Cosa succede in città- Pagina 303

Dal 17 al 19 settembre il Mufant organizza la seconda edizione del festival del fantastico e della fantascienza “Loving the Alien“

Una mostra dedicata alla “rivincita” delle supereroine, «Women of Wonder. Donne superpotenti», e un programma con 90 ospiti, tra cui Wu Ming 4, Maurizio Manzieri, David Messina, Claudia Durastanti, Franco Brambilla, Pier Luigi Gaspa

 

 

“Loving the Alien” è in programma venerdì 17 settembre (online dalle 21 sui canali social), e sabato 18 e domenica 19 settembre dalle 11 alle 19,30 in presenza (nella sede del Mufant di piazza Riccardo Valla 5). Il tema di quest’anno è la parità di genere: dalla rappresentanza femminile nel mondo della cultura di oggi alla presenza delle donne nei fumetti, manga e serie televisive. Prendendo in prestito il titolo della canzone di David Bowie, l’evento è dedicato non solo agli alieni fantascientifici, ma anche a quelli simbolici, e a tutte le forme di alterità sulle quali è necessario portare l’attenzione.

 

La mostra “Women of Wonder. Donne superpotenti” 

La prima supereroina è stata Wonder Woman, che quest’anno festeggia i suoi 80 anni. L’icona contemporanea del femminismo è stata creata a tavolino nel 1941 dalla DC Comics, e in particolare dallo psicologo William Moulton Marston e dal disegnatore Harry G. Peters, perché al tempo non esisteva nessuna supereroina donna. Poi sono arrivate tutte le altre, che in mostra ci raccontano la carica e la rivincita delle “donne delle meraviglie”. Ed ecco le cattive Harley QuinnGoblin Queen e X23, la versione femminile di Wolverine degli X-Men. C’è Supergirl, inizialmente considerata la controparte femminile di Superman e poi diventata un personaggio più determinante nell’universo della DC, Black Widow, protagonista del recentissimo film della regista Cate Shortland, e ancora le “X-Women” come Mistica ed Emma Frost, fino a Spider Woman, la Donna Invisibile, e Wasp degli Avangers. Senza dimenticare Scarlett Witch e Captain Marvel, l’ultima arrivata. Una sezione speciale della mostra è dedicata alle copertine realizzate dall’illustratore Maurizio Manzieri per le principali riviste di fantascienza italiane e straniere. Manzieri, quest’anno candidato al Premio Hugo – ad oggi l’unico italiano ad essere candidato al prestigioso e più importante premio internazionale del settore – è noto per le raffigurazioni di donne fantascientifiche nelle più svariate forme: cyborg, androidi, personaggi fantasy. Maurizio Manzieri sarà anche protagonista di un incontro al festival domenica alle 18.

Women of Wonder – aperta al pubblico da sabato 18 settembre alle 11 e visitabile fino al 28 febbraio 2022, curata da Silvia Casolari e Davide Monopoli – è quindi un viaggio alla scoperta delle principali supereroine dell’immaginario fantastico tra fumetti, cinema e serie tv. In esposizione le prime edizioni di fumetti, tavole originali, toys vintage, action figures, statue in scala 1:1, merchandising da collezione. Una parte importante del percorso è la “sezione Italia”, una sorta di “mostra nella mostra” curata dal fumettista e sceneggiatore Andrea Cavaletto. Si tratta di una personale di 15 tavole originali disegnate da David Messina, fumettista, che è stato il disegnatore italiano ufficiale di Wonder Woman e Catwoman per la DC Comics statunitense, insieme ad altre 10 tavole ispirate alla supereroina di Daniele Statella, Attila Schwanz, Cristiano Sartor, Barbara Astegiano, Cristiano Spadavecchia, Toni Viceconti, Claudio Montalbano, Massimiliano Bertolotti, Federica Di Meo, Elena Chiappini. David Messina incontrerà il pubblico sabato pomeriggio alle 17,30 con una performance di live drawing.

 

La seconda mostra in programma dal 19 settembre alle 11 al 28 febbraio è “Simboli della trasformazione. Robot trasformabili dalla collezione Marzia Mastroianni”: un percorso espositivo dedicato al tema dei robot trasformabili di produzione giapponese. La mostra è dedicata alla celebre saga dei Transformers e delle loro evoluzioni, con una serie di pezzi di grande rarità e unicità prodotti dalle storiche case di produzione giapponesi come Takara e Tomy, fino a quelli della Hasbro.

 

Il festival è sostenuto dalla Città di Torino, Fondazione per la Cultura e da Compagnia di San Paolo attraverso il bando Space. Ènato nell’ambito di uno dei progetti di inclusione sociale di Torino Social Innovation e concepito in partnership con la cooperativa sociale Altra Mente di Torino. Fa parte anche quest’anno della grande festa cittadina Torino a Cielo Aperto – Festival d’Estate 2021. Rai 4 è media partner dell’evento.

 

Il programma del Festival

L’inaugurazione online sui canali social del museo è venerdì 17 settembre alle 21, con Yilun Fan e Mu Ming, pluripremiate scrittrici cinesi di fantascienza che si collegheranno da New York e da Chengdu. Durante l’incontro sarà presentata la mostra “Born Again. Primo Levi and the endless rebirths of Social Science Fiction“, curata dai codirettori del museo Silvia Casolari e Davide Monopoli, che la Città di Torino porterà il prossimo autunno a Chengdu, in Cina, per il festival Europe Culture Season.

Sabato 18 e domenica 19 oltre 90 ospiti si alterneranno sui due palchi in piazza Riccardo Valla per talk, interviste, presentazioni di libri, tavole rotonde, postazioni di gioco, performance. Nel parco del fantastico ci saranno 20 stand, che ospiteranno diverse realtà tra cui CS_libri, Doctor Who Italian Fan Club, Gruppo Italiano Appassionati Gundam, Libreria del Golem, Jedi Generation Show Academy, e l’associazione culturale Leiji Matsumoto.

