CRONACA- Pagina 26

Alla Città della Salute di Torino nuovo trattamento del Parkinson 

Una terapia innovativa per trattare le complicanze motorie che sorgono negli anni tra i pazienti affetti da Parkinson: è questo l’interessante percorso avviato all’interno del Centro Regionale Esperto per la malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento della Città della Salute e della Scienza di Torino, diretto da Leonardo Lopiano.

Terapia che consiste nell’infusione sottocutanea continua del farmaco Levodopa e che sta riscontrando un’ottima risposta tra gli oltre trenta pazienti selezionati per il trattamento: «Soffro di Parkinson da circa 15 anni – ha raccontato Roberto, 74 anni – Con i farmaci non riuscivo più a controllare i sintomi della malattia e durante il giorno mi bloccavo molto frequentemente. Avevo bisogno di assistenza perché non ero autonomo; adesso, grazie a questa terapia, non ho più i blocchi, ho riacquistato la mia autonomia e la qualità della vita è notevolmente migliorata».

Anche Caterina, 62 anni, ha trovato giovamento: «Soffro di Parkinson dall’età di 47 anni e con i farmaci sono stata abbastanza bene fino a qualche anno fa, quando sono comparsi i blocchi e i movimenti involontari per quasi tutta la giornata, rendendo difficoltosa anche l’attività lavorativa. Da quando sono in trattamento con questa nuova terapia sono notevolmente migliorata».

Il Parkinson

La malattia di Parkinson (MP) è un disturbo neurodegenerativo cronico e progressivo che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. In Italia le persone affette da MP sono almeno 300.000, di cui circa 30.000 in Piemonte. La malattia non colpisce esclusivamente persone anziane; infatti, nel 10-20% dei casi esordisce prima dei 50 anni di età, e tanto più precocemente si presentano i sintomi, tanto maggiore sarà l’impatto del Parkinson sulla qualità di vita e sulle complicanze della fase avanzata. Non è infrequente l’esordio tra 40-50 anni e, più raramente, tra 30-40 anni.

Durante i primi anni di malattia la terapia farmacologica è molto efficace nel controllare i sintomi motori, ma successivamente, dopo un periodo variabile di 5-10 anni, in un’elevata percentuale di pazienti compaiono le complicanze motorie, rappresentate dalle fluttuazioni dei sintomi motori nella giornata e dalle discinesie (movimenti involontari). In molti casi la terapia orale ottimizzata non è in grado di fornire un miglioramento significativo e questo provoca una grave disabilità motoria con un impatto sulla qualità di vita e sull’autonomia nelle attività della vita quotidiana.

La nuova terapia

La gestione terapeutica della MP si è evoluta negli ultimi anni con lo sviluppo di strategie farmacologiche e chirurgiche innovative, volte a migliorare il controllo dei sintomi motori e non motori, riducendo le complicanze legate alla progressione della malattia e all’uso prolungato della terapia dopaminergica. La Levodopa è il cardine del trattamento sintomatico della MP, ma il suo utilizzo a lungo termine è spesso complicato dall’insorgenza di fluttuazioni motorie e discinesie.

In questo contesto, le terapie infusionali con Levodopa hanno dimostrato un profilo farmacocinetico più stabile, garantendo un miglior controllo dei sintomi e soprattutto una migliore qualità di vita per i pazienti. Quando le terapie “tradizionali” non sono più in grado di controllare le manifestazioni della fase complicata di malattia, si può fare ricorso alle cosiddette terapie di fase avanzata tra cui le terapie infusionali. Nell’ultimo anno è stata approvata una terapia infusionale di Levodopa molto innovativa anche per l’assenza di invasività della procedura.

La procedura all’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino

La procedura è eseguita al Day Hospital di Neurologia dopo aver eseguito i primi casi al Day Surgery centralizzato (Chirurgia Oncologica e dei Sarcomi, diretta dal professor Sergio Sandrucci; Coordinatrice infermieristica Ludovica Capanna).

