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Buone pratiche per organizzare eventi

Districarsi nel dedalo di norme e regolamenti necessari per la realizzazione di una manifestazione non è mai semplice: oggi, ad aiutare i presidenti delle ProLoco e gli amministratori arriva il “Manuale di Buone Pratiche. Come organizzare in sicurezza eventi e manifestazioni”, realizzato da Unpli Piemonte con una commissione tecnica specializzata coordinata dal segretario generale Eleonora Norbiato ed il sostegno di ANCI Piemonte. Presentato nella mattinata di mercoledì 27 marzo a palazzo Lascaris, il Manuale sarà ufficialmente disponibile dal prossimo 6 aprile. “Una risorsa– spiega Alberto Avetta, presidente di Anci Piemonte – che non ha pretese di carattere normativo ma si rivela incredibilmente utile per le amministrazioni, soprattutto nelle piccole realtà, che propongono manifestazioni rilevanti e di pregio, fondamentali non solo perché radicate nella tradizione ma anche per la buona economia locale che suscitano. Con questo manuale – prosegue – vogliamo fornire uno strumento che aiuti l’applicazione delle norme per tutelare la sicurezza nelle manifestazioni, aggiungendo un approccio professionale a quanto già fatto in passato”. Un lavoro che ha coinvolto tecnici ed esperti, come spiega il presidente di Unpli Piemonte, Giuliano Degiovanni, che racconta come il manuale sia “una soluzione, che può essere certamente implementata, ma che mancava. All’indomani del decreto Gabrielli e delle circolari uscite in materia di sicurezza, infatti, la realtà si è fatta difficile per proloco e piccoli comuni: le regole erano facilmente applicabili nelle grandi realtà ma si traducevano, nelle piccole, in ostacoli spesso insormontabili. Insieme ai comuni e con l’aiuto di esperti e professionisti abbiamo lavorato per fornire linee guida, gettando le basi di quella che spero possa essere un’alleanza futura: una collaborazione per la salvaguardia di un bene comune”.

Torino è la città italiana con la maggior incidenza di melanoma

Il  trend è in costante aumento 

Torino è la città italiana con la maggior incidenza di melanoma ed il trend è in costante aumento. L’Istituto di Anatomia patologica della Città della Salute di Torino ha diagnosticato circa 650 melanomi nel 2017 e circa 700 nel 2018. Per avere un confronto con il passato, nel 1976, presso lo stesso Servizio, erano stati diagnosticati 34 melanomi e nel 2011 erano stati 400 i nuovi casi. Questi dati sono relativi al Centro che da sempre è considerato il polo oncodermatologico di riferimento della provincia di Torino e non conteggia i casi di melanoma individuati e rimossi in altri ospedali come l’IRCC di Candiolo, l’ospedale Gradenigo e tutti gli altri presidi ospedalieri di Torino e provincia. Nonostante questo, la mortalità continua ad attestarsi al di sotto del 12%, grazie al lavoro congiunto della diagnosi precoce, della rapidità d’intervento dei servizi di chirurgia e delle innovazioni terapeutiche. L’obiettivo dei prossimi anni è quello di ridurre ulteriormente la mortalità da melanoma in modo consistente. Il melanoma è un tumore maligno della pelle, che origina dalla cute sana e, solo nel 20 % dei casi, è legato ad una trasformazione di un nevo pre-esistente. Fino a 20 anni fa era una patologia considerata rara. Oggi la sua incidenza è andata progressivamente aumentando in tutta la popolazione occidentale, con una crescita annua del 4% circa. Ad oggi in Italia si stimano circa 14 mila nuove diagnosi all’anno e la maggior parte di essi non avrà ricadute sulla salute generale grazie alla diagnosi precoce. Colpisce entrambi i sessi con una prevalenza tra i 40 e i 60 anni, ma è il terzo tumore maligno più frequente sotto i 30 anni. I soggetti maggiormente a rischio sono le persone con carnagione, occhi e capelli chiari. Un altro fattore di rischio da non sottovalutare è rappresentato dal numero e dalla tipologia dei nevi presenti sulla pelle, oltre, ovviamente, alla familiarità. Non bisogna trascurare che anche le esposizioni non corrette alla luce solare, soprattutto in età giovanile, e la cattiva abitudine ad abbronzarsi con l’aiuto di lampade artificiali incrementano il rischio. Le campagne di prevenzione sono fondamentali per contrastare questa patologia e ridurre l’elevata mortalità che la caratterizza. Solo in Italia si contano circa 1800 decessi ogni anno a fronte di una patologia visibile sin dal suo esordio e che nella maggior parte dei casi impiega alcuni anni prima di compromettere la vita del soggetto colpito. Oggi il dermatologo, grazie all’utilizzo di strumenti come il dermatoscopio (microscopia ad Epiluminescenza in vivo), è in grado di effettuare una corretta diagnosi delle lesioni pigmentate della cute ed il melanoma, se asportato precocemente, ha una percentuale di guarigione prossima al 100% con un intervento chirurgico eseguibile in anestesia locale della durata di pochi minuti. Come in altri campi dell’oncologia e della medicina in genere, i recentissimi progressi in campo biomolecolare hanno permesso di individuare nuovi target molecolari ed immunologici portando alla sperimentazione di nuovi farmaci che hanno migliorato sensibilmente la sopravvivenza dei pazienti con malattia metastatica. L’evoluzione più importante è però la possibilità di utilizzare queste terapie prima del possibile sviluppo delle metastasi e quindi migliorare non solo la qualità di vita ma soprattutto la sopravvivenza. Queste terapie, che vengono dette “adiuvanti”, consentono vantaggi concreti se iniziate in breve tempo dopo l’intervento chirurgico di rimozione del melanoma ed è quindi fondamentale una stretta collaborazione tra la fase diagnostica, quella chirurgica e quella farmacologica. Mai come ora una “Skin Cancer Unit” risulta determinante per vincere la lotta contro il melanoma. Di tutto questo si discuterà durante il Congresso “Dalla chirurgia all’immunoterapia: nuovi paradigmi di trattamento nel melanoma”, che si svolgerà venerdì 29 marzo 2019 dalle ore 8,45 presso il Turin Palace Hotel (via Sacchi 8, Torino), organizzato dalla professoressa Maria Teresa Fierro (Direttore Dermatologia universitaria Città della Salute di Torino), Franco Picciotto e Paolo Broganelli, che vede riuniti i maggiori esperti italiani del settore dermato-oncologico allo scopo di discutere ed uniformare le nuove procedure e gli standard internazionali alle realtà locali.

