Cosa succede in città- Pagina 212

Liceo Classico e Musicale C. Cavour, il concorso fotografico

C’è tempo fino al 6 maggio per inviare uno scatto fotografico che interpreti in modo personale il titolo della prossima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino: CUORI SELVAGGI.
Il Concorso Fotografico Cavour è un concorso di fotografia, curato dal 2012 da Elisabetta Tolosano, aperto agli studenti della scuola secondarie di secondo grado di tutta Italia, organizzato dal Liceo Classico Cavour e gestito da un gruppo interclasse di studenti, con la collaborazione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Quest’anno si avvale anche del supporto del Dipartimento Educativo della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che ha inserito il Concorso nell’ambito di Verso, progetto promosso dall’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte.
Per partecipare sarà necessario iscriversi entro il 6 maggio, inviando una fotografia via e-mail all’indirizzo concorso.cavour@gmail.com specificando: autore, titolo, scuola di appartenenza.
Le immagini verranno condivise sulla pagina Instagram @concorsofotograficocavour, e poi saranno esposte al Salone del Libro 2022, dal 19 al 23 maggio, nello spazio del Bookstock. Il pubblico potrà votare i tre migliori scatti durante i giorni di apertura del Salone. Le foto più votate, inoltre, saranno presentate e premiate il 27 maggio presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Per l’occasione sarà assegnato anche il premio speciale Verso, dedicato ai partecipanti piemontesi. I premi consistono in buoni per l’acquisto di strumenti e materiale fotografico pari a 250 euro. Inoltre, sarà anche assegnata una speciale stampa fotografica in edizione limitata della Collezione Sandretto Re Rebaudengo.

Liceo Classico e Musicale Cavour, Ufficio stampa

Per informazioni:
Ufficio stampa Liceo Cavour liceocavourufficiostampa@lcavour.it https://www.lcavour.edu.it/
Concorso fotografico: @concorsofotograficocavour
26 aprile 2022

Rock Jazz e dintorni: Gianna Nannini e Nico Morelli American Trio

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Teatro Regio (con replica martedì all’Alfieri di Asti), recital di Claudio Baglioni. Al Teatro Concordia di Venaria per 2 sere consecutive si esibisce Sangiovanni. Gianni Togni canta al Teatro Colosseo.

Martedì. Al Jazz Club suona il sassofonista Fuat Sunay accompagnato dal pianista Tommaso Camarotto.

Mercoledì. Al Cap 10100 per la rassegna “Cap Punk”, si esibiscono Urban Cairo, Il Vuoto Elettrico,Hopeless Party con ospite Olly Riva. Al Massimo anteprima di “Jazz Is Dead” con il sassofonista americano Colin Stetson. Al Blah Blah suonano i Cynics.

Giovedì. Al Jazz Club omaggio a Wes Montgomery  a cura del chitarrista Gigi Cifarelli. Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi Boosta presenta il progetto “Post Piano Sessions”. Allo Ziggy si esibisce il duo The Devils. Al Blah Blah è di scena il trio femminile L.A Witch. All’Off Topic si esibiscono Delvento, Jamila e Renee. All’Hiroshima Mon Amour è di scena il cantautore Mobrici.

Venerdì. All’Arteficio si esibisce il duo Fruits  Of The Loop.All’Hiroshima arriva il rapper Murubutu. Alla Piazza dei Mestieri suona il Nico Morelli America Trio. Al Cap 10100 sono di scena gli Afrodream. Al Blah Blah si esibiscono gli Small Jackets. Al Magazzino sul Po è di scena Giulio Frausin. Allo Ziggy suonano i Back From The Grave.

Sabato. Al Peocio di Trofarello è di scena il chitarrista Vinnie Moore. Al Bunker si esibisce Moon Mother. Allo Ziggy suonano i Ad Nauseam. Inaugurazione dell’ Eurovision Village al Valentino con Michelle David & The True Tones, TUN, Dub Fx. Al Blah Blah sono di scena i Giobia.

Domenica. Al Jazz Club si esibisce Monica P. Al Valentino per la comunità Lgbt suonano : Elasi e Plastic, Bluebeaters e Lo Stato Sociale, Cristina D’Avena  con i Hem Boy e Karma B. Al Teatro Colosseo primo di 2 concerti consecutivi per Gianna Nannini.

Pier Luigi Fuggetta

“Andy Warhol Super Pop” in mostra fino al primo maggio

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Nel 35esimo anniversario della morte, a Palazzo Barolo il mito indiscusso della Pop Art.

