Cosa succede in città- Pagina 429

Metro: “Masha” verso il Lingotto. Il sottopasso aperto tra 15 giorni

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La trivella “Masha”, ha ripreso il suo scavo per la realizzazione del tunnel della metropolitana ed ha superato il sottopasso Lingotto. Adesso si trova in prossimità del pozzo di ventilazione (v.Nizza/c.so Caduti sul Lavoro) e si sta dirigendo verso il Lingotto. I lavori di scavo in questo tratto sono proceduti con molta cautela a causa della particolare conformazione del terreno e della presenza del sottopasso Lingotto, della fognatura e dei sottoservizi, alcuni di essi legatiall’ospedale Molinette. Nel corso dei lavori di scavo, a seguito di un locale cedimento del terreno in prossimità della rampa di accesso del sottopasso e dai dati rilevati dal sistema di monitoraggio continuo del terreno e delle strutture, si è riscontrata la necessità di rinforzare e mettere in sicurezza la fognatura SMAT, consolidare ulteriormente il terreno in corrispondenza del sottopasso Lingotto e puntellare lo stesso sottopasso, al fine di garantire la funzionalità dello stesso in superficie (traffico veicolare, sottoservizi). Nei prossimi giorni, i puntelli verranno rimossi e si procederà con l’asfaltatura di alcune zone della carreggiata interessate dagli ulteriori consolidamenti. Verranno quindi eseguite le opportune verifiche della struttura del sottopasso per permetterne la riapertura al traffico in sicurezza entro 20 giorni.

www.comune.torino.it

IL MAURIZIANO RIDISEGNATO E VIVACIZZATO DAI DIPENDENTI

Le sale operatorie dell’ospedale Mauriziano di Torino sono state ridisegnate ed umanizzate dagli stessi dipendenti operatori sanitari del nosocomio all’insegna di un progetto di Teatro Sociale partecipato e condiviso. L’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano ha deciso di mettere al centro dell’attenzione l’umanizzazione dell’ospedale. Una serie di progetti sono stati avviati, tra questi alcuni specifici hanno come ambito di interesse le sale operatorie generali del Mauriziano. Nel 2017 è stato avviato un progetto di teatro sociale e di comunità (TSC) con un nuovo format, nato dal gruppo dei professionisti del blocco operatorio generale, in accordo con la Direzione Aziendale. Il Direttore Generale Silvio Falco crede fermamente nell’umanizzazione dell’ospedale ed ha promosso e supportato tutte le attività volte a coinvolgere in prima persona i professionisti sanitari, per rafforzare il senso di appartenenza all’Azienda, per creare un forte spirito di équipe e per migliorare la vivibilità degli ambienti di lavoro, con l’obiettivo primario di garantire un’assistenza sanitaria appropriata e di qualità ai pazienti. Infatti, contemporaneamente, è stato promosso anche un progetto che sviluppa la tematica del “lean” per ridurre gli sprechi ed ottimizzare la gestione delle sale operatorie generali.  In particolare il progetto “Umanizzazione dei Luoghi di Cura. Costruire luoghi e spazi di ben-essere per curati e curanti nel blocco delle sale operatorie dell’ospedale Mauriziano di Torino” si è posto l’obiettivo di rendere più accoglienti i locali delle sale operatorie generali sia per i pazienti che per gli operatori che lavorano in quell’area, utilizzando una metodologia progettuale partecipata e condivisa. I linguaggi d’arte scelti per realizzare questo progetto di Teatro Sociale sono stati i colori e le forme, scelti ad hoc, per ridisegnare le pareti del corridoio delle sale operatorie che ospitano i 12 quadri fotografici. Le fotografie rappresentano i visi, le azioni ed i gesti quotidiani dei professionisti e sono state realizzate e scelte dagli stessi operatori, come modalità condivisa per presentarsi ai propri pazienti ed accoglierli. Questo rappresenta un’occasione per costruire un percorso comune dove riconoscersi e riconoscere l’altro, il collega, in un’ottica di lavoro di squadra e di équipe multidisciplinare.  Ideatore e referente del progetto è il dottor Giuseppe Fiumanò, professionista sanitario dell’Azienda, nonché operatore di Teatro Sociale, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico aziendale.  E’ stato possibile realizzare il progetto grazie al significativo supporto della Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi, che ha elargito un contributo che ha consentito di apportare le migliorie nei locali delle sale operatorie generali nell’ambito del progetto di umanizzazione. A conclusione del progetto il 31 gennaio 2018 sono stati inaugurati i nuovi locali di ingresso alle sale operatorie generali, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, che ha tagliato simbolicamente il nastro. Al termine della cerimonia gli operatori coinvolti nel progetto hanno fatto “volare” una lanterna luminosa di fronte all’ospedale, per inviare i loro pensieri, emozioni e desideri “ad maiora semper”.

