Cosa succede in città- Pagina 116

IED e Gallerie d’Italia di Torino presentano il progetto “Il margine fa la pagina. Immagini dai confini della città”

IED e Gallerie d’Italia Sanpaolo presentano il progetto dal titolo “Il margine fa la pagina- Immagini dai confini della città “. Si tratta di ricerche fotografiche inerenti la città di Torino che raccontano storie, vite, peculiarità che vanno oltre gli stereotipi.Rappresentano il secondo capitolo del progetto triennale  di indagine sulla città di Torino dal titolo “Bureau Metamorfosi”, che ha visto la curatela di Giulia Ticozzi, conduttrice del corso triennale di Fotografia dello IED di Torino e la supervisione di Antonio Carloni, vicedirettore delle Gallerie di Italia di Torino,  oltre che il contributo di quattro esperti, Maurizio Cilli, Francesca Berardi, Arianna Arcara e Giulietta Fassino,  la guida del docente e fotografo  Luis Aniceto. Questo progetto sarà  visibile dal 18 luglio al 15 settembre presso le Gallerie d’Italia di Torino  nella sala immersiva del museo.

Se la prima tappa di Bureau Metamorfosi aveva esplorato il tema del centro città,  con il nuovo progetto  l’Istituto Europeo di Design  presenta sedici ricerche fotografiche realizzate da altrettanti studenti e studentesse del corso triennale di fotografia, che hanno indagato da prospettive diverse e inedite di vita quotidiana storie e persone che abitano gli angoli periferici della città, dalle molte suggestioni ma dai confini incerti, non solo geografici,  ma anche antropologici e architettonici.

Con un approccio che li ha coinvolti dal punto di vista didattico gli studenti hanno raccontato quartieri come Barriera di Milano,  Madonna di Campagna, Falchera Vecchia, MJrafiori, senza avere vincoli tematici. Ne è  nata un’indagine libera, eterogenea, svincolata dal concetto di “città  dormitorio” e di degrado associato spesso alle zone urbane periferiche.  Il ventaglio di storie è  stato raccontato attraverso una città  rivelata, con una visione capace di superare gli stereotipi di quartiere,  esaltandone la quotidianità  fatta di vita, lavoro e socialità.

Gli sguardi fotografici di studenti e studentesse sono passati dal raccontare la vita di alcune associazioni sul territorio alla trasformazione e abbandono di diversi luoghi, testimonianza di un tessuto industriale passato; dalla prima scuola Ucraina di Torino a quelle situazioni difficili che vedono incrociate generazioni, etnie e gruppi sociali differenti, dalle barriere architettoniche alla quotidianità degli universitari ai protagonisti dello street food per eccellenza, il kebab. Gran parte del progetto di compone di ritratti e street photography, come per esempio in  ‘Crux Via’,  una ricerca incentrata sul parco Dora, vista come baluardo del libero arbitrio, in quanto crocevia immobile e testimone di combinazioni diverse di elementi in grado di dar vita a Infiniti risultati, scenari e istantanee.

“Il margine fa la pagina” si diffonderà a partire dal 18 luglio anchenella città.  Grazie alla collaborazione con GTT, IGP Decaux i manifesti e i progetti fotografici occuperanno gli spazi pubblicitari di strade e pensiline, in una forma di narrazione e restituzione alla città  di ciò  che il progetto vuole esprimere.

“Questo lavoro che segna la seconda tappa di un progetto triennale realizzato in collaborazione con le Gallerie d’Italia di Torino- dichiara Paola Zini, Direttore  Ied di Torino – testimonia come i fotografi siano oggi interpreti del contemporaneo da diversi punti di vista, economico,  sociale, culturale, paesaggistico e sianofigure con molteplici sbocchi professionali che vanno dal fotoreporter alla fotografia di moda, dalla fotografia di prodotto e pubblicitaria a quella editoriale.

MARA MARTELLOTTA

Gin e tapas in Terrazza a Eataly Lingotto

giovedì 20 luglio una serata d’estate speciale, con cocktail e tapas d’eccezione.

Una serata nell’ampia Terrazza al primo piano di Eataly Lingotto con i cocktail più iconici a base di gin: l’occasione perfetta per brindare all’estate! L’appuntamento è per giovedì 20 luglio dalle ore 19. Ospite d’eccezione Compagnia dei Caraibi con Gin Mare e Gin Mare Capri. Basterà scegliere il proprio carnet per provare i drink pensati per l’occasione dai barman di Compagnia. In abbinamento le tapas dell’Executive chef di Eataly Patrik Lisa: dai tacos nella versione mediterranea con pomodoro, avocado, peperoncino e cipollotto ai plin fritti e ripieni di gin, robiola e asparagi, passando per le crocchè, la focaccia farcita e le polpette di zucchine. Proposte golose per tutti i gusti, con una particolare attenzione al mondo vegetale.

In sottofondo la musica di Dj Felix, nella cornice esclusiva della terrazza al primo piano.

Il carnet dà diritto a 2 drink e 2 tapas a scelta e fino al 16 luglio costa 25 € invece di 30 €.

Prenotazioni su www.torino.eataly.it

 

Cocktail

Capri Tonic (Gin Mare Capri, East Imperial Royal Botanic Tonic Water, rametto di rosmarino, peel di limone)

Mare Tonic (Gin Mare, East Imperial Royal Botanic Tonic Water, rametto di rosmarino)

Mare Gimlet (Gin Mare, Liquore Salvia & Limone, succo di limone, zucchero, foglia di salvia)

Mare Mary (Gin Mare, succo di pomodoro pachino, succo di limone, un pizzico di sale, pepe e peperoncino, salsa Worchester)

Mare del Sud (Gin Mare, Acqua di Cedro Diamante, succo di limone, miele, foglie di menta, top di soda)

 

Tapas

Tacos con pomodoro, avocado, peperoncino, cipollotto ed erbette

Crocchè di patate con ‘nduja e provola affumicata

Agnolotti del plin fritti ripieni di gin, asparagi e robiola

Focaccia genovese con burro, acciughe e bagnetto verde

Polpettine di zucchine con menta, limone e salsa yogurt

 

Dolce

Mini cannolo siciliano

Magnifici Dadam! In mostra alla “Fondazione Giorgio Amendola” di Torino

Le opere di Giacinta Villa e di Loris Dadam

Fino al 31 luglio

Giacinta e Loris che volano uniti (lui con gli immancabili eccentrici baffoni, ma senza il bizzarro papillon che con un pizzico di civetteria esibiva quasi ovunque), i capi accostati, le mani nelle mani, su in alto oltre la scura luna, in mezzo a un tripudio astratto e gioioso di rossi, grigi, sfumature di blu, gialli e verdi.

