Cosa succede in città- Pagina 342

Questa sera la Mole illuminata con il logo dei Civich

Era il 12 novembre 1791, quando il re Vittorio Amedeo III decise di riorganizzare il “servizio di polizia, politica e di sicurezza”, nonché l’ufficio del Vicariato, di sciogliere le Guardie del Vicario e di creare un nuovo Corpo detto delle “Guardie Civiche” (da qui l’appellativo Civich) a cui affidò mansioni speciali e ben determinate.

Con questo provvedimento Vittorio Amedeo III, per primo, comprese la necessità di definire le attribuzioni ed i compiti degli addetti alla polizia urbana e a renderli più partecipi della vita e dei problemi cittadini, tracciando la via verso la definizione dell’attuale Corpo di Polizia Municipale.

A distanza di 229 anni, pur essendo mutate le condizioni ambientali e sociali, aumentate le esigenze e le necessità della Città e i servizi richiesti, soprattutto in questo anno nel quale una devastante pandemia ha alimentato paure e insicurezze, restano immutati rispetto all’ormai lontano 1791, lo spirito di sacrificio altruistico dei Civich,  il desiderio di un migliore rapporto con i cittadini e la consapevolezza di svolgere un importante servizio che rappresenta un riferimento costante nel tempo.

I festeggiamenti sono stati rinviati a data da destinarsi a causa della pandemia e delle restrizioni imposte dall’ultimo DPCM, ma questa sera, la Mole Antonelliana si illuminerà alle ore 20 con una proiezione dedicata alla ricorrenza di questa importante data, per ricordare ai cittadini che, ogni giorno e ancor di più in questo particolare e difficile periodo storico, i Civich, oggi come allora, sono presenti sulle strade della città, per servire e per proteggere.

Utet addio. Torino perde un altro pezzo di storia

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / E’  un grave lutto  per la cultura italiana la chiusura per fallimento della più antica casa editrice del Paese, l’UTET,  fondata dai fratelli Pomba a Torino nel 1791. L’UTET lascia dietro di sé un grande rimpianto e l’avervi collaborato, sia pure in anni lontani, è un grande titolo d’onore  per un uomo di cultura.

Il grande dizionario enciclopedico Fedele, il Dizionario della lingua italiana di Felice Battaglia, i grandi classici della politica e della letteratura, la storia della letteratura Latina di Augusto Rostagni sono solo alcune delle sue realizzazioni davvero grandiose. Si dovrebbero anche citare le opere nel campo scientifico e medico che facevano parte del suo catalogo prestigioso. E’ triste leggere che un suo collaboratore  abbia avuto ieri  il cattivo gusto di scrivere di non essere stato pagato, mentre la sua notorietà è in gran parte dovuta a cosa ha pubblicato presso quel grande e libero editore. Conobbi Carlo Verde che dal 1945 fu a capo della Casa editrice di corso Raffaello e che seppe tenere saldo il timone insieme all’ex genero  Luigi Firpo che, in verità, oltre che a  collaborare utilmente,  vi spadroneggiò in modo un po’ piratesco. A succedere a Verde fu l’amico europeista Gianni Merlini, uomo di vasta cultura e di rara sensibilità. Dopo Merlini fu l’inizio della fine e la vendita alla De Agostini provocò il lento, inesorabile  declino del glorioso marchio che venne letteralmente spolpato e svenduto dai nuovi padroni. Forse è stato meglio por fine all’agonia di una storia troppo gloriosa per subire ulteriori offese.  Da Corso Raffaello era finita in Lungo Dora. Una metafora molto eloquente della sua crisi. Torino si priva di una delle sue glorie e va notato come  ben pochi si siano impegnati per salvare la UTET quando sarebbe stato ancora possibile. Una ennesima vergogna per questa città che ha perso tutto ciò che di prezioso vi è nato. Certo, il discorso dovrebbe anche riguardare la crisi delle grandi opere e la crisi dell’editoria più in generale. Certo, chi fu ai vertici dell’ Azienda commise degli  errori, ma oggi è tempo di pianti e non di consuntivi. Un pianto per una morte dolorosa e davvero irreparabile.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

La Madonna di Loreto in Duomo a Torino

Mercoledì 11 novembre l’effige sacra della Madonna di Loreto è giunta all’aeroporto militare di Cameri nel novarese.

