CRONACA- Pagina 613

Finalmente pioggia. La siccità allenterà la morsa?

A causa di correnti di aria fredda provenienti dall’Atlantico, dalle prime ore della domenica sono giunte precipitazioni nella parte occidentale della regione. In corso piogge e temporali anche oggi lunedì 1 maggio, in particolare tra Torino e Verbano. Secondo le previsioni dell’agenzia Arpa, a partire da martedì ci sarà un aumento dell’alta pressione dell’aria con nuove correnti secche da nord. L’allerta gialla di domenica 30 aprile ha interessato la pianura tra Cuneo e Torino, l’alta Valle di Susa e le valli di Chisone, Pellice, Po, Varaita, Maira, e Tanaro.

 

Capriolo in autostrada, la polizia lo prende in braccio e lo salva

Una pattuglia della Polizia stradale della Sezione di Torino – Distaccamento di Chivasso – intorno alle 9,00 di sabato 29 aprile, è intervenuta sull’autostrada A/5, tra le uscite di San Giorgio e Scarmagno direzione Aosta dove alcuni automobilisti avevano segnalato alla Centrale Operativa la presenza di un Capriolo sulla corsia di emergenza.

La pattuglia intercettava l’animale, in evidente stato di shock, e gli prestava i primi soccorsi mettendo contestualmente in sicurezza la circolazione stradale.

Il piccolo capriolo, che presentava solo una leggerissima abrasione, veniva quindi accudito dagli agenti che, su indicazione dei sanitari della clinica Veterinaria di Grugliasco e del servizio veterinario dell’ASL 4, provvedevano a coprirgli gli occhi con uno  “scaldacollo” e a tranquillizzarlo prendendolo in braccio.

Gli agenti, esperti per aver già prestato soccorsi analoghi, sempre seguendo le indicazioni dei veterinari, caricavano il capriolo su un mezzo della concessionaria ATIVA, e trasportavano l’animale in un vicino boschetto nei pressi dell’uscita di Scarmagno dove, dopo avergli tolto la benda, lo lasciavano libero.

Il posto dove era stato trovato infatti presentava delle reti di recinzione che l’animale, evidentemente esausto e sotto shock per la disavventura, non era più in grado di superare.

Tentato omicidio a Torino: arrestati la ex compagna della vittima e il fratello

I carabinieri di Torino Mirafiori hanno arrestato la ex-compagna e il fratello di un uomo di 33 anni, accusati di tentato omicidio e rapina in un appartamento di corso Svizzera a Torino, avvenuto alcune settimane fa. I due sospettati, entrambi cittadini marocchini residenti a Saluzzo, avrebbero fatto irruzione nell’appartamento del 33enne per compiere una rapina, in seguito al suo rifiuto di accontentare la richiesta di denaro della donna. Durante l’azione, i due avrebbero causato gravi ferite alla vittima e sarebbero riusciti a rubare una somma di denaro e un telefono cellulare, prima di fuggire dal luogo del crimine. Successivamente, si sarebbero allontanati in macchina facendo ritorno a Saluzzo. Le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto dei sospettati per i reati di tentato omicidio e rapina nell’appartamento della vittima.

 

Il Centro Soccorso Violenza Sessuale (S.V.S.) dell’ospedale Sant’Anna di Torino compie 20 anni