Del resto si sa. Se si visita una mostra incentrata sulla vita e sulle opere del grande Andy Warhol, padre geniale della Pop Art, è necessario ben bene prepararsi ad inciampare e a mettere fuori gioco tutti gli scogli (piacevoli) dell’estrema, che di più non si può, estrosità. Anche lo scoglio dell’inaspettata location.  Come già era successo d’altronde per la rassegna, sempre a Warhol dedicata e ospitata a singhiozzo (causa pandemia) a fine anno scorso alla “Palazzina di Caccia” di Stupinigi, sulla cui scia va a collocarsi proprio l’attuale mostra allestita nell’antico “Palazzo Barolo” in via Corte d’Appello a Torino. L’austera antichità subalpina  “violata” dall’anarchia giocosa e bizzarra della Pop Art. E mai contaminazione d’ambiente fu più suggestiva! All’ingresso un miracolato jukebox d’altri tempi, un tirato pavimento a scacchi bianco-neri, alle pareti gigantografie di Elivis Presley e James Dean, le Polaroid dell’azienda Nital e le grafiche di “Martini & Rossi”, arrivate all’uopo dal “Museo Casa Martini”. America anni ’50? Assolutamente no. Ci troviamo, invece come detto, nelle sale del seicentesco “Palazzo Barolo”, adeguato da Benedetto Alfieri nel ‘700 al gusto “rococò” e che fino al primo maggio ospiterà Pop Art a go-go, con la  nuova rassegna “Andy Warhol Super Pop. Through the lens of Fred W. McDarrah”. Secondo artista, pare, più venduto e quotato al mondo dopo Pablo Picasso, a Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York, 1987, ultimogenito dei tre figli di modesti immigrati originari di Mikovà, paese dell’odierna Slovacchia), “Palazzo Barolo” dedica  una vera e propria mostra evento promossa, con la consueta spettacolarità, da “Next Exhibition” e “Ono Arte”, in collaborazione con l’Associazione Culturale “ Dreams”  e con l’archivio “Fred W. McDarrah/ MUUS Collection”.

Esposizione unica, volta non solo a raccogliere un congruo numero delle più importanti e note opere di Warhol (una quarantina), ma anche a tracciare uno sguardo intimo e curioso su uno degli artisti simbolo del secolo scorso, attraverso oggetti d’epoca, gadget, fotografie, video, serigrafie, litografie, stampe, acetati e ricostruzioni fedeli degli ambienti e dei prodotti che Warhol amava e da cui traeva qotidiana ispirazione. Il percorso espositivo si apre con l’atmosfera degli anni Cinquanta e Sessanta, in cui si raccontano le sue prime importanti esperienze come grafico pubblicitario (lavorando per riviste come “Vogue” e “Glamour”) per poi passare alle opere seriali, dai colori alterati vivaci e forti, icone senza tempo, da “Marylin”, a “The Self Portrait”, a “Mao Zedong” fino a “Cow” e alla celeberrima “Campbell’s Soup”. Ripetizione e serialità. L’idea di un’arte da “consumarsi” come un qualsiasi altro prodotto commerciale. In bella vista nelle sale di un Museo o sugli scaffali di un qualsiasi centro commerciale. Del resto, affermava Warhol “non è forse la stessa vita  una serie di immagini, che cambiano solo nel modo di ripetersi?”. Di grande suggestione, accanto agli acetati e alle lastre serigrafiche da cui prendevano corpo le sue stampe, sono anche le foto in bianco e nero (sempre una quarantina) di Fred W. McDarrah (Ney York 1926 – 2007) che, per oltre trent’anni, immortalò Warhol sotto l’aspetto più intimo e umano, all’apice della carriera, circondato dalle scatole del detersivo “Brillo”o durante l’inaugurazione di una mostra o mentre gira una delle sue pellicole sperimentali.  E poi l’Andy comunicatore e istrionico.

Primo attore in occasione di vernissage (“Andrei all’inaugurazione di qualsiasi cosa, anche di una toilette”) o accogliente padrone di casa nella sua “Silver Factory”, l’ampio locale al quarto piano di un’ex fabbrica di cappelli sulla 47^ strada, l’“open house”, la “fabbrica” dove l’artista produceva, ma anche quartier generale per un mondo di “originali” che lì si riunivano per rincorrere i principi della Pop Art come completo stile di vita. Un’interessante sezione della mostra è dedicata ancora alle opere inedite dell’avanguardistica serie “Ladies & Gentlemen”, la prima realizzata tra il 1974 e il 1975 con la leggendaria “Polaroid Big Shot”, in cui l’artista svela attraverso i suoi ritratti la comunità dei “Drag Queens” di New York, da sempre tenuta ai margini della società. A chiudere il percorso gli scatti del fotografo americano (di origini croate) Anton Perich e le testimonianze di Keith Haring e Jean-Michel Basquiat (il “James Dean dell’arte moderna”), fra i più importanti esponenti del graffitismo americano ed erede per eccellenza dell’arte del grande Maestro.

