Una donna di circa 80 anni è morta avvolta dalle fiamme della baracca in cui abitava a San Carlo Canavese. Questa mattina all’alba i vigili del fuoco hanno spento il rogo dovuto probabilmente al malfunzionamento di una stufa elettrica. Per la donna non c’è stato più nulla da fare.
(foto archivio)
Come Sindacato SAV Guardie Giurate Confsal, preso atto della notizia sul quotidiano La Stampa avente come titolo: Sulle divise degli addetti alla clientela la scritta “polizia amministrativa” con l’obiettivo di scoraggiare le aggressioni al personale operante, è opportuno attenzionare l’opinione pubblica sull’ennesima risposta palliativa alle esigenze di sicurezza soprattutto a tutela del pubblico interesse trattandosi appunto di un servizio rivolto ad ogni cittadino che ha diritto di viaggiare in condizioni di assoluta tranquillità e sicurezza.
Facendo delle statistiche nelle grandi città come Roma e Milano, sul punto di vista della “sicurezza sussidiaria” deputata alle sole Guardie Giurate titolate dallo Stato, il tasso di aggressione ai danni del personale è sceso dal momento in cui l’attività di controllo avveniva ai varchi delle stazioni o sui mezzi stessi in presenza dei summenzionati operatori. Proprio nel 2021 su comunicato stampa del quotidiano locale di Palermo, gli incassi della ditta di trasporti municipalizzati ha registrato forti incrementi proprio per la presenza sperimentale delle Guardie Giurate sui bus.
C’è da definire anche l’aspetto normativo che, a nostro dire, potrebbe trovare opposizioni con la legge penale essendo che la qualifica di Polizia Amministrativa non è permanente ma si riveste soltanto nel momento in cui viene contestato l’illecito amministrativo, che oltretutto non tutela il controllore sull’eventuale rifiuto delle generalità a Pubblico Ufficiale, essendo che l’operatore è dipendente di un’amministrazione privata e quindi “Incaricato di Pubblico Servizio” nell’ambito dei trasporti.
Inoltre va analizzato il fenomeno socio-crimonologico che favorisce eventi di questo tipo, se il problema è realmente legato alle difficoltà economiche dei fruitori o ad un concetto di cultura che sovrasta il senso civico, o ancora più semplice la figura del “controllore” con qualifiche di Polizia trova incompatibilità nel contesto sociale odierno e costituisce l’aggravante ché spinge il trasgressore ad un comportamento incivile e violento.
Noi del SAV Guardie Giurate siamo del parere che i Comuni debbano investire più sui servizi di Vigilanza Privata coadiuvata con la Polizia Locale, così come dalla Legge Regionale del 9 dicembre 2013, n. 18.
Modifiche alla legge regionale 4 aprile 2012, n. 6 (Disciplina del settore dei trasporti) che al comma 3 bis – che cito per esteso – stabilisce che nell’ambito del trasporto pubblico regionale e locale, a bordo dei mezzi e nei locali di esercizio, al fine di garantire maggiore sicurezza all’utenza, i gestori dei servizi di trasporto pubblico nonché l’ente locale competente territorialmente possono affidare le attività di controllo, prevenzione, contestazione e accertamento, sull’osservanza delle disposizioni per la cui violazione è prevista una sanzione amministrativa, anche a guardie giurate nominate e allo scopo autorizzate, con le modalità di cui all’articolo 133 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e del regio decreto 6 maggio 1940, n. 635 (Approvazione del regolamento per l’esecuzione del testo unico 18 giugno 1931, n. 773 delle leggi di pubblica sicurezza) o a personale con la stessa qualifica appartenente a istituti di vigilanza privata, in assenza del personale della polizia ferroviaria e di altri ufficiali e agenti di polizia giudiziaria.’;
Sarà nostra cura aprire un tavolo tecnico con il Comune di Torino e la regione Piemonte al fine di trovare una soluzione efficace alla sicurezza degli operatori e dei cittadini stessi.
