Cosa succede in città- Pagina 331

Carlo Petrini inaugura la prima tappa del salone della csr e dell’innovazione sociale

Riparte la più importante manifestazione in Italia dedicata alla CSR

SOSTENIBILITÀ, NUOVI MODELLI PER RILANCIARE
L’
INNOVAZIONE SOCIALE IN TEMPI DI PANDEMIA

 Le reti di comunità al centro di un cambio di passo in tema di sostenibilità. È quanto ritiene fondamentale, nel complesso periodo che il nostro paese sta attraversando, Carlo Petrini, presidente di Slow Food, che lancerà un messaggio importante sul cambiamento sostenibile alla prima tappa della nona edizione de Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale, focalizzato quest’anno su Rinascere sostenibili: “Oggi, in un contesto di crisi pandemica, economica e climatica, è più che mai necessario che qualcuno si faccia carico di attuare, in maniera armoniosa, le idee e le iniziative che la parola sostenibilità racchiude – afferma Petrini – È giunto il momento di sviluppare una rete di comunità che sia in grado di sovvertire dei paradigmi ormai insostenibili”.

La più importante manifestazione in Italia dedicata ai temi della sostenibilità parte anche quest’anno da Torino, giovedì 21 gennaio 2021 dalle ore 10 alle ore 11:30. L’evento avrà un focus su Beni comuni e comunità resilienti e sarà trasmesso in diretta streaming. È possibile partecipare gratuitamente iscrivendosi al seguente link: www.csreinnovazionesociale.it/tappa/torino2021/

“La tappa di Torino del Giro d’Italia della CSR mette al centro dell’attenzione il tema dei beni comuni – spiega Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – argomento strettamente collegato allo sviluppo sostenibile dei territori: la sfida per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 si gioca infatti a livello globale ma anche locale. I territori diventano sempre più importanti per la salvaguardia e la valorizzazione anche dei beni comuni, beni a titolarità diffusa, che appartengono a tutti e a nessuno, a cui ognuno deve poter accedere ma nessuno può vantare pretese esclusive”.

Il corso di voci bianche del Teatro Regio: al via una nuova scuola di canto

Una Scuola di canto corale per bambini è il nuovo impegno del Teatro Regio, un’occasione per avvicinarsi al canto, per perfezionarsi, per iniziare una importante esperienza formativa, per entrare a far parte della “famiglia Teatro Regio”.

