Cosa succede in città- Pagina 173

Camillo Cavour Dettagli in controluce

Martedì 28 febbraio ore 17.30

Sala Conferenze dell’Archivio di Stato di Torino

Piazzetta Mollino 1

Alla presentazione del volume di

Rosanna Roccia

Camillo Cavour

Dettagli in controluce

Edizioni Centro Studi Piemontesi

Dopo i saluti di

Stefano Benedetto

Direttore Archivio di Stato di Torino

Con l’Autrice

Intervengono

Lodovico Passerin d’Entrèves

Presidente Centro Studi Piemontesi

Pierangelo Gentile

Università di Torino

 

Prenotazioni: tel. 011/537486 – info@studipiemontesi.it

La conferenza potrà essere seguita in differita sul Canale YouTube del Centro Studi Piemontesi

www.studipiemontesi.it

Rock Jazz e dintorni a Torino: De Gregori-Venditti e Fabrizio Bosso

/

GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Per “Seeyousound” al Cafè des Arts, si esibisce la cantante Sabrina Mogentale mentre al cinema Massimo sono di scena Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo.

Martedì. Al Jazz Club Matteo Salvadori propone i classici della tradizione americana. Al cinema Massimo per “Seeyousound” suona lo Gnu Quartet. A seguire il documentario “Meet Me in The Bathroom”, The Wends.

Mercoledì. Al Blah Blah l’Ukulele Turin Orchestra riarrangia alla sua maniera “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd. Per “Seeyousound” al Massimo il lungometraggio su Sinead O’Connor “Nothing Compares” mentre al Maffei Giovanni Corgiat e Davide Broggini musicano “Tenshi No Tamago” di Mamuro Oshi.

Giovedì. Alla Suoneria di Settimo il quartetto di Fabrizio Bosso propone un tributo a Stevie Wonder.

Chiusura di “Seeyousound” con “In The Court Of The Crimson King: King Crimson At 50” sul gruppo guidato da Robert Fripp. A seguire “The Night James Brown Saved Boston” e concerto di Nicolò Piccinini al termini delle premiazioni. Al Blah Blah sonorizzazione di “Koyaanisqatsi” di Godfrey Reggio a cura di Propaganda 1904.

Venerdì. Al Bunker suonano Brigada Flores, Stiglitz e Azione Diretta. All’Hiroshima Mon Amour rap con Dj Shocca e Inoki. Allo Juvarra la cantante e arpista Cecilia, presenta “Sunset In A Cup”. Al Magazzino di Gilgamesh suona l’armonicista Andy Just. Al Folk Club si esibisce Lula Pena.

Sabato. All’Off Topic suona il chitarrista Manouche Adrien Tarraga. Al Concordia di Venaria si esibiscono i Nu Genea. Al Jazz Club suona il quartetto del sassofonista Josiah Boornazian. Allo Spazio 211 è di scena il produttore elettronico Gigi Masin preceduto da Francesco Lurgo. Al Superga di Nichelino viene assegnato il premio intitolato a Gianmaria Testa con ospiti Eugenio Bennato e Neri Marcorè.

Domenica. Al Blah Blah si esibisce il duo The Courettes.

“Il mondo è troppo per me. La storia di Vittorio Camardese” a Seeyousound

Prima assoluta lunedì 27 febbraio h.18:45 Sala 1 – Cinema Massimo | Torino 

Seconda proiezione martedì 28 febbraio h.15:45 Sala 2 – Cinema Massimo | Torino

Il documentario “Il mondo è troppo per me. La storia di Vittorio Camardese” sarà presentato in anteprima assoluta durante il SEEYOUSOUND International Music Film Festival concorrendo nella categoria Long Play DOC.

Vittorio Camardese è stato uno dei più grandi chitarristi italiani ma non ha mai inciso un disco e non esistono trascrizioni della sua musica, resta solo quello che ha lasciato nelle persone che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo suonare come è successo, solo per citarne alcuni, a Chet BakerLelio LuttazziTony ScottMassimo Urbani, Stephane Grappelli che lo hanno stimato e amato proprio per la sua tecnica inedita e il talento innato.