Tra gli ospiti, Wu Ming 4 parteciperà a in un incontro sabato 18 alle 16 dedicato a Tolkien. In occasione del ventennale dall’uscita del primo film de Il Signore degli Anelli, Wu Ming 4 ci aiuterà a comprendere come la saga di J.R.R. Tolkien sia da catalogare tra i classici della letteratura contemporanea. Sabato dalle 14 è invece previsto l’incontro con Franco Forte, direttore editoriale delle collane di genere di Mondadori che presenterà “Resurrezione”, il romanzo vincitore dell’ultimo Premio Urania, con l’autrice Elena Di Fazio. Sempre da “casa Mondadori”, ospite del festival – domenica alle 15,30 – anche Franco Brambilla, principale illustratore delle copertine della rivista Urania da oltre 20 anni. Domenica alle 16 c’è Claudia Durastanti, scrittrice e traduttrice di opere del calibro di Chthulucene di Donna Haraway, condotta da Chiara D’Ippolito (redattrice de L’indice dei Libri del Mese, media partner del festival) per parlare del gender gap culturale. Alle 11,30 di sabato si affronterà lo stesso tema con Carola Messina di “Torino Città per le Donne”, Nicoletta Vallorani, scrittrice noir e di fantascienza, Tiffany Vecchietti, divulgatrice digitale e feminist influencer, e il gruppo di attiviste “Non una di Meno”. Tutta al femminile anche la tavola rotonda di sabato alle 16,30 curata dalla cooperativa sociale Altra Mente, dedicata al videogame, con le giornaliste Alessandra Contin e Fabrizia Malgieri, e la psicoterapeuta Viola Nicolucci.

 

Altro tema che attraversa il festival è la questione ambientale. La fantascienza è in grado di immaginare un futuro che integri le nuove tecnologie alla sostenibilità ambientale? Numerosi gli appuntamenti dedicati al modo in cui queste tematiche sono affrontate in ambito fantascientifico. A partire da Pier Luigi Gaspa (domenica alle 11), biologo e saggista esperto di fumetto, che accompagnerà il pubblico in una passeggiata “fantabotanica”. Domenica alle 14,30 è invece la volta della tavola rotonda “Ambienti urbani. Rigenerazione e clima fra realtà e fantascienza” alla quale parteciperanno, tra gli altri, Alberto Unia, assessore all’ambiente della Città di Torino e Giorgia Pagliuca, Green Content Creator. Sempre a questo proposito, attenzione particolare è riservata al Solarpunk, un genere di fantascienza contemporanea che pone al centro un futuro sostenibile con una perfetta e ideale integrazione fra tecnologie, ambiente e umanità. Uno degli appuntamenti è sabato alle 17,30 con tra gli altri Franco Ricciardiello, curatore di Atlantis, e la scrittrice Giulia Abbate.

 

Ospite del festival anche il Premio Calvino: Franco Pezzini – saggista ed esperto di letteratura fantastica -, curerà un incontro (domenica alle 18,45) dedicato al concorso per racconti brevi di genere fantastico realizzato di recente in partnership con il Mufant. Oltre alla questione femminile, alla parità di genere nella cultura e nel fantastico, e all’ambiente, il festival darà spazio anche al tema dell’identità di genere. Se ne parlerà domenica alle 12,30 nell’ambito della presentazione della raccolta di racconti Queer Fobia (D Editore) con i curatori del volume e con Marco Giusta, assessore alle pari opportunità della Città di Torino. Spazio anche al genere anime con Elisabetta Tosi, conosciuta su Youtube come Lilletta Ely, che parlerà della sulla passione per gli anime e l’universo “nerd” domenica 19 alle 17.

 

 

Serate cinema

 

Le due serate del festival sono dedicate al cinema: sabato alle 21 è prevista la proiezione di “Robolove”, regia di Maria W. Arlamovsky, a cura di TOHorror Fantastic Film Fest. Domenica sempre alle 21 c’è la première di “Futuropolis (Torino 2020)”, film di fantascienza del regista Carlo Reposo.

 

Il programma completo è su:  www.mufant.it

 

Per accedere al Loving the Alien Fest è necessario esibire il Green Pass. L’ingresso al festival è gratuito, il biglietto intero per la mostra costa 10 euro (ridotto 7 euro).

 

Dida: le illustrazioni in allegato sono le tavole in mostra degli artisti che hanno interpretato le supereroine, insieme alla locandina e ai pezzi in esposizione

Gam for all

Un progetto a cura del Dipartimento Educazione GAM

Da oggi il percorso del Novecento della GAM di Torino è ancora più inclusivo: ad arricchirne la visita 10 schede multisensoriali finanziate da Fondazione CRT e realizzate nell’ambito dell’innovativo progetto di inclusione e accoglienza “Operatori museali e disabilità”, sostenuto e ideato da Fondazione CRT con Fondazione Paideia.

 

Le risorse di Fondazione CRT sono state erogate nell’ambito del bando Esponente, che sostiene le attività espositive e di riordino delle collezioni dei musei che tengono conto di una maggiore fruibilità da parte del pubblico, soprattutto dei giovani, e che pongono un’attenzione particolare allo sviluppo di strumenti operativi per favorire l’accessibilità alla cultura di persone con disabilità e con bisogni speciali. Il Dipartimento Educazione della GAM, che da sempre si impegna a garantire l’accessibilità all’arte e propone con grande costanza progetti per l’inclusione sociale, ha partecipato al bando ed è stato selezionato con il progetto GAM for ALL.

