Cosa succede in città- Pagina 162

Rock Jazz e dintorni a Torino: i Modà e i Morlocks

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts si esibiscono gli AljazZeera. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Emilia Gaia.

Martedì. Al Blah Blah suona suonano i Morlocks. Al Teatro Colosseo canta Albano.

Mercoledì. Sempre al Blah Blah è di scena il quartetto punk Gentilesky.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il trio del chitarrista Max Carletti. Al Magazzino sul Po si esibisce Rares. Al Jazz Club è di scena il quintetto della vocalist Mirella Gallo. All’Hiroshima Mon Amour rap con MxRxGxA. Nel foyer del teatro Regio in coda a “Il flauto magico” di Mozart si, esibisce Napoleone.

Venerdì. Al Blah Blah suonano Starving Pets e Tree Horn. Allo Ziggy sono di scena i Breathe Me In. All’Hiroshima si esibisce il rapper Murubutu. Al Bunker suonano i Salò per il “RatFest”. All’Off Topic è di scena Francesco Di Bella. Al Cap 10100 si esibisce Bassi Maestro.

Sabato. Al Jazz Club suona il trio del pianista Dario Yassa. Allo Ziggy sono di scena i Little Pieces of Marmelade. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Cado nello Specchio. Al Folk Club è di scena Eleonora Bordonaro. Al Blah Blah suonano gli Ash Code. Allo Juvarra è di scena Bungaro con Marco Passarani.

Domenica. Al Jazz Club suona in versione acustica la Momo Rock Band. Al teatro Colosseo festa per i 20 anni di carriera per  i Modà in concerto con orchestra.

Pier Luigi Fuggetta

Uno spettacolo “antitruffe” in collaborazione con l’Arma dei carabinieri

Presso la Fondazione Educatorio della Provvidenza, ente del Terzo Settore, verrà presentato martedì 11 aprile lo spettacolo teatrale realizzato in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di Torino. Sarà in scena domenica 16 aprile prossimo alle 16.30 all’auditorium Orpheus

 

Domenica 16 aprile prossimo andrà in scena presso l’Auditorium Orpheus dell’Educatorio della Provvidenza, in corso General Govone 16/A, uno spettacolo realizzato in collaborazione il Comando provinciale dei Carabinieri di Torino. Lo spettacolo nasce con lo scopo di sensibilizzare il pubblico sulla tematica delle truffe, questione spinosa che coinvolge qualunque fascia di età ma, nello specifico, anche quelle a danno delle frange più fragili, come gli anziani. E queste truffe sono diventate ormai una piaga sempre più radicata nella società.

La commedia teatrale andrà in scena domenica 16 aprile prossimo, preceduta da una conferenza stampa, che vorrà essere un momento di riflessione e di approfondimento su questo tema, con i consigli del Tenente Colonnello Andrea Corinaldesi e del Capitano Cesare Calascibetta del Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino.

MARA MARTELLOTTA

“Giornate FAI di Primavera” per scoprire i tesori di Torino e del territorio

31ª EDIZIONE

Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi

sabato 25 e domenica 26 marzo 2023

Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico

del nostro Paese, con l’apertura eccezionale di oltre 750 luoghi inaccessibili o poco noti

In occasione delle Giornate di Primavera sostieni il FAI con l’iscrizione a quota agevolata,

con un contributo libero partecipando all’evento e, fino al 2 aprile, con l’invio di un SMS al 45584

NUMEROSI LUOGHI APERTI IN PIEMONTE

Sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si rinnova l’appuntamento con le “Giornate FAI di Primavera”, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Anche in questa 31ª edizione, la manifestazione di punta del FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS offrirà l’opportunità di scoprire e riscoprire, insieme ai volontari della Fondazione, tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera sono ormai il simbolo di una vocazione collettiva che anima l’Italia: quella per la cura e la valorizzazione del proprio patrimonio culturale. Questa manifestazione, ormai nota e consolidata, capace di coinvolgere ogni anno centinaia di migliaia di cittadini alla scoperta dei loro territori, si deve all’impegno e alla creatività di migliaia di volontari del FAI, affiancati da altrettanti studenti delle scuole italiane – gli Apprendisti Ciceroni – formati per l’occasione, ma si fonda anche sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore, di anno in anno, vi collaborano, mettendo a disposizione luoghi, risorse e competenze, perché riconoscono in essa un’occasione unica e imperdibile di promozione e di rilancio, e una buona azione per “il Paese più bello del mondo”, che va a beneficio di tutti. Grazie alle Giornate del FAI luoghi sconosciuti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di avere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate FAI di Primavera.

Altrettanto largo e trasversale è il ventaglio di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, magari proprio dietro casa: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi. «In questi 31 anni di esistenza – sostiene il Presidente del FAI, Marco Magnificole Giornate FAI hanno scritto una sorta di Enciclopedia spontanea che a tutti gli effetti si è aggiunta a quella ufficiale per narrare lo smisurato Patrimonio storico, artistico e paesaggistico italiano».

Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3 euro utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI e chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento – a questi ultimi sarà destinata la riduzione di 10 euro su tutte le quote; ad esempio, l’iscrizione individuale sarà a 29 euro anziché 39 – potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Inoltre, fino al 2 aprile 2023 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

Tra le aperture delle Giornate FAI di Primavera 2023 in PIEMONTE:

TORINO

Palazzo Ferrero d’Ormea – Sede della Banca d’Italia

Ingresso su prenotazione

Il Palazzo è stato costruito nella zona della città oggetto dell’ampio ingrandimento abitativo voluto, nella prima metà del XVII secolo, dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. Suo primo proprietario fu Francesco Maria Broglia, conte di Revello, mentre nella prima metà del Settecento l’edificio fu venduto al marchese Carlo Francesco Vincenzo Ferrero d’Ormea, la cui famiglia ne restò in possesso per quasi un secolo. All’inizio dell’Ottocento fu acquisito dai Conti Balbiano di Viale che lo rivendettero alla Banca d’Italia nel 1852. Il progetto originario è attribuito all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte, ma Giuseppe Talucchi negli anni Trenta dell’Ottocento eseguì radicali lavori di ristrutturazione per adattare il palazzo al nuovo uso istituzionale. Nel 1913 la Banca d’Italia incaricò poi Giovanni Chevalley di eseguire grandi lavori strutturali. In occasione delle Giornate FAI di Primavera 2023 sarà possibile visitare il caveau e le stanze di rappresentanza del piano nobile, che conservano pregevoli stemmi araldici, statue in bronzo, dipinti Sette-Ottocenteschi di autori italiani e francesi e arredi che spaziano dal XVI al XVIII secolo. Spettacolari sono i velari in vetro decorato che fungono da volta al grandioso Salone del Pubblico.

Palazzo Perrone di San Martino – Sede della Fondazione CRT

Ingresso riservato agli Iscritti FAI

Il Palazzo, oggi sede di rappresentanza della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, venne costruito negli ultimi decenni del Seicento, nell’area interessata dal grande ampliamento della città verso sud voluto dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. La famiglia Perrone, di antica origine eporediese, lo acquistò nel 1707; dalla prima metà dell’Ottocento e almeno fino all’Unità d’Italia ospitò anche la sede dell’Ambasciata di Francia. Nel 1883 l’edificio fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Torino, che dal 1929 ne operò una profonda ristrutturazione. Un primo restauro fu condotto su progetto dell’architetto Giovanni Battista Borra a fine Ottocento, mentre all’ingegnere Giovanni Chevalley si devono le trasformazioni e l’ampliamento in chiave eclettico-barocca. Della struttura originaria furono salvati i marmi, le decorazioni e gli affreschi di alcune sale. Le visite proposte durante le Giornate FAI permetteranno di ammirare il monumentale scalone affrescato con l’Apoteosi della casata Perrone e le opere raffiguranti gli dei dell’Olimpo di Michele Antonio Milocco, il Salone di rappresentanza con le Allegorie del Risparmio e della Beneficienza realizzate dal pittore Carlo Gaudina e le tele di Gaetano Ottani. Di notevole pregio è anche la balconata della Galleria, dove si possono osservare i simboli della città, della laboriosità e del risparmio.