Il documentario ripercorre la vita, le origini, le inclinazioni del radiologo di Potenza che tra gli anni ’50, ’60 e ‘70 vive ed è protagonista della scena jazz romana e internazionale. Suona con i musicisti che passavano le notti tra il Music In e il Folkstudio dove le sue performance strabilianti erano diventate un numero fisso ed è proprio qui che l’avventura jazzistica di Vittorio diventa leggendaria solo fino all’alba però, quando infilava il camice e tornava ad essere anche un brillante radiologo, che però mai volle sostenere l’orale per diventare primario.

La vita di Vittorio Camardese è stata ricostruita intervistando chi lo ha conosciuto e amato: Renzo Arbore e Irio de PaulaAntonio Infantino, Nicoletta Costantino, Marcello Rosa, Graziano Accinni, Gianni Bisiach, colleghi medici di Roma e la sua famiglia d’origine, tantissime le persone tra Roma e Potenza che hanno custodito un pezzo di questa storia che la regista e tutte le persone che hanno collaborato al film hanno ricucito minuziosamente. La biografia di Vittorio Camardese attraversa il Novecento: nasce nel 1929 a Potenza e nel dopoguerra si trasferisce a Roma, viaggia  tra due città, una di provincia e la capitale in fermento, ma la sua musica arriva fino al 2013, quando sarà ri-scoperta. Il documentario alterna interviste, animazione, le immagini di archivi privati inediti e i filmati di Vittorio musicista nelle uniche tre apparizioni televisive in RAI che fece sempre costretto dagli amici.

È il 2 luglio 2013 e Vittorio è scomparso da tre anni quando il chitarrista Roberto Angelini carica su youtube un video in bianco e nero in cui Vittorio Camardese, con cui Angelini è cresciuto perché aveva sposato sua madre, suona la sua chitarra durante il programma “Chitarra amore mio”. Camardese non pizzica le corde ma le percuote: Camardese si sta esibendo in tapping, ma non lo sa nessuno, nemmeno lui. In pochi minuti il video diventa virale, fa il giro del mondo arrivando sulle timeline dei più grandi musicisti, Bryan May dei Queen definisce “Magia” quello che ha visto sullo schermo, Joe Satriani ritwitta il link di youtube e augura buona visione, migliaia di appassionati non riescono a staccare gli occhi da quelle mani, così Vittorio arriva anche sulla timeline della regista Vania Cauzillo.

“L’algoritmo mi proponeva con insistenza il video di una sua esibizione del 1965. Era di Potenza. Come me. Ma non lo avevo mai sentito nominare, mentre molti di amici e colleghi artisti a Potenza avevano avuto l’occasione di conoscerlo o almeno di sentir parlare di questo “mito”. Mi sono innamorata subito di quel radiologo che diceva di aver chiesto il permesso al suo primario per essere in TV quel giorno. Quando si mette a suonare e la camera stringe sulle sue mani, diventa impossibile resistere a quel volteggio, a quel ritmo sincopato ed elegante. Incredulità, stupore, ammirazione. La storia di Vittorio rischiava di essere dimenticata ed è arrivata a me parlando di radici e di talento, di scelte e musica, di note blu e anche della mia Basilicata. Così ho contattato Roberto, la sua famiglia d’origine e mi hanno affidato questo storia. Ho dovuto girare  intervistando i ricordi più che le persone, perché difficile era ricostruire una storia di qualcuno che probabilmente voleva essere dimenticato “Il mondo è troppo per me” è iniziato come un documentario su un talentuosissimo chitarrista, ma la storia di Vittorio ha aperto riflessioni sulle occasioni perdute di essere felici, sulla responsabilità di essere un artista, sulle scelte fatte anche quando decidiamo di non decidere”

“Il mondo è troppo per me” è un film di Vania Cauzillo, prodotto da Jump Cut, produzione cinematografica indipendente trentina, realizzato con Laura Grimaldi alla sceneggiatura insieme a Vania Cauzillo, Sebastiano Luca Insinga alla fotografia, Chiara Dainese al montaggio, con le illustrazioni di Elisa Lipizzi e la supervisione di Gianluca Maruotti, Danny De Angelis al suono, musiche originali di Roberto Angelini e Vittorio Camardese.

Sinossi Un giorno, dal niente, compare su Youtube un video che cambia la storia della musica. Quel giorno il mondo scoprì che il precursore del tapping, una rivoluzionaria tecnica chitarristica, non era il grande Eddie Van Halen, ma un medico di provincia: Vittorio Camardese.
Da allora, i più grandi musicisti di tutto il mondo hanno voluto saperne di più. “Chi è questo collega sconosciuto? Chi è Vittorio Camardese?”.
Questa è la storia Vittorio, la storia di un genio che ha scelto di non essere un genio.
Vittorio Camardese è un invisibile di grande presenza. Un uomo di cui si rischia di perdere la memoria, ma che invece può raccontare tanto della musica, della responsabilità del talento, della paura del successo, ma anche dell’Italia e delle radici che tengono ancorati al terreno invece di spingersi a prendere il volo e crescere lontano.

Vania Cauzillo (1984), lucana, racconta storie attraverso il cinema documentario e l’opera contemporanea sperimentando sulla co-creazione con le comunità. Il suo lavoro di ricerca con la compagnia l’Albero è riconosciuto dal Ministero della cultura dal 2020. Laureata con lode in Storia della Musica, si è formata affiancando tra il 2007 e il 2010 il regista Alessandro Piva in tutti i suoi progetti, con interesse particolare per quelli documentaristici: “Camera mia” per cui cura le interviste in Turchia, Azeirbajan, Montenegro e Tunisia, (Giffoni film festival), “Pasta Nera”, per cui cura ricerche e interviste (64°Festival del cinema di Venezia). Ha prodotto e diretto il suo primo documentario “Dalla Terra alla luna”, distribuito da Rai Cultura, 2014, ha diretto “La ricerca della forma – Il genio di Sergio Musmeci” 2015, prod. Effenove, Museo MAxxi di Roma, che ha vinto lo SCI- DOC European Science TV and New Media Festival and Awards di Lisbona, nel 2017 ha diretto il secondo episodio della serie di documentari “Matera 15/19 –Dove Ti fermi”. “Il mondo è troppo per me” la storia di Vittorio Camardese” è il suo ultimo lavoro. Per il programma ufficiale di Matera Capitale europea della cultura 2019 ha ideato e prodotto la prima community opera italiana, Silent City, unico caso studio di performance completamente accessibile. In Europa, in qualità di Vice-chair del network Europeo RESEO si occupa da anni di advocacy sui temi dell’inclusione e del gender gap nelle arti performative dei più grandi teatri d’Opera europei.

Jump Cut è una casa di produzione cinematografica indipendente nata a Trento nel 2011 con l’obiettivo di produrre film d’autore e di sperimentazione nei temi, nello stile e nella forma. Oltre all’attività cinematografica, si occupa anche di progetti di video arte, video danza e fotografia. La prima produzione è del 2013: l’opera prima di Alessandro Rossetto, Piccola Patria che vince 12 premi, viene selezionato in nomination ai Nastri d’Argento, ai Globi d’oro e ai Ciak d’oro; nel 2015 presenta Gente dei bagni di Stefania Bona e Francesca Scalisi, e Complimenti per la festa di Sebastiano Luca Insinga, un biopic musicale sulla band rock Marlene Kuntz. Nel 2016 viene presentato Noi 2, domani di Eugenio Maria Russo e Funne – Le ragazze che sognano il mare di Katia Bernardi. Nel 2017 viene presentato Non gioco più di Sebastiano Luca Insinga, 2018 la società produce un altro cortometraggio di Insinga, La Buona Novella, che vince 4 premi (Fesancor; ThessInt Short FF; Oslo Independent FF, Greboble FF). Nel 2022 Jump Cut completa Adam Ondra: pushing the limits di Petr Zaruba e Jan Simanek e nel 2023 vede la luce Il mondo è troppo per me di Vania Cauzillo. La società sta attualmente lavorando ai film Sconosciuti Puri di Valentina Cicogna e Mattia Colombo; Android Phil di Edoardo Vojvoda; Questo Corpo di Martina Melilli.

Documentario con animazione 63’-2023

Regia: Vania Cauzillo

Produzione: Sebastiano Luca Insinga e Chiara

Nicoletti per Jump Cut

Sceneggiatura: Laura Grimaldi e Vania Cauzillo

Fotografia: Sebastiano Luca Insinga

Montaggio: Chiara Dainese

Illustrazione: Elisa Lipizzi con la supervisione di

Gianluca Maruotti

Animazione: Valerio Oss (Pixel Cartoon)

Suono: Denny De Angelis, Philippe Gozlan

Musica originale: Roberto Angelini e Vittorio

Camardese

Realizzato in collaborazione con Trentino Film Commission, con il contributo di MiC Direzione Cinema e Audiovisivo, con il sostegno del Fondo Etico di BCC Basilicata, col supporto di Lucana Film Commission

Il C.A.A.T. Centro Agro Alimentare di Torino lancia un concorso per urban artist

Street art, ortofrutta, sostenibilità e solidarietà:

Visionario il progetto di street art avviato dal CAAT di Torino, conosciuto dai più
come “mercati generali”, in collaborazione con l’associazione Monkeys Evolution.
Innovativo il passo del più grande mercato terminale di smistamento di frutta e
verdura all’ingrosso del Nord che – sempre più incubatore di innovazione e
cultura, propone un bando rivolto a giovani artisti “muralisti” che prevede la realizzazione
di un’opera di arte urbana, un immenso murales con una superficie di più di 300 metri
quadrati su una delle pareti del padiglione centrale all’ingresso del Centro
Agroalimentare.
Un murales che sintetizzerà quanto il contesto dell’ortofrutta promuova legami e trame
sociali come strumento per la qualità della vita, per l’alimentazione e il cibo sano, per
l’integrazione e la solidarietà, ponendo al centro il lavoro e la sostenibilità verso la
transizione ecologica.
“Con questa iniziativa – evidenzia il presidente del CAAT Marco Lazzarino – vogliamo da
un lato rafforzare il nostro impegno nel valorizzare uno spazio urbano industriale anche
attraverso l’arte. Dall’altro vogliamo portare attenzione ai valori del mondo dell’ortofrutta,
veicolando un messaggio di speranza e fiducia per un futuro alimentare sempre più sano e
solidale”.
“Realizzare un murales in un contesto quale quello di un grande mercato, afferma il
Direttore Generale Gianluca Cornelio Meglio, non è solo una bella espressione artistica
ma una modalità con cui parlare alle persone, farle riflettere e spingerle ad approfondire
un concetto e una tematica. Abbiamo voluto con questo bando dedicato a giovani artisti,
valorizzare un contesto industriale sul territorio promuovendo il movimento culturale che
vede l’arte di strada quale veicolo di educazione permanente”.
Gli artisti partecipanti sono invitati a sviluppare tematiche relative all’integrazione
multiculturale, al contrasto allo spreco alimentare, alla sostenibilità, alla solidarietà,
mantenendo un focus sui prodotti della terra visti come valore comune per tutti gli esseri
viventi affinché siano una risorsa sostenibile ed accessibile a tutti.
L’opera sarà realizzata con pitture fotocatalitiche, capaci di assorbire parte degli
inquinanti dispersi nell’aria in prossimità della superficie trattata.
Il concorso prevede un premio di euro 1.500,00 per il vincitore (materiali e
attrezzature verranno fornite dagli organizzatori). Possono partecipare al bando singoli
artisti o gruppi di artisti (composti da non più di 3 persone) di età compresa tra i 18 e i 35
anni, residenti in Italia.
Gli elaborati dovranno essere caricati attraverso il modulo di iscrizione al link
https://www.monkeysevolution.org/caatxartxfuture/, entro e non oltre le ore 12.00 del
giorno 13 marzo 2023.
Il compito di valutare le opere, in base alla congruenza con le tematiche e alla qualità
artistica, sarà affidato ad una giuria composta dallo street artist Karim, da Matteo Bidini
curatore di arte urbana con esperienze internazionali tra cui quella al SAMA museo di
street art di Amsterdam, da un rappresentante di Monkeys Evolution e da un esponente
del CAAT. Tra i giurati un ospite d’eccezione: Ernesto Olivero fondatore del Sermig e
dell’Arsenale della pace, il più grande “monastero metropolitano” laboratorio di
convivenza, formazione giovanile, solidarietà, accoglienza dei più disagiati, rifugio
per tanti.