Gianni Milani

“Andy Warhol Super Pop. Through the lens of Fred W. McDarrah”

Palazzo Barolo, via Corte d’Appello 20/c, Torino; tel. 338/1691652 o www.warholsuperpop.it

Fino al 1 maggio 2022

Orari: dal mart. al ven. 10/17,30 – sab. e dom. 10/18,30; lun. chiuso

Nelle foto

–         “Marylin”, 1962

–         “Mao”, 1972

–         “Warhol and Brillo Boxes at Stabel Gallery”, 1964 – Photo Credit: Fred W. McDarrak/MUUS Collection

–         Immagini dalla serie: “Ladies & Gentlemen”, 1974-‘75

“World Press Photo Exhibition 2022” Alla GAM di Torino l’anteprima italiana

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Il  più importante concorso di fotogiornalismo al mondo

Fino al 18 settembre

Abiti rossi dismessi e appesi a croci di legno, lungo una strada senza confini ingoiata da lugubri sterpaglie, appiattita sotto un cielo plumbeo e terrifico che recupera un briciolo di umanità nell’appena accennata parvenza di una timida forma di arcobaleno: è questo lo scatto realizzato dalla fotografa canadese Amber Bracken per il “New York Times” vincitore assoluto (i nomi dei premiati sono stati annunciati nel marzo scorso) della 66^ edizione della “World Press Photo Exhibition 2022”, il più importante concorso di fotogiornalismo a livello internazionale, nato ad Amsterdam nel ‘55. Foto dell’anno, l’opera vuole ricordare i bambini morti alla “Kamloops Indian Residential School” nella Columbia Britannica, chiusa nel 1978 e facente parte della rete di collegi per aborigeni in Canada, dove nel maggio del 2021 scavi effettuati con radar portarono alla luce i resti di 215 bambini, piccoli indigeni sottratti alle loro comunità, torturati fino alla morte e ignobilmente sepolti in tombe anonime.

 

Sorte comune per migliaia e  migliaia di bimbi, vittime innocenti (fra gli anni ’60 e ’80) del capitolo oscuro e vergognoso della storia e della politica coloniale del Canada. Nella foto scattata dalla Bracken “potevo quasi sentire la quiete, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo”. Queste le parole, a commento dello scatto “of the year” da parte della presidente della Giuria globale (dopo un primo lavoro di selezione fatto dalle giurie regionali), l’azerbaijana Rena Effendi. Compito arduo, quest’anno, quello dei giurati se si considera l’elevato numero di lavori, foto e open format, loro pervenuti: 64.823 i candidati, le opere da premiare sono state scelte fra 4.066 fotografi provenienti da 130 Paesi. E ben 134 sono quelle raccolte in mostra, in anteprima italiana, alla “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta 31 a Torino, fino al 18 settembre prossimo. Per il sesto anno consecutivo sotto la Mole, l’evento si deve all’impegno della start up pugliese “Cime”, partner della “World Press Photo Foundation” di Amsterdam e della “Fondazione Torino Musei”. Fra le foto esposte alla “GAM”, ovviamente le quattro vincitrici mondiali. Accanto alla succitata della canadese Bracken, troviamo il Premio “World Press Photo Story of the Year” andato a “Salvare le foreste con il fuoco” di Matthew Abbott, Australia, un lavoro realizzato per “National Geographic/Panos Pictures”.

Al centro del racconto, un rito degli indigeni australiani che bruciano strategicamente la terra in una pratica nota come “combustione a freddo”: i fuochi si muovono lentamente, bruciano solo il sottobosco e rimuovono l’accumulo di residui vegetali che possono alimentare incendi più grandi. Vincitore del premio “World Press Photo long-term project award”, invece, “Distopia amazzonica” di Lalo de Almeida, Brasile, per “Folha de São Paulo/Panos Pictures”. Mostra come la foresta pluviale amazzonica sia gravemente minacciata dalla deforestazione, dall’estrazione mineraria, dallo sviluppo infrastrutturale e dallo sfruttamento di altre risorse naturali.

 “Il sangue è un seme” di Isadora Romero, Ecuador, ha vinto la sezione video, “World Press Photo open format award”.  Attraverso storie personali, questo lavoro mette in discussione la scomparsa degli “antichi semi”, la migrazione forzata, la colonizzazione e la conseguente perdita di conoscenze ancestrali. Con Torino, la mostra andrà a toccare 70 sedi in 30 Paesi e si stima che sarà visitata da più di tre milioni di persone a livello internazionale. Lo scorso anno, nonostante gli effetti e le restrizioni della pandemia, “World Press Photo Torino” è stata la 17esima mostra più visitata in Italia (classifica stilata dal “Giornale dell’Arte”, aprile 2022): ciò ha permesso a “Palazzo Madama”, che ospitava l’esposizione, di essere il primo tra i musei torinesi nella classifica italiana (47° posto grazie a 23.696 accessi).

Gianni Milani

“World Press Photo Exhibition 2022”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 18 settembre

Orari: dal mart. alla dom. 10/18

Nelle foto:

–       Amber Bracken: “Kamplos Indian Residential School”

–       Matthew Abbott: “Salvare le foreste con il fuoco”

–       Lalo de Almeida: “Distopia amazzonica”

–       Isadora Romero: “Il sangue è un seme”

Al convegno di Humanitas “Prevenzione e stile di vita

La salute, il cibo e il buon vivere” partecipa Antonio Chiodi Latini, il “cuoco delle terre”

 