Distretto Sociale Opera Barolo

Il Distretto Sociale Barolo è un ampio complesso posto nel quartiere Valdocco, costituito da diversi edifici, tra cui un monastero, due chiese, una cappella, un museo, un chiostro e sei giardini. Carlo Tancredi e Giulia, ultimi marchesi di Barolo, dedicarono la loro vita alla prevenzione sociale di donne e bambini, avviando un ampio progetto caritativo, assistenziale ed educativo. Giulia fondò nel 1823 il Rifugio, un ricovero per ex-detenute e donne in difficoltà, a cui si aggiunsero negli anni a seguire il Rifugino, il Monastero delle Maddalene, le Maddalenine, l’Ospedaletto e il Laboratorio di S. Giuseppe. La conceria, acquistata nel 1823 e ampliata dalla marchesa per accogliere le ragazze del Rifugio, fu sostituita alla fine del XIX secolo da un edificio più grande progettato da Carlo Ceppi, mentre il chiostro, il monastero, le due chiese e l’ospedaletto hanno conservato il loro aspetto originario. Durante le Giornate FAI verranno proposte in via eccezionale visite agli oltre 30 mila metri quadri del Distretto, aperto per la prima volta ai torinesi, 200 anni dopo la sua fondazione, che faranno conoscere la vita di Carlo Tancredi e Giulia di Barolo, nonché la straordinaria storia di questo luogo poco noto, dei suoi istituti e dei suoi tanti protagonisti.

Arsenale della Pace del Ser.Mi.G.

Ingresso su prenotazione

L’Arsenale militare nuovo di Torino, collocato nel rione di Borgo Dora, era un ampio complesso composto da magazzini per la conservazione di merci e da edifici destinati all’alloggio di operai, pensato e realizzato da Giovanni Castellazzi nel 1860. In origine adibito alla produzione di affusti e carriaggi, in seguito si aggiunsero ulteriori destinazioni d’uso e per questo venne ampliato fino agli anni Trenta del secolo scorso. A seguito delle incursioni aeree del 1942 e 1943 l’Arsenale venne gravemente danneggiato e successivamente abbandonato. Nel 1983 venne affidato ai ragazzi del Ser.Mi.G., il Servizio Missionario Giovani, fondato nel 1964 a Torino da Ernesto Oliviero, che lo hanno trasformato in luogo di eccellenza per le attività di solidarietà della città. Un progetto di valorizzazione degli spazi ha previsto diversi interventi per migliorare il dialogo tra costruito e spazi verdi e rispondere alle esigenze del quartiere.

VALPERGA (TO)

Castello di Valperga

Il Castello, risalente al X secolo, è caratterizzato da torri che circondano diversi edifici aggiunti via via nel tempo. Forse i primi residenti furono i nobili Silvesco e Droenghi di Canava, anche se la tradizione locale vuole che sia stato costruito dai conti del Canavese Ardicione (o Arduino), ritenuti discendenti dal re Arduino, con i figli Guido e Ardicino. Guido assunse il titolo di conte di Valperga e da lui ebbero origine le diverse linee dei Valperga, mentre Ardicino viene ritenuto il capostipite dei conti di San Martino. Nel Seicento il castello venne diviso tra i due rami Valperga di Valperga e Valperga di Masino; Gerolamo Valperga di Masino morì senza discendenza maschile e la sua porzione passò quindi alla figlia Marianna, sposa di Arduino Valperga di Rivara. L’intero castello venne ereditato dalla loro figlia Francesca, che lo portò in dote allo sposo Federico Valperga di San Giorgio. Nel 1776, estinto questo ramo con Guido Francesco Aldobrandino del Carretto di Castellargento, il castello e tutti i beni passarono alla nipote più diretta, Anna Vittoria San Giorgio di Balangero, sposata a Paolo Coardi di Carpenetto, marchese di Bagnasco. In questo periodo l’edificio venne ampliato di una parte con facciata neoclassica, giardino e parco. In occasione delle Giornate FAI, si scopriranno interessanti ambienti monumentali, come il Salone delle Danze, con affreschi dal Quattrocento al Settecento. Si potrà visitare anche la Chiesa di San Giorgio, con importanti affreschi quattrocenteschi.

BORGONE SUSA (TO)

Oliveto Rossetto

L’Oliveto Rossetto, situato sotto Roca Furà – una cava un tempo utilizzata per produrre macine in pietra -, è nato da una passeggiata di Giorgio Rossetto nella zona di Vigne Combe a Borgone, un luogo che, come testimonia il nome, un tempo era coltivato a vigneto. Dopo decenni di abbandono, questo si era trasformato in un terreno incolto e pieno di rovi che Giorgio ha deciso di riportare a nuova vita, mettendo a dimora nel 2010 i primi 15 ulivi. Oggi le piante sono 250, che Rossetto cura con passione per ottenere un olio extravergine di grande qualità. Le cultivar principali, messe a dimora su un terreno di circa due ettari, sono Leccio del Corno e Leccino, ma sono presenti anche Bianchera, Grignan, Pendolino e varietà locali ricavate da ulivi plurisecolari. I visitatori verranno condotti da Piazza Montabone lungo la ripida strada che si inerpica fino all’uliveto, dove potranno seguire il percorso poetico della scrittrice Silvana Tosatto, tra gli antichi muretti a secco, e godere di una vista eccezionale sulla bassa Valle di Susa. Un’esperienza unica per scoprire un’eccellenza del territorio valsusino. Per la visita sono consigliate calzature comode.

ALESSANDRIA
Broletto

Fonti documentarie, storiche e archeologiche testimoniano l’esistenza del Broletto ad Alessandria dal secondo quarto del XIII secolo, quando nuove costruzioni furono realizzate a ridosso di un nucleo più antico (Palatium Vetus) definendo con questo il rinnovato centro direzionale della città. Oggetto di numerosi interventi edilizi nel corso del tempo, tra cui un ampliamento degli spazi originari nel XV secolo, si presenta oggi molto mutato per effetto soprattutto dei recenti lavori nel quartiere. Il complesso presenta un impianto derivato da modelli di origine tipicamente lombarda con una forma quadrangolare irregolare, un porticato al piano terra, una torre campanaria e due piani in elevato con una grande sala per riunioni al primo. Lo spazio al piano terra era diviso in due navate da pilastri in cotto con capitelli in pietra. In mattoni era anche il rivestimento della facciata verso la piazza, priva di aperture, a parte quella centrale realizzata forse a inizio XIX secolo, quando l’edificio divenne sede della Prefettura di Marengo. I lavori di ristrutturazione in corso all’interno di una proprietà privata hanno riportato in luce una porzione nascosta del Broletto, bene di norma chiuso al pubblico che le Giornate FAI di Primavera permetteranno di visitare avventurandosi alla scoperta della storia della città.

AVOLASCA (AL)

Villa Cerruti

Ingresso su prenotazione

Villa Cerruti si trova ad Avolasca, paese dalle origini antiche che si stende su una collina lungo la linea di spartiacque tra le valli del Grue e dell’Ossona, famoso per i suoi boschi, ricchi di funghi, tartufi e selvaggina. Il luogo esercitò un forte richiamo sul Cav. Alessandro Cerruti – banchiere, armatore, costruttore e imprenditore genovese e, anche, appassionato cacciatore – che chiamò per la progettazione della villa uno dei più famosi architetti dell’epoca: Gino Coppedè. Non si trattava di una costruzione ex-novo, ma della ristrutturazione di un rustico esistente che Coppedè trasformò in un’abitazione da gentleman farmer, secondo formule di gusto medievale abbondantemente sperimentate e ormai consuete: capitelli, colonne e bifore, archi acuti e a tutto sesto, stemmi di Genova, intonaco graffito e decorato con linee ondulate, quasi strigilature, tetto a spioventi, comignoli modulati come torrette snodate, camino interno. Ad Avolasca il Cav. Cerruti costruì anche l’asilo (sempre su progetto Coppedè), finanziò l’acquedotto, rifece il municipio e le strade, portò la luce elettrica, costruì le scuole. In occasione delle Giornate FAI, la villa, privata, sarà per la prima volta aperta al pubblico e si potranno scoprire gli esterni e gli interni finemente decorati che ben raccontano lo “Stile Coppedè”, le terrazze panoramiche e il fascino dell’ambiente circostante.