Agriflor torna in piazza Vittorio a Torino

Domenica 26 febbraio, dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto, torna l’appuntamento mensile con Agriflor per fare un tuffo nella natura in centro città

 

Torna anche nel 2023 l’appuntamento mensile con Agriflor, il mercatino di piante, fiori e prodotti agroalimentari artigianali organizzato da Associazione Società Orticola del Piemonte.

Domenica 26 febbraio dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Venetoa Torino. Saranno circa una trentina i vivaisti e produttori agricoli provenienti da tutto il Piemonte che metteranno in mostra le proprie eccellenze.

In attesa dei colori e dei profumi della Primavera, spazio alle aromatiche, alle piante tropicali, alle piante ornamentali, a orchidee ed erbacee perenni.

Non solo piante e fiori ma anche proposte agroalimentari, tra cui spiccano gli agrumi siciliani grazie alla presenza della Cooperativa Agricola “I Gusti dell’Etna” che porterà un po’ di sapori siciliani in riva al Po.

Tra le altre proposte agroalimentari, l’Azienda Agricola Gilardi Alberto proporrà la barba di frate, pianta erbacea dalle foglioline allungate e sottili, con una consistenza croccante e un sapore acidulo e piccante: contorno ideale per accompagnare secondi piatti di carne o di pesce

 Non mancheranno cioccolato, marmellate, miele, liquori come per esempio il Genepy di “Quelli del Genepy” prodotto nelle Valli di Lanzo e curiosità intriganti come i semi di canapa.

Il prossimo appuntamento con Agriflor è in programma domenica 12 marzo con le prime proposte primaverili, mentre il 25 e il 26 marzo presso la Certosa Reale di Collegno si terrà l’attesa edizione 2023 di Follia in Fiore.

Tour “Fatto-a-mano” Sabato 25 febbraio in Cit Turin

Entriamoinbottega!

 ll più piccolo – Cit – quartiere di Torino ma anche uno dei più noti per la quantità e qualità di edifici Liberty, Decò, neo gotici e moderni della città. Un vero orgoglio per la città che non manca mai di stupire anche i turisti. Palazzo Vittoria con il famoso portale con i draghi,il Villino Raby, Casa di Fenoglio- Lafleur , Casa Tosca ma anche la parrocchia neo gotica di Gesù Nazareno e il Grattacielo Intesa San Paolo progettato dal grande Renzo Piano. Tutto vicino, tutto elegante. Ma c’è tanto di più.

Cit Turin non si sottrae al carattere ‘artigianale’ , fil rouge in tutta la città.

E quindi quanto sarà bello vivere il nostro Fatto-a-mano Tour di febbraio girando tra Liberty e Botteghe? Passeremo dai giocattoli per bimbi a tricot a bijoux e oggettistica in ceramica, dalla ‘Libreria’ del borgo alle ambientazioni in tessuto di pregio e…

Per finire aperitivo e lettura di un racconto ambientato nel Bar Dezzutto. Perché lettura, libri e fatto a mano fanno parte dello stesso mondo di bellezza…

Ve ne parleremo!

Programma

Ore 10 – punto di ritrovo a ‘casa’ di Baby Wool, via Mezzenile 13 (dietro Piazza Adriano – metro fermata Racconigi). Da lì partirà il nostro giro ‘guidate’ per conoscere  la trasformazione del Borgo. Lungo il percorso visite alle botteghe.

Ore 12 – A fine visita, aperitivo presso Bar Pasticceria Dezzutto,  con letture e sorprese ‘naturali’

Quota di partecipazione22 euro a persona

Per info

Organizzazione tecnica ONEIROS Incoming By IL MONDO in VALIGIA di C. & D. Viaggi sas

Via Caraglio 6/b – 10141 Torino – Tel 011.7732249 – Cell 3288811318
www.oneirosviaggi.itwww.mondoinvaligia.it – info@mondoinvaligia.it

www.fatto-mano.it  info@fatto-a-mano.it adelaidevalle58@gmail.com chiara.caratto65@gmail.com

