Cosa succede in città- Pagina 120

Agriflor torna in piazza Vittorio a Torino

Domenica 25 Giugno, dalle 9 alle 19 Piazza Vittorio Veneto si colora a festa con i profumi della Natura e i prodotti agroalimentari del territorio

 

L’estate 2023 si apre nel migliore dei modi: torna Agriflor, la piccola mostra mercato di fiori e prodotti agroalimentari che domenica 25 giugno animerà Piazza Vittorio Veneto a Torino per l’intera giornata (dalle 9 alle 19).

 Saranno una ventina circa i vivaisti e i produttori agricoli provenienti da tutto il Piemonte che metteranno in mostra le proprie eccellenze. Tra le novità florovivaistiche spiccano il vivaio BeePlant (www.beeplant.it) di Montaldo Torinese che ha ideato un innovativo bio – sistema di monitoraggio attivo dell’ecosistema e il vivaio Ribero di Revigliasco, entrambi esordienti ad Agriflor

Tra le proposte verdi spiccano poi piante aromatiche, tropicali e carnivore, ma anche orchidee, cactus e succulente. Non mancheranno piante di incenso, gerani profumati, patchouli, piantine di stevia e piccoli frutti come i mirtilli

Non solo piante e fiori ma anche specialità agroalimentari come il miele e le nocciole, frutta e verdura di stagione, prodotti naturali per il benessere e pane a lievitazione naturale.

Dopo la domenica con Agriflor, sarà il momento di spostarsi in montagna, nella Val di Susa piemontese, domenica 16 luglio con l’appuntamento annuale di FLOR Bardonecchia.

Il Circolo dei lettori riflette sulla Terra, casa comune della vita 

 

Il programma estivo del Circolo all’Armida. Ogni martedì dal 27 giugno al 18 luglio

 

 

La Fondazione Circolo dei lettori va al fiume per l’estate. Anche quest’anno tra fine giugno e luglio, il Circolo dei lettori è in riva al Po, alla Terrazza del Circolo Canottieri Armida per quattro incontri sulla salvezza del mondo. Si intitola Terra, casa comune della vita il ciclo estivo che, dalle sponde torinesi del primo fiume italiano, invita a riflettere sulla crisi, i cambiamenti e le transizioni che dobbiamo mettere in atto per siglare un new deal ambientale con la nostra unica casa. A partire dal 27 giugno, per quattro martedì, molti angoli e diversi punti di vista approfondiscono temi legati alla terra e alla vita, quattro dialoghi tra saggisti, giornalisti, studiosi.

Si inizia con l’incontro tra il giornalista Jaime D’Alessandro e la reporter Mariangela Pira, a partire dai rispettivi saggi Immaginare l’immaginabile (Bollati Boringhieri) e Effetto domino (Chiarelettere), un confronto sull’umanità, legata da un tutto intrinseco e irrimediabile, la nostra casa comune. Il secondo appuntamento mette al centro le nostre abitudini alimentari: Alberto Grandi, autore per Aboca di Storie delle nostre paure alimentari e Fabio Ciconte, che ha scritto L’ipocrisia dell’abbondanza pubblicato da Laterza, si domandano se l’ossessione collettiva per il cibo e le abitudini sul suo consumo rispondano o meno alla domanda su cosa e come mangiamo. Il terzo episodio è dedicato agli animali, tutti, i domestici e quelli più esotici o altre specie a rischio estinzione, tutti sempre più protagonisti del nostro immaginario e umanizzati: Franco Marcoaldi, autore di Baldo Ribaldo e In Breve (La nave di Teseo) e Animali in versi (Einaudi) discute con la scrittrice Ilaria Gaspari e il curatore di Torino Spiritualità Armando Buonaiuto domandandosi se, al contrario, gli animali possano farci recuperare la nostra animalità. All’Armida, società di canottieri, nel periodo di Terra, casa comune della vita sarà esposta la gondola proveniente dalla Peschiera dei Giardini della Reggia di Venaria, un prestito da La Venaria Reale. All’acqua e alla discussione intorno al bene più prezioso della vita è dedicato l’appuntamento conclusivo del ciclo estivo della Fondazione Circolo dei lettori: Simone Regazzoni, autore di Oceano (Ponte alle Grazie) dialoga con Stefano Fenoglio, autore di Uomini e Fiumi (Rizzoli) discutendo dell’idrosfera, della sua centralità per la vita, dell’urgenza di salvarla.

 

 

Il programma completo e come prenotarsi: 

 

martedì 27 giugno h 18

SIAMO TUTTI INTRINSECAMENTE COLLEGATI

con Jaime D’Alessandro, Immaginare l’immaginabile (Bollati Boringhieri), Mariangela PiraEffetto domino(chiarelettere), modera Francesca RossoSiamo tutti intrinsecamente e irrimediabilmente legati. Quel che accade in paesi all’apparenza distanti continua a ripercuotersi a cascata su tutti gli altri, in un effetto domino. Un confronto sulla nostra umanità, su quello che siamo davvero dopo questi anni, di quello che avremmo potuto diventare se avessimo preso sul serio la strana primavera di idee nata dalla clausura forzata, di quello che ci attende avvicinandoci a grandi passi verso una crisi climatica che cambierà molto, se non tutto, la vecchia «normalità».