Pm10 inquinanti, il Comune propone di abbassare la soglia a 40 mcg

Il Comune di Torino  vorrebbe abbassare la soglia massima consentita della concentrazione delle Pm10 da 50 a 40 microgrammi al metro cubo a partire dal  prossimo inverno. La Città punta a sostituire il  blocco totale del traffico previsto a livello ‘viola’ con l’estensione oraria del blocco fino all’Euro 5 diesel inserendo  anche i veicoli a benzina Euro, mentre  tutti i mezzi euro 0, con qualsiasi alimentazione, sarebbero banditi per sempre e verrebbero introdotte esenzioni per i veicoli commerciali immatricolati entro il quinquennio precedente. Queste proposte saranno presentate al Tavolo di coordinamento sulla qualità dell’aria promosso dalla Città Metropolitana. Il Comune propone anche  l’adozione di due controlli settimanali il lunedì e giovedì su cui basare l’attivazione del blocco.

 

(foto: il Torinese)

A Palazzo Civico arrivano i nuovi revisori dei conti

Il consiglio comunale, con 27 voti su 27 votanti, ha approvato la nuova composizione del Collegio dei Revisori dei conti della Città per il triennio 2018-2021. La nuova nomina è avvenuta dopo le dimissioni, lo scorso 11 gennaio, del precedente collegio per contrasti con l’amministrazione in relazione al bilancio municipale. Grazie al sorteggio da parte della prefettura e dopo le rinunce e accettazioni degli esperti contabili sorteggiati vengono  nominati Roberto Ghiglione, Paolo Zoccola e Silvana Busso.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

 Di Pier Franco Quaglieni

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La Sacra in fiamme – Candidature per il  4 marzo – Raimondo Luraghi  e l’antifascismo – Capri in gennaio – Bonino e l’immigrazione

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La Sacra in fiamme
L’incendio alla  Sacra di San Michele più che il celebre romanzo di Umberto Eco a me evoca  gli incendi al  Castello di Moncalieri e alla Cupola del Guarini a Torino .Evoca incendi legati a lavori di ristrutturazione come il caso della Abbazia alle porte della Valledi Susa. Esclusa una causa dolosa andrà accertato il perché dell’incendio e una intervista pubblicata dal Corriere  di Torino  a chi ha ristrutturato la Galleria San Federico suscita non pochi interrogativi sulla sicurezza dei lavori di restauro alla Sacra. Più che le dichiarazioni di pronto intervento del presidente della Regione e della sua assessora alla Cultura merierebbe un approfondimento la ricerca delle cause dell’incendio. Non dimentichiamo che ad oltre vent’anni di distanza la Cupola del Guarini e’ ancora circondata da impalcature e che mai si è voluto approfondire il perché dell’incendio del 1997.


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Candidature per il  4 marzo
Siamo alla stretta finale sulle candidature per le politiche del 4 marzo. Si tratta di elezioni importanti ,se non decisive per il Paese. Vedendo i nomi che circolano si ha l’impressione che stia prevalendo il già visto e la mediocrità almeno in Piemonte. La candidata Castelli per i 5 stelle e’ l’emblema  della inadeguatezza. Laureata in economia aziendale, viene considerata l’esperto grillina in materia economica. Un partito serio dopo l’esibizione penosa dalla Gruber in cui ha dimostrato di parlare dell’euro senza sapere di cosa stesse parlando, non avrebbe ripresentato la deputata  eletta nel 2013.Ho sostenuto in più occasioni che i partiti non populisti avrebbero dovuto contrapporre candidati competenti e di comprovata esperienza. Temo che l’esempio grillino abbia preso il sopravvento. Nomi validi, a meno di sorprese dell’ultima ora, non mi sembrano esserci. I rappresentanti del territorio appaiono a fatica, se e’ vero che il vicepresidente del Consiglio Regionale Boeti e’ giunto a minacciare il disimpegno perché nel suo collegio veniva anteposto il radicale Viale al senatore Esposito, uno dei pochissimi parlamentari  che ha dimostrato di esserci. Con candidati mediocri non si recupererà il consenso popolare. Ha ragione Daniele Capezzone – deputato uscente eletto in Piemonte – a dire che non si ricandiderà :dopo essere stato radicale e portavoce acritico di Forza  Italia, avrebbe dovuto candidarsi all’insegna dello scudo crociato ex Dc del suo amico Fitto. Ma forse non si ricandiderà  perché non l’avrebbero candidato alla disperata  ricerca di seggi. Sembra che ci sarà in lizza anche il partito repubblicano,profittando  del  gruppo Ala di Verdini. Ugo La Malfa e lo stesso Spadolini si stanno rigirando nella tomba, per non parlare di Mazzini. Da Mazzini a Verdini il distacco appare davvero abissale. Malgrado tutto, dovremo votare, cercando di turarci il naso, come diceva Montanelli. Ma il fetore di mediocrità e’ davvero intollerabile.