Torino vista dal marciapiede opposto

Nuovo tour gratuito di sabato 25 febbraio 2023

 

Il Caus propone una piacevole passeggiata gratuita in zona Crocetta alla scoperta di belle facciate architettoniche raramente osservabili, camminando su quei marciapiedi dove normalmente non passiamo mai. Il tragitto della durata di due ore circa, partirà da via Sacchi per proseguire in corso Stati Uniti, via San Secondo, corso Sommelier, via Vico, Corso Galileo Ferraris, Corso Trento e terminare in via Magenta angolo corso Re Umberto. L’appuntamento è per sabato 25 febbraio alle ore 9,30 sotto i portici di Via Sacchi angolo corso Sommelier.

Per l’iscrizione occorre avere la tessera gratuita del Caus 2023 (www.caus.it andare su “associati al caus” e compilare tutti i dati richiesti) già regolarizzata per poi inviare una richiesta via mail a info@caus.it indicando nome, cognome, numero di cellulare e avvenuta registrazione al Caus di ciascun interessato al tour.

Insegnare alle “Vallette”… quarant’anni fa. I “migliori anni” della mia scuola

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ 

“La trappola dei ricordi”

Gianni Milani

Anno Scolastico 1975 – ‘76. Quasi non sapevo neppure dove fossero “Le Vallette”. Certo, ne avevo sentito parlare. Male, quasi sempre, e soprattutto attraverso i fatti di cronaca (per lo più nera) riportati dai media. A Torino si sapeva bene che “Vallette” era in quegli anni sinonimo di quartiere fortemente “a rischio”, uno di quelli che proprio non si faceva mancare nulla in quanto a problemi di più o meno spicciola criminalità, di disagio e soprattutto di scarse prospettive d’inserimento sociale – che, alla prova dei fatti e per svariate ragioni, erano molto inferiori rispetto ad altri luoghi della città – per i suoi ragazzi e per i giovani che lì vivevano. E che spesso riuniti “in bande”, coltivavano, fra i divertissements più gettonati e libidinosi, quello per loro assai spassoso di spingersi “fino a Torino” (per quei ragazzi, Vallette era allora isola urbana rigorosamente a sé, ben altra cosa da Torino) per fare abbotte e quant’altro con i fighetti e i cremini che bazzicavano il centro o altri quartieri “messi meglio” della città. Fenomeno non isolato del resto e che in fondo era – e in gran parte é ancora oggi in tanti, troppi, luoghi della città – caratteristica comune di tutte quelle aree periferiche (si pensi a Falchera o a Mirafiori Sud o a Barriera di Milano) che, a cavallo degli Anni Cinquanta, avevano assistito al nascere come funghi di case (“torri”) popolari, tutte uguali e non prive di gradevoli spazi verdi conficcati, come per Vallette, fra vie dai graziosi nomi floreali che quasi quasi, a pronunciarli, sembrava di essere in uno degli oltre trenta piacevoli London boroughs.