prenota qui il tuo posto

 

martedì 4 luglio h 18

SEI ANCORA QUELLO CHE MANGI?

con Alberto GrandiStorie delle nostre paure alimentari (Aboca), Fabio CiconteL’ipocrisia dell’abbondanza (Laterza), modera Simona De CieroLa centralità del cibo nella nostra epoca è indiscussa, a volte trascende nell’ossessione. Ci sono le persone onnivere, vegane, vegetariane, le crudiste e le pescetariane. C’è chi mangia poco, chi tanto, chi a intermittenza. I mass media sono pieni di discorsi sul cibo biologico e su quello sintetico; sulle intolleranze e sulla dieta mediterranea; di Master Chef e Quattro Ristoranti; di tutorial e ticktock. Ma tutto questo turbinio di informazioni in cui siamo immersi ci dice davvero cosa e come mangiamo?

prenota qui il tuo posto

 

martedì 11 luglio h 18

GLI ANIMALI CI GUARDANO

con Franco MarcoaldiBaldo e Ribaldo In breve (La nave di Teseo), Ilaria Gaspari, modera Armando BuonaiutoGli animali (cani e gatti, galline, maiali, coccodrilli e pantegane, cinghiali, orsi e tartarughine, zanzare, e chi più ne ha più ne metta) fanno ormai totalmente parte della nostra vita sociale, del dibattito pubblico, dei momenti privati. Ed è lampante quanto siano sempre più presenti nella quotidianità, di fatti e di parole, in una maniera e con un peso diverso rispetto al passato – non più solo utilitaristico, per intenderci. E se, invece di affibbiare a loro la nostra umanità, riuscissimo a ricordarci, anche solo guardandoli, della nostra animalità?

prenota qui il tuo posto

 

martedì 18 luglio h 18

FILOSOFIA DELL’ACQUA

con Simone RegazzoniOceano (Ponte alle Grazie), Stefano FenoglioUomini e fiumi (Rizzoli), modera Giorgia MarinoSi chiama Blu Marble la prima foto della Terra scattata dallo spazio, dall’equipaggio dell’Apollo 17 nel 1972. Questo emozionante scatto rende ancora più chiaro quanta parte del nostro pianeta sia ricoperta di acqua (per il 70%). Che rapporto c’è tra la vita (la sua origine e la sua sopravvivenza) e, appunto, l’acqua? Tutti gli esseri viventi sono immersi in una sfera d’acqua, l’idrosfera: fondamentale è quindi conoscere il ciclo che la regola. Così come è ormai doveroso affrontare la questione dell’inquinamento e del surriscaldamento delle acque, della morte dei coralli, della plastica che minaccia la vita dei viventi acquatici (e anche la nostra).

prenota qui il tuo posto

 

 

tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero 

con prenotazione obbligatoria su torino.circololettori.it

info incontri 011 8904401 I info@circololettori.it

prenotazioni aperitivo e cena 011 6699219

“Amor toujours”, il teatro Regio celebrerà anche Puccini nel centenario della morte. E arriva il Maestro Riccardo Muti

 

Il titolo della nuova stagione del teatro Regio, che inizierà  il 21 settembre 2023 e si concluderà  il 4 luglio 2024, si intitola “Amor toujours” e propone quattordici titoli di cui otto nuovi allestimenti, preziose rarità con artisti di fama e giovani interpreti dalla carriera in ascesa.

Protagonisti assoluti Riccardo Muti, che torna al Regio con un imprescindibile titolo verdiano, e Giacomo Puccini, nell’anno del centenario.

Si tratta di un nuovo avvio per il teatro Regio, che presenta una nuova immagine e un nuovo logo, realizzato da Undesign Agency a partire da un bozzetto di Carlo Mollino, simboli di un teatro aperto al futuro, ma anche saldamente ancorato alla propria storia  musicale e architettonica, che vanta radici profonde nella città. Il teatro torna  a produrre con lo sguardo rivolto verso l’estero e l’Europa.

“Lasciati alle spalle gli anni difficili legati alle chiusure per pandemia  con mezzo secolo di storia appena festeggiato – spiega il sindaco di Torino Stefano Lorusso – il teatro Regio guarda al futuro con una stagione di opera e balletto di altissimo livello, forte della certezza che la sua capacità di sperimentare e rinnovarsi possa essere unita a un’offerta artistica di grande qualità,  facendone un’istituzione culturale di primaria importanza”.

“L’amore in tutte le sue manifestazioni – aggiunge il sovrintendente del teatro Regio , Mathieu Jouvin – pervade questa stagione  e l’opera lirica e il balletto sono generi che hanno saputo esplorare in modo profondo e intenso l’amore e le sue sfumature, offrendo rappresentazioni potenti e toccanti di questo valore che permea la nostra vita, a partire da Eros a Agape e Philia, le sue mille nature.

Le fotografie  che abbiamo scelto per illustrare la stagione seguono la stessa narrazione e sono capaci di emozionare, accarezzare lo sguardo, evocando sentimenti con un gesto, una luce, un’assenza uniche.

Sono state scattate da Federica Cocciro, artista milanese nata nel 1989 e che ha già pubblicato su importanti testate nazionali  ed è  Ambassador Leica dal 2018 al 2020″.