SAV Guardie Giurate
Un Ragazzino di 14 anni è anni deceduto mentre il fratellino di 4 è gravemente ferito a causa di un incidente stradale avvenuto ieri pomeriggio a Oleggio, nel Novarese.
L’auto che era guidata dalla nonna dei due fratellini (rimasta ferita e ricoverata in codice giallo) si è scontrata con una seconda vettura: su questa vettura due persone che si trovavano a bordo sono rimaste ferite e ricoverate in ospedale in codice verde.
I ragazzini e la nonna sono stati estratti dalle lamiere dai dai Vigili del fuoco.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Riceviamo e pubblichiamo
-La carenza di personale nella Città della Salute di Torino sta raggiungendo livelli critici, con 36 infermieri mancanti nel sistema del 118 e 468 turni mensili da coprire. La situazione, aggravata dai costi straordinari per le prestazioni aggiuntive e dall’incertezza sul mantenimento della tariffa oraria di 60 euro, è solo la punta di un iceberg di problematiche diffuse in tutte le aziende del Piemonte. Un intervento urgente da parte della Regione è indispensabile. Claudio Delli Carri, segretario regionale del sindacato Nursing Up Piemonte, lancia l’allarme, sottolineando i rischi per il sistema sanitario e il benessere degli operatori.
«Il sistema del 118 è ormai al limite,- dichiara Delli Carri. -Ogni mese devono essere coperti 468 turni, e la carenza di 36 infermieri costringe gli attuali 190 operatori in servizio a sobbarcarsi turni aggiuntivi. È una situazione insostenibile, che pesa sulla qualità del servizio e sulla vita personale dei professionisti.»
Ad oggi, la copertura di questi turni è garantita solo grazie alle prestazioni aggiuntive, il 60% delle quali legate al 118. Tuttavia, il problema non riguarda solo la Città della Salute, ma si estende a molte altre aziende sanitarie piemontesi. Delli Carri spiega che questa emergenza non può essere risolta senza un piano strutturale: «Entro la fine del 2024, la Regione deve garantire l’assunzione di almeno 13 nuovi infermieri in Città della Salute, ma altri 23 saranno necessari entro il 2025. Non possiamo continuare a tamponare le falle con turnazioni straordinarie.»
La situazione finanziaria è altrettanto preoccupante. Tra luglio e settembre 2024, la Città della Salute ha speso 931.000 euro di fondi propri per coprire le prestazioni aggiuntive. «Questa cifra rappresenta un costo insostenibile per una struttura già sotto pressione,- sottolinea Delli Carri. -Questi soldi devono essere rimborsati dall’Azienda Zero e, quindi, dalla Regione Piemonte. Non è accettabile che il peso economico ricada interamente sulla Città della Salute, che sta facendo il massimo per garantire un servizio essenziale.»
A rendere ancora più urgente la situazione è il periodo natalizio, durante il quale la disponibilità di personale sanitario si riduce ulteriormente per ferie e festività. «Siamo già al 22 novembre,- avverte Delli Carri, -e il tempo stringe. Entro il 20 dicembre la Regione deve prendere decisioni chiare e tempestive, sia per mantenere le prestazioni aggiuntive a 60 euro l’ora, sia per accelerare le assunzioni. Non possiamo permettere un ritorno alla tariffa di 30 euro, che non sarebbe minimamente adeguata al sacrificio e alla professionalità degli operatori, soprattutto quelli del 118.»
Dal 2021, grazie a un accordo con i sindacati, la tariffa delle prestazioni aggiuntive era stata progressivamente aumentata da 30 a 60 euro. Tuttavia, esiste il rischio concreto che questa cifra venga riportata ai livelli originari da gennaio 2024. Delli Carri ribadisce l’importanza di mantenere questa soglia: «Abbassare le tariffe significa non riconoscere le competenze e il sacrificio quotidiano dei professionisti della sanità. Parliamo di infermieri, ma anche di ostetriche, anestesisti e fisioterapisti, tutti essenziali per il funzionamento del sistema.»