La procedura prevede l’uso di un device portatile che eroga, attraverso un piccolo catetere sottocutaneo, una soluzione di Levodopa in modo continuo, anche nell’arco delle 24 ore. Questa somministrazione continua mira a mantenere livelli stabili del farmaco nel plasma, riducendo pertanto le fluttuazioni motorie e le discinesie. Di conseguenza i pazienti presentano un considerevole miglioramento della qualità di vita e dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana con una riduzione del carico assistenziale del caregiver.

Sono già in trattamento circa 30 pazienti. In questo ambito da ottobre 2024 sono stati selezionati e trattati oltre 30 pazienti con risultati molto soddisfacenti. Questa nuova terapia si aggiunge alle altre procedure eseguite già da alcuni anni: interventi neurochirurgici di Deep Brain Stimulation (Stimolazione Cerebrale Profonda), in collaborazione con il professor Michele Lanotte (Responsabile della Neurochirurgia Stereotassica-Funzionale) e l’infusione duodenale di levodopa tramite PEG, in collaborazione con la Gastroenterologia universitaria (diretta dalla professoressa Elisabetta Bugianesi) e con la Endoscopia Digestiva (responsabile dottor Dario Reggio).

Tali attività sono rivolte a pazienti che provengono da tutto il Piemonte, ma anche da altre Regioni, poiché il Centro è diventato negli anni un riferimento anche nazionale, svolgendo costantemente attività di formazione per neurologi provenienti da altri ospedali e da altri Atenei italiani.

Le procedure terapeutiche per il trattamento della malattia di Parkinson in fase complicata e degli altri Disturbi del Movimento sono possibili grazie al grande e costante impegno di un gruppo di neurologi afferenti alla Neurologia 2 universitaria: i professori Mario Rizzone, Maurizio Zibetti, Alberto Romagnolo, i dottorandi Gabriele Imbalzano e Claudia Ledda, gli specializzandi in Neurologia Clarissa Pandino e Serena Budicin, e la Neuropsicologa clinica Elisa Montanaro.

Le dichiarazioni

«Tutto questo è possibile grazie alla possibilità di creare team multidisciplinari e quindi alle numerose e qualificate eccellenze presenti nella Città della Salute e della Scienza di Torino. Questo consente continuamente di sperimentare e poi mettere in atto tutte le procedure terapeutiche innovative», dichiara il Commissario Thomas Schael.

«Ancora una volta l’azienda ospedaliero – universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino si conferma un’eccellenza a livello nazionaledimostrando come innovazione, ricerca e nuove terapie siano alla base per una sanità pubblica al servizio del cittadino», sottolinea l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.

Nelle foto da sx: Gabriele Imbalzano, Claudia Ledda, Leonardo Lopiano, Maurizio Zibetti, Alberto Romagnolo

Iren, il Consiglio di Amministrazione approva i risultati semestrali

Iren, il Consiglio di Amministrazione approva i risultati semestrali al 30 giugno 2025 con una solida crescita di tutti i principali indicatori economici: +14% di EBITDA grazie al contributo di tutte le linee di business e al consolidamento di Egea Holding, +24% di Utile netto e oltre 900 milioni di investimenti, con investimenti tecnici in crescita del +14% 