«Cantare in coro è un gioco bellissimo da trattare con enorme serietà – afferma il commissario Rosanna Purchia – per questo motivo, insieme al Direttore artistico Sebastian F. Schwarz, ho deciso di ampliare l’offerta formativa che il Regio porta avanti da anni, e dare il via a una vera e propria Scuola di canto corale con un’attività continuativa che inizierà a marzo con una lezione di circa un’ora alla settimana, ovviamente a distanza e che, non appena l’emergenza sanitaria cesserà, proseguirà con due lezioni in presenza alla settimana. Sono, quindi, molto felice di poter dare una risposta concreta alle lettere che ci hanno scritto i genitori dei ragazzi chiedendoci di non interrompere il loro percorso formativo e umano, ragazzi già molto penalizzati dalla solitudine imposta dalla didattica a distanza».
Il Maestro Claudio Fenoglio, instancabile e appassionato Direttore e ‘allenatore’ della squadra di giovani cantori, ha ideato un programma articolato che abbraccia diversi gradi di complessità: dall’avvicinamento al canto, alla lettura della musica, alla disciplina corale. Al termine del corso, i partecipanti saranno valutati dal Direttore del Coro al fine di proseguire il percorso di formazione artistica, che potrà portare all’ammissione nel prestigioso Coro di voci bianche del Teatro Regio, protagonista di molti concerti e di importanti produzioni operistiche.
Per capire meglio quanto sia importante per un bambino far parte di un Coro riportiamo alcune frasi tratte dalla corrispondenza con i genitori: «Non esiste prezzo per quello che abbiamo ricevuto: abbiamo visto i nostri figli crescere e cambiare in meglio, affrontare ore e ore di studio e prove contemporaneamente agli impegni scolastici ma sempre con grande gioia, entusiasmo e serenità. Hanno avuto e trovato, oltre alla grande magica famiglia del teatro, un grande Maestro, capace di coltivare in loro la passione, la ricerca, l’entusiasmo, la raffinatezza, la bellezza».
Iscriversi è facile: è sufficiente avere tra i 7 e i 12 anni, e compilare i moduli presenti on line su www.teatroregio.torino.it/selezione-personale#vocibianche. La domanda di ammissione dovrà pervenire entro il 6 febbraio 2021.
Il Teatro Regio inoltre, con il supporto di Donors, vuole istituire un fondo per erogare borse di studio per favorire la più alta partecipazione possibile, quindi, se ritenete importante questo progetto per una crescita umana e artistica dei ragazzi, potete contribuire al fondo usufruendo inoltre delle detrazioni previste dall’Art bonus www.teatroregio.torino.it/il-regio-te/art-bonus.
Cantare in un Coro, a detta di tutti coloro i quali lo hanno fatto, è una delle esperienze più belle che si possano vivere, come dice anche Anna Netrebko, stella indiscussa dei palcoscenici del mondo e testimonial di diverse organizzazioni umanitarie rivolte all’infanzia, tra cui la Russian Children’s Welfare Society, di cui è direttrice onoraria, e che in una intervista ha dichiarato: «La felicità dei giovani è molto importante per me. Vorrei creare un festival per i giovani: sarebbe gioioso e spettacolare, e migliorerebbe le loro vite».

McDonald’s e Fondazione Ronald McDonald doneranno, con Banco Alimentare, 300 pasti caldi a settimana

“Sempre aperti a donare”: un’iniziativa a sostegno delle comunità locali partita in diverse città e che porterà entro marzo 2021 alla distribuzione di 100.000 pasti caldi alle strutture che offrono accoglienza a persone in difficoltà

Torino, 18 gennaio 2021 – L’iniziativa Sempre aperti a donare arriva a Torino, dove McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald doneranno 300 pasti caldi ogni settimana, per 8 settimane, a diverse strutture caritative del territorio individuate da Banco Alimentare Piemonte.

I ristoranti McDonald’s di Corso Giulio Cesare, Via P. Cossa angolo Corso Regina Margherita, così come quelli di Rivoli in Corso Primo Levi, di Beinasco in Via Torino angolo con Via Falcone presso il centro commerciale Le Fornaci, di Venaria in Corso Garibaldi angolo con Via Druento e di Grugliasco in Via Crea presso il centro commerciale Shopville Le Gru saranno coinvolti da vicino nel progetto. I team di lavoro dei ristoranti si occuperanno della preparazione dei pasti, ritirati e distribuiti dai volontari di Banco Alimentare Piemonte alle seguenti strutture caritative del territorio: Arcidiocesi di Torino – Ufficio per la Pastorale dei Migranti – Comunità Madian, Chiesa Cristiana Evangelica Issacar, Parrocchia S. Luca Evangelista, Parrocchia Natività Maria Vergine di Venaria, Associazione Cenacolo Eucaristico Trasfigurazione.

Le donazioni nella città di Torino, nella cui provincia McDonald’s conta 27 ristoranti, fanno parte del progetto Sempre aperti a donare, lanciato da McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Con la volontà di dare conforto anche oltre il periodo natalizio, l’iniziativa prevede la donazione di 100.000 pasti caldi che verranno distribuiti entro la fine di marzo alle strutture caritative che assistono famiglie e persone fragili in diverse città italiane.