“Tra i motivi che mi hanno spinto – spiega Antonio Chiodi Latini, cuoco delle terre – verso l’alimentazione vegetale vi è sicuramente la necessità di preservare la mia salute. I risultati che ho visto sul fisico e sulla psiche sono stati straordinari e, per questo, continuo a sostenere che la cucina vegetale sia il futuro, non soltanto perché è buona, ma anche perché è sana”.
Avendo provato in prima persona i benefici di una dieta vegetale, oggi lo chef dell’omonimo ristorante torinese è orgoglioso di partecipare con i suoi piatti al convegno dal titolo “Prevenzione e stile di vita: la salute, il cibo e il buon vivere”, promosso dall’Ospedale Humanitas Gradenigo.
Il convegno si terrà il 30 aprile prossimo presso la Centrale di Nuvola Lavazza e vedrà impegnati i medici dell’ospedale torinese nell’analisi di quanto uno stile alimentare sano possa essere un alleato prezioso nel mantenimento della nostra salute.
Responsabile scientifico del convegno sarà il dottor Francesco Milone, direttore della Cardiologia Humanitas Gradenigo, da anni impegnato nella prevenzione in ambito cardiovascolare, anche attraverso un’attenzione specifica agli stili corretti di vita, a partire da quello a tavola.
Si calcola che la pandemia da Covid abbia causato fino ad oggi in Italia circa 150 mila morti, un numero molto grande e doloroso. Tra le cause principali del decesso in Italia, al primo posto, rimangono gli accidenti cardiovascolari, dell’infarto e dell’ictus, con 230 mila morti su un totale di 640 mila, seguiti dai tumori.
Si calcola inoltre che si potrebbe giungere alla prevenzione di ben l’80 per cento delle malattie cardiovascolari, quali infarto e ictus, seguiti dai tumori, che potrebbero essere prevenuti se si smettesse di fumare, si seguissero una dieta sana e si svolgesse un regolare esercizio fisico. Almeno il 70 per cento dei pazienti con fattori di rischio non sa di averli e non si cura in modo adeguato. La maggior parte dei pazienti colpiti da eventi cardiovascolari a distanza di tre anni non ha saputo correggere in modo efficace i propri fattori di rischio e il proprio stile di vita.
Il congresso vuol fare luce su questo tema e si articola in quattro sessioni. Il focus della prima è quello che riguarda la guida sull’utilizzo dei farmaci nella prevenzione, sulla base degli obiettivi indicati dalle nuove linee guida europee.
Nella seconda viene illustrato un nuovo metodo di cura, la cosiddetta “medicina d’insieme”, vale a dire la gestione del paziente nella sua totalità e il metodo educativo in luogo di quello prescrittivo. Vengono approfonditi i rapporti tra oncologia e alimenti, esaminando il ruolo della dieta, intesa non come privazione, ma come abitudine alimentare e possibile terapia.
La mattinata sarà chiusa dall’illustrazione dell’ultimo nato in Humanitas Gradenigo, l’Ambulatorio della Prevenzione e dello Stile di Vita. La terza sessione sarà incentrata sul modo in cui l’alimentazione possa condizionare non solo molti aspetti della salute, ma anche l’ambiente in cui si vive.
Il convegno sarà concluso con i rimedi per il trattamento dell’obesità, sia di natura farmacologica, sia chirurgica.
Il catering del convegno sarà a base vegetale, preparato personalmente dallo chef Antonio Chiodi Latini, che ha incontrato la cucina vegetale nel 2017. Dopo anni di esperienza nel campo della ristorazione Antonio Chiodi Latini ha compiuto una scelta personale, ripartendo dai vegetali, trattati nella maniera più naturale possibile. Oggi il “cuoco delle terre”, come si fa chiamare Antonio, ha ritrovato la passione di un tempo per il suo lavoro e ha potuto approfondire tecniche, materie prime e combinazioni di sapori, andando al cuore di ciò che cresce nell’orto, valorizzandolo con esperienza e creatività.

Mara Martellotta

Il cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger, ha un fratello musicista anche lui: Chris Jagger

SABATO 30 APRILE ORE 21.30
Ingresso Intero 20 € | Ridotto Under 30 10 € | Live Streaming 5 €
Buscadero Nights
presenta
CHRIS JAGGER Mixing up the Medicine

Il cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger, ha un fratello musicista anche lui.
Lo sanno in pochi perché Chris Jagger non ha mai sfiorato le classifiche con i suoi dischi né ha mai approfittato del fratello maggiore per farsi pubblicità.

