Cosa succede in città- Pagina 27

Mario Merz, “Qualcosa che toglie il peso”

Una mostra in programma fino al 6 ottobre prossimo

 

“Qualcosa che toglie il peso” è  il titolo della mostra che la Fondazione Merz dedica dall’8 luglio al 6 ottobre prossimi a Mario Marz ( 1925-2003), uno degli artisti più poetici dell’arte italiana, facente parte e cardine della corrente dell’Arte povera.

“Qualcosa che toglie il peso” prende le mosse a partire dal concetto descritto dell’antropologo Claude Lévi Strauss e legato alla necessità di individuare la natura profonda che si cela dietro ai modelli per arrivare alla base del pensiero umano,  il quale, nella sua diversità,  è  definito sempre da leggi  che sfuggono allo scorrere del tempo e alla varietà  degli ambienti. Nel concetto di antropologia strutturale di Lévi Strauss, le strutture vengono riconosciute come appartenenti all’inconscio, similmente al principio di reciprocità che è  all’origine del passaggio dalla natura alla cultura.

La frase che dà il titolo all’esposizione “

Qualcosa che toglie il peso” è stata estrapolata da uno scritto di Mario Merz e si ricollega alla necessità di guardare alla natura e allo scorrere del tempo per raggiungere un senso di leggerezza concettuale.

“Il titolo della mostra – spiega Beatrice Merz, presidente e direttrice della Fondazione – è  quanto mai contemporaneo,  esprime il bisogno di alleggerire il pensiero e lo spirito dalla pesantezza e da quell’inquietudine che sono fattori comuni nella nostra società.  Nella mostra ci sono tanti elementi che possono aiutare, in particolare la via della natura rappresenta una visione, una indicazione”.

“Si tratta di una mostra – prosegue Beatrice Merz –  con al centro un grandissimo tavolo lungo 20 metri che non era mai stato esposto prima in Europa, perché era rimasto negli Stati Uniti dove venne realizzato nell’85 per una mostra personale di Sperone Westwater e Leo Castelli. Si intitola “Quattro tavoli in forma di foglie di magnolia” ed è composto da parte di foggia di foglie, intorno alle quali si aprono conversazioni con altre opere.

L’igloo del ’97 che abbiamo scelto è  molto leggero, reca foglie d’oro che creano riverberi,  è  stato esposto pochissimo, molto diverso da quello con  scritte classiche e al neon.   Ha una dimensione onirica. Il profumo della cera  che ricopre tutto il tavolo permette, invece, di penetrare in un’atmosfera in cui i sensi e l’immaginazione dello spettatore vengono sollecitati,  proprio come in una favola. Nella parte alta delle pareti della Fondazione è  stata allestita una serie di disegni di grande formato che hanno come soggetto animali e visi ed evocano un allestimento che Mario Merz curò per una mostra a Nimes. Accanto ad essi vi sono dei dipinti con animali, uno mai esposto prima, e con forme organiche, foglie, che entrano in dialogo con il tavolo.

Della natura che vive nel nostro quotidiano è  rivelatore anche un piccolo lavoro composto da due vasi pieni di miele e vino, dal titolo ”L’horizon de lumiere traverse nocte vertical de jour” del 1995. Prodotti come la cera trasmettono l’idea di Sacro naturale di cui è  parte l’umanità”.

Quest’anno l’evento estivo di Meteorite in giardino si è  trasformato nel programma  di eventi che la Fondazione Merz fa vivere tutto l’anno, sotto forme diverse, come musica e teatro. Il18 e 19 settembre prossimo è  previsto un convegno su Mario Merz. Quest’anno la fondazione ospiterà il Festival delle Colline, proseguendo il progetto di Barca Solare in collaborazione con l’Orchestra Filarmonica di Torino.

 

Mara Martellotta

Gigi D’Agostino, la superstar torinese a Stupinigi

Domenica 14 luglio 2024, h 21.00
Giardino Storico della Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO)

Posto unico 40 € + ddp
PIT 60 € + ddp

Un nuovo annuncio arricchisce il cartellone dell’edizione 2024 di Sonic Park Stupinigi.

Dopo le anteprime organizzate in collaborazione con OGR Torino per “OGR Sonic City” con Omar Apollo (4 giugno), i Dogstar di Keanu Reeves (30 giugno) e Tom Morello (10 luglio), si aggiunge al cartellone il live set di una delle icone del clubbing all’italiana, GIGI D’AGOSTINO! Domenica 14 luglio la superstar torinese suonerà finalmente “nel giardino di casa”, completando il cartellone insieme ai concerti di Geolier (12 luglio) e Coez e Frah Quintale (13 luglio), Cristiano De Andrè (17 luglio) e Pooh (18 luglio).