Questa iniziativa conferma e consolida l’impegno che lega McDonald’s e Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald al Paese e alle comunità locali con l’obiettivo di contribuire ad alimentare il circolo virtuoso generato dalle associazioni benefiche con cui collaborano, specie nel difficile momento che stiamo attraversando, segnato dall’emergenza Covid.

“Ruote ferme, pedoni salvi”: al via il progetto di sicurezza stradale

A metà del mese di dicembre, la Giunta Comunale ha approvato il protocollo d’intesa tra Il Corpo di Polizia Municipale e la  Onlus  AFVS – Associazione Familiari e Vittime della Strada – per la realizzazione del progetto di sicurezza stradale “Ruote ferme, Pedoni salvi”.

 

Si tratta della prima applicazione in Italia sulla possibilità di impiego di persone sottoposte a condanna in attività di sicurezza stradale.

 

Grazie ad una Convenzione stipulata con il Ministero della Giustizia, AFVS collabora dal 2018 con il Tribunale di Torino e con l’UIEPE – Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna – di Torino, prendendo in carico gli indagati/imputati per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità ai fini della messa alla prova e/o condannati ai lavori di pubblica utilità quale pena sostitutiva.

 

Il progetto ha ricevuto anche il patrocinio dallo stesso Ministero della Giustizia “Ruote ferme, pedoni salvi” e si pone l’obiettivo di rafforzare, nelle persone accusate di condotte illecite, sentimenti di legalità e affermare la cultura del bene pubblico, nonché la diffusione di azioni volte alla sicurezza stradale atte a prevenire, educare e sensibilizzare la collettività con l’intento di ridurre l’incidentalità stradale. Attraverso l’affiancamento delle persone imputate/indagate/condannate al personale della  Polizia Municipale, si vuole inoltre valorizzare un contatto effettivo con la legalità rappresentata, stimolare il senso di responsabilità e favorire la comprensione della dimensione sociale e relazionale dei fatti illeciti.

 

Il protocollo d’intesa è dunque finalizzato all’istituzione di figure di riferimento, denominate “assistenti pedonali”, che possano collaborare con il Corpo di Polizia Municipale di Torino tramite servizi di vigilanza del territorio urbano, in particolar modo presidiando gli attraversamenti pedonali laddove risulti una scarsa illuminazione o un particolare volume di traffico, come ad esempio davanti alle scuole, agli Uffici Giudiziari, alle palestre, alle discoteche o a qualunque altro luogo di aggregazione sociale.

 

L’AFVS  effettuerà  una selezione preliminare tra gli indagati/imputati/condannati presi in carico e individuerà le persone in possesso dei requisiti d’idoneità per prendere parte al progetto “Ruote ferme, pedoni salvi”. L’attività (non retribuita) in favore della collettività sarà svolta secondo le modalità indicate nell’ordinanza di sospensione del procedimento con messa alla prova nella quale il Giudice indica il tipo e la durata del lavoro di pubblica utilità, così come nella sentenza relativa alla pena sostitutiva.

 

La  Polizia Municipale organizzerà un breve corso di formazione rivolto agli utenti presi in carico di volta in volta dall’AFVS, mentre i luoghi da presidiare saranno concordati in base   alle esigenze di entrambi i soggetti coinvolti, prediligendo gli attraversamenti pedonali posti davanti alle scuole, agli Uffici Giudiziari, alle palestre e alle discoteche. I turni, invece,  dovranno essere stabiliti in base alle ore assegnate dal Giudice sulla base del programma di trattamento stilato dall’UIEPE di Torino.

 

Alle persone selezionate per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità, AFVS fornirà gli elementi di riconoscibilità (abbigliamento catarifrangente riportante la dicitura “assistente pedonale” composto da pettorina e cappellino) e l’attrezzatura prevista (paletta con led luminoso) che garantirà la visibilità e la sicurezza degli addetti.

 

 

L’ Associazione Familiari e Vittime della Strada  provvederà anche all’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, che sarà garantita tramite e con il sostegno dell’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro).

