CRONACA- Pagina 5

Crolla controsoffitto alle Molinette

Ordine delle Professioni Sanitarie: Indignazione per le Condizioni di Lavoro dei Tecnici di Laboratorio all’Ospedale Città della Salute

 

Lunedì 24 giugno è crollato il controsoffitto, finendo nel Laboratorio Analisi delle Molinette, centro nevralgico della città della salute a Torino. Fortunatamente non ci sono stati feriti. Il presidente dell’Ordine delle Professioni Sanitarie di To Ao Al At Giuseppe Smeraldi esprime un forte senso di preoccupazione a riguardo ” le condizioni di lavoro in cui sono costretti a operare i tecnici di laboratorio presso l’Ospedale Città della Salute, dovute alle gravi carenze nella manutenzione dei locali, non solo compromettono la sicurezza dei lavoratori, ma mettono a rischio anche la qualità delle cure fornite ai pazienti.” I tecnici di laboratorio, professionisti fondamentali nel sistema sanitario, si trovano a dover affrontare situazioni di lavoro inadeguate, caratterizzate da spazi non idonei, attrezzature obsolete e una generale mancanza di supporto strutturale. Queste condizioni rendono estremamente difficile gestire i campioni da analizzare, compromettendo la tempestività e l’accuratezza dei risultati diagnostici, elementi essenziali per garantire una cura di qualità. L’Ordine chiede un intervento immediato da parte delle autorità competenti per attuare le necessarie misure di manutenzione e ristrutturazione dei locali. È fondamentale garantire un ambiente di lavoro sicuro e dignitoso per i professionisti, affinché possano svolgere le loro mansioni al meglio delle loro capacità e nel rispetto della salute dei pazienti. L’Ordine delle Professioni Sanitarie Tecniche , della riabilitazione e della prevenzione, invita tutti gli attori coinvolti a unirsi in questo appello per garantire la tutela dei lavoratori e dei pazienti, affinché si possa costruire un sistema sanitario all’altezza delle aspettative della comunità.

L’Ordine delle Professioni Sanitarie Tecniche

Borgata Lesna: da sempre inclusiva, ma ora qualcosa sta cambiando

La Borgata Lesna, quartiere della terza circoscrizione di Torino, è sempre stata un esempio di convivenza pacifica, accoglienza e rispetto reciproco. Un quartiere dove persone di origini diverse hanno saputo costruire legami solidi, condividere spazi, culture e sogni. Qui la parola “comunità” ha sempre avuto un significato profondo, concreto.

Negli ultimi tempi, però, si percepisce un cambiamento preoccupante. Segnali di chiusura, diffidenza verso il “diverso”, episodi isolati ma significativi di intolleranza stanno incrinando quel clima che ha fatto di Borgata un modello di integrazione. Commenti ostili sui social, sguardi evitanti per strada, lamentele infondate contro chi ha un altro colore della pelle o parla una lingua diversa: piccoli gesti che, messi insieme, creano una frattura.
Le cause possono essere tante: la crisi economica, la paura alimentata da una certa retorica politica, o semplicemente l’abitudine che si trasforma in indifferenza. Ma non possiamo restare a guardare. Difendere l’anima inclusiva di Borgata è un dovere di tutti. Basta poco: un gesto gentile, una parola chiara contro il pregiudizio, la scelta di stare dalla parte dell’umanità.
Perché Borgata non torni indietro, ma continui ad essere casa per chiunque la voglia abitare con rispetto e dignità.

Enzo Grassano

Lite degenera in pugni e spintoni: doppio intervento dei Carabinieri 

Due interventi in poche ore per i Carabinieri, chiamati a sedare altrettante liti violente che, secondo le segnalazioni, stavano rapidamente degenerando in scontri fisici. I fatti si sono verificati nei giorni scorsi tra il centro di Biella e la vicina Valle Cervo.

In entrambi i casi, le tensioni tra due uomini sono sfociate in spintoni e pugni, rendendo necessario l’intervento dei militari. Tuttavia, all’arrivo delle pattuglie, uno dei protagonisti delle aggressioni si era già dileguato. Sono in corso le opportune indagini per ricostruire l’esatta dinamica degli episodi e individuare eventuali responsabilità.