E’ attivo da maggio 2003. Esso è parte integrante del Centro Esperto Sanitario contro la violenza della Città della Salute di Torino, come istituito dalla Legge Regionale n. 4 del 24 febbraio 2016 “ Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli”.
In questi 20 anni di servizio sono state accolte presso il Centro S.V.S. 2.200 donne,  48% italiane e 52% straniere. Nel corso degli anni si è registrato un notevole incremento del numero di donne che sono state prese in carico dal Centro, partendo dai 30 – 50 casi dei primissimi anni fino ad arrivare agli attuali 150 – 200 casi all’anno. L’età media delle donne visitate è stata di 28 anni con un 47% di adolescenti (età compresa tra 14 e 24 anni) e nel 53% dei casi le donne hanno un’età superiore ai 25 anni.
Sul totale di donne accolte il 7% ha riferito un maltrattamento in gravidanza prevalentemente perpetrato dal partner (78% dei casi).
Le donne migranti sono state il 14% del campione e di esse il 23% ha subito una mutilazione genitale femminile.
Il Centro S.V.S. di Torino (responsabile dottoressa Paola Castagna), così come il Centro S.V.S.eD della Clinica Mangiagalli di Milano, sono in Italia i Centri sanitari di riferimento pubblici per la presa in carico clinica psicologica e sociale di donne vittime di violenza. Il Centro è dedicato all’accoglienza ed alla presa in carico della donna che ha subito violenza sessuale, con pronta disponibilità ginecologica h24 (grazie alla collaborazione con le Asl piemontesi).
Scopo del Centro SVS di Torino è quello di offrire soccorso alle donne di età uguale / superiore ai 14 anni, che hanno subito violenza sessuale o maltrattamento in gravidanza, sia nell’emergenza, sia nelle fasi successive all’evento traumatico, con interventi clinici, psicologici e sociali personalizzati, garantendo la continuità assistenziale.
L’assistenza sanitaria offerta è altresì rivolta alle donne che hanno subito violenza sessuale, torture, mutilazioni genitali nei Paesi d’origine, spesso assoggettati alle guerre civili, o durante i percorsi migratori e richiedenti asilo politico nel nostro Paese.
L’équipe multidisciplinare del Centro SVS è costituita da personale dedicato e formato (ginecologhe, ostetrica,  psicologa, assistente sociale).
L’ambulatorio del Centro SVS è operativo dal lunedì al venerdì ed è inoltre attiva la pronta disponibilità pomeridiana e notturna tutti i giorni dell’anno, inclusi  i  festivi.
La visita viene effettuata in locali dedicati presenti all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Anna, instaurando una relazione di ascolto che permetta alla donna di affidarsi, sia per quanto riguarda il racconto della violenza sia per quanto riguarda la cura del proprio corpo.
Il Centro SVS collabora con i Servizi territoriali di interesse per la prosecuzione della presa in carico della persona assistita, ove necessario. Mantiene direttamente i contatti e collabora con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, Gruppo Fasce Deboli, con le altre Procure Ordinarie piemontesi e nazionali, la Procura presso il Tribunale per i Minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta, con le Forze dell’Ordine.
Anche durante la pandemia da COVID 19 il Centro è stato regolarmente aperto e si è mantenuta la reperibilità h24 del personale dedicato.
Il Centro S.V.S. è nato e continua il suo operato grazie alla tenacia ed alla passione di molte donne che si sono messe al servizio di altre donne in momenti di grande difficoltà, nei quali la propria dignità è stata completamente calpestata. E’ risaputo, infatti, come la violenza nei confronti delle donne sia un fenomeno endemico, trasversale, ma purtroppo ancora caratterizzato da notevoli  stereotipi e  pregiudizi. Altro elemento essenziale per la creazione e il mantenimento nel tempo del Centro S.V.S. è quello di far prendere coscienza agli operatori che la violenza di genere ha un impatto sulla salute delle persone che va oltre il singolo evento violento, ma che ha conseguenze a breve e lungo termine fisiche, psichiche e sociali.
Si è dunque pensato che fosse giusto festeggiare i 20 anni di attività con una modalità particolare. Grazie alla collaborazione con Associazioni ACTO PIEMONTE e Rido ricerca per la Donna e con la struttura IL RANCH DELLE DONNE, è stata organizzata una settimana di eventi, dal 2 al 7 maggio 2023, durante la quale, attraverso l’arte, la musica, le arti figurative e la cultura in senso lato, si vuole parlare di rispetto, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni. Attraverso di loro è infatti possibile diffondere la cultura della non violenza soprattutto ai coetanei, mettendosi in gioco, aiutando la riflessione sul tema ed utilizzando il dialogo come potente strumento di cambiamento!