Si tratta dell’undicesima tappa del pellegrinaggio nazionale iniziato nel mese di gennaio in occasione del Giubileo Lauretano, anno giubilare concesso da Papa Francesco nel centenario della proclamazione della Beata Vergine di Loreto quale “Patrona degli Aeronauti”.
Il giorno successivo, il 12, verrà portata nel Duomo di Torino dove alle 10.30 si svolgerà una messa alla presenza delle autorità civili e militari, celebrata da monsignor Gabriele Mana, Vescovo emerito di Biella.
In rappresentanza del Consiglio regionale del Piemonte parteciperà una delegazione guidata dal presidente Stefano Allasia, mentre per l’Aeronautica Militare ci saranno il Comandante dell’aeroporto di Cameri, il Colonnello Pilota Marco Mastroberti, e gli altri comandanti dei reparti della zona di Torino.
La messa verrà trasmessa in streaming sulla pagina facebook del Consiglio regionale del Piemonte e del Duomo di Torino.
A seguire verrà trasmesso, sempre sulla pagina facebook del Consiglio, un convegno formativo, rivolto principalmente agli studenti, sulla storia dell’Aviazione in Piemonte e le prospettive future di un settore strategico per la regione.
Le iniziative, organizzate dall’Assemblea in collaborazione con il Comando Aeroporto di Cameri – Aeronautica Militare, si collocano all’interno del quadro delle consolidate relazioni esistenti tra le due istituzioni, che proprio a Torino hanno profonde radici storiche.
Il 13 novembre, sempre alle 10.30, vi sarà un’analoga funzione religiosa nella Cattedrale di Aosta. L’effige sacra della Madonna di Loreto verrà onorata anche in altre due città piemontesi con altrettanti momenti di preghiera: il 23 novembre al Duomo di Novara e il 30 novembre nella chiesa di San Paolo a Casale Monferrato.

Il Museo Egizio si racconta in piemontese

Otto le clip del progetto “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri” realizzate in collaborazione col Centro Studi Piemontesi e patrocinate dalla Regione Piemonte

                Il cammino di riscoperta delle proprie radici intrapreso dal Museo Egizio in vista della celebrazione dei suoi 200 anni di vita nel 2024, avviato nell’autunno scorso con il riallestimento delle cosiddette “sale storiche” dedicate alla genesi della collezione egittologica torinese, vive oggi una nuova e inedita tappa. Un’operazione culturale il cui protagonista è la “lingua” della Torino dell’800, il tempo in cui l’istituzione vide la luce: il piemontese è infatti stato scelto come strumento per un viaggio narrativo sul filo della memoria che racconta la storia del Museo Egizio e dei personaggi che l’hanno reso grande.  Nascono così le otto clip del progetto “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri” che, nel vero senso della parola, ridà voce, con la parlata del loro tempo (con sottotitoli in italiano), ad alcune delle più autorevoli figure del passato del Museo, ciascuna legata a una provincia della nostra regione. Sarà quindi possibile ascoltare in perfetto piemontese le vicende di Bernardino Drovetti nel video dedicato alla provincia di Torino, quelle del casalese Carlo Vidua per la provincia di Alessandria, conoscere l’astigiano Leonetto Ottolenghi, il biellese Ernesto Schiaparelli, per la provincia di Cuneo il monregalese Giulio Cordero di San Quintino, per quella di Novara Stefano Molli, natio di Borgomanero, mentre la provincia di Vercelli sarà rappresentata da Virginio Rosa e quella del Verbano Cusio Ossola da Giuseppe Botti. Nel corso dei mesi di novembre e dicembre, ogni martedì con cadenza settimanale, i canali social del Museo Egizio proporranno otto storie esclusive, offrendo al pubblico, con la collaborazione del Centro Studi Piemontesi/Ca dë Studi Piemontèis,  non soltanto l’opportunità di riscoprire la lingua piemontese quale patrimonio linguistico accessibile, ridando vigore e dignità alla cultura regionale, studiata e vissuta in chiave europea e internazionale, ma anche l’occasione per dare un volto ai protagonisti di grandi imprese e guardare da una nuova prospettiva al legame fra il Piemonte e l’antico Egitto.

“Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri”

(3 novembre CUNEO e Giulio Cordero di San Quintino. Lo studioso che trasferisce e ordina la collezione a Torino)

10 novembre ALESSANDRIA e Carlo Vidua.  L’intellettuale viaggiatore che suggerisce l’acquisto al re.

17 novembre ASTI e Leonetto Ottolenghi. Quando il collezionismo si traduce in un patrimonio della collettività.

24 novembre BIELLA ed Ernesto Schiaparelli. La straordinaria scoperta della tomba intatta di Kha e Merit

1° dicembre NOVARA e Stefano Molli. L’architetto che servì la causa dell’egittologia italiana.

8 dicembre VERCELLI e Virginio Rosa. La passione per l’antico Egitto che rende immortali.

15 dicembre Il VERBANO CUSIO OSSOLA e Giuseppe Botti. Il primo demotista dell’egittologia italiana.

22 dicembre TORINO e Bernardino Drovetti. L’avventuroso diplomatico che raccolse la collezione di antichità egizie.

Vedi il trailer del Progetto al link: https://youtu.be/hvyme15OX6U

E la prima clip, Provincia di Cuneo: https://youtu.be/zZ7tz7Ad9sk

(In)contro il muro

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TORINO VISTA DAL MARE /2 Camminare per conoscere. Un’immagine semplice ma efficace che descrive al meglio uno dei migliori modi per scoprire una nuova città.

Abituarsi a nuovi paesaggi, differenti abitudini di quartiere, spesso è difficile, ma passeggiando tra le vie e le piazze più battute, per poi allontanarsi e perdersi in quelle meno trafficate permette di appropriarsene, cogliendo scenari, scorci e dettagli che spesso si perdono nella frenesia del quotidiano. Torino – io che vengo dal mare – provo a scoprirla così, raccontandola per impadronirmene allo stesso tempo.

Ci risiamo, siamo tornati a parlare di quella ormai conosciuta situazione, chiamata lockdown. Nuovamente bar e ristoranti chiusi (non ce ne vogliano gli esercenti, ma forse potrebbe essere il momento giusto per perdere qualche chilo di troppo), stesso destino per cinema e teatri (chi può dirlo, magari, alla riapertura incominceremo per davvero ad andarci), per non parlare di musei e siti culturali. Insomma, le nostre abitudini o presunti tali, hanno subito una nuova stretta.

Di necessità virtù, ce lo siamo detti a marzo, ritorniamo a ripetercelo a novembre. Come trarre vantaggio da ciò? Anche in questo caso la saggezza dei proverbi viene in nostro aiuto, Se Maometto non va alla Montagna è la Montagna che va da Maometto.

Facile a dirsi, ma forse non lo è. Provare ad aprire uno dei tanti libri non letti che abbiamo ancora in casa; guardare i film non visti; ascoltare buona musica che non conosciamo; nella loro semplicità sarebbe già un passo avanti. In questo tutti i mezzi virtuali, dai social network ai live in streaming dei siti che si offrono all’emergenza, sono a nostra disposizione.

Controcorrente e sempre dal lato un po’ più disagiato sembra invece l’arte. I musei e le gallerie d’arte sono chiusi, quindi l’unica cosa che ci resta sembra guardarla tra le foto di libri e siti online.

In realtà anche qui una soluzione potrebbe esserci. Capita a volteche anche l’arte bussa alla tua porta, addirittura alla tua finestra.Penserete che sia pazza e forse lo sono, ma non in questo caso.

Vivo a Torino da molto poco e molto è ancora da visitare e la situazione si è nettamente complicata dal momento che anche camminare risulta vietato (decisamente non il momento perfetto per fare la turista). A questo punto entra in gioco da una parte la fortuna e dall’altra l’arte.

La fortuna sta nel fatto che ogni giorno affacciandomi al balcone ho la possibilità di godere del piacere di osservare qualcosa di bello. L’arte è invece rappresentata dall’opera murale di Camilla Falsini.

