Cosa succede in città- Pagina 268

Il Carnevale torinese: una tradizione colorata e ostinata

Viva i coriandoli di Carnevale, / bombe di carta che non fan male!/ Van per le strade in gaia compagnia /i guerrieri dell’allegria: /si sparano in faccia risate /scacciapensieri, /si fanno prigionieri /con le stelle filanti colorate. /Non servono infermieri / perché i feriti guariscono/ con una caramella. /Guida l’assalto, a passo di tarantella, /il generale in capo Pulcinella./ Cessata la battaglia, tutti a nanna. /Sul guanciale /spicca come una medaglia/ un coriandolo di Carnevale. (Gianni Rodari)

Sarebbe il tempo delle maschere, dei coriandoli per terra, degli scherzi e della baldoria dilagante. “Sarebbe”, perché è difficile entrare a pieno nello spirito festaiolo in questo preciso periodo storico: gli strascichi della pandemia ancora non si affievoliscono, la promessa del termine dello stato d’emergenza non ci risolleva il morale, soprattutto ora che televisioni e giornali ci parlano costantemente di una guerra troppo vera e troppo vicina.
L’altro giorno ero in centro e nonostante tutto, per fortuna, mi è capitato di vedere molti bambini travestiti, correvano sguaiatamente sotto i portici di via Po, infastidivano i passanti più lenti, mentre i genitori tentavano di riacchiapparli. Immagini bellissime, cari lettori, scene che mi hanno fatto sorridere e sperare davvero in qualcosa di migliore. Mi spiace per l’ovvietà melensa, eppure sono loro quelli su cui dobbiamo puntare, quelli così piccoli che ancora non dipendono dai cellulari e dai social, quelli che ancora guardano il mondo come fosse un’enorme giostra, fregandosene dei grandi benpensanti che gli dicono che un qualcosa non si fa perché sconveniente.
Mi ha stupito veder entrare quegli stessi bambini a curiosare nella piccola esposizione a cui anch’io ho partecipato: “Il carnevale degli artisti”, adibita presso il Chiostro della S.S. Annunziata in via Po 45, partecipano all’esposizione numerosi autori torinesi facenti parte di due storiche associazioni del territorio, i Vanchigliesi e il Circolo degli Artisti.
In questa particolare occasione sono esposti al pubblico diverse rielaborazioni personali del tema del Carnevale, maschere dietro cui si scorgono vivaci occhi azzurri, altre invece, segnate dall’inquietudine di orbite vuote, sculture, dipinti e fotografie che rendono tangibili i diversi approcci ad una delle feste più antiche di sempre.
Mi è piaciuto osservare i “piccirilli” sgranare gli occhi davanti a tutti quei colori, osservavano e giudicavano con fermezza le opere che più li colpivano, li ho ascoltati in sacrale silenzio mentre additavano la mia fotografia e concordavano nell’indicarla come “inquietante”.

È giusto, cari lettori, che a dispetto di tutto si continui a festeggiare. È giusto intestardirsi nell’organizzare piacevoli occasioni di festa e condividere il tempo, mantenendoci solidali in momenti così assurdi e difficili. La stessa Torino, la cui Mole ha preso in queste sere i colori della pace per manifestare contro lo scontro bellico russo-ucraino, offre varie attività da svolgere in compagnia in questo breve periodo carnevalesco. Sono diverse le mostre degne di nota, tra cui mi sento di raccomandare “The World of Banksy”, adibita a Porta Nuova, l’esposizione dedicata ai ritratti fatti a Frida Kahlo a Stupinigi, dove è ancora visionabile “ANIMALS”, la raccolta fotografica del celeberrimo Steve McCurry, e ancora vi consiglio “Vivian Maier-Inedita”, presso Palazzo Chiablese.
Non è un caso che mi soffermi sulle manifestazioni artistiche, poiché “la cultura condanna chi impedisce con la violenza il dialogo nel segno della pace” – affermazione tratta dal commento di solidarietà rispetto agli artisti russi che coraggiosamente non hanno voluto esporre alla Biennale di Venezia. –
Davanti a certe situazioni abbiamo tutti le mani legate, spesso le decisioni prese “dalle alte sfere” risultano a noi, popolino inerte, davvero intangibili. Vi è però qualcosa che possiamo fare, rimanere attenti e curiosi pensatori, accrescere il nostro bagaglio culturale, continuare a mantenere la mente attiva, affinché quel “logos”, che gli antichi tenevano in così alta considerazione, sempre ci guidi nella scelta tra il bene e l’orrore. Troviamo dunque la forza di sorridere e, perché no, di indossare al volo qualcuna di queste maschere di Carnevale.
La tradizione della festa è antica e ricolma di simbologie pagane legate al risveglio della natura.
Dal punto di vista etimologico, l’interpretazione più accreditata vuole che la parola derivi dal latino “carnem levare”, ossia “eliminare la carne”, termine connesso all’ingordigia del banchetto che si tiene l’ultimo giorno di festa, il così detto “Martedì grasso”, giusto prima del periodo della Quaresima, segnato dall’astinenza e dal digiuno.
Altre ipotesi pongono l’accento sulle attività di festa, per cui secondo alcuni l’origine del nome della festa deriverebbe da “ carnualia”, “giochi campagnoli” o dalla locuzione “carrus navalis”, cioé “nave su ruote”, espressione che indicava i primigeni carri carnevaleschi, tipici dei cortei pagani.