Il segretario regionale mette in evidenza un rischio ancora maggiore: «Il 118 è il cuore del sistema emergenziale. Se crolla questo servizio, crolla tutto il sistema sanitario. La questione delle prestazioni aggiuntive è estesa in tutte le aziende e rappresenta un problema strutturale che non si limita a singoli contesti. La Regione deve pianificare un intervento responsabile per evitare che la sanità piemontese entri in una crisi irreversibile già entro aprile 2025.»
Un francobollo per l’Egizio
Il 22 novembre 2024 è stato emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze del sapere” dedicato al Museo Egizio di Torino, nel bicentenario della fondazione, relativo al valore della tariffa B zona 1 pari a 1.30€.
Evelina Christillin, Presidente e Christian Greco, Direttore del Museo Egizio hanno dichiarato:
“Celebrare la storia dell’Egizio serve anche a mettere a fuoco le sfide del futuro del Museo, inteso sempre più come una sorta di laboratorio della contemporaneità, luogo di ricostruzione e conservazione della memoria, ma anche di ricerca, formazione e digitalizzazione del patrimonio.”
Donne Impresa Confartigianato: 77% uomini al comando
“Le Nazioni Unite hanno votato nel 1993 la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, nella quale viene definita come qualsiasi atto di sopraffazione, per motivi di genere, che provochi o possa verosimilmente provocare, danno fisico, sessuale o psicologico, comprese quelle minacce, quella coercizione o quella privazione, arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che in quella privata”.
Così la Presidente del Movimento donne di Confartigianato Imprese Piemonte, Sara Origlia, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
“Siamo di fronte a una delle tante violazioni dei diritti umani, al radicamento di un rapporto tra esseri umani che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne, costringendole a vivere in una posizione subordinata – continua Origlia – ritengo che questa “violenza” andrebbe contrastata ogni giorno garantendo alle donne il diritto allo studio, al lavoro e a una migliore conciliazione con i tempi da dedicare alla vita e alla famiglia”.
“L’impresa è il luogo dove si crea lavoro, che è il primo degli strumenti a disposizione delle donne per combattere la violenza di genere e per raggiungere la propria emancipazione economica e personale. Infatti – continua Origlia –l’impresa non è solo un luogo di produzione, ma uno spazio dove si costruiscono legami e dove si creano le basi per l’indipendenza economica, condizione necessaria per raggiungere l’uguaglianza di genere e prevenire la violenza. L’impresa, soprattutto artigiana, ha un duplice ruolo: economico, attraverso l’importante contributo dell’imprenditoria femminile, e sociale, attraverso la promozione della parità di genere. In un contesto sociale in cui la violenza di genere rimane una sfida significativa, le discriminazioni, gli stereotipi sulle donne, che sono radicate nel substrato socio culturale, la divisione di ruoli e l’esistenza di relazioni di potere disuguali tra donne e uomini, sono fattori che costringono la donna a permanere in una condizione di subalternità in cui si alimenta quel ciclo di violenza. I femminicidi sono, pertanto, gesti estremi, ma di violenza che sottendono una realtà complessa di oppressione, di disuguaglianze, di abusi e di violazione sistematica dei diritti delle donne”.
“Bisogna, dunque, agire culturalmente anche nei luoghi di lavoro, – sottolinea Origlia – dove molte donne scontano ancora pregiudizi che non permettono loro, ad esempio, di avere il giusto trattamento economico o arrivare a ricoprire ruoli apicali. Voglio ricordare che in Piemonte, in linea con la media italiana, la bilancia della parità di genere pende da una parte: il 77% delle imprese è guidata da uomini”.
