
È il tempo che sfuma e non torna. E puoi capirlo solo quando sei stato toccato dalla grazia delle rughe e del rimpianto”.
.
Pensieri, parole , immagini, ricordi che evocano un settembre dei sentimenti ,non un settembre un  po’ scontato di uve, vendemmie, castagne, come accade nel nostro Piemonte. Chiara è toscana, ha in mente Carducci e D’Annunzio,forse anche Pascoli. Ricorda la sua vita di adolescente  in splendidi racconti  che meritano di essere pubblicati. Io ricordo  certi periodi del passato, quando, a settembre, passeggiavo in attesa della scuola sotto i portici di Torino  e sovente c’erano  le prime piogge d’autunno. Sentivo la malinconia dell’estate finita, in attesa della riapertura il 1° ottobre della scuola, solo in poche occasioni vissuta come desiderio di apprendere cose nuove: il mio liceo non mi attraeva aff atto e a volte mi angosciava . In altri periodi successivi  ho voluto godere  nel mese di settembre ,in modo avido e spensierato, la gioia  del sole, del mare, della luce di Alassio. Fino a metà ottobre, quando la spiaggia era già deserta .O andando a Capri dove oltre al Premio Malaparte, c’era un mare straordinario ,direi unico ,che mi intrigava  più del Premio. In spiaggia signore dell’alta borghesia napoletana e da Luigi ai Faraglioni gli spaghetti Umma Umma. Spesso settembre coincideva con  la fine degli amori estivi, tanto incendiari, quanto destinati a svanire. Alcuni lasciavano ricordi non destinati  dissiparsi con i primi freddi , ai quali, a volte, penso con una qualche  nostalgia anche oggi e mi domando che fine abbiano fatto le ragazze amate allora. Un po’ come faceva Gozzano.

***

Aldo Garosci combattente per la libertà 

E’ uscito dall’editore Angeli il saggio di Daniele Pipitone “Alla ricerca della libertà- Vita di Aldo Garosci”(38 euro).Esso si inserisce nella collana dell’Istoreto “Giorgio Agosti” diretto da Luciano Boccalatte che dà un costante ed apprezzabile  apporto di equilibrio storiografico al lavoro storico dell’Istituto davvero aperto a temi e argomenti non pensabili in passato. Una biografia di Garosci era quanto si auspicava da anni, essendo il centenario della nascita di Aldo nel 2007 passato senza il benché minimo ricordo a Torino o altrove. Si tratta di una biografia importante e completa in cui si rivelano le qualità storiche del giovane studioso  torinese già noto per i suoi studi sul socialismo democratico del 2013. Soprattutto si ha la possibilità di conoscere da vicino episodi della vita di questo straordinario  storico, politico e giornalista, unica nel ‘900, con la  sua caratura intellettuale, il suo anticonformismo ,il suo amore per la libertà: dal coraggioso antifascismo giovanile,all’esilio in Francia, alla guerra di Spagna, alla Resistenza a Roma. Ma la biografia affronta anche altri temi: il ’68,il terrorismo, l’illusione dell’unificazione socialista, l’impegno nel PSDI di Saragat, la battaglia per Israele, contro l’antisemitismo e la persecuzione degli Ebrei in Russia, il distacco dall’impegno politico dovuta al profonda delusione di fronte al fatto  che l’Italia della fine degli Anni 70 avesse imboccato strade che Aldo non poteva condividere, in primis il compromesso storico. Garosci fu un socialista liberale alla maniera di Rosselli, antitotalitario a 360 ° e quindi naturaliter antifascista e anticomunista.Quest’ultimo aspetto della sua battaglia non venne compreso da chi vedeva il pericolo per la democrazia solo a destra. Appaiono anche scorci di vita  della sua compagna Irene Numberg con cui Aldo condivise amore e impegno civile. Il libro appena uscito  è importante. Dovrei lamentarmi che non citi certi libri, tra cui alcuni dei miei, che sarebbero stati utili all’autore  per comprendere maggiormente  le scelte di Garosci,ma non lo faccio perché essersi lui dedicato ad Aldo è per me è di per sé  di troppa soddisfazione. Leggendo avidamente il libro, mi sono reso conto di essere il più garosciano della generazione dei suoi allievi. Ho condiviso sempre le sue analisi sul ’68,sugli anni di piombo, sulla viltà degli intellettuali italiani nella loro fuga verso il comunismo alla ricerca di posti nelle università,nei giornali,nelle case editrici. Aldo ci ha insegnato con l’esempio cosa significhi l’indipendenza morale e intellettuale.Per questo motivo,più di ogni altro,resta un Maestro.

***

La decadenza di Torino 

Di ritorno dalla Biblioteca nazionale universitaria dove ho combinato per il 2 dicembre un concerto per Carlo Casalegno nel quarantennale del suo martirio, tenuto dal violinista Massimo Coco ,figlio del procuratore generale di Genova  Francesco Coco vittima delle BR come Casalegno, ho passeggiato un po’ per la città, cosa che non riesco a fare di frequente per i continui impegni fuori Torino che, per altro, mi consentono di sopravvivere in una città asfittica e morta com’è quella attuale. In piazza Carlo Alberto ho notato un furgone- bar della Punt e Mes-sicuramente prodotto tipico torinese-  con cartelloni e musica che stonavano totalmente in quella piazza aulica. Mi sono fermato, come mi piaceva un tempo, in piazza Carignano da Pepino per mangiare un gelato e contemplare Palazzo Carignano. Con mia somma sorpresa ho notato che le sue storiche specialità non ci sono più: né il pezzo duro né lo spumone. Si è salvato l’affogato che è  però ormai un gelato molto comune ovunque. L’industrializzazione alimentare ha mietuto un’altra vittima. Com’era diverso quando il laboratorio di Pepino era in via Verdi! In piazza san Carlo noto crocchi di arzilli vecchietti che occupano le panchine. E’ bello che tutti possano godere del salotto di Torino, ma se poi vedo gli accattoni  in piazza e in via Roma mi sorge qualche perplessità. Di notte i portici diventano dormitorio, ma di giorno, nel cuore di Torino, questo accattonaggio non è accettabile. Passino i suonatori ambulanti che pure danno un tono strapaesano ad una città nota in passato per la sua eleganza regale, ma una regolata è necessaria. P.A.I.S.S.A è chiuso da anni e le sue vetrine sono utilizzate per pubblicizzare un formaggio. Ricordo che un grande magazzino di prelibatezze alimentari a Vienna veniva chiamato dall’ambasciatore italiano il P.A.I.S.S.A. austriaco. Certamente ha dovuto chiudere anche per i prezzi insostenibili degli affitti . Olympic (dove si vestiva un tempo l’intera mia famiglia ) si è trasformato ,vendendo abiti sportivi, come anche il negozio che fu di Ruffatti. Ritrovi torinesi di eleganza che non ci sono più. In parte sopravvive solo Emmerson in via Cesare Battisti. Nostalgie del passato ? Forse sì ,anche perché non vedo novità che mi attraggano. Forse il gelato Niva (ex Rivareno)  in piazza Vittorio e in Via Lagrange resta la novità recente più  eccezionale. Il gusto ricotta e fichi merita davvero attenzione. In via Lagrange, divenuta la via del passeggio, ha lasciato un vuoto incolmabile il negozio di pelletterie eleganti Laurence che aveva un stile inimitabile. Per trovare qualcosa di simile devo andare in via Condotti a Roma, ma non è la stessa cosa.

***

Il 9 politico

Il caso della professoressa del liceo scientifico di Varese che dava nove a tutti gli allievi perché non aveva finito il programma, suscita clamore mediatico. Forse verrà anche sanzionata penalmente da una condanna . Ma quanti casi simili ci sono stati a Torino in passato ? Non si trattava del 9 politico, ma di voti più modesti, ma altrettanto regalati. Io ricordo cosa avveniva in un liceo artistico torinese in cui volevano promuovere oves et boves,i capaci e i meritevoli,ma anche gli stupidi e i fannulloni. Persino gli assenteisti dei corsi serali che “avevano bisogno del pezzo di carta “. In un noto e  prestigioso liceo classico torinese un insegnante di matematica  che lavorava pochissimo, aveva la tendenza a regalare i voti, con piena soddisfazione di studenti e famiglie. Io ricordo anche i casi  di professori seri, preparati, ma non disposti a promuovere tutti, che furono oggetto di persecuzioni nel blasonato e oggi defunto  liceo “Segre”.I presidi facevano finta di non vedere e ,in un caso, il dirigente scolastico era effettivamente non vedente e lascio’ andare la scuola allo sbando. L’eterno’ 68 italiano giustifico ‘ mille illegalità e diecimila lassismi. Oggi la prof. di Varese e’ stata denunciata e rischia grosso, ma se avesse dato a tutti non 9 ,ma 7,nessuno avrebbe mosso un dito contro di lei.Anzi ,sarebbe stata considerata  una docente umana e comprensiva .Magari anche una docente democratica e aperta al nuovo che avanza.