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Bonino e l’immigrazione

Lo spot elettorale di Emma Bonino circa l’integrazione anche lavorativa di mezzo milione di immigrati irregolari in Italia  supera in demagogia quelli di Grasso che vuole regalare a tutti l’Università  eliminando le tasse. Il Pd con Minniti aveva un po’ aggiustato il tiro del peggiore ministro dell’Interno della  storia italiana , Alfano, responsabile di non aver voluto o saputo affrontare l’emergenza migranti . Adesso l’alleata del Pd Bonino che si rivela succuba dei vertici europei che non vogliono accogliere immigrati, pensa a ristabilire un equilibrio con il recente passato. La sua voce  laica si sovrappone a quella del Papa. Anche parte della Chiesa aveva capito che non si può accogliere a prescindere , ma che vige un principio di responsabilità a cui gli Stati debbono obbedire. Cinquecentomila posti di lavoro di fronte ai disoccupati  italiani sono un obiettivo improponibile , per dirlo nel linguaggio di lor signori , non sostenibile . Com’era diverso il Partito radicale di Pannella !

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Raimondo Luraghi  e l’antifascismo
Sono già cinque anni da quando morì Raimondo Luraghi ,il massimo storico militare italiano conosciuto a livello internazionale ,l’autore della più importante storia della Guerra civile americana. Raimondo fu  anche un eroico partigiano decorato di medaglia d’argento al valor militare. Inizialmente vicino al Pci ,molti anni prima dell’invasione sovietica dell’Ungheria del 1956,si allontanò da quel mondo perché nemico della libertà per cui aveva sofferto e combattuto. Luraghi capì che la dittatura comunista avrebbe ucciso la libertà come aveva fatto il fascismo. In lui non c’era l’idea del fascismo come male assoluto che divenne anche l’idea di Fini, ma c’era la consapevolezza ,propria del grande storico ,che i nemici della libertà si annidano anche a sinistra. Un discorso che avrei voluto sentire anche in occasione della Giornata della memoria. Invece ho dovuto ad ascoltare dichiarazioni di fiero antifascismo senza la necessaria sedimentazione storica, quella che, sola ,porta a comprendere i fatti prima di giudicarli. Aveva ragione Bacone quando diceva che non bisogna piangere o indignarsi, ma bisogna capire. Capire e’ l’unico modo per preservarci dal ripetere gli errori del passato. Quello che Adolfo Omodeo chiamava il “senso della storia” mi sembra che manchi del tutto oggi. L’ignoranza dei giovani si accompagna con la faziosità dei vecchi. Il terreno più fertile nel quale possono attecchire le sciocchezze grilline e populiste che minacciano la democrazia italiana .

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Capri in gennaio

Capri in gennaio e’ deserta: hotel, negozi, ristoranti chiusi . Ma non c’è il deserto perché l’incanto del sole e del mare rendono Capri viva .Non funziona neppure la funicolare , ma il paesaggio mozza il fiato . Aveva ragione Curzio Malaparte ad essersi fatto  costruire una villa sul cui tetto andava in bicicletta,  con vista sui faraglioni. In passato andavo a Capri per il premio Curzio Malaparte di cui mi insignirono nel 1998. Adesso ho interrotto gli impegni a Napoli per il centenario della nascita di Alda Croce per una immersione totale nella natura . Capri silenziosa anche in piazzetta e’ un miracolo. I capresi sono in vacanza. Avrei voluto pranzare davanti ai Faraglioni nel solito posto dove cenavo con Francesco Compagna  e dove andavano anche Andreotti  e Napolitano, ma  il locale era chiuso. Ho scoperto “Michel’angelo” quasi  nascosto , ma facile da raggiungere dalla piazzetta . Ho mangiato benissimo ed ho assaporato una Chateaubriand eccezionale che a Torino facevano solo al “Rendez Vous “ di corso Vittorio , mitico ristorante chiuso da anni. Mi hanno fatto attendere un po’ , ma ne valeva la pena. Uno chef rigorosamente non stellato che meriterebbe tante stelle che forse non avrai mai.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

