Caro direttore, a partire da Dicembre dell’anno scorso, con l’introduzione dei mercatini di Natale in Via Garibaldi (nel tratto compreso tra Corso Valdocco e Statuto) è quotidiana la presenza di parcheggiatori abusivi in piazza.
Richieste di denaro, a volte anche piuttosto insistenti a chi è intento a parcheggiare la propria autovettura e spiacevoli graffi rinvenuti sulle portiere, a chi si rifiuta di pagare il “pizzo”.
Sono tre, ma a volte anche cinque, spesso ubriachi e con atteggiamenti violenti, i parcheggiatori abusivi che operano quotidianamente in Piazza Statuto, anche in seguito allo smontaggio dei mercatini natalizi, non se ne sono mai andati.
Ciascun parcheggiatore opera in un angolo della piazza, di modo da coprirla interamente. Per rendersene conto, è sufficiente fare un giro completo della piazza a bordo della propria autovettura, sia di mattina che di pomeriggio, vi indicheranno i posti liberi, per ottenere una ricompensa economica.
Soprattutto in seguito agli ulteriori aumenti nel 2023 delle tariffe orarie per la sosta sulle strisce blu, in Piazza Statuto è passata da €1,50 a €1,70 l’ora, è diventato veramente troppo oneroso dover contribuire, forzati dal timore di trovarsi la macchina rigata, anche chi esercita abusivamente questo “mestiere”, oltre al regolare ticket per il parcheggio.
Nonostante le numerose segnalazioni avanzate personalmente nel nuovo anno, sia al Comando di Polizia Locale di Torino, che al 112 per il pronto intervento di una pattuglia, su indicazione della stessa autorità competente, gli interventi messi in campo finora non hanno prodotto risultati.
I parcheggiatori abusivi fuggono all’arrivo delle forze dell’ordine, per scampare a carissime sanzioni amministrative e poco dopo riprendono come se nulla fosse l’attività svolta.
Il problema non sono solo le richieste di denaro da loro avanzate, ma anche il fatto di trovarsi difronte a soggetti spesso visibilmente in stato di ebbrezza, che soprattutto in seguito al tramonto del sole, rendono la piazza poco sicura per chi la percorre a piedi.
Emanuele Durando