 

 

Le città – ricorda la Sindaca Chiara Appendinosono oggi il luogo dove è più alta la probabilità del verificarsi di incidenti e a farne le spese, spesso, sono i pedoni. Per evitare che ciò accada è necessario agire su più fronti: occorre sicuramente proseguire con la realizzazione di interventi sulle infrastrutture, ma serve anche continuare a spingere sull’educazione civica, sul rispetto delle regole e su una vera e propria diffusione più ampia possibile della cultura della sicurezza.

Da questo punto di vista il lavoro da fare è ancora molto – sottolinea la prima cittadina – e iniziative come  “Ruote ferme, pedoni salvi” rappresentano certo un contributo importante e concreto per cogliere l’obiettivo di rendere le nostre strade sempre più sicure per tutti”.

 

 

Il Comandante della Polizia Municipale, Emiliano Bezzon, ha accolto con entusiasmo il progetto promosso da AFVS, ritenendolo unico nel suo genere e in grado di consentire alla gente di capire il senso profondo della sicurezza stradale attraverso azioni visibili e tangibili: “Questo progetto ha una duplice valenza sociale: da un lato, consente a chi ha sbagliato di rendersi parte attiva per gli altri e, dall’altro, permette ad ogni cittadino di cogliere un importante valore di testimonianza oltre che di pubblica utilità. Alimentare il senso di responsabilità per creare una cultura del bene pubblico, del rispetto della legalità e del senso civico attraverso azioni di pubblica utilità che hanno come obiettivo il miglioramento della sicurezza stradale ”.

 

 

Il Presidente dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada, Giacinto Picozza: “Il Progetto “Ruote ferme, pedoni salvi”, elaborato dall’AFVS – Associazione Familiari e Vittime della Strada ONLUS, nasce con l’intento di salvaguardare gli utenti più deboli della strada, ossia i pedoni. Figura centrale del progetto è l’Assistente pedonale, ovvero colui che presidierà gli attraversamenti pedonali, agevolando il transito dei pedoni. L’Associazione, in collaborazione con il Corpo di Polizia Municipale di Torino, metterà a disposizione della città, già nel mese corrente, 10 utenti che dovranno svolgere lavori di pubblica utilità ai fini della messa alla prova e/o condannati ai lavori di pubblica utilità quale pena sostitutiva in carico all’UIEPE di Torino, alla luce della Convenzione con il Ministero della Giustizia sottoscritta nel novembre 2018. L’intento del progetto è quello, da un lato di assicurare una maggiore tutela per gli utenti deboli della strada, dall’altro rieducare gli utenti in messa alla prova che hanno commesso un reato in violazione al Codice della Strada. Tale attività consentirà loro di interiorizzare la gravità del reato commesso e rafforzare sentimenti di legalità, affermando la cultura del bene pubblico. Il progetto “Ruote ferme, pedoni salvi” è finanziato dal Fondo Vittime della Strada, istituito dall’Associazione, nel quale convergono le donazioni/versamenti nell’ambito della messa alla prova e giustizia riparativa”.

 

Torino Airport sempre più green 

Ottenuta la certificazione al Livello 2  del programma internazionale Airport Carbon Accreditation  di ACI Europe per la sostenibilità ambientale 

  

 L’Aeroporto di Torino è stato certificato al Livello 2 ‘Riduzione’ del programma di sostenibilità ambientale Airport Carbon Accreditation – il protocollo comune per la gestione attiva delle emissioni negli aeroporti attraverso risultati misurabili – promosso da ACI Europe, l’associazione degli aeroporti europei. Un passo avanti nella strategia di sostenibilità ambientale dell’Aeroporto di Torino.