CASALE MONFERRATO (AL)

Palazzo Gozzani di Treville (Accademia Filarmonica)

La nobile residenza dei marchesi Gozzani di Treville fu costruita su disegno di Giovanni Battista Scapitta nei primi decenni del Settecento e venne rimaneggiata nel 1781 secondo i canoni neoclassici dal vicentino Ottavio Bertotti Scamozzi, autore dell’imponente facciata leggermente concava per assecondare l’andamento della via Mameli. Il palazzo si articola su tre piani fuori terra: il piano terreno con il cortile d’onore in stile rococò e l’elegante atrio ingentilito da stucchi e sorretto da agili colonne, il piano nobile con gli affreschi settecenteschi e il sottotetto un tempo destinato alla servitù. Nell’atrio, le pareti decorate da belle prospettive ampliano lo spazio delimitato da volte a padiglione e a crociera, ingentilite da leggeri stucchi di stile rococò e sorrette da agili colonne singole o disposte a coppia. Lasciando alle spalle l’atrio, si sale l’ampio scalone a tre rampe, illuminato da alte finestre, impreziosito dalla splendida Allegoria del pittore casalese Pier Francesco Guala. Le eleganti sale del piano nobile, dove si possono ammirare soggetti mitologici affrescati da Agostino Ratti, Bartolomeo Rusca e soprattutto dal tiepolesco Francesco Lorenzi, ospitano oggi la prestigiosa Accademia Filarmonica di Casale Monferrato, fondata nel 1827.

MONTALDEO (AL)

Castello Doria

Il castello svetta sull’abitato di Montaldeo, paese dell’Alto Monferrato che offre, nei giorni tersi, un panorama dalle Alpi agli Appennini. L’edificio – la cui prima struttura risale al XII secolo – fu un importante baluardo lungo le vie che da nord conducevano a Genova. L’aspetto attuale è dovuto agli interventi eseguiti dai proprietari che si sono succeduti nei secoli. Alla metà del Cinquecento il castello venne acquistato, insieme a case e terreni, dai nobili genovesi Doria che divennero i nuovi feudatari di Montaldeo. La famiglia – che ancora oggi lo possiede – ne fece una residenza di villeggiatura a partire dal Settecento. Il suo imponente volume, dalla forma quasi cubica, si sviluppa su due piani oltre a quello di ronda. Il giardino accoglie un originale intervento dell’architetto Tomaso Buzzi, che nel 1943 per la sua realizzazione si ispirò al cerchio, simbolo di spiritualità nella cultura orientale. Durante le Giornate di Primavera saranno visitabili per la prima volta spazi abitualmente chiusi. Verranno aperte le tre cantine – dalle più antiche a quelle di fine Ottocento – e sarà interamente visitabile il suggestivo parco. Nei sotterranei, oltre alle prigioni, si potrà accedere anche a un ambiente particolare, completamente dipinto nel 1952 dall’artista Renato Cenni. Infine, con una camminata sugli spalti si potrà godere del panorama circostante.

QUARGNENTO (AL)

Casa natale di Carlo Carrà

Ingresso su prenotazione

In una pianura doviziosa di messi, sulla sinistra del Tanaro, sorge Quargnento con lo sfondo delle vicine colline del Monferrato. Ivi nacqui l’11 febbraio 1881, da una famiglia che si fa risalire ai tempi delle emigrazioni celtiche in Italia, nella valle del Po; e ciò sembra anche confermato dal cognome Carrà che si vuol derivato dalla voce celtica car o ker che significa ‘pietra’. Come per la stessa ragione etimologica si chiama Charrà la punta che appartiene al gruppo di vette dominanti Bardonecchia e la città del marmo ai piedi delle Alpi Apuane, Carrara. Altra versione farebbe invece venire i miei antenati dalla Provenza, dove ancor oggi vi sono dei Carrà. Certo è, ad ogni modo, che la mia famiglia è piemontese da molti secoli”. Così racconta di sé Carlo Carrà e fu proprio nel cuore del Monferrato che trasse l’ispirazione per l’osservazione e l’interpretazione della natura. Le prime tracce della sua arte sono oggi visibili proprio a Quargnento, in una stanza della casa paterna, in una decorazione parietale eseguita a tempera a soli 12 anni, che mostra un paesaggio molto ben definito, dove svettano torri e putti alati sospesi nel tempo e nello spazio. Fu a Quargnento, precisamente nel 1900, che Carrà, di ritorno dai soggiorni a Milano, Londra e Parigi, lavorò al noto dipinto La strada di casa, considerato dagli studiosi come il punto di svolta del catalogo delle opere di Carrà.

ASTI

Liceo Classico Vittorio Alfieri

Il Palazzo del Collegio sorge sulle vestigia della cripta romanica del complesso benedettino di Sant’Anastasio. Il complesso, documentato dal 1008, fu parzialmente distrutto in età barocca e poi soppresso dal governo napoleonico nel 1802. Nel 1835 il conte Federico Cotti di Ceres e Scurzolengo ne cedette l’ala ovest al Comune di Asti per la costruzione di un collegio delle scuole cittadine. Nel 1860 venne così istituito il Regio Ginnasio, dedicato dapprima a Dante Alighieri e successivamente a Vittorio Alfieri. Fin dai primi anni si sentì l’esigenza di un ampliamento; si procedette quindi a una demolizione ulteriore del complesso, in particolare della chiesa, per far spazio alla moderna costruzione, ampliata dal 1907 su progetto dell’ingegner Losio. Al secondo piano dell’istituto si trova da allora il gabinetto di chimica e fisica, che contiene un invidiabile patrimonio di strumenti e materiali scientifici, alcuni rari e antichi. Il laboratorio è composto da vari ambienti: il primo ammodernato è dedicato alla didattica, mentre a seguire si trovano la ricca collezione di fossili, le antiche teche con animali impagliati, imbalsamati o in vitro, l’aula con i banchi degradanti verso il tavolo degli esperimenti e infine un vero tesoro: un’aula di deposito che custodisce ordinate per tematica le apparecchiature che vengono utilizzate per i vari esperimenti, dalle più moderne a quelle antiche.

BIELLA

Sede del Seminario della Diocesi

Ingresso riservato agli Iscritti FAI

L’elegante palazzo, oggi sede del Seminario della Diocesi di Biella, sorge nella grande piazza su cui si affacciano anche la Cattedrale, il Battistero e la sede de Comune. In città dal 1524 era presente il Collegio degli Innocenti, fondato dal vescovo di Vercelli Agostino Ferrero, trasformato poi in Seminario. Negli anni ’20 dell’Ottocento, con il vescovo Bollati si spinse per la costruzione dell’attuale Seminario Minore in stile neoclassico, progettato dall’architetto Gaspare Maggia, che venne poi unito al Seminario Maggiore da un corpo centrale adibito a cappella e biblioteca, i cui lavori furono eseguiti dal mastro Carlo Mosca. La cappella centrale non aveva all’epoca della sua realizzazione le forme attuali: nel 1897 vennero iniziati lavori di ristrutturazione su progetto di Giovanni Feroggio, architetto del Santuario di Oropa, a seguito dei quali la cappella venne trasformata a una sola navata e vennero mantenuti della precedente solo i muri portanti. La biblioteca del Seminario vescovile venne fondata nella prima metà dell’Ottocento, in seguito al lascito testamentario dell’allora vescovo Giovanni. Durante la visita proposta nelle Giornate FAI sarà possibile visitare la biblioteca, le stanze dei seminaristi e la grande cappella del primo piano.