“Il trailer della stagione – prosegue Jouvin –  è firmato dalla regista torinese Aksinja Bellone  ed è  girato negli interni e esterni del Teatro e nel caffè Baratti & Milano.  Vede come protagonista una coppia di innamorati che si cercano tra gli specchi, giocano, sognano, amano e soffrono”.

“Abbiamo concepito  questa stagione con un’alta ambizione artistica – afferma il direttore artistico Cristiano Sandri -Abbiamo voluto dare il giusto spazio alla tradizione lirica italiana,  ampliando lo sguardo verso l’Europa, con la voglia di proporre opere fondamentali di compositori italiani  e stranieri. Ci siamo sentiti pronti a lanciare la sfida proponendo titoli rari e allestimenti originali, perché sappiamo che è presente una platea pronta  a recepirli. Per quanto riguarda interpreti, direttori e registi, abbiamo scelto nomi straordinari noti al grande pubblico, accanto a giovani artisti di cui seguiamo la carriera.

Protagonisti della stagione e nostro vanto sono l’Orchestra, il Coro e il Coro di Voci Bianche del teatro Regio. Un’esperienza riuscitissima è  stata quella con il Regio Ensemble, il cui percorso formativo nel 2024 sarà arricchito da nuovi componenti”.

 

La stagione d’opera e del  balletto del teatro Regio si aprirà  il 21 settembre con l’Ebreo di Fromental Halévy, in programma dal 21 settembre al 3 ottobre prossimo, in un allestimento firmato da Stefano Poda, un regista visionario che ha un rapporto molto forte con il teatro Regio e che per esso ha creato indimenticabili spettacoli, come Thais, Faust e Turandot.

Quest’opera,  La Juive di Halevy, fu applaudita per l’ultima volta nel 1885. Amore, morte e mistero sono i temi del grand-opéra di Halévy, che contiene grandiosi brani di assieme e melodie seducenti che entusiasmano il pubblico dell’epoca. Un simile capolavoro non poteva che essere diretto da un direttore di grande prestigio, Daniel Oren. Il cast vede tra i protagonisti Gregory Kunde, al suo debutto come Eleazar, uno dei ruoli tenori più complessi del teatro francese, Mariangela Sicilia in Rachel, reduce dall’ottima prova del don Giovanni e Riccardo Zanellato nel ruolo di Brogni.

Dal 6 al 14 ottobre, al Piccolo Regio Puccini, andrà in scena un nuovo allestimento di “Un mari a la porte”, operetta di Jacques Offenbach in prima esecuzione a Torino. Questo titolo, composto a Parigi nel 1859, costituisce il contraltare ideale de La Juive, nata a pochi anni di distanza.

L’accostamento del grand-opéra e dell’opera vogliono  dare l’opportunità al pubblico di immergersi nell’atmosfera del fervore parigino dell’Ottocento. Prosegue il viaggio tra Italia e Francia iniziato con “La  figlia del reggimento”. Torna al Regio come ospite il giovanissimo direttore Riccardo Bisatti.

La nuova produzione avrà la regia di Anna Maria Bruzzese, è  targato Regio con le scene di Claudia Boasso e i costumi di Laura Viglione.

Nell’anno delle celebrazioni del centenario del compositore il primo appuntamento con Giacomo Puccini non poteva essere che con la Boheme, nata proprio al teatro Regio di Torino nel 1896 e tra le opere più  rappresentate al mondo.

La Boheme andrà in scena dal 21 al 29 ottobre e proporrà l’amore autentico fra Rodolfo e Mimi’, la passione di Musetta e Marcello e l’amicizia appunto “bohemien” dei giovani squattrinati parigini.

La regia viene firmata da Giuseppe Patroni Griffi, la direzione è  del maestro Andrea Battistoni, l’interpretazione di Erika Grimaldi nel ruolo di Mimi e quella dell’ emergente Federica Guida come Musetta.

L’allestimento del Regio è stato possibile grazie al contributo di Reale Mutua come socio fondatore del Teatro.

A novembre, dal 17 al 26 novembre, proseguirà l’omaggio a Giacomo Puccini con l’allestimento de “La rondine’, con la sua musica brillante, ironica, disincantata, affidata alle mani esperte di Francesco Lanzillotta, riconosciuto interprete del repertorio novecentesco.

Atteso ritorno al teatro Regio di Torino di Pierre Emmanuel Rousseau, dopo l’inaugurazione della stagione 2023, per firmare questo allestimento che colloca l’azione nel 1973, in omaggio ai cinquanta anni del nuovo Regio progettato da Carlo Mollino, anno che permette di evocare, nel suo allestimento per il secondo atto, il fascino degli abiti di Yves Saint Laurent, Jacques de Bascher, Loulou de la Falaise, Brigitte Bardot e Serge Gainsbourg.

Dicembre è  tradizionalmente il mese della danza. Dal 7 al 17 il teatro Regio proporrà balletti romantici molto amati, quali La bella addormentata, su musica di  Petr Il’ic Caikovskij e coreografia da Marcia Haydèe da Marius Petipa nell’interpretazione dei solisti e del Corpo di ballo del Teatro Nazionale di Praga.