Violenza di genere, incontro a Rivoli

  • A Rivoli nel 2025 già 9 comunicazioni all’Autorità Giudiziaria per maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e 5 ammonimenti
  • I dati regionali di Telefono Rosa per il 2024: 761 le donne accolte e 5116 i contatti registrati
  • Assessora Gribaldo: abbiamo costruito basi solide per rendere Rivoli una città sempre più inclusiva e consapevole

 

Rivoli, 24 giugno 2025 – Dopo tre anni torna a Rivoli “Innamòrati di Te”, l’evento itinerante ideato e promosso da Codere Italia sul tema della violenza di genere. Un nuovo appuntamento per tenere alta l’attenzione su un fenomeno che, purtroppo, negli anni non smette di essere protagonista sulle prime pagine delle cronache nazionali.

La diciottesima edizione ha ottenuto il patrocinio della Città di Rivoli, degli Stati Generali delle Donne e della FERPI-Federazione Relazioni Pubbliche Italiana ed è ospitata nella Sala Polivalente del Centro Congressi del Comune di Rivoli.

“Il Comune di Rivoli ha da tempo intrapreso un cammino chiaro e convinto a favore delle politiche di genere, consapevole che la promozione della parità e il contrasto alle disuguaglianze non possono essere relegati a momenti simbolici, ma devono essere parte di un impegno quotidiano e strutturato, dichiara Dorotea Gribaldo, Assessora con deleghe per politiche giovanili, pace e cooperazione internazionale, pari opportunità, benessere degli animali, gemellaggio, legalità e tutela dei diritti del Comune di Rivoli. Già durante la precedente amministrazione sono state messe in campo due azioni fondamentali per rafforzare la rete territoriale in un’ottica di equità e prevenzione: l’istituzione della Consulta delle Donne, organismo permanente di confronto, proposta e vigilanza, e l’attivazione di uno Sportello Antiviolenza all’interno del Comune, gestito con grande competenza dall’Associazione EMMA Onlus. Quest’ultimo rappresenta un presidio essenziale per tutte le donne che vivono situazioni di disagio o pericolo, offrendo loro ascolto, orientamento e supporto concreto in un percorso di riappropriazione della propria libertà e dignità. Come giovane amministratrice, credo fermamente che la prevenzione delle discriminazioni e la promozione delle pari opportunità debbano partire anche e soprattutto dalle giovani generazioni. Per questo stiamo lavorando a percorsi educativi, incontri pubblici e iniziative culturali che parlino di rispetto, di diritti e di relazioni sane. La sfida è ancora aperta, ma abbiamo costruito basi solide per rendere Rivoli una città sempre più inclusiva e consapevole. È un impegno che intendiamo portare avanti con determinazione, ogni giorno”.

Gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Interno evidenziano che nel periodo gennaio – marzo 2025 si sono registrati, in ambito nazionale, 17 omicidi con vittime di sesso femminile. Il confronto con lo stesso periodo del 2024 – in cui se ne sono registrati 26 – mostra fortunatamente un decremento (-35%).

Sul territorio di Rivoli, nel 2024 sono state 30 le comunicazioni all’Autorità Giudiziaria per maltrattamenti, stalking, violenza sessuale. Gli ammonimenti del Questore per stalking o maltrattamenti sono stati 23. Nel 2025, sempre a Rivoli, sono già 9 le comunicazioni all’Autorità Giudiziaria per maltrattamenti, stalking, violenza sessuale 5 gli ammonimenti sempre per stalking o maltrattamenti.

“Il Commissariato di Rivoli è da sempre attento ai casi di violenza di genere, dando priorità all’ascolto e al supporto delle vittime, anche in seguito a segnalazioni lievi. Attiva prontamente contatti e informa sulle tutele disponibili, contribuendo alla prevenzione in contesti a rischio, spiega Maria Teresa Cerutti, Sostituto Commissario della Polizia di Stato Commissariato di Rivoli. È inoltre impegnato da anni in attività di educazione alla legalità nelle scuole e partecipa a iniziative territoriali come la manifestazione “EVVIVA”, promossa da ASL TO3 e Ospedale di Rivoli. Queste occasioni permettono un dialogo diretto con i giovani e rafforzano la rete di collaborazione tra istituzioni”.