Il Livello 2 di certificazione richiede il soddisfacimento di tutti i requisiti di accreditamento di Livello 1 ‘Mappatura’ (sviluppo di un inventario dettagliato delle emissioni di carbonio), già conseguito dallo scalo di Torino nel 2018. Inoltre, la certificazione di Livello 2 implica anche la predisposizione di un piano attuativo per il raggiungimento di un ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni di carbonio: nel caso di Torino, il traguardo fissato per il prossimo triennio 2021-2023 è il dimezzamento delle emissioni di CO2 rispetto all’anno base 2017*garantito da investimenti per aumentare l’efficienza dei sistemi più energivori e dall’acquisto di energia elettrica solo da fonte rinnovabile certificata.

Finora, nel triennio 2017-2019 Torino Airport è già riuscito a ridurre le sue emissioni di CO2 del -10,43%, l’equivalente di 1.350 tonnellate metriche grazie a queste iniziative:

  • una nuova centrale di climatizzazione estiva con gruppi frigoriferi ad altissima efficienza;
  • la sostituzione di generatori di calore con nuove apparecchiature ad alta efficienza e basse emissioni;
  • la sostituzione dei corpi illuminanti con nuove apparecchiature a LED e installazione di sistemi automatici di regolazione del flusso luminoso;
  • il potenziamento dei sistemi di monitoraggio dei consumi e di gestione degli impianti di climatizzazione.

Lanciato dall’Airport Council International (ACI) Europe nel 2009, il programma Airport Carbon Accreditation consente agli aeroporti di valutare i progressi compiuti nella gestione della propria carbon footprint. Il protocollo Airport Carbon Accreditation comprende in tutto 6 livelli di certificazione climatica: mappatura, riduzione, ottimizzazione, neutralità, trasformazione e transizione. L’amministrazione del programma è gestita da una società di consulenza ambientale WSP, che garantisce un’implementazione imparziale. Inoltre, le valutazioni per la concessione della certificazione sono controllate accuratamente da verificatori indipendenti.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport ha dichiarato: “Abbiamo assunto un importante impegno verso l’ambiente e la comunità, aderendo all’obiettivo NetZero 2050 promosso da ACI–Airports Council International, che ci porterà alle emissioni zero nei prossimi 30 anni. La certificazione al Livello 2 dell’Airport Carbon Accreditation rappresenta un tassello fondamentale in questo percorso di sviluppo e un riconoscimento del fatto che stiamo seguendo la strada giusta, per l’industria dell’aviazione e per le generazioni future. Ogni anno, i risultati del nostro lavoro producono notevoli risparmi di CO2 e ora andranno anche ad alimentare il dato globale di riduzione di carbonio, raggiunto dagli aeroporti attivi nel programma Airport Carbon Accreditation. Associandoci a questa crescente comunità di aeroporti sensibili al clima, riconosciamo che il cambiamento climatico è una questione globale che richiede un’azione collettiva a livello di settore”.

Olivier Jankovec, Direttore Generale di ACI Europe, ha dichiarato: “Ci vuole visione e duro lavoro da parte dell’intero team dell’aeroporto per ottenere riduzioni tangibili di CO2 anche in tempi normali. Aumentare le proprie ambizioni sul fronte climatico nel mezzo di una pandemia paralizzante è davvero eccezionale. L’aggiornamento dell’Aeroporto di Torino al secondo livello di Airport Carbon Accreditation, ‘Reduction’, è un tributo al loro impegno e determinazione e un esempio del progresso in corso del nostro settore verso un futuro sostenibile. Bravissimi!”

Covid-19 e patologie: un Centro per le terapie salva-vista

Gli esperti della Clinica Oculistica universitaria della Città della Salute di Torino: i pazienti con edema maculare diabetico non devono interrompere le cure. Grazie alla telemedicina ed all’Intelligenza Artificiale, alla Città della Salute di Torino  a lungo termine

Per gli oltre 300.000 diabetici in Piemonte l’edema maculare diabetico può essere la principale causa di grave perdita visiva fino alla cecità, ma la paura del Covid rischia di tenere i pazienti lontani dagli ospedali

Diagnosi precoce, trattamenti tempestivi ed appropriati sono fondamentali per salvare la vista.

