Plenilunium
Plenilunium si terrà venerdì 23 luglio all’ex cimitero di san Pietro in Vincoli
La serata fa parte un ciclo di incontri; quello di venerdì sarà il terzo e avrà come tematica specifica la relazione tra lune e oriente. L’iniziativa è inserita nel programma estivo patrocinato dalla città Estate in Svincoli.
Il programma in sintesi
Venerdì 23 luglio / PLENILUNIUM
LA LUNA NELLA CULTURA ORIENTALE TRADIZIONALE
17:30/18:00
Accoglienza con musica
18:00/18:30
A NOI VIVI! Il Paradiso
spettacolo teatrale per i più piccoli
8:30/19:00
Francesco, il lupo e il Principe Siddhartha
spettacolo teatrale per i più piccoli
19:00/20
Faso tuto mi – La cena ai tempi del Covid con un pic-nic autogestito
(oppure si avrà la possibilità di prendere un panino dal food truck VanVerBurger)
20:00/21:00
Conferenza a cura di Fabrizio Bonanomi
Fra Cielo e Terra: Luna e suggestioni Taoiste
21:00 22:00
The Sound of the Sun – Il Sole e le vibrazioni del Sistema Solare
spettacolo teatrale
Ore 22:30
Un anno con 13 lune
di R.W. Fassbinder (1978, 124′), versione originale sottotitolata
Foto @Chiara Agostinetto
Due quadri esposti al Museo del Risorgimento compongono la copertina dello speciale 45 giri in edizione limitata di MUSICA LEGGERISSIMA, il successo di Colapesce e Dimartino, premiato ieri con il quarto disco di platino. I due artisti saranno a Torino giovedì per il Flowers Festival
“Visitando il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino potete ammirare nella sua interezza Passaggio del Gran San Bernardo, il cui dettaglio è contenuto nell’artwork del 45 giri di Musica Leggerissima. Grazie Museo Nazionale del Risorgimento Italiano!”.
Con due post pubblicati sui loro profili Instagram, i due cantanti Colapesce e Dimartino hanno svelato che la copertina del 45 giri di quella che è una delle hit più ascoltate di quest’anno, premiata con il quarto disco di platino, trae ispirazione da due quadri esposti al Museo Nazionale del Risorgimento.
Sul lato A è riprodotto il dettaglio di una tempera su carta, primo quarto sec XIX Passaggio del Gran San Bernardo, della scuola del pittore torinese Giuseppe Pietro Bagetti, Sul lato B, che contiene un omaggio a Franco Battiato con la cover di Povera patria, compare Napoleone guida l’attacco al ponte di Arcole (15 novembre 1796), sempre della scuola del Bagetti, La doppia copertina è opera dell’artista Fontanesi.
Grazie a Colapesce e Dimartino e a Fontanesi per essersi fatti ispirare da due opere esposte al Museo del Risorgimento di Torino. Ancora una volta si dimostra che non c’è separazione tra diverse espressioni di cultura, che possono e devono dialogare fra loro.
Torino ricorda Carla Fracci
Il Consiglio comunale ha approvato ieri all’unanimità (ventitré voti favorevoli) una mozione di invito alla Giunta per individuare una sala del teatro Regio o del teatro Carignano – in accordo con la relativa Fondazione – da intitolare a Carla Fracci. Prima firmataria la consigliera Marina Pollicino del gruppo misto di minoranza – Con.Ci.
L’atto del Consiglio comunale ricorda il legame della ballerina con Torino: “nel 2016, in occasione della presentazione del balletto ‘Sheherazade e le mille e una notte’, Fracci dichiarò il suo amore per la nostra città, definendola “una città di cultura e di grandi donne della danza come Loredana Furno e Susanna Egri”.
L’étoile – precisa il documento della Sala Rossa – si esibì più volte a Torino: al Regio nella ‘Giselle’ di Adolphe-Charles Adam nel 1975; al Carignano in ‘L’Heure exquise’ di Maurice Béjart nel 1998 e, sempre al Carignano, in ‘Excelsior’ di Romualdo Marenco nel 2000 e nuovamente al Regio nel 2006 in ‘E le stelle stanno a… danzare’, in occasione del Gran Gala di danza internazionale.
Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi
Martedì 20 luglio, ore 21
GIANNA NANNINI
Piano Forte e Gianna Nannini – La Differenza
STUPINIGI SONIC PARK
Piano e forte, dolcezza ed energia: la rocker Gianna Nannini è questo e molto altro in “Piano Forte e Gianna Nannini – La Differenza”, il tour in cui si presenta in un’inedita versione pianoforte e voce a sottolineare le due anime della sua musica, piano e forte.
Foto a questo link: https://bit.ly/3yxX7eu
Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse Agency. HR Partner: Lavoropiù.
Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.
Martedì 20 luglio, ore 21
Gianna Nannini
Piano Forte e Gianna Nannini La Differenza
Biglietti da 40 a 79 euro
I biglietti sono in vendita su Ticketone (www.ticketone.it)
Info
Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7, Nichelino
FB: StupinigiSonicPark
IG: stupinigisonicpark
#SonicPark2021#RitornoAllaMusica
È ufficialmente partito questa mattina, dalla Reggia di Venaria, il giro nelle province piemontesi del Consiglio regionale, per consegnare ai 1.181 comuni del Piemonte il Drapò, emblema di una regione ma anche un simbolo di appartenenza e riconoscimento di tradizione e valori.
Ad accogliere i sindaci della provincia di Torino, sul palco allestito nel Gran Parterre dei Giardini della Reggia di Venaria, il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia e i componenti dell’Ufficio di presidenza, i vicepresidenti Francesco Graglia e Mauro Salizzoni e i consiglieri segretari Giorgio Bertola, Michele Mosca e Gianluca Gavazza.
“Questa iniziativa si sarebbe dovuta svolgere lo scorso anno, in occasione del 50esimo anniversario della Regione Piemonte, ma l’arrivo di questa terribile pandemia ha purtroppo posticipato la cerimonia – ha esordito sul palco il presidente Stefano Allasia– Oltre alla rete delle istituzioni, dallo Stato alla Regione, alle Province, che hanno saputo lavorare in sinergia seppur tra tante difficoltà, un ruolo fondamentale lo hanno avuto le comunità locali, realtà coese tra loro che – lo dimostra la storia piemontese – sono da sempre capaci di far valere la propria lungimiranza, forza e laboriosità. Il Drapò è il vessillo di tutti i piemontesi, sotto il quale il Consiglio regionale, insieme con ciascun Comune, intende affrontare le molteplici sfide del futuro. L’auspicio – conclude – è che, attorno al nostro storico Drapò, ogni piemontese possa rafforzare il valore dell’identità e l’orgoglio di appartenere ad una regione con una storia plurisecolare e che ogni sindaco, nel proprio Comune, si faccia “custode” della nostra bandiera, e con essa, di quei sentimenti di amore e gratitudine per il nostro grande e bel Piemonte”.
“I nostri sindaci possono dirsi orgogliosi di vivere in un luogo eccezionale, pieno di bellezze come il Piemonte – ha dichiarato il vicepresidente della giunta regionale Fabio Carosso – Mai come in questo periodo abbiamo avuto dimostrazione di come i sindaci siano sempre in prima linea, compiendo sforzi enormi per salvaguardare i cittadini in questo anno di pandemia. Abbiamo ancora bisogno del loro sforzo e del loro lavoro. L’augurio che dobbiamo forci è quello di tornare ad essere primi, come è stato in passato, grazie al sacrificio e alla serietà degli uomini e delle donne che amministrano le nostre città. I sindaci sono di fatto i primi a poter migliorare la qualità della vita dei cittadini. Consegnare loro la bandiera del Piemonte, è un gesto importante, perché ci accomuna e ci rende tutti fieri di appartenere a questa regione che ha fatto la storia e, insieme, continueremo a farla”.
“Sono onorata di essere oggi qui per ricevere, in rappresentanza di tutti i sindaci della nostra regione, la storica bandiera del Piemonte, il “drapò” del Piemont – ha dichiarato Il sindaco metropolitano, Chiara Appendino – Ogni comunità, da sempre, si riconosce nei propri simboli come la bandiera, lo stemma, alcuni fatti e frasi storiche, perché sono elementi che, di generazione in generazione, trasmettono il senso di identità, di orgogliosa appartenenza, e, non di rado, rendono bene l’idea del carattere di un territorio e della sua gente”.