Il dipinto é (e come poteva non esserlo) un “Omaggio a Chagall”, alla fiabesca“Passeggiata” con la moglie Bella Rosenfeld, sopra Vitebesk, opera del ’17, a firma del leggendario pittore bielorusso naturalizzato francese. L’“Omaggio a Chagall”, di cui si parla, fu invece realizzato nel ‘99 a olio su tela, da Giacinta Villa (Torino, 1943 – Les Issambres, Francia, 2003) e Loris Dadam(Trento, 1946 – Torino, 2018), compagni di vita e d’arte, grandi singolari sperimentatori della nostra pittura novecentesca e contemporanea, cui la torinese “Fondazione Giorgio Amendola”  (di cui Giacinta fu direttrice del “Centro Studi Arte e Contesto Sociale” e Loris “direttore scientifico”) dedica una suggestiva retrospettiva curata da Domenico Cerabona, direttore della “Fondazione” e da Daria Dadam (figlia di Giacinta e Loris), in programma fino al prossimo lunedì 31 luglio. La mostra, dal significativo titolo “Una storia di colori, forme e libertà”, racconta la vicenda artistica ed umana dei due, in un intrecciarsi e in uno scambio continuo di “segreti” del mestiere legati in un tutt’uno alla loro più intima storia d’amore. E proprio quell’“Omaggio a Chagall”, non per nulla realizzato a quattro mani, ritengo possa considerarsi la sintesi perfetta di un percorso artistico mutevole nel tempo, in un “far di colore e di segno grafico” di volta in volta positivamente influenzati dai “segnali amorosi” affettuosamente lanciati dall’uno all’altra e viceversa e ben sottolineati dallo scorrere in parete delle oltre cinquanta opere (comprese fra i primi anni ’60 al 2003, anno della morte di Giacinta) selezionate dalla figlia Daria, autrice della splendida prefazione al catalogo, sensibile lettera d’amore ai genitori.

“L’arte – scrive Daria, ripensando alle parole della mamma – è una questione di rapporti tra colori, linee, forme ed idee: ma come ‘espressione dello spazio mentale’ si può anche pensarla come una questione di rapporti tra persone”. Uno scambio di “amorevoli sensi”. Ma nondimeno di accortezze tecniche che indubbiamente hanno contribuito a “maturare” l’esperienza esaltante del colore e della luce-colore per Loris (ingegnere urbanista, storico e critico d’arte, nonché disegnatore “compulsivo” dal gesto rapido e istintivo) e per Giacinta che, dal suo Loris, percepisce la bellezza del dare voce allo “spazio interiore”, attraverso cromie che, dopo l’incontro fra i due, “diventano sempre più brillanti” e intense. Entrambi profondamente attenti al sociale e all’impegno politico (dalle lotte sessantottine, ai movimenti femministi e più in generale all’“autostima operaia”) Loris e Giacinta si incontrano nel ’74 alla torinese “Sezione Antonio Gramsci” del PCI e lì nasce per entrambi l’“amore della vita”. Ripeteva spesso Loris: “Farci conoscere è stata la cosa migliore fatta dal PCI in tutta la sua storia”. E anche in molte delle opere esposte alla “Fondazione Amendola” restano tracce, assolutamente “parlanti”, di quegli anni. Dalle “urlate” cromie sudamericane (a ridosso del golpe fascista in Cile) “Salario!” del ’74 a “L’operaio sociale” del ’76. Anni e opere fondamentali per Loris, accanto alle quali la mostra propone anche una ricca serie di disegni, che vanno dal periodo giovanile (gli anni londinesi) fino ai primi anni ’70, eseguiti d’istinto e con piena libertà di contenuti e segno. Ovunque e con qualsiasi cosa, pennini o china, rapidograph o pennarelli. Da “I critici”del ’65 (in cui si leggono passaggi da Rembrandt alle “pitture nere” di Goya) ai disegni “botticelliani” di pura linea dei “Pensionati” del ’67 fino all’accademico “Studio di mano e viso” del ’71. Il disegno resterà il suo chiodo fisso. A dimostrarlo quel“Look back to the past millenium” del ’99, dove il segno s’impone alla cifra cromatica nel recupero della figura sul tema dei rapporti di coppia.

Del percorso creativo di Giacinta Villa, la rassegna non tralascia (dopo le fantasiose prove giovanili e quelle legate allo specifico impegno socio-politico) le ultime, eclatanti fasi di una ricerca astratta e geometrica connessa all’autonomia di luce e colore, così come di una ruvida “svolta materica” (con l’inserimento del “legno” nelle sue “molteplici essenze e colori”) e dell’uso del colore nella “dimensione territoriale”, producendo una serie di opere urbane di grandi dimensioni fra cui le stesse facciate “in verde luminoso” dell’edificio che ospita la “Fondazione Giorgio Amendola”, in via Tollegno, a Torino.