 

I pazienti diabetici con retinopatia diabetica ed edema maculare non dovrebbero interrompere il loro percorso terapeutico per timore del Covid-19. A Torino il centro maculopatie della Clinica universitaria della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Michele Reibaldi) oggi consente di valutare e trattare i pazienti con complicanze oculari secondarie a diabete attraverso percorsi dedicati che consentono di ridurre i tempi di attesa altrimenti troppo lunghi per garantire dei risultati ottimali. Inoltre, è stata avviato un percorso specifico per accedere alle terapie intravitreali, che danno dei risultati a lungo termine, consentendo di ridurre il numero di somministrazioni e quindi gli accessi in ospedale ed i rischi correlati. Se invece vengono interrotte le cure, il vero rischio è quello di perdere i benefici della terapia, causando una ripresa della maculopatia, in alcuni casi irreversibile.

In Piemonte le persone con diabete sono circa 300.000, di cui oltre 20.000 soffrono di edema maculare diabetico. Offuscamento della visione centrale, visione deformata, difficoltà nella percezione dei colori e, in alcuni casi, riduzione della visione notturna: sono questi i principali sintomi di questa complicanza del diabete che, se non controllata, nel lungo periodo può provocare danni gravi ed irreversibili alla retina, mettendo a rischio la vista e la qualità di vita di questi pazienti.

“L’edema maculare diabetico è la principale causa di grave perdita visiva nei pazienti diabetici – dichiara Michele Reibaldi, Direttore della Clinica Oculistica della Città della Salute e Professore Ordinario di Oftalmologia dell’Università di Torino Un elemento chiave nella gestione delle complicanze oculari del paziente affetto da diabete è lo screening. Ogni paziente diabetico dovrebbe sottoporsi frequentemente a controlli della retina per diagnosticare un’eventuale retinopatia diabetica ed intervenire tempestivamente. Questo perché qualsiasi tipo di trattamento eseguito prima che si siano instaurati danni irreversibili a carico della retina, produce risultati nettamente migliori. Presso il Centro di maculopatie della Città della Salute di Torino è possibile ricevere la terapia adeguata o fare un accertamento diagnostico, attraverso specifici percorsi dedicati. A differenza di altre realtà, la paura dell’infezione da Covid-19 non ha spinto le persone a rinunciare alle visite o interrompere le cure, che anzi durante questa seconda ondata sono notevolmente aumentate, probabilmente anche in relazione all’impossibilità di altre strutture di seguire questi pazienti”.

Le persone affette da questa patologia sono generalmente sottoposte a terapie continuative che prevedono una periodicità definita. Si tratta di iniezioni intravitreali ripetute nel tempo – vale a dire con un farmaco iniettato direttamente all’interno dell’occhio mediante una procedura che deve essere necessariamente eseguita in ambiente ospedaliero – che consentono non solo di prevenire la perdita della vista, ma anche di in una buona percentuale di casi, di ottenere un miglioramento della capacità visiva.

“È imperativo che questi pazienti siano seguiti da oftalmologi dedicati presso Centri di riferimento per questa patologia che garantiscano competenze e continuità assistenziale – spiega il professor Reibaldi –. Oggi sono disponibili farmaci estremamente efficaci, alcuni con necessità di trattamento più frequente, altri come il desametasone intravitrerale, che richiedono un numero di somministrazioni inferiore, grazie ad una tecnologia innovativa che permette un rilascio prolungato nel tempo del principio farmacologico. Questo si traduce in un duplice vantaggio per il paziente e per il centro: grazie ad un’azione di lunga durata e ad un minor numero di visite, diminuiscono gli accessi al Centro, ma soprattutto diminuisce il disagio per questi pazienti nel sottoporsi a frequenti visite e trattamenti.”