Carmagnola, lancio di sassi sul Consiglio comunale: arrivano i carabinieri

Momenti di paura al consiglio comunale di Carmagnola. Durante la fine della riunione, mentre si stava discutendo del sagrato della Chiesa di San Bernardo, alcune persone dall’esterno hanno tirato dei sassi contro la finestra della sala del consiglio, nelle vicinanze dei posti per il pubblico, causando la rottura della finestra. La riunione è stata immediatamente sospesa e i carabinieri della compagnia di Carmagnola sono stati chiamati per indagare sull’incidente.

 

Nursing Up: “l’età media degli infermieri al lavoro è sempre più alta”

Nel giro di 15 anni il 40% degli attuali infermieri sarà in pensione

 

Bisogna agire subito per non sguarnire il sistema sanitario pubblico

Chi di dovere convochi un tavolo strategico con i sindacati per una soluzione

 

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, lancia un preoccupato allarme sul continuo e inarrestabile invecchiamento della categoria, con l’età media attuale degli infermieri, rilevata sugli iscritti agli ordini, che è giunta a 52,2 anni, quando solo nel 2019 era di 45,6 anni.

Un fenomeno che non può che destare una concreta preoccupazione perché in proiezione, nel giro di 15 anni, avremo almeno il 40% degli infermieri attuali che avranno abbandonato il lavoro, perché andati in pensione. Quasi la metà degli attuali infermieri occupati, quindi, se ne andranno (giustamente per il raggiungimento dell’età pensionabile) e da chi verranno sostituiti, visto che già oggi gli organici avrebbero bisogno di massicce nuove assunzioni? Da chi, visto che come andiamo dicendo da mesi inascoltati, sarebbe necessario già oggi avere almeno 5000 infermieri in più, assunti e immessi nel sistema sanitario pubblico della nostra regione?

Le cifre di questo “disastro generazionale” che oggi viviamo, certificate a livello nazionale dall’indagine del maggio 2022 dell’osservatorio Oasi (Observatory on healthcare organizations and policies in Italy) del Cergas Bocconi che hanno evidenziato, drammaticamente, come l’età media dei dipendenti del Servizio sanitario nazionale sia addirittura 56,49 anni, impongono immediate e risolutive azioni collettive, con strategie concrete messe in atto dalla Regione in accordo con i sindacati.

Le linee guida su cui lavorare sono essenzialmente tre: un rigoroso e coraggioso piano di assunzioni, che contribuisca a sanare la voragine esistente; rendere il lavoro nella sanità pubblica regionale più appetibile con una valorizzazione economica degna di tal nome che può e deve restituire appeal e credibilità alla nostra professione; incentivare il ricambio generazionale continuo e sostanzioso partendo dalle basi della professione, ovvero i corsi universitari.

 

Se non si agirà immediatamente su queste strategie, il futuro della nostra professione e dell’attuale sistema di sanità pubblica sarà davvero una grande incognita, con la chiara possibilità che molti dei servizi erogati oggi non possano più essere realizzati “domani” per la mancanza di personale.