Nel 2024, sono stati 5.116 i contatti tramite mail, chat, messaggistica istantanea e sms, e 761 le donne accolte dalle volontarie dell’Associazione Telefono Rosa a livello regionale. Particolarmente allarmante è la presenza di vittime molto giovani: il 3,4% delle donne ha meno di 16 anni e un ulteriore 21,8% rientra nella fascia d’età tra i 16 e i 29 anni. La violenza psicologica si conferma la più diffusa (63%), seguita dalla violenza verbale e dalle minacce. Significative anche le percentuali relative alla violenza fisica e a quella economica. Non meno rilevante è la presenza di stalking e cyberstalking.

La situazione evidenzia, inoltre, una preoccupante disparità anagrafica: mentre il 25% delle vittime ha meno di 29 anni, solo il 16,5% dei maltrattanti appartiene alla medesima fascia d’età. Questo dato suggerisce che le giovani donne sono spesso vittime di violenza perpetrata da uomini più avanti negli annii.

Dati che ribadiscono la necessità di intervenire costantemente e di affrontare l’argomento da diverse angolazioni.

“L’Arma dei Carabinieri, oltre alle specifiche prerogative di prevenzione generale e repressione dei reati di violenza di genere, opera attivamente anche sotto il piano informativo, contribuendo fattivamente alla divulgazione, insieme ad altri Enti Istituzionali, di una cultura della legalità, evidenzia Ugo Mercurio, Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Rivoli. Tra le varie iniziative, si segnala il progetto avviato con Soroptimist International d’Italia, denominato “Una stanza tutta per sé”, consistente nell’allestimento, all’interno di Caserme dell’Arma, di locali idonei all’ascolto protetto di minori e donne vittime di violenza. Sempre con la collaborazione di Soroptimist International d’Italia, è stato esteso alle province di Milano, Torino e Roma l’utilizzo del sistema “Mobile Angel”. Il progetto prevede la consegna alle vittime di violenza di genere di un dispositivo di allarme da polso del tipo “smart watch”, che consente, in caso di necessità, di inviare richieste di intervento alla Centrale Operativa dell’Arma che può localizzare immediatamente la vittima e inviare una pattuglia sul posto”.

 

Una recente indagine Ires Piemonte fotografa le attività dei 16 CUAV – Centri per uomini autori di violenza, facendo una sorta di identikit dell’uomo violento: nel 2023 sono stati 452 gli uomini presi in carico. Il profilo che ne viene fuori è che nel 72% dei casi l’uomo violento ha figli – e nella metà dei casi i minori hanno assistito agli episodi di violenza contro la madre – il 69,3% lavora stabilmente, e l’88% ha commesso abusi in ambito familiare. Sono uomini che hanno subito episodi di violenza fisica o psicologica da bambini, e nel 9% anche violenza sessuale. Sono mediamente istruiti (il 51,8% ha conseguito la licenza media inferiore, il 31,3% un diploma superiore e il 10% è laureato) e hanno un’età compresa tra i 17 e gli 81 anni.

Siamo lieti di affiancare Codere Italia nei suoi incontri territoriali, come questo di Rivoli, che costituiscono un’opportunità di capitale importanza per instaurare un dialogo diretto con le donne, accogliere le loro istanze, offrire un supporto mirato e, parallelamente, sensibilizzare la comunità – con particolare riguardo alla componente maschile – sui valori imprescindibili del rispetto e della responsabilità condivisa, dice Isa Maggi, Coordinatrice nazionale degli Stati Generali delle Donne – Fondazione Villa GaiaNel corso del tempo, Codere ha costantemente evidenziato una notevole sensibilità e un impegno concreto nei confronti delle tematiche inerenti alla parità di genere. Tale dedizione si è manifestata attraverso il tangibile sostegno a iniziative culturali e sociali specificamente volte a promuovere l’empowerment femminile. Un esempio paradigmatico di tale impegno è rappresentato dal supporto, assiduo e di profonda risonanza, offerto alla Villa Gaia di Rea, con particolare enfasi sulla nostra Biblioteca di genere”.