***

LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Piume al vento
Ho letto che domenica parla alla caserma Piave di Albenga  al raduno dei Bersaglieri “Sernaglia”.Io sono un suo lettore di Albenga. Ho apprezzato che lei si sia fatto iniziatore del ripristino del monumento al bersagliere (che Le invio in una rara fotografia scattata da mio zio) ad Albenga dopo che fu tanti anni nella Caserma. Davvero dopo la rotonda con la maxi  fionda  che non c’entra nulla con la storia della mia città ,sarebbe bello avere un po’ di  piume al vento che ci ricordi i giovani che prestavano servizio militare in città. Con loro era una città giovane e sicura. Oggi è solo piena di immigrati.
                                                                                                                    Calogero Aicardi
.

Grazie per la fotografia. Io vorrei che il monumento venisse rintracciato e riposizionato magari proprio in una rotonda. Saranno in tanti a preferire le fiamme cremisi alla fionda .La storia d’Italia  contro la preistoria? Ovviamente è una provocazione.                                                     pfq

 

La verità storica che disturba
Ho letto della discriminazione che ha subito per il suo articolo sul “Torinese” sulla bambina tredicenne seviziata e ammazzata dai partigiani comunisti. Come scritto il prof. Bertolo di Savona su FB ,forse non la meritano.
Umberta Delfino

.

Mi avevano invitato insistentemente a tenere una conferenza, poi all’improvviso con argomenti speciosi mi hanno chiesto “di fare un passo indietro” . Mi è sembrato incomprensibile. Per darmi un contentino mi hanno proposto di presentare in tempi successivi il mio ultimo libro. Ho ringraziato e ho rifiutato.                                                                                                                                  pfq

Domenica in piazza Vittorio il truck di “Nonno ascoltami”

A Torino e Cuneo, il 23 e 24 settembre, si tiene l’ottava  edizione di “Nonno ascoltami’, la campagna nazionale di prevenzione dei disturbi dell’udito promossa dall’omonima associazione con il patrocinio del Ministero della Salute e dell’OMS. Coinvolte  36 piazze di 15 regioni, con una utenza di 10 milioni di persone per l’iniziativa che è stata presentata negli uffici del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Il governatore ha sottolineato l’importanza di “creare una rete di salute che affianchi la sanità pubblica e consideri la salute come bene pubblico”. In Italia ci sono 8 milioni di persone di tutte le età con problemi di udito ma solo un milione cerca  rimedi. La prevenzione è fondamentale. La campagna riguarda  50 ospedali, 150 medici, 18 partner, 200 specialisti e uno speciale e  truck che sarà collocato in piazza Vittorio Veneto.

G7, la sindaca ci ripensa. Ma la sintesi tra capitalisti e anarchici è impossibile