Dal 22 al 31 dicembre sarà di scena la Spagna elettrizzante con il Don Chisciotte, uno dei titoli tra i più brillanti del repertorio classico, grazie alla partitura sfavillante di Ludwig Minkus. Il Balletto dell’opera di Kiev porterà in scena la versione coreografica di Viktor Litvinov, tratta dalla coreografia di Marius Petipa, Aleksandr Gorskij e Kasian Golejzovskij.

Il 2024 prenderà  avvio con un appuntamento speciale, la magia della grande danza con Roberto Bolle e interpreti eccezionali nel celeberrimo “Bolle and Friends”, una produzione di Artedanza per tre spettacoli dal 4 al 7 gennaio.

Sarà poi  di scena l’umorismo irresistibile e cinico del DonPasquale di Donizetti, realizzato nell’allestimento e per la regia di Ugo Gregoretti. Scene e costumi sono di Eugenio Guglielminetti .

‘Un ballo in maschera’, capolavoro indiscusso di Giuseppe Verdi, verrà  portato in scena dal 21 febbraio al 3 marzo 2024 e vedrà il ritorno glorioso del Maestro Riccardo Muti sul podio del teatro Regio. Andrea De Rosa è  regista teatrale di prosa e opera lirica ed è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli, oggi alla  direzionedel TPE, Teatro Piemonte Europa. Con il maestro Riccardo Muti ha collaborato per la messainscena del Don Pasquale di Donizetti, a Ravenna e Madrid,  e “Il matrimonio inaspettato” di Paisiello, al Festival di Pentecoste di Salisburgo. Il pubblico torinese ha potuto apprezzare la sua lettura registica nel “Manfred”di Schumann Byron  e nel dittico  formato da Goyescas ee Granados e Suor Angelica  di Puccini. Atteso il debutto di Luca Micheletti, protagonista dell’ultimo Don Giovanni, nel ruolo di Renato.

Dal 22 marzo al 2 aprile prossimi sarà  la volta de “La Fanciulla del West”, un’opera del tutto originale per soggetto e stile musicale. A dirigere sarà il maestro Francesco Ivan Ciampa.

Dal 7 all’11 aprile al Piccolo Regio Puccini verrà presentato “The Thender Land” di Aaron Copland, un’opera intimistica, ambientata in un’America rurale, chiusa e conservatrice, al tempo della Grande  Depressione.

La stagione proseguirà  dal 19 al 26 aprile prossimi con l’opera d’esordio di Giacomo Puccini dal titolo “Le villi”, che mise in evidenza la capacità del compositore di creare melodie intense e potenti scritture sinfoniche. La nuova versione debuttò  a tempomdi record all’indomani della prima, proprio al teatro Regio di Torino nel 1884. La conduzione sarà di Riccardo Frizza.

Dal 17 al 26 maggio un atteso ritorno della musica wagneriano con l’Olandese Volante,  opera che va in scena nell’allestimento onirico e affascinante di Willy Decker. Sul podio Nathalie Stutzmann, prima donna  a fare un doppio debutto al Metropolitan Opera.

Ultima produzione della stagione, dal 21 giugno al 4 luglio, il Trittico di Puccini, che il Regio propone proprio come il compositore lo concepì. ”È come una vita a 360 gradi, con la presenza dell’amore, del dramma e del risvolto buffo. Nel Trittico si ritrovano queste tre dimensioni dell’amore e il Trittico è così potente da mostrare tutte le emozioni dei sentimenti”.

In programma a dicembre un convegno promosso dall’Università degli Studi di Torino e dedicato a Maria Callas. Sarà anche attiva la collaborazione con il Centro Studi Giacomo Puccini, il 18 e 19 aprile 2024 si terrà un convegno dal titolo “Un genio al debutto, gli anni giovanili di Giacomo Puccini”.

Il Teatro Regio si prepara così  a festeggiare i cinquanta anni dalla ricostruzione del teatro da parte di Carlo Mollino e il centenario della morte di Giacomo Puccini, avvenuta a Bruxelles il 29 novembre del 1924.

MARA MARTELLOTTA

“La Milanesiana 2023” alla Reggia di Venaria

Nelle “Sale delle Arti” e nel “Cortile d’onore”, mostre di Ezio Gribaudo e di Jo Endoro, con una Lectio serale di Vittorio Sgarbi

Dal 22 giugno al 24 settembre

Appuntamento di quelli particolarmente attesi. Sarà il simpaticamente estroso Vittorio Sgarbi a chiudere alla “Reggia di Venaria”, nella “Cappella di Sant’Uberto”giovedì 22 giugno (ore 21), con una lectio in cui il “Sottosegretario alla Cultura” seguirà la traccia del suo ultimo libro “Scoperte e rivelazioni” raccontando le opere d’arte “scoperte” nella sua carriera – in una sorta di avventurosa e magnifica caccia al tesoro – la giornata inaugurativa delle due mostre in programma per tutta l’estate alla “Reggia”, nell’ambito della XXIV edizione del Festival “La Milanesiana”, ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, seguendo per questa edizione il tema “Ritorni” ispirato dallo scrittore nigeriano Ben Okri.