Gianni Milani

“Una storia di colori, forme e libertà”

“Fondazione Giorgio Amendola”, via Tollegno 52, Torino; tel. 011/2482970 o www.fondazioneamendola.it

Fino al 31 luglio

Orari: dal. al ven. 9,30/12,30 e 15,30/19,30

Nelle foto: Giacinta Villa e Loris Dadam “Omaggio a Chagall”, olio su tela, 1999; Loris Dadam: “Salario!”, acrilico su tela, 1974; Loris Dadam: “Look back to the past millenium”, olio su tela, 1999; Giacinta Villa: “Composizione astratta con legni e …”, olio e vari su tela, 2000

Rock jazz e dintorni a Torino: i Pinguini Tattici Nucleari, Giorgia e Morgan

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Gli appuntamenti musicali della settimana

 

Lunedì. Alla Cascina Bellaria di Sezzadio (Al), live di Bob Waynecon il suo country made in Usa.

 

Martedì. A Pianezza l’apertura del Vertigo Summer Festival con il concerto di Omar Pedrini. Stanley Jordan, virtuoso americano di chitarra, è all’Alfieri di Asti per Asti Jazz. Matteo Mancuso, giovane chitarrista siciliano maestro di fingerstyle, suona a Tortona e, in replica, il giorno dopo, allo Stresa Festival.

 

Mercoledì. Lo Stadio Olimpico di Torino accende il palcoscenico con il music show dei Pinguini Tattici Nucleari. All’Alpàa diVarallo, Paolo Belli e la sua rodata Big band; a Condove inizia il Due Laghi Jazz Festival con il trio del contrabbassista canadese Alain Bédard.

 

Giovedì. Giornata intensa di musica: Mr. Rain, ad Alba, per Collisioni; Raf al Mov Summer Festival di Mondovì; Gigi D’Alessio on stage all’anfiteatro dell’Anima di Cervere (tre giorni dopo, replica a Varallo); Umberto Tozzi a Sanfront (Cn), per Suoni del Monviso. I maestri del jazz, Paolo Fresu e Rita Marcotulli, nel chiostro dell’Annunziata di Tortona. Il festival Apolide, alla Certosa Reale di Collegno, propone la techno di Jeff Mills, con il progetto “Tomorrow Comes the Harvest”.

 

Venerdì. I Gemelli Diversi a Varallo; scat, vocalese e sonorità affini, a Stresa, per il jazz del sestetto multinazionale Accent.

 

Sabato. Aosta Classica ospita Diodato al Forte di Bard; NiccoloFabi è in concerto a Gavi, Ermal Meta suona a Varallo. A Salza, nel pinerolese, grande performance condivisa di Africa Unite e Modena City Ramblers. A Torino, Arsenico, Medusa e Cibo allo Spazio 211; alla Tesoriera, i cileni Newen Afrobeat e l’omaggio a Battisti con Gianluca De Rubertis e Leo Pari.

 

Domenica. Concerto di Giorgia a Cervere; a Cavagnolo, per Monferrato on Stage, live show di Morgan.

 

Pier Luigi Fuggetta

In provincia di Torino chiusi gli oratori estivi

Sotto la guida di Don Stefano VOTTA Parroco della Madonna della Pace e presidente degli Oratori cattolici  si sono chiusi gli oratori estivi cui hanno partecipato 22.000 ragazzi in tutta la provincia di Torino . Una bellissima iniziativa di socializzazione e formazione .
Don Stefano Votta il Parroco della parrocchia di Barriera di Milano al centro di una periferia difficile e sovente  dimenticata , dove don Stefano con don Luca e la loro squadra son riusciti a evitare che i parrocchiani si sentissero figli di un Dio minore.

Foto Museo Torino

Exposed, il nuovo Festival Internazionale di Fotografia della città di Torino

Torino Foto Festival con la Direzione Artistica di Menno Liauw e Salvatore Vitale.

 

 

Dal 2 maggio al 2 giugno 2024 la prima edizione dal titolo

New Landscapes – Nuovi Paesaggi

 

15 mostre temporanee in 15 sedi e un unico cartellone di eventi dedicati alla fotografia, realizzati coinvolgendo nella loro progettazione e produzione le principali istituzioni culturali e realtà indipendenti cittadine.

 

Il Festival inizia il suo percorso già nel 2023 con una serie di tappe di avvicinamento organizzate in occasione dei più importanti appuntamenti internazionali dedicati alla fotografia e alla cultura contemporanea.

 

 

EXPOSED. Torino Foto Festival

Direzione Artistica: Menno Liauw e Salvatore Vitale

Prima edizione: New Landscapes – Nuovi Paesaggi

2 maggio – 2 giugno 2024

Vernissage: 2 – 5 maggio 2024

 


Torino, 29 giugno 2023. Si intitola EXPOSED. Torino Foto Festival il nuovo Festival Internazionale di Fotografia di Torino che ogni anno porterà nel capoluogo piemontese, nel mese di maggio, mostre temporanee, una fiera specializzata, attività didattiche, incontri, committenze artistiche ed eventi off declinati attorno a un tema e coinvolgendo le principali istituzioni culturalie realtà indipendenti cittadine. Obiettivo del Festival è quello di essere cassa di risonanza dei cambiamenti del panorama fotografico internazionale, offrendo un punto di vista inedito sulla storia della fotografia e su possibili scenari futuri.

 

Promosso da Città di Torino, Regione Piemonte, Camera di commercio di Torino, Intesa Sanpaolo,Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT in sinergia con Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e organizzato da Fondazione per la Cultura Torino, EXPOSED nasce per rinsaldare il profondo legame tra Torino e la fotografia – è stata scattata qui la prima fotografia italiana esistente, nel lontano 1839 – e per sottolineare ancora una volta la vocazione culturale e artistica della città, che vede nelle iniziative incentrate su creatività e innovazione alcuni tra i principali motori di sviluppo e fattori di crescita, non solo turistica, del territorio.

 

La Direzione Artistica, selezionata attraverso una procedura internazionale ad evidenza pubblica, è stata affidata a Menno Liauw e Salvatore Vitale, rispettivamente Direttore e Direttore Artistico di FUTURES, piattaforma internazionale che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee con impatto e influenza nel mondo della fotografia: una direzione artistica con un solido network alle spalle che, a partire dal dibattito più avanzato della fotografia contemporanea, fornirà la chiave di accesso per posizionare il Festival e la città a livello internazionale su temi come nuove tecnologie, digitale, creatività, design.