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Piccolo grande Agnelli

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Carissimo Quaglieni, 

Ho letto con grande interesse il tuo ricordo di Gianni Agnelli, sostanzialmente obbiettivo, che condivido in buona parte. Probabilmente non è stato un grande imprenditore, e forse neppure un grande uomo (l’ossessione mediatica e paparazzesca nei suoi confronti, credo da lui neppure desiderata, rischiava talvolta di farne una macchietta), probabilmente (nell’intimo) un inguaribile piemontese! La sua vicenda industriale ricorda terribilmente da vicino quella di Gianni Merlini. Finché la UTET fu guidata dal prof. Carlo Verde (l’analogo editoriale di Valletta) la UTET prosperò, Merlini presidente in 10/12 anni riuscì a distruggere un’impresa quasi bisecolare! Sicuramente la Torino dell’”avvocato” non c’è più e per fortuna! Forse è davvero finita la troppo lunga spietata azione totalizzante e vampirizzante della Fiat . Forse Umberto aveva una stoffa imprenditoriale di qualità migliore del fratello, anche se in anni lontani, da strettissimi collaboratori di Umberto, ora defunti e non più citabili come testimoni, ascoltai giudizi non proprio lusinghieri sulle di lui capacità dirigenziali. Ma tant’è: ai posteri…Innegabilmente Gianni Agnelli fu distrutto dalla morte del figlio  e di Giovannino, che prometteva splendidamente. Sic transit!

                                                                                                                                            L. E.

Il tuo ricordo mi fa molto piacere e pubblico integralmente i commenti.

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Traffico sotto gli ombrelli

Cosa pensa del blocco del traffico automobilistico a Torino anche con la pioggia ? A  me sembra folle !              Ludovica Griffa
                                                                                                                   

Anche a me sembra folle. Fassino in 5 anni non bloccò mai il traffico .Occorrono interventi seri, in primis , sul riscaldamento delle case.Copiare il sindaco Chiamparino da parte di Appendino appare davvero penoso.Le rispondo scrivendo da Napoli. Le dico che le condizioni in cui la città del Vesuvio e’ stata abbandonata sono peggiori di quelle di Roma con la Raggi. Appendino si sta sforzando al massimo per raggiungere de Magistris.La logica dei divieti e’ miope e gretta ed e’ in contrasto assoluto con la logica che dovrebbe ispirare il governo di una grande città europea. Torino dovrebbe sentirsi europea, nel senso migliore.

Grande Festa Contadina per gli 11 anni di Eataly

Si apre per Eataly un nuovo anno all’insegna di valori come biodiversità, stagionalità, democraticità del buon cibo, convivialità, tutela delle piccole produzioni e dell’ambiente e benessere animale. Il 2018 sarà l’anno del rispetto e per questo Eataly metterà al centro del suo agire la terra, l’ambiente e naturalmente le persone. Sono valori che passano attraverso le scelte alimentari che tutti noi compiamo ogni giorno: d’altronde, “mangiare è un atto agricolo” ed è bene farlo nella maniera più consapevole possibile. Eataly prosegue così il suo impegno quotidiano nel raccontare e far conoscere cose buone e l’affascinante mondo che ci sta dietro, a iniziare dalle persone. Per questo decide di festeggiare questo undicesimo compleanno con i contadini, coloro che si occupano di “far nascere” il cibo.

 

Oscar Farinetti, fondatore di Eataly: “Da FICO a Eataly i contadini e la produzione artigianale tornano alla ribalta e ci ricordano quanto il mercato sia nelle nostre mani: attraverso le nostre scelte possiamo decidere il nostro futuro. Se mangiamo meglio viviamo meglio.”

 

Andrea Guerra, presidente esecutivo di Eataly: “Questo compleanno è l’occasione per inaugurare una nuova stagione dedicata ad un valore estremamente importante, il rispetto. Contadini e produttori tornano ad avere un ruolo centrale e ad essere coinvolti nella valorizzazione dei prodotti sugli scaffali del retail. Attraverso la chiave di lettura del rispetto si connotano alcuni progetti importanti che Eataly realizzerà nel 2018 grazie anche alla rinnovata partnership con Slow Food.”

 

Sabato 27 gennaio, infatti, Eataly Lingotto festeggia con una giornata interamente dedicata al mondo rurale e organizza con la collaborazione di Slow Food Italia una grande Festa Contadina per raccontare la ricchezza del territorio italiano, direttamente dalla terra al piatto. Il forte legame con Slow Food fa sì che la Festa Contadina diventi anche l’occasione per ricordare che il 2018 è l’anno di Terra Madre Salone del Gusto. Inoltre 1 euro per ogni piatto venduto verrà donato a Menu for Change, la campagna internazionale di Slow Food che vuole sensibilizzare al tema del cambiamento climatico, ponendo l’attenzione sulla produzione e sul consumo del cibo.