Ottava edizione della marcia in memoria di Emanuele Artom

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Venerdì 29 Marzo si terrà a Torino l’ottava edizione della marcia in memoria di Emanuele Artom, il giovane insegnante partigiano ebreo trucidato dai nazisti il 7 aprile del 1944. La manifestazione sarà organizzata dalla Comunità Ebraica di Torino, in collaborazione con quelle di Vercelli e Casale Monferrato, con la Città di Torino e la Comunità di Sant’Egidio

 L’evento è patrocinato dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Parteciperà il Presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti

La marcia partirà alle ore 11.00 del 29 Marzo dalla stazione ferroviaria di Porta Nuova, nei pressi della lapide dedicata ai deportati al binario n.17,  e si snoderà lungo il tragitto verso la Scuola Ebraica intitolata ad Artom e si concluderà in Piazzetta Primo Levi. Lì, nell’area antistante la Sinagoga, sono previsti gli interventi delle autorità, di rappresentanze delle scuole torinesi e di quella della Comunità Ebraica, seguiti da un momento musicale. Il tema al centro della riflessione collettiva di quest’anno sarà “ Valore e uso delle parole ieri e oggi”, prendendo spunto dagli stessi Diari lasciati da Emanuele Artom.

Emanuele Artom (Aosta ,23 giugno 1915 –Torino, 7 aprile 1944 ) nato in una famiglia d’intellettuali ebrei aperta agli ideali di libertà e giustizia, si laureò a pieni voti e con lode in lettere all’Università di Milano. Non poté tuttavia dedicarsi, come avrebbe voluto, all’insegnamento, non avendo mai aderito a organizzazioni fasciste e  a causa della proclamazione delle leggi razziali. Si dedicò così alle ricerche storiche, collaborando al Grande dizionario enciclopedico della UTET, traducendo per Einaudi Le storie di Polibio Il secondo libro di Erodoto. Emanuele Artom, nonostante le persecuzioni razziali e lo scoppio del secondo conflitto mondiale, si rifiutò di riparare in Svizzera e nel maggio del 1943 si iscrisse al Partito d’Azione. Subito dopo l’armistizio, il giovane intellettuale si arruolò (col nome di copertura di Eugenio Ansaldi) tra i partigiani, come delegato azionista in una formazione garibaldina di Barge comandata da Pompeo Colajanni. Diventò poi commissario politico delle bande “Italia Libera” in Val Pellice e in Val Germanasca. Durante un rastrellamento, Artom cadde nelle mani dei fascisti e venne imprigionato nelle carceri di Luserna San Giovanni. Un fascista, al quale aveva salvato la vita, lo ripagò denunciandolo come ebreo e la sua condizione si fece da quel momento ancora più drammatica. Le torture a cui venne sottoposto non gli strapparono informazioni sulla Resistenza e così, il 31 marzo del ’44, Emanuele Artom venne trasferito alle “Nuove” di Torino, nel “braccio” tedesco. Le sevizie che i suoi aguzzini gli inflissero furono tali da causarne la morte. I fascisti si liberarono del cadavere che non venne mai ritrovato.Una Brigata partigiana lombarda, operante nelle valli del comasco, alla notizia della sua scomparsa, ne assunse il nome. Nel dopoguerra, il Municipio di Torino gli dedicò una piazza; la comunità israelitica torinese gli ha intitolato una scuola media ebraica; l’Università di Torino lo ricorda con una lapide, collocata nella biblioteca della Facoltà di Lettere. Una parte del diario di vita partigiana di Emanuele Artom è stata pubblicata, nel 1954, col titolo “Artom-Tre vite”.  Edizione più complete sono state pubblicate, nel 1966, con il titolo “Emanuele Artom.Diari” a cura del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano e “Artom. Diari di un partigiano ebreo. Gennaio 1940 – Febbraio 1944, a cura di Guri Schwarz, dalla torinese Bollati Boringhieri nel 2008.Inoltre va ricordato il film documentario “Emanuele Artom,il ragazzo di Via Sacchi” (2011), diretto da Francesco Momberti e prodotto da Pianoeerre  e dalla Comunità Ebraica di Torino.