CUNEO

Complesso “ex Macello” – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari – Università di Torino

Quando nel 1800 Napoleone fece demolire le fortificazioni che cingevano Cuneo, l’edificio destinato ad Arsenale d’artiglieria cessò la sua funzione. Nel 1812 l’Arsenale venne destinato a essere utilizzato come mattatoio del bestiame, con l’intento di riunire tutti gli esercizi del commercio della carne della città: al suo interno vennero realizzate 12 botteghe di macelleria con scuderia per il deposito delle bestie da abbattere e relativo granaio di fieno. A fine Novecento il Comune ha avviato un programma di decentramento universitario individuando questo luogo come nuova sede in cui creare un polo scientifico, legato alla vocazione agro-alimentare della provincia, con l’insediamento del corso di laurea in tecnologie alimentari della Facoltà di Agraria dell’Ateneo di Torino. È iniziato quindi un periodo di restauro e ricostruzione del complesso, concluso nel 2003. La visita proposta durante le Giornate FAI condurrà alla scoperta dell’edificio, eccellenza della formazione regionale, dove gli allievi stessi racconteranno come si vive e si studia al suo interno, fra laboratori e attrezzature all’avanguardia utilizzate per formarsi alle professioni del futuro. Lungo il percorso, gli iscritti FAI potranno anche accedere alle antiche ghiacciaie sotterranee.

Conservatorio G.F. Ghedini

Palazzo della Torre, composto dall’unione di due diversi corpi di fabbrica, ben distinguibili lungo via Armando Diaz, fu sede del Municipio di Cuneo fino al 1775, quando le funzioni amministrative vennero trasferite nell’ex collegio dei Gesuiti. L’edificio subì diverse trasformazioni interne, ospitando prima il Corpo di Guardia della Piazza per essere poi adattato a sede della scuola primaria e secondaria e, successivamente, a Tribunal du Prèmiere Istance, per poi tornare a essere una semplice Maison et court, in seguito alla concentrazione di tutti gli uffici giudiziari nel Complesso di San Giovanni. Alla fine del 1799, per un anno circa, venne temporaneamente utilizzato come prigione. Dal 1970 il Palazzo ospita la sede del Conservatorio Statale G.F. Ghedini, istituzione cittadina che forma musicisti fin dal 1864, con aule per l’insegnamento e una sala concerti. Le visite proposte durante le Giornate FAI permetteranno di conoscere la storia dell’edificio e consentiranno l’ingresso nelle aule dove i giovani allievi studiano con grandi maestri e tanta passione per affrontare le future carriere, accolti dal Direttore Alberto Borello.

NEVIGLIE (CN)

Chiesa di San Giorgio

La Chiesa di San Giorgio fu edificata nel XVI secolo dopo che il vescovo di Alba, in visita pastorale nel 1573, ordinò che la parrocchiale del luogo, dedicata a San Michele, venisse distrutta e riedificata all’interno del borgo. Al suo interno è conservata una tempera su tavola, attribuita al pittore rinascimentale Gian Giacomo de Alladio, noto come Macrino d’Alba, attivo in Piemonte e in Lombardia fra il 1492 ed il 1513. L’opera, riferibile a una fase tarda della produzione del Macrino (datazione fra il 1508 e il 1513), raffigura Lo sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria. Mancano notizie certe sulla committenza: la tradizione la attribuisce ai locali Marchesi Busca, con destinazione all’altare già della parrocchiale intitolata a San Michele (poi sostituita da quella di San Giorgio). Di questo dipinto sono pregevoli, specialmente, la delicatezza del viso di Santa Caterina e il particolare della mano di San Gerolamo che regge il sasso, definito dai critici “un autentico pezzo di bravura”. L’opera è poco conosciuta e merita di essere “scoperta”, e così anche il suo autore.

ARONA (NO)

Cantiere della Navigazione Lago Maggiore

Il cantiere e la sede della Navigazione Lago Maggiore si trovano nella parte periferica di Arona, di fronte alla stazione ferroviaria e vicino al grande parco centrale e alle rive del Lago. La società gestisce circa 100 navi sui laghi Maggiore, Garda e Como. L’area interna della Navigazione Lago Maggiore contiene il cantiere (costruzioni e riparazioni), la sala riunioni, gli uffici amministrativi e le officine, oltre alle zone di ormeggio delle navi. Il cantiere aprirà i suoi cancelli in occasione delle Giornate FAI di Primavera; il pubblico potrà visitare la sala riunioni con una mostra di immagini e documenti storici, il piroscafo PIEMONTE (visita riservata ai soli iscritti FAI), la Motonave Topazio e le officine. La Navigazione Lago Maggiore è un’eccellenza aronese e poter visitare il suo cantiere, le sue officine e vedere da vicino le varie navi è un’opportunità unica.

SERRAVALLE SESIA (VC)

Santuario di Sant’Euseo

Il maestoso Santuario di Sant’Euseo sorge a settentrione del paese di Serravalle Sesia. La grande opera di ampliamento dell’edifico iniziò nel 1619: il parroco don Giorgio Avondo diede avvio all’ingrandimento dell’antico tempietto affrescato con dipinti del secolo XV, che non venne distrutto, ma incorporato nella nuova fabbrica. Durante i lavori di costruzione della nuova chiesa vennero rinvenute le reliquie di Sant’Euseo, ufficialmente santificato nel 1625 da Urbano VIII. Nel 1667 venne aggiunto il grazioso porticato, sostenuto da colonnine di serizzo bianco, mentre nel 1778 venne costruito il maestoso pronao esàstilo, il cui timpano triangolare è sorretto da sei colonne di finto marmo verde. Nel 1931 la vecchia rampa di accesso venne trasformata in una grandiosa scalinata di granito bianco delle cave di Alzo. In occasione delle Giornate FAI verrà proposta la visita all’interno del Santuario, solitamente chiuso al pubblico. Si potrà scendere nella cripta posta sotto l’altare maggiore, dove da oltre tre secoli sono conservate le reliquie del Santo in un’artistica urna.

TRINO (VC)

Palazzo Paleologo

Il borgo nuovo di Trino è già menzionato dal 1101. I secoli XII e XIII, per l’invidiabile posizione geografica e la fiorente economia, vedono il borgo continuamente al centro di accese contese tra i signori del Monferrato e il Comune di Vercelli. Il Palazzo fu costruito nel XII secolo dagli Aleramo e insiste nel territorio un tempo del Marchesato del Monferrato che comprendeva anche il territorio casalese. Passò quindi ai Paleologo e ai Gonzaga. L’edificio mostra una corte rettangolare porticata, addossata alle mura di cinta. L’ala settentrionale fu demolita nel 1959. Nel corso dei secoli i suoi saloni, un tempo ricchi di decorazioni pittoriche, sono stati adibiti a magazzini, botteghe, scuderie e guarnigioni militari. Il restauro del 2006 ha restituito al palazzo l’immagine attuale. In occasione delle Giornate FAI di Primavera, al termine dei turni di visita, verrà presentato alle ore 18 nella manica del Castello il volume “Devozione In Risaia” (edito da Donne & Riso) in collaborazione con la Delegazione FAI di Vercelli.

Anche i Beni del FAI in Piemonte – Castello della Manta a Manta (CN), Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) e Villa Flecchia e Collezione Enrico a Magnago (BI) – partecipano alla grande festa delle Giornate di Primavera e saranno aperti eccezionalmente a contributo libero.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Dal 20 al 26 marzo la Rai sarà nuovamente in prima linea a sostegno del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Come dichiara la Presidente Rai Marinella SoldiLa Rai da oltre dieci anni è al fianco del Fondo per l’Ambiente Italiano per valorizzare e tutelare la bellezza del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Anche quest’anno – attraverso radio, televisione e RaiPlay – vogliamo sensibilizzare il pubblico supportando la campagna di raccolta fondi per i Beni del FAI, tra ville, castelli, boschi, abbazie e torri. Crediamo in un servizio pubblico che sappia raccontare l’arte e la storia del nostro Paese con passione e competenza”.

Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2023, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del servizio pubblico.

Elenco completo dei luoghi aperti in PIEMONTE e modalità di partecipazione all’evento su:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=PIEMONTE

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione. Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Le Giornate FAI di Primavera 2023 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della cultura, di Regione Piemonte, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane.

Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI di Primavera concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo.

Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata e per aver concesso in questa occasione l’apertura di suoi beni.