Principali indicatori economico-finanziari

  • Ricavi pari a 3.486 milioni di euro (+29% vs. 30/06/2024). L’incremento dei ricavi riflette l’aumento dei prezzi delle commodities e i maggiori volumi energetici venduti
  • Margine Operativo Lordo (EBITDA) pari a 726 milioni di euro (+14% vs. 30/06/2024). L’incremento è supportato dal consolidamento di Egea Holding, dai maggiori margini e volumi di produzione energetica (BU Energia) e dalla crescita organica dei business regolati (BU Reti e Ambiente)
  • Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti pari a 184 milioni di euro (+24% vs. 30/06/2024). L’andamento positivo è sostenuto dalla crescita dell’EBITDA e dal minore utile netto di terzi per effetto dell’acquisto della quota di minoranza della società Iren Acqua
  • Indebitamento finanziario netto pari a 4.228 milioni di euro (+4% vs. 31/12/2024). Il lieve incremento del periodo è attribuibile principalmente al pagamento dei dividendi 
  • Investimenti tecnici pari a 393 milioni di euro (+14% vs. 30/06/2024) destinati principalmente all’ammodernamento delle reti di distribuzione elettrica (+31%), allo sviluppo della filiera dei rifiuti e all’estensione della rete di teleriscaldamento. Gli investimenti del periodo sono stati più che coperti dal flusso di cassa operativo
  • Investimenti finanziari pari a 522 milioni di euro. L’acquisto della quota di minoranza di Iren Acqua per 283 milioni di euro, l’esercizio della call e il consolidamento dell’indebitamento finanziario netto di Egea Holding, per circa 238 milioni di euro complessivamente, sono stati finanziati con l’emissione, a gennaio 2025, di un bond ibrido

Principali indicatori di sostenibilità

  • Investimenti sostenibili (ammissibili alla Tassonomia europea) pari al 72%, in linea con il Piano Industriale
  • Intensità carbonica pari a 312 gCO2/kWh, in linea con lo scorso anno, come da Piano Industriale
  • Raccolta differenziata pari a circa il 70%, grazie all’estensione delle best practice in tutti i territori serviti
  • Incremento della volumetria teleriscaldata del +12% vs. 30/06/2024 grazie anche al consolidamento di Egea Holding
  • Incremento della customer base che raggiunge i 2,4 milioni di clienti (+200 mila clienti vs. 30/06/2024) 
  • Incremento del +7% della capacità di depurazione delle acque reflue vs. 30/06/2024
  • Il numero complessivo dei dipendenti del Gruppo supera le 11.860 persone   

Ucciso a coltellate in corso Giulio Cesare

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Omicidio nei pressi di Porta Palazzo a Torino. Un uomo sui 30 anni nella sera di mercoledì 30 luglio, è stato ucciso a coltellate in corso Giulio Cesare, all’angolo con Lungo Dora Savona. La vittima è di nazionalità nigeriana, ed è  morta al San Giovanni Bosco, alcune ore dopo il suo arrivo in codice rosso. L’uomo è stato colpito all’altezza del torace e della gola con un’arma da taglio. L’assassino è in fuga. Numerose le liti tra spacciatori nella zona.

Commenta a caldo Patrizia Alessi, capogruppo Fdi alla Cicoscrizione 7, che da tempo denuncia le violenze nel quartiere: “Come detto più volte nella zona di Corso Giulio Cesare tra Porta Palazzo e Corso Novara e vie limitrofe la violenza latente scoppia da un attimo all’altro. In Lungo Dora Savona la situazione da anni è inaccettabile nell’indifferenza della Città. Forse il Sindaco Lo Russo invece di pensare alla trascrizione dei figli con due mamme farebbe bene pensare alle criticità di alcune zone in Aurora. I cittadini da tempo sono spaventati dalla violenza che aleggia nelle strade. Le risse violente sono all’ordine del giorno….e purtroppo non è il primo È ora di dire basta”.

Don Romano Fiandra, il prete capace di sognare

A pochi mesi dalla sua scomparsa, la Valle Grana ricorda don Romano con un documentario sulla sua opera pastorale e sociale

Domenica 3 agosto, dalle 21 alle 23

Villa San Pietro – Monterosso Grana (Cuneo)