Credo profondamente nel potere della rete tra donne, sottolinea Donatella Bertolone, Vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici FIPE/ConfcommercioDare valore al nostro lavoro, creare luoghi sicuri, formare e accompagnare le imprenditrici è la strada per un cambiamento concreto e duraturoNe è un esempio l’esperienza del nostro Gruppo Donne Imprenditrici FIPE, impegnato concretamente su formazione, parità di genere e progetti come #SicurezzaVera, per costruire insieme una cultura d’impresa più inclusiva, consapevole e responsabile”.

“BPW International è una delle più importanti reti globali al femminile, attiva in oltre cento Paesi, che promuove la leadership, l’empowerment e i diritti delle donne in ambito economico, politico e sociale. All’interno dell’organizzazione, lo Standing Committee on Public Relations – di cui ho l’onore di far parte – ha il compito di rafforzare la reputazione internazionale di BPW, aggiunge Veronica Boldrin, giornalista, socia professionista FERPI e Membro dello Standing Committee for Public Relations di BPW International. Ogni nostra azione è allineata con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, in particolare con quelli dedicati alla parità di genere, alla riduzione delle disuguaglianze e alla costruzione di partnership globali. Perché crediamo che la comunicazione non sia solo un mezzo, ma una vera leva di cambiamento”.

Dopo Rivoli, il progetto itinerante “Innamòrati di Te” farà tappa in altre città dove Codere è presente con le sue attività.

Innamòrati di Te” continua il suo cammino di consapevolezza per combattere ogni forma di violenza di genere e sostenere la costruzione di un futuro più equo e libero, dichiara Imma Romano, Direttrice Relazioni Istituzionali Codere Italia. Con dieci anni di esperienza in diversi territori, il progetto si conferma uno spazio vivo di confronto e trasformazione. Al centro, il coraggio delle donne, la lotta al gender gap e l’impegno per creare reali opportunità. Voglio fare oggi un invito forte soprattutto alle giovani donne: continuate a credere in voi stesse e a scegliere senza paura chi essere. A volte sono i limiti che ci diamo da sole a bloccarci e a farci rinunciare a una parte importante di noi stesse”.

 

A Torino il Congresso dei Testimoni di Geova 

Oltre 13.000 all’INALPI Arena

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Dal 27 al 29 giugno 2025 L’Inalpi Arena di Torino ospiterà il Congresso dei Testimoni di Geova dal tema “Pura Adorazione”. L’evento, della durata di tre giorni, prevede la partecipazione quotidiana di circa 13 mila persone, per un totale complessivo stimato di 40.000 presenze.

I partecipanti arriveranno da tutta la regione Piemonte, non solo dalla provincia di Torino, includendo sia Testimoni di Geova sia persone interessate a conoscere meglio i valori promossi.

Il convegno rientra nella serie mondiale di Congressi dei Testimoni di Geova che, nel solo 2024, ha già visto la partecipazione di quasi 11 milioni di persone in oltre 6.000 congressi organizzati in tutto il mondo. Una simile affluenza rappresenta un’importante opportunità per il territorio, per le attività commerciali e per la città in generale. Il tema del congresso di quest’anno sarà: “Pura Adorazione”.

I tre giorni offriranno momenti di profonda riflessione spirituale, con un programma ricco di discorsi, video, interviste e musica, volto a promuovere valori fondamentali quali la famiglia, l’amicizia e l’amore verso il prossimo. Il congresso rappresenterà anche una straordinaria testimonianza di unità nella fede, che supera le differenze personali e culturali

Venerdì ore 11:45 – Discorso: “Chi governa veramente il mondo?”

Sabato ore 11:30 – Cerimonia del Battesimo

Domenica ore 11:15 – Discorso: “Come facciamo a sapere se quello in cui crediamo è vero?”