Il Segretario regionale Nursing Up del Piemonte, Claudio Delli Carri, aggiunge: “Agire subito su queste drammatiche previsioni che poggiano su dati concretissimi odierni, che ognuno di noi vive di persona quotidianamente nei reparti in perenne emergenza di personale, non vuole dire impostare l’ennesima sterile discussione o polemica. Ma vuole dire pianificare da parte della Regione, assieme alla parte sindacale, immediate strategie per massicce assunzioni di forze fresche, incentivando la scelta della professione nella sanità pubblica con una valorizzazione economica adeguata e concreta, e supportando tramite ciò la scelta di questo mestiere dei giovani che iniziano l’università. Oggi, gli infermieri sono pochi, con un’età media superiore ai 50 anni, e si applicano in una professione usurante sia fisicamente sia psicologicamente, che non può essere affrontata per 40 anni lavorativi di fila. In più, anche la “finestra lavorativa” dell’infermiere si è ristretta, visto che fino a qualche anno fa i giovani assunti andavano dai 19 anni ai 22 anni e oggi, dopo la formazione universitaria, l’accesso al mondo del lavoro è slittato: infatti, i nuovi infermieri che entrano nelle strutture hanno in media dai 24 ai 28 anni. E, altro dato drammatico, le domande al corso di laurea per infermiere (dati nazionali) sono palesemente diminuite rispetto agli anni precedenti, dopo i “picchi” degli anni dal 2010 al 2013.

Ora, se è inevitabile che i colleghi che oggi sono over 50 andranno tutti in pensione, è chiaro che non abbiamo altre strade da percorrere se non quella di ricostruire da zero tutta la strategia di gestione della nostra professione nella sanità pubblica. La situazione è davvero allarmante. Per fare un esempio è come se la professione nel pubblico fosse una barca che mese dopo mese si riempie d’acqua, senza che nessuno faccia nulla per rimediare: la barca alla fine affonda. Le toppe, gli interventi tampone, il ricorso ad artifici estemporanei come l’appoggiarsi alle cooperative con le esternalizzazioni, non risolvono il problema. Se non vogliamo rischiare un’ecatombe di personale sanitario con tutte le conseguenze sulla qualità delle prestazioni dei cittadini che si possono immaginare, è imperativo agire.

Chiediamo dunque a chi di dovere di organizzare un tavolo permanente di “emergenza”, con la presenza dei sindacati, per creare una strategia d’azione concreta e da attuare subito per tentare di trovare una soluzione.

Se invece non si farà nulla, l’alternativa, come ci raccontano i dati, sarà un futuro su cui incombe un’enorme incognita sia per la nostra professione sia per il sistema sanitario pubblico come lo conosciamo”.

 

Chieri: “Slow Time. Siamo tutti nipoti”

“SLOW TIME 2023”: SIAMO TUTTI NIPOTI

Sabato 6 maggio in Biblioteca Civica

il primo laboratorio tra generazioni promosso dal Centro Famiglia

“Slow Time. Siamo tutti nipoti” è un progetto organizzato dal Centro Famiglia di Chieri e sostenuto dal Comune di Chieri, che coinvolge le scuole dell’infanzia Chieri1, Chieri3 e l’Istituto Santa Teresa, oltre al Liceo Monti e alla Biblioteca Civica.

Attraverso un laboratorio intergenerazionale, si intende promuovere occasioni ludico-educative ed iniziative per bambine e bambini e favorire l’attivazione di reti informali tra genitori e famiglie allargate con bimbi della fascia di età 0-6 anni.

        Il primo incontro, dal titolo «Il Villaggio che educa. Bambini, genitori, nonni, insegnanti in un laboratorio tra generazioni», è in programma sabato 6 maggio, dalle 10 alle 12, presso la Biblioteca civica “Nicolò e Paola Francone” (via Vittorio Emanuele II, 1).

        Qui saranno esposti i disegni e i lavori realizzati dagli alunni della scuola dell’infanzia Istituto Santa Teresa, che verranno illustrati dalle insegnanti. Nell’occasione è prevista la consegna alla scuola di libri per l’infanzia che rappresentano e narrano di nonne e di nonni. Gli alunni saranno coinvolti in un laboratorio di manualità,condotto da due animatrici, affiancate da studenti del Liceo Monti. Contemporaneamente i genitori, le nonne e i nonni, insieme agli insegnanti, parteciperanno a un incontro di riflessione sulle tematiche della “nonnità”, coordinato da due nonni del Centro Famiglia di Chieri.