 

39 punti vendita in tutto il mondo, 5.000 addetti e circa 470 milioni di euro fatturati nel 2017: sono i numeri di una costante crescita di Eataly. Crescita sancita, anche, da un interessante programma di aperture in previsione nei prossimi mesi (e anni): Stoccolma, a febbraio, il secondo negozio a Istanbul e a San Paolo e poi San Francisco, Las Vegas, Toronto, Hong Kong e più in là Verona, Madrid, Londra, Parigi…

 

Nel 2018 proseguono e si fanno più grandi anche il progetto per la salvaguardia e promozione delle sementi autoctone Seminiamo la Biodiversità realizzato nel 2017 con Slow Food, Università degli Studi di Palermo e Arcoiris e i Mercati dei Produttori presenti nei principali punti vendita italiani.

Continua anche la collaborazione di Eataly sui grandi progetti di Slow Food come i Diecimila Orti in Africa e la costruzione di progetti di rispetto ambientale che verranno lanciati nei prossimi mesi.

 

La Grande Festa Contadina

Dal mattino Eataly Lingotto, (il primo, ci piace ricordarlo, della famiglia Eataly), si trasformerà in palcoscenico per un grande mercato contadino diffuso, durante il quale sarà possibile comprare dalle mani di oltre 20 produttori. Dalle ore 14 nella Sala Punt & Mes al primo piano si terranno incontri aperti a tutti in cui si affronteranno i temi di agricoltura sostenibile, allevamento buono pulito e giusto, pesca intelligente e filiera corta.

 

La sera poi, a partire dalle ore 19, le cucine dei Ristorantini ospiteranno ai fornelli 10 osterie chiocchiolate della guida Osterie d’Italia di Slow Food Editore e una pizzeria gourmet: un viaggio enogastronomico tra le regioni della Penisola e i piatti della tradizione locale. Tutti i ristoratori saranno accompagnati dal contadino/artigiano dal quale si riforniscono abitualmente e potranno raccontare così non solo il piatto ma anche il lavoro e la passione che vi sono dietro. Per tutta la sera musica live itinerante dei Magicaboola Brass Band, una band toscana di 11 elementi tra fiati e percussioni.

 

Come tutti gli anni non mancherà il tradizionale appuntamento con il taglio della torta da 3.000 porzioni e il brindisi con bollicine, ormai diventato un rito dei festeggiamenti di Eataly con la Città di Torino, che è previsto per domenica 28 gennaio alle ore 16.

 

(foto: il Torinese)

 