Grazie alla Direzione centrale degli Affari dei Culti e l’amministrazione del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno per aver concesso l’apertura della Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino a Palermo.

Le Giornate FAI di Primavera 2023 sono possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate:

Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da dodici anni preziosa sostenitrice dell’iniziativa, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili – esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico – e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di tutela della cultura, della natura e del territorio italiani.

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il prestigioso Main Sponsor dell’evento dal 2020.

Edison, azienda energetica da sempre vicina al FAI e impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, Sponsor dell’evento, accompagna il FAI nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. Per questa edizione aprirà al pubblico la Centrale Idroelettrica di Meduno (PN), l’Impianto Eolico a Santa Luce (PI) e lo storico Palazzo Edison a Milano.

Grazie anche a Poste Italiane, realtà unica in Italia per storia, dimensioni e presenza capillare sul territorio. L’Azienda, che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del Paese, è stata vicina al FAI in diverse occasioni e quest’anno, per la prima volta, è Sponsor dell’iniziativa.

Grazie di cuore alla Rete dei Volontari del FAI: 131 Delegazioni, 107 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 8 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti i volontari attivi in Italia. Un ringraziamento anche ai 15.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Perdersi esistenzialmente nei ricordi degli anni passati all’Università di Torino

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Che bella Torino. Sa proprio di primavera. Il sole  le dà una luminosità inaspettata. Vero che manca la pioggia. Questo sole è comunque ritemprante. E poi che luminosità.
Prima di un interessante convegno mi sono perso per via Po e  piazza Vittorio. Mi sono perso esistenzialmente parlando. E poi quanti ricordi. Io in questa città ci sono nato.
E marzo era la ripartenza. Ci si allontanava da freddo e nebbia. Si passava dal palto’ al giubbotto in men che non si dica. Ho avuto tardi la patente e da universitario prendevo il 57 sotto casa. Poi fermata all’inizio di corso 11 febbraio e poi a piedi fino a Palazzo Nuovo.  Dunque un attimo ritornare a Palazzo Nuovo. E qui che bella sorpresa. Era anni che non ci andavo più. Vicino hanno costruito un piccolo campus. Del resto lo si era detto che stava cambiando il clima  di questa nostra città. Almeno dal punto di vista dell’ ambiente universitario. Non più la segreteria in via Po. Qualcosa di decisamente funzionale in questo campus. Tanti locali e tanti giovani studenti belli. Giovani a coppie o in gruppo. Anche Palazzo Nuovo in cambiamento e in fase di ristrutturazione ed adeguamento. L’unica nota stonata non c’è piu la libreria della nostra amica Fulvia Ranieri. Al suo posto ristorazione veloce.  Va bene così. Il tempo passa per tutto e tutti. Questa volta è passato in meglio. Giracchiando capisco che a fine mese ci sono le elezioni universitarie. Banchetti con distribuzione di materiale con l’ovvio invito di votare quella lista. Bello, molto bello. Nel mentre “giù” con i ricordi. Belli, brutti un po’ come la vita. Come tutte le nostre vite.
Dalla violenza del ’77. Volevano impedirci di votare, fino all’anno dopo quando venni eletto all’Opera universitaria. Un ente che gestiva i servizi per gli universitari. Dalle mense agli alloggi. Poca roba rispetto alle richieste. Fu interessante come esperienza. Forse la prima che feci come amministratore, decisamente concreta.  Arrivando al convegno penso: per una volta il presente è meglio del passato. Speriamo che questo meglio si diffonda per tutta la città. Intanto cara Torino sei proprio bella.
Patrizio Tosetto

Weekend goloso a Torino con “Dolci portici”

Dolci Portici giunge alla terza edizione. Dal 24 al 26 marzo Torino ritorna capitale del cioccolato, della pasticceria e della gelateria.
Stand espositivi, incontri, degustazioni e tour tematici per raccontare i luoghi, i prodotti e i protagonisti dell’arte dolciaria. La manifestazione vuole valorizzare non solo gli aspetti culturali insiti nella creazione delle specialità gastronomiche tipiche, ma anche i metodi di lavorazione e la storia delle attività che a Torino hanno radici secolari. L’evento inoltre si inserisce nel contesto di valorizzazione e rilancio dei 12 km di portici e gallerie cittadine, sia a livello culturale che turistico. Per questo motivo, insieme all’attività espositiva in via Roma, a Palazzo Birago di Borgaro, sede aulica della Camera di commercio di Torino, si terranno workshop e degustazioni mentre per le vie del centro si snoderanno tour organizzati per approfondire la conoscenza dei portici, delle gallerie e dei locali storici esistenti. Le attività saranno gratuite previa prenotazione.

Van Gogh multisensoriale in mostra a Torino: pathos e drammaticità

VAN GOGH EXPERIENCE: la mostra multimediale che abbraccia il visitatore in una nuova esperienza multisensoriale.

Arriva a Torino la produzione internazionale targata Next Exhibition che ha emozionato il mondo, la mostra che unisce il piacere della scoperta della vita di Van Gogh all’immersione totale nel cuore pulsante della sua arte.

Un viaggio entusiasmante per la sua moderna forma d’espressione tecnologica e per la sorprendente originalità, capace di attirare e coinvolgere un pubblico eterogeneo, da appassionati d’arte a giovani studenti.

La Citroniera di Ponente della Palazzina di Caccia di Stupinigi, dopo aver ospitato esposizioni più classiche come Frida Kahlo e Marilyn Monroe, si illumina di colori nuovi, ritratti e scenari toccanti e soprattutto si tinge di sensazioni uniche.

Il percorso inizia con la conoscenza della vita di Van Gogh, con la sua timeline, per far conoscere al pubblico i fatti più salienti che hanno condizionato la sua vita e la sua arte.

A seguire l’immersione nei pensieri geniali e folli di uno degli artisti più amati di sempre è un vero e proprio tuffo al cuore. In un’area di oltre duecento metri quadri ogni superficie prende vita e diventa arte, avvolgendo a 360 gradi il visitatore in un viaggio a tinte scure, ricco di pathos e drammaticità, a far comprendere il tormento interiore di Van Gogh, il senso dei suoi pensieri e i suoi stati d’animo.

Il video, della durata di venti minuti circa, viene proposto in loop ed è possibile visionarlo più volte, da diversi punti di vista: in piedi o comodamente seduti sui pouf disseminati nella stanza, diventando parte integrante del quadro scenico. L’osservatore diventa infatti protagonista dell’opera, ampliando i propri sensi verso onde di immagini e suoni perché il videomapping non coinvolgerà soltanto la vista, ma anche l’udito, con una colonna sonora di musica classica, ad esaltare ancora di più l’emotività del viaggio.

Dopo la discesa negli inferi dell’anima dell’artista, nel blu profondo de “La Notte Stellata”, la risalita verso la luce, verso i colori e quel giallo vivo che tanto amiamo nell’arte di Van Gogh.

Presenti in mostra tre scenari, ideali come selfie opportunities per il pubblico: il campo di grano, i girasoli e la camera di Van Gogh.

In antitesi con quanto accade di consuetudine nei musei, l’organizzazione invita il pubblico a fotografare e a condividere la propria esperienza in mostra sui social, utilizzando i canali ufficiali: per facebook /vangoghthexperience e per IG next.exhibition

La mostra prosegue con la sezione di virtual reality, facoltativa e con biglietto accessorio, che consentirà al visitatore, indossato l’oculus di ultima generazione, di vedere con gli occhi di Van Gogh, intento ad osservare il mondo e a trarre ispirazione dai paesaggi a lui più famigliari per le sue opere.

Non mancano i contributi video, fruibili lungo il percorso e nella sala cinema. Tra questi, in collaborazione con la piattaforma Eduflix, la narrazione del rapporto di Van Gogh con i colori, a cura del critico e storico dell’arte Flavio Caroli.

Le ultime sale della Citroniera di Ponente ospitano infine la sala didattica e il bookshop.

Nella sala didattica grandi e piccoli sono liberi di dare sfogo all’estro creativo e creare in stile Van Gogh. Una volta realizzato il disegno può essere scannerizzato ed essere condiviso, visibile a tutti, sulla parete in mostra.