Non vediamo l’ora di collaborare con le autorità locali per organizzare questo evento entusiasmante a Torino – dichiara Antonio Donnarummo, portavoce dei Testimoni di Geova -. Quest’anno il tema del congresso mira a offrire una guida a chi è alla ricerca di speranza. Ci auguriamo che, al termine dell’evento, tutti i partecipanti si sentano incoraggiati e motivati, avendo compreso meglio cosa significa veramente adorare Dio e come questo possa aiutarli ad affrontare le sfide di oggi”.

Al congresso dal tema “Pura adorazione” saranno presentati video, discorsi e interviste a carattere biblico su vari argomenti. Ecco alcuni temi:

· Come facciamo a sapere se quello in cui crediamo è vero?

· Lezioni dal primo miracolo di Gesù.

· Lezioni da ciò che disse Gesù.

Un momento importante sarà il battesimo, che avrà luogo il sabato. Inoltre, molti non vedono l’ora di vedere il secondo episodio del videoracconto “La buona notizia secondo Gesù”. Questa serie, composta da 18 episodi, fornisce un quadro completo della vita e dell’opera svolta da Gesù Cristo basandosi unicamente sulle narrazioni evangeliche. Il primo episodio è stato presentato in anteprima nella serie di congressi dell’anno scorso. Il secondo episodio sarà mostrato in due parti, il venerdì e il sabato, mentre il terzo è in programma domenica pomeriggio.

Nel 2024, in tutto il mondo, agli oltre 6.000 congressi di tre giorni organizzati dai Testimoni di Geova hanno assistito quasi 11 milioni di persone.

Per saperne di più in merito a questo evento (con ingresso gratuito) e per trovare la location più vicina, visitate jw.org > Chi siamo > Congressi.

L’ingresso è libero e gratuito, senza raccolta di offerte. Tutti sono benvenuti.

L’evento rappresenta un’opportunità significativa anche per la città e le attività locali, offrendo una testimonianza concreta di unità, condivisione e valori positivi come l’amicizia, la famiglia e l’amore verso il prossimo.

 

Testo e foto Testimoni di Geova©

 

Torino promuove l’educazione alimentare 

In un’epoca in cui le abitudini alimentari influenzano profondamente la salute e il benessere delle nuove generazioni, l’educazione alimentare si conferma una competenza fondamentale da promuovere tempestivamente e quotidianamente.

Numerosi esperti individuano proprio nei comportamenti alimentari scorretti uno dei principali fattori di rischio per molte delle patologie croniche più diffuse in Italia. Per questo motivo, l’impegno sul fronte dell’educazione alimentare diventa una priorità, da affrontare con un approccio sistemico che favorisca la diffusione di una vera cultura alimentare.

Per contribuire alla diffusione di una corretta cultura in materia quindi, la Città di Torino, nell’ambito delle attività di co-progettazione con le aziende gestori del servizio di ristorazione scolastica, ha organizzato per il 25 giugno l’iniziativa “Nutrirsi bene, vivere meglio: l’educazione alimentare che fa la differenza”, un dibattito il cui focus saranno le scelte alimentari consapevoli e gli stili di vita equilibrati.

A introdurre l’evento sarà Carlotta Salerno, assessora alle Politiche educative della Città di Torino: «Abbiamo voluto organizzare un evento pubblico e gratuito sul tema dell’educazione alimentare poiché rappresenta un pilastro nella nostra città e nelle nostre scuole, uno degli elementi fondanti attorno a cui ruota l’appalto della ristorazione scolastica. Insieme alle autorevoli voci esperte del settore, che ringrazio per aver accolto il nostro invito, potremo approfondire e dibattere su quanto condurre uno stile di vita sano, a partire da scelte alimentari responsabili e consapevoli fin da subito, possa migliorare la qualità della vita e garantire benefici sulla salute. Sarà un’occasione per mettere al centro, ancora una volta, il benessere delle bambine e dei bambini, anche a tavola.»

L’incontro vedrà la partecipazione di autorevoli esperti del settore, tra cui la professoressa Antonella Viola, biologa e divulgatrice scientifica, il dottor Rinaldo Rava, Vice Presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e la dottoressa Serena Milano, Direttrice Generale di Slow Food Italia. La discussione sarà moderata da Carmine Festa, caporedattore dell’edizione torinese del Corriere della Sera.