La beneficenza dei “poteri forti” a favore della cultura

di Enzo Biffi Gentili

In tempi di crisi, alcuni “poteri forti” privati e pubblici torinesi paiono dedicarsi a benevole pratiche di sostegno nei confronti di vari enti e manifestazioni culturali in più o meno gravi difficoltà. È il caso, a esempio, delle rinnovate e riaperte OGR, che sin dalla loro prima mostra del 2017, intitolata Come una falena alla fiamma, hanno accrocchiato opere provenienti, oltre che dalla collezione della Fondazione per l’arte Moderna e Contemporanea CRT e della Collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che sono in buona salute, anche e tra l’altro opere conservate in alcune delle istituzioni museali pubbliche facenti parte della invece molto sofferente Fondazione Torino Musei come Palazzo Madama, il MAO Museo d’Arte Orientale, la GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea. Ma anche nel recentemente annunciato programma delle OGR per il 2018 sarà concesso spazio a manifestazioni come il Torino Jazz Festival e Club To Club. Qualcuno, come Gabriele Ferraris sul suo blog (http://gabosutorino.blogspot.it/) e altrove, ha visto in questa apertura un’attività di “supplenza di qualche assessore inadeguato e, in generale, di una classe politica in larga parte raffazzonata, velleitaria, assente o inconcludente”, e, tento per gradire, “improvvisatrice e cicalona”. Quindi “piaccia o non piaccia, si ha l’impressione che ormai a Torino i veri assessori alla Cultura siano i vertici delle fondazioni bancarie” (Gabriele Ferraris Torino, se le Fondazioni sono più competenti degli assessori alla Cultura. Il caso Ogr in “Corriere della Sera. Corriere Torino” 18 gennaio 2018). Su un altro fronte, quello pubblico, è La Venaria Reale -struttura che da sempre gode, come si suol dire, di particolari e costose attenzioni, sino a esercitare una sorta di “imperialismo oggettivo” pure sulle altre Residenze Reali fuori città, che sovente dunque espositivamente annaspano, a dichiarare con gran liberalità di essere pronta a ospitare artefatti che l’altrui miseria –dai soliti noti indotta- non riesce a ben valorizzare. Tutto va quindi ben, madama la marchesa? Certamente sì, se si ricorda il testo della canzoncina, da noi esaltato dal birignao di Nunzio Filogamo (https://www.youtube.com/watch?v=jMGanySpxrE), dove la locuzione-tormentone Tutto va ben… in realtà attenuava la progressiva rovina di un castello… Il “vizio torinese”, a proposito di OGR e altro, non consiste quindi tanto nel “non saper stupire” nella presentazione di questi programmi, come ha sostenuto Laura Milani (in “Corriere Torino” 18 gennaio 2018). Non è il sottotono a preoccupare, ma il sottotraccia. E non ci si riferisce alla caratteristica coniugazione di cortesia e falsità, ma alla propensione, alquanto evidente in questi accadimenti, a una certa “carità pelosa”. Curiosa locuzione, che il linguista Ottorino Pianigiani così spiegava: “carità pelosa dicesi quando sotto specie di carità verso altrui si tende al proprio utile” e che il nostro purtroppo scomparso italianista Giorgio De Rienzo segnalava anche ne I promessi sposi del Manzoni, ove si ritrova “una carità, una carità… non dico pelosa, ma una carità molto gelosa, sospetta…”. Non siamo così diffidenti, ma queste farciture con ingredienti di altri cuochi, ridotti alla fame, di un cartellone o di un’esposizione divengono anche vantaggiose e risparmiose, soprattutto per strutture di cui non è ancora così chiara la missione (e che, per quanto riguarda Venaria, non posseggono una importante collezione). Un po’ di cautela quindi, prima di esaltare queste brave persone: l’aveva capito, già secoli fa, il Buddha: “Nonostante tu sia una buona persona, sarai salvato. Figurati i cattivi”.

L’Avvocato 15 anni dopo, simbolo di una Torino che non c’è più

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di Pier Franco Quaglieni

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Sono passati 15 anni dalla morte di Gianni Agnelli, l’avvocato per antonomasia, simbolo di una Torino che non c’è più . Ai suoi funerali solenni in duomo ci fu una grande folla che, tanto per non farsi mancare nulla , fischiò il presidente del Consiglio Berlusconi mentre entrava in chiesa. Assistetti ai suoi funerali in un banco vicino a Vittorio Chiusano, considerato l’avvocato dell’Avvocato. Si senti’ in quell’occasione che finiva un mondo che Agnelli aveva rappresentato. La Fiat, già in crisi , precipitò  anche per gli errori del suo presidente che aveva ceduto le redini del comando a Cesare Romiti. Il periodo aureo della Fiat fu quello di Vittorio Valletta , il ragioniere che seppe affrontare la ricistruzione e l’urto frontale con i comunisti che subito dopo la liberazione lo avevano estromesso. Agnelli fu per molti anni sotto tutela di Valletta, poi spiccò il volo.Era un personaggio sicuramente eccezionale abituato a vivere nel mondo più che nella Torino provinciale che pure amava. Era stato ufficiale del “Nizza Cavalleria “ durante la guerra in Africa. Seppe godersi avidamente la sua giovinezza senza limiti in rapporto con donne bellissime e anche la cocaina. Amò la Fiat che fu di suo nonno Giovanni, ma non riuscì ad essere un grande imprenditore , fortemente ostacolato da una contestazione operaia violenta che andò molto oltre l’autunno caldo .

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Una volta a cena con Mario Soldati ascoltai da lui una frase che mi è rimasta impressa : “In fondo io sono di sentimenti socialisti”. Mi sembro’ una frase paradossale , forse per compiacere Mario che era sfegatato per la Juve. Con Mario c’era una grande amicizia : Gianni gli metteva a disposizione la macchina targata Torino su cui era solito viaggiare lo scrittore. Un altro grande amico di Gianni fu Jas Gawronski che ,quand’era a Torino, era ospite fisso a casa Agnelli in collina e passava le vacanze con Gianni .  Jas ,quando Gianni mori, si chiuse nel silenzio e non volle scrivere nulla ne’ rilasciare dichiarazioni . Lo stile del principe polacco prevalse su quello del giornalista e in tanti anni di frequentazione non mi parlo’ mai del suo rapporto con Gianni. 