 

Un “traguardo” che si è aggiunto al percorso di formazione sull’inclusione che il Dipartimento ha avviato qualche mese prima, partecipando al workshop itinerante di “Operatori museali e disabilità” con il fine di formare i propri operatori per realizzare un progetto che migliorasse e aumentasse l’accessibilità e tentasse in qualche misura di “annullare” qualsiasi tipo di disabilità. Il nuovo progetto ha mosso i primi passi proprio in quell’occasione.

 

GAM for ALL ha impegnato il Dipartimento Educazione GAM, insieme al Direttore e gli esperti del settore dell’accessibilità, nell’identificazione di 8 opere pittoriche della collezione che potessero essere fruibili da tutti, con una particolare attenzione alle persone con difficoltà sensoriali (ciechi, ipovedenti, sordi, ipoacusici). Altre 2 schede raccontano invece il progetto, l’allestimento del ‘900 e la storia della GAM. È stato necessario un lungo lavoro di stesura e traduzione di testi con caratteristiche specifiche di alta leggibilità, registrazione di audio-descrizioni in italiano e inglese, riprese video con traduzioni in LIS e realizzazione di immagini in rilievo.

 

Il museo ha lavorato in stretta collaborazione con la Tactile Vision Onlus e l’Istituto dei Sordi di Torino. Le traduzioni nella Lingua dei Segni Italiana – LIS sono infatti realizzate da insegnanti sordi dell’Istituto: non si tratta quindi di una trasposizione dall’Italiano al LIS, ma di una descrizione che segue le regole grammaticali e le tempistiche della Lingua di Segni perché realizzate da persone “madrelingua”. L’apporto e la collaborazione con alcuni soci dell’UCI – Unione Ciechi Italiana ha infine permesso di verificare la qualità e la comprensione tattile delle immagini e, sul piano linguistico, la validità dei testi che guidano l’esplorazione.

 

Attraverso accorgimenti di natura multimediale e multisensoriale, questi 10 supporti sono in grado di comunicare l’opera d’arte in modo semplice e inclusivo, rivolgendosi a un pubblico il più ampio possibile, per età e abilità, con una particolare attenzione alle persone con difficoltà sensoriali.

 

SCHEDA TECNICA

 

n. 10 schede multisensoriali in formato A3, in materiale leggero, agili da consultare, che contengono:

 

·         Immagine visiva ad alta qualità dell’opera selezionata a colori (o di mappe se si parla della struttura museale)

·         Immagine dell’opera in rilievo, realizzata con una resina trasparente, per agevolare l’esperienza tattile di ipovedenti e ciechi.

·         Testo ad alta leggibilità (sia per il carattere e il font utilizzato sia per il lessico semplificato ed essenziale) contenente informazioni sull’opera o sul museo.

·         Titoli e autori tradotti in Braille

·         QR code o NFC* per accedere a contenuti di audio-descrizione per non vedenti (o per chiunque sia agevolato all’ascolto di un audio piuttosto che alla lettura di un testo) in Italiano e in Inglese.

·         QR code o NCF* per accedere al video descrittivo in LIS, Lingua dei segni italiana, per i sordi.

 

Il tempo di analisi di un’opera dura tra i 5 e i 7 minuti.

 

Le 10 schede sono collocate in appositi contenitori ad altezza agevole, posizionati nelle sale della collezione permanente del Novecento accanto all’opera esposta.

 

Il Dipartimento Educazione GAM propone quotidianamente attività rivolte a diverse tipologie di disabilità, fisiche e cognitive. Tuttavia il tema dell’accessibilità è un argomento più complesso, che comprende ad esempio anche l’agevolazione sul prezzo del biglietto, per consentire a tutta la cittadinanza di accedere al museo, e per favorire una cultura di inclusione e accoglienza. Le schede sono infatti a disposizione di tutto il pubblico, a uso gratuito, e si possono utilizzare in completa autonomia con il solo ausilio di un comune cellulare.

 

I musei sono sempre più chiamati a immaginare metodi e azioni efficaci per arricchire la qualità dei servizi a favore di tutti i pubblici. Questo progetto, realizzato anche grazie al supporto delle nuove tecnologie, non è che un altro piccolo tassello per raggiungere grandi obiettivi.

 

 

* sensori di prossimità NFC (Near Field Communication)

 

Link alla playlist video su Youtube

 

 

Per informazioni:

Dipartimento Educazione GAM

t. 011 4436999

infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it

 

 

Ultime settimane al Teatro “Colosseo” con la grande Street Art internazionale

“Street Art in Blu3”. Fino al 26 settembre

Sì, ovviamente c’è anche Lui. Lui con la L maiuscola. Il primo della classe. Il più ribelle, il più aggressivo, il più blasfemo, il più ironico, il più politicamente sovversivo, il più “magico”, capace di distruggere a distanza una copia della sua celebre “Girl with Balloon” prima della fine della battitura all’asta di Sotheby’s nel 2018, sotto lo sguardo incredulo e sbigottito del pubblico presente.