Un grande, gigantesco e colorato disegno appare tra i palazzi del mio nuovo quartiere. La pittrice ed illustratrice romana ha realizzato infatti per la città di Torino un murales dedicato a Christine de Pizan, che in un’epoca lontana come il XIV secolo è riuscita ad essere scrittrice e donna coraggiosa. Il murale lo ha realizzato all’interno di un più ampio progetto, il TOward 2030 What are you doing?, del quale ne rappresenta il Goal 5 – “Parità di genere”, progetto di arte urbana che punta alla riqualifica e sostenibilità del territorio.

Non sto qui però a parlavi del progetto, anzi, ma del fascino dell’opera in sé e della fortuna che la street art ci offre. Torino, come le grandi città ne è ricca, ma forse ha una marcia in più in questo. Città urbana, metropolitana per eccellenza, almeno per quanto riguarda l’Italia, le sue architetture industriali si sposano alla perfezione con questo linguaggio, nato nella periferia urbana di una città come New York.

La street art da forma di espressione provocatoria, illegale per giunta e di emancipazione da un tessuto sociale difficile, si è trasformata in arte riconosciuta, istituzionalizzata, mezzo di rivalutazione urbana. Addirittura esposta nei musei. Senza dilungarci troppo sui paradossi a cui è giunta, è chiaro che offra possibilità infinite, possibilità che ritroviamo anche a Torino.

Non sarà necessario spostarsi molto dal proprio quartiere, per scontrarsi con nomi, spesso noti, e opere sparse perla città, dalla già citata Falsini con il suo lavoro in Vanchiglietta, a Millo e le sue realizzazioni in Barriera di Milano, alle tante opere che abitano San Salvario, al murales di Aryz a Palazzo Nuovo. Ci sarebbe ancora un lungo elenco da fare. Il muro di Zed One sul Lungo Po Antonelli, Fabio Petani in via Plana, per esempio. Insomma, abbiamo molto da scoprire, e anche se non c’è permesso per ora fare i turisti fuori città, o in città, almeno possiamo farli nel nostro quartiere, basta restare con gli occhi aperti.

Annachiara De Maio

Scuole e Covid, la pacifica protesta di Anita, Lisa e Maia

Questa mattina a Torino si è tenuta una manifestazione di protesta a proposito della chiusura delle scuole a causa della pandemia Covid 19.

La protesta ha avuto luogo presso la Scuola media Calvino da parte di due studentesse di seconda media, Anita e Lisa.
Le ragazze, munite di tablet si sono appostate fuori dalla scuola (aperta solo agli studenti di prima media) per seguire le lezioni online.
Un altro episodio identico è avvenuto a pochi metri dalla Calvino, presso il Ginnasio Gioberti, protagonista Maia, altra giovane studentessa che si è piazzata fuori dall’ingresso della scuola per seguire la didattica a distanza.
(Le foto sono di Marco Boscato)

Giuramento alla Cernaia anche per l’atleta Saracco, carabiniere minorenne

 Nella storica cornice della caserma “Cernaia”, sede della Scuola Allievi Carabinieri, alla presenza del Comandante della Scuola, Colonnello Giovanni Spirito ed al cospetto della Bandiera d’Istituto, ha avuto luogo ieri mattina il giuramento individuale solenne degli Allievi del 139° Corso Carabinieri e del 14° Corso Formativo per Carabinieri Atleti.
I due corsi, rimodulati a seguito dell’emergenza sanitaria su aliquote distinte per garantire il distanziamento sociale, annoverano rispettivamente 110 Allievi Carabinieri e 10 Allievi Carabinieri Atleti, provenienti da tutta Italia. L’atto di Giuramento individuale, sostanziato nella solenne promessa di fedeltà alla Repubblica Italiana, è stato preceduto, nel pomeriggio di venerdì, dall’Ammainabandiera e dell’apposizione degli Alamari, gesto che tramuta i giovani Allievi in Carabinieri pronti a servire la Patria.
Il Colonnello Spirito, nel portare il saluto del Comandante della Legione Allievi Carabinieri, Gen. B. Michele Sirimarco, che ha esortato i futuri Carabinieri ad operare con generosità a favore delle popolazioni ove presteranno il proprio servizio, ha fatto pervenire la grande riconoscenza espressa dalla Sindaca di Torino, Chiara Appendino, a tutti i ragazzi e le ragazze per la coraggiosa scelta intrapresa e l’augurio di portarsi nel cuore il ricordo di Torino.
Tra i giurandi vi era anche il Carabiniere Atleta Edoardo Saracco, 17enne, uno dei pochi Carabinieri minorenni d’Italia, che vanta nel suo palmarès una medaglia di bronzo ai Giochi olimpici giovanili di Losanna 2020 ed il 1° piazzamento nel ranking mondiale degli sciatori alpini nati nel 2003.