 

La prima edizione di EXPOSED si svolgerà nel 2024, dal 2 maggio al 2 giugno – con le giornate di apertura delle principali mostre ed eventi concentrate dal 2 al 5 maggio – e si intitolerà New Landscapes – Nuovi Paesaggi: rifacendosi a uno dei temi centrali nella tradizione fotografica italiana, il Festival proporrà una riflessione sull’evoluzione odierna del medium fotografico, delle sue dinamiche di mercato e delle principali sfide e cambiamenti del mondo dell’immagine.

 

Il programma della prima edizione comprenderà la produzione e realizzazione di 15 mostre temporanee in 15 sedi e un unico cartellone di eventi dedicati alla fotografia: un palinsesto ambizioso che verrà realizzato grazie al coinvolgimento nella loro progettazione e produzione delle principali istituzioni cittadine – tra cui già confermate Fondazione Torino Musei con GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, MAO- Museo d’Arte Orientale, Palazzo Madama, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, Castello di Rivoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Gallerie d’Italia, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Museo del Cinema, Museo Egizio, Museo Regionale di Scienze Naturali – e grazie al coordinamento del Festival per mettere a sistema l’offerta fotografica dei diversi soggetti coinvolti.

In programma anche proposte e collaborazioni con realtà indipendenti come C2C Festival, SPRINT Milano e The Phair, la fiera del libro d’arte indipendente, e con attori della scena artistica cittadina come le gallerie di TAG Turin Art Galleries e gli artist run spaces come Almanac Inn, Cripta 747, Mucho Mas, Recontemporary, Witty Books.

 

Altro elemento centrale di EXPOSED sarà l’istituzione di un’importante committenza artistica assegnata suopen call internazionale: già a partire da quest’anno, un bando rivolto ad artisti e curatori internazionaliselezionerà un artista a cui verrà commissionata un’opera sul paesaggio in Piemonte, con un premio di 20.000 euro e la produzione di una mostra nel 2024. Questo tipo di committenza riprende una pratica che in città ha un passato illustre: con la mostra 6 x Torinovennero commissionate 300 fotografie a sei fotografi italiani di risalto internazionale, costruendo un vasto archivio sull’imponente trasformazione della città di Torino all’inizio degli anni 2000, oggi parte della collezione della GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea.

 

Arricchiranno e completeranno il calendario una serie di incontri pubblici, attività didattiche ed eventi interattivi, oltre a simposi per i professionisti della fotografia contemporanea: un programma vivace e dinamico, pensato per coinvolgere sia il pubblico di addetti ai lavori che quello degli appassionati, integrando vecchi e nuovi linguaggi.

 

Aspettando la prima edizione del Festival, nei prossimi mesi del 2023 EXPOSED verrà presentato e coinvolto in alcuni dei più importanti appuntamenti internazionalidedicati alla fotografia e alla cultura contemporanea.

 

Venerdì 7 luglio 2023 sarà a Les Rencontres d’Arles, uno dei principali festival internazionali di fotografia con un evento di presentazione alla Parade di Arles, nel corso del quale un gruppo internazionale di curatori, direttori ed esperti, attraverso sessioni di networking, presenteranno il programma.

 

A metà settembre 2023 verrà lanciata l’open call internazionale per selezionare l’artista a cui verrà assegnata la prima commissione e il premio di 20.000 euro.

 

A ottobre 2023 il Festival sarà al CAPA CENTER BUDAPEST con un evento di presentazione all’interno dell’Annual Event del network europeo FUTURES Photography, poi ad Amsterdam al FUTURES HUB in occasione di Unseen, la fiera internazionale di fotografia.

 

Nel mese di novembre 2023, una serie di eventi teaser– come co-produzioni con realtà artistiche locali, nazionali e internazionali di grande respiro, da C2C Festival ad ARTISSIMA, da Paris Photo a CAMERA e SPRINT Milano – andrà a comporre un fitto calendario di avvicinamento al Festival.

Nel corso dell’Art Week torinese, in occasione e in collaborazione con Artissima, verrà organizzato unprogetto teso a valorizzare l’arrivo del Festival in città.

In collaborazione con la direzione artistica di C2C Festival, nel corso dell’edizione 2023 verrà organizzato un talk di approfondimento su temi legati al mondo della fotografia contemporanea, dei linguaggi visivi e dell’interdisciplinarietà, e verrà co-prodotta una commissione a giovani artisti per realizzare i visualdell’evento di Gang of Ducks.

Il Festival contribuirà alla realizzazione della giornata di studi organizzata da CAMERA e dedicata a Germano Celant e al suo rapporto con la fotografia.

E per raggiungere anche un pubblico esterno al settore, parteciperà alle attività organizzate dalla Città di Torino per le NITTO ATP FINALS che si svolgeranno dal 12 al 19 novembre 2023.

Fuori dai confini torinesi, dal 9 al 12 novembre 2023EXPOSED sarà presente a PARIS PHOTO con un evento di networking con artisti, galleristi e ospiti internazionali, mentre dal 24 al 26 novembre sarà presente alla fiera SPRINT MILANO con un punto informativo e un’installazione.

 

LA DIREZIONE ARTISTICA

Menno Liauw è il fondatore e direttore di FUTURES. Attivo da oltre 20 anni come consulente strategico, specializzato in fundraising, sviluppo di prodotti e servizi, branding e reputation management per una vasta gamma di organizzazioni, a livello nazionale e internazionale, ha fondato il marchio del Foam Amsterdam ed è stato il co-fondatore e proprietario di Foam Magazine. Ha lavorato nella direzione del Museo Stedelijk di Amsterdam e della Royal Concertgebouw Orchestra. È stato anche co-fondatore di Unseen, la fiera di fotografia internazionale. È docente ospite presso l’HKU University of the Arts, dove aiuta gli studenti che si preparano per il mondo del lavoro. Menno è membro dell’Advisory Board del programma di inclusività del Museo Van Gogh.