Case che dovevano ospitare l’imponente marea di immigrati dal Sud (ma non solo; molti a Vallette anche i profughi istriani e giuliano-dalmati), attratti in questa estrema periferia nord-ovest della città, dalla speranza di un lavoro che, sotto la Mole, era soprattutto garantito in quegli anni da mamma Fiàt…Quartiere operaio, quartiere dormitorio, via via Le Vallette hanno poi negli anni conquistato terreno (con buona pace dell’ingegner Gino Levi – Montalcini che nel 1957 ne firmò il piano urbanistico, curando anche la progettazione dei vari edifici) fino a spingersi oggi alla parte nord del verde Parco Carrara, noto più comunemente come Parco della Pellerina e fino a fregiarsi, in un’area di stretto confine, di un’autentica magia urbanistico-sportiva come il complesso dello Juventus Stadium e della Cittadella bianconera, così come di un’imponente centrale per il teleriscaldamento entrata in funzione nell’inverno 2012 e che sembrerebbe fare di Torino la città oggi più teleriscaldata d’Europa. A vent’anni dalla sua progettazione, le Vallette in cui mi trovai a lavorare e che mi  trovai a vivere dagli Anni Settanta  alla fine degli Ottanta, incutevano, per i “forestieri”, un certo senso di reverenziale rispetto. E anche appena appena – a voler giocare di ottimismo – un po’ di panico. Del resto erano quelli, anche per Torino, gli anni bui del terrorismo, delle Brigate Rosse e di Prima Linea: 19 morti e 130 feriti si contarono in città fra il 1977 e il 1982. Erano quelli anche gli anni di un’accesa contestazione studentesca, figlia o figliastra del ’68. Quella che molti di noi giovani (allora) insegnanti avevano fatto propria o comunque vissuta – direttamente o indirettamente- sulla propria pelle e che ora si trovavano a confrontare con le nuove proteste di ragazzi che non avevano molti anni meno di loro, che okkupavano scuole e organizzavano cortei e manifestazioni anche di forte impatto sulla vita della città, ma poco recepite, se non per farne spesso uso strumentale, dalle istituzioni e da quelle forze politiche cui si chiedeva maggiore attenzione e maggiori risorse per la scuola italiana nel suo complesso. Eventi però che, per valenza politica, sembravano interessare solo marginalmente le Vallette, dove il “buco nero” era fatto principalmente di ribellione e rabbia sociale. Ebbene, in quelle Vallette, a cavallo degli Anni ’70-’80, dove anche la Scuola, così come le Comunità Parrocchiali non meno che la presenza di Enti socio-assistenziali, assumevano un ruolo determinante nell’accompagnamento dei ragazzi e delle loro famiglie, io arrivavo tutte le mattine con un’“affannata” Fiat 127 bordeaux, che avevo battezzato, non so perché ma mi sembrava un nome simpatico, Carolina . Partivo (ero quasi sempre in ritardo) da  via Spano, Mirafiori Sud (all’altro capo della città); attraverso corso Sebastopoli, arrivavo a tutta birra in via De Sanctis – via Pietro Cossa per poi imboccare via Sansovino e corso Toscana e ritrovarmi in quel dedalo di strade impreziosito – come detto – dalla soavità di graziosi nomi floreali: via dei Gladioli, via dei Glicini, viale dei Mughetti, via via fino a via delle Magnolie. Qui al civico 9, mi trovavo ogni mattina di fronte a quella media statale, titolata allora al grande “Carlo Levi” (oggi a David Maria Turoldo), che, nel corso degli anni, sarebbe un po’ diventata la mia “seconda casa”. Avevo fatto pochi chilometri e mi sembrava, ogni giorno, d’essere atterrato, con la Carolina fumante, su un altro pianeta. Ero al mio primo incarico diurno. Dall’atrio, volavo ogni giorno due rampe di scale, strappavo al volo dal cassetto personale della sala insegnanti il registro e m’infilavo, con l’irruenza di un vigoroso centometrista ma insieme con la silenziosa leggerezza di una libellula – per non offrire al pubblico ludibrio il mio vituperabile e sempre più proverbiale ritardo – nell’aula di mia competenza. Chiudevo alle spalle la porta, mi dirigevo alla cattedra e mi buttavo, pancia a terra, nella mischia. Calmavo con non poca fatica gli animi e iniziavo ‘a mattinata

Gianni Milani

Il 3 marzo torna Polis Policy con la terza e ultima sessione della sesta edizione

 “Una demografia sostenibile è possibile?”

Tra i relatori interverranno Giancarlo Blangiardo e Alberto Anfossi

Torino- Venerdì 3 marzo si concluderà la sesta edizione dell’Accademia di Alta Formazione Polis Policy. Il tema della giornata di incontri sarà il particolare momento che sta vivendo il Paese da diversi punti di vista, tra cui economico, politico, sociale e demografico. Il titolo di questa terza sessione sarà: “Una demografia sostenibile è possibile?”. Tra i relatori interverranno Giancarlo Blangiardo (Presidente Istat), Alberto Anfossi (Segretario Generale Fondazione Compagnia di San Paolo), Roberto Gontero, Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte, il fotografo Alessandro Zentie ancora Stefano Molina(Unione Industriale), Alberto Scavino (Irion Srl) e Claudia Mandrile (Fondazione Compagnia di San Paolo).