GIORNI E ORARI DI APERTURA

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La mostra sarà aperta:

Dal Martedì al Venerdì 10 – 18

Sabato e Domenica 10 – 19

Lunedì chiuso

Ultimo ingresso consentito in mostra un’ora prima dell’orario di chiusura.

I social della mostra:

FB/ VanGoghExperienceTorino

IG/ vangogh_experience

www.vangoghexperience.it

PREZZI E MODALITA’ ACQUISTO BIGLIETTI

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Biglietti a partire da 12,50 euro.

Prevendita con il circuito Ticket One e vendita anche presso il botteghino

della Palazzina di Caccia di Stupinigi nei giorni e negli orari di regolare apertura della mostra.

Infoline: 375/5475033 – info@vangoghexperience.it

“Nebris – Oltre i confini delle 5 pelli” Un progetto artistico e una mostra collettiva

 AREA.Lab, progetto artistico per la formazione e servizi culturali promosso dall’associazione culturale La Nuova Maniera e Tdf.Collective, inaugura  la mostra collettiva “Nebris – Oltre i confini delle 5 pelli” il giorno 26 marzo alle ore 17.00 presso lo spazio 3So Sottoscala, via Giuseppe Moris 6, Torino

 

L’esposizione è il progetto finale realizzato dai partecipanti al workshop Dalla critica alla curatela. Primo di cinque moduli dedicati alla progettazione culturale, un intenso periodo di studio teorico e pratico, che li ha visti protagonisti di ogni aspetto relativo a ciò che vuol dire curare e allestire una mostra di arte contemporanea oggi.

Nodo centrale dal quale si dispiega il percorso di mostra è la teoria delle 5 pelli dell’artista viennese Friedensreich Hundertwasser. Ogni pelle: l’epidermide – i vestiti – la casa – l’identità sociale e nazionale – l’ambiente naturale, descrive il livello di consapevolezza che ogni persona possiede del mondo; ognuna di esse è intrinsecamente legata alle altre a dimostrazione che la serenità e la felicità individuale non esiste altrimenti, perché indissolubilmente connessa al mondo che ci circonda.

Partendo dalla concretezza di questa interconnessione i sei artisti in mostra, Carola Allemandi, Isabel Rodriguez Ramos, Pabliu Lucero, Andrea Porzio, Andrea Stefanelli, IDEM STUDIO, ne dispiegano la dimensione concettuale, processuale ed esperienziale, prendendo forma nuova all’interno di un intimo spazio domestico, per l’occasione reso tale.

L’opening della mostra è libero a partire dalle 17 e resterà aperta una settimana solo su appuntamento.

Il progetto di Area.Lab è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scenografia dell’Accademia Albertina di Torino e proseguirà sino al 30 giugno

Moda Pandemica. Una mostra che raccoglie sorprendenti fotografie a colori

ArtPhotò presenta insieme alla neonata Eikon un progetto fotografico nato durante il drammatico periodo del Coronavirus, precisamente durante l’ultimo mese di quarantena del 2020: quando il mondo era come immobile, tratteneva il respiro, la sicurezza del quotidiano e delle sue abitudini, ridere amare divertirsi scoprire sperare si spezzavano nell’attesa, nel dubbio senza speranza. Fotografare il dolore e il silenzio sembrava allora l’unico scenario possibile.

La giovane autrice del progetto Marta Scavone frequentava da remoto i corsi dell’ultimo anno di IED. Le fu chiesto di realizzare un progetto fotografico sul Coronavirus. Marta si interroga, guarda questo mondo rovesciato: qual è diventato ora il concetto di ciò che è sostenibile, come si trasforma il comportamento di noi spavaldi consumatori di mode, come usare la fotografia non solo per documentare ma anche come terapia…? Ad esempio ha ancora senso fare scatti di moda, uno dei grandi palcoscenici della fotografia? Così matura questo progetto, apparentemente stonato, provocatorio, paradossale, articolato lavoro di razionalità e creatività che oppone al dramma il grido di una normalità da ritrovare per sentirsi di nuovo vivi. La tragedia si capovolge nel suo contrario, un modo per ricomporre e lasciarsi dietro il ricordo di mesi terribili.

Dopo diversi interrogativi e riflessioni ho sentito la necessità di raccontare un aspetto diverso della pandemia che potesse donare un sorriso in un momento in cui tutti avevamo bisogno di speranza. Mi avevano colpito i tanti articoli su internet, le statistiche in televisione sui comportamenti di consumo, di approvvigionamenti fuori controllo e di picchi di vendite inimmaginabili di moltissimi articoli come i dispositivi medici, alcuni prodotti alimentari, oggetti per combattere la noia o soddisfare un improvviso desiderio. Perché non raccontare il fenomeno attraverso le mie grandi passioni: la fotografia, la moda ed il teatro? È stato per me di grande aiuto: poter dirottare le mie ansie, creare sostenuta dalla costante voglia di continuare a sperare.”

Il risultato è fresco, giocoso, gradevole ma nello stesso volutamente uno choc. Le immagini del progetto “Moda Pandemica” richiamano scopertamente nell’estetica un sapore retrò degli anni ’50, perché Marta si autoritrae con i vestiti da lei creati sulla base di ciò che nei mesi ‘’impossibili’’ era diventato normalità, materiali, oggetti, strumenti che aiutavano a sentirsi sicuri, immuni, protetti. La macchina fotografica dunque come strumento di immaginazione, di creazione.

Potrebbe essere una sorta di analisi economica, “l’impatto del Coronavirus sul mercato italiano”; ma si converte subito in un insieme multidisciplinare in cui all’interno coesistono più forme d’espressione artistica: fotografia, moda e performance. E poi l’idea di portare le immagini in esposizione cercando un titolo più accattivante, dal vago sapore surreale: Moda Pandemica. Una mostra che raccoglie dodici sorprendenti fotografie a colori, con oggetti e installazioni.

Marta realizza e fotografa un abito elegante, frivolo, divertente ma con che cosa? Con i guanti! nel marzo del 2020 l’articolo che ha fatto registrare la maggiore crescita delle vendite: il 300%. I consumatori ricercavano prodotti in grado di aumentare il livello delle difese immunitarie. I guanti che formano un gonnellino che riprende quello leggendario di Joséphine Baker, i guanti che avvolgono il seno, che fanno la cresta e oltre ad indossarli sulle mani fuoriescono anche dalle scarpe. Con la stessa ironia Marta gioca con le boccette dell’alcool e le bustine dei disinfettanti in una posa da equilibrista come a mantenere le distanze dagli altri. Nella seconda settimana di marzo dell’anno maledetto il consumo di alcool e disinfettanti cresce del 240%. Arriva ad inventare un abito nuziale con uno degli articoli che ha registrato un raddoppio negli acquisti: la carta igienica! E quanto è fantasioso tutto quel bianco: un vero abito alla Vivienne Westwood! Una cintura di rotoli di carta igienica che morbidamente decorano l’estivo abitino bianco ricamato con ……. E una pettinatura assolutamente vintage con i rotoli di carta vuoti che sembrano bigodini pop. Il tocco del ventaglio e dei guanti e quell’aria ingenuamente seducente rendono l’immagine un piccolo capolavoro di raffinata estetica. I fondali mutano di colore quando ad esempio deve esibire gli “insettorepellenti” che a maggio, sempre del 2020, erano saliti in vetta alle classifiche di vendita del 230%! Un’accurata messa in scena sull’abito sganciante del giallo insetticida con gli zampironi effetto grandi bottoni che decorano anche la pettinatura verso l’alto come il movimento del fumo che si attorciglia in su quando fuoriesce dal marchingegno. Marta è sempre attenta a mettersi in posa, a fissare se stessa con cura e ricercatezza. Pose eleganti che solamente chi ha fatto esperienza nella danza riesce a creare con tanta semplicità.

L’influenza di artiste da Claude Cahun a Cindy Sherman – che hanno utilizzato il proprio corpo per interpretare attraverso mascheramenti identità o stereotipi diversi – è evidente seppur con una originalità che pongono Marta all’inizio di un lungo sorprendente percorso che sarà tutto da seguire.