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La Juve fu la vera passione dell’Avvocato. Al liceo d’Azeglio lo ricordammo su mia iniziativa . Tutti resero omaggio avvocato,anche certa sinistra che lo aveva avversato . Dopo 15 anni di lui resta un ricordo sbiadito . Non è certo Evelina Christillin che l’avvocato fece conoscere , la sua erede perché la spocchia non è cosa legata al nome di Gianni. L’amato giornale di famiglia e’ finito nel gruppo De Benedetti che dopo qualche mese Gianni aveva cacciato dalla Fiat in cui era entrato come socio. Senatore a vita , ebbe un rapporto con la politica limpido . Non credo avrebbe speculato in borsa per la telefonata di un presidente del Consiglio. Era un uomo di stile quasi inimitabile non solo perché portava l’orologio sopra il polsino della camicia . Quando ho avuto l’occasione di parlare con lui constatai come fosse un uomo eccezionale, gentile di animo, che sapeva mettere l’interlocutore a suo agio . La tragica morte del figlio suicida e la morte crudele del nipote Giovannino,il vero erede,lo avevano rattristato profondamente . Sembrava un uomo annichilito e spento . Ho letto con disgusto i libri denigratori che un piccolo giornalista che fa dello scandalismo il suo mestiere, ha scritto su di lui e sulla sua famiglia . Forse non è stato un grande imprenditore come il nonno, ma sicuramente è stato un grande uomo e un grande piemontese . I suoi nemici, al suo confronto , erano dei nani. Anche molti suoi collaboratori erano dei nani. E questo spiega molte cose. L’unico Agnelli di alto livello fu Umberto oscurato dal fratello, imprenditore capace e solido, un uomo che va riscoperto .

Una Grande Festa Contadina per gli 11 anni di Eataly

Si apre un nuovo anno all’insegna di valori come la biodiversità, la stagionalità, la democraticità del buon cibo, la convivialità, la tutela delle piccole produzioni, dell’ambiente e degli animali. Il 2018 in particolare sarà per Eataly l’anno del rispetto: per la terra, per l’ambiente e naturalmente anche per le persone. Sono valori che passano attraverso le scelte alimentari che tutti noi compiamo ogni giorno: d’altronde, “mangiare è un atto agricolo” ed è bene farlo nella maniera più consapevole possibile. Eataly prosegue il suo impegno quotidiano nel raccontare e far conoscere cose buone ma anche persone buone. Per questo decide di festeggiare questo undicesimo compleanno con i contadini, coloro che si occupano di “far nascere” il cibo. Sabato 27 gennaio infatti Eataly Lingotto festeggia con una giornata interamente dedicata al mondo rurale e organizza con la collaborazione degli amici di Slow Food una grande Festa Contadina per raccontare la ricchezza del territorio italiano, direttamente dalla terra al piatto. Il legame con Slow Food è così forte da far sì che la Festa Contadina diventi anche l’occasione per ricordare che il 2018 è l’anno della nuova edizione di Terra Madre Salone del Gusto: 1 euro per ogni piatto venduto verrà donato a Menu for Change, la campagna internazionale di Slow Food che vuole sensibilizzare al cambiamento climatico, ponendo l’attenzione sulla produzione e sul consumo del cibo.

 

Il programma della Festa Contadina

Dal mattino Eataly Lingotto si trasformerà in palcoscenico per un grande mercato contadino diffuso, a partire dalla Piazza dei Produttori ma anche per tutto il negozio: sarà possibile comprare dalle mani del produttore, senza alcuna intermediazione. Più di 20 contadini venderanno i prodotti delle loro terre, rappresentando il Piemonte e altre regioni italiane.

Dalle ore 14 nella Sala Punt & Mes al primo piano sarà il momento di “Eataly racconta…”: 4 incontri aperti a tutti in cui si affronteranno i temi di agricoltura sostenibile, allevamento buono pulito e giusto, pesca intelligente e filiera corta insieme agli esperti di Eataly. Eventi gratuiti, consigliata la prenotazione sul sito www.eataly.itLa sera, a partire dalle ore 19, le cucine dei Ristorantini ospiteranno ai fornelli 10 osterie che hanno ottenuto la Chiocciola sulla guida Osterie d’Italia 2018 di Slow Food, provenienti da tutta Italia e 1 pizzeria gourmet: un viaggio enogastronomico tra le regioni della Penisola e i piatti della tradizione locale. Tutti i ristoratori saranno accompagnati dal contadino/artigiano dal quale si riforniscono abitualmente e potranno raccontare così non solo il piatto ma anche il lavoro e la passione che vi sono dietro. Per tutta la sera musica live itinerante dei Magicaboola Brass Band, band toscana di 11 elementi tra fiati e percussioni.