I primi usi del vocabolo risalgono al finire del XIII secolo e si trovano in alcuni testi del giullare Matazone da Caligano o in quelli del novelliere Giovanni Sercambi.
Ciò che colpisce è che tra le varie festività, il Carnevale è quella che ha meglio conservato i suoi antichi tratti precristiani, non solo, tale occasione è anche rimasta estranea al calendario scandito dalle feste religiose.
Il “clou” dei festeggiamenti si svolge proprio il “Martedì grasso”, giorno che precede il “Mercoledì delle ceneri”, indicato anche come “cinerum”. È il mercoledì che precede la prima domenica della Quaresima, considerata nelle Chiese cattoliche di rito romano e in molte Chiese protestanti, come periodo liturgico “forte”, a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana. L’elemento centrale della ricorrenza è la maschera, oggetto peculiare, dietro al quale si celano figure arcaiche, come “l’uomo selvatico” o l’ “orso”, animale simbolo della vita agreste e collegato ai ritmi naturali: esso va in letargo d’inverno, mentre l’attività dei campi è sospesa, e si risveglia in primavera, quando la natura rinasce e si possono consumare le scorte di cibo senza il timore che il freddo duri più del dovuto. L’antropologo Piercarlo Grimaldi si sofferma ad approfondire l’importanza della maschera-orso, sottolineando che “l’orso è una figura pagana, incorporata in molti carnevali tradizionali. Spesso appare come essere selvaggio che si finge aggressivo e viene poi domato, magari da una fanciulla, segno del suo passaggio dall’animalità all’umanità”.
Sono tuttavia innumerevoli le tipologie di maschere utilizzate a Carnevale, così come sono assai diversificati i personaggi a cui si fa riferimento per travestirsi e interpretare, almeno per un giorno, una parte diversa dall’essere se stessi. In tal senso, a Venezia soprattutto, in tempi ormai lontani, era solito che gli uomini si camuffassero da donne, tra i costumi più utilizzati vi era il tipo della Gnaga, la popolana beffarda a sua volta mascherata da gatta.

Si assiste in tale occasione all’inversione sociale dei ruoli, attraverso la realizzazione – seppur temporanea – di un “mondo alla rovescia”, in cui vi è l’abolizione dei rapporti gerarchici e delle autorità. È dunque “un rito legato alla rigenerazione della comunità”, citando sempre Grimaldi, è un’occasione che diventa riequilibrazione sociale e che si conclude con la speranza di purificarsi dai peccati passati, attraverso il rogo del fantoccio. Il pupazzo appositamente creato diveniva protagonista di un farsesco processo, ad esso erano imputati i mali e le colpe, i vizi pubblici e quelli privati, la sua condanna segnava il termine della festa, nonché l’inizio di una nuova fiducia verso un tempo migliore.
Le origini del Carnevale si possono ricercare nei Saturnalia, festa romana dedicata al dio Saturno, che si svolgeva tra il 17 e il 23 dicembre. Secondo quanto riportato dagli studiosi, si tratta di giorni vissuti all’insegna dell’allegria, dello stare insieme, del condividere lauti banchetti e nel farsi simpatici scherzi vicendevolmente. Durante i vari convivi è eletto il “Rex Saturnaliorum”, figura a cui tutt’oggi è associato il “re del carnevale”, ossia una burlesca autorità che è il protagonista assoluto della celebrazione. Anche il rovesciamento sociale è elemento importante dei Saturnalia, altra motivazione che lega il nostro Carnevale all’antica festività.
Nel mondo romano vi erano anche le celebrazioni in onore della dea Iside, durante le quali presenziavano cortei di uomini mascherati, come ben esplica Lucio Apuleio, il quale, nell’XI libro delle Metamorfosi, racconta di un tale, rinominato Mamurio Veturio, coperto di pelli di capra, portato in processione e continuamente preso a bacchettate.
Anche le feste dionisiache greche presentano caratteri comuni, come il temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali in favore dello scherzo, della dissolutezza e di un vero e proprio rovesciamento dell’ordine costituito.

A Babilonia, invece, durante le “antesterie”, si assisteva al passaggio di un carro che avrebbe dovuto restaurare il cosmo dopo il ritorno del caos primordiale. Le festività si svolgevano dopo l’equinozio di primavera, in tali giornate veniva attualizzato il mitico processo di formazione dell’Universo, descritto attraverso l’antico scontro tra Marduk, il dio salvatore, e il drago Tiamat. Secondo le fonti, la celebrazione prevedeva lo svolgimento di una processione in cui veniva rappresentata la morte e la resurrezione del Salvatore Marduk, allegoria delle forze del caos in antitesi con la creazione dell’Universo.
La festa del Carnevale si inquadra così all’interno di un ciclo dinamico che vede la libera circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Quella che ci appare come una semplice mascherata ha in realtà una profonda dimensione metafisica che riguarda l’uomo e il suo destino. In primavera, in concomitanza con il risvegliarsi della natura che manifesta le sue prime energie, il Carnevale apre un passaggio per le anime, che dall’Aldilà possono riversarsi nel mondo dei vivi. Tali spiriti, affinché non diventino pericolosi, vanno onorati, attraverso il prestito di corpi provvisori: le maschere.
Tali oggetti assumono anche significato apotropaico, poiché chi le indossa assume le caratteristiche sovrannaturali dell’essere rappresentato.
L’usanza carnevalesca sopravvive al tempo, anche durante il Medioevo è un’abitudine popolare che pare non voler essere dimenticata; la Chiesa, non riuscendo ad estirpare un’usanza così radicata, cerca di porvi dei limiti, viene così istituita la Quaresima, che trasla avanti nell’anno il rito delle maschere. Il Carnevale diviene quel tempo circoscritto di abbuffate ed eccessi in netta contrapposizione con il tempo del digiuno e della penitenza. Agli ultimi giorni di festa, prima che la baldoria termini e che inizino i quaranta giorni di costrizione, si collega la Pasqua, altra festività “mobile”. Per quel che riguarda l’inizio della festa, dipende dalle tradizioni locali: il 26 dicembre (l’Epifania), il 17 gennaio (giorno di S. Antonio abate), il 2 febbraio (la Candelora).
Ogni località ha la propria tradizione da portare avanti, si pensi al celeberrimo Carnevale di Venezia, ai carri fiorati di Acireale o ancora alla “Battaglia delle arance” di Ivrea.
Torino è legata alle figure di Gianduja e Giacometta, maschere della tradizione piemontese originarie della Commedia dell’Arte. Il primo è un bonaccione borghese sabaudo, amante del buon cibo e del buon vino, la seconda è la sua fedele innamorata e compagna.
Fino a qualche tempo fa non era insolito incontrare la bonaria coppia in giro per il capoluogo, ma adesso sembra essere tutto più complicato, il ridere pare faticoso e dopo tutte le mascherine che ancora indossiamo, metterne una diversa quasi non appare divertente.
Eppure “the show must go on”, cari lettori, come cantava il mitico Freddie Mercury, non è tempo di arrendersi.