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“Bruttissima” Art week

Quest’anno l’Art week è solo BRUTTISSIMA!

Ebbene si, il collettivo Simplification Art è orgoglioso di comunicare che BRUTTISSIMA onorerà, per il secondo anno consecutivo, l’impegno preso con l’Art week torinese aprendo ufficialmente i battenti giovedì 5 novembre.

Malgrado il 2020, BRUTTISSIMA resiste e lo fa con l’allestimento di 3 nuove opere dislocate sul territorio:
TECNOBRUTTO, immobili da sempre, (via Garibaldi 23c, ex libreria Paravia).
Opera di riconciliazione urbana che converte la destinazione d’uso di alcuni fra i più prestigiosi immobili in città.
MIKE a braccia aperte, (Murazzi del Po, lato destro).
Lo sguardo benevolo del nostro totem più acclamato rivolto alla metropoli stanca. Allegria!
BRUTTOO, tutto il BRUTTO a casa tua! (via Sant’Ottavio angolo via Verdi, fronte Palazzo Nuovo).
La flotta di rider a impatto zero che il brutto ve lo porta fino sulla porta di casa.
Tutto questo e molto altro ancora è BRUTTISSIMA2020 la rassegna distanziata, autoautorizzata, gratuita, autoprodotta diffusa e, come sempre, senza nessuno scopo politico ma con la sola volontà, soggettiva e non richiesta, di dire BRUTTO.
Buona Art week,
Simplification art

Il bello e il buono: arte e cibo con il “Classico brunch”

La colazione della domenica diventa un’esperienza nuova che fonde arte, gusto e musica grazie alla sinergia fra Fuzion Food, il laboratorio gastronomico di chef Domenico Volgare e Casa Fools, dinamico teatro di Vanchiglia. Un percorso tematico ispirato all’oriente dove i piatti dialogano con un’accurata selezione musicale commentata da Luigi Orfeo, regista teatrale e lirico

 Parte domenica prossima 8 novembre l’ultima iniziativa torinese per rispondere al lockdown: entro le ore 20 di sabato 7 novembre sarà possibile ordinare “Il Classico Brunch” innovativa proposta di food delivery “culturale” nata dalla collaborazione fra due laboratori creativi di Torino: Fuzion Food il ristorante fusion dello chef Domenico Volgare e Luigi Orfeo di Casa Fools, teatro di quartiere gestito da due anni dall’intraprendente compagnia dei Fools.

La colazione domenicale diventa infatti un’occasione unica e nuova per saziare il palato e la mente: non un semplice brunch in delivery, ma una vera e propria esperienza gastronomica e culturale da vivere in casa e in tutta sicurezza. Uno speciale menù di sette piatti (5 salati e 2 dolci) ispirati alle tipicità servite a colazione in Oriente ed elaborati per l’occasione da Domenico Volgare sarà consegnato assieme a un Qr code. Attraverso il codice si potrà accedere a una specialeplaylist “raccontata”, con cui accompagnare le sette portate del bruchfrutto dell’attenta selezione di Luigi Orfeo, attore e regista di Opera Lirica che da alcuni anni porta avanti un accurato lavoro di studio e ricerca musicale. I brani della playlist che, attingendo dal repertorio classico fino al contemporaneo, richiamano i paesi asiatici di cui si stanno assaporando ricette e ingredientisaranno intervallati da audio introduttivi in cui Luigi Orfeo racconterà dettagli, curiosità e aneddoti legati ai pezzi, per far scoprire tesori “nascosti” della musica Coreana o cantanti italiani dalle sorprendenti origini vietnamite e celebri intermezzi lirici presenti in alcuni capolavori del cinema.Un modo per avvicinare il grande pubblico a frammenti della musica italiana e internazionale, continuando a vivere se pure dentro le mura di casa un’esperienza all’insegna del relax e del gusto.