AGGIORNAMENTO Mi dicono che la Sindachessa ha cambiato idea rimanendo a Torino per il vertice. Benissimo, solo gli stupidi non cambiano mai idea. Vorremmo dire un passo avanti per l’ immagine della nostra città.  Non è la prima che quest’ anno avviene qualcosa di simile. Se interverrà al G7 sentiremo cosa dirà Rimaniamo scettici su chi oscilla tra i no Tav ed il mondo industriale. Felicissimo di essere smentito dai fatti e abbastanza infastidito da chi é solo capace di dire dei no. La nostra città ha bisogno come il pane di molti sì.
PT
.
STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Non c è limite al peggio. Per fare il proprio dovere la Sindachessa Chiara Appendino scappa da Torino. Viceversa il suo dovere sarebbe quello di fare gli onori di casa al G7.
Semplice no? Uno dei più grossi nostri problemi è attrarre investimenti esteri. Investimenti per occupazione, dunque lavoro.Lei cosa fa? Scappa (ndr – alcuni sostengono che in serata sarà di ritorno a salutare i ministri) Evita l’ assunzione di responsabilità. Del resto nulla di nuovo.  Anche in campagna elettorale c’erano i segnali di queste contraddizioni. In Confindustria prometteva sviluppo e nei centri sociali che avrebbe bloccato la Tav. Ora la tragica sintesi tra capitalisti ed anarchici: la fuga.Persino il nostro Chiampa ha ammesso: desolante il completamento di Chiara. Si capisce che non vuole fare il sindaco.  Altra mazzata d immagine per la nostra Torino.  Eppure continuo nel non darmi per vinto nell’ accettare il tutto, timoroso che la mia sia solo testimonianza. Sono in Piazza Carlina, sopralluoghi della polizia per garantire sicurezza ai cittadini e partecipanti al G 7, rappresentanti dello Stato che fanno il loro dovere. La Sindachessa ha mancato ed non ha avuto rispetto per il loro lavoro. Oggi sostiene che la scelta su Venaria e ‘ ricaduta per motivi di sicurezza.  Ieri come oggi siamo convinti che questa scelta di ripiego è stata presa per l ignavia politica di questa giunta.  Ieri come oggi siamo convinti che Torino non si merita altri quattro anni di non governo. Dunque? Opposizione, fatti sentire. Un po’dipende anche da voi. Appendino a passi da gigante sta raggiungendo la Raggi. Grillo e Di Maio gioiscono. Ma non la nostra amata Torino.
Patrizio Tosetto

Mobilità pulita: 23 nuovi autobus elettrici per Torino

La sindaca Chiara Appendino annuncia su Facebook l’arrivo di 23 nuovi autobus elettrici per Torino.

“La trasformazione verso un sistema di mobilità alternativo passa dall’impegno dei cittadini, al quale però deve corrispondere uno sforzo ancora maggiore da parte dell’Amministrazione.  Il famoso buon esempio. Abbiamo presentato i nuovi bus elettrici che presto prenderanno servizio nella Città di Torino. Si tratta di mezzi a emissioni 0 e con bassissimi costi di manutenzione e carburante. Questi mezzi – finanziati dalla Regione Piemonte con gara avviata nel 2014 – si inseriscono in un percorso che evidentemente si articola negli anni e che mira a far evolvere l’intero sistema della mobilità di Torino. Seguono infatti l’approvazione di una nuova tariffazione di biglietti e abbonamenti, l’installazione di nuove stazioni per il bike-sharing (specie in periferia), la creazione di nuovi percorsi ciclabili, la priorità semaforica per i mezzi pubblici, e molto altro NB: la produzione cinese dell’azienda BYD prevede nell’allestimento dei sedili Made in Piemonte, elemento di cui non possiamo che essere contenti”.

 

(Foto: il Torinese/archivio)

Una divertente giornata di maratona a caccia di immagini

La maratona fotografica della Città di Torino – 5° edizione. Domenica 24 settembre 2017, ore 10.00 – Piazza Castello

Settembre, Torino (TO) – Domenica 24 settembre in Piazza Castello torna la “Torino Photo Marathon”, la maratona fotografica della Città di Torino giunta quest’anno alla 5° edizione. 9 temi fotografici per scoprire con occhi diversi il territorio e mettere alla prova la propria creatività. L’evento è organizzato da Italia Photo Marathon in collaborazione con Reflex Tribe, con il patrocinio del Comune di Torino e di FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche). Official Sponsor Tour 2017: Canon, Euronics, Fujifilm, Manfrotto e Nikon – City Sponsor: Iren e Photosi.Radio ufficiale: RADIO GRP. La Torino Photo Marathon è un evento culturale che coniuga la passione per la fotografia e la promozione del territorio al quale possono partecipare tutti gli appassionati dotati di qualunque mezzo fotografico digitale. L’appuntamento è per Domenica 24 settembre 2017 al Click Point allestito in Piazza Castello. Partenza della Photo Marathon ore 10.00. Giunta alla sua 5° edizione la Torino Photo Marathon si presenta ormai come un appuntamento fisso nel panorama culturale torinese forte delle quasi 1500 presenze dell’anno passato. La manifestazione è aperta a tutti, si può partecipare con qualsiasi mezzo fotografico digitale. Durante l’arco della giornata veranno assegnati 3 temi fotografici ogni 3 ore (temi segreti fino al momento del rilascio) per un totale di 9 temi, allo scopo di stimolare i partecipanti a ricercare elementi inusuali e punti di vista originali della città. I fotomaratoneti dovranno caricare i loro scatti entro la mezzanotte del giorno successivo (lunedì 25 settembre) sulla piattaforma multimediale dell’evento.