Nel 1973 mentre i Rolling Stones scalavano le classifiche di mezzo mondo il più piccolo dei fratelli Jagger, Chris, pubblicava il suo primo disco You Know the Name But Not the Face. La sua musica è una miscela esplosiva di cajun, zydeco, folk, blues e rock’n’roll. Da quel giorno sono trascorsi quasi cinquant’anni e Chris è ancora sulla cresta dell’onda, una carriera inevitabilmente influenzata dall’aura ingombrante del fratello, che però gli apre anche diverse porte e nei suoi dischi oltre a Mick Jagger troviamo ospiti illustri del calibro di David Gilmour dei Pink Floyd o Gene Simmons dei Kiss.
Chris ha preferito una carriera discreta e appartata, innamorato della musica di New Orleans, con pochi ma ottimi dischi e tante incursioni in svariate attività: attore, giornalista, speaker radio e tv, produttore musicale e cinematografico e di strumenti musicali e anche designer di moda! Ha organizzato concerti di beneficenza per la Bosnia e per il Tibet di cui uno all’Alexandra Palace London alla presenza del Dalai Lama. Nel 2013, ben quarant’anni dopo il suo disco d’esordio, esce Concertina Jack, la cui title track è un travolgente duetto tra i fratelli Jagger e racconta una misteriosa storia di mare che Mick e Chris avevano ascoltato diverse volte da piccoli dal loro zio Horace. Nel 2014 esce un disco acustico dal vivo che introduce anche molti ingredienti della musica tradizionale irlandese. In questi anni Chris si è dedicato a un programma radiofonico per la BBC dedicato ad Alexis Korner, pioniere del blues e del broadcasting. Ha inoltre realizzato un film per il canale tematico SKY ARTE sulla scena blues di Austin con i contributi straordinari dell’ultra-novantenne Pine Top Perkins (pianista di Muddy Waters), Hubert Sumlin (musicista di Howlin Wolf) e il chitarrista Jimmy Vaughan.
Ha da poco pubblicato il suo nuovo album in studio Mixing Up The Medicine, registrato durante il lockdown con una schiera di amici e colleghi musicisti e uscito lo stesso giorno della pubblicazione della tanto attesa autobiografia Talking To Myself. Il nuovo disco è stato registrato in uno studio vicino alla casa di Lewisham di Charlie Hart, pianista e compagno musicista di lunga data di Jagger, e nella fattoria di Jagger. Mixing Up The Medicine è una raccolta ampia e vivace di brani di Jagger e Hart suonati da una lunga lista di incredibili musicisti. Nel disco vi sono il vecchio amico Olly Blanchflower al contrabbasso; Dylan Howe alla batteria e il produttore veterano John Porter, che ha lavorato con artisti come The Smiths, Roxy Music, Buddy Guy, BB King ed Elvis Costello. Porter a sua volta ha chiamato il chitarrista Neil Hubbard (Bryan Ferry, Joe Cocker), insieme ad alcuni amici di Hart -Nick Payn e Frank Mead – ai fiati.
Nel 2021, Chris ha registrato il duetto Anyone Seen My Heart con suo fratello Mick e ne ha anche realizzato un video (guardalo a questo link!)

Al FolkClub, Chris Jagger è accompagnato dal golden boy Alex ‘Kid’ Gariazzo, magistrale e versatile chitarrista, il che -insieme alla sua fantastica voce- lo rende il side-man ideale per chiunque!

 

Informazioni e prenotazioni
www.folkclub.it – +39 011 19215162 – folkclub@folkclub.it

Scrivere per il cinema alla Scuola Holden

Venerdì 29 aprile, dalle 14 alle 19, alla Scuola Holden verranno presentati 22 progetti di lungometraggi, serie TV, animazione seriale e format televisivi a un panel di 50 professionisti provenienti da realtà importanti come Cattleya, Endemol, Rai,Indiana Production, LaEffe TV, Lucky Red, RAI, Sky Tv, Studio Bozzetto, Tempesta Film, Torino Piemonte Film Commission, Asifa Italia. Al termine di ogni sessione, ci saranno anche dei meeting one to one per approfondire la discussione.dei vari settori. La giornata sarà la conclusione di quattro Training Camp, percorsi di formazione della durata di sei mesi, in cui i partecipanti vengono affiancati da sceneggiatori e autori professionisti per portare a termine lo sviluppo dei loro progetti personali.

 

Nelle precedenti edizioni dei Training Camp dedicati ai progetti audiovisivi è già accaduto che i partecipanti abbiano vinto premi e riconoscimenti importanti con i progetti che hanno sviluppato durante il percorso: per le serie di animazione, Andrea Mannino ha vinto il 3° premio al concorso “Pitch me!” di Cartoons on the Bay 2021 con Terra in vista, mentre Elisa De Fazio è arrivata in finale per la stessa categoria con Space Bone. Inoltre, due progetti che verranno presentati il 29 aprile a Scuola sono già stati selezionati da Cartoons on the Bay 2022, sempre all’interno degli 11 progetti della sezione “Pitch me!”: si tratta di School of Pasta di Bianca Frasoldati e The Seneca Effect di Gloria Savino.

Tra i partecipanti al Training Camp di sceneggiatura per Serie Tv, Primavera Contu è arrivata finalista al Premio Solinas Experimenta Serie 2021 con Dope!; Patrizia Dellea è tra le autrici di Christian, serie prodotta da Lucky Red per Sky nel 2021; Chiara Zago ha vinto il Premio Solinas Experimenta Serie 2020 con Post Partum.

L’evento è aperto al pubblico.