E “ritorno” di enorme piacevolezza è il nuovo approccio, a un anno dalla scomparsa, all’opera dell’immaginifico, fantasioso, poeta imprevedibile dell’arte e di quella “Bellezza (unica) che (ci) salverà”, nonché editore di raffinata cultura, Ezio Gribaudo (Torino, 1929 – 2022), cui da giovedì 22 giugno a domenica 24 settembre “La Milanesiana” dedicherà la retrospettiva “Ezio Gribaudo.Poesia della materia”, al secondo piano delle “Sale delle Arti”, curata da “Archivio Gribaudo” (presieduto dalla figlia dell’artista Paola Gribaudo, dal 2019 presidente anche dell’“Accademia Albertina di Belle Arti” e prima donna a ricoprire tale ruolo) e da Elisabetta SgarbiInaugurazione alle ore 19, la mostra, allestita da Luca Volpatti, raccoglierà una scrupolosa selezione di opere emblematiche realizzate dall’artista torinese (nel suo “studio d’artista” alle spalle della Gran Madre, disegnato dall’architetto Andrea Bruno) dagli anni Sessanta ad oggi. Opere in cui potrà perfettamente leggersi “il percorso straordinario del maestro torinese approdato all’età dell’oro con instancabile spirito sperimentale e di avanguardia”. Un viaggio fantastico, fra grafica scultura e pittura, fra sogni fantasie e voli dell’anima, in compagnia dei suoi “logogrifi” (Primo Premio per la “Grafica” alla “XXXIII Biennale di Venezia”, 1966), poi diventati “metallogrifi” e “saccogrifi”, per arrivare ai celeberrimi “flani” fino agli ultimi “Dinosauri”, ancora disegnati poco prima della scomparsa.

All’inaugurazione della retrospettiva di Gribaudo, seguirà alle 20 (con uguale periodo di durata, dal 22 giugno al 24 settembre), nella “Corte d’onore” della Reggia l’inaugurazione della personale di Jo Endoro, scultore di enorme interesse con studio a Pietrasanta (nel cuore delle Alpi Apuane), ma anche pittore “a un tempo visionario e formalista”, quando negli anni trascorsi in Repubblica Dominicana, sperimenta tecniche innovative attraverso l’uso di pannelli di legno riciclato proveniente dal cuore della foresta pluviale. Nelle sue opere più recenti, realizzate nei lunghi soggiorni a Miami, s’appropria di cifre stilistiche “urban pop”, perfettamente inserite in un linguaggio “contemporaneo” mai dimentico della lezione improntata all’elemento classico e costantemente ispirato dalle “forme neoclassiche” del Canova (per Endoro “nume tutelare”), reinterpretate attraverso l’uso di tecniche innovative. “Jo Endoro – Sottolinea Vittorio Sgarbi – si esercita in pittura e scultura con l’intenzione di rigenerare teste e torsi antichi, rielaborando le immagini classiche su superfici logorate, nel caso delle pitture, o con articolazioni dell’avambraccio e della mano compressi in parallelepipedi che ne accentuano il valore iconico, nel caso delle sculture. Endoro sa che la dimensione monumentale è preclusa al nostro tempo. La storia degli uomini e della loro immagine sembra conclusa, e noi costretti ad agitarci nel vuoto di un dopo storia”. Ed Elisabetta Sgarbi“Erede di una grande tradizione di scultori del marmo, Jo Endoro non smette di cercare di rinnovarla. E nella cornice dei giardini della Venaria, le sue opere si segnaleranno per una elegante distonia”. Maschere “strozzate” di umane emozioni. Dalla tristezza alla felicità, alla rabbia, al disgusto, alla paura e alla sorpresa.

Gianni Milani

“La Milanesiana 2023 alla Reggia”

Reggia di Venaria, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (To); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 24 settembre

Orari: dal mart. al ven. 9,30/17; sab. dom. e festivi 9,30/18,30

Nelle foto:

–       Vittorio Sgarbi

–       Ezio Gribaudo nel suo studio con i “flani”, 1965

–       Ezio Gribaudo: “Navire”, polistirolo e flani, 1975-‘78

–       Jo Endoro

–       Jo Endoro: “Felicità”

Torna “Prato Inglese. Sere d’estate al Carignano”: la Dodicesima Notte di William Shakespeare

La proposta estiva del Teatro Stabile di Torino con la Dodicesima Notte di William Shakespeare, per la regia di Leo Muscato

 

Il debutto in prima nazionale per la Dodicesima Notte di William Shakespeare è previsto per martedì 27 giugno 2023 alle 21. In scena, in ordine alfabetico, Elena Aimone, Matteo Ali, Marta Cortellazzo Wiel, Fabrizio Costella, Alfonso De Vreese, Giordana Faggiano, Stefano Guerrieri, Celeste Gugliandolo, Mauro Parrinello, Martina Sammarco, Michele Schiano Di Cola, Valentina Spalletta Tavella, Alice Spisa.

Le scene sono di Andrea Belli, i costumi di Giovanna Fiorentini, le luci di Alessandro Verazzi, il suono di Andrea Chenna.

Già nel titolo è dichiarato lo spirito di questa malinconica commedia, in cui nulla di ciò che è lo è per davvero.

‘Twelfth Night’, la dodicesima notte dopo il Natale, è la notte dell’Epifania e Shakespeare ha scritto quest’opera per la chiusura dei festeggiamenti natalizi presso la corte della Regina Elisabetta. Erano giorni di festa più simili a carnevalate che a veri e propri riti religiosi. Veniva eletto un sovrano del mondo alla rovescia che imponeva le sue leggi, sovvertendo le regole, i comportamenti e i rapporti gerarchici esistenti. Era un periodo in cui tutto era gioiosamente possibile.