***

NOVITA’ 2017: i partecipanti avranno la possibilità di provare per 3 ore gratuitamente le attrezzature messe a disposizione da CANON, FUJIFILM, NIKON e MANFROTTO. Un’occasione imperdibile per toccare con mano e mettere alla prova sul campo le attrezzature fotografiche che state sognando. Partecipare è facile, basta iscriversi su www.italiaphotomarathon.it/torino , o direttamente nei punti iscrizione convenzionati http://www.italiaphotomarathon.it/punti-convenzionati/

La quota di partecipazione è di 15 € e comprende il kit di gara e la maglietta ufficiale dell’evento. Tra i premi in palio macchine fotografiche, bici elettriche,droni, attrezzature fotografiche, abbonamenti e tanto altro, lista completa su: http://www.italiaphotomarathon.it/torino/premi-torino/

La Torino Photo Marathon è la 6° tappa del Tour 2017 di Italia Photo Marathon (www.italiaphotomarathon.it), che toccherà quest’anno sette città: Genova, Piacenza, Roma, Perugia, Milano, Torino e Palermo.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni
.
OGR svolta nella cultura torinese – Bachi l’avvocato gentiluomo – A Colleretto Giacosa tra storia e gastronomia canavesana – L’Internazionale liberale di Oxford 
***
OGR svolta nella cultura torinese
Ha ragione  il quasi sempre giustamente ipercritico Gabriele Ferraris nell’affermare  su “Torinosette ” che le OGR “nei progetti della Fondazione CRT e negli auspici di tutti diventeranno anima a motore di un nuovo rinascimento  torinese “.E’ vero le presidenze Marocco e Quaglia della Fondazione CRT hanno saputo proseguire e ampliare la presidenza Comba in una linea di continuità nel rinnovamento davvero esemplare. Senza fare progetti faraonici,la Fondazione CRT lavora con ritmo tipicamente  e saldamente piemontese senza lasciarsi affascinare dall’effimero e dalle mode e soprattutto dal settarismo politico. Il bando non è l’unica strada da perseguire.  Il direttore artistico delle OGR è stato scelto senza bando, in assoluta controtendenza . Come scrive Ferraris, la scelta muove” dal rispetto dell’intelligenza e dell’esperienza” che non sempre dai bandi è accertata con sicurezza e imparzialità. Il sistema dei punteggi può riservare brutte e belle sorprese, asseconda dei  concorrenti .Molte volte i bandi sono un modo solo apparentemente trasparente per continuare nelle logiche spartitorie del passato. Le OGR saranno davvero il futuro della cultura torinese. Non debbono dimenticarlo Circolo dei lettori e Polo del ‘900 che si ritengono legittimi leviatani che pretendono di  assorbire in sè tutto ciò che sia etichettabile come culturale nell’area torinese. E pensare che quando furono aperte frettolosamente  nel 2011 per i 150 anni dell’Unità d’Italia in alcuni locali di corso Castelfidardo bastava la pioggia per mettere in crisi tutto.Oggi l’impegno profuso in questi anni  ha cambiato tutto.
***

