Cosa succede in città- Pagina 331

“Basta multe alla mensa dei poveri!”

Il giornalista cattolico Maurizio Scandurra raccoglie l’appello di Don Adriano Gennari: “Più buonsenso verso chi aiuta i poveri della città, dal Comune nessuna risposta

La ‘Mensa dei Poveri’ del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus, fondata nel 2008 raccogliendo con amore ardente l’invito di Sua Eccellenza Monsignor Cesare Nosiglia per arginare la crescente povertà alimentare cittadina, a quanto pare a Torino da troppo tempo ricevepiù multe che riconoscimenti. Eppure, da marzo a luglio 2020 ha registrato un incremento dell’80% di richieste pasti, passando dai circa 12.500 del medesimo periodo del 2019 agli oltre 22.500 per l’anno in corso”.

E’ l’affermazione durissima, ma tristemente reale, di Maurizio Scandurra, giornalista cattolico, critico musicale e saggista da sempre vicino all’opera caritatevole dello stimato sacerdote cottolenghino, apprezzato altresì per le sue potenti preghiere di intercessione a favore di indigenti e malati.

Non c’è rispetto alcuno, sotto la Mole, per chi ha sfamato e continua a sfamare circa 300 persone al giornoda inizio pandemia a oggi. E con non pochi sforzi. Il lockdown aveva praticamente già azzerato le risorse alimentari che normalmente negozi e supermercati, allora presi d’assalto dai folli timori comuni, destinavano abitualmente in tempi normali a fine giornata alle tavole sociali. E ridotto altresì all’osso, per via delle limitazioni vigenti, il numero di volontari che potevano occupare i locali di via Belfiore 12 solitamente impiegati per la preparazione e la somministrazione dei cibi con i poveri seduti al tavolo al riparo da freddo e intemperie. Distribuzione che, ancora oggi, avviene a mezzo abbondanti sacchetti di pasti caldi consegnati per giunta ai poveri che stazionano in attesa in fila indiana come possono, stante l’impegno dei volontari che cercano di fare il più possibile per garantire le distanze di legge anche a tutela dei poveri, perché non piova disgrazia su disgrazia”.

Ma c’è di più. Nella sua approfondita analisi, Scandurra, già nel cast in passato di importanti programmi tv di Raiuno e Raidue, osserva altresì come “Diminuendo il cibo, scemando le offerte di fedeli, benefattori e sostenitori per via dell’aggravarsi crescente della crisi economicadiffusa, aumentano invece i costi di sanificazione e quelli per il confezionamento meticoloso di tutte le singole porzioni da asporto offerte”.

A ciò si aggiungano – rileva Scandurra, da sempre vicino ai poveri le molteplici contravvenzioni che vengono spesso elevate a Don Adriano e ai suoi volontari ogniqualvolta, facendo i conti con la cartellonistica stradale, sono costretti a fare i salti mortali in orari di punta e traffico per riuscire a caricare il cibo donato, e portarlo in tempo alla Mensa dei Poveri per la preparazione. Lecito che la Polizia Municipale svolga correttamente il proprio lavoro, e con Lei anche gli Ausiliari GTT della sosta: ma innanzi a tanta generosa e disinteressata carità umana e cristiana occorre da parte di Tutti almeno un po’ più di buonsenso. E mi domando: a che titolo poi i residenti di via Belfiore nel tratto prospiciente i locali della tavola sociale bersagliano di chiamate il centralino dei Vigili Urbani disturbati dagli indigenti, che invece in maniera ordinata e composta attendono semplicemente un pasto caldo, un sorriso, di cui in larga parte anche italiani? Auguro vivamente loro di non trovarsi mai al posto di costoro”, tuona Scandurra.

Che prosegue:E’ dal 27 Marzo 2019 che, a seguito appuntamento di persona in Corso Ferrucci con il sottoscritto, Don Adriano e lo staff del Cenacolo Eucaristico presso l’Assessore Roberto Finardi abbiamo richiesto un banalissimo permesso in più per il transito dei veicoli in ZTL, per dotare di corretto accesso in quelle aree riservate anche il secondo mezzo che opera giornalmente nel reperimento delle derrate alimentari gratuitamente e con amore donate dai locali del centro cittadino. Ma niente di fatto, né da lui né tantomeno dalla Segreteria dell’Assessore Maria Lapietra, cui abbiamo scritto via e-mail più volte, in un rimbalzare da questo a quell’ufficio in perfetto stile italiano.

Per poi concludere: “Per giunta, sino al 2018 la Onlus di Don Gennari disponeva di cinque permessi di parcheggio sulle strisce blu afferenti l’area della ‘Mensa dei Poveri’, dati a turno in consegna ai volontari che, tutti pensionati, non possono certo affrontare il costo giornaliero orario del parking per tutte le ore pro capite diservizio ai poveri. Permessi revocati perché, a detta dei competenti uffici, nello statuto è assente la dicitura che prevede l’attività sociale di accompagnamento medico di terze persone bisognose”.