Per questa occasione Shakespeare si lascia andare a una libertà assoluta, uscendo da qualsiasi condizionamento di trama, di verosimiglianza e di struttura.

L’intera vicenda potrebbe apparire sia come un sogno sia come un’enorme beffa.

In un luogo che si rivela essere sempre altro da quella che appare, ogni personaggio è sia vittima che artefice di un’enorme beffa e pare che tutti siano preda di una enorme follia, dal duca pazzo d’amore, a Olivia, chiusa in un lutto sterile, dalla follia della non ragione di Sir Toby e Sir Andrew, alla follia di una ragione eccessiva di Malvolio. Compare poi il malinconico Feste, il giullare professionista di talento, espressione del mondo alla rovescia, stanco del proprio ruolo, che cerca il coraggio necessario per lasciare quel posto e tutto ciò che rappresenta.

Protagonista assoluta della commedia è la musica, in quanto tutti i personaggi, in un modo o nell’altro, cantano o suonano o chiedono a qualcun altro di farlo. Forse per questa ragione questa opera ha ispirato parecchi musical.

Siamo nel tempo del sogno e della fantasia e la parola chiave di questa produzione è la contaminazione.

I costumi avranno una dimensione temporale che risulta impossibile da identificare, in quanto gli abiti hanno subito delle contaminazioni. Si tratta di abiti contemporanei contaminati con lo stile elisabettiano e viceversa.

Mara Martellotta

Teatro Carignano.

Prato Inglese

Dodicesima Notte di Leo Muscato

In prima Nazionale dal 27 giugno al 16 luglio 2023

 Nuove 140 eBike Cooltra nella città di Torino

Oggi FREENOW, la Super App della Mobilità, annuncia l’integrazione di 140 eBike Cooltra nella città di Torino.
Da oggi, gli utenti torinesi di FREENOW hanno la possibilità di noleggiare una bicicletta elettrica Cooltra per i propri spostamenti direttamente dalla propria app, incentivando così opzioni di mobilità urbana sempre più green, multimodali e convenienti.
Si tratta della prima volta che Cooltra mette a disposizione il suo servizio di e-bike sharing al di fuori della sua sede centrale di Barcellona. Questa novità va ad aggiungersi alla flotta di scooter elettrici offerta da Cooltra in Italia già dal 2017 nelle città di Roma e Milano, e dal 2023 fruibile anche a Torino.
Nel 2023, gli utenti FREENOW hanno dimostrato di apprezzare particolarmente le eBikes come mezzo di trasporto sostenibile: infatti, la bicicletta elettrica è diventata una delle opzioni di multimobilità più amate tra quelle disponibili in app, rappresentando il 37% della quota di mercato della piattaforma. Inoltre, dai dati del 2023 risulta che in Italia sono stati percorsi oltre 100.000 km in eBike, l’equivalente di circa 15 volte la distanza Roma-New York, con un risparmio di CO2 di 10 tonnellate di emissioni.

La Royal Mail inglese consegna a Torino. Re Carlo III e la lettera di Sua Maestà ad una bambina torinese

Ha il sapore di una bella favola quella vissuta da Elisabetta, una bambina torinese di 10 anni che, tornando da scuola, un giorno non molto tempo fa, ha trovato in buca ad attenderla una lettera proveniente da Buckingham Palace, con il timbro postale della famosa Royal mail, la posta reale inglese, da parte di Re Carlo III in persona in risposta ad una sua lettera scritta alla regina stessa, da lei tanto amata e ammirata, per la sua scomparsa con le condoglianze inviate al nuovo sovrano per la morte della sua mamma. 

Era l’8 settembre scorso e tutto il mondo si fermò per la dipartita di colei che è stata unica ed indimenticabile, Elisabetta II del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e dei reami del Commonwealth, per molti the Queen, Lilibet per gli intimi, semplicemente una bisnonna dolce e simpatica per i suoi nipotini e per i bambini come loro.  E’ stato un omaggio corale quello della sua terra e del mondo intero e furono in tanti i sudditi che la piansero con lacrime e commozione, quasi increduli per la scomparsa di colei che li aveva accompagnati per tutto il suo lungo regno, il più lungo della storia inglese.

Quel giorno, a tanti chilometri di distanza, nella Torino che conobbe i fasti regali sabaudi, di fronte alla notizia che il mondo stava vivendo, la piccola Elisabetta pianse irrefrenabili lacrime per la “ sua “ regina, quella donna speciale e potente che portava il suo stesso nome e che godeva della sua ammirazione, sorridente e colorata nei suoi abiti pastello, amante degli animali, lei che sapeva entrare in sintonia con i grandi della Terra come con i bambini che le offrivano un fiore e che sapeva giocare con l’orsetto Paddington, mitico personaggio per tantissimi inglesi di ogni età, sorseggiando il the delle cinque tra le sue comiche gaffes di fronte alla regina divertita e coinvolta in occasione del Giubileo di sua Maestà. Tanti dettagli che hanno contribuito nel tempo a creare per Elisabetta un legame forte e sincero non solo con la regina ma anche con la sua terra. Da qualche anno studia inglese con profitto e su una parete della sua cameretta campeggia una grande bandiera britannica mentre al suo polso ama indossare uno Swatch con la Regina Elisabetta ed uno dei suoi amati cagnolini.