Attraverso il loro contributo, verranno approfondite le buone pratiche alimentari, i rischi legati a una cattiva alimentazione e le strategie utili per promuovere la prevenzione e il benessere sia individuale sia collettivo, facendo dell’evento un’occasione importante per riflettere insieme sull’importanza di un’alimentazione sana come chiave per una vita migliore.

L’appuntamento, gratuito e su prenotazione, si terrà il 25 giugno alle ore 15:30, nella Sala delle Feste di Palazzo Madama, cuore storico della città di Torino. Coloro che si registreranno all’evento riceveranno un biglietto per visitare il museo di Palazzo Madama, mentre per le bambine ed i bambini presenti è previsto un momento ludico/educativo all’interno dei giardini. Sulla locandina il QR Code utile alla prenotazione.

TORINO CLICK

Piobesi in marcia per la pace

In un momento storico in cui i conflitti sembrano moltiplicarsi ed allargarsi sempre più, in cui la sofferenza colpisce senza risparmio le popolazioni civili, Piobesi Torinese sceglie di non restare in silenzio. Dopo l’invito – poche settimane orsono -rivolto ai cittadini per riempire di lenzuoli bianchi balconi e finestre in segno di solidarietà con la popolazione di Gaza, durante l’ultimo consiglio comunale, all’unanimità, l’amministrazione comunale ha aderito con convinzione alla campagna nazionale “R1PUD1A la guerra”, promossa da Emergency.
Nel solco di questa adesione, venerdì 27 giugno, alle ore 21.00, con partenza da piazza Giovanni XXIII, i bambini e i ragazzi dei centri estivi daranno vita a una marcia per la pace, urlando il loro forte e chiaro “NO” alla guerra. Un gesto semplice ma carico di significato, un cammino collettivo per affermare che anche le voci più giovani possono – e devono – essere ascoltate.
«È preciso dovere di ogni adulto – dichiara il vicesindaco Elena Mattio, anima dell’iniziativa – dare il buon esempio e mostrare ai più giovani che è importante esprimere le proprie idee, il proprio dissenso, soprattutto quando sono in gioco i valori della pace e della dignità umana. Ma è ancora più bello e significativo che siano proprio loro, i nostri bambini e ragazzi, a voler dare il via a questa marcia: una scelta che ci riempie di orgoglio e speranza».
L’Amministrazione comunale invita tutta la cittadinanza a unirsi a questo momento collettivo, per testimoniare insieme un impegno convinto contro la guerra e per la costruzione di un futuro di pace.

San Giovanni e la Famija turineisa che compie cent’anni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La festa di San Giovanni venne ripristinata nel 1973 dalla Famija turineisa, il sodalizio fondato cent’anni fa da un gruppo di torinesi che ebbe a capo il giornalista  Gigi Michelotti  e l’avv. Giulio Colombini. Era il 1925, l’anno dopo il delitto Matteotti, Torino non era stata ancora fascistizzata interamente. La Famija nacque come un’associazione apolitica e tale ha saputo rimanere. Il suo giornale “Caval ‘d brons“ uscì allora e continua oggi  con una costanza ammirevole. In pochi anni i suoi soci diventarono cinquemila. E’ questo uno dei motivi che portò  nel 1932 il regime allo scioglimento del sodalizio, malgrado l’appoggio e la stima manifestata dal Principe ereditario Umberto di Savoia. Nel 1945 fu nuovamente l’avvocato Colombini a far rinascere l’associazione.  La sua sede storica in via Po resta un luogo ideale anche per il Carnevale che si teneva in piazza Vittorio ed aveva un Gianduja espresso dalla Famija turineisa . Poi Andrea Flamini creò la sua Associasiun piemonteisa fortemente sostenuta dalla Regione Piemonte che vide in lui l’alfiere della cultura piemontese all’estero con l’organizzazione di tanti spettacoli folcloristici in cui Flamini divenne il Gianduja più conosciuto. Egli era anche l’anima della festa di San Giovanni con il suo “farò“. Ma quest’anno per la festa di San Giovanni va  soprattutto citata la Famija che compie cent’anni sotto la guida sagace dell’editrice Daniela Piazza e di Giancarlo Bonzo. Da giovane la frequentai e ne fui anche socio, poi gli impegni mi impedirono una partecipazione che ritengo importante perché mi ha dato la fierezza di essere e di sentirmi torinese. Senza campanilismi fuori luogo, ma consapevole della storia di Torino che fu promotrice del Risorgimento e prima capitale d’Italia. Valdo Fusi, autore di “Torino un po’”, amava molto la Famija che mi invitò a ricordarlo insieme al Presidente Torretta e a Luigi Firpo.

Boglione, Chiabotto e Ricardi ambasciatori di Torino

“Tre storie diverse, tre persone che hanno raggiunto grandissimi traguardi nei loro rispettivi ambiti professionali e che sono accomunate da una costante: l’attaccamento e l’amore per la nostra città, per la nostra comunità”. Così il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
Nel giorno del nostro Santo Patrono è stato conferito il titolo di Ambasciatrice delle eccellenze di Torino nel Mondo a Cristina Chiabotto, e di Ambasciatori a Marco Boglione e Umberto Ricardi, “persone che, – aggiunge il sindaco – in maniere differenti, incarnano lo spirito della nostra città.
Cristina, volto noto amatissimo dal grande pubblico, è profondamente impegnata nel volontariato e nel sostegno alla ricerca medica”.
“Marco, nel suo lavoro di imprenditore ha saputo,  – commenta Lo Russo – nel corso degli anni, coniugare radici e innovazione, rilanciando sulla scena internazionale marchi torinesi.
Umberto ha dedicato la sua carriera alla ricerca in campo oncologico e alla cura delle persone, contribuendo in modo determinante allo sviluppo delle terapie radiologiche e al miglioramento delle prospettive di cura per i pazienti.
Per me è stato un onore nominare la nuova ambasciatrice e i nuovi ambasciatori della nostra città: a loro va il nostro grazie più sincero per il lavoro che fanno per diffondere con passione, talento e umanità il nome della nostra Torino in tutto il mondo”.