L’Associazione Difendiamo il Futuro organizza dal 2002 seminari, cicli di dibattiti e incontri di approfondimento su temi legati a quanto accade nella società italiana e piemontese. Il progetto attorno al quale ruotano le iniziative di DF è Polis Policy, accademia di alta formazione su argomenti di natura sociale, culturale e politica. Negli scorsi anni, tra i temi centrali affrontati da DF, ci sono stati la pandemia e le conseguenze per lo stato sociale tra diritti, lavoro e integrazione.

Nel corso di questa edizione è stato affrontato il tema “Sfide e opportunità per un’Italia in transizione”, prima con una sessione dedicata all’Italia come ponte tra Europa e Mediterraneo e poi con una sessione dedicata alle politiche e infrastrutture per l’immigrazione. In questa sessione, grazie al contributo di relatori d’eccezione si parlerà di democrazia, demografia e sostenibilità, pilastri del nostro presente.

“Il futuro della demografia italiana – ha detto Giuseppe Giulio Calabrese, Presidente Difendiamo il Futuro – secondo le ultime previsioni non è così roseo: la popolazione residente è in decrescita, con più anziani e famiglie più piccole. Ci sono sempre meno coppie con figli e la questione investe tutto il territorio. Come Difendiamo il Futuro siamo da sempre attenti a questi argomenti, consapevoli dell’importanza sociale e strategica di temi relativi le dinamiche socio-demografiche, l’invecchiamento della popolazione. Per questa ragione, con questa ultima sessione che chiude la sesta edizione, intendiamo realizzare un approfondimento che metta in luce le varie sfaccettature di questo argomento e che possa fornire altri momenti di dibattito e confronto in vista delle prossime edizioni”.

Il programma – 3ª SESSIONE – VENERDI’ 3 MARZO 2023

ORE 18.00 – REGISTRAZIONE PARTECIPANTI

ORE 18.30 VISION

Giancarlo Blangiardo (Presidente Istat) e Alberto Anfossi(Segretario Generale Fondazione Compagnia di San Paolo)

Introducono al dibattito Roberto Gontero, Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte; due studenti universitari: Luca Odifreddi e Luca Caci

Modera: Giuseppe Giulio Calabrese, Presidente dell’Associazione Difendiamo il Futuro

ORE 20.00 ANOTHER VISION

Alessandro Zenti, fotografo

ORE 21.00 AGORA’

Intervengono alla tavola rotonda Claudia Mandrile (Fondazione Compagnia di San Paolo), Stefano Molina (Unione Industriale) e Alberto Scavino (Irion Srl)

Auschwitz-Birkenau a Torino negli scatti del fotografo Dipinto

 

ריק Reek – Reportage fotografico su Auschwitz-Birkenau a Torino

Mercoledì 22 febbraio ore 18.30 inaugura presso l’associazione fotografica Phlibero la mostra ריק | Reekdel fotografo torinese Fabio Dipinto.

Mercoledì 22 febbraio ore 18.30 si terrà linaugurazionepresso lassociazione fotografica Phlibero della mostraריק | Reekdel fotografo torinese Fabio Dipinto. Realizzata nell’ottobre 2022, la mostra racconta il museo e memoriale di Auschwitz-Birkenau, mettendo in connessione gli scatti con i film più iconici della storia del cinema che hanno affrontato il tema della Shoah.

La mostra, secondo le parole dell’autore, cerca di rispondere alle domande: “come è possibile che, a quasi ottant’anni dalla fine della Shoah, in questi luoghi si respiri un surreale senso di pace? Come possono degli immensi spazi oggi frequentati quotidianamente da migliaia di persone trasmettere una sensazione di silenzio assordante? Partendo da queste domande, e colpito dalla contraddittoria esperienza sensoriale che qui ho percepito, ho cercato di cogliere l’essenza di un luogo di memoria, della quiete che lo pervade e dei vuoti che custodisce, nonostante il riecheggiare delle urla del passato.” Presente il fotografo che introdurrà al pubblico il progetto.

La mostra sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì ore 15-19 fino al 17 marzo. Ingresso libero.

Maggiori informazioni e presentazione: www.leghiande.it/reek/

Evento facebook: https://www.facebook.com/events/1222799431673798/

Mal: info@phlibero.it

Cellulare: +39 347 1817 384