Certo. Non potevano mancare le opere del grande – eternamente “unknown”, come molti altri suoi colleghi celati dietro improbabili e misteriosi pseudonimi – Banksy da Bristol nella ricca carrellata di opere esposte fino al 26 settembre nella mostra “Sreet Art in Blu3” (seconda edizione) voluta da Claudia e Andrea Spoto, in collaborazione con il collettivo di collezionisti “Xora”, negli spazi del Teatro “Colosseo”, il più grande teatro privato, per numero di posti, del Piemonte. Se di grande “Arte di Strada” o “Arte Urbana” si vuol parlare con una visione a carattere internazionale, Banksy non poteva di certo essere dimenticato. Dicono le curatrici, la svizzera di Lugano Serena Maisto (anche lei presente con sue opere in mostra e curatrice dell’immagine guida) e Lacryma Lisnic: “Dopo l’esperienza del 2019 torniamo al Colosseo con una seconda mostra, che però viviamo ‘alla terza’. Il 3 infatti ricorda sia la B di Blu che la lettera con la quale si firma Bansky, ancora una volta protagonista della nostra mostra, in dialogo con i lavori di 3D, ovvero Robert Del Naja. Sono la stessa persona? Sono artisti che collaborano in un progetto collettivo? Non diamo risposte, ma sarà il pubblico a farsi emozionare dalle loro opere”. Quasi 150 sono i lavori di 36 artisti esposti negli spazi del teatro, nei corridoi, sul palcoscenico, nel foyer in un vero e proprio allestimento fra luci e musica, in un percorso di assonanze e rimandi fra esterno e interno, luci e ombre, passato e presente. Originali, print, serigrafie, copertine di LP che hanno fatto la storia della musica e dell’arte, insegne stradali e persino una falsa banconota a firma di Banksy: “opere diverse e diversi materiali per raccontare un mondo fatto di rimandi, influenze, percorsi di senso”. Il titolo della rassegna rimanda all’italiano Blu, fra i nomi più importanti della street art mondiale. Anche di lui non si conosce la vera identità, né il nome né la data di nascita; si ipotizza sia nato agli inizi degli anni ’80 a Senigallia, comincia a farsi conoscere nel ’99 con alcuni graffiti realizzati un po’ ovunque (muri, saracinesche, cartelli stradali e quant’altro) nel centro storico di Bologna e nel 2011 viene segnalato dal “Guardian” come uno dei dieci migliori street artist in circolazione. Al “Colosseo”, presenta 32 opere. Da segnalare “Rennes”, prova d’artista in preparazione del murales realizzato in occasione del “Festival Mettre en Scene” nel 2010 nell’omonima cittadina francese sulla facciata di un teatro e il potentissimo “Il Grigio di Blu”, frammento di una delle opere coperte a Bologna nel marzo del 2016 in polemica con la tanto discussa mostra degli “stacchi”, in corso nel capoluogo emiliano. Atto di rivolta. Che crea, non distrugge. “Se si potesse grattare la patina di vernice da quest’opera, si vedrebbe un frammento di uno dei murales cancellati a Bologna”. Il muro, appunto. Dice Banksy: “Un muro è una grande arma. E’ una delle cose peggiori con cui puoi colpire qualcuno”. E quanto se n’è servito, di quest’arma, l’artista di Bristol! Lui che ha fatto del suo segno uno dei maggiori esempi di “arte politica” del contemporaneo. Quaranta le sue opere esposte al “Colosseo”. Dalla celeberrima “Girl with Balloon”, diventata dopo l’“incidente” (di cui s’è detto) all’asta di Sotheby’s, “Love is in the Bin”, alla “Di-Faced Tenner”, la prima opera di Banksy ad entrare nella collezione privata del “British Museum”: una falsa banconota da 10 sterline raffigurante Lady Diana, con sopra l’iscrizione provocatoria “Banksy of England” e il motto “I promise to pay the bearer on demand the ultimate price”. Fra i tanti nomi importanti presenti in mostra, da segnalare anche lo spagnolo (Gonzalo) Borondo con i suoi volti e corpi deformi e incompleti “che si attorcigliano e straripano con crudeltà”, insieme a 3D, ovvero il britannico Robert Del Naja, produttore, musicista, cantante e rapper, fondatore dei “Massive Attack”. Sempre più insistenti le voci che possa proprio essere lui a tutti gli effetti il vero Banksy. Gira e rigira, sempre a Lui, si ritorna.

Gianni Milani

“Street Art in Blu3”
Teatro “Colosseo”, via Madama Cristina 71, Torino; tel. 011/6698034 o www.teatrocolosseo.it
Fino al 26 settembre
Orari: dal mart. al ven. 15/19 – sab. e dom. 10/19

Nelle foto
– Banksy: “Di-Faced Tenner”
– Serena Maisto: “The art of protection”
– Borondo: “Testa”

All’infopoint di Emergency per ricordare Gino Strada

/

TORINO RICORDA GINO STRADA “CIAO GINO. ORA CONTINUIAMO NOI”

MARTEDI’ 14 SETTEMBRE RIAPRE L’INFOPOINT DI TORINO CON UNA GIORNATA SPECIALE IN RICORDO DI GINO STRADA, FONDATORE DI EMERGENCY

 

LETTURE, MUSICA E VIDEO DALLE 15 ALLE 22 IN CORSO VALDOCCO 3

“I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY.

Ora spetta a tutti noi rimboccarci le maniche, portare avanti l’eredità di Gino e imparare a guardare lontano, come faceva lui.

Per questo il 14 settembre vi invitano all’Infopoint di Torino, in corso Valdocco 3, per un ricordo corale tra video, scritti e testimonianze, ma anche per accogliere e incontrare tutte le persone che vogliono unirsi a noi in questo cammino.

Per maggiori informazioni emergencypoint.torino@emergency.it

EMERGENCY INFOPOINT è uno spazio informativo aperto a tutti, un punto di riferimento per i sostenitori di EMERGENCY e per chiunque voglia conoscere le attività dell’associazione che dal 1994 offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

EMERGENCY è un’associazione indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Da allora EMERGENCY ha curato oltre 10 milioni di persone, una ogni minuto. EMERGENCY promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

Ezio Bosso, “La musica magica” di Oscar Giammarinaro per festeggiare il compleanno

Lunedì 13 settembre Ezio Bosso avrebbe compiuto 50 anni, così Oscar Giammarinaro, meglio conosciuto come oSKAr già leader della storica band mod torinese Statuto, pubblica un inedito per festeggiare il suo compleanno.

