Saranno sterilizzati e messi in semi libertà nell’apposita area di via Germagnano
E’ stato completato l’intervento di cattura di alcuni cani randagi nella zona del parco Arrivore. Dopo essere stati visitati e sterilizzati, gli animali saranno mantenuti in stato di semi libertà all’interno di una grande area che la Città ha realizzato appositamente in via Germagnano.
“La situazione era attenzionata da tempo – ha commentato l’assessore alla Tutela animali Francesco Tresso – ed era già stato programmato un intervento per risolverla, realizzato grazie al lavoro congiunto effettuato dall’Assessorato, dagli uffici della Tutela Animali della Città, da Enpa e dai volontari, con il supporto scientifico dell’Università, agendo in modo tempestiva e nel pieno rispetto degli animali”.
Da una decina di giorni nei pressi di via Ramazzini (l’area che era il branco aveva scelto come proprio rifugio) era stato allestito un grande “recinto di cattura”; gli uffici della Tutela Animali avevano concordato con i volontari le modalità con cui alimentare progressivamente i cani all’interno della gabbia. Ieri, in tarda serata, la gabbia è stata chiusa e, sotto la guida dei veterinari di Enpa, sono stati catturati quattro animali: un esemplare maschio e tre femmine, la mamma con due figlie. In questo momento continua a rimanere libero un solo esemplare maschio, ma a breve si confida di prenderlo con le stesse modalità e con più facilità, perché è rimasto solo.
Enpa stanotte è intervenuta con le sue squadre per recuperare gli animali all’interno delle gabbie. I cani verranno ora visitati, sterilizzati, e quindi mantenuti in stato di semi libertà all’interno dell’area predisposta in via Germagnano. Si tratta di una sperimentazione di assoluta novità, concordata con l’Asl, perché questi cani inselvatichiti non possono essere adottati e neanche essere tenuti insieme agli altri nel canile di strada Courgnè. In questo modo gli animali sono mantenuti sotto controllo, alimentati e monitorati costantemente anche per la parte veterinaria.
Lo svolgimento dell’intera operazione è stata validata da un professore di veterinaria dell’Università a cui è stato chiesto un consulto, che ha fornito consigli utili alla cattura degli cani, che è avvenuta in modo non violento e nel pieno rispetto degli animali, grazie al lavoro di squadra messo in campo da tutti i soggetti coinvolti nelle operazioni.
Le cattive notizie conquistano sempre le prime pagine dei giornali e negli ultimi tempi anche le seconde e le terze. Così la narrazione che emerge delle periferie è sempre quella negativa. E’ una riflessione che ho fatto nuovamente in questi giorni quando Mirafiori è tornata alla ribalta mediatica per la notizia di un ragazzo gambizzato, probabilmente per questioni di spaccio. Ancora una volta mi sono chiesto: ma se lo stesso spazio mediatico venisse dato a cosa il quartiere realizza, attraverso le associazioni e le parrocchie, per coinvolgere i giovani e tenerli lontano dalla delinquenza? Allora il messaggio sarebbe diverso, sia per i residenti sia per chi da fuori sente parlare di Mirafiori. In questi anni in cui ho dedicato il mio impegno sociale attraverso iniziative realizzate proprio nei quartieri che soffrono di più ho compreso l’importanza di raccontare il bello che c’è anche come azione di contrasto alla violenza e al degrado. Qualcuno diceva che sono le piccole azioni che danno il via ai grandi cambiamenti. Forse dovremmo impegnarci tutti a raccontare di più e meglio le periferie attraverso i punti di forza e le peculiarità. Non sempre e solo la negatività. In periferia ci sono degrado, insicurezza, pochi servizi ma c’è il vero volontariato, c’è il grande lavoro delle associazioni e delle parrocchie, ci sono i comitati di residenti più attivi della città. I borghi delle nostre periferie hanno molto da raccontare, storie di vita e storie passate e presenti della nostra Torino.