“In questo contesto, Confartigianato si pone, quindi, come obiettivo il sostegno all’empowerment economico e sociale delle donne, ponendo l’accento sull’importanza del loro coinvolgimento nello sviluppo imprenditoriale – sottolinea Origlia– Occorre, inoltre, rafforzare le politiche aziendali a sostegno della parità di genere, offrendo strumenti per contrastare le disuguaglianze”.
“L’autoimprenditorialità economica e sociale va oltre l’idea di un supporto finanziario e considera quindi la complessità della vita delle donne che devono affrontare ostacoli, barriere e discriminazioni – prosegue Origlia – ed è in questa linea che la nostra visione dell’autoimprenditorialità socio economica, diventa quello strumento cruciale per superare questi stereotipi di genere che alimentano, poi, sia gli squilibri che le violenze”.
In ultimo l’appello a Regione e Istituzioni: “Gli interventi spot non servono più, il futuro del nostro territorio e del nostro Paese dipende anche da quanto e come investiremo, con misure strutturali e stabili, attraverso le agevolazioni per imprese che assumono donne, con il sostegno alla conciliazione vita-lavoro, o con i programmi di formazione specifica per le vittime di violenza. Senza dimenticare che migliorare le condizioni lavorative delle donne sostenendo la natalità è fondamentale anche per contrastare gli effetti di un inverno demografico che stiamo vivendo da anni”.
Difesa personale – Difesa donna: il corso a Torino
Fdkm e Usic presentano
il corso di Difesa personale Difesa donna
Il segretario regionale USIC dott. Leonardo Silvestri invita tutti a partecipare all’evento: “La sicurezza è una priorità e insieme possiamo fare la differenza. Sia per chi è principiante sia per chi ha già esperienza, questo evento gratuito è l’occasione perfetta per imparare e crescere in un ambiente positivo e di supporto”.
SABATO 24 NOVEMBRE
PALESTRA MARCHESA
Istituto Morricone Corso Vercelli 141 Torino
DALLE 9 ALLE 13
Iniziative alle Gallerie d’Italia e al Museo del Risparmio
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Intesa Sanpaolo si tinge di arancione e illumina il grattacielo di Torino, le storiche sedi di Via Verdi a Milano, di via Toledo a Napoli e di via del Corso a Roma a sostegno della campagna promossa dall’ONU e UNWomen.
Numerose sono le iniziative del Gruppo a Torino:
- Intesa Sanpaolo aderisce alla campagna #NessunaScusa attraverso un messaggio di sensibilizzazione su oltre 3000 sportelli automatici e sui videowall del grattacielo di Torino e di Gioia 22 a Milano. La campagna riprende in Italia la mobilitazione #NoExcuse lanciata dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di respingere le giustificazioni troppo spesso utilizzate per minimizzare la violenza: la gelosia, il raptus, la provocazione, l’abbigliamento, le abitudini di vita.
- Anche i musei di Intesa Sanpaolo si impegnano sul tema con iniziative dedicate in tutte le sedi: alle Gallerie d’Italia – Torino, domenica 24 novembre ore 16:00 visita guidata “Contro la violenza sulle donne tra passato e presente”: il percorso parte dagli appartamenti barocchi di Palazzo Turinetti dove la selezione di dipinti antichi della collezione di Intesa Sanpaolo offre la possibilitࠤi confrontarsi con alcune figure femminili note per la loro forza (Sant’Eulalia, Trifena e la Madama Cristina di Francia), offrendo uno spaccato storico sulle difficoltࠤella condizione femminile, dalla prima epoca cristiana fino al XVIII secolo. Il percorso continua poi nell’Archivio Publifoto, una raccolta di circa sette milioni di immagini che fornisce una finestra sulla storia d’Italia del XX secolo. Tramite l’installazione interattiva chiamata Archivio Vivo sar࠱ui possibile scoprire alcune vicende emblematiche della condizione femminile, e della violenza spesso ad essa correlata, nel corso del Novecento. Tramite l’App Gallerie d’Italia sar࠰ossibile, inoltre, acquisire alcune delle immagini oggetto del racconto, per far rivivere queste storie di forza e di coraggio anche fuori dal museo.