Qui, nel suo ambiente, con la semplicità e l’autenticità proprie dei bambini che sanno come far parlare il cuore grazie a quella spontaneità tutta loro, Elisabetta ha voluto salutare la sua illustre omonima con la sua letterina parlandole come fosse ancora su questo pianeta perché i bambini sanno vivere quella dimensione tra il presente ed il passaggio alla vita oltre la vita con modalità tutte loro dove la parola fine pare non esistere ancora. Poi l’emozione di imbucare la sua lettera con la soddisfazione di essere riuscita nel suo intento per tornare alla sua vita, ai suoi sogni, alla gioia contagiosa e traboccante con cui vive il suo tempo fino all’emozione dell’inattesa risposta.  Un bellissimo cartoncino con le parole del sovrano, la sua firma, una foto della sua infanzia con la sua mamma ancora giovane, il suo ringraziamento per un toccante messaggio sicuramente a lui molto gradito in quanto a parlare è stato il cuore sincero di una bambina che saprà fare tesoro di questa esperienza unica e arricchente, da custodire con cura.      Patrizia Foresto

                                                                                        

Miss Italia Piemonte e Valle D’Aosta Greta Cugliari vince la prima selezione piemontese. E’ lei miss Borgo Po

Al via le selezioni regionali di Miss Italia, il Piemonte parte dalla sua Torino e per la prima volta elegge Miss Borgo Po.

 


La prima serata si è tenuta giovedì 15 giugno al club di tennis in corso Sicilia.
Il concorso ha visto protagoniste 40 ragazze provenienti da tutto il Piemonte.
Bellissime, ed emozionantissime sono la selezione di un precedente casting che ha ricevuto un boom di iscrizioni.
Mente il prossimo appuntamento sarà il 30 giugno al golf club di Stupinigi e vedrà altrettante giovani, sempre una quarantina, in gara per la seconda selezione.
È stata un’emozione fortissima anche per l’agente regionale della manifestazione, Mirella Rocca che è al suo secondo anno alla guida di Miss Italia Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta. Gia’ conosciuta

nell’ambito moda e grandi eventi: “Non si finisce mai di essere entusiasti ogni volta – ammette Mirella – questo è anche Miss Italia. Onoratissima di rappresentare Miss Italia per la mia Regione”.
E’ stata eletta per la prima volta Miss Borgo Po, una splendida ragazza bionda dagli occhi grandi e verdi, la bellissima Greta Cugliari , 18 anni di Nichelino e maturanda del liceo scientifico Ettore Majorana di Moncalieri. Il suo sogno è diventare un medico chirurgo, ma ha il talento della recitazione e vorrebbe fare anche cinema.
La seconda classificata con la fascia Miss Rocchetta Bellezza è Francesca Bergesio, 18 anni di Bra, ma vive a Torino dove ha terminato proprio ora il liceo classico europeo, ballerina di danza classica specializzata in tip tap, anche lei vorrebbe studiare Medicina e lavorare nel campo della moda.
La terza classificata come Miss Framesi è Giulia Vicario, 18 anni di Borgomanero (No),
lei ha terminato il liceo scientifico ed è ballerina di danza classica e contemporanea, studia recitazione, sogna il cinema e lo spettacolo.
La quarta classificata è la ventenne Eliana Moise, di Saint Vincent, studia finanza e gioca a pallavolo, ma vorrebbe approdare nel mondo del cinema e dello spettacolo.
La quinta classificata è Nataly Velycovic, di 21 anni di Alba (CN). È laureanda in criminologia, lei ha sempre sognato di partecipare a Miss Italia fin da piccola.
Mentre la sesta classificata è la biondissima Alessandra Gaudiano, 21 anni di Biella. I suoi obiettivi? Puntare sempre in alto, lei è una fashion designer e vorrebbe lanciare la sua collezione, ma lavorare anche nel cinema e nella moda.
Tutte le ragazze premiate volano direttamente in finale regionale:

“E anche quest’anno abbiamo iniziato con tantissime belle ragazze – conclude Mirella Rocca -, ma soprattutto determinate e talentuose, ognuno di loro ha le stelline negli occhi e i sogni nel cuore, ed io auguro a loro tutto il meglio e di vivere questa esperienza di Miss Italia con semplicità ed umiltà. Comunque sia anche io ho un sogno come tutte queste ragazze, quello di portare la mia Regione alla vittoria”.