 

Salvatore Vitale è un artista visuale e direttore artistico di FUTURES con sede in Svizzera. Il suo lavoro è stato premiato a livello internazionale ed è stato ampiamente esposto in musei e festival fotografici, con mostre personali alla FMAV Fondazione Modena Arti Visive, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, OGR Torino, MASI Lugano, Fondazione svizzera per la fotografia Winterthur (2018) e MOCAK – Museo d’Arte Contemporanea, Cracovia (2018). Vitale è docente senior presso l’Università di Scienze Applicate e Arti di Lucerna (HSLU), oltre che co-fondatore e redattore capo di Yes Magazine. Vitale ha partecipato e curato diverse pubblicazioni ed è membro della commissione nominatrice della Fondazione fotografica Deutsche Börse.

 

Futures è una piattaforma europea che comprende 19 importanti istituzioni artistiche europee con un grande impatto e influenza nel mondo della fotografia. Questo soggetto rizomatico è composto da Fondazione CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia (Torino, Italia), Robert Capa Contemporary Photography Center Nonprofit Ltd (Budapest, Ungheria), Photo Ireland Festival Limited (Dublino, Irlanda), Fundacja Edukacji Wizualnej – Fotofestiwal (Lodz, Polonia), Deichtorhallen Hamburg GmbH (Amburgo, Germania), Asociatia Photo Romania – Photo Romania Festival (Cluj Napoca, Romania), Fundación Contemporánea – PhotoEspana (Madrid, Spagna), AG Culturele Instellingen Antwerpen/Erfgoed – FOMU (Anversa, Belgio), Copenhagen Photo Festival (Copenaghen, Danimarca), VOID O.E. (Atene, Grecia), Centre Photographique Rouen Normandie (Rouen, Francia), Stiftelsen Fotogalleriet (Oslo, Norvegia), Fotografska Udruga Organ Vida (Zagabria, Croazia), Stichting FOTODOK (Utrecht, Olanda), Biedriba ISSP (Riga, Lettonia), Plataforma de Fotografia Ci.CLO Unipessoal (Porto, Portogallo), Fotograf 07 z.s. (Praga, Repubblica Ceca), Der Greif (Monaco, Germania). FUTURES sta crescendo ogni anno con l’avvio di nuove organizzazioni membri e prevede di trovare una rappresentanza in ogni regione europea.

La street art di Raser protagonista al Lingotto

Il nuovo locale YOUNGO porta il divertimento e “un tratto di strada” dentro il centro commerciale

 

Un tratto di strada direttamente all’interno di un centro commerciale. Per la prima volta in Italia – grazie al progetto curato da UrbanUtopia di Rete Doc Società Cooperativa, studio di Arte e Rigenerazione urbana – la street art entra da protagonista in uno shopping center.  Il nuovo centro amusement YOUNGO, che ha appena aperto i battenti all’interno del Centro Commerciale Lingotto di Torino, ha scelto di affidare la decorazione delle proprie pareti a Reser, writer torinese tra i massimi rappresentati contemporanei nella scena graffiti writing italiana e internazionale.

I progettisti dello spazio YOUNGO, brand dedicato al divertimento e al tempo libero di tutta la famiglia, hanno deciso di immergere le attrazioni più cool del momento, pensate per coinvolgere interattivamente i ragazzi di tutte le età, in un contesto di creatività urbana, in perfetta coerenza stilistica con l’atmosfera post-industriale in cui si colloca il Centro Commerciale Lingotto.

Dal 1994 Reser trae continua ispirazione da ciò che lo circonda, lasciando traccia della sua arte su muri, lungolinea delle stazioni e treni in Italia, ma anche all’estero, in Capitali europee come Amsterdam e Parigi. Inconfondibile, seppure in continua evoluzione, lo stile che si ritrova nei suoi pezzi, tag e throw up in varie contesti, città ed eventi.

“Abbiamo accolto con entusiasmo – spiega Fabrizio Cardamone, direttore del centro commerciale – la decisione del team YOUNGO di portare dentro le pareti del nostro centro un progetto di street art. Le superfici, trasformate in vero e proprio cemento rovinato, e le luci, con l’aiuto dei LED wall, ricreano perfettamente l’atmosfera di fermento creativo: come agorà del nostro tempo ci piace offrire ai giovani e giovanissimi luoghi attrattivi, che possano essere anche di stimolo creativo”.

Orari apertura
D
al lunedì al venerdì: 10:00 – 22:00; sabato e festivi: 10:00 – 23:00

“Opera Viva”… se il Manifesto è capovolto, la colpa è di Luigi o forse no!

In piazza Bottesini, Barriera di Milano, la “Natura Morta” dei gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio per “Opera Viva. Il Manifesto”

Lunedì 17 luglio, ore 18,30

La location è sempre quella: lo spazio pubblico di metri 6×3 di piazza Bottesini, in Barriera di Milano. Alla sua nona edizione (con più di cinquanta artisti italiani e stranieri coinvolti nel tempo) “Opera Viva. Il Manifesto”, progetto artistico ideato nel 2015 da Alessandro Bulgini e oggi promosso dall’“Associazione Flashback”, da quest’anno ha cambiato titolo diventando “Opera Viva, Luigi l’addetto alle affissioni”, presentandosi, con eccentrica bizzarria, concentrato sul concetto di “ribaltamento”: in gioco, nessuna figura curatoriale, solo gli artisti di volta in volta ospitati e lui … Luigi, l’addetto alle affissioni, che (un po’ stravagante qual è) appenderà tutte le immagini capovolte. Se volete, dunque, prendervela con qualcuno, sapete a chi rivolgervi. Del resto, però, nessuna lamentela è finora pervenuta da parte degli stessi artisti. Complici anche loro? Certo che sì. E dunque una motivazione, tecnicamente e artisticamente accettabile, ci sarà. Niente rimbrotti, quindi, al povero Luigi l’addetto alle affissioni, che, evidentemente, fa solo ciò che gli è stato detto di fare. Andiamo perciò alla ricerca delle motivazioni.

