CRONACA- Pagina 911

I vicini disturbano. Chiama i Carabinieri ma finisce lui in caserma

I carabinieri si sono recati a Moncalieri in Borgo San Pietro. Erano stati chiamati da un extracomunitario che diceva di essere disturbato da un baccano infernale dovuto a lavori edili al piano superiore. Peccato che il condomino avesse  delle pendenze penali. I militari lo hanno portato in caserma

Rivalta, Tav: “Avigliana-Orbassano meglio linea storica”

Il progetto di RFI troppo impattante per il territorio di Rivalta

Venerdì 1 aprile sono ripresi i lavori dell’Osservatorio tecnico per la realizzazione dell’asse
ferroviario Torino-Lione, guidato dalla scorsa estate dal neo Commissario straordinario
Calogero Mauceri.

L’incontro è stato l’occasione per la Città di Rivalta per ribadire quanto già emerso nella
riunione convocata dal Prefetto di Torino il 23 novembre scorso con attori istituzionali e tecnici
interessati alla tratta Avigliana-Torino.

In quell’occasione il Commissario Mauceri si era detto intenzionato ad avviare e concludere
entro il 2022 la progettazione dell’intera tratta nazionale (da Bussoleno ad Orbassano) per
richiedere il cofinanziamento europeo ai lavori e di rendere il progetto sostenibile dal punto di
vista ambientale, sociale, economico e di governance.

Come noto, l’incarico di definire la nuova linea è in capo a RFI, Rete Ferroviaria Italiana, che
continua la progettazione sulla base di quanto presentato nella redazione del 2010, unico
elaborato attualmente disponibile. Tale progetto, però, risulta fortemente impattante per il
territorio, per il paesaggio e per i beni storici che rischia di lambire a Rivalta, lontano dalla
sostenibilità ambientale auspicata dal Governo.

Un impatto che inciderà su un territorio che ancora si sta interrogando sull’opportunità di una
nuova tratta rispetto alla reale saturazione di quella storica. Per questo motivo, nei primi
incontri lavorativi dell’Osservatorio, Rivalta chiederà nuovamente che per la tratta AviglianaOrbassano sia preso in considerazione l’utilizzo della linea storica anche per il traffico
merci, per limitare il consumo di suolo, rendendo così il progetto più sostenibile.

Spiega il vicesindaco della Città Agnese Orlandini: «Sono temi molto delicati sui quali
occorre continuare a ragionare con calma, prudenza e attenzione per avere, alle condizioni
date, il miglior progetto possibile. È fondamentale tutelare Rivalta nelle fasi progettuali per
ottimizzare tutti gli interventi di mitigazione possibili, anche attraverso la partecipazione ai
tavoli di discussione per far valere le ragioni e le preoccupazioni. È bene ricordare che ci
muoviamo all’interno di un quadro decisionale che ha visto il Parlamento, a stragrande
maggioranza, favorevole al proseguimento dei lavori».

Infine, riguardo alle “opere di accompagnamento” nessuna stima né ipotesi è stata
presentata per la tratta che interessa Rivalta. Anche alla luce di questa assenza nell’attualità
del tavolo, si ritiene doveroso non intraprendere ancora ragionamenti compensativi, ma
provvedere con ogni strumento a disposizione di un’amministrazione comunale alla tutela del
territorio

Peste suina, approvato il piano regionale

 

Via libera immediato a 24 ore dal provvedimento nazionale che ha stanziato finalmente i primi 10 milioni per indennizzi e reti di contenimento  Il presidente Cirio: “In questi mesi ci siamo fatti carico della situazione solo con le nostre forze”

 

 

A 24 ore dall’approvazione da parte del Governo del provvedimento che regolamenta a livello nazionale la gestione dell’emergenza peste suina africana, la Regione Piemonte ha recepito la normativa dando immediatamente via libera oggi al proprio Piano Regionale.