                        «Con questa iniziativa vogliamo stimolare il coinvolgimento di nonni e genitori e attivare reti formali e informali sul territorio-spiegano i referenti del progetto Luciano TOSCO e Tiziana PIOVESANAL’obiettivo è promuovere una riflessione sui rapporti intergenerazionali tra le diverse figure familiari ed educative che ruotano intorno ai bambini (genitori, nonni, insegnanti) coinvolgendo e promuovendo nel contempo il loro protagonismo. Attraverso laboratori presso le Scuole dell’infanzia di Chieri gestiti dalle insegnanti sono stati prodotti dai bimbi disegni, pensieri, oggetti semplici, che parlano di loro in relazione con i loro genitori, le nonne e i nonni, e tutte le persone, gli animali e gli oggetti per loro significativi. Questi lavori vengono esposti alla Biblioteca Civica in occasione di incontri durante i quali i bambini sono coinvolti in laboratori di manualità (condotti dalle animatrici affiancate dagli studenti del Liceo Monti) e gli adulti in momenti di riflessione».

                        «Molteplici studi sociologici e le neuroscienze confermano l’efficacia di investire in momenti educativi e di socializzazione finché i bambini sono piccoli o piccolissimi – spiega Manuela OLIA, consigliera comunale del Pd con delega ai progetti e servizi per l’infanzia da zero a sei anni – Ricerche internazionali confermano che lo sviluppo della parola in questo periodo è collegato allo sviluppo del cervello dei bambini, e che chi ha avuto opportunità di sviluppo in questo periodo ha risultati migliori a scuola, nel lavoro e nello studio, per tutta la vita. L’inizio della vita è un momento strategico per i bambini, le bambine e le loro famiglie. Per questo la Città di Chieri sostiene il progetto del Centro Famiglia nell’ambito del pluriennale progetto Slow Time della città,per promuovere occasioni di socializzazione per bambini e genitori e favorire l’attivazione di reti informali tra famiglie con bambini della fascia di età 0-6 anni».

All’incontro sono invitati i bambini accompagnati da genitori, nonni e altri familiari (fratelli, zii…): per quelli frequentanti la Scuola dell’Infanzia Istituto Santa Teresa occorre dare comunicazione alla scuola stessa, per gli altri è opportuno dare comunicazione di partecipazione alla Biblioteca Civica.

I prossimi incontri si svolgeranno di sabato, sempre in Biblioteca, dalle 10 alle 12, con la partecipazione delle seguenti scuole: 14 ottobre Scuola infanzia Celestina Costa Istituto Comprensivo Chieri 1; 21 ottobre Scuole infanzia Istituto Comprensivo Chieri 3; 4 novembre Scuole infanzia istituto comprensivo Chieri 3; 18 novembre Scuola infanzia Istituto Santa Teresa.

Info:

Biblioteca Civica:

Tel.011/9428400, biblioteca@comune.chieri.to.it

Il ricordo del questore Faraoni dieci anni dopo la scomparsa

Domenica 30 aprile ricorrerà il decennale dalla scomparsa del dr. Aldo Faraoni, Dirigente Generale di P.S., già Questore di Torino dal 25 agosto 2008 al 31 gennaio 2013.

Di concerto con la famiglia, sabato 6 maggio si onorerà  la memoria dell’ex Questore Faraoni con unaSanta Messa in suo suffragio, che avrà luogo alle ore 10 nella Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata Concezione e San Donato, in via San Donato 21; la funzione verrà concelebrata dal Parroco della Chiesa don Luca Pacificoe dal Cappellano della Polizia di Stato Don Cristiano MASSA.

Appena pochi giorni fa, anche il Questore Vincenzo Ciarambino, nel corso del suo discorso in occasione del 171° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato, ha ricordato il caro ed amato Aldo, morto a pochi mesi dal collocamento in quiescenza al termine di una brillante carriera alla guida della sua questura, nei cui ranghi aveva militato per gran parte della sua storia di investigatore stimato ed apprezzato.