- Il Museo del Risparmio a Torino sviluppa lungo tutto l’anno attivit࠶olte ad evidenziare l’altra faccia della violenza di genere ovvero quella economica. Negli anni questo impegno ha permesso di formare e sensibilizzare circa 20.000 donne attraverso progetti, eventi e webinar. Tra le proposte, il 28 novembre alle ore 18, in presenza e online, 蠩n programma l’evento “Niente sconti. Stop alla violenza economica” per affrontare il tema da una prospettiva diversa. L’incontro si aprirࠣon una narrazione teatrale dedicata alla violenza economica, seguita da un confronto con la partecipazione anche maschile, perch頰er cambiare una cultura dominante essenziale il coinvolgimento di tutte le persone.
Intesa Sanpaolo ha da tempo messo in campo numerose iniziative rivolte alle proprie persone: tra queste la possibilitࠤi accedere a un supporto psicologico con un servizio di ascolto e di prima informazione e, dal 2021, una policy specifica di prevenzione e contrasto delle molestie e di diffusione della cultura del rispetto e dell’inclusione.
Intesa Sanpaolo sostiene inoltre le organizzazioni non profit impegnate in questo ambito, tra cui l’Associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la Violenza con cui collabora per garantire ospitalitࠩn Case Rifugio alle donne vittime di violenza. Attraverso il Fondo di Beneficenza in capo alla presidenza, dal 2019 sono stati 166 i progetti supportati orientati al contrasto della violenza di genere per circa 5,3 milioni erogati, un tema che in questo biennio 2023-2024 蠴ra le linee guida che ne indirizzano l’attivito:p>
Il Gruppo ha aderito all’Accordo per le donne vittime di violenza tra ABI e i principali sindacati: per le donne inserite nei percorsi certificati di protezione, che si trovino in difficoltࠥconomica, prevede la sospensione del pagamento della quota capitale dei mutui e dei prestiti personali per 18 mesi. La Banca ha previsto anche la sospensione dell’intera rata per offrire un maggior supporto.
Intesa Sanpaolo ha inoltre sottoscritto il Protocollo d’Intesa tra il Ministero per la Famiglia, la Natalitࠥ le Pari Opportunitࠥ l’ABI per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne favorendo anche iniziative di formazione e informazione per sostenere l’inclusione finanziaria e il superamento delle differenze legate al genere.
La Segreteria regionale Piemonte e Valle D’Aosta dell’Organizzazione sindacale Orsa ha proclamato uno sciopero di 24 ore del personale mobile della Direzione Business Regionale di Piemonte e Valle D’Aosta di Trenitalia dalle ore 3.00 di domenica 24 alle ore 2.00 di lunedì 25 novembre 2024.
Tentano di rubare in un appartamento, ma il proprietario reagisce al tentativo di furto. Le indagini della Polizia di Stato portano poi all’esecuzione di tre misure cautelari.
Lo scorso maggio, un uomo è in casa con la propria famiglia quando il sistema di allarme gli segnala ripetutamente un tentativo di intrusione all’interno dell’abitazione. Dopo aver messo in sicurezza i familiari, il proprietario di casa nota dallo spioncino la presenza di tre persone, due uomini e una donna che, vistisi scoperti, si danno alla fuga. La vittima tenta di fermare uno dei tre ma subisce un’aggressione da parte dei complici, che lo spintonano violentemente contro il cancello.
Sul posto intervengono gli agenti del Commissariato di P.S. San Paolo che iniziano le indagini. Grazie alla visione delle immagini del sistema di video sorveglianza gli agenti identificano i responsabili dell’aggressione. La Polizia di Stato ha eseguito nei confronti di due di loro la misura cautelare dell’obbligo di dimora e, per uno, degli arresti domiciliari, emesse dall’A.G.