Ed ecco, infine, la proposta: “Persino il TGR degli ottimi colleghi di Raitre Piemonte ha documentato più volte e anche in diretta tra marzo e aprile scorsi l’impegno eroico di una preziosa mensa sociale cittadina che non si è mai piegata né tantomeno arresa innanzi alla virulenza del Covid-19. Ampia parte ha anche il Banco Alimentare, che ringraziamo sempre di cuore, e con lui anche tutti i privati cittadini e le imprese del territorio che, ciascuno secondo le proprie possibilità, in denaro o in cibo offrono risorse e futuro per alimentare giornalmente i poveri di Don Gennari. Cara Sindaca Appendino e Giunta Tutta, che cosa vi costa qualche permesso viario in più per aiutare chi soffre?”, conclude lapidario Maurizio Scandurra.

In visita al sito archeologico romano

Nel cortile di Quadrato, in via delle Orfane 20 a Torino, è stato presentato il restauro del sito archeologico di epoca romana che per la prima volta sarà aperto al pubblico venerdì 16 e sabato 17 ottobre.

Il progetto Archeologia Nascosta è stato presentato dal Gruppo Building insieme a Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e Suscor – Università degli Studi di Torino.

Digital Career Week: 50 aziende incontrano più di 1.800 laureandi del Poli

Ottimi riscontri per la prima edizione del Digital Career Week: 50 aziende incontrano più di 1.800 laureandi e laureati dell’Ateneo iscritti a sessioni on line, webinar aziendali e stand virtuali

 

Il Politecnico di Torino è uno degli atenei italiani in grado di offrire ottime prospettive occupazionali per i propri laureati: il tasso di occupazione ad un anno dalla laurea magistrale è infatti del 90,6%, contro una media nazionale del 87,5% per ingegneria, mentre per architettura è del 73,2% rispetto al 70,6% (fonte dati Almalaurea – indagine 2018 – def. Istat forze di lavoro).

Quest’anno le iniziative a supporto del job placement sono state ampliate e completamente ripensate, sfruttando tutte le potenzialità offerte dagli strumenti digitali che sono stati accolti come un’opportunità interessante da parte degli studenti: sono più di 1.800 i laureandi e laureati che si sono iscritti alla Digital Career Week, evento proposto per la prima volta dal Politecnico in modalità completamente online.  Si tratta della prima delle attività proposte agli studenti dall’Ateneo per l’accompagnamento al lavoro, che comunque durante tutto l’anno possono usufruire di iniziative come eventi di recruitment, percorsi di orientamento al lavoro e cicli di incontri tematici.

Gli appuntamenti sono iniziati la scorsa settimana con l’erogazione di contenuti di orientamento professionale propedeutici per gli studenti, mentre la Digital Career Week è iniziata il 12 ottobre e continuerà fino al 16, per offrire a studenti e laureati la possibilità di interagire con aziende tramite incontri individuali, presentazioni di gruppo e offerte di lavoro.

Fino al 23 ottobre, infine, le aziende potranno fare colloqui di selezione riservati ai candidati scelti tra coloro che hanno risposto a job posting o che hanno partecipato ai webinar, visitato gli stand virtuali e inviato la propria candidatura alle offerte delle aziende.

Anche in un contesto complesso e in continuo cambiamento come quello attuale, dove si stanno delineando nuove modalità di partecipazione ed interazione da remoto, i numeri confermano che sono sempre tantissime le aziende interessate ad assunzioni o inserimenti in stage post-laurea di ragazzi formati al Politecnico, sempre molto ricercati dagli HR delle imprese: 50 le società che hanno aderito all’evento, e hanno potuto contattare più di 1800 studenti e laureati iscritti agli incontri virtuali proposti,

“Siamo molto felici del successo di questa iniziativa e di aver potuto creare quest’occasione d’incontro nonostante le difficili condizioni in cui ci troviamo. Non solo la grande partecipazione delle aziende ci conferma la solidità dei percorsi formativi offerti dal nostro ateneo, ma anche l’adesione dei nostri studenti e laureati ai momenti di orientamento professionale ci conferma il loro continuo desiderio di apprendere e la loro la capacità di mettersi in gioco e aprirsi a nuove sfide”, commenta la Vice Rettrice per gli Alumni e l’Accompagnamento al Lavoro Carla Chiasserini.