Ha fatto la storia della musica dance a cavallo tra gli anni ’90 e i Duemila. Ora, il Capitano è pronto per ripetere l’impresa: lo show sarà l’occasione per il pubblico di ascoltare live le hit senza tempo di uno dei dj più amati ed essere catapultati nell’universo sonoro di uno dei migliori artisti dance al mondo.
L’Amour Toujours’ (406 milioni di visualizzazioni su YouTube, oltre 319 milioni di ascolti su Spotify), ‘Bla Bla Bla’, ‘In My Mind’, ‘Another Way’ e ‘La Passion’ sono solo alcune delle tante canzoni che hanno segnato – e continuano a segnare – intere generazioni, ascoltate e riprodotte in tutto il mondo.
Dopo quattro anni lontano dalle scene e aver pubblicato l’ultimo album  “Slowerland III” nel 2023, è stato ospite a febbraio al Festival di Sanremo: quest’estate Gigi D’Agostino è pronto a conquistare il palco di Sonic Park Stupinigi con la sua consolle, circondato dai suoi fan e da i tanti che da molto tempo aspettano il suo ritorno dal vivo.

Gigi D’Agostino vanta una carriera più che trentennale iniziata a fine anni ‘80 proprio come dj nelle più note discoteche torinesi – dal Woodstock all’Ultimo Impero –  capace di portarlo in pochi anni al successo non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo, riconosciuto con premi nazionali e internazionali. ‘Lento Violento’ e “Mediterranean Prog” non sono solo etichette di molte delle sue produzioni, ma vere e proprie impronte generazionali, uno degli innumerevoli segni che questo artista, orgoglio piemontese, ha lasciato nella storia della musica internazionale.

OGR SONIC CITY
Omar Apollo (4 giugno) – Dogstar (30 giugno) Tom Morello (10 luglio)

SONIC PARK STUPINIGI
Geolier (12 luglio) – Coez & Frah Quintale (13 luglio) Gigi D’Agostino (14 luglio) –  Cristiano De Andrè (17 luglio) – Pooh (18 luglio)

 

sonicparkfestival.it | stupinigi@sonicparkfestival.it
FB: @sonicparkofficial | IG: sonicparkofficial
#SonicPark2024 #SonicParkStupinigi

Opera e balletto. Dal 15 luglio vendita dei biglietti, Carnet, Regio Card e Regio Card Giovani

Foto Gaia Bonanomi

Da lunedì 15 luglio inizia la vendita dei biglietti per tutti gli spettacoli della Stagione 2024/2025 La meglio gioventù. Sono disponibili anche vantaggiosi carnet con la possibilità di scegliere 3 o 4 spettacoli, e le nuove Regio Card Regio Card Giovani 18-30. La recente riorganizzazione dei settori della sala e una nuova e vantaggiosa politica dei prezzi rendono il Teatro Regio sempre più accessibile. Tra le novità ricordiamo: l’unione dei settori di platea C e D in un unico settore C ancora più conveniente, l’allineamento del prezzo delle Prime alle altre recite e la nascita delle Gift Card, un buono prepagato ideale da regalare. Inoltre, continua la vendita degli abbonamenti, quest’anno particolarmente vantaggiosi: si può vedere uno spettacolo a partire da € 21. Per agevolare le modalità di acquisto, è possibile anche il pagamento rateizzato dei carnet e degli abbonamenti.

 

Dodici titoli, di cui sette nuovi allestimenti e la trilogia inedita dedicata a Manon Lescaut. Il cartellone propone Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart; Giselle di Adolphe-Charles Adam e Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij; Roberto Bolle and FriendsL’elisir d’amore di Gaetano Donizetti; Rigoletto di Giuseppe Verdi; La dama di picche di Pëtr Il’ič Čajkovskij; Hamlet di Ambroise Thomas; Andrea Chénier di Umberto Giordano.

 

Il costo dei biglietti singoli parte da € 30 (ridotto a € 24 per gli under 30), mentre per Roberto Bolle and Friends si parte da € 50. Tornano anche per la Stagione 24/25 le Anteprime giovani under 30 a € 10.

 

Vendita alla Biglietteria, presso i punti vendita Vivaticket e on line su www.teatroregio.torino.it o www.vivaticket.com.

 

Biglietteria del Teatro Regio

Piazza Castello 215 – Torino | Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 | biglietteria@teatroregio.torino.it

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica: ore 10.30-15.30;

un’ora prima degli spettacoli

 

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it

 

“Arte in transito” per il rilancio di via Sacchi

Con il suo chilometro di auliche arcate, via Paolo Sacchi è un luogo di storia, cultura e arte.

Mercoledì 17 saranno montati i primi 11 dei 22 pannelli murari di arte pubblica sulle superfici cieche della Ferrovia tra via Pastrengo e via Governolo, realizzati dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Torino. Simili a cartelli pubblicitari stradali racconteranno la storia della comunità di Borgo San Secondo, dei suoi abitanti, della Torino del passato e delle sue prospettive future.

 

La valorizzazione dei muri attraverso l’arte pubblica partecipata intende innescare il rilancio della via per limitare soprattutto la dismissione commerciale del loro porticato e la scarsa manutenzione del lato ferroviario al fine di accrescere il flusso locale e turistico. Il Progetto “Arte in transito” è realizzato dal Comitato Spontaneo Rilanciamo via Sacchi in  collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Torino e il Politecnico Torino DAD, patrocinato dalla Città di Torino – Torino Creativa, autorizzato dalla Soprintendenza e Gruppo Ferrovie di Stato e finanziato dalla Circoscrizione 1 Centro -Crocetta e dall’Assessorato alle Politiche giovanili. Un tratto di città che racchiude nuove generazioni e memoria.