Antichi rituali negli scatti di Eva Rapoport in mostra al MAO: ultimi giorni

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“Credere con il corpo nel Sud–est asiatico”

Fino al primo maggio 2022

Dalla “Jathilan”, danza-trance  praticata nell’isola di Giava (Indonesia) dai tempi dei tempi, in cui i partecipanti si dice vengano posseduti da spiriti ancestrali che consentono loro di manifestare una sorprendente invulnerabilità fisica, alla “Puja Pantai”, cerinonia annuale tenuta dai “Mah Meri”, un popolo indigeno della Malesia peninsulare, per placare gli spiriti del mare; fino al “Thaipusam”, festival della comunità “Hindu Tamil” sempre in Malesia, al “Festival vegetariano di Phuket”, durante il quale i medium vengono posseduti dagli spiriti e trafiggono i loro volti con oggetti di vario genere e al “Sak Yant Wai Kru”, cerimonia annuale praticata nella Thailandia centrale, durante la quale i portatori di tatuaggi sacri si riuniscono per ricaricare il loro potere. Sacralità, magia, visionarietà, immaginazione. Fuga dal reale per  guadagnare spazi non intelligibili. Sono cinque più che suggestivi i casi di “interazioni fisiche con mondi invisibili” raccontati attraverso venti scatti fotografici dalla ricercatrice e fotografa Eva Rapoport e ospitati al “MAO-Museo d’Arte Orientale” di Torino, in occasione della seconda edizione del “TOASEAN Culture Days 2021”, appuntamento unico destinato attraverso varie iniziative a far conoscere in modo approfondito sotto l’aspetto economico e culturale i dieci Paesi del Sud-est asiatico che compongono l’Asean, promosso dalla Camera di Commercio e dall’Università  di Torino insieme a “T.wai Torino World Affairs Institute” e ad Intesa San Paolo.

Nativa di Mosca (ai tempi dell’Unione Sovietica) la Rapoport ha vissuto a lungo nel Sud-est asiatico, ricercando credenze e pratiche di possessione spiritica soprattutto nell’odierna Giava e seguendo rituali e feste in tutta la regione documentate con quella forte curiosità e coinvolgente passione che troviamo ben chiare nelle sue opere e che l’hanno portata ad esporre in varie mostre internazionali, da Berlino a Bangkok a Chiang Mai, in Thalilandia.  “La prospettiva – sottolineano gli organizzatori della rassegna – di trasformare la religione in un ricordo del passato, tracciata dall’Illuminismo europeo e sostenuta per buona parte del XX secolo, non si è realizzata. Il Sud-est asiatico ce ne offre molte vivide manifestazioni: nei paesi dell’Asia orientale varie forme di credenze popolari e dottrinali, marginali o riconosciute dallo Stato, svolgono infatti un ruolo importante nella politica, nella cultura e nella vita quotidiana”“E se la secolarizzazione – concludono – non si è dimostrata una tendenza duratura, anche la parola scritta, che pure ha giocato un ruolo centrale nella trasmissione del sapere, viene ora messa da parte dalle nuove tecnologie, che hanno riportato in primo piano forme di comunicazione prettamente visive”. In questo contesto, dove l’oggetto delle credenze religiose e delle varie forme di misticismo è una “forza invisibile”, le forme di interazione con queste forze sono invece estremamente tangibili e si rivelano attraverso i corpi dei medium ai quali lo stato di possessione o trance consente di spingere sempre più lontano i confini di ciò che un corpo può sopportare: i piercing rituali, infatti, e l’automutilazione lasciano tracce profonde sui corpi dei fedeli, e al contempo segnano ( ed anche perseguitano) i ricordi di chi assiste a questi fenomeni. I devoti portano i segni della propria fede non solo nel loro cuore, ma anche sui loro corpi: teste rasate, tatuaggi sacri, cicatrici dei piercing rituali. La fede come sacrificio e trauma corporale. Segni e ferite che avvicinano al divino. Per arrivare a toccare i benefici dell’anima e dello spirito.

Gianni Milani

“Credere con il corpo nel Sud-est asiatico”

MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al primo maggio 2022

Orari: dal mart. alla dom. 10/18 – giov. 13/21; lun. chiuso

Nelle foto, immagini da:

–         “Jathilan”

–         “Phuket”

–         “Sak Yant Wai Kru”

Dal 28 aprile al 1 maggio al via la nuova edizione di Automotoretrò e Automotoracing

 

Le manifestazioni che uniscono il mondo delle due e quattro ruote accoglieranno nel polo fieristico del Lingotto Fiere e dell’Oval di Torino espositori, piloti e appassionati di motori provenienti da tutta Europa.

La manifestazione organizzata da Bea Srl avrà come main sponsor Autostandar, concessionario del marchio DR e Sparco, eccellenza italiana nel campo nella produzione di equipaggiamento e accessori per il motorsport.

 

Enti patrocinanti della manifestazione Consiglio Regionale del Piemonte, Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, FIVA, ASI, Automobile Club Torino, ACI Sport, ACI Storico, Turismo Torino.

 

L’emergenza sanitaria che ha bloccato l’edizione 2021 ha causato non poche difficoltà, accolte però come una sfida dagli organizzatori per immaginare un evento in grado di rinnovarsi senza venir meno alle aspettative del pubblico.

 

«Dopo lo stop causato dalla pandemia siamo felici di essere ritornati con un appuntamento che da più di quarantanni è nel cuore di tutti gli appassionati – dichiara Beppe Gianoglio, Bea Srl – Il gran numero di espositori che anche per questa edizione hanno deciso di partecipare ci dimostra, ancora una volta, la fiducia che ripongono in noi e nel pubblico».