Nato a Sutri (VT) il 4 gennaio del 1948, dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Aldo Faraoni era infatti approdato a Torino: l’esordio professionale nell’ottobre del 1974, come funzionario di P.S. al Commissariato San Paolo, al tempo in via Cesana. Chiamato pochi mesi dopo alla Squadra Mobile del capoluogo piemontese, si distinguerà per le sue doti professionali e il particolare acume investigativo.  Il 30 ottobre del 1980, durante un’operazione di polizia, viene ferito in un conflitto a fuoco, fatto che l’anno successivo gli varrà un Attestato di Merito Speciale. Della Squadra Mobile diventerà anche Dirigente, dal dicembre del 1987 all’agosto del 1994, quando viene destinato alla direzione del Centro Interprovinciale Criminalpol. A quel periodo risalgono alcune brillanti operazioni, come quelle relative ai sequestri di Marco Fiora, Castagno, Alessi, nonché le numerose investigazioni sulla criminalità organizzata siciliana e calabrese e i casi di omicidio di Nazzareno Tidona, Raffaele Pelletto e Patrizia Esposto.

Dal settembre del 1995 fino ad ottobre dell’anno successivo sarà alla direzione della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Torino.

Dal 1996 al 1999 Aldo Faraoni viene chiamato a dirigere la Squadra Mobile di Napoli. Promosso Dirigente Superiore, è prima Questore della provincia del Verbano Cusio Ossola e poi di Treviso e Modena. Nel settembre del 2003 ricopre l’incarico di coordinatore del gruppo di lavoro che si occupa della logistica nella pianificazione per la sicurezza dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006.

Dal 1° Dicembre 2007 è Direttore del Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale di Torino.

Nominato Dirigente Generale di P.S., il 25 agosto 2008diventa Questore di Torino, alla cui guida rimarrà per un lungo periodo, il più lungo di tutti i questori torinesi, fino al 31 Gennaio 2013, suo ultimo giorno di servizio.Soltanto il giorno prima, nella sala riunioni della Questura, che oggi porta il suo nome, aveva avuto luogo la sua ultima conferenza stampa, insieme al Procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli, in occasione dell’arresto, operato dalla Squadra Mobile torinese,dell’uomo ritenuto responsabile del delitto del consigliere comunale Alberto Musy .

Il 30 Aprile dello stesso anno Aldo Faraoni muore a causa di una terribile e dolorosa malattia, che non gli ha però impedito di lavorare con amore ed assoluta dedizione, al servizio della Polizia di Stato e della sua città d’adozione, Torino, dove ancora oggi è ricordato con profonda ammirazione dalla cittadinanza tutta come il Questore “gentiluomo” per la sua profonda umanità.

​​​​​​(foto di repertorio)

Controlli nelle zone della movida, sanzionati tre locali

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Nella scorsa notte hanno avuto luogo, come di consueto, i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale –  nelle aree cittadine interessate dal fenomeno della “movida”.

L’attività, iniziata alle ore 20 del sabato sera, si è concentrata in Piazza Vittorio Veneto, Piazza Castello, Piazza Santa Giulia, Piazzale Valdo Fusi, Piazza Emanuele Filiberto, Via Sant’Ottavio angolo via Verdi, via Mattero Pescatore, via Rossini oltre che zona Murazzi e quartiere San Salvario.

Complessivamente, sono stati sottoposti a controllo 187 persone e diversi locali pubblici, 3 dei quali, ubicati in via Santa Giulia, via Balbi e corso San Maurizio, sono stati sanzionati amministrativamente per le violazioni in materia di vendita di bevande alcoliche. In due dei tre casi è stata riscontrata la vendita di alcol dopo le ore 21.

I servizi di polizia continueranno con cadenza regolare.