Un secolo di storia italiana. Dal “Ventennio” a un’attualità assai poco confortante
Dal 15 al 31 ottobre

L’immagine – guida del progetto è una proposta simbolica di alto impatto visivo ed emozionale, firmata da Silvio Giordano, celebre creativo e visual artist di origini potentine, che così la descrive: “Una colonna romana, simbolo di cultura e valori, di equilibrio e stabilità, che si infrange contro un urto quasi invisibile causato da una forza sconosciuta. La colonna bianca in questo caso è spezzata da un’altra forza nera. L’immagine è la metafora dell’arrivo a Roma del Partito Nazionale Fascista. Un evento eversivo che segnò Roma e l’Italia in maniera radicale. Un attacco frontale che non ha avuto paura di infrangere colonne portanti della democrazia e della non violenza”. 28 – 30 ottobre 1922: la “Marcia su Roma”, prologo della “rivoluzione fascista”, al termine della quale Vittorio Emanuele III diede l’incarico a Mussolini di formare un nuovo governo. Parte di qui, ma fa una lunga galoppata fino ai giorni nostri, il progetto speciale promosso, in occasione dei 100 anni dalla “Marcia su Roma”, dal torinese “Polo del ‘900”, su iniziativa della “Fondazione Carlo Donat Cattin”, e che si terrà fra il sabato 15 e il lunedì 31 ottobre prossimo. Patrocinato dal “Ministero della Cultura”, dal “Consiglio Regionale del Piemonte–Comitato Resistenza e Costituzione”, dal “Comune di Torino” e dall’“Ateneo” torinese, il progetto propone una serie di eventi ed iniziative, divisi in tre sezioni (Edu Stories, Cinematografo e Conferenze) per riflettere sul “Ventennio” e ha il pregio di aprirsi con uno sguardo attento e critico sull’attualità. Tutti gli eventi si svolgeranno al “Polo del ’900” (via del Carmine 14, Torino), mentre l’inaugurazione si terrà nell’Aula Magna della “Cavallerizza Reale” (via Giuseppe Verdi 9, Torino) di “UniTo”. Sette talk con importanti storici nella fascia oraria pomeridiana, un cineforum al mattino riservato alle classi quinte delle scuole secondarie di secondo grado e un cineforum preserale compongono un’offerta ricca e variegata rivolta ad un ampio pubblico. La serata di inaugurazione del programma (sabato 15 ottobre, ore 21, alla “Cavallerizza Reale”) è affidata ad Ezio Mauro, già direttore de “La Stampa” e de “La Repubblica”, che terrà una lectio intitolata “22, l’ultimo anno di libertà”.
Particolarmente dettagliata l’agenda delle “Conferenze” (tutte al “Polo del ‘900”, alle ore 18) attraverso un percorso ideale che, partendo dalla lectio “La marcia su Roma e gli inizi del fascismo in Italia” tenuta dal professor Marco Palla dell’“Università di Firenze”, approderà alla riflessione su “Crisi dei partiti e della partecipazione democratica” in un dialogo tra Valentina Pazè, dell’“Università di Torino”, con Lorenzo Pregliasco, fondatore di “YouTrend” (il portale italiano che racconta le tendenze socio-politiche del nostro tempo), passando per le “Interpretazioni del fascismo” con Rosalia Peluso, Marco Revelli e Marco Scavino, fino (solo per citarne alcune) alla tavola rotonda conclusiva “Crisi delle democrazie: consenso, rappresentanza e istituzioni” con Gianfranco Morgando, Dario Tosi, Cristopher Cepernich, Silvano Belligni, Francesco Lo Grasso e moderata da Alberto Sinigaglia, presidente del “Polo del ‘900”.
Per quanto riguarda la sezione Cinema, verrà proposto (sempre al “Polo del ‘900, alle 18) un percorso filmico su tre autentici capisaldi del cinema sul fascismo: “Dalla Marcia su Roma a piazzale Loreto” (19 ottobre), “Il delitto Matteotti” (22 ottobre) e “Cronache di poveri amanti” (29 ottobre) Il primo film, girato da Paolo Gobetti, si compone di due lezioni filmate sui cinegiornali fascisti, con l’inclusione di alcuni cinegiornali tedeschi e dell’intera sequenza del cadavere di Mussolini girata a Piazzale Loreto. “Il delitto Matteotti”, di Florestano Mancini, è la cronaca minuziosa del delitto del segretario del Partito Socialista Unitario e delle ricerche che non condurranno mai ai veri colpevoli. Chiude il trittico selezionato “Cronache di poveri amanti” di Carlo Lizzani, premiato a Cannes e vincitore di due “Nastri d’argento”.