Bachi l’avvocato gentiluomo L’avv. Emilio Bachi era nato a Torino nel 1907. Antifascista, figlio di Donato Bachi noto militante socialista , dopo essersi laureato in Giurisprudenza e in Scienze politiche all’Università di Torino, svolse la professione di avvocato fino alla promulgazione delle leggi razziali. Costretto ad abbandonare la sua professione, nel 1939 si trasferì in  Francia dove restò fino al momento dell’invasione dell’esercito tedesco. Dopo l’8 settembre 1943 entrò in Giustizia e Libertà, diventando vice-comandante della formazione che operava in Valle d’Aosta. Trasferitosi a Roma per sfuggire ai rastrellamenti dei fascisti, in seguito alla liberazione della città lavorò  a Radio Roma. Tornato a Torino, nel 1946 riprese la professione di avvocato e contemporaneamente andò a dirigere il Giornale Radio. Precedentemente iscritto al Partito d’Azione, nel 1947 entrò nel Partito Repubblicano, diventando il  più importante dirigente regionale e uno dei leader repubblicani a livello nazionale a fianco di Ugo La Malfa  e in questa veste fu per molti anni consigliere comunale di Torino, ricoprendo la carica di assessore all’Edilizia e allo Stato Civile tra il 1951 e il 1956 ed anche di vicesindaco di Amedeo Peyron.  Presidente dell’Università Popolare, come  in precedenza suo padre,fu presidente della Comunità israelitica di Torino negli Anni  Settanta.Socio della Società per la Cremazione di Torino dal 1941, divenne  presidente della Società nel 1961 e mantenne questa carica per circa trent’anni fino al 1990,  Di formazione laica,  sembra fosse stato aderente alla massoneria,anche se di molti massoni non ebbe mai le ambiguità .Emilio Bachi mori  a Torino nel 1990. Le sue ceneri sono conservate nella tomba di famiglia presso il cimitero israelitico di Torino. Egli fu un gentiluomo della politica a cui diede un apporto,assolutamente incompreso dai più ,come grande avvocato civilista nominato in tanti enti e società per la sua competenza e mai per ragioni di tessere politiche. Fu il maggiore civilista  nella sua epoca a Torino. Era un personaggio anomalo con il suo cappello diplomatico, sempre elegantissimo, nel già degradato ambiente politico torinese dove lo conobbi e nel quale la cravatta era già diventata un optional . Aveva avuto degli scontri con La Malfa ed era entrato  negli Anni 60 nel partito socialdemocratico,una realtà che lo collegava idealmente  alle posizioni di suo padre. Quando però si rese conto che Turati,Treves ,Matteotti e Saragat erano cosa diversa da Nicolazzi e Magliano,abbandonò la politica, salvo rientrare negli ultimi anni nel  PRI con tutti gli onori. Era amico di Sandro Pertini che lo nominò Cavaliere di Gran Croce,la massima onorificenza dello Stato. Bachi meritava di essere nominato senatore a vita per la sua esistenza  specchiata e per il grande prestigio  raggiunto nell’attività forense .Simile a lui ho conosciuto solo il prof. Claudio Dal Piaz . Lo conobbi e lo frequentai, conservo alcune sue lettere. Il prof. Mario  Viora di Bastide, presidente della “Reale “e della Deputazione subalpina di storia patria, fu un comune  caro amico. Era un uomo del Risorgimento nato in ritardo come lo fu Viora . Aveva fatto sua e vissuto in prima persona la lezione morale di Giuseppe Mazzini. La figlia Simonetta, valente scrittrice che tramanda la storia della famiglia, ne è l’erede orgogliosa e degna.E ne ha pienamente ragione perché un padre come il suo,è cosa rarissima.

***
A Colleretto Giacosa tra storia e gastronomia canavesana 
Qualche sera fa sono stato a Colleretto Giacosa, ospite della straordinaria sindaca Paola Gamba. Abbiamo parlato con la figlia dell’ambasciatore Nicolò Carandini  Silvia e con il figlio del ministro Leone Cattani Paolo, del liberalismo di tanti personaggi importanti che  si identificano nel Canavese,a partire da Francesco ed Edoardo Ruffini per poi parlare di Adriano Olivetti  e di tanti altri. Una serata riuscita. Merita una citazione il locale dove ho cenato ,il ristorante Del Monte.Lo chef Luca, che non ho conosciuto,perché lui lavora seriamente in cucina e non ama esibirsi nei convenevoli,realizza una  cucina con i prodotti del territorio canavesano.Molta frutta e gli ortaggi provengono dall’orto  del ristorante. I suoi piatti tipici  la tartare di fassone,i ravioli del plin fatti in modo non banale,lo zabaione al  Passito di Caluso, In stagione funghi e tartufo bianco e nero. Da consigliarsi la zuppa di cavolo di Montaldo Dora,la tofeja cotta nella pentola di terracotta di  Castellamonte. Ho fatto difficoltà a trovare l’insegna del locale che è molto frequentato perché conosciuto ed  apprezzato dalla sua clientela. Unica nota negativa il rapporto con Slow Food :ai suoi presidi io non ho mai creduto e resto scettico  su molte iniziative di Petrini. Ma il patto con Slow Food  appare invisibile.
***