Igino Macagno

Scienza Migrante 2.0, tanti appuntamenti e storie fino al 2025

Dal 18 luglio e fino a marzo 2025 un ricco calendario di eventi.

 

Primo appuntamento “Aperitivo Migrante” con le storie dei ricercatori Magdalena Maria Kubas, dalla Polonia, Oleksii Skorokhod, originario di Kiev in Ucraina e Marwa El Soury, da Alessandria d’Egitto.

Giovedì 18 luglio ore 18.30 Casa del Quartiere San Salvario

Ingresso Libero

La scienza non ha confini, ma troppo spesso si trova a dover superare barriere culturali, sociali, politiche… Eppure il progredire della conoscenza dipende dalla capacità di scambio fra colleghi di tutto il mondo e la chiave del progresso è la condivisione. Da questi due presupposti – accogliere abbattendo le barriere e favorire la circolazione delle idee – nasce Scienza Migrante 2.0, il progetto di UNITO in collaborazione con Associazione A Pieno Titolo, Associazione CentroScienza onlus, Pastorale Migranti, Arcidiocesi di Torino, Refugees Welcome Italia, Rete delle Case del Quartiere di Torino, ASAI, RKH Studio, INFN – Sezione di Torino, Università della Valle d’Aosta (UNIVDA), Università degli Studi del Piemonte Orientale (UPO).

 

Scienza Migrante 2.0 punta tutto sul potere inclusivo della scienza. L’idea è quella di creare delle occasioni di condivisione e scambio – divertenti, ludiche, informali – fra scienziati, ricercatori e persone comuni, di costruire una comunità all’interno della quale la scienza possa realmente essere un ponte fra le persone, ispirando un cambiamento.

 

L’intero progetto ruota attorno al concetto di scienziato migrante che non si limita a definire un ricercatore che abbia deciso di abbandonare il proprio Paese spinto da un grave impedimento di natura sociale o politica quanto piuttosto ogni scienziato che si trova a lavorare all’estero. Chi ha lasciato il proprio paese si porta dietro un bagaglio culturale e di sapere scientifico spesso nascosto e inespresso; talvolta ha difficoltà a vedere riconosciuti i propri titoli di studio oppure fa fatica ad inserirsi nel nuovo contesto sociale. Ma dall’incontro possono nascere soluzioni.

Proseguendo il progetto iniziato nel 2022, Scienza Migrante 2.0 parte ufficialmente il 18 luglio con un calendario ricco di appuntamenti che proseguiranno fino a marzo 2025.

Ogni appuntamento racconterà storie di vita e di scienza di tanti ricercatori migranti, protagonisti della prima edizione di Scienza Migrante ed oggi parte integrante dello staff.  Come quella di Magdalena Maria Kubas, assegnista di ricerca di origine polacca, in Italia dal 2007; Oleksii Skorokhod, originario di Kiev e oggi Docente presso il Dipartimento di Scienze della vita e Biologia dei sistemi dell’Università di Torino; Marwa El Soury, biotecnologa e biologa molecolare arrivata in Italia da Alessandria d’Egitto per partecipare a un master internazionale euro-mediterraneo di neuroscienze e biotecnologia; Jatziri Mota Gutierrez, dal Messico, con una Laurea in Nutrizione Umana conseguita in Messico, un Master sulla Nutrizione Molecolare preso in Olanda e un Dottorato di Ricerca in microbiologia degli alimenti conseguito in Italia, presso l’Università di Torino. Sono loro i protagonisti dell’appuntamento del 18 luglio.

 

Si parte alla Casa del Quartiere di San Salvario a Torino,  con un kickoff party per la ripartenza del progetto e con il primo degli Aperitivi Migranti (gratuito e aperto al pubblico) che si svolgeranno nell’intera rete delle Case del Quartiere di Torino, occasione conviviale per incontrare i protagonisti del progetto, dialogare ed ascoltare le loro storie, parlare di ricerca, cultura, immigrazione in modo informale e divertente e co-progettare insieme le attività che partiranno ufficialmente da Settembre.

 

Novità di questa edizione sarà il coinvolgimento anche di alcuniricercatori italiani emigrati all’estero che porteranno nel format le loro esperienze con l’obiettivo di contribuire al dibattito sull’importanza dell’integrazione per il progresso sociale.

 

La scienza deve parlare un linguaggio universale e per coinvolgere un pubblico sempre più ampio verrà realizzata una nuova serie di puntate del podcast “Prof Fantastici e dove trovarli”, (https://frida.unito.it/wn_pages/podcast.php/Jul2024/1_prof-fantastici-e-dove-trovarli/) speciale Scienza Migrante, in collaborazione con Frida UNITO. Sul sito  https://scienzamigrante.unito.it/podcast/ sono già presenti 5 podcast ed altri se ne aggiungeranno nei prossimi mesi.

 

Scienza Migrante andrà nelle scuole primarie e secondarie con un format a loro dedicato. In una società sempre più multietnica l’incontro con gli scienziati migranti ispirerà bambini e ragazzi e consentirà loro di riflettere su temi importanti legati all’immigrazione e alla convivenza interetnica.