La musica magica” è il nuovo singolo e videoclip di Oscar Giammarinaro, da lunedì 13

settembre in tutte le piattaforme digitali distribuito da Universal, proprio dedicato all’amico fraterno ed ex bassista degli Statuto Ezio Bosso prematuramente scomparso lo scorso anno.

La canzone composta nel 2019 e presentata all’ultimo Festival di Sanremo, era stata apprezzata dallo stesso Bosso prima della sua morte: “Avevo scritto una canzone per “Xico” commenta Oscar-, (questo il soprannome affettuoso con il quale i mod di piazza Statuto hanno sempre chiamato Bosso), come regalo per il suo compleanno, a lui era piaciuta molto, al punto che avevo pensato di proporla al Festival di Sanremo. Ezio mi disse che se il brano fosse stato scelto, l’avrebbe arrangiato lui stesso per l’orchestra. A maggio però, Xico ci ha lasciati e la canzone è rimasta lì, come una nostra foto, bella e struggente nello stesso tempo”. Da qui la decisione di provare il Festival e ora di pubblicarla per rendere omaggio alla memoria del musicista, ma, anche all’amico con il quale ha condiviso l’amore per la cultura mod.

Nel videoclip realizzato da Erika Grosso, le note e le parole di Oscar scorrono sullo sfondo di una Torino autunnale tra sonorità cool jazz e pop soul. I protagonisti della storia sono interpretati dai fratelli Julian e Zak Loggia (figli di Alex, storico chitarrista degli Statuto e componenti della band “Omini” che stanno per pubblicare il loro nuovo singolo), rispettivamente nei panni di giovanissimi Ezio e Oscar. Avanti e indietro per la città, che per un attimo ritorna a quegli Anni ’80 che fecero da sfondo al loro sodalizio, i due ragazzi si divertono a suonare e cantare condividendo quella passione per la musica che è stata alla base della loro amicizia e delle loro rispettive carriere. Tra pianoforti, spartiti e contrabbassi le scene si concludono al giardino di piazza Statuto, che da pochi mesi, porta proprio il nome di Ezio Bosso.

Tutti i diritti d’autore del testo saranno devoluti in beneficenza a Radio Parkies – Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani, realtà internazionale già supportata da Bosso negli ultimi mesi di vita.

Il nuovo singolo sarà presentato dal vivo nei prossimi giorni in tre incontri dedicati:

martedì 14 settembre ore 21, presso Il Circolo dei Lettori Torino

mercoledì 15 settembre ore 19.30, presso Gallery16 Bologna

domenica 3 ottobre ore 21, presso Arci Bellezza Milano

SOCIAL

https://www.facebook.com/oscarilmod

https://www.instagram.com/oscar_giammarinaro/

MULTILINK PIATTAFORME

https://udsc.lnk.to/MusicaMagica

VIDEOCLIP UFFICIALE

https://www.youtube.com/watch?v=dsi1HfvnOO0

“Oh donna chi sei”, mostra-evento contro la violenza sulle donne 

/

Nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, a Torino a cura di Niccolò Lucarelli

L’inaugurazione mercoledì 15 settembre, alle ore 17.30

Visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 17.30, fino all’8 ottobre

TORINO – Loriano Aiazzi e Sergio Monari, entrambi scultori di lungo corso e dal curriculum internazionale, con partecipazioni anche alla Biennale di Venezia, saranno i protagonisti della mostra-evento “Oh donna chi sei”, contro la violenza sulle donne, che verrà inaugurata mercoledì 15 settembre, alle ore 17,30, nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino. Il titolo è ispirato ad un verso del poeta siriano Nizār Tawfīq Qabbānī. «Dalla mitologia della Grecia classica alla società contemporanea, la figura della donna è sempre stata centrale per il progresso civile dell’umanità – spiega il curatore della mostra, Niccolò Lucarelli -. Nonostante il suo indubbio contributo, la donna ancora oggi non gode del dovuto rispetto, così come non esiste la democrazia di genere e, nei fatti, le pari opportunità sono soltanto un concetto retorico, mentre la vergognosa piaga della violenza sulle donne occupa le pagine dei quotidiani. Con violenza non s’intende soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale». Per questo progetto, che sin dal titolo vuole indagare la personalità femminile, il curatore della mostra ha voluto due scultori, anziché due scultrici, per sottintendere che è l’uomo a dover cambiare atteggiamento e mentalità, a mettersi in gioco e ad ammettere le proprie responsabilità. Loriano Aiazzi e Sergio Monari interpretano Euriclea e Medea, due differenti, ma fondamentali, espressioni della personalità femminile, grazie ai quali l’umanità ha potuto progredire nei secoli. “Oh donna chi sei” ha dunque l’obiettivo di stimolare riflessione di carattere sociale attraverso l’arte. Come nota ancora il curatore Lucarelli, «dalle sculture di Aiazzi e Monari scaturisce l’immagine di una donna fiera e libera, dolce e appassionata, un’amazzone e una vestale, che alberga in sé molteplici potenzialità, intuizioni, entusiasmi, sentimenti, sempre pronta a donarli agli altri in nome di un istinto materno esteso alla sua massima portata. Eppure, nella mancata alleanza fra uomo e donna risiedono problematiche che l’umanità si trascina da almeno due millenni, e la violenza sulle donne – non soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale – è purtroppo una tematica di vergognosa attualità». La mostra è accompagnata da una brochure a cui ha collaborato il critico d’arte Luca Sposato, che sottolinea come «effigiare la Donna sia un rituale, un atto spirituale che affonda le radici all’origine della Coscienza, alla nascita dell’arte: perpetuarlo significa intimamente evocare il principio dell’umanità stessa, concetto troppo spesso diluito nell’attuale società individualista e misogina, macchiata spesso di inadempienza. Proprio per sopperire questa mancanza, la rilettura del mondo classico è la chiave di volta indispensabile a predisporre un futuro compiuto e stabile, caricando l’eredità di un passato che non vuole essere oggetto nostalgico ma supporto di consapevole responsabilità, sia artistica, sia sociale». La mostra, ad ingresso gratuito, si potrà visitare dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle 17,30, fino all’8 ottobre.