Per una migliore gestione delle patologie visive correlate al diabete è importante attivare una stretta collaborazione e sinergia tra oftalmologo e diabetologo per facilitare lo scambio di informazioni e dati clinici e per poter attivare un appropriato piano di trattamento.

“Le due parole chiave credo siano screening e tempestività, perché solo uno screening adeguato può tradursi in trattamenti tempestivi ed efficaci. Proprio in questi giorni stiamo attivando, in collaborazione con il Centro di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo dalla Città della Salute di Torino (diretto dal professor Ezio Ghigo) e insieme al professor Fabio Broglio (Coordinatore del Centro Unificato di Diabetologia e Malattie del Metabolismo), un progetto di Telemedicina associata ad intelligenza artificiale che consentirà di eseguire la valutazione del fondo oculare a tutti i pazienti diabetici visitati presso il Centro di diabetologia tramite una piattaforma on-line. Inoltre, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale che, sfruttando particolari algoritmi, può individuare i pazienti che hanno un determinato grado di severità malattia, quindi necessitano di un urgente controllo da parte dello specialista, o quelli che hanno la patologia ad uno stadio iniziale, e quindi possono continuare ad effettuare controlli mediante le fotografie del fondo oculare, saremo potenzialmente in grado di diagnosticare l’edema maculare in meno tempo, in più soggetti affetti da diabete, velocizzando e migliorando infine i risultati delle nostre terapie ma soprattutto la qualità di vita dei nostri pazienti.” – conclude il professor Reibaldi.

Al Koelliker concluso il primo ciclo di vaccinazioni contro il Covid

È terminato sabato scorso il primo ciclo della campagna vaccinale contro il coronavirus, per gli operatori dell’Ospedale Koelliker di Torino. Alte le adesioni che hanno superato l’75%.

Tre giorni di attività a pieno ritmo hanno permesso di concludere la prima fase della somministrazione del vaccino contro il COVID-19, mRNA BNT162b2 (Comirnaty), prodotto da Pfizer e BioNTech.

La campagna vaccinale è stata promossa all’interno della Struttura tra il corpo medico, il personale infermieristico e OSS e tutti i collaboratori a diverso titolo.

La somministrazione della seconda dose, a distanza di 21 giorni, avverrà nelle giornate del 4, 5 e 6 febbraio e di conseguenza, entro la metà del mese prossimo, gli operatori Koelliker saranno completamente vaccinati e la Struttura avrà un ulteriore elemento di barriera alla diffusione del virus.

Grazie alla stretta collaborazione con la ASL di Torino e alla puntuale organizzazione della nostra Struttura – spiega la Dottoressa Paola Malvasio, direttrice sanitaria Koelliker – anche nel nostro ospedale si è avviata un’importante operazione di prevenzione e di sicurezza sanitaria. Siamo convinti dell’importanza del contributo di ognuno di noi alla complessa lotta alla pandemia. L’alta adesione del nostro personale alla campagna vaccinale è un’importante dimostrazione di consapevolezza e senso di responsabilità. Questo ulteriore traguardo si aggiunge alle numerose misure adottate presso la nostra Struttura per fronteggiare l’emergenza sanitaria, al fine di garantire ai nostri operatori e ai nostri pazienti standard di sicurezza sempre più elevati”.

Attestato del Sermig all’Unicef

Nel corso di una semplice cerimonia presso la sede del Sermig il Presidente del Comitato di Torino per l’UNICEF Antonio Sgroi ha consegnato al Fondatore Ernesto Olivero l’Attestato di Merito per l’attività svolta a favore dei giovani di culture e Paesi diversi.  

Il riconoscimento dice Antonio Sgroiattesta che l’Arsenale della Pace di Torino ben merita l’appellativo di Felicizia, il luogo ideale delle giovani generazioni dove si coniugano accoglienza, inclusione, integrazione, empatia, solidarietà, rispetto e amicizia”. 