Il Classico Brunch è un’iniziativa per far vivere pillole di gusto e poesia. Un percorso degustativo mentre si ascolta musica classica. Con questo brunch voglio continuare il format dell’experience che i miei clienti vivevano nel mio locale, portandola nelle loro case e facendo vivere loro un momento in cui l’arte, la cultura e il bello del cibo si fondono insieme. Sono andato a scovare delle ricette orientali legate alla colazione che non avevo mai sperimentato per rendere ancora più unica l’esperienza. Tutto questo ovviamente è stato possibile grazie alla collaborazione con Luigi Orfeo e Casa Fools, una sinergia che ci ha permesso di trasformare la difficoltà attuale in una risorsa.” commenta Domenico Volgare, a cui si aggiungono le parole di Luigi Orfeo: “In un momento di estrema difficoltà e arresto abbiamo voluto mettere in atto una reazione proattiva alla stasi che ha investito tutte le attività della Città: chiusi teatri e ristoranti non si ferma il desiderio di diffondere e condividere la bellezza e la creatività”.

Per prenotare “Il Classico Brunch”
Chiamare il +39 346 2124 341 (prenotazioni entro le ore 20:00 di sabato 07 novembre)
Servizio di consegna disponibile dalle ore 11:00 alle 15:00 di domenica 8 novembre
costo €25 a persona, comprende:
– 5 piatti salati + 2 piatti dolci + thé macha in omaggio
– servizio fruibile in modalità take away o delivery

“Noi siamo con le vittime di Nizza e Vienna”

Se ci si fosse illusi che nel clima di emergenza per la pandemia non ci fosse, almeno sul suolo europeo, più posto per gli attentati, ci si è dovuti ricredere.

 

È invece realistico pensare che i nuovi fronti geopolitici nel Vicino Oriente e nel Mediterraneo siano all’origine di un nuovo ciclo della strategia del terrore.

Non stupisce che si sia iniziato con la Francia, con una politica sua propria che l’ha condotta a un duro contrasto con la Turchia. Ma dopo Vienna è ora chiaro che l’Europa intera è di nuovo sotto tiro. Un’Europa sulle cui divisioni si può puntare per condizionarla. Un’Europa che deve dunque trovare un’unità sui principi suoi fondamentali, che sono ben al di là della libertà di satira. Principi di accoglienza ma anche di rigorosa tutela dalla sopraffazione.

Le religioni, anche quelle altre dalla tradizione occidentale, sono linfa vitale per una nuova storia comune.  Ma ciò su cui non si può transigere è che la fede religiosa sia un fatto di assoluta libertà e non debba in alcun modo venire imposta, che nessuna violenza sia giustificabile col nome di Dio, che a essere care a Dio siano semmai le vittime innocenti.

È un sollievo pensare come tali principi siano già vividamente incarnati nel seno delle nostre società. Lo testimoniano le parole del Gran Mufti di Bosnia, il quale, dopo l’attentato di Vienna, ha dichiarato: “Vienna dev’essere la linea del fronte comune, che difenderemo senza paura e ad ogni costo, poiché non si tratta di Vienna soltanto, ma di tutte le persone libere e dell’Europa intera”. 

 

Con questo spirito, proponiamo perciò un’iniziativa pubblica, nei tempi e nei luoghi permessi dalle disposizioni sanitarie diramate in queste ore, che non consentono di manifestare in piazza. Chiamando tutte le comunità religiose e le forze politiche e sociali ad esprimersi. Non contro qualcuno, se non contro chi aderisce a un principio di morte che sarebbe blasfemo considerare religioso; ma per un valore di fraternità davvero universale, che tanto più in questo momento è importante riaffermare.

Giampiero Leo, Bhante Dharmapala (C. Torrero), Idris Abd al- Razzaq Bergia, Rav Ariel Di Porto,

Bruno Geraci, Ibrahim Gabriele Iungo, Walter Nuzzo, Don ErmisSegatti, Younis Tawfik, a nome del Movimento Interconfessionale Noi siamo con voi.

Aderisce ufficialmente la Federazione Islamica del Piemonte.