Mostra del Cinema di Venezia, premio al film “torinese” Pilgrims

Tra 19 lunghi del concorso ‘Orizzonti’ il Premio Orizzonti per il Miglior Film è andato a Pilgrims del regista lituano Laurynas Bareišasviluppato nel 2019 nel programma del TorinoFilmLab, FeatureLab, grazie al lavoro fatto dal regista con la giovane produttrice Klementina Remeikaite della casa Afterschool (Lituania).

Pilgrims, lungometraggio d’esordio di Bareiša che con i precedenti cortometraggi si è già distinto a Venezia, Berlino e Locarno, si sviluppa intorno alle vicende di Indre e Paulius che si recano presso una piccola città dove è stato commesso un crimine raccapricciante per scoprire quanto non sia facile come previsto rivisitare il passato.

Earthink, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità

Da Sabato 11 a Domenica 19 Settembre si tiene a Torino la X edizione di Earthink Festival, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità.

Un programma ricco e accessibile quello di #VISIONARI, che offre spettacoli per qualsiasi fascia d’età. Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria.

E’ possibile sostenere le attività del festival facendo una donazione libera all’Associazione Tékhné tramite Satispay, con la donazione ci permetterai di mantenere l’evento gratuito e accessibile a tutti, grazie!

 

I promotori dicono: “Per festeggiare i nostri primi 10 anni abbiamo deciso di invadere la città:
il centro, le periferie, le aree verdi, i teatri, i luoghi della cultura, gli spazi convenzionali e quelli capaci di stupirci!”

Arena esterna Imbarchino del Valentino – Viale Umberto Cagni, 37 Torino
General Store Scuola Holden – Paizza Borgo Dora, 49 Torino
Padiglione dell’Acqua SMAT – Corso XI Febbraio, 14 Torino
Housing Filanda – Via Beato G. Cafasso, 45 Torino
Parco del Meisino
Parco del Valentino

Teatro Regio, Palazzo Arsenale: tutto esaurito per Il barbiere di Siviglia Dolceamaro, Musica in crescendo, Puro divertimento

Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura
Programma da venerdì 10 a giovedì 16 settembre

Torino, Cortile di Palazzo Arsenale, via dell’Arsenale 22

Nella foto: L’immagine di Sara Rambaldi per il Regio Opera Festival
Il Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura ci ha permesso di scoprire una meraviglia in centro città, il Cortile di Palazzo Arsenale e di riassaporare, finalmente, la musica dal vivo, in una platea all’aperto di 1000 posti in totale sicurezza.

Venerdì 10 settembre ore 18.30 Musica in crescendo: un nuovo appuntamento con il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino e con il maestro Claudio Fenoglio direttore e pianoforte. Dal Flauto magico Carmen, grandi opere e grandi compositori di ieri e di oggi hanno dedicato bellissime pagine alle voci bianche; sarà dunque un’occasione per ascoltare musiche di Georges Bizet, Wolfgang Amadeus Mozart, Jacques Offenbach, Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Gabriel Fauré, Ralph Vaughan Williams, John Rutter, Bob Chilcott.
Cantare è bello, e crescere cantando aggiunge qualcosa di speciale alla vita di un bambino. Il Teatro Regio offre l’opportunità di iniziare un percorso che, attraverso uno studio approfondito del solfeggio e della tecnica vocale, condurrà i piccoli futuri artisti sul palcoscenico di un grande teatro d’opera! Sono ancora aperte le iscrizioni alla Scuola di canto corale per ragazzi da 7 a 12 anni: occorre presentare domanda entro giovedì 30 settembre; sul nostro sito a questo link https://www.teatroregio.torino.it/selezione-personale#vocibianche tutte le informazioni utili.

Nella foto: il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino – © Teatro Regio Torino
Sabato 11 settembre ore 21 Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. I biglietti per la prima e per le recite di mercoledì 15 e di sabato 18 settembre sono esauriti. Il Barbiere è l’opera buffa per antonomasia, animata da uno slancio vitale frenetico e turbinoso: un «caos organizzato» disse Stendhal. Una storia d’amore funestata da un vecchio in cui si inserisce, scaltro deus-ex-machina, la figura inimitabile di Figaro, il factotum più famoso nella storia della musica. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio sale il Maestro Giuseppe Finzi (anche maestro al fortepiano), Andrea Secchi istruisce, come di consueto, il Coro del Regio. La regia è firmata da Vittorio Borrelli, le scene da Claudia Boasso, i costumi sono di Luisa Spinatelli, le luci di Andrea Anfossi. Il conte d’Almaviva è il tenore Jack Swanson, Don Bartolo è interpretato con la solita verve comica dal basso-baritono José Fardilha, il giovane mezzosoprano Miriam Albano interpreta, con quel tocco di ingenuità misto a malizia, Rosina. Il celeberrimo Figaro è, in questa produzione, il baritono Andrej Žilikhovskij. Il basso Marko Mimica veste i panni dell’esilarante Basilio, il maestro di musica di Rosina. Completano il cast: il baritono Lorenzo Battagion, Fiorello; il soprano Laura Cherici nel ruolo di Berta; il basso Riccardo Mattiotto in quello dell’Ufficiale e il mimo Alberto Deichmann come Ambrogio.
Nella foto: una scena de Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini – © Teatro Regio Torino
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Melodramma buffo in due atti
Libretto di Cesare Sterbini
dalla commedia La Précaution inutile, ou Le Barbier de Séville
di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Personaggi e interpreti
Il conte d’Almaviva tenoreJack Swanson
Don Bartolo basso-baritonoJosé Fardilha
Rosina mezzosopranoMiriam Albano
Figaro baritonoAndrej Žilikhovskij
Don Basilio bassoMarko Mimica
Fiorello baritonoLorenzo Battagion
Berta sopranoLaura Cherici
Un ufficiale baritonoRiccardo Mattiotto
Ambrogio mimoAlberto Deichmann

Direttore d’orchestra e maestro al fortepiano: Giuseppe Finzi
Regia di Vittorio Borrelli
Scene di Claudia Boasso
Costumi di Luisa Spinatelli
Luci di Andrea Anfossi
Maestro del coro: Andrea Secchi

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Teatro Regio Torino

Prova generale: Giovedì 9 Settembre ore 21


Recite – TUTTO ESAURITO
Sabato 11 Settembre ore 21
Mercoledì 15 Settembre ore 21
Sabato 18 Settembre ore 21

Domenica 12 settembre ore 18.30 Dolceamaro e la pozione magica. L’elisir d’amore raccontato ai bambini. Inizialmente previsto a giugno e annullato per maltempo, lo spettacolo è stato riprogrammato e, dunque, i biglietti già acquistati sono validi per la nuova data. Gli ingredienti per coinvolgere i bambini ci sono tutti, esattamente come in una pozione magica: un ragazzo buono e sincero ma terribilmente imbranato, un bellimbusto sbruffone rivale in amore e una ragazza bellissima ma un po’ presuntuosa. Chi dei due riuscirà a conquistare il suo cuore? La produzione è made in Regio dal melodramma giocoso L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con i testi adattati da Vittorio Sabadin. Quarantacinque minuti di divertimento e risate in formato pocket, grazie alla partecipazione dell’attrice Giorgia Goldini nel ruolo di Belcore e di un cast giovane e frizzante: Mariasole Mainini (Adina), Alejandro Escobar (Nemorino) e Lorenzo Battagion (Dulcamara), con il maestro Giulio Laguzzi al pianoforte. La regia è di Anna Maria Bruzzese, le scene di Saverio Santoliquido, i costumi di Laura Viglione, le luci di Andrea Anfossi e le ombre di Cora Demaria – Controluce Teatro d’Ombre.

Nella foto: una scena di Dolceamaro e la pozione magica – Foto Edoardo Piva – © Teatro Regio Torino
Martedì 14 settembre ore 21 Puro divertimento con l’Ensemble di Ottoni e Percussioni Teatro Regio Torino diretto dal maestro Giulio Laguzzi. Squilli di tromba e danze scatenate a cavallo dei secoli e dei generi: un varietà musicale che mette insieme corali bachiani e ritmi brasiliani, marce militari e can-can, il tango e il jazz. In programma: Preludio in sol minore di Sergej Rachmaninov; Polonaise op. 40 n. 1 (Militare) di Fryderyk Chopin; Wachet auf, Cantata BWV 140 di Johann Sebastian Bach; Tico-Tico no Fubá di Zequinha de Abreu; Can-can dall’operetta Orfeo all’inferno di Jacques Offenbach; la Marcia trionfale da Aida di Giuseppe Verdi; la Suite da Carmen di Georges Bizet; Oblivion di Astor Piazzolla; Un ameriano a Parigi di George Gershwin. Il concerto è in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo.

I prossimi appuntamenti con il Regio Opera Festival

  • Venerdì 17 settembre alle ore 21 Inni alla notte Concerto con il Coro Teatro Regio Torino diretto dal Maestro Andrea SecchiPaolo Grosa e Jeong Un Kim al pianoforte. In programma musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Gabriel Fauré e Johannes Brahms. Il fascino dell’imbrunire in un trascolorare continuo alla scoperta dei colori della notte.
  • Lunedì 20 settembre alle ore 18.30 Riccioli di Barbiere. Il barbiere di Siviglia raccontato ai bambini, opera pocket per bambini dai 3 ai 10 anni tratta dal melodramma buffo Il barbiere di Siviglia. In questa versione, adattata per i piccoli spettatori, tutti potranno imparare ad amare il teatro e Rossini, ascoltando alcune pagine della sua opera più famosa e divertente.

Un Festival che nasce dal desiderio e con l’auspicio di ritrovarsi finalmente insieme uniti nella musica. Proprio con questo intento il Regio propone le Festival Card a 6 e 10 spettacoli, che danno la possibilità di scegliere altrettanti titoli tra opere, concerti e spettacoli per bambini, oppure di essere utilizzate per assistere da più persone per la stessa manifestazione. Inoltre, per gli under 30 è prevista la riduzione del 20% su tutti i biglietti, e con la Festival Card Giovani 10 il biglietto costa solamente € 10.

Il Regio Opera Festival. A Difesa della Culturache si svolge presso la sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è realizzato dal Teatro Regio Torino con il patrocinio del Ministero della Difesa e del Ministero della Cultura, grazie al Main Partner Camera di commercio di Torino, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con il contributo di Reply, di Federfarma Torino con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino Farma Cares, e di Sipal.