Bio di Marta Scavone

Nata a Torino nel 1998. Diplomata al liceo artistico in Fashion Design nel 2017 e in seguito, seguendo le orme di mio nonno fotografo, mi sono iscritta allo IED di Torino dove mi sono laureata nel 2020, con il massimo dei voti, in Arti Visive e Fotografia. Ho concluso il mio percorso universitario realizzando un progetto che unisce più discipline artistiche. Nel 2021 ho partecipato alla mostra collettiva “Fotografi a Torino” tenutasi nell’Accademia delle Belle Arti di Torino. Nel 2023 realizzo la mia prima mostra personale dal titolo “Moda Pandemica”. Nel 2023 sono rientrata tra gli artisti finalisti selezionati per la call “30 Under 30 Women Photographers”, promossa da Artpil.

Multidisciplinarità è una parola chiave del mio processo creativo, in quanto il mio approccio mette insieme diversi mezzi espressivi: la fotografia, l’arte, la moda e la performance teatrale. L’unione e la sperimentazione di questi linguaggi mi consente di indagare temi attuali o condivisi in modo creativo ed unico. Oltre la fotografia mi applico nella danza e nel teatro altre mie passioni da diversi anni. Possiedo uno studio fotografico personale e mi sono specializzata nei settori della fotografia commerciale, di moda e nella fotografia di architettura legata alla ristrutturazione di immobili storici.

Testo di Tiziana Bonomo

Innovare, creare, costruire pensando che il linguaggio della fotografia riesca ad esprimere i pensieri, le idee dell’autore. Ecco cosa è riuscito a Marta Scavone una giovane artista che sin dall’infanzia ha sempre avuto una personalità creativa ed eccentrica, una sensibilità molto marcata. Una giovane ragazza con idee decisamente chiare, intraprendere una carriera artistica. L’impegno è notevole e il risultato di “Moda Pandemica” lo dimostra proprio attraverso la fotografia: il suo mezzo espressivo.

La macchina fotografica come strumento di immaginazione, di creazione.

Un progetto nato durante i mesi drammatici del Coronavirus: il mondo come immobile, che trattiene il respiro, la sicurezza del quotidiano e delle sue abitudini, ridere amare divertirsi scoprire sperare che si spezza nell’attesa, nel dubbio senza speranza. Fotografare il dolore e il silenzio sembra l’unico scenario possibile.

Marta si interroga appena scoppia la pandemia, guarda questo mondo rovesciato: qual è ora il concetto di ciò che è sostenibile, come si trasforma il comportamento di noi spavaldi consumatori di mode, come usare la fotografia non solo per documentare ma anche come terapia… Ad esempio ha ancora senso fare scatti di moda, uno dei grandi palcoscenici della fotografia? Così matura questo progetto, apparentemente stonato, provocatorio, paradossale. nasce grazie ad un articolato lavoro di razionalità e creatività che oppone al dramma il grido di una normalità da ritrovare per sentirsi di nuovo vivi. Marta ama avere certezze, elementi consistenti sui quali ritagliare il suo estro e realizzare i suoi scatti. La tragedia così si capovolge nel suo contrario, un modo per ricomporre e lasciarsi dietro il ricordo di mesi terribili. Il risultato è fresco, giocoso, gradevole ma nello stesso volutamente uno choc. richiama scopertamente nell’estetica un sapore retrò degli anni ’50, perché Marta si autoritrae con i vestiti da lei creati sulla base di ciò che nei mesi ‘’impossibili’’ era diventato normalità, materiali, oggetti, strumenti che aiutavano a sentirsi sicuri, immuni, protetti.

Marta realizza e fotografa un abito elegante, frivolo, divertente ma con che cosa? Con i guanti! nel marzo del 2020 l’articolo che ha fatto registrare la maggiore crescita delle vendite: il 300%. I consumatori ricercavano prodotti in grado di aumentare il livello delle difese immunitarie. I guanti che formano un gonnellino che riprende quello leggendario di Joséphine Baker, i guanti che avvolgono il seno, che fanno la cresta e oltre ad indossarli sulle mani fuoriescono anche dalle scarpe. Con la stessa ironia Marta gioca con le boccette dell’alcool e le bustine dei disinfettanti in una posa da equilibrista come a mantenere le distanze dagli altri. Nella seconda settimana di marzo dell’anno maledetto il consumo di alcool e disinfettanti cresce del 240%. Arriva ad inventare un abito nuziale con uno degli articoli che ha registrato un raddoppio negli acquisti: la carta igienica! E quanto è fantasioso tutto quel bianco: un vero abito alla Vivienne Westwood! Una cintura di rotoli di carta igienica che morbidamente decorano l’estivo abitino bianco ricamato con ……. E una pettinatura assolutamente vintage con i rotoli di carta vuoti che sembrano bigodini pop. Il tocco del ventaglio e dei guanti e quell’aria ingenuamente seducente rendono l’immagine un piccolo capolavoro di raffinata estetica.

I fondali mutano di colore quando ad esempio deve esibire gli “insettorepellenti” che a maggio, sempre del 2020, erano saliti in vetta alle classifiche di vendita del 230%! Un’accurata messa in scena sull’abito sganciante del giallo insetticida con gli zampironi effetto grandi bottoni che decorano anche la pettinatura verso l’alto come il movimento del fumo che si attorciglia in su quando fuoriesce dal marchingegno. Marta è sempre attenta a mettersi in posa, a fissare se stessa con cura e ricercatezza. Pose eleganti che solamente chi ha fatto esperienza nella danza riesce a creare con tanta semplicità.

L’influenza di artiste da Claude Cahun a Cindy Sherman – che hanno utilizzato il proprio corpo per interpretare attraverso mascheramenti identità o stereotipi diversi – è evidente seppur con una originalità che pongono Marta all’inizio di un lungo sorprendente percorso che sarà tutto da seguire.

Titolo Moda Pandemica

Fotografie Marta Scavone

Curatela Tiziana Bonomo

Organizzazione Eikon di Gianni Oliva in collaborazione con ArtPhotò

Dove Studio Gianni Oliva, piazza Statuto 13, Torino

Inaugurazione martedì 21 marzo 2023 dalle ore 18.00 alle ore 21.00

Durata 21marzo – 18aprile 2023 Su appuntamento

Per informazioni tel.: 348 8605091marta.scavone98@gmail.com

 

Biennale Democrazia, dal 22 marzo “Ai confini della libertà”

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Ottava edizione


Da mercoledì 22 a domenica 26 marzo 2023, a Torino. Più di 220 relatori dal mondo per oltre 100 appuntamenti  in 17 sedi in città e 4 percorsi tematici