 

Marco Travaglini

Minacciano ragazzo con un coltello e lo rapinano. La polizia li arresta

Nella notte del 17 marzo scorso, un ventiduenne italiano è stato rapinato a Torino in via Berthollet angolo via Sant’Anselmo da due cittadini maghrebini. I due delinquenti con la minaccia di un coltello, si impossessavano dello zainetto del ragazzo contenente effetti personali, denaro contante e materiale vario scolastico e lavorativo, per poi dileguarsi. Personale del commissariato di Polizia di Stato Barriera Nizza e della Squadra Mobile rintracciava quarantott’ore dopo in via Nizza uno degli autori del fatto. Il ragazzo, un cittadino marocchino di 19 anni, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, che in passato aveva fornito numerose diverse generalità, senza fissa dimora a Torino, veniva sottoposto dagli investigatori a fermo di indiziato di delitto per la rapina commessa. Gli accertamenti svolte nell’immediatezza permettevano agli agenti del Commissariato Barriera Nizza di individuare il suo complice. Si tratta di un cittadino marocchino trentaquattrenne, con pregiudizi di polizia e irregolare sul territorio nazionale. Gli operatori verificavano che lo stesso, nelle ore immediatamente successive alla rapina, aveva utilizzato una carta prepagata “Postpay” intestata alla vittima per acquistare delle vivande presso un distributore alla stazione Porta Nuova. Contestualmente al fermo del trentaquattrenne gli agenti denunciavano a piede libero la sua fidanzata, una cittadina italiana di 19 anni, per il concorso nell’indebito utilizzo della carta di pagamento e per resistenza nei confronti di uno degli agenti operanti. Parte della refurtiva recuperata è stata riconsegnata alla vittima.

M.Iar.

 

Aveva otto bombe carta nell'armadio, arrestato

Un cittadino italiano di 43 anni è stato arrestato lunedì dagli agenti dagli agenti della Divisone Pas. della Questura di Torino in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile.
Nel corso di attività delegata dall’Autorità Giudiziaria, gli agenti hanno riscontrato la presenza nell’alloggio, nascoste in un armadio della camera da letto, di 8 bombe carta artigianali (le cosiddette ‘cipolle’). Gli artifizi risultavano pericolosi in quanto privi di qualsivoglia certificazione circa la produzione dei manufatti e le condizioni di sicurezza. Le 8 bombe carta sequestrate sono da ritenersi micidiali a causa dell’elevata potenza e perché in grado di produrre una c.d. esplosione per simpatia ovvero un’esplosione che si concretizza allorché un singolo ordigno innesca istantaneamente tutti gli altri vicini provocando un’esplosione che avrà massa pari alla somma della massa di tutti gli esplosivi detonati. Nel corso della perquisizione sono state ritrovate tre “torce illuminanti”. Nell’auto dell’uomo, i poliziotti hanno anche rinvenuto due flaconi contenenti un centinaio di capsule di efedrina e aspirina illegali pe poiché importate dall’estero con flaconi etichettati non in lingua italiana e senza autorizzazione rilasciata dall’Aifa. Alla luce dei fatti, l’uomo è stato tratto in arresto per il possesso del materiale esplodente e denunciato in stato di libertà per la detenzione dei medicinali non corrispondenti alla normativa vigente.

M.Iar.