Alessia Cagnotto

Punto di raccolta medicinali per l’Ucraina al Museo del Cinema

Al Museo Nazionale del Cinema un punto di raccolta per medicinali e materiali di primo soccorso per l’Ucraina

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha tra i primi aderito alla raccolta di farmaci necessari per la popolazione ucraina, organizzata dell’associazione MIUFI “Made in Ucraine for Italy”, diretta dall’attrice ucraina Oksana Filonenko e coordinata dal Consolato Generale Ucraino a Milano e e dall’Ambasciata dell’Ucraina a Roma.

Recandosi alla Mole Antonelliana, sede del Museo Nazionale del Cinema, sarà possibile lasciare presso il punto di raccolta medicinali e materiali di primo soccorso da inviare nelle città e nelle zone colpite dal conflitto in Ukraina.

Carpanini a 21 anni dalla scomparsa. Ciao Domenico

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Ciao Domenico.

 Un Ciao lungo 21 anni. Così il 28 febbraio 2022 alle 10, al Cimitero Monumentale, ti saluteremo ancora un’altra volta.  Per il tuo ricordo e per il nostro ricordo di quello che sei stato e di quello che avremmo voluto essere.  E in qualche modo sei stato il Sindaco di Torino, nostante la morte ti abbia portato via improvvisamente, in quella maledetta sera nel salone Ascom in via Massena. Primo dibattito della campagna elettorale. Che tragedia, anzi direi tragedia nella tragedia. Morto sul campo. I medici ti consigliarono riposo. Ma tu non potevi, non dovevi e non sapevi fermarti. Molti a Roma come a Torino non ti volevano Sindaco.  Davi troppa noia ed avresti fatto di testa tua. Altro che condizionato da poteri forti torinesi. Ma ecco l’idea vincente: gli autoconvocati.  Pensa,  la prima volta nella storia di Torino e della sinistra. La sala  della Gam strapiena con relativa raccolta di firme per la tua candidatura. Io ho firmato e debbo ringraziare Ernesto Dalle Rive che mi invito’. Avevo dei dubbi, e nel dirlo mi vergogno un po’. Poi sentendoti tutto passò. Tra i tuoi pregi c’era una ottima capacità oratoria. Ma soprattutto ciò che avevi fatto per questa nostra Torino. Dal 1980 in consiglio comunale. Capogruppo  del pci e poi pds. Capo politico dell’opposizione e Presidente del Consiglio comunale.  Ed infine vice sindaco di Castellani. I “cattivi ” dicevano che tu eri il Sindaco e Castellani il vice. Forse avevano ragione.  Sicuramente ti piaceva prenderti le gatte più rognose da pelare. Vicesindaco  con la delega ai vigili urbani. Mamma mia… e poi dargli un po di efficienza  non era cosa da poco. La giunta decisa di istituire  la ronda notturna.  Per cominciare in zona centro. Eri convinto che dovevi controllare. Di persona. Presto fatto,  alle due di notte, con la tua auto hai fatto tu direttamente la pattuglia, ma non hai trovato alcuna pattuglia di vigili urbani.  Nottetempo hai svegliato il capo generale dei Vigili.  Ci vediamo alle otto del mattino da me in ufficio.  Puntuale. Con la tua proverbiale sagacia gli hai comunicato: o lei  si dimette o pone  rimedio stasera. Solerte non si dimise e pattuglio’ in piena notte. Poi , ovviamente ci si misero di mezzo i soliti sindacati, opponendosi. Ma non demordevi e in tempi non sospetti dicevi : insieme all’accoglienza ci vuole anche repressione. Semplice, no? Eppure questa sinistra quanta fatica ha fatto nel capirlo e forse accettarlo. Saresti stato un ottimo Sindaco. Io amo pensare che, con te la Barriera di Milano non avrebbe fatto la fine che ha fatto.  Ciao Domenico Carpanini.  Da anni manco all’appuntamento del 28 febbraio. Voglio, cerco di recuperare e ci sarò sempre ogni anno a venire. Tutti te lo dobbiamo. E tutti ti pensiamo almeno una volta all’anno. Ciao Domenico. Per sempre.  Ieri come oggi.

Patrizio Tosetto

Si accendono il cardiopulso e la Mole Antonelliana per #BeppeFenoglio22

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Il Primo Marzo si attende una partenza al “cardiopulso” per il Centenario Fenogliano con un segnale luminoso che parte dal Centro Studi Beppe Fenoglio di Alba per raggiungere la Mole Antonelliana – vestita per l’occasione con l’immagine dello scrittore albese – e infine lo spazio, verso il pianeta intitolato dalla NASA #7935Beppefenoglio.