Due infine gli incontri pensati per il progetto scuole e che – dopo la visione dei film “La marcia su Roma” di Dino Risi e “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti a cura dell’“Ordine dei giornalisti del Piemonte”, dell’“Associazione Stampa Subalpina” e di Cgil, Cisl e Uil – avranno come oggetto della discussione “Le libertà”. Dalla libertà di stampa alla libertà di associazione e sindacale. Proprio Torino, il 18 dicembre del 1922, fu infatti teatro di un episodio fra i più efferati del regime con la tristemente nota “strage”, l’aggressione ad un gran numero di operai e sindacalisti (14 le vittime e 26 i feriti), l’assalto alla “Camera del Lavoro” cittadina – data alle fiamme, insieme al “Circolo Anarchico” dei ferrovieri e al “Circolo Carlo Marx” – e la devastazione della sede di “Ordine Nuovo”.
Per info e programma dettagliato: “Polo del ‘900”, via del Carmine 14, Torino; tel. 011/0883200 o www.polodel900.it o www.fondazionedonatcattin.it
g.m.


Per la prima volta si è tenuto a Torino il Premio di Poesia dedicato alla poetessa torinese Maria Luisa Spaziani, promosso dalla casa editrice Gian Giacomo Della Porta Editore. La giuria era presieduta dallo scrittore e poeta romano, che vive attualmente a Varese, Silvio Raffo. La cerimonia di Premiazione si è tenuta presso la Sala Conferenze dell’Istituto San Giuseppe, in via San Francesco da Paola 23.
La cerimonia, accanto alla premiazione degli autori delle opere vincitrici, ha ottenuto ampio consenso per la lectio magistralis tenuta dal poeta e scrittore Silvio Raffo, autore di libri di successo, tra cui il romanzo “La voce della pietra”, che è stato trasposto a Hollywood nel film omonimo, interpretato da Emilia Clarke e Remo Girone.
Ad aprire il percorso é espositivo un imponente elefante bianco compostamente seduto davanti a un giovane monaco in preghiera con gli occhi fissi su un libro aperto, tenuto fra le mani. E’ l’“Omaggio a Colbert”, in polistirolo e resina, realizzato dallo scultore bresciano Stefano Bombardieri, al quale si deve l’onore e l’onere di fare da apripista – con un’opera simbolo di buon augurio e capacità di rimuovere eventuali ostacoli – alla rassegna di stupefacente godibilità sotto l’aspetto estetico, ma anche sotto quello di creativa e pervasiva (oltre ogni limite) narrazione, ospitata con il titolo di “Animali a corte” nei “Musei Reali” di Torino, con la curatela di Stefania Dassì e Carla Testore, fino al prossimo 16 ottobre. Venticinque le installazioni presentate a firma di sedici artisti italiani, in parte torinesi, sapientemente allocate fra il “Palazzo” e i “Giardini Reali”, la “Galleria Sabauda” e l’“Armeria”. Inserita all’interno del più ampio progetto “Vite sulla Terra”, iniziato a dicembre 2021 con l’esposizione “Animali dalla A alla Z. Una mostra dedicata ai bambini”, l’intento è quello di portare l’attenzione del pubblico di ogni età sulle molteplici forme di vita che abitano il Pianeta. E in particolare sugli animali. Il tutto a briglia sciolte. Con piena libertà di volo concessa ad abilità tecniche e a sfoghi d’immaginazione creativa da parte di artisti (di alto e altissimo livello) che, in tal senso, hanno sempre fatto ruotare i congegni e le più singolari “trovate” del loro lavoro. “La mostra intende premiare – spiega Enrica Pagella, direttrice dei “Musei Reali” – la creatività degli artisti che si sono formati e hanno iniziato la propria carriera in Italia, per arrivare fino alla fama internazionale, dando loro l’opportunità di mostrare il proprio lavoro in un contesto di prestigio e a una platea vasta e variegata, per avvicinare nuove fasce di pubblico all’ambito della creatività contemporanea, rimasta molto isolata negli ultimi due anni di pandemia”. Attenzione, dunque. Superato l’innocuo ostacolo del grande elefante bianco (già presentato da Bombardieri alla 52^ Biennale di Venezia) il percorso, una sorta di plastico bizzarro divertissement, vi proporrà, nella “Sala dei Corazzieri”, la scenetta degli “Struzzi” che ballano fra loro. A grandezza naturale e realizzati dal saluzzese Nicola Bolla, nientepopodimenoche con carte da gioco, cartapesta e metallo.
Intendasi ciò che si vuole. Il gioco è totalmente libero. Siete stanchi? Niente di meglio della “Panchina Alveare” in bronzo della romana Jessica Carroll, collocata nel “Boschetto del Giardino del Duca”. Nessuna paura. Le api di Jessica non pungono. A completare il tour per questo strano “zoo silenzioso e statico”, il varano di Michele Guaschino, bestiaccia che simbolicamente dilania “La verità che esce dal suo pozzo” quadro del francese fervente anti-impressionista Jean-Léon Gérome (1896), e il “Passo delle balene”” di Paolo Albertelli e Marigrazia Abbaldo, insieme ai “Bachi di Setola”di Pino Pascali e alle “ombre” della volpe e della lepre di Fabrizio Cornelli, accompagnate alla “Kimera” del torinese Diego Dutto e al “Cavalluccio marino” di Nazareno Biondo. Vedere per credere!