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“Finalmente è arrivato l’intervento che attendevamo da Roma – ha sottolineato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che ieri pomeriggio ad Acqui Terme ha incontrato gli Enti locali ed i rappresentanti del comparto insieme al commissario straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari, con i parlamentari e consiglieri regionali del territorio  -. Avremmo auspicato una azione più rapida perché nel frattempo la Regione ha dovuto far fronte alla situazione solo con le proprie forze, dalle prime ordinanze già a fine gennaio, all’anticipo di 3 milioni di euro per gli indennizzi per gli allevatori che hanno dovuto abbattere capi sani perché all’interno della zona rossa, fino al fondo da quasi 2 milioni per l’agricoltura e le altre realtà danneggiate. Abbiamo dovuto insomma anticipare ciò che a livello nazionale è stato definito solo ieri con lo stanziamento dei primi 10 milioni di euro, che serviranno a creare una rete di contenimento per bloccare il passaggio dei cinghiali infetti dall’area rossa a quelle non contaminate e agli indennizzi per le nostre aziende che dopo le conseguenze del covid, della guerra e dei rincari dell’energia e delle materie prime si trovano adesso a fronteggiare questa nuova emergenza e non possono essere lasciate sole”.

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Il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso si è soffermato sulla “certezza dei finanziamenti” e sul fatto che “da lunedì inizieranno i sopralluoghi per il posizionamento delle reti di recinzione. Un passo necessario per avere le deroghe che permetteranno, non appena partita questa operazione, di riprendere in parte le attività forestali e di outdoor”. Inoltre, ha garantito che “la Regione con gli enti locali supporterà l’attività del Commissario”.

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“Abbiamo un milione e 300 mila capi suini da salvare, avendone già dovuti uccidere 3.000 sani, che avevano l’unica colpa di trovarsi all’interno della zona infetta – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa . Questo comporta dei danni, e abbiamo affrontato con l’Europa il problema dei ristori. Lo abbiamo fatto quando ancora nessuno aveva capito l’entità del problema. Oggi finalmente abbiamo un decreto e anche delle risorse: se potrà servire per fare in modo che tutte le restrizioni attualmente in campo possano progressivamente essere eliminate avremo fatto un passo avanti. Il decreto dice che dobbiamo erigere una recinzione, a questo punto scatta la disponibilità degli amministratori a collaborare per posizionarla nel modo migliore possibile. Il virus – ha aggiunto – si sposta di un chilometro alla settimana. Occorre tempismo, sono già passati due mesi: mi auguro che il Commissario per l’emergenza abbia davvero tutti i poteri che servono per agire in tempi rapidi”.

Difensore civico: quarant’anni al servizio dei cittadini

A Palazzo Capris (via Santa Maria, 1) si è tenuto il convegno “Quarant’anni di difesa civica” per inquadrare la situazione di questa figura nata a tutela e garanzia del cittadino, frutto ancora di grande dibattito in ambito giuridico. Un istituto, quello della difesa civica, che si è ritagliato nel tempo un ruolo sempre maggiore. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio regionale e dal Difensore civico regionale in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Torino.

Il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, portando i saluti istituzionali ha affermato che “in questi quattro decenni il ruolo del Difensore civico ha assunto un’importanza sempre maggiore a servizio della cittadinanza, esercitando quella funzione di intermediario tra Pubblica amministrazione e cittadino, per tutelarne i diritti in caso di ritardi, omissioni, discriminazioni o abusi in generale. Ritengo giusto riconoscere la bontà, l’efficienza e l’efficacia del lavoro svolto in questi anni da un organo di garanzia essenziale, che contribuisce quotidianamente a misurare la reale capacità dell’Amministrazione regionale di essere sempre più vicina alle esigenze della società e alla sua continua evoluzione”.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, è intervenuto con un videocollegamento ed ha parlato di “un istituto importante per la vita democratica del nostro Paese e che per questo è previsto nello Statuto della nostra Regione. È importante celebrare l’attualità di una figura che come tutte le cose buone migliora nel tempo. Sono per questo disponibile a prendere in considerazione le proposte che verranno formulate per potenziare la figura del Difensore civico”.