Da mercoledì 22 a domenica 26 marzo torna a Torino Biennale Democrazia, manifestazione culturale promossa dalla Città di Torino, ideata e presieduta da Gustavo Zagrebelsky, che dal 2009 si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Giunta quest’anno all’ottava edizione, il cui titolo è Ai confini della libertà, ha come obiettivo è tornare a riflettere sul complesso rapporto fra libertà e democrazia, dentro e fuori le frontiere della nostra società. La manifestazione accoglie oltre cento incontri, più di duecentoventi ospiti italiani e internazionali, cinque mostre e il contributo di circa centocinquanta volontari. Come ogni anno, gli eventi saranno registrati e resi disponibili sul sito della manifestazione.
In cinque giorni, una riflessione a partire da quattro itinerari tematici, quattro diverse prospettive per discutere e ragionare assieme attorno ai grandi temi che riguardano la libertà, a cui quest’anno si andranno ad aggiungere le sezioni Democrazia Futura, dedicata ai giovani e alle scuole di ogni ordine e grado, e Democrazia Diffusa, realizzata in sinergia con le realtà culturali del territorio.
Per rappresentare la libertà e i suoi confini, è stata scelta l’opera Red Square, parte del progetto Spectrum, dell’artista Federica Landi, grazie alla collaborazione con CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia di Torino.Il programma di Ai confini della libertà  
L’edizione 2023 si apre mercoledì 22 marzo alle ore 17.30 al Teatro Carignano con un dialogo dal titolo Come nasce una dittatura fra la giornalista e attivista turca Ece Temelkuran e la reporter e scrittrice Francesca Mannocchi. Nella stessa giornata, Mannocchi sarà ospite presso la Casa Circondariale Lorusso e Cotugno per condividere con i detenuti la sua esperienza a Kiev. Biennale Democrazia avvia così un ciclo di incontri che pone l’attenzione sul carcere, cioè sul luogo in cui, per definizione, la libertà è limitata. La giornata inaugurale si chiude alle OGR Torino con Il giorno del giudizio, spettacolo di e con Giancarlo De Cataldo, che indaga la figura del giudice.L’ottava edizione di Biennale Democrazia prevede un programma ricchissimo che si sviluppa lungo le direttrici dei quattro percorsi tematici: Liberi tutti!, una riflessione su come le società democratiche affrontino le sfide imposte dai nuovi sconvolgimenti sociali; Conflitti di libertà, un’indagine sulle questioni geopolitiche più attuali, dentro e fuori l’Europa; La libertà come format, un ragionamento sul deterioramento del dibattito pubblico; Immaginare la libertà, un momento per ripensare al futuro attraverso l’arte e la letteratura.Tra gli ospiti internazionali, oltre la già citata Ece Temelkuran: l’esperto di politica e cyberspazio Stéphane Grumbach; Rahel Jaeggi, filosofa della scuola di Francoforte; Xavier Tabet, italianista da Parigi; Isabelle Ferreras, filosofa, autrice del Manifesto del lavoro; l’economista dell’ILO Uma Rani; lo storico e politologo Jean-François Bayart; il filosofo e storico Mikhail Minakov; lo storico Bohdan Shumylovych; e per finire l’archeologo di fama internazionale David Wengrow.

Inoltre, i tanti ospiti italiani: Amedeo Balbi, Alessandro Barbero, Alice Borgna, Luca Bottura, Annalisa Camilli, Barbara Carnevali, Maria Chiara Carrozza, Matilde Cassani, Carolyn Christov-Bakargiev, Gherardo Colombo, Francesco Costa, Silvana Dalmazzone, Serena Danna, Giancarlo De Cataldo, Concita De Gregorio, Ida Dominijanni, Federico Faloppa, Marianna Filandri, Francesco Filippi, Marcello Flores, Paolo Flores d’Arcais, Francesco Frisari, Franco Gabrielli, Enrico Galiano, Ilaria Gaspari, Vera Gheno, Massimo Giannini, Daniele Giglioli, Paolo Giordano, Enrico Giovannini, Elena Granaglia, Maria Laura Lanzillo, Davide Livermore, Simona Malvezzi, Francesca Mannocchi, Massimo Mantellini, Fabrizio Maronta, Fabio Merlini, Matteo Nucci, Damiano Palano, Antonio Pascale, Valentina Pazé, Laura Pepe, Mauro Pescio, Simone Pieranni, Carlo Pietrini, Veronica Raimo, Enrica Rigo, Vanessa Roghi, Silvia Romani, Cecilia Sala, Matteo Saudino, Igiaba Scego, Simonetta Sciandivasci, Luca Scuccimarra, Antonio Scurati, Giorgia Serughetti, Walter Siti, Luca Sofri, Valdo Spini, Sofia Ventura, Paola Viganò, Stefano Visentin, Chiara Volpato, Loris Zanatta.

L’evento di chiusura dell’ottava edizione di Biennale Democrazia sarà domenica 26 marzo alle ore 21 alle OGR Torino con lo spettacolo Mosca 1966. Processo alla letteratura, di e con Ezio Mauro.

Gli spettacoli e gli eventi speciali 
Il programma di Biennale Democrazia si arricchisce anche di numerosi eventi e spettacoli. Tra i tanti, sono attesi a Torino sabato 25 marzo anche Fedez e Luis Sal, con il loro famosissimo podcast Muschio Selvaggio, che avrà come ospite speciale Gustavo Zagrebelsky. Kento, Lucariello, Oyoshe e Oltre le barre Crew si esibiranno all’Hiroshima Mon Amour in un concerto e dj set dal titolo Portami là fuori – Rap fuori le s{barre}. Al teatro Gobetti va in scena Songs of Freedom dell’Accademia dei Folli, uno spettacolo sull’intima connessione tra musica e libertà. Arriva a Torino per Biennale Democrazia anche il podcast originale RaiPlay Sound di Mauro Pescio Io ero il milanese, live a Off Topic nella serata del 23 marzo. Sabato 25 marzo, infine, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano ospita un progetto speciale: una sonorizzazione dal vivo di Andrea Costa del film muto del 1912 I Mille di Alberto Degli Abbati, nell’ambito della mostra Hero. Garibaldi icona pop.

Il programma completo e tutte le informazioni logistiche e sui biglietti sono disponibili sul sito
www.biennaledemocrazia.it

 

Biennale Democrazia è un progetto della Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino, che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica in collaborazione con Polo del ’900, Università di Torino, Politecnico di Torino.
Main Partner: Intesa Sanpaolo; con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e di Fondazione CRT; con il contributo della Camera di commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e Unione Industriali Torino.
Partner: Smat e Reale Mutua; con il sostegno delle OGR Torino, Torino Social Impact, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
Media Partner: Rai Cultura, Rai Radio 3, La Stampa, Limes.
Partner Tecnico: Combo – Torino.
Charity Partner: Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus.

Onorare le donne (anche) il 21 marzo

In occasione del 21 marzo – proclamata dalle Nazioni Unite “Giornata mondiale per l’eliminazione della discriminazione di origine razziale” abbiamo ritenuto come coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” e Comitato per i Diritti Umani della Regione di promuovere e sostenere una serie di iniziative e di azioni di sensibilizzazione.

Queste si sono concretizzate in vari momenti di lavoro comune e di incontri – culturali, sociali, culinarie, tra persone, i particolare donne, di comunità etniche e nazionali diverse. Fra queste, le due più significative possono essere considerate quelle svoltesi sabato 18 e domenica 19 marzo (giornate particolarmente propizie, perché festive).

La prima si è concretizzata in una festa/convegno, a partire dalle h 18.00 di sabato 18 marzo, presso il Centro Dar al Hikma e curata in particolare dalla Associazione Italo Egiziana “Cleopatra” presieduta dal dr. AmirYounes, nel corso della quale sono state premiate 16 donne di tutto il mondo. Donne esemplari per le loro qualità e capacità di dialogo, inclusività, interazione e difesa dei diritti umani: Iraniane, Ucraine, Nord africane e Medio Orientali in particolare provenienti da Marocco, Egitto, Siria, Somalia, Venezuelane, Cubane e Peruviane in rappresentanza del Centro e Sud America e ancora Romene e Moldave. Fra di loro due italiane Suor Giulietta (italiana ma di origine brasiliana) e l’assessora al Comune di Torino Carlotta Salerno. La premiazione e la serata  sono state condotte dal prof. Younis Tawfikpresidente del Centro Dal al  Hikma e dal dr. Giampiero Leo, portavoce del Coordinamento interconfessionaledel Piemonte  Noi siamo con voi e vice presidente del Comitato per i diritti umani.

Hanno partecipato altre varie autorità tra le quali la Consigliera Nadia Conticelli in rappresentanza del Sindaco di Torino, mentre sono arrivati forti saluti di adesione dall’assessora comunale Gianna Pentenero, dal presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e dalla Consigliera regionale con delega ai diritti umani e civili Sara Zambaia.

La seconda ha avuto luogo domenica 18 presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli, a cura e grazie della associazione “Polski Kot.

Una serata di musica e festa, nella quale si sono potute godere la musica e i canti di associazioni culturali polacche che hanno concretamente interagito con musiciste e musicisti italiani della dell’associazione “Pietra Tonale”, producendo effetti sonori e musicali veramente interessanti e intriganti, insieme alla proposta di futuri, ancora più intense, forme di collaborazione. La serata è stata introdotta dalla presidente di Polski KotDaria Sitek alla presenza del Consigliere Giampiero Leo in rappresentanza del Comitato diritti umani e della Fondazione CRT.