Sette arresti per i furti di macchine escavatrici

Nell’ambito dell’operazione “Digger” condotta dai carabinieri della Compagnia di Canelli e coordinata dal Procuratore della Repubblica di Asti, Alberto Perduca e dal suo Sostituto Giorgio Nicola, nel novembre scorso erano state eseguite sette ordinanze di applicazione di misura cautelare, emesse dal Tribunale di Asti, a carico di soggetti accusati di furto, ricettazione e riciclaggio di macchine operatrici di ingente valore. L’indagine aveva consentito lo smantellamento di un sodalizio criminale specializzato nel furto di grossi mezzi da lavoro, che operava principalmente nel basso Piemonte, non solo nella provincia di Asti ma anche in quelle di Torino ed Alessandria ed anche in altre zone del nord Italia. Le attività d’indagine proseguite in questi mesi hanno permesso di individuare i tre soggetti, due italiani di Racconigi (Cuneo) e Costigliole d’Asti e un albanese residente ad Alessandria, già colpiti dalle misure restrittive eseguite nella prima fase dell’operazione, ritenuti responsabili di ulteriori due furti avvenuti nel settembre scorso a Rottofreno e Gragnano Trebbiense in provincia di Piacenza. Sono stati recuperati un escavatore Caterpillar e un semirimorchio del valore complessivo di 200.000 euro, già restituiti ai legittimi proprietari.

M.Iar.

 

SEQUESTRATI IN NEGOZIO POLLI IN CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE  

Oggi, mercoledì 27 marzo, Agenti del Comando Porta Palazzo hanno proceduto al sequestro di alimenti in cattivo stato di conservazione in un esercizio commerciale all’inizio di via Andreis. Sono stati rinvenuti e sequestrati 36 polli in pozzetto congelatore privi di involucro di protezione e già scongelati. Il titolare, cittadino di nazionalità egiziana, è stato denunciato per violazione della legge 283/1962 sulla disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande

Incidente in autostrada, donna muore sul colpo. Auto e furgone finiscono nei campi

E’ morta sul colpo la donna di 56 anni che, questa mattina, alle 6.30, ha avuto un incidente  sul raccordo autostradale Ivrea-Santhià, nei pressi di Albiano d’Ivrea. Viaggiava su una Fiat Panda che, per cause ancora da verificare, si è scontrata con un furgone. I due  mezzi stavano procedendo verso e Santhià e sono finiti in mezzo ai campi. Il conducente del furgone è stato trasportato in ospedale a Ivrea e non è grave.

Collezionava carte di identità in bianco

Un cittadino rumeno di 31 anni, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante poiché destinatario della misura di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Appello di Torino lo scorso gennaio, nonché per possesso e fabbricazione di documenti falsi e false attestazioni sull’identità personale. Poco dopo le tre e mezza di notte, transitando in via Chiesa della Salute, gli agenti della Squadra Volante hanno notato due persone che alla vista della volante hanno accelerato il passo e hanno svoltato in via Baracca fino a quando sono entrati in un portone di uno stabile. Gli agenti sono riusciti a bloccare uno dei due uomini, mentre l’altro si è dato alla fuga. L’uomo fermato ha fornito generalità che sono poi risultate false, dall’accertamento è anche emersa la misura a suo carico. Nel corso della perquisizione domiciliare, è stato rinvenuto un pacco al cui interno c’erano 174 carte di identità italiane in bianco risultate poi provento di furto perpetrato nel gennaio del 2016 presso l’ufficio anagrafe del comune di Front Canavese, oltre a una patente di guida per la quale era stato denunciato lo smarrimento lo scorso agosto. In ordine al ritrovamento dei documenti il cittadino rumeno è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto per ricettazione.
 

"Profumo" di marijuana dalla finestra, un arresto

La costante attività di controllo del territorio, lo scorso venerdì ha consentito agli agenti della Squadra Volante di Torino di arrestare di un cittadino italiano di 59 anni, con precedenti di polizia a carico, che coltivava marijuana in un alloggio di via Passo del Brennero. Gli agenti, dall’esterno dell’edificio, hanno appurato la presenza di un forte e persistente odore di marijuana che proveniva da un appartamento ubicato al piano terra del palazzo. Da una finestra, i poliziotti hanno visto un uomo intento a tagliare dei fiori da una piantina di marijuana. Gli agenti, a questo punto, hanno bussato alla porta dell’alloggio e quando l’uomo ha aperto, alla luce del forte odore ha ammesso le proprie responsabilità. Nel corso della perquisizione, i poliziotti hanno rinvenuto due tavolette di hashish, per quasi 170 grammi, e 3 chili e 400 grammi di marijuana e 5 bottiglioni contenenti presumibilmente estratto di olio di hashish. Nell’abitazione, adibita esclusivamente a laboratorio per la coltivazione della marijuana, gli agenti hanno riscontrato la presenza di una stanza trasformata in serra, completa di umidificatori, termostati, ventilatori, lampade alogene e cappe filtro. All’interno della stanza erano anche presenti 46 piante di marijuana. Complessivamente sono state sequestrate sostanze per un peso complessivo superiore ai 14 chili.