Bimbo colpito da bomba a Gaza salvato al Regina Margherita

Colpito da un’esplosione di una bomba, un intervento all’avanguardia salva occhio e vista di un bambino proveniente da Gaza, presso la Città della Salute e della Scienza di Torino
Una improvvisa esplosione ha spazzato via i sogni di Asaad, privandolo dell’amore della mamma e della sorellina. Come se questo non bastasse la terribile deflagrazione ha determinato l’amputazione della gamba destra, ustioni gravi sul corpo, ma soprattutto la perdita della vista sull’occhio destro.
Con questo drammatico fardello il piccolo Asaad di 8 anni è giunto pochi giorni fa a Torino da Gaza, grazie alla missione “Food for Gaza”, coordinata tra Regione Piemonte e Ministero degli Esteri, insieme ad altri due bimbi, accolti all’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.
Il Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino del Regina Margherita (diretto dalla professoressa Franca Fagioli), che lo ha accolto, ha permesso di intercettare subito la gravissima problematica oculare ed in pochissimo tempo si è deciso di intervenire chirurgicamente per cercare di evitare la perdita completa dell’occhio.
La condizione clinica oculare è apparsa subito gravissima: diverse schegge dell’ordigno avevano investito il viso e l’occhio, provocando ferite a tutte le strutture oculari: cornea, iride, cristallino, vitreo e retina con l’ingresso di corpi estranei che erano arrivati anche a colpire la porzione centrale della retina posteriore.
Il difficilissimo intervento è stato eseguito, presso il presidio Molinette, dal professor Michele Reibaldi (Direttore dell’Oculistica universitaria della Città della Salute e della Scienza di Torino). “Questa tipologia di intervento è estremamente complicata, una chirurgia definita ‘pole to pole’, proprio perché si deve lavorare su tutto l’occhio dall’estremità anteriore a quella posteriore. Si è proceduto inizialmente riparando tutte le ferite alla sclera ed alla cornea provocate dall’ingresso delle schegge nell’occhio. Successivamente si è realizzata una ricostruzione della parte anteriore dell’occhio con una plastica dell’iride deformato dalle ferite, la rimozione della cataratta traumatica aperta e l’inserimento di una particolare lente intraoculare artificiale che si usa nei casi come questo, in cui non esiste più il supporto naturale del cristallino. Infine la parte più complicata: la vitrectomia per rimuovere l’emorragia nella parte posteriore provocata dal trauma ed asportare i corpi estranei presenti nel vitreo e sulla retina posteriore vicino alla zona maculare” descrive il professor Reibaldi.
Si è trattato di una vera sfida chirurgica, possibile solo grazie all’utilizzo delle tecniche più moderne come la visione 3D, l’utilizzo di vitrectomi di piccolo calibro e di lenti intraoculari sutereless di ultima generazione, ma soprattutto grazie alla professionalità e dedizione di tutto il personale sanitario che ha reso possibile l’intervento.
“In particolare devo ringraziare la professoressa Franca Fagioli che ha subito compreso la gravità della problematica e messo in atto tutte le procedure che hanno consentito di eseguire l’intervento in tempi rapidissimi, il dottor Maurizio Berardino che ha immediatamente dato il via libera alla chirurgia eseguendo in prima persona l’anestesia insieme alla dottoressa Vanda Di Nardo, permettendoci di eseguire un intervento delicatissimo come questo nelle migliori condizioni possibili, e non ultimo l’équipe infermieristica della sala operatoria che ha magistralmente supportato ogni momento della chirurgia. Ora Asaad sta molto bene. Grazie a questo intervento potrà conservare il suo occhio e la sua vista. Il sorriso che ci ha regalato il giorno dopo l’intervento, appena gli è stata rimossa la benda, è stata una gioia immensa ed una speranza per il futuro” dichiara il professor Michele Reibaldi.
“Ancora una volta l’altissima qualità del Regina Margherita e della Città della Salute e dalla Scienza e la straordinaria professionalità dei nostri medici e del personale sanitario fanno la differenza nella cura di un bambino. In questo caso poi si tratta di un bambino ferito gravemente e fuggito da Gaza insieme al suo papà e a suo fratello dopo aver perso la mamma e una sorella. Qui ha trovato non solo la sicurezza e l’accoglienza che merita, ma anche la speranza di una vita migliore, grazie alle cure che ha ricevuto e a quelle che riceverà nei prossimi mesi al Regina Margherita, che si dimostra, sempre di più, l’ospedale in cui possono trovare cure e assistenza i bambini di tutto il mondo” dichiarano il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e gli Assessori alla Sanità Federico Riboldi ed alla Cooperazione Internazionale Maurizio Marrone.
“La storia di Asaad dimostra ancora una volta il valore aggiunto espresso dalla Città della Salute e della Scienza di Torino, che consiste nella possibilità di schierare contemporaneamente tutte le competenze mediche e sanitarie di tutte le specialità che erano necessarie per trattare nel migliore dei modi le diverse sfaccettature di questo rarissimo caso clinico. Tutte queste competenze multidisciplinari dei quattro presidi della CDSS saranno quello che contraddistinguerà il futuro Parco della Salute, dove si completeranno in un’unica struttura” dichiara Thomas Schael (Commissario CDSS).
“Abbiamo accolto e assistito fin da subito tre bambini con le rispettive famiglie nell’ambito della missione “Food for Gaza” che ha il significato di creare un ponte tra l’ospedale Infantile Regina Margherita e i bambini di Gaza tramite l’intermediazione delle forze diplomatiche e dei sanitari israeliani e palestinesi. Fin dai primi accertamenti l’ospedale si è attivato con le sue eccellenze multidisciplinari nelle migliori cure. E il caso di Asaad ne è un esempio virtuoso con un intervento all’avanguardia. Ringraziamo la rete di associazioni del terzo settore, in particolare UGI e Associazione Bambini Cardiopatici, grazie alle quali sarà possibile accogliere le loro famiglie. Ancora una volta il Piemonte e l’ospedale Regina Margherita si confermano modello di cooperazione internazionale e di solidarietà” dichiara la professoressa Franca Fagioli (Direttore del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino del Regina Margherita).