 

I Cineforum, in collaborazione con il Cineteatro Baretti di San Salvario, utilizzeranno il linguaggio universale del cinema per stimolare il dibattito sulle tematiche del progetto.

 

“Scienza Migrante in tour” vedrà protagonisti gli scienziati migranti negli eventi: la Notte dei ricercatori, il Salone del libro, Ricercatori alla spina, GiovedìScienza a Torino. Ma la collaborazione con UPO e UNIVDA consentirà di estendere l’organizzazione degli eventi sul territorio: Aosta, comuni montani, Alessandria, Novara, Vercelli, VCO.

 

https://scienzamigrante.unito.it/

Superga, un gioiello di arte e storia da valorizzare. In arrivo 15 milioni di fondi

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Agenzia del Demanio, MIC, MIT, Regione Piemonte e Città di Torino hanno siglato l’intesa per il restauro dello storico complesso grazie a 15 milioni di euro di finanziamenti

La Basilica di Superga, uno dei simboli più amati del patrimonio culturale italiano e torinese, è protagonista di una importante operazione di valorizzazione e restauro grazie al Protocollo di intesa siglato oggi che avvia la riqualificazione del complesso e porterà al potenziamento del suo valore culturale e sociale.

Lo hanno firmato il Soprintendente del Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Torino, Corrado Azzollini, il Provveditore pro tempore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato interregionale per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria, Vittorio Maugliani, il Direttore Regionale Piemonte dell’Agenzia del Demanio, Sebastiano Caizza, il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e il sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo.

Il confronto costruttivo degli ultimi mesi sul futuro della Real Basilica ha portato anche allo stanziamento di 15 milioni di euro, 9 milioni già assegnati dal MIT e 6 milioni dal MIC da erogare nel triennio 2024-2026, per la riqualificazione di tutti gli ambienti esterni e interni della basilica.

Il complesso monumentale di Superga è un immobile del patrimonio storico-artistico di proprietà dello Stato che si estende su un’area di quasi 24 mila mq ed è affidato in concessione, fino al 2030, alla Fraternita della Speranza del Sermig – servizio missionario giovani che cura le visite di fedeli, studiosi e turisti. Le iniziative di valorizzazione avviate dal protocollo prevedono il restauro di tutti gli ambienti di pregio, l’accessibilità completa di tutti gli spazi anche alle persone disabili, la catalogazione e la digitalizzazione dei volumi antichi della biblioteca reale, la realizzazione di un percorso interattivo museale e il potenziamento della mobilità cittadina verso il colle di Superga, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile della Città di Torino e della Regione Piemonte.

Il Protocollo, che ha una durata di 5 anni, con possibilità di proroga in base all’avanzamento dei lavori, apre inoltre la strada a ulteriori collaborazioni pubblico-private per il finanziamento di altri interventi di valorizzazione.

Superga è uno dei luoghi simbolo di Torino perché la guarda dall’alto e perché conserva la memoria di alcuni fatti fondamentali della sua storia, a partire dal Grande Torino. Abbiamo lavorato a lungo a questo accordo, per cui desidero ringraziare il ministro Salvini che ha contribuito a individuare la prima tranche di risorse e il ministro Sangiuliano che è stato proprio qui a Superga per apprezzarne il grande potenziale e contribuire alla sua valorizzazione. Questi spazi, che sono a pieno titolo parte del patrimonio culturale e storico di Torino e del Piemonte, meritano di essere conosciuti e apprezzati dai turisti che sempre di più vogliamo attirare sul nostro territorio”, dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

Questo protocollo è un risultato importante che mette insieme tutte le realtà e i soggetti interessati a portare avanti una strategia per il rilancio di Superga. Un sito che vogliamo preservare e promuovere sempre più, anche dal punto di vista dell’attrattività turistica, affinché possa essere una meta aggiunta agli itinerari delle persone che visitano Torino. È un luogo a cui la città è profondamente legata, sotto il profilo storico, religioso e culturale e in cui vive il ricordo della tragedia del Grande Torino a cui proprio qui, ogni anno, viene reso omaggio, afferma il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo.

Il Provveditorato Interregionale OO.PP. per le Regioni Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, già coinvolto nel 2020 per interventi antincendio presso la Basilica, ha acquisito subito, per le proprie competenze tecniche, la consapevolezza profonda della necessità di estesi interventi per la salvaguardia e il recupero della fruizione dell’importante bene architettonico della Basilica di Superga, simbolo di Torino, e affiancando il SERMIG, nuovo soggetto gestore, non solo ha dato impulso, ma è stato soggetto motore per il concepimento di un complesso piano pluriennale di recupero. Per l’attuazione di tale piano il Provveditorato ha allocato sia fondi propri per interventi finalizzati (quali nuovi ascensori per il miglioramento dell’accesso, ed interventi di riparazione in somma urgenza) sia ha ottenuto consistenti finanziamenti nella pianificazione del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Le prime attività del Provveditorato sono oggi in fase di attuazione, anche con metodologie innovative quali l’introduzione del BIM (Building Information Modeling – Historical BIM) per la progettazione degli interventi, e vedono l’importante coinvolgimento interessato anche di soggetti non pubblici, quale la Consulta per la valorizzazione dei beni architettonici e culturali di Torino. La sottoscrizione del Protocollo d’intesa tra le amministrazioni pubbliche (Agenzia del Demanio, Ministero della Cultura, Ministero delle Infrastrutture, Regione, Città Metropolitana), che avviene dopo un lungo periodo di interazione intensa e promozione svolte dal Provveditorato, costituisce importantissimo risultato, come punto di convergenza di interessi pubblici raccolti e promossi, nonché punto di avvio reale e fattivo per l’esteso programma di interventi previsto. La sottoscrizione del Protocollo, per la valenza dello stesso, è motivo di grande orgoglio per il Provveditorato, sottolinea il Provveditore pro tempore del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato interregionale per il Piemonte, la Valle d’Aosta e la Liguria, Vittorio Maugliani.

Il complesso monumentale della Basilica di Superga, di proprietà dell’Agenzia del Demanio e capolavoro juvarriano di architettura barocca, è uno dei più significativi luoghi di rilevanza storica e simbolica di Torino. Per il Ministero della Cultura il suo recupero è sempre stato prioritario e i finanziamenti erogati, anche con il concorso di Fondazioni e di altri Enti, sono stati in passato di oltre 12 milioni di euro. Oggi, con la sigla del Protocollo d’intesa, si auspica che si possa proseguire il cammino intrapreso per la conservazione e la valorizzazione del compendio, superando le attuali criticità conservative e potenziando i servizi all’utenza, dichiara il Soprintendente del Ministero della Cultura – Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Torino, Corrado Azzollini.

Questo ambizioso progetto di valorizzazione incarna pienamente la visione dell’Agenzia di sviluppare progetti innovativi per rigenerazione immobili pubblici di valore storico artistico e permettere ai cittadini di vivere pienamente questi luoghi e la loro storia. L’Agenzia del Demanio considera, infatti, la valorizzazione di questi edifici non solo un’opportunità per recuperare il patrimonio storico, ma anche un modo per creare nuove risorse, rilanciare l’economia locale e favorire lo sviluppo del territorio, spiega il Direttore Regionale Piemonte dell’Agenzia del Demanio, Sebastiano Caizza.

Torna Expocasa: le novità della 61° edizione

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Torna il Salone più longevo del nord Ovest d’Italia dedicato alle migliori proposte di arredamento, alla progettazione e alla ristrutturazione. Organizzato da GL events Italia, l’appuntamento è all’Oval Lingotto Fiere di Torino dal 28 settembre al 6 ottobre 2024.

Dal 28 settembre al 6 ottobre 2024 torna Expocasa, appuntamento più longevo del Piemonte tra quelli rivolti al grande pubblico. Organizzato da GL events Italia negli spazi dell’Oval di Torino, alla sua 61ª edizione il Salone si veste di novità. Per la prima volta ci sarà: la “Cucina di Expocasa“, animata da show cooking con talent e influencer ed eventi; la “Design call“, un contest rivolto a giovani designer per selezionare soluzioni innovative e attente alla sostenibilità; un’area dedicata al modernariato e al vintage; un inedito “Expocasa Off” che coinvolgerà il design in tutto il territorio. L’ingresso resta gratuito.

«Questa manifestazione è una delle nostre rassegne più rilevanti. Attraverso Expocasa siamo orgogliosi di contribuire alla vitalità di una filiera di grande importanza nel sistema economico regionalecommenta Gàbor Ganczer, amministratore delegato di GL events Italia -. Per gli espositori infatti, è l’occasione per intercettare nuovi acquirenti e avviare trattative che per molti incidono sul fatturato annuo dal 30 al 60%. Per i visitatori è un’occasione unica di avere a disposizione una grande offerta di qualità e di interazioni con professionisti».

Con 60 anni di esperienza, Expocasa riesce sempre a trovare nuove idee per sedurre il pubblico. Così, per la 61ªedizione amplia i propri confini e si arricchisce diExpocasa Off, un programma di appuntamenti che varca le frontiere dell’Oval conquistando spazi sul territorio piemontese, con quartieri, showroom e negozi che diventano i protagonisti dello stile che contraddistingue la rassegna.

Uno stile che parte dal gusto per il design, tra grandi nomi e nuove proposte. Infatti, Expocasa celebra questo settore, per il quale già nel 2014 Torino è stata designata Creative City UNESCO, diventando l’unica città italiana vincitrice che ha identificato la creatività come fattore strategico per lo sviluppo. L’edizione 2024 del Salone ospita quindi per la prima volta la “Design Call” progettata per selezionare dieci oggetti d’arredo creati da giovani designer under 35, le cui proposte saranno esposte nei 9 giorni del Salone. Oggetti unici che offriranno al grande pubblico una visione innovativa e fresca del mondo del design. La call sarà pubblicata l’1 luglio su Expocasa 2024.

L’amore e la propensione per il design abbraccerà anche la passione per il cibo. Lo farà nella “Cucina di Expocasa” uno spazio speciale che proporrà il susseguirsi di live show giornalieri, con il coinvolgimento di content creator, chef, associazioni gastronomiche, scuole che parteciperanno utilizzando i prodotti e gli arredi dei partner.