E allora, ben attenti! Trovatevi lunedì 17 luglio, alle ore 18,30, al solito posto in piazza Bottesini, in Barriera di Milano. Lì si terrà il secondo appuntamento di questa nuova edizione di “Opera Viva”. Luigi probabilmente non ci sarà. Ma non cercatelo, perché troverete già ben affissa l’opera “Natura morta” dei fratelli-gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio, torinesi, classe ’78. Ovviamente, anch’essa affissa ben bene in alto e al contrario. Come volevasi dimostrare. La foto è quella di una cinciallegra imbalsamata, con il suo cartello di inventario e il suo piccolo trespolo, proveniente dal deposito della collezione del “Museo Don Bosco” di “Storia Naturale” di Torino. Escluse sbadataggini o stravaganze da parte del solito Luigi l’addetto alle affissioni,  “l’opera – spiegano i responsabili – riflette sui concetti di arte e natura, e sulla loro relazione”. E continuano: “Siamo di fronte alla morte o alla vita eterna? Museificazione della vita o sua duplicazione? Fotografia? Scultura? Scienza? Trofeo? Merce? In un’epoca di catastrofico cambiamento climatico e di urbanizzazioni selvagge, affiorano tentativi di resistenza ecologica nel cemento, di arte non istituzionale che si ramifica nei quartieri. La piccola cincia ci obbliga a un punto di vista nuovo. Per farlo si fa gigante e pop, esce dal suo nido – o dal suo deposito – e ci osserva, ma, anche questa volta, a testa in giù”. Insomma, il motivo (fatevene una ragione!) sta nella voglia – attraverso il capovolgimento delle immagini-  di imprimere al gesto artistico, anche nel momento espositivo, un cambio di direzione, una performativa “mutazione”. Siamo di fronte a un’ azione provocatoria. E la storia dell’arte contemporanea non manca certo di “azioni provocatorie”. Giustamente i responsabili di “Opera Viva” ricordano il gesto di Marcel Duchamp (fra i più iconici artisti del secolo scorso, animatore del dadaismo e del surrealismo, nonché del ready-made e dell’assemblaggio) che nel 1917, rovesciando un “orinatoio” lo trasformò nell’opera “Fontana”, firmata con lo pseudonimo “R. Mutt”, mai esposta al pubblico, andata perduta nell’originale, ma di cui esistono ancor oggi, in giro per il mondo, numerose repliche. Azione provocatoria. Per l’appunto. Per l’artista di origini francesi, che certo non mancava di fantasia e di surreale visionarietà, significava la necessità di un cambiamento nei modi di fare arte. E “anche oggi, in Piazza Bottesini si attua – concludono i responsabili – quel gesto di avanguardia, in un mondo nuovo in cui si cerca di esplorare ogni linguaggio, nell’obiettivo ostinato di far congiungere l’arte con la vita”. Tant’é. Osservare con attenzione per credere. E lasciate in pace il povero Luigi l’addetto alle affissioni. Che non ne può niente.

Tutti residenti ed operanti a Torino gli artisti selezionati per “Opera Viva” edizione 2023, dopo Sergio Cascavilla (ospitato il mese scorso) e Gianluca e Massimiliano De Serio, i prossimi appuntamenti saranno con Luigi GariglioTuri RapisardaPierluigi Pusole ed Alessandro Bulgini.

Gianluca e Massimiliano De Serio lavorano insieme come registi e artisti dal ’99. Hanno esordito nel lungometraggio per il cinema con “Sette opere di misericordia” (2011), presentato nel concorso internazionale del “Festival di Locarno”. “I ricordi del fiume” (2015), ha avuto l’anteprima al “Festival di Venezia”, così come l’ultimo lungometraggio di finzione, “Spaccapietre” (2020), unico italiano in concorso alle “Giornate degli Autori”. Protagonisti dei loro lavori, sia nel cinema che nelle installazioni, sono identità sradicate, o identità collettive e interstiziali, in un percorso ibrido tra messa in scena, memoria e performance.

Per info“Flashback Habitat”, tel. 393/6455301 o www.flashback.to.it

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Gianluca e Massimiliano De Serio: “Opera Viva”

–       Gianluca e Massimiliano De Serio: “Natura morta”

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

VENERDI 14 LUGLIO

 

Venerdì 14 luglio ore 16.30

BISANZIO, COSTANTINOPOLI, ISTANBUL: SECOLI DI STORIA

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Bisanzio: punto strategico del Ponto. Costantinopoli, la “Città di Costantino”, la Nuova Roma, la Città d’Oro, toponimi che conducono all’odierna Istanbul, la metropoli sulle rive del Bosforo, ponte e porta tra Oriente e Occidente. Visitare e approfondire la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, in corso a Palazzo Madama, è davvero affascinante: imperatori e imperatrici, basilei e basilisse, concili e scismi, crociate, conquiste e secoli di storia che arrivano fino a noi. L’Oriente, infatti, con la sua influenza, si pone alle basi anche della nascente potenza sabauda. Inaspettatamente si compiono itinerari che congiungono il Mar Nero al Monferrato. Una storia da raccontare, sfogliando le pagine dei secoli.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 15 LUGLIO

 

Sabato 15 luglio

UN “ITALIAN JOB”

15 – 24 luglio

Palazzo Madama – progetto espositivo per i 90 anni del MAUTO

Torino, luglio 1968: tre Austin Mini Cooper S con i colori della bandiera inglese – blu, bianca e rossa – rombano fuori dalla Sala del Senato del Regno d’Italia e si precipitano a capofitto giù per lo Scalone juvarriano di Palazzo Madama. È Un colpo all’italiana (The Italian Job) di Peter Collinson a segnare un clamoroso caso cinematografico che renderà la città sabauda protagonista di folli inseguimenti tra vie monumentali e i capolavori recenti di Italia ‘61. Per i 90 anni del MAUTO Palazzo Madama rievoca questi avvenimenti esponendo una Austin Mini Cooper S del 1962 nel suo atrio, accompagnata da una narrazione di quei giorni e da un serrato montaggio di spezzoni del film a rievocare quanto fu.