Meroni, un “mito” che ci accompagna

Sono passati 53 anni ma la notizia e sempre li’, fresca e drammatica, incredibile e indimenticabile. Gigi Meroni non c’e’ piu’ da quel crudele 15 ottobre 1967, travolto da un’automobile dopo aver, per l’ennesima volta, galvanizzato i tifosi e contribuito a battere la Sampdoria al Vecchio Comunale

Gigi Meroni e’ una pietra miliare nella centenaria storia granata. Un punto di riferimento che racchiude estro e tragedia, gioia e dolore, fantasia e destino. Insomma, attorno a Gigi Meroni si riassume la vicenda granata in tutta la sua interezza. E non si puo’ dimenticare perche’ questo ragazzo, scomparso ad appena 24 anni dopo essersi imposto – con semplicita’ e rara correttezza – come leader in campo e fuori del campo, era gia’ un “mito”. Certo, la tragedia di quel terribile 15/10/1967 ha trasformato la “farfalla granata” in un mito incancellabile e irripetibile. Perche’ Meroni, forse anzi quasi inconsapevolmente, era destinato a diventare un leader. Un leader che ha anticipato i tempi. Nel campo attraverso il suo estro e la sua fantasia ineguagliabili e, soprattutto, fuori dal campo. Anticipatore nel costume, nella sua vita privata cosi’ travagliata e rocambolesca, nel rapporto con la tifoseria e l’opinione pubblica sportiva e non solo, nello stile di vita semplice e anticonformista. Insomma, Gigi era destinato a segnare in profondita’ la storia granata e quella del calcio italiano. Una sorta di George Best del calcio italiano per il suo gioco e il suo talento e, al contempo, un calciatore che anticipava i fermenti del ’68 e gli anni della contestazione e del grande cambiamento della societa’ italiana. E la stessa vasta pubblicistica che ha accompagnato in questi lunghi 48 anni anni la vita di Gigi Meroni e’ la conferma che la sua esperienza e’ piu’ viva che mai non solo nella vicenda granata ma anche in quella del calcio italiano e nella stessa storia del nostro paese.
Per questo Gigi continua a vivere nei nostro cuori. Ed e’ per questo che, per chi abita a Torino, quel corso Re Umberto all’altezza dell’ormai triste luogo del Bar Zambon, continua ad essere meta di un pellegrinaggio silenzioso e composto. Un luogo che ha strappato alla vita la farfalla granata ma anche un luogo destinato a ricordare, per sempre, un talento del calcio e della vita di tutti di giorni.
Giorgio Merlo

Terra Madre Salone del Gusto: buona la prima!

Cinque giorni di eventi fisici e digitali per riscoprire lo spirito di Terra Madre in tutto il mondo, nonostante il Covid-19

Dalla sede storica di Torino la kermesse si è ampliata al mondo


Alimentare la rete di Terra Madre in tutto il mondo, riunendo delegati, soci e attivisti intorno ai progetti più importanti di Slow Food, e mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sui temi per i quali l’associazione si batte, a maggior ragione in questo momento in cui i riflettori sono quasi del tutto puntati sulla crisi sanitaria: i primi cinque giorni di questa tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, al tempo del Covid, hanno confermato la bontà dell’intuizione degli organizzatori – Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino – che hanno accettato la sfida di sperimentare un evento rivoluzionato nei tempi, nei luoghi e nei format proposti. Questo esordio conferma che, anche nella nuova formulazione, l’evento riesce a conservare lo spirito che nelle passate edizioni lo ha reso unico al mondo e la capacità di trattare, con la voce autorevole di ospiti internazionali, temi quali la biodiversità agroalimentare come unica via per garantire il diritto a un cibo buono, pulito e giusto per tutti, e per affrontare la crisi climatica e ambientale, le storture dell’attuale sistema di produzione e distribuzione del cibo, le disuguaglianze economiche e sociali da esso causate.

Inoltre, questa formula ci permette di raggiungere un pubblico più vasto in ogni Paese del mondo grazie a contenuti online, in italiano e in altre lingue, sempre a disposizione dei visitatori della piattaforma www.terramadresalonedelgusto.com, senza vincoli di tempo e spazio.

Tutti i format sono fruibili gratuitamente. A sostegno di Terra Madre, ma soprattutto dei progetti che Slow Food porta avanti giorno dopo giorno in ogni angolo del pianeta, è stata lanciata la raccolta fondi Agire insieme per il bene comune.

«Questi primi giorni della manifestazione hanno costituito un banco di prova molto importante: abbiamo testato i format digitali, verificato la possibilità di organizzare eventi fisici in piena sicurezza e – soprattutto – confermato la nostra capacità di mantenere integra “l’anima” di Terra Madre. Durante le passate edizioni, grazie al dialogo diretto, gli abbracci e le ore trascorse fianco a fianco nei luoghi in cui si è sempre svolto l’evento, era facile respirare nell’aria quella magia che ha consentito la nascita di tanti progetti, tante relazioni, e ha garantito il consolidamento della stessa rete di Slow Food. I riscontri ricevuti in questi primi giorni ci confermano che abbiamo preso la strada giusta: l’energia che scorre dentro Terra Madre riesce a superare il distanziamento fisico e ci promette sei mesi di eventi che lasceranno il segno» commenta Paolo Di Croce, segretario generale di Slow Food.

Un esempio è l’alleanza contro la povertà alimentare fra tre grandi città del Nord Italia (Milano, Torino e Genova), lanciata dal sindaco meneghino Giuseppe Sala e subito accolta da Chiara Appendino e Marco Bucci, basata su progetti concreti, quali le azioni contro lo spreco, il recupero delle eccedenze e l’educazione alimentare. O il Manifesto del vino buono, pulito e giusto, lanciato da Slow Wine in trasferta al Sana di Bologna, che riunirà in una comunità Slow Food tutti i vignerons del mondo che producono il vino garantendo una crescita culturale, economica e sociale, etica e armonica sul loro territorio.