Questo, nel dettaglio, il programma della prima settimana di eventi.

Il Primo Marzo il primo appuntamento del calendario “Beppe Fenoglio 22” si aprirà dalla città di Alba in Piazza Rossetti 1 alle ore 19.00 (con ritrovo alle ore 18.30) dove partirà quello che, utilizzando il linguaggio di Fenoglio, sarà chiamato “segreto cardiopulso”. Il segnale risuonerà e si accenderà sottolineando con un gesto artistico il centesimo compleanno dello scrittore albese.
Cardiopulso/Cardiopulsare è un neologismo coniato dallo stesso Fenoglio per descrivere il movimento segreto di Alba, Zona Libera Partigiana dal 10 ottobre 1944 e per i ventitre giorni successivi. In occasione del compleanno dello scrittore il light artist Emilio Ferro realizzerà un’installazione di luce che rievocherà concettualmente la figura del “segreto cardiopulso” partendo dalla sua Olivetti Studio 44 posizionata al primo piano del Centro Studi Beppe Fenoglio di Alba, proprio nel luogo in cui lo scrittore amava scrivere. Emilio Ferro si propone di dialogare con questo spazio iconico, proseguendo la sua ricerca sulla matericità della luce, attraverso la creazione di composizioni luminose che si proiettano nel cielo. L’Intervento agirà sulla forte carica simbolica del luogo, elevandone e amplificandone il ricordo. L’opera comprende quattro fasci di luce, inclinati specularmente rispetto al Centro Studi Beppe Fenoglio, che uscendo dalle finestre dell’edificio si elevano dal centro storico di Alba portando un messaggio di luce verso il mondo.
Max Casacci, compositore e produttore dei Subsonica, da anni attivo nella trasformazione di rumori in musica, ha creato per l’occasione una texture musicale con i suoni della macchina da scrivere di Fenoglio e quelli di Piazza Rossetti. «Lo strumento portante di questo brano è la macchina da scrivere Olivetti Studio 44 dello scrittore – dichiara Max Casacci – I suoni di questo preziosissimo oggetto registrati in digitale e analogico, sono stati successivamente campionati, manipolati e trasformati in “corpo ritmico”. I tasti della macchina restano riconoscibili, mentre il rumore della barra spaziatrice registrato con uno speciale microfono posizionato per captare la “risonanza” della scrivania, intonato su un’ottava bassa fornisce cassa e tamburi. Le parti meccaniche del “rullo” sono utilizzate per le percussioni più acute, così come il rumore dello sfilamento del foglio di carta. Il campanello, che si sostituisce al suono delle stesse campane della piazza descritte nelle pagine del romanzo,  suggerisce l’importanza fondamentale dello “strumento” macchina da scrivere nel catturare il racconto. Allo stesso modo l’effetto raffica di mitra realizzato con i tasti dell’Olivetti, riporta in quella dimensione sospesa tra fatti storici avvenuti e romanzo. Il jazz, il magico sassofono di Emanuele Cisi, la citazione nascosta del brano “Over the Rainbow”, così presente in un altro romanzo “Una questione privata”, cercano di rappresentare al meglio  il mondo sonoro di Beppe Fenoglio e la sua epoca.»

Dal battito dei tasti della macchina da scrivere prenderà il via un’installazione luminosa che partirà da Alba e raggiungerà Torino proiettando l’immagine di Beppe Fenoglio sulla Mole Antonelliana. Lo speciale impulso luminoso e sonoro si orienterà infine nello spazio verso quello che la NASA, grazie alla scoperta dell’Osservatorio Europeo avvenuta il 1° marzo 1990, ha intitolato Pianeta #7935Beppefenoglio.

Sempre a partire dal primo marzo e per tutta la durata del centenario fenogliano, in stretta collaborazione con il Comune di Alba, sarà allestita l’installazione “Piazza Rossetti 1” una struttura – pensata e realizzata dall’architetto Danilo Manassero con le fotografie di Antonio Buccolo – che svela attraverso un gioco poligonale gli interni di quella che un secolo fa era Casa Fenoglio.

Martedì 1° marzo alle ore 20.45 l’appuntamento sarà al Teatro Sociale G. Busca per la serata inaugurale di “Beppe Fenoglio 22” condotta da Neri Marcorè e con l’intervento di Max CasacciEmanuele CisiGuido ChiesaNicola LagioiaDavide Longo ​​insieme a Chiara Colombini e Valentina Vetri, membri del comitato scientifico del centenario fra cui il professor Gian Luigi Beccaria.

Giovedì 3 marzo sarà la volta della prima passeggiata lungo i sentieri e i luoghi che hanno ispirato lo scrittore e che sarà possibile percorrere durante tutto l’anno del Centenario. Il primo appuntamento, alle 9.45 da Piazza Rossetti 1 a cura del Centro Studi Beppe Fenoglio e di Terre Alte, si intitola “Fenoglio e il fascino del fiume”.

A partire dal giorno successivo, venerdì 4 marzo, il linguaggio fenogliano sarà protagonista in un’esposizione a Palazzo Banca d’Alba che racconterà, come sottolinea Fulvia in “Una questione privata”, “Una maniera di metter fuori le parole” propria dello scrittore albese. Ogni fine settimana fino al 17 aprile sarà possibile osservare come le scelte stilistiche di Fenoglio (i ricorsi, i neologismi) siano diventate oggetto artistico attraverso un processo di esaltazione che lega la scrittura alla fotografia. Partendo dallo studio del prof. Beccaria “La guerra e gli asfodeli” sono state fotografate quindici parole estrapolate dal dattiloscritto originale per raccontare ed esaltare la creazione di uno stile personale e ricercato. Il materiale testuale e video racconterà la ricerca dell’autore mentre il peculiare lavoro di riscrittura porrà il visitatore al centro di un’installazione multimediale e interattiva. L’allestimento della mostra è ideato da Danilo Manassero mentre la stampa fotografica utilizzando la cianotipia è realizzata da Francesca Marengo.

Sabato 5 marzo alla Fondazione Mirafiore di Serralunga d’Alba alle 18.30 lo scrittore e giornalista Emiliano Poddi, a partire dalle parole di Italo Calvino nell’introduzione al suo “Il sentiero dei nidi di ragno” propone al pubblico l’incontro “Ultimo viene Fenoglio. Una lezione su Una questione privata”.

A partire dal 6 marzo e fino a marzo 2023, il Centro Studi Beppe Fenoglioorganizzerà ogni domenica il tour gratuito “Tra le righe di BF22”: undici tappe nel cuore di Alba partendo dalla sede del Centro Studi in piazza Rossetti, per scoprire lo scrittore, il partigiano e anche l’uomo. Un percorso cittadino ad anello per addentrarsi nella vita dell’autore e della sua città partendo alle ore 10.30 da Casa Fenoglio, dimora e bottega di famiglia, passeggiando per le vie del centro, tra il meraviglioso Duomo, il Liceo Classico e il Seminario. In occasione del centesimo compleanno dello scrittore la passeggiata della durata di circa 2 ore si rinnova nella fruizione proponendo materiale di approfondimento per gli appassionati grazie alla preziosa conduzione delle guide di Turismo in Langa e al sostegno della Regione Piemonte.
Lo stesso giorno alle ore 16.30 ci si sposterà al Teatro Sociale di Alba per la presentazione della riedizione ampliata della biografia di Beppe Fenoglio “Questioni private” (Einaudi editore) scritta da Piero Negri Scaglione. All’incontro parteciperà anche il cantautore e chitarrista dei CCCP Massimo Zamboni.

Il ricco calendario di eventi organizzato dal Centro Studi Beppe Fenoglio, prosegue fino al 1° marzo 2023.
Tutti gli appuntamenti del Centenario Fenogliano sono consultabili e in prenotazione su www.beppefenoglio22.it

Giornata delle Malattie Rare, un “compleanno” importante

Lunedì 28 febbraio 2022 alle ore 10.30
Auditorium Vivaldi – Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino

Il 28 febbraio 2022 il Rare Disease Day giungerà alla sua 15° edizione, un “compleanno” importante che arriva a pochi mesi dall’adozione di un nuovo strumento di promozione dell’equità: la Risoluzione ONU “Addressing the challenges of persons living with a rare disease and their families”, adottata lo scorso dicembre 2021 dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa risoluzione è particolarmente importante per le persone con una malattia rara, perché intende affrontare le sfide delle persone che convivono con tali patologie, pazienti e familiari.
Come ogni anno, sono tanti gli appuntamenti e le iniziative che tingeranno il nostro Paese di rosa, verde e azzurro (i colori ufficiali del Rare Disease Day) con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulle malattie rare.  Una giornata in cui bambini e genitori, caregiver e familiari possono finalmente vedersi più riconosciuti e forse anche più ascoltati.
La Biblioteca Nazionale Universitaria, sensibile alla tematica, organizza un incontro per presentare a Torino la Giornata e due realtà d’eccezione che operano nel settore: UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare e l’Istituto Chimico Farmaceutico Militare.
UNIAMO è l’ente di rappresentanza della comunità delle persone con malattia rara. Opera da oltre 20 anni per la tutela e la difesa dei diritti delle persone con malattia rara e delle loro famiglie, ha oltre 150 associazioni affiliate in continua crescita.
Lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, nato nel 1853 a Torino, che si può considerare come l’unica azienda farmaceutica dello Stato al fianco dei grandi eventi che hanno contraddistinto la storia italiana, dai due conflitti mondiali, dove ha assicurato la produzione di farmaci, presidi medico chirurgici, prodotti di medicatura ed alimentari, sia per le Forze Armate e collaborando con altre istituzioni producendo farmaci per l’Istituto Superiore di Sanità, per strutture ospedaliere pubbliche e cooperando con Università per attività di ricerca e formazione.
Oltre a rifornire le FF.AA. di medicinali e materiali sanitari, ormai continuativamente sta svolgendo un ruolo sociale e strategico di grande rilevanza per tutto il Paese nel rendere disponibili medicinali necessari, ma economicamente non vantaggiosi e quindi non reperibili sul libero mercato, destinati a pazienti affetti da malattie rare.

Interverranno:
Guglielmo Bartoletti – Direttore Biblitoeca Nazionale Unviersitaria di Torino
Gen. Franco Cravarezza – Presidente Associazione Amici della Biblioteca e del Consiglio Permanente delle Associazioni d’Arma di Torino
Rappresentante di UNIAMO
Direttore Istituto Chimico Farmaceutico Militare

Fin dal primo conflitto mondiale, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico offre generi di conforto alle Forze Armate. La lunga tradizione iniziata con le Razioni K dell’Esercito Italiano, è stata poi ampliata all’uso commerciale dando origine a prodotti quali il Cioccolato Militare, i Boli al Mentolo e i famosi liquori artigianali. La tradizione della liquoreria risale al 1877 con la creazione dell’Enocordial e dell’Elisir di China. La lunga tradizione farmaceutica ha ispirato la sezione di cosmesi dando origine a una vasta gamma di prodotti di benessere come l’Acqua di Colonia, la Crema Dermofila e i prodotti per l’igiene personale. L’utilizzo di ingredienti e semilavorati locali di eccellenza rendono la produzione cosmetica di elevata manifattura rendendoli sinonimo di qualità.
Dalle ore 10 alle 16 sarà attivo presso la Biblioteca anche un punto vendita dei prodotti dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare i cui ricavati sono impiegati per la ricerca e produzione dei farmaci orfani a cura dello Stabilimento.

Ingresso libero. Richiesto green pass rafforzato e mascherina FFP2
Auditorium Vivaldi – Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino – Piazza Carlo Alberto, 3
eventi@abnut.it

Rock Jazz e dintorni: Loredana Bertè e Pippo Pollina

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Al Jazz Club suona il pianista Massimo Danilo Ilardo. Al Folk Club è di scena Pippo Pollina con il Palermo Acoustic Quintet.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona il Trio de Janeiro con la cantante Sabrina Mogentale, Gilson Siveira e Fabrizio Forte. Al Jazz Club jam session con Big Harp e Vinny Petrone.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il quartetto del sassofonista Luca Biggio mentre al Dash si esibisce il quartetto di Fuat Sunay. Al Teatro Colosseo recital di Loredana Bertè. Al Jazz Club sono di scena i Dipinti di Blues.

Venerdì. Al Jazz Club suona il trio del pianista Emanuele Sartoris. All’Arteficio si esibiscono Dodo &Charlie. Al Teatro Colosseo arrivano i Tiromancino. Al Magazzino sul Po suona il quintetto del sassofonista Pietro Santangelo. Al Blah Blah si esibiscono gli Estetica Noir.

Sabato. Al Capolinea 8 è di scena il quartetto Black Inside. Al Teatro Colosseo suona Jimmy Sax con la Symphonic Dance Orchestra. Al Jazz Club si esibisce il quartetto di Gigi Venegoni e Roberta Bacciolo. Al Magazzino sul Po suonano i Baklava Klezmer Soul.

Domenica. Al Jazz Club è di scena il quartetto Tchelegooro.

Pier Luigi Fuggetta

L’aula che vorrei: un’alleanza tra scuola e museo

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Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica e l’Istituto Comprensivo Gaetano Salvemini di Torino hanno avviato il primo progetto in Italia, che coinvolge classi del primo ciclo di istruzione, per sperimentare un nuovo modo di fare scuola.

Per tutto il mese di marzo 2022, nelle giornate di mercoledì giovedìdalle 9 alle 13, due classi prime della secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo Gaetano Salvemini vivranno Palazzo Madama come ambiente didattico di riferimento: l’aula si trasferirà in museo, dove gli insegnanti saranno chiamati a servirsi delle collezioni e degli ambienti del palazzo per consolidare competenze e attivare nuovi percorsi di apprendimento.

La classe avrà a disposizione un ambiente riservato, ma svolgerà molti momenti dell’attività didattica anche negli spazi del museo che gli insegnanti avranno individuato come imprescindibili per le loro lezioni.

Nel progettare i contenuti si è volutamente deciso di non concentrare l’attenzione sulle arti figurative, uno degli elementi identitari e più espliciti del palazzo, ma di utilizzare il contesto artistico per affrontare, quasi in una dissonanza cognitiva assai più stimolante e interdisciplinare, argomenti come il calcolo e lo spazio (aritmetica, geometria e geografia), il ritmo (musica e lingua)  e la vita animale e vegetale (scienze), che potrà essere studiata attraverso le opere del museo e il Giardino Botanico Medievale, collocato nel fossato del castello. Percorsi storico-letterari avvicineranno gli allievi alla quotidianità contestualizzata in epoche molto lontane, affinché la storia non sia solo eventi e date, ma sia la storia di uomini e donne chiamati ad affrontare le sfide e difficoltà di ogni giorno e a sviluppare, contemporaneamente, nuove abilità e idee.

La classe 1A lavorerà sulle discipline di Italiano, Storia e Musica, attraverso un modulo didattico incentrato sul Viaggio nel Tempo che prenderà spunto dalle ceramiche, per accompagnare gli alunni in un percorso di conoscenza dei viaggi mercantili delle popolazioni orientali e degli incontri culturali, sottolineando come da sempre gli uomini siano disposti al reciproco arricchimento e scambio di conoscenze e idee. Il docente di musica darà poi vita a un’attività di sensibilizzazione ed espressione corporea, in un viaggio che diventa un percorso attraverso le proprie emozioni.

La classe 1F affronterà le discipline di Italiano, Storia, Scienze, Tecnologia, attraverso il modulo didattico intitolato Castelli e Castellani. Il percorso proposto a questa classe riguarda il poema cavalleresco, la sua evoluzione nel corso del Quattro-Cinquecento e il contesto storico, architettonico e ambientale in cui è inserito. Tale percorso si snoderà attraverso le sale, gli oggetti in esse custoditi e il Giardino Botanico, che faranno da cornice e contemporaneamente da supporto ai contenuti didattici e agli obiettivi previsti. Attraverso attività di osservazione del contesto e dei materiali, di ascolto e di lettura espressiva,  gli alunni saranno accompagnati a individuare le caratteristiche della società in cui è nato il poema epico, ad analizzare la tipologia architettonica e strutturale dell’edificio e la sua stratificazione temporale e a riconoscere e imparare a prendersi cura degli spazi verdi adiacenti alla struttura stessa e del giardino botanico di Palazzo Madama.

Attraverso questa esperienza innovativa di apprendimento di contenuti didattici, i docenti intendono valorizzare le conoscenze degli alunni per ancorarvi nuovi contenuti, favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca anche attraverso interventi adeguati nei riguardi della diversità.