Ingresso gratuito

Info: www.palazzomadamatorino.it

Sabato 15 luglio

THE SIX REALMS OF REINCARNATION 2023

15 – 24 luglio

MAO – progetto espositivo per i 90 anni del MAUTO

Anche il MAO Museo d’Arte Orientale partecipa alla rassegna diffusa organizzata per celebrare i 90 anni del MAUTO e propone la video installazione dell’artista Axl LE The Six Realms of Reincarnation 2023, che mescola temi ecologici con la visione dei sei regni buddisti come mondi ipertecnologici e distopici.

Utilizzando la tecnologia CG, Axl LE combina un personaggio digitale scansionato in 3D con la sua visione immaginaria del futuro, cercando di reinterpretare il concetto dei sei regni della reincarnazione.

L’artista immagina sei regni: il Regno del Cielo, dove le persone caricheranno la loro coscienza sul cloud, entrando in un regno digitale dove tutto è possibile; il Regno Ashura un mondo dove l’intelligenza artificiale prende coscienza di sé e ingaggia una guerra costante con il Regno del Cielo; il Regno umano, un’epoca di coltivazione spirituale attiva; il Regno dell’Inferno, antitesi del Regno del Cielo derivato dalle conseguenze catastrofiche causate da insetti maligni nel mondo delle nuvole; il Regno del fantasma affamato, in cui le persone sono ridotte a schiavi di un’intelligenza artificiale consapevole; il Regno degli animali, in cui le persone hanno perso la resistenza del proprio spirito e del proprio corpo fisico e vivono in un perenne stato di malinconia, incapaci di liberarsi dalla loro situazione.

L’opera è installata in sala Polifunzionale ed è visibile tutti i giorni in orario di apertura del museo.

Ingresso libero. Info https://www.maotorino.it/it/evento/the-six-realms-of-reincarnation-2023/

 

 

LUNEDI 17 LUGLIO

 

Lunedì 17 luglio ore 17

IL NOSTRO DEBITO CON BISANZIO

Palazzo Madama – conferenza con Mario Gallina, già Professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università degli Studi di Torino

Nella percezione collettiva Bisanzio è soprattutto un luogo di decadenza e di storie di palazzo. Certo  intrighi e congiure palatine non mancarono, ma la sostanza di quell’impero fu ben altro: Bisanzio, infatti, fu il prezioso scrigno in cui i valori umani della politeia e della paideia, vale a dire di un’educazione culturale e politica in cui pienamente si realizza l’uomo sapiente, tramandati dall’antichità greco-romana e integrati nei quadri culturali e nei bisogni del cristianesimo, vennero per lunghi secoli custoditi, per essere poi trasmessi a quell’Occidente che, dopo aver rischiato di perderli, saprà arricchirli e trasformarli.

La conferenza chiude il ciclo, che approfondisce alcuni dei temi presentati nella mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, visitabile nella Sala del Senato di Palazzo Madama fino al 28 agosto 2023, attraverso 350 opere provenienti da importanti musei italiani e da oltre venti musei greci.

Mario Gallina, già Professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università degli Studi di Torino. Tra le sue opere: Una società coloniale del Trecento. Creta fra Venezia e Bisanzio (Venezia 1989); Potere e società a Bisanzio (Torino 1995); L’Italia mediterranea e gli incontri di civiltà (con P. Corrao e C. Villa, Roma-Bari 2001); Conflitti e coesistenza nel Mediterraneo medievale: mondo bizantino e Occidente latino (Spoleto 2003); Incoronati da Dio. Per una storia del pensiero politico bizantino (Roma 2016); Bisanzio. Storia di un Impero (Roma 2016).

 

 

MARTEDI 18 LUGLIO

 

Da martedì 18 luglio a domenica 3 settembre

LA GAM PER I 90 ANNI DEL MAUTO

GAM – nuovo progetto espositivo

In occasione del novantesimo anniversario del Museo dell’Automobile di Torino, la GAM propone nella grande parete dell’atrio del museo due opere d’arte della sua collezione, entrambe legate alla rappresentazione di un moderno veicolo, possibile o immaginato.

Sia nel caso della Macchina del 1963 di Alberto Moretti (1922-2012) sia in quello dell’invenzione del Black Scooter realizzato nel 1969 da Gianni Piacentino (1945) siamo posti di fronte alla irruzione di una nuova iconografia nell’opera d’arte. Siamo, in entrambi i casi, nei pieni anni sessanta, e dunque in coincidenza con gli anni del boom economico e la massima espansione dell’industria dell’auto e del motore. Queste opere – così come nel caso della auto da corsa ‘ricostruita’ da Salvatore Scarpitta (1919-2007), la mitica Rajo Jack del 1964, acquistata per le collezioni del museo e ora esposta alle OGR – nascono forse sul filo della parodia, ma sono correlate, comunque, a una rivoluzione comportamentale e a un senso della modernità che non si era più visto dai tempi del mito della macchina e della velocità propugnati dai Futuristi al principio del secolo. Da sottolineare è la quasi perfetta coincidenza della nascita di queste opere con i Car Disasters di Andy Warhol, proprio del ’63, di cui la GAM possiede il famoso Orange Car Crash, esposto nella collezione permanente.