Significative le parole dei protagonisti della Staffetta intorno al mondo. «In India dove vivo e lavoro ben si vede l’impatto del cambiamento climatico sulle nostre vite. Colpisce i più poveri, i più marginalizzati. E questo nonostante tutti sappiano che sono il nostro modello di sviluppo, la nostra crescita, le nostre emissioni le cause della nostra autodistruzione. Diciamolo: oggi le vittime del cambiamento climatico sono i poveri ma domani lo saranno anche i ricchi» ci ha ricordato Sunita Narain, ambientalista e attivista indiana, direttrice generale del Centro per la scienza e l’ambiente, che ha partecipato alla puntata asiatica.

«L’umanità ha sempre considerato il cibo un elemento prezioso e poi all’improvviso gli ha tolto valore. Anzi oggi al cibo viene richiesto solo che sia economico e pronto, facile da mangiare. Ed è da qui che parte la nostra rivoluzione del cibo lento, un cibo che riacquista valore e si fa forte di principi di tutela, nutrimento, uguaglianza e rispetto della diversità. Non c’è un posto migliore del sistema scolastico pubblico per diffondere questi principi e su questo dobbiamo continuare a lavorare» ha rilanciato Alice Waters, cuoca e saggista statunitense, attivista per l’educazione alimentare, durante la puntata nordamericana.

«Dobbiamo ripensare al più presto questo modello di società, perché siamo tutti d’accordo sul fatto che il piatto più buono e nutriente sia quello più ricco di varietà e colori; però poi non si adotta lo stesso principio anche sul piano sociale. E noi abbiamo paura della monocoltura. E della “monoculturazione”. Perché ogni tipo di monocoltura uccide» sottolinea Célia Xakriabá, capa indigena del popolo Xakriabá, intervenuta nella puntata sudamericana.

Ma questa edizione di Terra Madre Salone del Gusto sono anche le centinaia di bambine e bambini che per la prima volta in tutta Italia hanno la possibilità di usufruire delle attività sulla biodiversità, grazie allo streaming del laboratorio organizzato per poter “entrare in classe” e ai kit didattici dedicati all’Arca del Gusto che decine di insegnanti stanno continuando a scaricare.

E se il sentimento di fraternità che lega delegati e attivisti, fondato sulla condivisione di idee e visioni, problematiche comuni e possibili soluzioni che superano lingue e confini, ha viaggiato attraverso la rete digitale nei forum, nelle parole degli esperti dei Food Talk, della Staffetta e delle conferenze, una Terra Madre inedita si è vissuta anche a Torino e in Piemonte. Qui la chiocciola ha raccontato i propri progetti attraverso gli orti urbani della periferia operaia di Torino, che la Comunità Slow Food Mirafood sta contribuendo a recuperare; le attività per le famiglie sulla gestione agroecologica degli orti nella stupenda Reggia di Venaria Reale e i percorsi ideati dai musei cittadini; il dialogo fra tradizioni gastronomiche lontane unite dagli stessi ingredienti e gli stessi principi che abbiamo visto nei Laboratori del Gusto a Eataly Lingotto e alla Piazza dei Mestieri. All’estero, nei giorni scorsi, i temi di Terra Madre Salone del Gusto hanno toccato, tra gli altri, la Gran Bretagna dove si è tenuto il Fringe festival; la Germania che ha dato il via alle attività sensibilizzando la cittadinanza sull’impatto della Pac sulle nostre tavole; le Filippine che hanno inaugurato i sei mesi di eventi fisici e on line sui temi della sicurezza alimentare in situazioni di crisi; il Montenegro con il Mercato della Terra dei prodotti tradizionali e dell’artigianato locale con oltre 40 espositori a Bijelo Polje; il festival Rebato a Castielfabib, in Spagna, un’esperienza di dialogo tra i contesti urbani e la natura.

«L’innalzamento della curva dei contagi, che proprio in questi giorni ha interessato tutto il mondo, Italia compresa, ha confermato la bontà della decisione che abbiamo preso in primavera: ospitare migliaia di delegati provenienti da ogni angolo del mondo sarebbe stato impossibile, e anche formule ridotte, con delegati ed espositori europei se non addirittura solo italiani, non sarebbero state realizzabili in condizioni di sicurezza. E nemmeno avrebbero avuto l’efficacia attesa. Nei format e le attività diffuse a cui abbiamo assistito in questi primi cinque giorni abbiamo invece trovato nuovi strumenti e linguaggi per raggiungere gli obiettivi di Terra Madre e già da queste ore siamo al lavoro per arricchire il palinsesto dei sei mesi. Intanto il calendario per i prossimi giorni è già ricco di appuntamenti: Terra Madre Salone del Gusto comincia oggi!» prosegue Di Croce.