“Di don Romano ricordo le liturgie e soprattutto le omelie forti, e se mi è ammesso dire trattandosi di un uomo di chiesa, ‘guerriere’. Ricordo due interviste che gli feci, una a San Pietro di Monterosso Grana, in occitano. Stessa determinazione, stessa forza, stessa capacità di modellare la lingua per esprimere concetti di cui apparentemente, solo apparentemente, la lingua non aveva strumenti e parole per dire. Penso che quest’intervista sia da conservare come un documento importante, non solo linguistico, ma come esempio di un uomo che mai si è arreso, che ha perseguito i propri progetti per il bene della gente con inesauribile coraggio. Quel coraggio che io, ormai vecchio militante occitano e uomo di cinema, vorrei animasse le nuove generazioni”. Così racconta il regista e sceneggiatore cuneese, originario di Sampeyre (San Pèire in piemontese e occitano), Fredo Valla, in un passaggio del documentario “Don Romano Fiandra – La costruzione di un sogno” (regia di Andrea Fantino) che verrà proiettato domenica 3 agostodalle 21 alle 23, a Villa San Pietro di Monterosso Grana in doverosa memoria dell’indimenticato don Romano Fiandra (parroco di San Pietro in Vincoli e di Santa Lucia di Coumboscuro tra il 1974 e il 1982), nel contesto della “Festa patronale” di San Pietro in Vincoli, “Lou Pais senso témp” e dei “Babaciu”, pupazzi di ferro e fieno nati nel 2003 da un’idea di Graziella Menardo.

La visione del documentario è gratuita e fa parte del Progetto “Valle Grana Cultural Village” promosso dai Comuni di Monterosso Grana e Pradleves, finanziato tramite fondi “NextGenerationEU” e gestito dal “Ministero della Cultura” nell’ambito del “PNRR”. In caso di maltempo, la proiezione si terrà in Chiesa a San Pietro o in un locale attiguo.

Don Romano Fiandra, nato nel 1936 nel piccolo Comune di Pietraporzio nella cuneese Valle Stura, figura carismatica e lungimirante, ha lasciato a Monterosso Grana e in tutta la Valle un’impronta indelebile, affrontando soprattutto l’isolamento degli anziani nelle borgate, accogliendoli inizialmente in canonica e poi realizzando il “Pensionato Casa Vittoria” con il supporto della comunità locale, attualmente punto di riferimento per tutta la Valle Grana. Contribuì anche al restauro del Campanile e del Battistero della parrocchiale di San Pietro. Dal 1982, lasciati San Pietro in Vincoli e Santa Lucia di Combouscuro, è stato parroco a Limone Piemonte, fino alla recente scomparsa, avvenuta il 16 febbraio 2025.

Il documentario a lui dedicato è uno dei tre prodotti nell’ambito della ricerca storico-antropologica su alcuni personaggi determinanti nella storia recente della Valle Grana, dopo quelli dedicati ad altre due figure che hanno segnato a fondo la storia, quella più vera e umanamente indimenticabile, della Valle, quali Gianni Dematteis – storico sindaco di Castelmagno – e Margherita (“Margherito” in occitano) Molinengo, donna straordinaria vissuta in solitudine fino a 94 anni nella piccola Borgata di “Colleretto di Monterosso Grana”.

Tre figure che hanno umanamente segnato quella piccola striscia di terra (nella piccola “Occitania d’Italia”) chiusa fra la Valle Maira a nord e la Valle Stura di Demonte a sud, e che resteranno per sempre nei cuori e nella memoria della loro gente quali esempi di grandi “storie di vita”  capaci di indicare i passi giusti, i più sinceri ed onesti, per “traghettare” il futuro.