“La cerimonia di consegna della bandiera del Piemonte è l’occasione per un richiamo alla necessaria coesione fra le istituzioni”, ha affermato Fabio Giulivi, sindaco di Venaria Reale. “Stiamo affrontando una delle crisi più drammatiche dal dopoguerra ed è quindi fondamentale unire le forze fra le istituzioni di ogni livello per saldare quel fronte comune che sappia affrontare la sfida della ripartenza. Il luogo dove siamo oggi racconta come lo sforzo comune e la sinergia fra enti diversi possa infatti permettere di raggiungere traguardi impensabili, un’azione che si è concretizzata con il restauro della Reggia e dei giardini di Venaria, avviato nel 1999. Il Piemonte ha la capacità politica e gli anticorpi morali per far sì che le risorse che atterreranno sul territorio non vadano sprecate”.
A fare da sfondo alla cerimonia, occasione in cui sono stati ricordati i cinquant’anni della Regione Piemonte, che si sarebbero dovuti celebrare nel 2020, la proiezione della mostra fotografica “Piemonte cinquant’anni”, un racconto per immagini di mezzo secolo di storia, a cura dell’agenzia Ansa e il sostegno della Fondazione Crt. Le note di brani appartenenti alla tradizione piemontese, eseguiti dai maestri Loris Gallo e Valerio Chiovarelli, hanno accompagnato la consegna delle bandiere sul palco della Venaria. A simbolo del passaggio nella provincia di Torino del Consiglio regionale, questa sera, la facciata di palazzo Madama a Torino, sarà illuminata con l’immagine del Drapò.
Quest’ultimo anno ci ha ricordato come la casa sia il luogo più importante al mondo, facendoci riscoprire la sua centralità nel definire le nostre vite: casa non è solo uno spazio fisico ma è accoglienza, relazione, è un rifugio in cui essere noi stessi e custodire i propri affetti.
Ancora oggi, però, troppe persone sono costrette ad affrontare situazioni di forte disagio senza poter contare su un luogo in cui sentirsi protetti e al sicuro ed è per questo che IKEA promuove da sempre un modello virtuoso di collaborazione con associazioni del territorio e istituzioni locali per recuperare, riqualificare e arredare spazi, trasformandoli in luoghi di accoglienza destinati ad ospitare e supportare chi ne ha più bisogno.
IKEA Torino ha deciso così di supportare il progetto di co-housing gestito dall’impresa sociale Stranaidea in co-progettazione con il Comune di Torino, per accogliere e restituire un senso di casa a 6 persone senza dimora all’interno di un alloggio in via Quittengo. IKEA ha reso più accogliente gli spazi, fornendo coperte, lenzuola, asciugamani, piatti, bicchieri, posate, oggetti indispensabili per contribuire a fare di un luogo una casa, ricreando un ambiente personale e confortevole. Inoltre, IKEA Torino si è occupata di realizzare un piccolo spazio dedicato al relax sul terrazzo arredandolo con un tavolo e comode sedute.
“In IKEA lavoriamo ogni giorno per costruire una vita migliore per la maggioranza delle persone ma siamo consapevoli che non è possibile realizzare un reale cambiamento da soli. Per questo ci impegniamo, con entusiasmo e responsabilità, ad essere sempre parte attiva della comunità, instaurando collaborazioni virtuose con le associazioni che lavorano sul campo per rispondere alle esigenze di chi ha più bisogno” dichiara Manuel Trivulzio, Market Manager IKEA Torino. “Siamo davvero orgogliosi di poter sostenere una realtà così preziosa per l’intera comunità come Stranaidea e contribuire a questo ambizioso progetto di accoglienza”.
“Rapid Re-housing” prevede un periodo di accoglienza di circa un anno nel corso del quale le persone coinvolte intraprenderanno anche un percorso per valorizzare le proprie capacità con l’obiettivo di costruire nel tempo una propria indipendenza economica, sociale e abitativa.
Nata 35 anni fa, Stranaidea si occupa di diverse aree di competenza: dall’accoglienza di persone senza fissa dimora, a programmi educativi all’interno di centri di formazione, fino al lavoro di integrazione di rifugiati e profughi in Italia
Cortile d’Onore, Palazzina di Caccia Stupinigi Lunedì 19 luglio, ore 21
GIGI D’ALESSIO
Mani e Voce
STUPINIGI SONIC PARK
“Mani e Voce” è il tour acustico di Gigi D’Alessio che torna a calcare i palchi accompagnato solo da ciò che è più essenziale: il suo pianoforte e la voce. Protagoniste: le canzoni di “Buongiorno Special Edition 2021”, il nuovo disco uscito il 18 giugno che contiene tutti i brani della prima edizione di “Buongiorno” (al n.1 della classifica ufficiale FIMI all’indomani del debutto) con l’aggiunta di un secondo cd con 12 canzoni, 4 inediti e nuovi featuring. Ad anticiparlo sono stati il brano “Guagliune” presentato quando D’Alessio insieme a Enzo Dong, Ivan Granatino, Lele Blade e Samurai Jay, è tornato da ospite sul palco del Festival di Sanremo 2021, e la recente “Assaje”, delicata e intensa canzone d’amore uscita solo pochi giorni fa e che fa da apripista alla tracklist del nuovo progetto.
Dalla felice intuizione di “Buongiorno”, questa Special Edition porta a compimento un progetto che segna una ripartenza da Napoli e dalle origini: dalle hit che negli anni ’90 hanno visto Gigi riempire lo stadio San Paolo trasformandolo in un fenomeno che non poteva più rimanere confinato entro il perimetro della città, fino agli inediti, il filo conduttore resta la lingua napoletana e il forte legame di appartenenza alla sua terra. Dal passato sono così state riscoperte altre hit del repertorio degli inizi dell’artista come “Na canzone nova” con Geolier, “‘ O posto d’Annarè” feat. Lele Blade, “Meza Bucia” feat. Coco, “30 canzone” feat. Bl4ir, “Anna se sposa” con il feat. di Ivan Granatino, “Sconfitta d’amore” feat. Hal Qartièr, fino ad un omaggio a Mario Merola con una nuova veste di “Cient’anne”.
«È stato difficilissimo stare in silenzio e lontani – racconta Gigi D’Alessio – e questo ritorno sul palcoscenico lo sento come un nuovo inizio, con l’emozione e l’entusiasmo di tutte le prime volte. Il pensiero di allontanare finalmente le ombre e le sofferenze che ci hanno accompagnato in questo ultimo anno, mi rende ancora più felice nel poter annunciare che questa estate potrò tornare ad abbracciarvi tutti. Almeno dal palco. La pandemia ci ha costretti a riflessioni e alla ricerca delle cose essenziali. Anche per questo ho pensato di dedicare questa prima parte di tour a ciò che davvero è fondamentale per ricominciare e tornare da voi: le mani che si libereranno sui tasti di un pianoforte, e la voce che aspetta solo di unirsi a quelle del mio pubblico, la mia famiglia, in coro! Vi aspetto questa estate per un grande abbraccio e perché oggi più che mai insieme potremo gridare: Non mollare mai!».
Stupinigi Sonic Park è promosso da Città di Nichelino e Sistema Cultura in collaborazione con Fondazione Ordine Mauriziano e il patrocinio di Regione Piemonte. Una produzione Reverse Agency. HR Partner: Lavoropiù.
Quest’anno, inoltre, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro taglia il traguardo dei suoi 35 anni di attività e sarà charity partner di Stupinigi Sonic Park. Una significativa collaborazione con una delle realtà più importanti del nostro territorio, la quale da molti anni offre un contributo significativo alla sconfitta del cancro.
GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Per “Stupinigi Sonic Park” arriva Gigi D’Alessio. A Collegno per “Flowers” si esibisce Niccolò Fabi.
Martedì. A “Flowers” si esibiscono i Negrita. Per “Monfortinjazz” suona il pianista Ludovico Einaudi. Sul palco dei Giardini Ginzburg è di scena Davide Shorty. A Stupinigi canta Gianna Nannini. Nel Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour, si esibiscono Giorgio Canali & Rossofuoco. Al Bunker suona il Max Gallo Quintet.
Mercoledì. Alla biblioteca Archimede di Settimo è di scena il chitarrista Paolo Angeli.
A “Flowers” suonano i Coma cose.
Giovedì. A Cavoretto al Petit Cafe si esibisce il trio del chitarrista Luigi Tessarollo. Al “Stupinigi Sonic Park” arriva Levante. A “Flowers” è di scena Colapesce/ Dimartino.
Al “Ginzburg Park Festival” si esibisce Beatrice Antolini.
Venerdì. A “Flowers” è di scena Ghemon. Al forte di Gavi arriva Vinicio Capossela con il suo progetto “Bestiale comedia”.Inaugurazione ad Alba del Festival Jazz con il quintetto del trombettista Carlos Sarduy. Al Bunker sono di scena gli Indianizer. Allo Spazio 211 suonano i Kaos One e Dre Love.
Sabato. A La Thuile per “Musicastelle” si esibisce Francesca Michielin. Il trio di John Patitucci suona ad Alba Jazz. Allo Spazio 211 è di scena Uochi Toki,Cyborgs, Ottone Pesante e OvO. A Stupinigi si esibisce Franco 126.
Domenica. Il Festival Jazz di Alba propone il sestetto di Giovanni Guidi. A Stupinigi sono di scena gli Psicologi. Per “Monfortinjazz” suona Raphael Gualazzi. All’Alpe Lusentino vicino a Domodossola, concerto di Davide Van De Sfroos.
Pier Luigi Fuggetta
Presentata la stagione 2021 – 2022 del Teatro Stabile di Torino
Sarà “Casa di bambola” di Ibsen ad aprire al Carignano il 4 ottobre prossimo (repliche per l’intero mese) la nuova stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, regia e interpretazione di Filippo Dini con Deniz Özdogan nel ruolo di Nora, in una lettura curiosa nella sua novità, non legata soltanto al tema del femminismo e della rivolta familiare – ritroveremo il regista genovese tra marzo e aprile al Gobetti con “Ghiaccio” dell’inglese Bryony Lavery, un dramma pluripremiato, un thriller psicologico, un testo di rimorso, punizione e redenzione, un’opera che dolorosamente affronta un tema scabroso della società di oggi, come è quello della pedofilia.
Parole di grande ottimismo durante la conferenza stampa di presentazione di un calendario (“abbiamo debuttato con ‘Molto rumore per nulla’, ora facciamo molto rumore per qualcosa che funzione davvero”, “in questa Italia vincente il teatro è vincente”) che è presentato dai responsabili, presidente Vallarino Gancia e direttori Fonsatti e Binasco grande intrattenitore, nella sua completezza – da metà settembre a metà giugno -, che poggia sul tanto lavoro sui tanti mesi di chiusura dei teatri e ben oltre, sul rapporto di fiducia del pubblico, sul sostegno continuo della Regione, del Comune e degli Enti bancari maggiori. La riapertura vuol dire “primo amore” ovvero lo spettacolo dal vivo (l’icona annuale mostra due giovanissimi, un lui e una lei ancora ben distinti, sotto l’albero della valle dell’Eden in versione 2.0, con lui tra l’imbronciato e il sospettoso a mostrare nella mano sinistra una rossa mela, mentre lei guarda immobile in macchina incorniciata da una riccioluta chioma bionda), il ritorno a casa definitivo, le poltrone della sala forse a poco a poco tutte utilizzabili, il ritrovarsi e l’abbracciarsi, il tiepido accendersi di qualche discussione (antica costante ormai pressoché spenta). Il luminoso versante ottimistico accoglie in primo luogo le 7 nuove produzioni esecutive, le 5 coproduzioni, le 4 riprese e i 32 titoli ospiti (62 titoli suddivisi tra Carignano, Gobetti e Fonderie Limone), tra i quali s’attendono con curiosità e interesse l’applaudita prova di Kriszta Székely “Il cerchio di gesso del Caucaso”, il 19 gennaio alle Fonderie dal Katona di Budapest (la regista mise in scena da noi un moderno “Zio Vania” nel gennaio 2020 e la vedremo con una nuova produzione sempre per lo Stabile di casa nostra nell’autunno 2022), lo shakespeariano “Antonio e Cleopatra” firmato per il Teatro Nacional D. Maria II di Lisbona da Tiago Rodrigues (da pochi giorni nominato nuovo direttore del Festival di Avignone), ancora alle Fonderie il 27 marzo, e infine “Come tu mi vuoi” di Pirandello, dall’Odéon parigino al Carignano il 27 maggio, con la regia di Stéphane Braunsschweig.
Il direttore artistico Valerio Binasco, scommettendo anche sulle stagioni e sul loro sovvertimento, nel freddo (forse?) di fine anno inscenerà in un Carignano trasformato in un bosco fin dal foyer “Sogno di una notte di mezza estate”, testo a lungo inseguito, mentre tra maggio e giugno porterà alle Fonderie gli euripidei “Ifigenia” e “Oreste”, la vicenda che abbraccia due vittime, “un ideale percorso di indagine nel dolore dei figli, nella cupa solitudine della famiglia, nel peso delle responsabilità che innervano la storia del teatro”. Leonardo Lidi (la cui “Casa di Bernarda Alba” con Orietta Notari, Francesca Mazza e Francesca Bracchino inaugurerà il 14 settembre la stagione del Gobetti, dove era stata costretta a chiudere dopo un pugno di repliche causa pandemia) metterà in scena, avvicinandoci ai 400 anni dalla prima rappresentazione al Palais-Royal, “Il misantropo” di Molière, Fausto Paravidino ripescherà dagli impegni cancellati della scorsa stagione, con l’interpretazione di Rocco Papaleo (divenuto ormai torinese a tutti gli effetti), “Peachum. Un’opera da tre soldi), personale rivisitazione del testo brechtiano. Restando sempre in casa Stabile, il nome emergente di Emanuele Aldrovandi, “talentuoso drammaturgo”, con “L’estinzione della razza umana”, dove un virus trasforma le persone in tacchini, protagoniste due coppie divorate dalle loro contraddizioni; in ultimo, attesissimo, dopo il planetario successo di “Macbettu”, premio UBU come “migliore spettacolo dell’anno”, Alessandro Serra con “La tempesta”, ancora Shakespeare, uno spettacolo fatto intimamente di amore e di odio, di perdono umanamente abbracciato, di magia in cui è bello perdersi.
Ultima eccellente stazione. Tra le coproduzioni e le ospitalità cogliamo i mostri sacri Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri in “Arsenico e vecchi merletti”, Emma Dante, Antonio Latella con “Chi ha paura di Virginia Woolf” interpretato da Sonia Bergamasco e Vinicio Marchionni, Umberto Orsini e Franco Branciaroli, Gabriele Lavia (“Il berretto a sonaglia” al Carignano dal 22 marzo), “Moby Dick alla prova”, con Elio De Capitani regista e interprete, un progetto di Orson Welles che prese vita a New York nel 1955, lui chiaramente maestoso Achab, che prese anche la forma di un film mai completato. E ancora: Mario Martone (in video-collegamento, ha sperato “che i teatri, come le scuole, non chiudano mai più, neppure se dovesse tornare la zona rossa, sarebbe un danno gravissimo, dobbiamo evitarlo e dobbiamo stringerci tutti quanti assieme perché questo non accada”, applauditissimo dal pubblico presente, soprattutto dai tanti attori in sala che per mesi sono stati chiusi tra le mura di casa) che porterà “Il filo di mezzogiorno” di Goliarda Sapienza, eccentrica e controversa scrittrice a relazionare per autobiografia sul proprio percorso psicanalitico, Matthias Martelli alle prese a riverire (si spera anche con un briciolo di divertente humour) nel settecentesimo anniversario padre Dante “fra le fiamme e le stelle” sotto l’occhio attento di Emiliano Bronzino e soprattutto del divulgatore Alessandro Barbero, amabilmente votato alla leggerezza, “Museo Pasolini” di e con Ascanio Celestini, “Il silenzio grande” scritto da Maurizio De Giovanni con la regia di Alessandro Gassmann, Ottavia Piccolo e Paolo Pierobon con “Eichman. Dove inizia la notte”, testo di Stefano Massini, i due attori nei ruoli di Hannah Arendt e del boia incriminato, processato e condannato a morte per genocidio e crimini contro l’umanità nel 1962.
Elio Rabbione
Nelle immagini, Umberto Orsini, in scena con Franco Branciaroli, con “Pour un oui ou pour un non” di Nathalie Sarraute; Rocco Papaleo in “Peachum” di Fausto Paravidino (foto Tommaso Le Pera; Giulia Lazzarini e Anna Maria Guarnieri in “Arsenico e vecchi merletti” (foto Tommaso Le Pera); il pirandelliano “Comme tu me veux” dall’Odéon di Parigi (foto Simon Gosslin); “Il nodo” di Johanna Adams con Ambra Angiolini e Ludovica Modugno con la regia di Serena Senigaglia (foto Serena Serrani)