 

Gioielli del passato, grandi club, case automobilistiche, grandi nomi del motor sport internazionale , bolidi da gara, grandi spettacoli su pista faranno vivere ai partecipanti una quattro giorni ricca di emozioni.

 

«L’area esterna sarà anche per questa edizione teatro di un grande spettacolo, con piloti di fama internazionale che hanno accolto il nostro invito come Tony Cairoli e Piero Longhidichiara Alberto Gianoglio di Bea Srl – ma questa sarà anche un’edizione che guarderà al futuro grazie a una sezione dedicata alla mobilità elettrica a 360°. Case come Mercedes-Benz, Honda e Volkswagen porteranno in fiera le ultime novità della loro produzione».

 

Per la prima volta all’interno di AMR, acronimo inventato dagli organizzatori per unire le due manifestazioni, ci sarà anche uno spazio interamente dedicato all’arte.

Con la mostra Rivoluzioni curata dal giornalista e critico d’arte Luca Beatrice, si potranno ripercorrere i cambiamenti storici, economici e sociali del secolo scorso attraverso veicoli iconici al tempo stesso protagonisti e spettatori delle grandi rivoluzioni: «Auto da sogno e soprattutto auto della memoria, che hanno accompagnato la mia vita fin dall’infanzia, da quando giocavo e collezionavo i modellini. Una scelta basata sulla rivoluzione dei costumi nella società, che ha coinvolto lo stile, la way of life, il modo di essere. E dove l’ordinario, talvolta, è stato più importante dell’eccezionale».

 

L’edizione 2022 di AMR sarà anche l’occasione per festeggiare diversi anniversari: i 50 anni della Fiat X 1/9, sportiva compatta nata dalla matita di Marcello Gandini per Bertone, i 50 + 1 dell’Autobianchi A 112, i 125 anni della Indian la più antica casa motociclistica americana, che sarà celebrata con un’esposizione speciale nell’area tematica dedicata alle due ruote.

 

A movimentare la quattro giorni ci sarà l’area esterna arricchita anno dopo anno e che per l’edizione 2022 vanta un calendario ricco di esibizioni di drifting e di vere gare automobilistiche.

Tornerà il Trofeo La Grande Sfida, la challenge a inseguimento che quest’anno vedrà l’ingresso della

specialità GR Yaris, con otto piloti che affronteranno la gara a tempo a bordo delle nuove Toyota dal DNA sportivo, dotate del più potente motore a tre cilindri al mondo 1.6 turbo con 261 CV.

Torna anche il Trofeo Lady che vedrà sfidarsi otto campionesse di rally su Peugeot 208 R2B.

 

Il circuito di gara –1.000 metri di chicane, curve a gomito e rettilinei – è stato studiato per essere ancora più emozionante e garantire massima visibilità al folto pubblico che ad ogni edizione accorre per vedere i fuoriclasse impegnati nelle varie sessioni in pista fino alla premiazione dei driver che avranno segnato il miglior giro del tracciato.

 

Tanti saranno anche gli ospiti di questa nuova edizione. Tra i più attesi il campione di motocross Tony Cairoli che con i suoi nove mondiali vinti (sei dei quali consecutivamente tra il 2009 e il 2014) è al secondo posto nella classifica dei piloti di motocross più titolati della storia.

Attesissimi anche il due volte campione italiano Piero Longhi e l’emergente Alessandro Re.

Tra gli ospiti anche Davide Cironi creatore di uno dei più seguiti programmi web italiani di MotorSport, auto d’epoca e storie d’altri tempi.

 

Tra le principali novità dell’edizione 2022 Automoto Green Future, la sezione dell’Oval dedicata alla mobilità sostenibile che accompagnerà gli amanti dei motori alla scoperta delle prossime evoluzioni del concetto di mobilità.

Diverse le vetture che verranno esposte. A cominciare da quelle del Gruppo VAuto che esporrà 4 autovetture di gamma Honda: Honda type-r edizione limitata, Honda E full elettrica, Honda HRV full hybrid, Honda JAZZ full hybrid.

Ad accogliere i curiosi ci sarà anche Autotorino che da anni opera nel settore green con una visione orientata all’innovazione per rendere la mobilità sostenibile sempre più di qualità.

In Automoto Green Future i visitatori troveranno anche Polo con uno dei suoi nuovi veicoli elettrici.

All’Oval il mondo delle corse sportive incontrerà anche quello di Expo Tuning Torino con oltre 300 vetture dalle elaborazioni spettacolari a livello estetico provenienti da tutta Europa e le tradizionali aree riservate al modellismo e ai settori ricambi e accessori, all’editoria specializzata e al vastissimo settore dell’automobilia. All’interno di Expo Tuning si svolgerà anche la seconda edizione di “Be Better” il contest che vedrà sfidarsi 8 creazioni. Giudici d’eccezione Sven Schulz, organizzatore dell’ European Tuning Showdowne della parte dedicata al Tuning durante l’Essen Motor Show e Julien Boyer creatore di The corner of Fame.