Altra novità: accanto al nuovo ci saranno oggetti di antiquariato e modernariato, sulla scia della tendenza ad abbinare elementi contemporanei con stili e influenze del passato per dare vita a spazi che evocano un senso di familiarità, ma con una funzionalità e un’estetica aggiornata.

Imperdibile per il grande pubblico, irrinunciabile per architetti, interior designer e professionisti, Expocasa ancora una volta sarà la vetrina in cui scoprire e acquistare soluzioni di qualità per tutti gli ambienti, usufruire di supporto tecnico per informazioni e consulenza. Due le sue principali anime: l’area arredo e complemento – con cucine, living, camere da letto, camerette, bagno e benessere, falegnameria – e l’area tecnica – con artigianato, domotica, pavimentazioni, materiali e finiture, serramenti, climatizzazione, sicurezza, ristrutturazioni. Due sezioni che si intersecano con percorsi dedicati all’accessibilità e, in collaborazione con Federalberghi, al contract (il comparto turistico-ricettivo).

Tanta scelta in un unico luogo, dove la matericità è protagonista assoluta. In un’era sempre più digitale, infatti, a Expocasa l’esperienza sensoriale si intreccia con l’autenticità dei materiali. Qui, ogni dettaglio è studiato per valorizzare la presenza degli oggetti, invitando i visitatori a riscoprire il piacere della realtà palpabile, accompagnati dall’accoglienza di personale esperto. Il contesto dinamico, proiettato verso il futuro, resta accogliente e vivibile, offrendo un’esperienza coinvolgente, dove innovazione e comfort si fondono, ricercando il costante equilibrio tra modernità e abitabilità.

Expocasa sarà dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 21.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 21.00all’Oval Lingotto di Torino (via Giacomo Matté Trucco, 70). Doppio l’accesso al Salone per facilitare i visitatori che arrivano dalla stazione ferroviaria Torino Lingotto e dalla fermata della Metropolitana Italia 61.

Terra Madre Salone del Gusto, una nuova relazione con la natura

Terra Madre Salone del Gusto 2024 avrà luogo a Parco Dora dal 26 al 30 settembre prossimi e si pone nella condizione di individuare una nuova prospettiva, una nuova relazione con la natura.

Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e Italian Trade Agency, la quindicesima edizione del Salone del Gusto pone l’accento sul creare una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più importante che ci conduce alla terra. Il claim scelto quest’anno è “We are nature”.

Questo percorso è il frutto di riflessioni che Slow Food ha avviato e condiviso a livello italiano e internazionale con la rete di soci, produttori, artigiani, pastori, pescatori e istituzioni sue partner in quasi quaranta anni di storia dell’associazione ( Slow Food nasce in Italia nel 1986) e in venti anni di Terra Madre.

“Sono trascorsi venti anni dalla prima edizione di Terra Madre – spiega il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – un periodo in cui la manifestazione è cresciuta diventando un punto di incontro delle comunità del cibo di tutto il mondo. Per l’edizione 2024 Terra Madre e il Salone del Gusto hanno scelto di darsi appuntamento a Parco Dora, una cornice non solo adatta a ospitare grandi eventi, ma anche uno dei simboli della rigenerazione urbana e della contaminazione tra culture diverse in questa città. La Città di Torino avrà come sempre un suo spazio per presentare le tante iniziative e i progetti legati al tema del cibo, da quelli di studio a quelli di cittadinanza attiva per sostenere l’economia circolare e combattere lo spreco alimentare. Il cibo è un tema importantissimo che ha anche un’incidenza trasversale su tutta la nostra comunità . Per essere buono deve essere sostenibile ed etico. Terra Madre e Slow Food ci danno appuntamento per rinnovare questa riflessione, oggi più preziosa che mai”.

“Da venti anni Terra Madre è preziosa occasione di dibattito, conoscenza e cultura sui temi del cibo e della sostenibilità alimentare – affermano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Cibo Paolo Bongioanni – Si tratta di un appuntamento cresciuto nel tempo che consente a Torino di accogliere migliaia di delegati e affrontare ad altissimo livello una delle problematiche più cogenti dell’umanità. Quest’anno la manifestazione sarà l’occasione per riunire il Tavolo nazionale sui sistemi Alimentari, cui parteciperanno esperti della filiera Agroalimentare italiana insieme alle principali città italiane, per delineare la posizione del nostro Paese su cibo, sostenibilità e sicurezza alimentare a livello internazionale”.

“Con una situazione demografica a livello planetario che, in questi ultimi venti anni, ha portato un incremento della popolazione mondiale di 1,5 milioni di individui, e una crisi climatica galoppante, oggi è più che mai necessario unire le forze per far fronte a questo stato di cose – ha dichiarato Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ricordando l’appello per inserire l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado.

“Con una classe dirigente sorda e sempre più in balia degli interessi economici delle multinazionali o dei grandi fondi di investimento, noi crediamo che il cambiamento possa avvenire ancora dal basso. Ma per far sì che ciò si realizzi, è necessario che la società civile sia informata e avveduta su tutte le possibili e innumerevoli connessioni che, partendo dal cibo, si legano al benessere degli individui e alla salute del pianeta. In questa edizione Terra Madre vorrà promuovere una sana educazione e una più profonda conoscenza del comparto alimentare e delle dinamiche che ne sottendono. Solo attraverso questo percorso sarà possibile creare la consapevolezza di essere natura, consegnando un futuro diverso e migliore alle nuove generazioni”.