Racconta ancora Fredo Valla, a proposito dell’amico sacerdote don Romano: “Conobbi don Romano Fiandra negli anni in cui frequentavo Coumboscuro. L’incontro con lui rappresentò per me una piccola rivoluzione. Ero abituato a preti e parroci che nei confronti dell’‘occitano’ (a Coumboscuro si preferiva dire ‘provenzale’) e della nostra cultura avevano (praticavano) un rapporto paternalistico, nostalgico della tradizione, non rivolto al futuro. Incapaci di sognare… don Romano, come un altro grande, don Ruffa, parroco a Blins/Bellino in Val Varaita era ispirato da un sentimento diverso. Grandi comunicatori entrambi, preti volitivi, determinati, pronti a sporcarsi le mani, che vedevano nella tradizione uno scrigno di sapienze da conservare e da quelle ripartire per la rinascita di una lingua e di un popolo che al loro tempo (gli anni Sessanta) parevano destinati a scomparire in quel rinnovamento epocale che fu lo sviluppo industriale dell’Italia”. Che anche per la Valle portò certo ad una micro-migrazione, che, toccò i luoghi di don Romano e don Ruffa. Ma, forse, alla fin fine, senza troppo infierire. E senza disperderne i primitivi caratteri. Quest’è certo.

Per ulteriori info: “Associazione La Cevitou/Ecomuseo Terra del Castelmagno”; tel. 329/4286890

G.m.

Nelle foto: don Romano Fiandra e Anfiteatro a San Pietro in Vincoli, luogo di aggregazione e convivialità

La sfida di Sabina Rosso per una nuova cultura del lavoro

FONDATRICE DI ABOUT JOB E MAGNETICAM

Una visione innovativa delle risorse umane che mette al centro le persone e il loro potenziale.

Sabina Rosso, imprenditrice torinese, si occupa di Ricerca e Selezione del personale da 27 anni con l’obiettivo di creare alleanze efficaci e durature tra persone e imprese in ambito lavoro; lo fa attraverso la creazione di percorsi di crescita reciproca basandosi sulla concezione in cui tanto crede e cioe’ che il lavoro sia molto più di un contratto, rappresenta, infatti, uno spazio di realizzazione personale e di valore condiviso.

Dottoressa Rosso ci fa una fotografia attuale del mercato del lavoro?

Oggi il mercato del lavoro si presenta come una struttura sbilanciata: poche opportunità ad alto livello e una grande quantità di persone che aspirano ad occuparle. Un paradosso che produce frustrazione sia nei candidati sia nelle imprese. Un fenomeno sempre più evidente e’ che molti giovani interrompono il percorso universitario, spesso intrapreso più per desiderio dei genitori che per una reale convinzione personale e al tempo stesso, inoltre, una parte significativa dei neolaureati sceglie la specializzazione all’estero, dove le opportunità di occupazione sono percepite come più solide e stimolanti. Nel frattempo, molte risorse iperqualificate della generazione dei baby boomer si trovano in difficoltà, mentre le imprese faticano a trovare candidati che rispondano alle loro esigenze: non troppo giovani perché necessiterebbero di formazione e non troppo senior, per poter investire e attuare una crescita interna.

Cosa e’ il mismatch e quali sono le sue conseguenze?

Spesso le aziende pubblicano offerte online che ricevono centinaia di candidature, ma il risultato è uno scollamento tra aspettative e realtà. Non si tratta solo di competenze, ma della difficoltà di far incontrare valori, motivazione e soft skill con le reali necessità dell’impresa. Questa è la sfida che affrontiamo ogni giorno con About Job, la Società di Ricerca e Selezione che rappresento e che si occupa di supportare le aziende a trovare persone allineate non solo nei titoli, ma nei valori e nelle vocazioni. Purtroppo, molte imprese non sono ancora pronte a investire in questo tipo di selezione approfondita e si affidano a processi digitali standardizzati, generando appunto il mismatch. Le conseguenze di questo mancato incontro tra domanda e offerta porta spesso, chi non trova lavoro, a smettere di cercarlo. Altri accettano ruoli che non li soddisfano, svolgendoli senza entusiasmo, alimentando un circolo vizioso che nuoce a loro stessi e alle aziende. Quasi l’80% dei posti disponibili è nelle PMI, che oggi, tra guerre, dazi e incertezze globali, selezionano con estrema cautela, spesso rinunciando ad affidare la ricerca del personale a professionisti del settore.

E’ per questo che ha creato Magneticam?

Magneticam e’ un progetto che vuole riportare il lavoro al centro della vita delle persone, come espressione della loro identità e delle loro aspirazioni. Perché la tendenza oggi è quella di accontentarsi, di non cambiare per paura di peggiorare la propria situazione. Ma questo timore genera anche un progressivo spegnimento interiore. Con Magneticam lavoriamo per far emergere le caratteristiche uniche di ogni persona, mettendole in relazione con i valori delle imprese. Lo facciamo anche attraverso percorsi formativi, come Leader della tua carriera, pensati per aiutare figure manageriali ad affinare il proprio posizionamento nel mercato. Il lavoro va cercato anche fuori dai canali tradizionali e non sempre su internet o tramite le agenzie. Il mestiere giusto esiste, ma serve impegno e strategia per trovarlo, inoltre, e’ necessario lavorare sulla propria employability, che non è fatta solo di competenze, ma anche di self-marketing, di empowerment e di capacità di raccontarsi.

Se il mismatch è il fenomeno critico da cui partire About Job e Magneticam li affrontano da angolazioni diverse. AJ supportando con consulenze qualificate le aziende, Magneticam lavorando sulle persone, con l’idea che anche se il mercato è difficile c’è sempre qualcosa che si può fare per migliorare la propria situazione. Obiettivo comune e’ quello di creare un incontro vero, dove il lavoro torni ad avere valore per la persona e profitto per le imprese; tra queste due entita’ ci vuole un’alleanza per superare l’attuale disincanto e riscoprire la “grazia del lavoro”: come rinascimento personale e come fiducia generale negli altri e nel futuro.

Le donne che ruolo giocano in questo scenario?

Dal mio osservatorio privilegiato, vedo tre categorie su cui puntare con decisione: i giovani, i profili senior e le donne. Ma i dati ci dicono che la situazione femminile è ancora critica: in Italia, il tasso di occupazione femminile è poco sopra il 50%, tra i più bassi d’Europa. Le politiche attive per il lavoro femminile sono ancora insufficienti. Dopo la maternità, spesso le donne sono “invitate” indirettamente a restare a casa, grazie a sussidi che finiscono per disincentivare la continuità di carriera. Questo stop, di fatto, penalizza il percorso professionale femminile. Con il nostro pay off Mind the Match cerchiamo anche di incoraggiare le donne a restare nel mondo del lavoro, valorizzando la loro presenza come utile, necessaria, innovativa. L’ho vissuto io stessa: non bisogna arrendersi, anche quando è difficile. Serve fiducia, sostegno, e un forte stimolo culturale a non lasciare il proprio posto nel mondo del lavoro.

MARIA LA BARBERA

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Chieri, roditori falso problema

“Chieri non è Hamelin, non c’è nessuna emergenza roditori. Quanto segnalato nella zona di via Massa e via Gualderia è una situazione circoscritta, forse collegata al violento temporale della scorsa settimana. Peraltro, sul territorio di Chieri sono attivi numerosi cantieri che interessano il sottosuolo, in particolare quelli di Italgas e Smat, e non risultano essersi verificate criticità analoghe. Quando Open Fiber ci ha segnalato il problema, nel tardo pomeriggio di giovedì 24 luglio, gli uffici comunali si sono immediatamente attivati e hanno contattato la ditta incaricata della derattizzazione. La quale, pur non riscontrando presenza di roditori nei pozzetti d’ispezione, ha posizionato diverse esche. Open Fiber ci ha assicurato che entro breve risolverà il disservizio. Capita in ogni città d’Italia e del mondo che i topi possano danneggiare i cavi della fibra ottica. Può capitare anche a Chieri. Dove non ci sono invasioni di orde di ratti e non è necessario arruolare pifferai magici». Così il Comune in una nota.

Ragazzo rapinato del telefono alla fermata del bus

IN LARGO GIACHINO

Un cittadino marocchino di vent’anni è stato arrestato dalla Polizia di Stato per rapina ai danni di un ragazzo.

Nella mattinata di mercoledì, personale della Squadra Mobile notava, nei pressi di una fermata del bus in largo Giachino, “un parapiglia” tra due giovani.

In particolare, un ragazzo stava tentando di recuperare il proprio telefono da un soggetto magrebino che si era dato alla fuga dopo averglielo strappato con forza.

I poliziotti  fermavano in via Casteldelfino il giovane, che veniva trovato in possesso del cellulare appena sottratto, subito restituito al proprietario. Il ventenne aveva con sé un secondo telefono del quale non sapeva dare valida spiegazione circa la legittima provenienza, motivo per cui veniva denunciato, in stato di libertà, per ricettazione.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto.

A Palazzo Civico la registrazione di quattro figli di coppie omogenitoriali

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Si chiamano Lorenzo, Rebecca, Elia e Cecilia. Sono figli di altrettante coppie di mamme che oggi nella Sala Congregazioni di Palazzo Civico hanno firmato insieme al sindaco Stefano Lo Russo il documento per il loro riconoscimento anagrafico come figli di una coppia omogenitoriale.

Per la Città di Torino sono le prime registrazioni dopo la sentenza della Corte costituzionale sulle famiglie arcobaleno dello scorso maggio, che ha riconosciuto a entrambe le madri il diritto di registrate alla nascita figli nati in Italia a seguito di procreazione medicalmente assistita fatta all’estero.

I bambini, che hanno da pochi mesi all’anno di età, erano già stati registrati anagraficamente dalla madre biologica e il documento siglato oggi ha permesso di recepire come genitore anche la madre intenzionale. Da ora in avanti si procederà con la registrazione alla nascita, che potrà avvenire nelle sedi anagrafiche di fronte ai funzionari incaricati, così come avviene per i figli delle coppie eterosessuali.

“È una grande giornata – ha commentato il sindaco Lo Russo – perché finalmente anche i bambini delle coppie omogenitoriali hanno gli stessi diritti degli altri. Abbiamo registrato simbolicamente gli atti qui a Palazzo Civico ma d’ora in avanti sarà possibile farlo in tutti gli uffici anagrafici. in virtù di questa fondamentale sentenza della Corte Costituzionale che ha fatto fare un passo in avanti al nostro Paese in tema di diritti. Il prossimo passo dovrà essere quello del vedere riconosciuto il matrimonio egualitario”.

Presente anche l’assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli che ha ringraziato le famiglie presenti e le associazioni che le hanno supportate in questo percorso: “è stata una fatica, ma la vostra lotta e la vostra testimonianza sono qui a suggellare oggi un momento importantissimo, che vede riconosciuti i vostri diritti e quelli delle vostre bambine e dei vostri bambini”

TORINO CLICK

Finisce in un canale, motociclista muore sul colpo

Ieri, verso le 22, sulla strada provinciale 156 tra Savigliano e Costigliole Saluzzo, è morto un 52enne a bordo di  moto Kawasaki Z800. Il motociclista è uscito di strada ed è finito in un canale. L’uomo è deceduto sul colpo.

Mafia, arrestato un ricercato

Personale della Polizia di Stato ha eseguito un ordine di carcerazione a carico di un quarantaseienne cittadino italiano.

Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – ufficio Esecuzioni Penali, è stato eseguito a Carignano dalla Squadra Mobile di Torino. L’uomo era stato condannato in via definitiva a 8 anni e 4 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso, per condotte commesse dal 2014 in poi, in relazione alla partecipazione associativa ai mandamenti di Belmonte Mezzagno e Misilmeri, come emerso nell’operazione “Cassandra” del maggio 2020 quando furono eseguite, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, 6 custodie cautelari in carcere e due ai domiciliari. Complessivamente nell’operazione furono coinvolte 25 persone alcune delle quali già coinvolte nell’operazione “Cupola 2.0” del 2018.