CERTIFICAZIONI COVID PER L’INGRESSO AGLI SPETTACOLI
L’accesso agli spettacoli del Regio Opera Festival è consentito esclusivamente alle persone munite del documento d’identità e di una delle seguenti Certificazioni Verdi COVID-19:

  • Green Pass (anche una sola dose di vaccino, validità 9 mesi)
  • Certificato di guarigione da Covid-19 (validità 6 mesi)
  • Esito negativo al test molecolare o antigenico rapido per il Covid-19 (validità 48 ore)

BIGLIETTERIA
La Biglietteria è aperta dal lunedì al sabato ore 10-14 presso l’Info-Point di piazza Castello 215 (Teatro Regio, Ingresso Uffici) e un’ora prima degli spettacoli al Cortile di Palazzo Arsenale (via dell’Arsenale 22). Acquisti esclusivamente con carta di credito, bancomat e Satispay. Chiusura estiva da sabato 14 a domenica 29 agosto. Riapertura lunedì 30 agosto ore 10-14.
Biglietti e Festival Card in vendita anche online su www.teatroregio.torino.it e www.vivaticket.it e direttamente presso i Punti Vivaticket.

BIGLIETTI
Biglietti per Musica in crescendoDolceamaro e Riccioli di Barbiere: posto unico € 5
Biglietti per i concerti Puro divertimento e Inni alla notte€ 10 – 15 a seconda del settore (under 30€ 8 – 12 a seconda del settore)

FESTIVAL CARD
Festival Card 10 biglietti: € 200
Festival Card 6 biglietti: € 120
Festival Card Giovani (under 30) 10 biglietti: € 100

INFORMAZIONI
Info-Point: ore 10-14 dal lunedì al sabato presso l’Ingresso Uffici del Teatro Regio (piazza Castello 215) info@teatroregio.torino.it
Info-Tel. 011.8815.241: ore 10-18 dal lunedì al venerdì; sabato 10-14; biglietteria@teatroregio.torino.it.

REGIO OPERA CAFÉ
All’interno del Cortile di Palazzo Arsenale, il Regio Opera Café vi aspetta a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it

Massimo Popolizio: “Con “Furore” di Steinbeck un epico affresco della Grande Depressione, tra povertà, crisi sociale e migrazione”

/

Per la nuova stagione TPE, dal 13 al 15 settembre sul palcoscenico dell’Astra

 

Per recuperare il tempo perduto e favorire nuovamente l’incontro con il pubblico, la nuova Stagione TPE riparte con ampio anticipo rispetto alle precedenti e già lunedi 13 settembre affida l’apertura del proprio cartellone settembre-dicembre al talento di Massimo Popolizio con “Furore” tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. Lo spettacolo, una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è un one man show lirico ed epico, realista e visionario, in cui l’attore, partendo dalla rielaborazione drammaturgica di Emanuele Trevi – recente vincitore del Premio Strega 2021 con il romanzo “Due vite” – dà corpo e voce all’esodo dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione in cui crisi agricola, economica e sociale attanagliavano il paese. Popolizio, narratore d’eccezione, dispiega, solo in scena, un vitale e più che mai attuale racconto del fenomeno migratorio, amplificato dalle musiche e suggestioni sonore di Giovanni Lo Cascio.

La genesi di quello che diventerà un capolavoro della narrativa americana risale all’estate del 1936 quando il San Francisco News commissiona all’autore una serie di articoli sulla condizione del proletariato rurale immigrato in California. Sono americani del Midwest, provenienti soprattutto dall’Oklaoma e dall’Arkansas, colpiti dalla crisi e costretti a fuggire dalle tempeste di sabbia della Dust Bowl e dalla conseguente siccità che aveva reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Steinbeck sale su un furgone da panettiere e inizia il suo viaggio fra le vallate della California. Osserva le strade riempirsi di camioncini sgangherati, carichi di fantasmi vestiti di stracci e diretti alle piantagioni di uva, mele e cotone. Si imbatte in un’umanità prostrata, sfinita dal lavoro, umiliata. Riporta sui suoi taccuini gli scenari di una vita fragile e penosa trascorsa in baraccopoli di latta abitate da famiglie un tempo orgogliose ma scivolate nella povertà più amara e progressivamente pervase da un’apatia senza ritorno.

Lo scrittore traccia così un negativo fotografico del mito della frontiera, dove all’epopea del pioniere si sostituisce il destino tragico di un popolo, senza terra e in continuo viaggio verso la speranza, verso l’ambita e sognata California. Uno spaccato umano eternamente immortalato anche dalle fotografie di Dorothea Lange e Walker Evans. Il risultato di quell’indagine sfocerà nel romanzo Furore. L’opera conoscerà un immediato successo di pubblico tanto che, a un anno dalla pubblicazione, nel 1939, varrà a Steinbeck il Premio Pulitzer e concorrerà, insieme alla successiva produzione letteraria dell’autore, alla conquista del Premio Nobel nel 1962.

Osserva Emanuele Trevi: «Forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile “story-teller” un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Più che a una “riduzione”, riteniamo che un progetto drammaturgico su “Furore” debba tendere a esaltare le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci che durante la lettura. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità”.

Aggiunge Popolizio, aggiudicatosi due anni fa il Premio Ubu per lo spettacolo dell’anno con “Un nemico del popolo”: «Non è un monologo né teatro narrazione. È un racconto commovente di gente disperata che scappa dalla polvere e finisce per morire nelle alluvioni, esattamente come oggi migliaia di persone arrivano dal deserto e muoiono in un mare che non hanno mai visto prima. Non è per fare per forza l’attualità, ma è davvero la stessa storia di schiavi accolti nelle baracche finché devono raccogliere pesche, pere, o pomodori, poi allontanati, o ributtati in mare. “Furore”, col linguaggio di Steinbeck, epico, forte, omerico, ci mette di fronte a queste contraddizioni».

 

Foto di Federico Massimiliano Mozzano