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Indagine sui rincari ferroviari: fino a 211 euro da Torino alla Calabria

ANTITRUST INDAGA SU RINCARI FERROVIARI: ACCOLTO ESPOSTO CODACONS DEL 6 DICEMBRE SCORSO CHE DENUNCIAVA TARIFFE STELLARI PER TRENI

Riceviamo e pubblichiamo / Vittoria del Codacons che il 6 dicembre scorso aveva presentato un esposto all’Antitrust sulle tariffe ferroviarie e sui prezzi stellari dei biglietti per i collegamenti a ridosso delle feste di Natale.

L’Antitrust ha accolto la nostra denuncia e ha deciso grazie al nostro esposto di aprire una indagine preistruttoria sui prezzi dei biglietti nel periodo delle festività – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il monitoraggio del Codacons inviato all’Antitrust accertava prezzi dei biglietti altissimi per spostarsi in treno prima del 21 dicembre, data in cui scatterà il divieto di spostamento tra regioni: per andare da Milano a Salerno si arriva a spendere oltre 152 euro; 183,45 euro per raggiungere Bari partendo da Torino; 198,30 euro per andare da Milano a Reggio Calabria e addirittura 211,50 euro da Torino a Reggio Calabria”.

Nell’esposto il Codacons chiedeva all’Autorità di accertare se Trenitalia e Italo avessero eliminato nel periodo festivo sconti e promozioni praticati ai viaggiatori, perché una eventuale eliminazione dei biglietti scontati o comunque più convenienti legata alla ridotta capienza dei treni, configurerebbe di fatto un aumento delle tariffe ferroviarie.

Il Codacons invita i cittadini a segnalare anomali rincari dei biglietti ferroviari alla mail info@codacons.it o al numero 89349955

Addio ad Alfieri, la camera ardente a Palazzo Civico

Da questa mattina la Sala Marmi di Palazzo Civico ospita la camera ardente di Fiorenzo Alfieri, per molti anni consigliere e assessore comunale.

Dal momento dell’apertura, ex compagni di partito, amici di ieri e di oggi, si sono alternati in un picchetto d’onore. L’affluenza delle persone è stata regolata da personale addetto alla sicurezza al fine di garantire il rispetto delle norme anti contagio. Si potrà dare l’ultimo saluto a Fiorenzo Alfieri fino alle 20 di oggi, mercoledì 16 dicembre.

(CittAgorà – www.comune.torino.it)

«300 infermieri al giorno si ammalano ancora negli ospedali»

Sanita’ Nursing Up De Palma: “Ora basta! Per fermare i contagi serve una campagna di vaccinazione efficace e tempestiva”

L’appello del Presidente del Sindacato: «E’ vietato sbagliare! Il Commissario Arcuri impieghi da subito gli oltre 30mila infermieri ambulatoriali che sono già nel Ssn e che possiedono esperienza e qualità professionali per realizzare un intervento, come la campagna vaccinale, che rappresenta la nostra ultima sfida per uscire dal tunnel»

«56 infermieri morti per Covid da inizio pandemia. Di questi ben 5 si sono tolti la vita: uomini e donne che non ce l’hanno fatta, che hanno scelto una “via senza uscita” , per i traumi subiti da un virus che uccide non solo nel fisico ma anche nella mente. 80985 operatori sanitari contagiati dallo scorso febbraio a oggi, di cui oltre 30mila solo nell’ultimo mese. Stando alle cifre dell’Istituto Superiore della Sanità e combinando con esse la percentuale Inail degli infermieri che si sono ammalati sulla base della totalità del comparto, ovvero il 45,7%, scopriamo tragicamente che solo negli ultimi 30 giorni si sono infettati oltre 30mila operatori sanitari. Di questi poco meno della metà sono infermieri. Ma il dato allarmante è il nostro report giornaliero: dall’11 dicembre al 15 dicembre risultano ben 3259 operatori sanitari infetti in più, di cui circa 1200 sono infermieri.

Questo significa che ancora oggi si ammalano circa 300 infermieri al giorno. Cifre la cui gravità non può passare in secondo piano, numeri che stanno ad indicare come i protocolli di sicurezza degli ospedali non funzionano affatto. Dove sono le strategie promesse da parte del Ministro della Salute? Dove sono i tamponi veloci da effettuare su tutti gli operatori, a inizio e fine turno, per non parlare dei test completi ogni 20 giorni a tutto il personale? Tra decessi e contagi che non si fermano, in una situazione inversamente proporzionale rispetto a una curva che leggermente si abbassa in relazione ai cittadini che si ammalano in Italia, grazie al lockdown, ci rendiamo conto che la realtà della sanità pubblica è sempre di più allo sbando. Ma le forze, quelle vere, quelle degli infermieri che sono l’ineludibile termometro dello stato di salute del ssn, stanno inesorabilmente venendo meno».