Il viaggio di Terra Madre continua infatti con eventi fisici da vivere e digitali da rivivere comodamente da casa propria. Ecco i principali appuntamenti da non perdere nelle prossime settimane:

  • la Conferenza 20 anni in nome della biodiversità (sabato 17 ottobre alle 11 in presenza a Torino presso Nuvola Lavazza e in streaming sulla piattaforma) in cui Slow Food fa il punto su Presìdi e Arca del Gusto: numeri, protagonisti e prospettive future. La conferenza sarà l’occasione per lanciare il nuovo logo dei Presìdi Slow Food e per annunciare il millesimo prodotto dell’Arca del Gusto italiana. A raccontare il futuro dei progetti di tutela di Slow Food, le testimonianze di cinque produttori under 30 da diverse regioni italiane, la seconda generazione di custodi della biodiversità impegnata a salvare razze animali, varietà vegetali e tradizioni gastronomiche.
  • Domenica 18 ottobre in tutta Italia c’è la prima edizione di Presìdi aperti con decine di produttori che aprono le porte delle proprie aziende e laboratori di trasformazione per accogliere i consumatori e condividere una parte della loro quotidianità. Ecco qui i produttori che organizzano degustazioni e visite.
  • Sempre domenica 18, nell’ambito della quinta edizione del Festival della Partecipazione (a Bologna), Slow Food Italia anima due appuntamenti. Un hackaton dal titolo Noi giovani immaginiamo un mondo nuovo dedicato alla progettazione delle politiche necessarie per giungere allo scenario futuro auspicato, con premiazione delle proposte vincitrici. Il panel dal titolo La doppia crisi delle e degli invisibili: le distorsioni della filiera alimentare ai tempi di Covid-19 che indaga il rapporto tra partecipazione e filiera agroalimentare per capire come il coinvolgimento di lavoratori e lavoratrici, delle associazioni e dei consumatori può rendere equa la filiera agroalimentare.
  • Il 23 e 24 ottobre si parla di food policies con gli amministratori delle città che hanno firmato il Milan Urban Food Policy Pact, o che sono in via di adesione, e i delegati Slow Food riuniti per Terra Madre Bergamo. Due giorni, organizzati dal Comune di Bergamo, la Città di Milano e la Regione Lombardia, in cui verranno raccontati i migliori progetti su come nutrire le grandi città senza depauperare le risorse del pianeta. Al confronto tra i delegati – riuniti in laboratori tematici che seguono i percorsi indicati da Terra Madre Salone del Gusto 2020: Terre Alte, Terre Basse, Terre d’Acqua e Terre e città, con l’intento di elaborare gli impegni da raggiungere su ciascuna tematica – si affiancano appuntamenti e incontri rivolti alla cittadinanza tra i quali il Mercato della Terra di Bergamo.
  • Per uno sguardo all’estero ci soffermiamo sulla terza edizione di Terra Madre Brasile dal 17 al 22 novembre. Agli incontri virtuali partecipano agricoltori, attivisti, pescatori artigianali, casari, apicoltori, quilombolas (discendenti e testimoni delle comunità di ex schiavi), popolazioni indigene, giornalisti e cuochi che compongono la grande rete di Slow Food. Tre i temi principali: cultura alimentare e biodiversità, educazione al cibo e sicurezza alimentare, in particolare nelle scuole, impatto politico e mobilitazione della società civile.

La più importante manifestazione dedicata al cibo buono, pulito e giusto, è organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte con il patrocinio di Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. L’edizione 2020 di Terra Madre Salone del Gusto è possibile grazie al sostegno delle aziende che credono nel progetto. Tra tutte citiamo i Platinum partner: Pastificio Di Martino, Unicredit, Lavazza, Acqua S.Bernardo, Quality Beer Academy; i Gold partner: Agugiaro&Figna, Astoria, BBBell. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Con il contributo di IFAD, UE. In collaborazione con SANA e Turismo Torino e Provincia.

Con “Quartieri solidali” un aiuto alle famiglie in difficoltà

In questo periodo di grave crisi per molti, la Fondazione Cascina Roccafranca, in collaborazione con la Circoscrizione 2, ha attivato il progetto “Quartieri solidali”con lo scopo di sostenere le famiglie in difficoltà a Mirafiori.

In questa fase del progetto l’aiuto sarà dedicato in particolar modo alle famiglie con bambini piccoli da 0 a 6 anni. A questo scopo si sta lavorando su due fronti, da un lato una raccolta fondi per acquistare prodotti per la prima infanzia, dall’altro una raccolta di prodotti per bambini che si realizza in Cascina.


In 13 anni di attività la Cascina Roccafranca è diventata il cuore del quartiere di Mirafiori Nord. Un centro culturale, un luogo di aggregazione, un contesto per sviluppare forme di cittadinanza attiva e un centro civico innovativo. Il ruolo che svolgiamo per il quartiere è importante e, anche in questo momento di difficoltà per tutti, la Cascina Roccafranca vuole essere presente e sostenere la comunità.

Come funziona “Quartieri solidali”?

La donazione di prodotti per bambini

COSA PUOI DONARE:

– Pannolini

– Libri e giocattoli prima infanzia in buono stato

– Album in bianco e da disegnare

– Pennarelli, matite, colori, ecc.

Puoi portarli in Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Torino: lunedì e giovedì ore 9,30 – 12 martedì e mercoledì ore 15,30- 18

La donazione in denaro

Puoi fare una donazione sul conto corrente che Fondazione Cascina Roccafranca ha appositamente attivato e ci occuperemo noi di acquistare i prodotti necessari alle famiglie in difficoltà del quartiere.

Dona sul conto corrente è intestato a Fondazione Cascina Roccafranca

IT 94M0501801 000000016976318

Per informazioni: Cascina Roccafranca, via Rubino 45 – Torino

Tel. 011 01136250 – mail: inforoccafranca@comune.torino.it

Opening doors alla Holden

Torna il 13, 14 e 15 ottobre presso la scuola Holden Opening Doors, l’evento in cui gli allievi della Scuola Holden che stanno per diplomarsi presentano in anteprima i loro progetti migliori a un pubblico di professionisti del mercato editoriale,  di produzione TV e cinematografica, che lavorano nel mondo dell’informazione o in campo aziendale.

Ogni giornata è dedicata a un settore diverso della narrazione: martedì 13 ottobre verranno presentate le storie per il cinema e la TV; mercoledì 14 ottobre si potrà ascoltare un assaggio di racconti e romanzi; giovedì 15 ottobre sarà il giorno dedicato alle idee per brand, web e giornalismo

Tra gli ospiti della giornata dedicata ai progetti editoriali quest’anno sono attesi i rappresentanti di Einaudi, Garzanti, Marsilio, NN editore, Feltrinelli, Mondadori, Salani, Rizzoli, MalaTesta Literary Agency, Alferj e Prestia e The Italian Literary Agency. Ad ascoltare i pitch cinematografici e televisivi, invece, arriveranno case produttrici come LaEffe, Rai Pubblicità, Cattleya, Sky Tv, Lotus Production, Film Commission Torino e Aurora Tv. Nella giornata dedicata a web, brand e mondo dell’informazione saranno ospitati, tra gli altri, Barabino, il Museo Egizio di Torino, Aliverti & Associati, Eggers, Il Post, Il Messaggero, Sony, Luz, Alchemy, Domino e Leo Burnett

 

Micol e Andrea, gli acrobati torinesi incantano in tv

Oltre 4 milioni di spettatori hanno assistito su Canale 5 all’adagio acrobatico dei giovani artisti piemontesi vedette di grandi produzioni internazionali

A Tu si que vales gli acrobati torinesi Micol Veglia e Andrea Cerrato, incantano tutti con una intensa performance

I due acrobati hanno conquistato l’unanimità della giuria e la quasi totalità del pubblico nella puntata di Tu si que vales in onda sabato 11 ottobre con una inedita performance di Roue Cyr in coppia realizzata durante il lockdown, sfruttando la pausa forzata delle rispettive tournée internazionali

La puntata di Tu si que vales di sabato 10 ottobre si è aperta con l’esibizione di una coppia di acrobati torinesi: Micol Veglia e Andrea Cerrato, insieme anche nella vita che hanno incantato i giudici e il pubblico con un emozionante numero di Roue Cyr, l’ormai nota ruota canadese inventata da Daniel Cyr.

Andrea, 31 anni, è uno dei massimi interpreti italiani di questa disciplina con cui fino a prima del lockdown era impegnato in grandi produzioni internazionali come “Le Cirque With The World’s Top Performers” e “Circo Zoè” condividendo il palco con artisti di fama mondiale come Anatoly Zalievsky, Viktor Kee e Yves Decoste. Due anni fa si aggiudicò un Guinness World Record nel programma condotto da Enrico Papi, compiendo in 30 secondi 48 giri consecutivi sul pavimento, realizzando la figura nota in gergo tecnico come “la moneta”, battendo il precedente primato (45 giri in 30 secondi) detenuto da un collega cinese. La compagna Micol, 29 anni, è una acrobata aerea con una lunga formazione nell’ambito nella ginnastica artistica, prima di entrare a far parte dei Sonics e successivamente della compagnia svizzera Finzi Pasca con cui era in tournée fino a febbraio scorso.

“Questo numero è nuovo per noi, l’abbiamo creato grazie al lockdown. Nonostante siamo fidanzati da due anni ci vediamo poco durante l’anno, siamo sempre in tournée, magari in nazioni diverse, riusciamo a trascorrere poco tempo insieme – spiegano Micol e Andrea – Il lockdown è stata l’occasione per creare un numero insieme, allenarci insieme e sviluppare esercizi e figure in coppia. La proposta di Tu si que vales ci ha dato lo stimolo per intensificare gli allenamenti e creare un numero nuovo che ora è all’inizio ma che ci piacerebbe perfezionare e migliorare. Il buon riscontro del passaggio televisivo ci incoraggia a portare avanti questo progetto in coppia”.