Il segretario del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Torino, Paolo Berti, ha dichiarato che “la mediazione e l’indipendenza proprie alla funzione di Difensore civico, accomunano questo ruolo a quanto viene fatto dagli avvocati. Non solo in ragione della loro professionalità ma per la conoscenza che hanno delle persone, vengono infatti scelti degli avvocati per svolgere il ruolo del Difensore civico”.

Ha introdotto e moderato il convegno Paola Baldovino, Difensore civico della Regione Piemonte: “In questi 40 anni, il Difensore civico ha contribuito ad umanizzare l’attività amministrativa a tutela dei diritti delle persone e, in tal modo, far emergere i bisogni concreti dei cittadini – ha spiegato Baldovino -. Al Difensore civico possono rivolgersi tutti, gratuitamente e senza formalismi e, pertanto, l’istituto costituisce un’importante risorsa per la collettività piemontese. Con questo convegno si è inteso, oltre a celebrare l’anniversario della legge istitutiva dell’ufficio, diffondere anche la conoscenza di questa figura di garanzia e gli ambiti di intervento nei quali il Difensore civico può operare. In particolare, l’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Ordine degli avvocati di Torino, al fine di sottolineare l’utilità dell’Istituto per coloro che svolgono la professione forense, anche quale strumento deflattivo del contenzioso giudiziario”.

Sono stati 572 i fascicoli aperti nel corso del 2021 presso il Difensore Civico piemontese e di questi circa il 60% riguardano l’area dei servizi alla persona e, all’interno di questi, più di 7 su 10 sono inerenti sanità e ospedali. Interessante, tra le varie aree di intervento, quella sui procedimenti amministrativi e sulle richieste di accesso documentale e di accesso civico, che hanno garantito maggiore trasparenza delle amministrazioni.

È poi intervenuto Gianluca Gardini, ordinario del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Ferrara, che ha spiegato come “l’evoluzione storica e giuridica della difesa civica fa parte di una storia minore nel nostro Paese perché confinata alle esperienze delle autonomie territoriali. In Italia mai abbiamo avuto un difensore civico nazionale, diversamente da quanto accade nella stragrande maggioranza dei paesi dell’Unione europea. Addirittura non sono pochi gli stati che lo hanno previsto nella carta costituzionale e altri, comunque, con una legge ordinaria. Gli uffici del difensore civico presenti nel nostro paese non sono poi neanche stati valorizzati come strumento alternativo per la risoluzione delle controversie tra la Pubblica amministrazione e il cittadino. Ed è di tutta evidenza come questo avrebbe potuto alleggerire il Tar di una parte dei procedimenti”.

A proposito degli effetti del contenzioso amministrativo della difesa civica, Gabriella Racca, ordinario presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino ha spiegato che “La difesa civica va intesa come difesa della Buona Amministrazione, quindi il difensore non è un organo terzo rispetto alla Regione e alle altre amministrazioni ed è chiamato a collaborare affinché l’obbiettivo comune sia effettivamente raggiunto. Il cittadino in difficoltà deve trovare nel Difensore civico il punto di collegamento che ripristini il rapporto di fiducia con la parte pubblica. Per far ciò il difensore deve collegarsi e rafforzarsi in rete con Anac, con i responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza, con il Difensore civico digitale, con i responsabili della transizione digitale (Rtd), con le Aziende sanitarie, con i Media nelle forme tradizionali e più innovative”.

Su come è cambiato il modo di interfacciarsi dell’avvocato con la difesa civica e sulle varie funzioni del Difensore civico contro la gestione scorretta o impropria delle pubbliche amministrazioni è intervenuta Silvia Ingegnatti, avvocato del Foro di Torino, evidenziando “ la funzione di garante del diritto alla salute del Difensore civico, fino al potere di moral suasion che può essere esercitato nei confronti della Pa. Gli avvocati possono cogliere le opportunità insite nel ricorso al Difensore Civico al fine di vagliare, nel superiore interesse del proprio assistito, tutti gli strumenti posti a disposizione della legge, di cui la Difesa Civica costituisce una valida potenzialità”.

Alessandra Carrozzo, avvocato del foro di Torino ha illustrato i doveri deontologici dell’avvocato, con particolare riferimento al dovere di informazione verso i clienti che “impone di informare delle opportunità che offre l’istituto del Difensore Civico in diverse materie e quindi della possibilità e delle modalità per avvalersi di tale organo. Questo in relazione al rapporto che tale strumento di tutela ha con le altre prerogative difensive”.

Non riescono a nascondere la droga, arrestati

Il tentativo di disfarsi dello stupefacente non è passato inosservato

Due ragazzi di 21 e 25 anni sono stati arrestati dagli agenti del Commissariato Centro. I fatti risalgono a sabato scorso quando in C.so Vercelli, nei pressi del ponte Carpanini, i due ragazzi vedendo la volante hanno cercato inizialmente di dileguarsi a bordo di un monopattino, per poi tentare inutilmente di liberarsi della droga gettandola dal ponte. La scena non è sfuggita agli agenti che, dopo aver recuperato lo stupefacente hanno approfondito i controlli.

I due sono stati trovati in possesso di un totale di 100 grammi di hashish e circa 600 euro in banconote da piccolo taglio, motivo per cui sono stati arrestati in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Tentano il furto in un bar nel cuore della notte

Arrestati dalle Volanti della Polizia di Stato

Si sono introdotti attorno alle tre di notte all’interno delle pertinenze di un bar ubicato in via Pinerolo ma sono stati scoperti.

Martedì scorso due complici, vestiti di scuro, calzanti cappuccio e cappello di lana, dopo aver forzato una delle saracinesche, entrano all’interno del bagno del locale e da lì cercano tramite una scala a pioli di spostare i pannelli del controsoffitto nel tentativo di far accesso nelle altre aree del bar.

A causa dei rumori prodotti, alcuni condomini segnalano al 112 NUE il fatto: le pattuglie dell’Ufficio Prevenzione Generale e del Commissaraliato Dora Vanchiglia intercettano i due proprio mentre tentano di darsi alla fuga, vistisi scoperti. Si tratta di un 30enne di nazionalità rumena con diversi precedenti di polizia specifici solo nell’ultimo anno, e di un 34enne italiano. Entrambi sono stati arrestati per tentato furto aggravato in concorso.

Operaio precipita, un altro schiacciato da macchinario: due morti sul lavoro

Due vittime sul lavoro in due distinti incidenti ieri pomeriggio nel Cuneese.

Il primo è un operaio sessantenne, morto cadendo dall’impalcatura di un cantiere in un edificio in ristrutturazione in frazione Sant’Anna a Roascio. L’altra vittima  un operaio cinquantenne che è rimasto schiacciato in un una macchina insacchettatrice all’interno di  una cava a Villanova Mondovì.

Donna cade nel canale di cemento e finisce al Cto

Una “task force” composta  dai Vigili del Fuoco di Ivrea, un’ambulanza, l’elisoccorso e i Carabinieri, è accorsa per salvare una pensionata finita in un canale di cemento, alto un paio di metri, lungo la strada.

La donna aveva fatto la spesa al Penny Market di Borgofranco e stava rincasando.

Forse è stata urtata da una vettura o è caduta.

La malcapitata è stata elitrasportata al Cto di Torino. Non è in pericolo di vita.

Anziana aggredita e rapinata di 200 mila euro, quattro arresti

In quattro, due di loro minorenni, sono stati arrestati dalla polizia per la rapina di 200 mila euro avvenuta a Novara, lo scorso novembre, in casa  di un’anziana che fu picchiata, legata e imbavagliata. La polizia ha trovato  l’impronta di un minorenne, con  precedenti penali, conoscente del figlio di un artigiano che aveva fatto  lavori nell’abitazione della donna. La Squadra Mobile di Novara è così arrivata ai quattro arrestati.