Oltre all’ospitalità e alla co-progettazione dei contenuti, Palazzo Madama interagirà con la classe attraverso un laboratorio tematico gestito dai suoi Servizi Educativi, che andrà a rafforzare gli argomenti condotti dagli insegnanti in aula; a seconda delle tematiche che saranno trattate nelle settimane di permanenza in museo, i conservatori potranno mettere a disposizione alcune opere normalmente a deposito, in modo da consentire una osservazione diretta e favorire una comprensione globale della materialità dell’oggetto – molto utile per l’ambito disciplinare della Tecnologia – con le spiegazioni del personale scientifico, che quotidianamente si prende cura delle collezioni.

Il progetto ha preso avvio nell’autunno del 2021, individuando nella formazione docenti il nucleo prioritario per affrontare le sfide legate alle modalità di apprendimento e ai nuovi e impellenti bisogni di studenti e studentesse: 54 insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado hanno partecipato tra ottobre e dicembre 2021 a cinque moduli formativi, che sono stati sviluppati attraverso incontri in digitale e in presenza a scuola, esercitazioni pratiche con visita al museo e al Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama. L’obiettivo era invitare i docenti a riscoprire Palazzo Madama come nucleo fondante della città e a valutarlo come possibile scenario educativo dalle numerose e variegate sfaccettature.

Nell’ambito del progetto Dirittibus del Museo Diffuso della Resistenza, i Servizi Educativi di Palazzo Madama hanno inoltre sperimentato con una classe della primaria e con la cittadinanza un’attività fuori dalle mura del museo, che si è svolta il 30 ottobre 2021 nei giardini Emilio Pugno, a pochi passi dalla scuola Salvemini: una prima emozionante occasione di incontro con il territorio della Circoscrizione 2.

A seguito di questa fase preparatoria, nei mesi successivi si è inteso attuare le indicazioni del Ministero dell’Istruzione che, fin dal Piano Scuola del 26 giugno 2020, ha individuato nel “Patto Educativo di Comunità” una manifestazione dei principi costituzionali di solidarietà (articolo 2), comunanza di interessi (articolo 43) e sussidiarietà orizzontale (articolo 118, comma 4) e ha invitato le scuole ad avvalersi del capitale sociale espresso da realtà presenti sul territorio – culturali, educative, artistiche, ricreative, sportive, parti sociali, produttive, terzo settore – per arricchirsi dal punto di vista formativo ed educativo e per applicare tutte le misure di prevenzione, contenimento e contrasto alla diffusione del SARS-CoV-2.

Anche i 9 chilometri circa, che separano la scuola da Palazzo Madama e che le classi percorreranno ogni mattina utilizzando i mezzi pubblici, saranno occasione di riflessione per indagare la struttura e le trasformazioni della città.

Il progetto ha ottenuto il Patrocinio della Circoscrizione 2, nella quale l’istituto scolastico ha sede e con la quale collabora attivamente per rendere la scuola sempre più aperta al territorio e attenta alle sue esigenze.

Calendario e classi coinvolte (mercoledì e giovedì): tutti studenti minori di 12 anni
Classe 1a A plesso Colombo: 2, 3, 9, 10 marzo 2022
Classe 1F plesso Castello di Mirafiori: 16, 17, 23, 24 marzo 2022

Orario svolgimento attività
ore 8.00 partenza da scuola
ore 9-13 scuola in museo
ore 13 rientro a scuola (arrivo previsto ore 14)

Esperienza immersiva a Porta Nuova tra i murales di Banksy

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La mostra ospitata nella Sala degli Stemmi della stazione di Porta Nuova, protagonisti i murales dell’artista

 

Nella stazione di Porta Nuova è  stata inaugurata una mostra dal titolo  significativo “The world of Banksy – The immersive experience”, che presenta oltre novanta celebri riproduzioni dell’artista britannico noto per la sua arte dei murales. In mostra sono esposti anche trenta esemplari di murales a grandezza naturale realizzati  da giovani street artist internazionali.

Alcune delle novanta opere esposte sono quelle intitolate “Girl with balooon”, “Rat and champagne”  “Christ with shopping bag”, “Queen Guard Pissing “ e The umbrella girl”; non sono altro che opere realizzate da giovani street artist internazionali che riproducono quelle del misterioso artista britannico.

L’arte di Banksy approda  a Torino dopo essere stata esposta alla stazione centrale di Milano a dicembre e, sempre nel capoluogo lombardo, al teatro Nuovo, e aver poi transitato per alcuni centri di rilievo quali Dubai, Barcellona, Praga, Parigi e Bruxelles.

La mostra è  ospitata nella sala degli Stemmi, che prende il nome dalla presenza di oltre cento stemmi  che ne decorano l’ampia volte a botte.

“Apre al pubblico la Sala degli Stemmi – spiega l’ Amministratore delegato di Grandi Stazioni Retail, Alberto Baldan – chiusa ormai da anni, con una mostra sicuramente interessante,  pochi mesi di distanza dall’inaugurazione, avvenuta lo scorso dicembre,  del Terrazzo con la nuova food lounge”.

“Siamo i primi – spiega il curatore della mostra Manu De Ros – ad aver proposto una mostra all’interno di una stazione. Bansky, che non autorizza mostre non da lui organizzate, tuttavia  non le impedisce, incoraggiando, invece, chiunque desideri copiare il suo lavoro o a prenderlo  in prestito. Le opere esposte sono di immediato impatto visivo e sono state realizzate dallo street artist su strade, ponti e muri provenienti da geografie diverse, da Israele alla Francia, dagli Stati Uniti a Cuba. Si tratta di lavori che invitano alla riflessione sulla società  contemporanea,  attraverso l’utilizzo di immagini provocatorie, metaforiche e percorse da una profonda vena poetica”.

Nessuno lo ha mai visto, nessuno conosce il suo volto, eppure Banksy è considerato tra i più  grandi artisti del nuovo millennio, merito delle sue opere satiriche e di denuncia, eseguite con la tecnica dello stencil, capaci di toccare temi di grande attualità.

Nato a Bristol nel 1974, ora Banksy è  un marchio registrato. A controllare e tutelare l’utilizzo del nome e l’immagine dell’artista è  la Pest Control  Office Limited. Le sue opere sono apparse in tutto il mondo, in Italia a Napoli, Venezia, dove ha rischiato di svelare la sua identità.

Considerato uno dei maggiori artisti esponenti della street art, a renderlo interessante è sicuramente, oltre alla forza delle sue opere, il fatto che nessuno conosca la sua vera identità, anche se circolano alcune ipotesi sulla medesima. Sebbene alcuni critici lo accusino di essere troppo commerciale, rimane un attivista impegnato non soltanto dal punto di vista politico; le sue opere presentano, infatti, uno sfondo satirico, e riguardano argomenti di grande sensibilità quali la politica, la cultura e l’etica. Le sue immagini inducono alla riflessione,  compito fondamentale cui è chiamata la vera arte.

Mara Martellotta 

L’Accademia Albertina collabora con l’Accademia di Belle Arti ed Architettura di Kiev

Il 22 febbraio 2022 l’Accademia Albertina di Belle Arti ha firmato, nell’ambito di Erasmus + Programme, un accordo di mobilità, valido fino al 2027, con l’Accademia di Belle Arti ed Architettura di Kiev.

L’accordo firmato per l’Accademia Albertina dal Direttore Edoardo Di Mauro, è stato reso possibile grazie alla collaborazione del responsabile Erasmus Prof. Antonio Musiari e del Vice Direttore per l’Internazionalizzazione Prof. Salvo Bitonti, ed alla mediazione di Oksana Filonenko, Vice Presidente dell’Associazione MIUFI-Made In Ukraine for Italy, e rafforza la vocazione alle relazioni internazionali dell’Accademia, sviluppatasi negli anni con molteplici iniziative e scambi in ambito europeo, ma anche con paesi come la Cina l’India, il Bahrein e con la creazione del FISAD Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e Design, la cui terza edizione si terrà nel 2023.

L’accordo con l’Accademia di Kiev era in preparazione da diversi mesi, e per singolare coincidenza è stato firmato nel pieno di una congiuntura drammatica per la nazione ucraina.

Il primo momento di scambio sarà nel primo semestre 2023, quando dieci studenti dell’Accademia di Kiev e dieci dell’Accademia Albertina esporranno nelle rispettive sedi.

Gli studenti dell’Albertina saranno selezionati all’interno della edizione 2022 della Summer Exhibition, evento di promozione della produzione artistica degli studenti, che il Direttore Edoardo Di Mauro e la Presidente Paola Gribaudo hanno inteso rilanciare in grande stile, come testimonia il grande successo dell’edizione 2021, allestita nell’Ipogeo e nelle aule della Rotonda del Talucchi e nei laboratori didattici.

L’Accademia Albertina ha fortemente voluto questo accordo con Kiev, sia per l’importanza dell’Ucraina in una dimensione europea che per solidarietà con il difficile momento che sta attraversando, e perché convinta che l’arte sia un formidabile strumento di pace e riconciliazione.

L’Arte è pronta a fare la sua parte.

 

Agriflor febbraio, un assaggio di primavera

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 ALL’INSEGNA DEI COLORI E DEI PROFUMI

Domenica 27 febbraio, dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto, torna il mercatino di Agiflor, l’appuntamento mensile per fare un tuffo nella natura

 

Anche nel 2022 le eccellenze floreali e agroalimentari del Piemonte attendono i torinesi ad Agriflor, la cui prima edizione del 2022 è in programma domenica 27 febbraio dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto.

 

Un anno da cominciare in bellezza, attraverso i colori e i profumi della Natura. Questa edizione di fine inverno sarà incentrata principalmente sulle piante da interno, come ad esempio le piante grasse e le piante succulente. Non mancherà un primo attesissimo assaggio di Primavera con le primule e le viole proposte da Floricoltura Graziella di Ciriè e con altre chicche tutte da scoprire girando per gli oltre 30 banchi che inebrieranno Piazza Vittorio per tutta la giornata.

Un tripudio di colori per allietare un pubblico sempre più amante della natura e delle sue piante.

Insieme alla proposta florovivaistica, Agriflor ospiterà, come sempre, alcune eccellenze agroalimentari piemontesi che proporranno i prodotti tipici del nostro territorio: dai cioccolati alle nocciole, dalle marmellate al vino e ai liquori come per esempio il Genepy di “Quelli del Genepy” prodotto nelle Valli di Lanzo.

Durante Agriflor sarà inoltre possibile acquistare la “Guida ai Vivai d’Italia” (ADD Editore) scritto a quattro mani da Giustino Ballato, Presidente di Orticola Piemonte, e Rossella Vayr: 259 viaggi nel verde per conoscere le eccellenze del florovivaismo italiano e scoprire le piante più affascinanti e inusuali presenti nel nostro Paese.

Come sempre, Agriflor sarà organizzata in totale sicurezza, con la garanzia del giusto distanziamento tra i banchi e tra le persone per evitare assembramenti.

Prossimo appuntamento con Agriflor domenica 13 marzo sempre in Piazza Vittorio