Il numero di Micol e Andrea, che porta in scena la loro relazione, il sentimento che li unisce, la passione che li ha fatti incontrare, è stato il primo della serata, una puntata che ha vinto la battaglia dell’audience con le reti concorrenti, registrando un 24,52 % di share per un totale di 4.357.000 spettatori. Una performance intensa ed emozionante che ha convinto i quattro giudici Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi e Teo Mammuccari (4 i “vale” ottenuti) oltre che il pubblico in studio, con il 99% in loro favore. I giudici hanno speso parole di elogio nei loro confronti, non solo rispetto alla tecnica portata in scena, ma anche e soprattutto alle emozioni trasmesse.

Per Micol, abituata a volare, a compiere evoluzioni vertiginose a grande altezza, è stata una nuova sfida quella di cimentarsi con la ruota canadese, sfida doppia considerando un recente infortunio occorsole in Messico durante uno spettacolo a seguito del quale si ruppe i legamenti. Dopo lo scoramento iniziale Micol non si è data per vinta, ha fatto riabilitazione e poi ripreso gli allenamenti per tornare in scena prima possibile e lanciandosi in questa nuova impresa.

Oggi Micol e Andrea risentono come la quasi totalità degli artisti impegnati nello spettacolo dal vivo, degli effetti devastanti della pandemia: “La partecipazione allo show di Canale 5 ci ha dato l’opportunità di tornare in scena – raccontano Andrea e Micol – ne avevamo bisogno, per lo spirito e per il fisico. Per effetto del virus ci sono saltati tutti i contratti per i prossimi mesi, le tournée sono interrotte e rinviate alla primavera, gli spettacoli annullati. Sfruttiamo questo periodo per proseguire gli allenamenti, lavoriamo sulle prossime creazioni, sperando di poter quanto prima presentare ad un pubblico numeroso dal vivo. Abbiamo tanti progetti e nuove idee che aspettano solo di poter vedere la luce”.

A Torino – Lingotto nuovo posto di controllo delle ferrovie

Avviati gli interventi per un investimento di 15 milioni di euro

Al via gli interventi di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) per la realizzazione del nuovo Posto Centrale di controllo della circolazione ferroviaria a Torino.

Il nuovo edificio tecnologico collocato nella zona di Torino Lingotto ospiterà la nuova sala di comando e controllo della circolazione ferroviaria del Piemonte e della Valle d’Aosta e sarà costruita con tecnologie e apparati ferroviari di ultima generazione.  La posizione del fabbricato è strategica, al centro del nodo ferroviario di Torino, nel cuore delle principali linee piemontesi dal Sistema Ferroviario Metropolitano ai collegamenti in direzione Modane, Genova e Milano.

Le attività del cantiere, già avviate, avranno la durata di 30 mesi per un investimento di Rete Ferroviaria Italiana di 15 milioni di Euro.

CARATTERISTICHE DEL NUOVO EDIFICIO:

  • 30.000 metri quadrati studiati integrando l’edificio al contesto urbano in cui è inserito,
  • progettato con giochi di linee, lucernari e sistemazioni a verde che rendono piacevole l’estetica ben visibile dalla vicina Passerella Olimpica
  • sostenibilità dal punto di vista del risparmio energetico con una riduzione dei consumi e anidride carbonica emessa grazie alla razionalizzazione delle tecnologie, unita ai più avanzati sistemi di distribuzione dell’energia e del condizionamento degli ambienti.

Tutte le attività del personale che gestirà il traffico ferroviario all’interno del nuovo edificio, in una sala di oltre mille metri quadrati, saranno così accentrate e ottimizzate presso un’unica sede con molteplici vantaggi:

  • migliore coordinamento,
  • facilità di comunicazione ed una maggiore tempestività in caso di criticità alla circolazione ferroviaria,
  • riduzione dei tempi di intervento
  • migliori standard di puntualità e regolarità del servizio