 E’ stata altresì significativa la consegna dell’Attestato da parte della Volontaria Younicef Fatima Zahra El Maliani che ha trascorso molto tempo della sua giovinezza partecipando alle attività organizzate dal SERMIG e adesso, nel quartiere multietnico Aurora di Torino, cura l’organizzazione del corso gratuito di doposcuola per bambine e bambini della scuola primaria di primo grado. 

. “Ogni riconoscimento – dice Ernesto Olivero, fondatore del Sermig – è per noi un ulteriore impegno e responsabilità. Ringrazio gli educatori, i volontari e tutte le persone che continuano a crederci e a sostenerci” .

Dog sitter, un albo per regolamentare la professione

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Torino – Siamo abituati a ricondurre questo ruolo allo studente che porta a passeggio il cane di altri. In realtà la figura del dog sitter è molto diversa, ha più competenze maturate attraverso corsi di formazione che gli conferiscono conoscenze sull’etologia di base, sulla conduzione, sul trasporto, sulla gestione della passeggiata e sulla capacità di ospitare un animale.

Per questo sta diventando sempre più una professione qualificata che, secondo il consigliere regionale  di Forza Italia Paolo Ruzzola, necessita dell’istituzione di un vero e proprio elenco regionale professionale. Per questo il capogruppo di Fi ha presentato la Pdl 115, che è stata illustrata a Palazzo Lascaris  in Terza commissione, presieduta da Claudio Leone.

“Lo scopo dell’elenco regionale è quello di offrire ai proprietari di animali da compagnia i nominativi dei soggetti professionalmente e debitamente formati, che in Italia si stima siano circa 54mila” ha spiegato Ruzzola.

Il nostro Paese è al secondo posto in Europa per il possesso di animali da compagnia; secondo un rapporto del Censis del 2019, in Italia gli animali domestici sono circa 32 milioni, di cui 7 milioni sono cani e 7,5 milioni gatti. Un altro dato interessante è quanto rilevato dall’Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), che ha evidenziato come i proprietari di animali over 65 siano saliti dal 21% a quasi il 24% del totale negli ultimi sette anni, facendo emergere anche l’importante ruolo sociale degli animali da affezione, che hanno una funzione tesa a compensare la solitudine. Esiste poi il comparto economico dedicato, che viene stimato in 5 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 12% negli ultimi tre anni. Si tratta di numeri importanti, all’interno dei quali troviamo innanzitutto le spese per il veterinario ed il settore del pet food.

Ci sarà tempo sino al prossimo 4 febbraio per le consultazioni online di tutti i soggetti interessati, relatore di Maggioranza del provvedimento è stato nominato lo stesso presentatore Ruzzola, mentre quello di Minoranza, come richiesto dalla consigliera Monica Canalis (Pd), verrà indicato prima dell’inizio della discussione generale.

 

Vie del centro pedonalizzate nel weekend per evitare assembramenti

Riprendono le pedonalizzazioni questo fine settimana nel centro di Torino per ridurre il formarsi di code e di assembramenti.

Sabato e domenica, dalle 10 alle 20, verrà  chiuso al traffico il tratto di via Roma compreso tra le piazze Carlo Felice e Cln, via Arcivescovado in direzione ovest all’angolo con via XX Settembre, via Andrea Doria e via dei Mille in direzione est, all’angolo con via Pomba.

Per consentite il passaggio dei veicoli nelle zone vicine, le telecamere di sorveglianza di via XX Settembre saranno disattivate e la via potrà essere impiegata come percorso alternativo per attraversare via Roma verso  ovest. Per attraversare via Roma in direzione est, si possono percorrere  le vie Pomba, Giolitti, Principe Amedeo e Po. Nelle aree  chiuse al traffico è garantito l’accesso alle abitazioni di residenza, alle autorimesse e agli hotel e il defluire delle auto parcheggiate prima della chiusura.