Ad aprire la conferenza di presentazione della quindicesima edizione del Salone del Gusto è stato Giacomo Portas, presidente di Environment Park, uno dei luoghi, oltre Parco Dora, cuore pulsante della manifestazione, che ospiteranno alcuni appuntamenti del palinsesto insieme a Cascina Fossata, Nuvola Lavazza e Eataly del Lingotto. Al catalogo degli espositori che è già online, insieme a una prima tranche del programma di conferenze, laboratori del gusto e appuntamenti a tavola, si aggiungeranno nei prossimi mesi presentazioni e degustazioni, gli appuntamenti organizzati negli spazi dei partner e delle istituzioni ( tutte le Regioni italiane saranno rappresentate), e gli eventi OFF organizzati in città le quali possono contribuire con le proposte da parte di circoscrizioni, associazioni, enti culturali e ricreativi.

Tra le tematiche centrali la riflessione sulle principali questioni di attualità, come la crisi climatica, il ruolo delle multinazionali nel sistema alimentare, la giustizia lungo la filiera del cibo, il futuro delle aree interne e delle terre alte, al possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli capaci di rispettare la natura, grazie al contributo di nomi di fama internazionale e alle testimonianze dei produttori.

MARA MARTELLOTTA

AIGA, Associazione Italia Giovani Avvocati: stasera il summer party al Pero

Per celebrare l’inizio di un’estate mite e molto diversa da quella a cui siamo solitamente abituati, torna a Torino questa sera a partire dalle ore 20.00 presso il Pero- Imbarco sul Po– il locale immerso nel cuore del polmone verde della nostra città- il SUMMER PARTY organizzato da AIGA- sezione di Torino, l’Associazione Italia Giovani Avvocati.

Un’occasione far conoscere la professione forense nelle sue svariate sfaccettature e permettere ai giovani professionisti del settore di confrontarsi e scambiare delle idee in modo innovativo e intelligente in un contesto dinamico e variegato. L’evento è aperto anche ai non addetti ai lavori e la partecipazione è subordinata alla previa iscrizione tramite la compilazione del form che trovate al link di seguito indicato: https://forms.gle/DRFLD75FJOVURGVB9.

 La storia dell’Associazione AIGA risale al 1966 con l’esplicita volontà di “tutelare i diritti dell’avvocatura, garantire ai praticanti e ai giovani avvocati una idonea formazione professionale, contribuire per favorire la specializzazione dei giovani avvocati nonché agevolare l’accesso all’esercizio della professione forense”. Non solo un’occasione per creare una rete di conoscenze utile ed efficace per una professione come quella dell’avvocato, ma anche una base operativa per un confronto e la continua crescita professionale dei partecipanti. L’Associazione ha l’obiettivo non solo di creare occasioni di confronto ma anche di divenire una “rete per vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali della persona ed in particolare sul diritto ad una effettiva difesa e ad un processo equo e di ragionevole durata“.

Valeria Rombolà

Arridatece Shakespeare! Fino al 14 luglio “Prato Inglese” al Carignano

Un giorno, sul finire del millennio scorso, si dice dopo aver visto “Romeo + Giulietta” di Baz Luhrmann, Keira Knightley chiese alla mamma Sharman Macdonald di mettersi a scrivere un sequel, ovvero quel che potesse essere accaduto ai veronesi Capuleti e Montecchi, famigliari e amici, una volta seppelliti all’interno della cripta i giovani e sfortunati amanti e una volta siglata dal principe Escalo la pace dentro le mura della città. Dalla figliale proposta nacque “After Juliet”, un testo dove di pace si assaporava ben poco, dove quanti avevano avuto in passato con le spade la mano facile continuavano nel loro passatempo di alterchi e gazzarre più o meno sanguinose, dove la città scaligera, a guardarla con occhio contemporaneo, diventava facilmente il terreno periferico di Edimburgo o di New York, di Liverpool o di Dublino, dove con un felice guizzo prendeva forma e importanza di protagonista quella Rosalina che negli iniziali sogni occupava il cuore e la mente del bel Romeo ma che poi doveva come sappiamo cedere il passo. Certo, una tregua esiste, secondo le direttive del principe, ma il fuoco continua a covare sotto la cenere. C’è spazio per un approccio amoroso tra Benvolio e Rosalina, che mostra un carattere felino sempre irruente e pronto al bisticcio, c’è spazio per le trame di Valentine, il fratello gemello del fu Mercuzio, c’è il buon Petruccio, fratello di Tebaldo, che vorrebbe vivere in pace. Mentre il tribunale, nel processo che è seguito alla morte dei due ragazzi, sentenzia l’esilio per la nutrice e il patibolo per lo speziale che ha fornito il veleno, Benvolio sventa un duello che già vede Rosalina e Valentine con le armi in pugno.

In questa quotidianità sempre vissuta sul filo del rasoio, si costruisce “una favola moderna che parla di amore e di odio, di speranza e di redenzione”, sottolinea Filippo Dini nelle sue note di regia. È lo specchio di un odio che continua, che passa di padre in figlio, di un passato che ritorna, che continua senza che abbia il benché minimo sospetto di voler cambiare, è una quotidianità in cui s’arrabatta una gioventù malconcia e sulla perenne difensiva, è l’attesa del nemico e dell’agguato. Ma anche dei ricordi, delle sensazioni non colte, di un amore gettato via. Ma “After Juliet” è anche la sponda opposta del precedente shakespeariano, è l’annullamento del verso e del linguaggio alti, è il contemporaneo trascinato via senza guizzi e convinzioni, pallidamente (ti verrebbe quasi voglia come Romeo di dire “taci, taci, Mercuzio, taci!, tu parli di niente”), è la presenza di personaggi e di fantasmi che hanno la medesima consistenza vana del testo, dove i fatti riempiono la pagina e la scena senza tuttavia convincere, senza creare l’orizzonte di un sentimento, di un coinvolgimento. Affacciandosi a un certo momento nei 100’ dello spettacolo anche una leggera noia. Insomma un testo di cui non s’avvertiva la mancanza. Il segno positivo, vivaddio, è quello di fare la conoscenza, tra i tanti maturandi degli allievi della Scuola del Teatro Stabile torinese che popolano il dittico di “Prato Inglese” (sino al 14 luglio sul palcoscenico del Carignano), di una giovane attrice (definiamola pure così, ne ha i meriti), della sua maturità e della sua autenticità: si chiama Maria Trenta, interpreta Rosalina, lo fa con rabbia e con candore e con tutto il rimpianto del tel tempo passato, svolge un primo monologo in primo luogo in maniera eccellente, è forte di toni e di riflessioni, sicura, una bella prova, un inizio che si spera possa arrivare ad altri titoli, ad altri palcoscenici.

Quel che è andato peggio è il “Romeo e Giulietta” visto la sera precedente. È il biglietto di commiato di Dini, in definitiva partenza e chiamato oggi a reggere le sorti dello Stabile Veneto, che ci regalato spettacoli apprezzati e di buon se non eccellente successo, come “Così è (se vi pare)”, “Misery”, “Ghiaccio”, un grande “Crogiuolo” di Miller e un altrettanto convincente “Osage County”, spettacoli che ce lo hanno fatto apprezzare, magari discutere, ma sui quali s’è sempre dovuta riconoscere una grande onestà drammaturgica e fattiva. In ultimo, siamo incappati in Shakespeare, ahimè il povero, sbrindellato, biecamente attualizzato, pieno di soluzioni e di peccati (gravi) di regia che lasciano il segno e lo spettatore stupefatto e sempre più brancolante nel buio. Se hai per le mani il testo più, magari sto pronunciando una parolaccia?, etero di tutti i tempi, un ragazzo e una ragazza che s’incontrano e si amano e vanno incontro alla morte, perché – e non è un discorso omofobo! – devi sottrarre a Romeo i tratti di quel ragazzo per affidarli a un’interprete femminile, con una scelta che appare tra lo scaltro e il forzato e il fasullo, e non è né giusta né coerente quella scelta, e pensare proprio in un’occasione come questa a una relazione omosessuale. Perché la nutrice deve essere nata sotto il cono fumante del Vesuvio, perché obbligatoriamente mostrare i giovani veronesi come esempi di gang metropolitane, in continuo assetto di guerriglia, in tute mimetiche, con spadoni e pietre con cui fracassate il cranio. Perché assoldare i palchi del Carignano per travestirli da lontano balconcino di Giulietta, perché imporre i giovani attori a urla estenuanti e continue anche se al momento non se ne vede la necessità (pure frate Lorenzo sbraitante?). Perché, tutti in proscenio, ultima ciliegina, con accesi toni drammatici e un gran numero di feroci colpi sul petto, intonare la marcia di Topolino che “solo tu puoi capir i mille e mille sogni di un bambin”. Se ne esce come gatti arruffati, ti rendi conto che di tutta la poesia trovata benissimo in altre precedenti messinscena nemmeno risalenti a chissà quando non ne siano restate che delle briciole, che ti rimanga soltanto il rumore e la carneficina assordanti della guerra. Non credo che “Romeo e Giulietta” sia soltanto questo. I giovani attori ce la mettono tutta, i più con diligenza e molti con passione, se non convince la debole Giulietta di Martina Montini il Romeo di Alice Fazzi tenta di esprimere irruenza e atteggiamenti più consoni ad una personalità maschile, il Mercuzio di Iacopo Ferro ha le note il più delle volte giuste e forse il più convinto e convincente della serata pare il Capuleti di Samuele Finocchiaro – quando detta l’ultimatum alla figlia non c’è da stravolgere il testo e attualizzarlo visivamente, il messaggio esce sonoro e ben definito dalle parole che hanno più di cinquecento anni: mettono allo stesso modo i brividi -, unito alla consorte Hana Daneri.

Elio Rabbione

Nelle immagini, il regista Filippo Dini e un momento delle prove (foto di Luigi De Palma).