Gli appuntamenti al Centro Congressi dell’Unione industriale

UNO SPETTACOLO D’AUTUNNO

L’appuntamento successivo cadrà nuovamente di lunedì 12 ottobre, sempre alle ore 15.00, e l’ospite sarà Serena Uccello, vicecaposervizio al Sole 24 Ore, attualmente lavora per la redazione online: scrive di Cultura ed è social media editor. Con lei Filomena Greco, un’altra giornalista de Il Sole 24 Ore. Il libro che sarà al centro della chiacchierata pomeridiana sul palco di Via Vela, è “La nostra casa felice”, edito da Perrone Editore. Da sempre sensibile a temi di carattere sociale, il romanzo di Serena Uccello parla di violenza, di crimine e di un inestricabile intreccio tra mondi diversi, quello della polizia e quello della malavita.
Argentina è una poliziotta in servizio alla squadra mobile di Reggio Calabria e si occupa di intercettazioni. Ascolta parole ma soprattutto silenzi, li interpreta, coglie le connessioni, sviluppa indagini. Assegnata al gruppo ricerca latitanti entra nelle case, nelle vite. A un tratto nelle indagini di Argentina entra Nunzia. Quasi coetanee, Nunzia è infatti la figlia di Gregorio boss della Piana di Gioia Tauro. Argentina ha partecipato alle indagini che hanno portato alla cattura di Gregorio e alla fuga di Domenico, fratello di Nunzia. Così, per inseguire quest’ultimo Argentina comincia ad “ascoltare” Nunzia. Impara a conoscerla. In progressione le domande di Nunzia cominciano a essere i dubbi di Argentina. Le incertezze dell’una diventano parte dell’altra. Argentina entra in Nunzia, Nunzia entra in Argentina. Nunzia dopo l’arresto del padre e la latitanza del fratello viene risucchiata dagli affari della famiglia e si rende conto che rischia di perdere i figli. Ed è proprio la figlia Miriam con il suo comportamento “puro” a mettere in crisi la madre. Più cresce la crisi di Nunzia, più matura l’inquietudine di Argentina. Prima piccoli segnali, poi quasi certezze. Chi è realmente l’uomo che le sta affianco? Nunzia deve salvare i figli dalla contaminazione nel momento in cui Argentina sente che la contaminazione sta entrando nella sua casa, nella sua vita.
Ma quando la violenza, criminale, permea ogni aspetto del vivere, quale salvezza può esserci?

I MARTEDI’ SERA

Il secondo incontro, martedì 13 ottobre sempre alle ore 21.00, vedrà protagonista Chicco Testapseudonimo di Enrico Testa, dirigente d’azienda, dirigente pubblico e politico italiano a colloquio con Paolo Griseri – vicedirettore La Stampa -, interviene Silvio Marioni, presidente del Gruppo Gomma Plastica UI To e CEO di Tekspan, del gruppo Sogimi. Con l’occasione presenterà il suo nuovo libro dal titolo “Elogio della crescita felice. Contro l’integralismo ecologico”, edito da Marsilio Editore. Da sempre sensibile a temi di carattere ambientale, ha ricoperto il ruolo prima di segretario nazionale e successivamente di presidente nazionale di Legambiente dal 1980 al 1987, oltre ad aver contribuito a fondarla.

Che sia in parlamento, sui social o a cena tra amici, oggi tutti si dichiarano convintamente «ambientalisti». Ma se in questa categoria rientrano opinioni spesso in contraddizione tra di loro, negli ultimi tempi sembra essersi imposta un’unica narrazione, che vede nella parte della vittima, assediata dalla presenza umana, il pianeta Terra, e come unica soluzione per evitare l’estinzione quella di rallentare la corsa del progresso, e decrescere così felicemente verso un mondo più giusto e sostenibile per tutti. È la stessa ideologia che, sull’esempio di Greta Thunberg, ha portato migliaia di giovani in piazza al grido di «la nostra casa è in fiamme!», o che ha spinto eminenti intellettuali a domandarsi se in tempi di pandemie globali e deforestazioni selvagge non fossimo diventati «noi il virus della Terra». A queste teorie spesso infondate Chicco Testa, che di temi ambientali si è occupato prima come presidente di Legambiente e poi di Enel, oppone un punto di vista consapevole e di ampio respiro, ponendo la necessità di sostenere il progresso scientifico ed economico, unico in grado di migliorare l’efficienza energetica, diminuire l’inquinamento atmosferico e garantire ricchezza e benessere per le generazioni future. Passando dai falsi miti dell’agricoltura biodinamica e della pericolosità degli Ogm a casi concreti come quelli di Ilva, Tap e 5G, l’autore offre un vademecum per difendersi dagli estremismi dell’ecologismo radicale e ribadire che il principale nemico dell’ambiente non è l’uomo, ma la povertà.

MEZZ’ORA CON…
Il secondo incontro, mercoledì 14 ottobre alle ore 15.30, vedrà ospite l’Ing. Paolo Gay, professore Ordinario di Meccanica Agraria presso il Dipartimento di Scienze Agrarie Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, in cui è vicedirettore. In questo colloquio si analizzeranno le modalità di nascita e sviluppo, nell’esperienza dell’intervistato, delle fruttuose collaborazioni di ricerca tra enti di ricerca & università, PMI e/o grandi imprese. Dalle consulenze, a progetti di ampio respiro, di “filiera”, co-finanziati da enti territoriali nazionali (Poli Innovazione, POR-FESR ecc.) o dalla comunità europea. Saranno discusse le dinamiche di interazione, di coordinamento e di gestione dei risultati, il tutto basato su esempi e aneddoti attinti da alcuni esempi di progetti condotti dall’unità di ricerca dell’intervistato.

I biglietti d’ingresso gratuiti potranno essere scaricati dal sito www.centrocongressiunioneindustriale.it

Gli incontri si terranno presso il Centro Congressi, Via Vela 17 –  Torino.

Per informazioni è possibile telefonare allo 011/57.18.277

2