Le opere saranno visibili per il pubblico con ingresso libero dal 18 luglio al 3 settembre 2023

Info: https://www.gamtorino.it/it/evento/la-gam-per-i-90-anni-del-mauto/

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Mary, dolce Mary. E gli “orchi” di casa / “Facce da scuola” 7

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Quarant’anni fa, a Vallette … I “migliori” anni della mia scuola

 

Gianni Milani

Mary sorrideva poco. Non rideva mai. Erano soprattutto i suoi occhi azzurri, due azzurre richieste d’aiuto nel volto pallido e paffuto incorniciato da riccioli biondi lasciati liberi di vagolare senza troppa cura, a raccontare agli altri qualche briciola di serenità. Mai di gioia. Mai di felicità. Mary, anni ’80, la incontrai e fu mia allieva nell’allora succursale della “Levi” (oggi succursale del Professionale “Beccari”), in via Parenzo – corso Molise, fra quei palazzoni tutti uguali e ognuno per sé, sulla linea di confine fra le “nuove” Vallette e il più antico borgo di Lucento. Per tutti e tre  gli anni delle Medie fu affiancata e seguita da un’insegnante d’appoggio. Tempi lunghi d’apprendimento, difficoltà a seguire con attenzione le lezioni: questo (più o meno) dicevano di lei, le aride note dello scolastico burocratese. Avrei, avremmo poi tutti capito il perché di quella situazione. Ancora oggi penso spesso a quella dolce ragazzina dai riccioli biondi e dagli occhioni azzurri, sempre caparbiamente tristi. Anche nello sforzo, raro in verità, di un sorriso che sembrava partire per caso, quasi per farti un piacere. E che durava pochissimi secondi. Allora, anche per lei, sembrava aprirsi una fetta di cielo azzurro, di paradiso o meglio di non inferno. Poi tutto ritornava nel buio dell’inutilità e della tristezza, nella solitudine e nelle paure di giorni neri e tutti tragicamente uguali. Marchiati a fuoco dalla crudeltà degli uomini. Negati all’infanzia, all’amore inutilmente cercato (forse preteso con urla sotterranee, mai fatte affiorare e gridate al cielo), a quell’amicizia e comprensione neanche più desiderate e, anzi, sfuggite per un senso di vergogna che era invece infima miseria d’altri. Di chi a lei, piccolo angelo, avrebbe dovuto regalare a piene mani affetto, protezione, coccole e carezze e gioia e puri giochi d’infanzia. E non l’inferno chiamato “casa”. Era lì il segreto che martoriava la dolce Mary. Segreto di cui venni a conoscenza, qualche anno dopo, con la spietata crudezza della notizia di cronaca. E ne fui travolto, come da un treno in piena corsa. Di botto. Senza il tempo di scansarmi. Senza il tempo delle domande, dei perché, dei se l’avessi intuito e dei  ma potevo intuirlo? Non ricordo la sua mamma. A chiedere notizie di lei a scuola venivano spesso il padre e il fratello, un ragazzone alto e grosso che dimostrava – lui come il babbo – di tenerci per davvero a che Mary, attraverso la scuola, potesse raggiungere quel grado di istruzione che ad entrambi non era stato dato, quasi certamente, di guadagnare. E, proprio per questo, non lesinavano rimbrotti alla piccola, “colpevole” di scarsi progressi e di poco impegno sul piano della scolarità. Già … scarsi progressi e poco impegno. Compiti assegnati e non fatti. Libri di rado aperti e, ancor meno, studiati. Interrogazioni mute.

Le mani intrecciate dinanzi al grembo, in posizione di preghiera. O di autodifesa (lo immaginai più tardi), il viso a terra, nessuna volontà di avanzare qualsivoglia giustificazione. Che, pure, c’era, cara dolce Mary, e grande come una casa. Impensabile allora, ma uscita allo scoperto dopo anni, quando qualcuno (un’assistente sociale forse o una psicologa o un’insegnante più brava/o di me) riuscì ad entrare nell’antro buio di una vita fatta a pezzi e sconvolta proprio da chi più di altri doveva esserne fiero ed integerrimo guardiano. Quel padre. Quel fratello. Proprio loro che, ai colloqui con gli insegnanti, neppure si facevano scrupoli di lesinarle aspri rimproveri per quei risultati didattici non ancora pienamente raggiunti, come insistevano, barbosamente e inutilmente, a riferire gli insegnanti, fra di loro anch’io. Ottuso, incapace di leggere i messaggi veri di quei tristi sorrisi e di quegli ostinati mutismi. Di individuare i mostri che alla piccola avevano rubato l’innocenza dei suoi pochi anni. Il fatto venne allo scoperto. Gli “orchi” arrestati. La notizia sbattuta sulle prime pagine dei giornali. L’ho detto, fui come travolto da un treno in corsa. Cosa poteva dare alla scuola una bambina come Mary quotidianamente “violentata” e privata di quello spazio di sogni, di cure, di giochi innocenti e di amore domestico, di cui avrebbe dovuto aver parte piena la sua giovane vita? A lei la scuola poteva invece dare molto. E ho paura che abbia invece fatto poco (o forse con troppo ritardo) per lei. Di lei mi resta, ancora oggi, l’immagine di quel corpo chiuso al mondo, di fronte a una lavagna tutta nera, oggetto inutile e privo di segni. Quel viso paffutello. Quei riccioli biondi. E quei dolcissimi occhioni azzurri incapaci e senza voglia d’alzarsi al cielo. E di chiedere, una volta almeno una volta, Mary, uno straccio d’ aiuto. “Ehi, guarda c’è Mary – diceva anni fa (mi ci sono imbattuto in questi giorni per caso) una canzone dei ‘Gemelli DiVersi’, una sorta di ‘preghiera laica’ pop-rap, non certo il mio genere musicale preferito, che mi ha fatto sobbalzare ritrovandoci in pieno quel nome e quella storia che ti appartengono fino in fondo – Mary è tornata alla stazione … stringe la mano a due persone … Bacia il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore/ Con quel sorriso che dà senso a tutto il resto … Mary ha un’anima ferita, un’innocenza rubata/ Sa che la vita non è una fiaba/ Ma ora Mary è tornata una fata/ Cammina lenta, ma sembra che sia contenta … Una sfida eterna l’aspetta, ma non la spaventa”. Vorrei davvero fossi tu, quella Mary. Mary, dolce Mary. Oggi donna, oggi moglie, oggi mamma. Chissà? La vita restituisce, a volte, i sogni malamente rubati. Perché non sperarlo?

Gianni Milani