L’Internazionale liberale di Oxford 

Nel 1947 si tenne ad Oxford l’Internazionale Liberale dopo la Seconda Guerra Mondiale,per l’Italia partecipò il prof. Alessandro Passerin d’Entrèves ,grande storico del pensiero politico. Nel 1967, per iniziativa di Giovanni Malagodi, si tenne sempre ad Oxford un’altra Internazionale che aggiornò la Carta scritta nel 1947 in cui si affermavano valori antichi e sempre nuovi come quelli di pace,di libertà ,di democrazia dopo lo sconvolgimento del conflitto mondiale. Lette oggi le parole della dichiarazione appaiano persino ovvie,anche se più che mai noi viviamo in un clima perturbato da guerre e da terrorismo minaccioso. Nel 1967 i liberali vollero rivedere la Carta,dando un’apertura più sociale al liberalismo. I tempi nuovi lo richiedevano. Il documento del 1967 non presagì neppure in minima parte il cataclisma dell’anno successivo dove si mise in discussione non solo la democrazia liberale,ma la democrazia tout -court. Nello stesso anno si tenne al teatro Carignano di Torino un Convegno  in cui ,oltre a Malagodi, Luigi Firpo ,Passerin d’Entrèves, Sergio Ricossa,Padre Stefano Trovati,moderati dal prof. Salvatore Fiandaca, gli intervenuti discussero per circa due ore della Carta. Mi parve allora un dibattito interessante che contribuiva a rinnovare il
liberalismo. Rileggendo gli atti del Convegno, vedo la miopia di molti che non colsero che in quello stesso periodo a Palazzo Campana  muoveva i primi rumorosi passi la contestazione studentesca.Non c’è una parola di Firpo o di Passerin su questi pericoli incombenti. Solo il gesuita Trovati aveva già individuato tutti i temi del cristianesimo terzomondista del dissenso che imputava le colpe di tutte le ingiustizie all’Europa capitalista. I liberali ma, direi,soprattutto i democratici non seppero attrezzarsi culturalmente per combattere il ’68 e le sue fughe nell’ideologia intollerante. Quando arrivò l’ondata di piena fummo travolti. Non avevamo saputo costruire qualche argine in difesa dei nostri valori di tolleranza,di libertà,di democrazia,di riconoscimento dei  meriti individuali,di rifiuto della massificazione soffocante già intravista da Tocqueville. Il marxismo sembrò prevalere nelle sue componenti più massimaliste,ma la dura lezione della storia,con il crollo del Muro di Berlino,si rivelò superiore alla  nostra  inconsistenza intellettuale e soprattutto politica .Recentemente una persona mi ha parlato dei liberali come ad una sorta di riserva indiana. Storicamente quelle riserve dovrebbero essere abitate soprattutto dai comunisti,ma un altro imprevisto della storia ha cambiato le previsioni.
***
LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
.

La sindaca e l’avvocata

La Giunta pentastellata ha partorito un documento per evitare discriminazioni di genere negli atti comunali , codificando le parole sindaca, avvocata  e tante altre . Cosa ne pensa ?      

 

                                                                                 Gina Trugli 

.

Penso che con tutti i problemi irrisolti di Torino il  documento che evita le discriminazione di genere ,sia poco importante perché si ferma alle parole . La parità tra i sessi si realizza con fatti concreti e non parole . La parità e non l’eguaglianza che sarebbe parola impropria. Ma un po’ di fumo ,sia pure senza arrosto, piace molto ai grillini .
                                                                                                                                                                                                                  

Liberali?

Caro professore, il giornale “Critica liberale” che sarebbe l’organo di quella che fu la sinistra liberale e poi via via è diventata la sinistra illiberale, ha creato un nuovo giornale on line “Non mollare” organo del post azioniamo. Cosa ne pensa?                                  

                                                                                                                     Rinaldo Buini

.