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Ogni piatto avrà un costo simbolico di 11 €, mentre le pizze saranno proposte al pubblico a 9 €.

Sono inoltre in vendita tre carnet:

35 € per 3 piatti e 1 dessert

70 € per 6 piatti, 1 pizza e 1 dessert

100 € per 10 piatti, 1 pizza e 1 dessert

 

ELENCO DEI CHIOCCIOLATI:

Dal Piemonte:

Osteria del Boccondivino – Bra (CN)

Dalla Lombardia:

Osteria della Villetta – Palazzolo sull’Oglio (BS)

Alla Cavallerizza Lo sterminio dimenticato dei “triangoli rosa”

”Lo sterminio dimenticato” è il titolo del convegno che si terrà mercoledì 24 gennaio, dalle 9,30 alle 13,00 nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale, in Verdi a Torino. L’evento è a cura del Coordinamento Torino Pride GLBT in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio Regionale del Piemonte, l’Università degli Studi di Torino e il Servizio LGBT della Città di Torino. Il convegno, condotto da Silvano Bertalot, ha come scopo quello di approfondire, attraverso gli esperti (Lorenzo Benadusi, Melania De Leo, Giovanni Dall’Orto, Claudio Vercelli), la dimensione storiografica della persecuzione e deportazione degli omosessuali nell’Europa del fascismo e del nazismo, con un’attenzione particolare al caso italiano. Di rilievo sarà la partecipazione (in collegamento video) dell’ultima sopravvissuta italiana: Lucy, Luciano, classe 1924. La sua è la storia di chi ha vissuto sulla propria pelle di “diverso” l’ipocrisia della morale e della propaganda fascista durante gli anni Venti, nel suo paese d’origine in Piemonte. Poi ci fu il trasferimento a Bologna, e gli anni Trenta passati tra i primi amori adolescenziali e le amicizie omosessuali. Un periodo felice interrotto dall’arrivo della guerra e la chiamata alle armi nel 1943. Presto disertore, venne scoperto e mandato al campo di concentramento di Dachau, dove resterà fino alla liberazione, nel 1945. Poi il difficile ritorno in Italia, gli anni vissuti tra Roma e Torino, il passaggio dal rigido moralismo degli anni Cinquanta al (cauto) libertarismo degli anni Sessanta e al cambio di sesso, negli anni ’80. “175” è il numero del paragrafo per cui migliaia e migliaia di persone omosessuali nella Germania nazista subirono arresti, punizioni, deportazioni nei campi di concentramento. Il paragrafo 175 era un articolo del codice penale tedesco risalente al 1871 che recitava “La fornicazione contro natura, cioè tra persone di sesso maschile ovvero tra esseri umani ed animali, è punita con la reclusione; può essere emessa anche una sentenza di interdizione dai diritti civili.” Nel 1935, con l’ascesa al potere dei nazisti, venne inasprito, prevedendo una punizione per qualsiasi “atto osceno” tra due uomini, incluse anche le “fantasie omosessuali”. Le pene vennero inoltre raddoppiate, passando da 5 a 10 annidi carcere. Dopo la sconfitta della Germania nella seconda guerra mondiale, il paragrafo non venne abrogato. Ritornato alla vecchia versione nella Germania Est di influenza sovietica, per poi essere ulteriormente ridimensionato nel 1968 e abolito nel 1988, rimarrà in vigore nella Germania Ovest fino al 1994, per scomparire definitivamente con la riunificazione delle due Germanie. Nel 2000 il governo tedesco chiese pubblicamente scusaagli omosessuali per quanto subito a causa del paragrafo 175. Già dal 1933 iniziarono le prime deportazioni di persone omosessuali nei campi di concentramento dove portavano sulla divisa un triangolo rosa. Venne istituito un vero e proprio reparto per combattere l’omosessualità. Una volta raccolte le “liste rosa“, le persone venivano identificate e punite. 100 mila è il numero di persone arrestateper violazione del paragrafo 175 in Germania dal 1933 al 1945. Un numero di persone ‐ stimabile fra 10 mila 15 mila ‐ fu internato nei campi di concentramento. Morirono tra le 6.000 e le 9.000 persone. “90” è il numero intorno a cui si aggirano le condanne al confino per omosessualità tra il 1936 e il 1939 nell’Italia fascista. Seppur l’omosessualità non fosse esplicitamente punita dal codice penale italiano, diverse decine di omosessuali vennero allontanate dalla vita comune e inviate sulle isole Tremitio a Ustica. Per molti altri gay invece vennero adottate punizioni corporaliammonizioni e/olicenziamenti dai pubblici uffici.

 M.Tr.