Con queste parole il Presidente del Nursing Up, Antonio De Palma, presenta la nuova indagine sindacale che apre la strada a un nuovo accorato appello alle “forze in gioco” per arginare, una volta per sempre, questo tragico trend di contagi che vede in prima linea contro il nemico i nostri infermieri.

«Il nostro appello riguarda anche la prossima campagna di vaccinazione sulle cui lacune siamo già ampiamente intervenuti ma non smetteremo di farlo. Al Commissario Arcuri chiediamo di rivedere i suoi piani per il bene dei cittadini italiani.

Vengano chiamati a dare il loro apporto quei circa 30mila infermieri ambulatoriali, già impiegati, sia a tempo pieno che non, nel ssn. Si rivolga a loro il nostro Governo, per fronteggiare la massiva campagna di vaccinazioni dove non possiamo permetterci il minimo errore. Garantiamo loro, da subito, la possibilità di svolgere funzioni aggiuntive rispetto ai loro turni abituali e mettiamoli nella condizione di mettere al servizio della salute dei cittadini la loro già ampiamente maturata esperienza sul campo. Sono loro la prima delle armi da utilizzare per arginare i contagi e attuare una campagna di vaccinazione efficace, di qualità, tempestiva, che ci permetta di uscire dall’incubo il prima possibile. E se tutto questo non fosse sufficiente allora si, cerchiamo pure12000 infermieri da assumere, ma stabilmente, perche’ stabile e’ la carenza di quasi 90000 unita’ in Italia e perche’ quei 12000 infermieri “assunti come si deve” sono un diritto dei cittadini ed una garanzia per il futuro».

Distrugge gli arredi della chiesa e minaccia i fedeli

                                                                              Cinquantottenne italiano arrestato dal Commissariato Barriera Milano

Intorno alle 17 di ieri pomeriggio un uomo, cittadino italiano di 58 anni, si è introdotto nella parrocchia di Maria Regina della Pace in corso Giulio Cesare e, dopo alcuni istanti dal suo ingresso, ha iniziato a minacciare i pochi fedeli presenti senza apparente motivo. Non pago del proprio comportamento violento, ha afferrato candelieri e vasi ornamentali per poi scaraventarli in terra. Un muratore presente all’interno della chiesa per lavori di manutenzione, è intervenuto, cercando di calmare il cinquantottenne, ma questi si è dileguato. Non nuovo ad episodi di questo tipo, si tratta di un soggetto seguito da un centro di salute mentale. Dopo circa mezz’ora l’uomo si è ripresentato, proseguendo nel suo sproloquio e danneggiando ulteriormente l’arredamento sacro. Banchi sollevati, vasi in terracotta distrutti, l’oggettistica dell’altare in frantumi: questa è la scena che si palesata agli occhi del collaboratore parrocchiale e del sacrista, che hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine. Il delirio dell’uomo è terminato con l’intervento del muratore che lo ha definitivamente bloccato e consegnato agli agenti del commissariato Barriera Milano. Scattate le manette per danneggiamento.

 

 

Chiede di spezzare le dita al figlio chirurgo perché omosessuale

Un professionista in pensione di 75 anni aveva chiesto a un picchiatore di spezzare le dita al figlio, un medico chirurgo di  43 anni, perché è omosessuale. 

La vicenda risale al 2017 e oggi l’anziano  ha patteggiato in tribunale a Torino due anni per lesioni aggravate. Aveva detto allo scagnozzo, assoldato per 2500 euro, che il proprio figlio era un criminale.

Lo stesso picchiatore, accortosi che il medico non faceva nulla di male lo ha avvisato delle intenzioni del padre.

Il chirurgo ha così denunciato il genitore, che nel frattempo si è anche separato dalla moglie poiché questa aveva preso le difese di loro figlio.

Si spera nella salvezza di Djalali

La buona notizia è stata battuta stamattina dalle agenzie di stampa: l’esecuzione di Ahmadreza Djalali non è stata eseguita e questo fa sperare nel proseguimento delle trattative diplomatiche tra l’Iran e la comunità internazionale per arrivare alla sua liberazione.