“Chi è cieco?”: una domanda che è la vera verità. Presentata la nuova stagione del TPE Teatro Astra

Oggi. “Scrollare, cambiare canale, passare al contenuto successivo significa scegliere di non vedere veramente e il rischio che corriamo è quello di isolarci, di autocondannarci, e fingere che il mondo con i suoi problemi non ci riguardi.” Allora abbandonare il “non vedere”, la cecità che quotidianamente ci circonda e affrontare la “verità”. “La verità – dice Andrea De Rosa, che firma come direttore artistico la stagione 2023/2024 del TPE Teatro Astra, in un progetto triennale partito l’anno scorso e promosso con crescente successo dal pubblico di abbonati e non nell’introspezione del nostro rapporto con la verità scientifica, il titolo era “Buchi neri” – è un concetto sempre in movimento – si trasforma, si allontana, si avvicina – e provare a catturarla  in questa sua perenne oscillazione è l’invito che rivolgiamo anche quest’anno al pubblico dell’Astra”.  “Cecità” è il titolo che De Rosa ha dato alla nuova stagione, raccogliendo 25 spettacoli e ponendo ai differenti registi tre precise domande: chi è il cieco? cosa non vede o non vuol vedere? e perché? Una interessante summa di risposte (un trailer è del videoartista Donato Sansone, un taglio cinematografico che si riallaccia anche al “Chien andalou” di Bunuel) che, raccolta nel programma della stagione (una copertina che è una esplosione di parole, realizzata dalla agenzia creativa Arké) che da novembre a maggio accompagnerà lo spettatore, offre attraverso le parole dei diretti interessati la chiave di lettura delle diverse proposte. Molte verità stanno lì sotto i nostri occhi ma noi continuiamo a girare gli occhi dall’altra parte, ci teniamo lontani, siamo assenti. Ci rifiutiamo di comprendere quale sia la “vera verità”, “io so soltanto che ha la forma di una domanda. Un mio vecchio professore di filosofia diceva che le domande sono la vera verità, chiederci chi siamo è quello che ci contraddistingue. È il cammino che il teatro segue e insegue da sempre, sin dai tragediografi dell’antica Grecia, è la volontà di porsi delle domande tutti insieme, attraverso un rito collettivo.”

Nell’orizzonte di una stagione che prenderà il via con il sostegno di MiC, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, partner Intesa Sanpaolo, mentre affida alle parole del direttore le giuste componenti teatral-filosofiche, la presidente Maddalena Bumma snocciola rassicuranti dati che riguardano pubblico e incrementi. “Abbiamo registrato un aumento di pubblico del 22%, una decisiva crescita degli spettatori che plaude al lavoro e all’impegno profuso nell’annata appena trascorsa, spettatori che hanno dimostrato affezione e fiducia nei confronti del TPE confermando la tendenza di crescita che sta vivendo il comparto culturale cittadino. C’è da sottolineare una nuova tipologia di pubblico, sempre più abituato all’acquisto last minute che cresce assieme alla fascia giovane (universitari e under 30) e risponde positivamente alla particolare proposta tematica della direzione.” Un successo che comprende anche il riconoscimento dell’incremento massimo del 10% del contributo da parte del MiC; inoltre, attingendo al Pnrr, con l’inizio della stagione termineranno i lavori di efficientamento energetico.

All’alzata del sipario il 7 novembre la danza del coreogrago Virgilio Sieni che si è liberamente ispirato al romanzo “Cecità” di José Saramago, premio Nobel per la letteratura nel 1998 (un virus sconosciuto è capace di rubare la vista alle persone, tutti all’improvviso diventano ciechi, “Cecità” è una rieducazione alla vista, a un nuovo modo di sentire il mondo, il cieco non è uno solo ma un gruppo di persone che, attraverso gesti, tocchi, contatti, sensibilità, acquisisce un modo diverso di sentire e di vedere le cose e gli altri). Nella vetrina immancabili i grandi classici, da “Edipo re” per la regia di De Rosa e nell’interpretazione di Marco Foschi, il grande cieco per eccellenza, forse non già Tiresia, ma il sovrano parricida e incestuoso, incapace di guardare con il cuore e con la mente alla grande verità che gli si pone davanti, alle “Supplici” euripidee dirette da Serena Sinigaglia, da “Tartufo” – la cecità di Orgone – per la regia di Jean Bellorini, prodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e dal Théâtre National Populaire de Villeurbanne alle “Tre sorelle” di Cecov in cui l’azione s’accentra esclusivamente in Maša, Ol’ga e Irina, bandito ogni altro personaggio. La drammaturgia è di Riccardo Fazi, la regia di Claudia Sorace. Si segnalano ancora la ripresa in periodo natalizio di “Solaris” nell’adattamento di David Greig, “Wonder Woman”, dove Antonio Latella e Federico Bellini guardano all’attualità di uno stupro di gruppo, un fatto realmente accaduto a Senigallia soltanto otto anni fa, un fatto di cronaca che ebbe come risultato l’assoluzione degli imputati, avendo deciso la Corte d’Appello di Ancona di assolvere gli imputati dal momento che la ragazza risultava “troppo mascolina” per essere attraente. Il progetto Kepler-452 sarà rivolto al “Capitale” di Marx, drammaturgia e regia di Enrico Baraldi e Nicola Borghesi, impegnato il collettivo di fabbrica lavoratori GKN, ovvero autentici operai di una fabbrica occupata di Campi Bisenzio, un testo dove “cieco è chi non vede come chiudere una fabbrica e licenziare 422 persone provochi una enorme sofferenza”.

Mario Martone sarà tra i personaggi più interessanti dei “Dialoghi”, che la scorsa stagione videro la presenza di Paolo Sorrentino; mentre da febbraio a maggio otto titoli occuperanno lo spazio di Palcoscenico Danza, diretto da Paolo Mohovich.

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: il manifesto della stagione “Cecità” del TPE; il direttore Andrea De Rosa; una scena del “Tartufo” per la regia di Jean Bellorini; una scena di “Solaris” con la regia di Andrea De Rosa.