Enzo Marzo fondatore di “Critica liberale” fu liberale negli anni 70  ,poi si dimise dal partito liberale e incominciò a virare verso il PCI,sempre più a sinistra,magari anche oltre il PCI. Così capitò anche Franco Antonicelli, senatore con i voti del PCI,indipendente da tutto fuorché dal partito che lo elesse. Aver fatto un nuovo giornale, riallacciandosi a quello di Salvemini e dei Rosselli è un atto di suprema presunzione. E’ un po’ come se io facessi  rinascere il “Mondo” di Pannunzio. Ma ,forse ,qualche titolo in più forse lo avrei. Definirsi post azionisti  mi sembra  poi quanto di più illiberale si possa pensare. Le alcinesche seduzioni della giustizia e della libertà,come le definiva Bobbio, finiscono di ridurre il liberalismo  ad un fatto marginale.  Lo storico Giorgio Spini,socialista, diceva onestamente che nel “Socialismo liberale” la parola liberale è semplicemente un aggettivo.

                                                                                                                                             pfq

Una Renegade tatuata per la Torino Tattoo Convention

Una bella sorpresa accoglie i cultori della body art al loro arrivo alla Torino Tattoo Convention: una Jeep® Renegade in versione “tatuata”, nata da un’idea di Mirafiori Motor Village, il più grande flagship del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles.

 

Da venerdì 15 a domenica 17 settembre, nell’area outdoor del Palavela è esposta, infatti, una versione del piccolo fuoristrada americano decorata con i tattoo in stile traditional di due tatuatori d’eccezione, Antonio Cocilovo e Davide Monz. Le grafiche preparate dai due artisti sono applicate con la tecnica wrapping, facendone così una vettura unica ed esclusiva, che, da lunedì 18 settembre, sarà esposta nello showroom di piazza Riccardo Cattaneo a Torino.

 

Come per le scorse edizioni della manifestazione, sono attesi anche quest’anno migliaia di appassionati che non resisteranno alla tentazione di uno scatto o un selfie vicino alla Renegade in versione “tatuata”. Mirafiori Motor Village è presente inoltre nell’area outdoor del Palavela con l’esposizione dei modelli della gamma Jeep®.

 

La kermesse Torino Tattoo Convention raccoglie per tre giorni 340 tatuatori provenienti da tutto il mondo, riuniti al Palavela per mostrare la loro abilità e la loro arte. Tra questi ci saranno Daniele Lo Scritto, Giuseppe Orru Black Circle, Andrea Caso, Picasso Dular, Lupo Horiokami, Slawek Slav Salata 2, Frank Cascone, Michele Testa, Rachel Honeywell, Fabio Effedot, Ash Lewis, Niccolo’ Piovan e molti altri.

Wetaxi per viaggiare in sicurezza. Presto anche verso la movida

Una tariffa agevolata per  condividere il taxi e uscire la sera in tutta sicurezza.  Torino lancia  ‘Stasera guida Wetaxi’, campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale promossa dalla prima app, creata da una  startup del Politecnico, che consente di prenotare e condividere il taxi pagandolo anche grazie a un credito che può venire caricato a distanza. Promossa da Taxi Torino e con il patrocinio di Città e Asl ‘Stasera guida Wetaxi’ intende incentivare l’uso serale del taxi condiviso fra persone che fanno percorsi simili con sconti da 20 al 50%. Wetaxi in meno di tre mesi dal lancio conta già 10 mila utenti e 150 corse al giorno e  ha anche avviato una collaborazione con il Movement Torino Music Festival, con  uno sconto del 50% della tariffa a chi usa l’app per recarsi alla manifestazione. In fase di preparazione  anche il ‘Taxi della movida’ per collegare i quartieri del divertimento con sconti fino al 60%.

 

(foto: il Torinese)

Bimbi terremotati vanno a scuola grazie a “Specchio dei Tempi”

Circa 14 mila lettori  hanno aderito alla sottoscrizione della Fondazione La Stampa-Specchio dei Tempi, consentendo di raccogliere 3,21 milioni di euro a favore delle zone terremotate del centro Italia. Di questi, 2,6 milioni sono stati impiegati per ricostruire la scuola antisismica di Arquata del Tronto, che accoglierà i bambini con la ripresa dell’attività scolastica nelle Marche. La struttura è  ecosostenibile, ed è stata realizzata dalla Wolf Haus di Vipiteno e progettata dalla Buildings di Torino. Su una superficie di 1000 metri quadri è  composta da scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado. In tutto 10 aule a cui sono state aggiunte la sala multimediale, il salone polivalente, la mensa, la cucina industriale, la sala professori ed i locali per preside e segreteria.