 

Anche nel 2022 AMR uscirà dal complesso fieristico per conquistare le vie e le piazze più belle di Torino con i raduni delle A112, delle Lancia Delta e delle 500 Abarth.

 

Informazioni

Orari di apertura

Giovedì 28 aprile 15.00 – 20.00

Venerdì 29 aprile 09.00 – 19.00

Sabato 30 aprile 09.00 – 19.00

Domenica 1 maggio 09.00 – 19.00

Sede espositiva

Lingotto Fiere – Via Nizza 294, Torino

Oval – Via Giacomo Mattè Trucco 70

Biglietti

Acquistabili sia online che presso la biglietteria all’ingresso della fiera.

20,00 € Anteprima giovedì

20,00 € Intero

16,00 € Intero online

15,00 € Ridotto*

13,00 € Ridotto comitive (minimo 15 persone, da acquistare esclusivamente online)

35,00 € Abbonamento 2 giorni

28,00 € Abbonamento online 2 giorni

50,00 € Abbonamento 3 giorni

45,00 € Abbonamento online 3 giorni

*Il ridotto è valido per i visitatori stranieri, i ragazzi dai 10 ai 12 anni compiuti (biglietto solo in cassa, obbligo di esibire il documento). Valido solamente da venerdì 28 aprile a domenica 1 maggio.
I bambini fino a 10 anni compiuti entrano gratis.
Invalidi aventi diritto all’accompagnatore, previa esibizione del certificato: ingresso omaggio per entrambi
Invalidi senza necessità di accompagnatore, previa esibizione del certificato: ingresso ridotto unicamente per il disabile
Per l’ingresso alla manifestazione è obbligatorio essere in possesso di Green Pass BASE (con tampone), o titolo analogo internazionale, e indossare mascherine chirurgiche o FFP2 a discrezione personale.

Lo storico Caffè San Carlo verso la riapertura

Intesa Sanpaolo ha assegnato la gestione degli spazi di ristorazione delle Gallerie d’Italia a Torino e Napoli. Nel nuovo museo di Torino, in piazza San Carlo, saranno i Fratelli Costardi; nella nuova sede di Napoli in via Toledo sarà Giuseppe Iannotti. L’apertura della parte di ristorazione, a completamento dell’offerta culturale, è prevista per l’autunno 2022, mentre i due musei apriranno al pubblico come annunciato il 17 maggio a Torino e il 21 maggio a Napoli.

Foto www.albertoblasetti.com

A Torino saranno protagonisti gli chef Costardi Bros, i fratelli piemontesi maestri del risotto, già proprietari del ristorante Christian & Manuel a Vercelli, mentre a Napoli condurrà lo chef Giuseppe Iannotti, campano classe 1982, già proprietario del ristorante 2 stelle Michelin Krèsios a Telese Terme (BN). Chef giovani e in grande ascesa attenti alle eccellenze dei rispettivi territori e alla cura del servizio.

In linea con lo spirito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo e con l’identità dei nuovi musei, l’offerta ristorativa avrà forti radici territoriali ma con una costante ricerca di originalità, di sperimentazione, di esplorazione di nuovi linguaggi. Le proposte gastronomiche saranno adatte a un pubblico eterogeneo e pensate per accompagnare il visitatore dei musei durante tutto l’arco della giornata, con un forte rimando alla tradizione locale reinterpretata dagli chef appositamente per le Gallerie d’Italia.

A Torino, lo spazio ristorativo delle nuove Gallerie d’Italia si svilupperà nell’area dello storico Caffè San Carlo, punto di riferimento cittadino, con 120 coperti tra interno ed esterno e sarà guidato dall’estro creativo dei due fratelli che daranno alla tradizione piemontese un twist contemporaneo.

La caffetteria e bistrot ‘Caffè San Carlo’ ha l’obiettivo di diventare un punto di riferimento del salotto di Torino rispettando la storia della città e del luogo con un tocco di modernità. Sviluppandosi con dehors interni ed esterni, con affaccio diretto in Piazza San Carlo e nel chiostro interno del museo all’aperto, il Caffè San Carlo sarà lo spazio ideale per vivere il cuore della città in tutti i momenti della giornata così come il ristorante fine dining che sarà aperto anch’esso sette giorni su sette.

A Napoli, sarà la proposta gastronomica guidata dallo stellato Giuseppe Iannotti, che si distingue per i suoi piatti innovativi che raccontano il mondo e l’eccellenza campana anche in una sola portata.

Al piano terra, con ingresso da via Toledo, la caffetteria e il bistrot ‘Luminist’ con 50 coperti, saranno aperti da fine luglio, sette giorni su sette, con un format di ristorazione che prevede il pesce declinato in tutte le sue molteplici forme, oltre a ricette classiche della tradizione napoletana.

All’ultimo piano, nella meravigliosa terrazza panoramica con vista sul Golfo di Napoli e sulla Certosa di San Martino, ci saranno il lounge bar e il ristorante fine dining con due percorsi degustazione con i piatti da poter scegliere a la carte.

Entrambi i ristoranti, parte integrante dell’offerta delle Gallerie d’Italia, sono pensati per accogliere sia i visitatori dei musei sia i cittadini e turisti delle città.