L’impiccagione del medico iraniano-svedese, ex docente all’Università del Piemonte orientale, prevista per questa mattina, è stata sospesa in extremis come era già avvenuto due settimane fa secondo quanto riferito da fonti della famiglia. Djalali, ricercatore di 48 anni, è stato condannato a morte ingiustamente per spionaggio a favore di Israele e si trova nel braccio della morte del carcere di Evin alla periferia di Teheran. Amnesty International ha definito il processo a Djalali “clamorosamente iniquo” e lui continua a proclamarsi innocente. Esperto di medicina dei disastri e assistenza umanitaria Djalali ha lavorato presso un centro di ricerca a Novara e quando è stato arrestato si trovava in Iran per partecipare a una serie di conferenze e seminari. L’Università del Piemonte Orientale è sempre rimasta in contatto con i famigliari del fisico e ha messo in atto ogni possibile intervento, in accordo con le istituzioni nazionali ed europee, per richiedere la liberazione di Ahmadreza. Nei giorni scorsi era stata avanzata l’ipotesi di un possibile scambio tra Djalali e altri prigionieri europei e americani con alcuni iraniani detenuti in Paesi occidentali. Il 12 dicembre in Iran era stato impiccato il giornalista dissidente Ruhollah Zam, 42 anni, fondatore del canale Amad News. L’Iran, dopo la Cina, è il Paese con il più alto numero di condanne a morte nel mondo, nel 2019 sono state almeno 251. Amnesty ha definito le esecuzioni “un’allarmante escalation nell’uso della pena di morte contro manifestanti, dissidenti e membri di minoranze in Iran”.
f.r.

Ragazzo tenta il suicidio dopo una delusione amorosa

Gli agenti della Squadra Volante  sono intervenuti negli scorsi giorni in una abitazione privata del quartiere San Donato: poco prima era infatti pervenuta al 112 NUE la segnalazione, da parte di una ragazza, preoccupata per l’ex fidanzato, che le aveva preannunciato intenzioni suicide al telefono, per poi rendersi irreperibile.

I poliziotti, recatisi nello stabile indicato, sono riusciti ad introdursi velocemente all’interno dell’alloggio, trovando il giovane a letto privo di sensi.

Fra le coperte, diversi blister di farmaci vuoti e sul comodino, oltre a un coltello, un biglietto manoscritto ove lo stesso spiegava i motivi del gesto.

Trasportato in ospedale, il venticinquenne si è fortunatamente ripreso.

Party night in Barriera Milano: multe per tutti

Gli agenti del commissariato sanzionano 9 persone

La scorsa settimana personale del commissariato è intervenuto in uno stabile della zona dove precedentemente erano stati segnalati degli schiamazzi. Giunti sul posto, i poliziotti hanno potuto constatare lo svolgimento di una festa privata, all’interno di un appartamento, che ha visto la partecipazione di 9 soggetti, tutti di età compresa tra i 17 ed i 21 anni. Una volta identificati, i giovani sono stati sanzionati per il mancato rispetto delle misure di contenimento.

Reddito di cittadinanza per 30 mila euro, ma non avevano diritto: denunciati in sei

Moncalieri, 15 dicembre Percepivano il reddito di cittadinanza senza averne il diritto.

L’hanno scoperto i carabinieri della Compagnia di Moncalieri che hanno denunciato sei persone. Stando a quanto ricostruito avrebbero percepito illecitamente il beneficio inoltrando all’Inps false dichiarazioni. In particolare quattro hanno omesso di comunicare l’esistenza di provvedimenti restrittivi nei loro confronti e due hanno presentato false attestazioni e omissioni riguardo al possesso di immobili, terreni e automobili. Si tratta di 4 uomini e 2 donne, residenti a Carmagnola, nell’hinterland torinese. I fondi erogati ingiustamente, stando alle indagini, ammontano a circa 30mila euro.

Premiata ricercatrice dell’Istituto di Candiolo

Si è svolta all’ Arsenale della Pace del  Sermig di Torino la cerimonia di consegna del Premio scientifico Valeria Tabasso Rivolo, istituito in memoria di una imprenditrice chierese, morta per un tumore nel dicembre dell’ anno scorso a soli 49 anni.

Il riconoscimento, alla sua prima edizione, è andato alla giovane ricercatrice dell’ Istituto di Candiolo – Irccs, Mariangela Russo, per la “migliore ricerca scientifica Impact Factor”. A consegnarlo il marito di Valeria Tabasso Rivolo, Federico.

Il premio avrà cadenza annuale e andrà a un giovane ricercatore dell’ Istituto di Candiolo che si sia distinto per uno studio particolarmente significativo.

Proprio a Candiolo l’ imprenditrice, che era nata a Chieri e viveva a Pino Torinese, era stata curata nei lunghi anni della sua malattia e la famiglia ha voluto in questo modo ricordarne l’ esemplare impegno sociale e la coraggiosa testimonianza di fede ed esprimere la sua riconoscenza nei confronti del personale dell’ Istituto e della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro.