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A Madonna di Campagna sequestrati 20 chili di droga

Nell’ambito dei servizi di prevenzione e contrasto allo spaccio di stupefacenti – disposti dal Questore nelle aree caratterizzate da fenomeni di illegalità diffusa – un’ operazione degli agenti del Commissariato Madonna di Campagna ha consentito di sequestrare quasi 20 kg di hashish. Due i sequestri, a distanza di 24 ore l’uno dall’altro

Il 21 Maggio 2019 personale del Commissariato Madonna ha fermato in Corso Marche un cittadino marocchino di 42 anni, dopo averlo visto scambiare, in via Don Bosco, un pacco sospetto con un altro straniero, che si scoprirà poi essere un suo connazionale. Fermato alla guida di una Panda bianca, l’uomo accennava ad una fuga ma veniva definitivamente fermato in via Asiago, dopo aver urtato violentemente contro l’autovettura dei poliziotti. All’interno dell’abitacolo gli agenti rinvenivano 7 blocchi di forma rettangolare, contenenti 70 panetti di hashish, per un peso di oltre 7 kg. Ogni panetto era marchiato con la dicitura “Bob” ed una foglia di marijuana. Il giorno successivo gli investigatori rintracciavano, in via Ala di Stura, l’altro connazionale che il giorno prima gli aveva consegnato il pacco sospetto. L’uomo, 49 anni, veniva avvistato alla guida di un furgone. Anche in questa occasione, lo straniero si dava alla fuga e veniva fermato in via Adda dove, allontanatosi dal veicolo, fuggiva a piedi portando con sè una cassettina degli attrezzi lanciandola poi tra i cespugli. Dopo averlo arrestato, gli operatori recuperavano la valigetta: all’interno, 6 panetti di hashish in tutto e per tutto corrispondenti alla partite già sequestrate e quindi con lo stesso marchio identificativo. La successiva perquisizione domiciliare consentiva il rinvenimento di oltre 200 ovuli termosaldati contenenti hashish, pari a complessivi 3 kg, e panetti della stessa sostanza per un peso complessivo di quasi 10 kg, oltre ad alcuni capi di abbigliamento di provento furtivo. Lo stupefacente rinvenuto si presentava di due diverse qualità. In particolare, quello confezionato a forma di “dattero” è risultato essere più pregiato del panetto, perché contenente una maggiore percentuale di thc. Diverso anche il prezzo: circa 4.000 euro al kg per i datteri all’ingrosso, per un ricavato di almeno 30.000 euro nella vendita al dettaglio; 2.000 euro al kg, invece, per i panetti (17 kg in totale) che, una volta piazzati sul mercato, avrebbero fruttato circa 170.000 euro al dettaglio. A seguito di questa operazione, sale ad oltre 130 kg la quantità di stupefacente complessivamente sequestrata negli ultimi 15 giorni nell’ambito dell’attività di contrasto allo spaccio in città.

 

Operazione "alto impatto": altri arresti nelle zone del degrado

Proseguono i servizi ‘ad alto impatto’ nei quartieri Aurora e Barriera di Milano, disposti dal comando provinciale carabinieri di Torino. Dopo i 5 arresti di 3 giorni orsono, giovedì 23 in serata è stata individuata una centrale di spaccio in un appartamento in via Biella del quartiere Aurora. Nella rete dei militari sono finiti un marocchino ed un italiano di 35 e 30 anni, arrestati per detenzione di 8 chili di hashish, suddivisi in panetti, tutti con il marchio ‘Bob’ e 155 datteri di analoga sostanza.. Il market della droga è stato localizzato dai motociclisti del Nucleo radiomobile di Torino ma per l’intervento si è fatto ricorso a carabinieri in borghese della compagnia di Venaria perché non conosciuti in zona specialmente dalle vedette (garantivano ininterrottamente l’attività criminale per tutto il giorno). Gli spacciatori ricevevano solo su appuntamento telefonico ed esclusivamente clienti da loro conosciuti per cui i carabinieri hanno fatto irruzione nell’appartamento approfittando dell’uscita di un acquirente. Per la perquisizione negli scantinati di pertinenza dell’alloggio è stato chiesto il supporto anche di un’unità cinofila della polizia di Stato che si trovava in zona per altro servizio. La coppia di pusher una volta scoperta ha cercato di evitare le porte del carcere offrendo stupefacente e seimila euro in contanti ai carabinieri per fare loro ‘chiudere un occhio’, peggiorando soltanto la loro situazione. Per questo motivo, infatti, risponderanno anche di istigazione alla corruzione.

ARRESTATO RAPINATORE SERIALE DI SUPERMERCATI: SI COPRIVA IL VOLTO CON LA MASCHERINA DA CHIRURGO

Ha colpito in pochi giorni due supermercati della zona sud di Torino, sempre con le stesse modalità: mascherina da chirurgo, si avvicinava alle casse e, dopo aver estratto una pistola, si faceva consegnare l’incasso. Nel primo caso, gli agenti del Commissariato Mirafiori si sono attivati immediatamente estrapolando le immagini di videosorveglianza: il volto travisato non consentiva, però, l’identificazione. Saranno il modus operandi del rapinatore e gli abiti indossati a tradirlo, insieme alla preziosa collaborazione fra le forze dell’ordine. Sì perché a 2 giorni soltanto di distanza, il rapinatore verrà arrestato dal Nucleo radiomobile dei Carabinieri per un episodio analogo in un altro esercizio commerciale. Gli agenti del Commissariato, venuti a conoscenza dell’arresto, sospettano possa trattarsi della stessa persona e chiedono ai colleghi ulteriori informazioni. Sarà immediato ricondurre la prima rapina al soggetto, P.M., un italiano del 71 con precedenti per reati contro il patrimonio (tutte rapine a mano armata all’interno di supermercati): i filmati sono chiarissimi, il rapinatore è lo stesso. L’uomo, già in carcere, è stato raggiunto da un’ulteriore misura cautelare.
 
 

Sarà espulso il pregiudicato che ha staccato a morsi il dito di un agente

Il 21 maggio un pregiudicato nigeriano di 23 anni, E. I., aggrediva un agente di polizia nel corso di un’attività di foto segnalamento, staccando a morsi la prima falange dell’anulare. Immediata è stata la reazione delle Istituzioni.  L’Autorità Giudiziaria ha tempestivamente convalidato l’arrestodel nigeriano, già noto alle forze dell’ordine, disponendo la misura cautelare della custodia in carcere. Lì è stato ascoltato dallacompetente Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale, incardinata presso la Prefettura di Torino, che haattivato un procedimento immediato di audizione del richiedente asilo. A sole 48 ore dall’aggressione, la  Commissione Territoriale ha rigettato la richiesta di protezione internazionale del cittadino nigeriano. Questi verrà espulso dal territorio nazionale in attuazione del Decreto Sicurezza (c.d. Decreto Salvini), che consente di allontanare i richiedenti asilo che commettono reati contro l’ordine e la sicurezza pubblica e non hanno più diritto alla protezione.

Abusi sessuali su minorenne, insegnante agli arresti

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vercelli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio del GIP del Tribunale di Vercelli nei confronti di un insegnante 45enne, A.P., perché ritenuto responsabile di atti sessuali con minore, nello specifico con una sua studentessa

Le indagini hanno avuto avvio nell’aprile scorso, successivamente alla segnalazione fatta ai Carabinieri da una amica della studentessa coinvolta nella vicenda. La ragazza, venuta a conoscenza dei fatti, ne ha parlato con alcune compagne di scuola, per trovare in loro il coraggio di condividere questo terribile segreto anche con un adulto. Appena venuti a conoscenza del fatto, i genitori hanno valutato di accompagnarla dai Carabinieri della Stazione di Santhià, gli interlocutori ritenuti più adatti, perché da sempre vicini alla cittadinanza e depositari della fiducia dei santhiatesi.
Quasi contestualmente, un’altra giovane studentessa del medesimo istituto ed amica della prima, logorata dall’angoscia, delle confidenze ricevute, protetta dal segreto della notte, e persino di nascosto dai propri genitori ha contattato il centralino dei Carabinieri, e dalle tre di notte, con la voce rotta dall’ansia, ha confidato all’operatore di quelle voci di approcci da parte di un insegnante della sua scuola nei confronti di una compagna di studi, affidando al Carabiniere una situazione che era sicura dovesse essere affrontata e risolta al più presto.
Indirizzate entrambe al Comando Carabinieri di Santhià, sono state accolte dal Comandante della Stazione, Luogotenente Salvatore Lobrano e dal Maresciallo Michela Di Paola.
Entrambi i sottufficiali hanno avuto la grande capacità di mettere le testimoni a loro agio, ottenendo non solo un racconto, ma anche elementi su cui avviare una concreta attività di indagine.
La vittima, spinta dalla solidarietà delle amiche, loro prima degli altri consapevoli che quel rapporto tra lei ed il professore non rientrasse nei canoni della “normalità”, di fronte ai Carabinieri ha confermato i fatti narrati. Prima di lei, però, le ipotesi formulate avevano già trovato parziali riscontri grazie alle pronte ed accurate indagini che nel frattempo erano state avviate e portate quasi a compimento.
Dagli ulteriori approfondimenti sarebbe emerso come l’insegnante, nonostante il ruolo e l’incarico di educatore, avesse stabilito una eccessiva confidenza con la minore, che lo aveva portato successivamente a compiere atti sessuali con lei. La gravità della condotta ipotizzata a carico dell’indagato sta nel fatto che la minore, in quanto sua allieva, era, per definizione, affidata a lui per ragioni di educazione, così configurando il più grave reato di violenza sessuale su minore.
I Carabinieri della Stazione di Santhià, supportati dai colleghi della Sezione Operativa del N.O.R., diretta dal Sottotenente Luigi De Berardinis, hanno ricostruito l’intera vicenda, raccogliendo le testimonianze di alcuni studenti e di genitori, trovando chiari riscontri anche nelle attività tecniche di intercettazione telefonica, attivate nell’immediatezza dell’acquisizione della notizia di reato, nonché dalle dichiarazioni fornite da più studentesse agli operanti ed al Pubblico Ministero titolare del fascicolo, il Sostituto Procuratore della Repubblica Dottor Davide Pretti.
Gli accertamenti, infine, hanno consentito di ipotizzare la sussistenza di un rapporto “anomalo” tra l’allieva e l’insegnante, che peraltro è stato sempre concordemente descritto da tutti i suoi studenti come un professore speciale, capace di creare un clima molto positivo ed evidenziarsi per l’adozione di un atteggiamento estremamente confidenziale verso i suoi studenti; così marcatamente “amichevole” che i suoi atteggiamenti erano stati percepiti da altre studentesse come attenzioni decisamente eccessive al punto di essere vissute come avances.
Gli inquirenti, proprio perché l’indagato già in passato era stato arrestato e condannato in via definitiva per analoghi episodi, hanno ritenuto di avanzare la richiesta di misura cautelare, con la quale il GIP di Vercelli ha pienamente concordato, ritenendo di emettere la misura degli arresti domiciliari.
La Procura della Repubblica sta attualmente valutando la posizione di altri insegnanti che sembrerebbero non aver denunciato la situazione emersa, pur essendone venuti a conoscenza attraverso le confidenze di alcune studentesse che, per quanto dichiarato, sarebbero state destinatarie di approcci da parte del professore.
 
 

Incinta, investita sulle strisce da auto pirata partorisce: grave la bimba

E’ stata investita da un’auto pirata la  donna incinta, alla 38esima settimana di gravidanza, che ha dato alla luce a una bimba di 3,3 chili. Il parto è avvenuto al Cto, dove è stata allestita d’urgenza una sala operatoria per il cesareo. La neonata si trova in prognosi riservata, poiché ha riportato un forte trauma fetale ed è ricoverata, in ipotermia, in terapia intensiva neonatale. La madre ha 19 anni, ed è stata investita ad Orbassano  mentre attraversava sulle strisce. Ha  una frattura alla clavicola.

Bimbo di due anni giunge privo di vita in ospedale

A Novara la  Questura ha aperto una indagine sulla morte di un bimbo di  due anni, giunto questa mattina in ospedale senza vita. Sarà l’autopsia ad accertare le cause della morte, al momento nessuna ipotesi è esclusa dagli inquirenti. A chiamare il 118 sarebbe  stata la famiglia del piccolo.  Purtroppo i tentativi di rianimarlo sono stati inutili è arrivato  Rianimazione già morto.

Ampia operazione antispaccio dei carabinieri: 15 arresti

I  Carabinieri della Provincia di Asti – coadiuvati da personale dell’Arma proveniente dall’intero Piemonte – sono stati impegnati nell’esecuzione di 15 provvedimenti restrittivi e altrettante perquisizioni domiciliari a carico di un gruppo di soggetti italiani, albanesi e marocchini ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di gestire una rilevantissima piazza di spaccio ad Asti, dall’interno degli stabili occupati di Corso Casale e Corso Volta. Oltre 100 i militari coinvolti nell’operazione. L’articolata attività d’indagine – coordinata dal Procuratore della Repubblica di Asti Alberto Perduca e dal Sostituto Gabriele Fiz – ha permesso di documentare – dall’ottobre del 2018 al maggio 2019 – oltre 2000 cessioni di cocaina e acquisire gravi indizi di colpevolezza in particolare su 15 indagati, tutti sottoposti a misura detentiva dal G.I.P. di Asti Dott. Giorgio Morando. Le attività investigative nei confronti di uno dei soggetti destinatari di misura cautelare sono state svolte anche dalla Guardia di Finanza di Asti. All’operazione hanno preso parte anche le unità cinofile dei Carabinieri di Volpiano e della Polizia Penitenziaria di Asti. Nel corso delle investigazioni sono stati identificati 300 astigiani che si rifornivano di cocaina dagli indagati. Nei prossimi giorni verranno segnalati alla Direzione Provinciale della Motorizzazione Civile di Asti per la revisione della patente.
 

Furti di rame, interviene la polizia

Arrestato grazie alle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Vercelli uno dei componenti della “batteria” del fotovoltaico. Avevano rubato in cinque imprese agricole situate tra le province di Vercelli, Verona, Rovigo e Padova ingenti quantità di rame, per un valore di centinaia di migliaia di euro, individuando aziende ben precise alimentate da pannelli fotovoltaici. Il loro modus operandi era quello di partire nel tardo pomeriggio dalla propria “base operativa”, sita in un campo nomadi torinese, con un furgone ed un’autovettura, per effettuare dei sopralluoghi nell’orario di chiusura di alcune ditte situate in zone di campagna. Una volta riusciti a “studiare” le difese delle aziende (sistemi di allarme, impianti di videosorveglianza) decidevano di “colpire” in tarda notte, causando notevoli danni e rubando materiale ferroso dall’ingente valore economico. A causa dei danni procurati, le aziende colpite sono state costrette a bloccare la propria produzione per settimane. Successivamente i criminali, senza fare ritorno alla base, si recavano direttamente dai “ricettatori”, due coniugi titolari di un esercizio commerciale dedito allo smaltimento di materiale ferroso nella periferia di Torino, per scaricare e vendere quanto rubato. Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vercelli, hanno permesso, grazie alla minuziosa analisi dei transiti autostradali, delle immagini di videosorveglianza, delle celle telefoniche ed attraverso pedinamenti ed appostamenti di individuare tutti i componenti della banda. Per tre di loro è scattato il provvedimento di cattura, mentre altre cinque persone, tra cui i ricettatori, sono state indagate in stato di libertà. Il “blitz” delle Squadre Mobili delle Questure di Vercelli e di Torino, in collaborazione con la Polizia Municipale, ha permesso di arrestare uno dei catturandi, mentre altri due soggetti potrebbero essere fuggiti all’estero. Per quest’ultimi sono stati già avviati i contatti con le Autorità Giudiziarie estere per l’emissione di un mandato di arresto europeo. Tutti i componenti della banda, ad esclusione dei ricettatori, sono di nazionalità rumena e risultano specializzati nella commissione di tale tipo di furti.
 

La polizia stradale impegnata durante il Giro d'Italia

Giovedì 23 maggio 2019, giungerà in provincia di Torino la 102^ edizione del Giro d’Italia per l’arrivo della 13^ tappa, da Cuneo a Pinerolo.
Anche quest’anno, come di consueto, la Polizia Stradale scorterà i ciclisti per tutta la manifestazione fino al prossimo 2 giugno, quando il Giro giungerà alla tappa conclusiva di Verona, dopo aver percorso 3500 km.

A garanzia del corretto svolgimento della gara sono impiegati: 26 motociclisti, 12 operatori in auto e 2 meccanici con l’officina mobile, sotto la guida del Vice Questore della Polizia di Stato Massimo Bentivegna, mentre al coordinamento e al collegamento tra l’organizzazione sportiva e le diverse autorità provinciali di Pubblica Sicurezza provvede il Dirigente Superiore della Polizia di Stato Carlotta Gallo, attuale Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per la Liguria.
 
Per tutta la durata del Giro, sempre ad opera della Polizia Stradale, sarà coordinato dal Vice Questore Antonio Capodicasa – Dirigente della Sezione Polizia Stradale di Siracusa, uno staff di operatori appositamente preparati in materia di “comunicazione ed educazione alla sicurezza stradale”, che avvalendosi dell’aula multimediale itinerante denominata “Pullman Azzurro”, divulgherà agli studenti della scuola primaria i contenuti del Progetto “Biciscuola” promosso da RCS – Gazzetta dello Sport, sull’uso corretto della bicicletta.
 
Inoltre, in corrispondenza dello svolgimento della 12^ tappa, Cuneo – Pinerolo, quest’anno avrà luogo, sullo stesso tracciato di gara, una manifestazione ciclo-turistica di regolarità con biciclette a pedalata assistita denominata “Giro E-Bike 2019”, che anticiperà la gara professionistica.
 
Venerdì 24 maggio 2019, la manifestazione internazionale continuerà sempre nella provincia di Torino; infatti, la 13^ tappa partirà da Pinerolo per giungere a Ceresole Reale (Lago Serrù), lungo un percorso di circa 196 km. In questa occasione. si segnala che, in considerazione della particolare situazione viaria del luogo, ove non esistono percorsi alternativi per il deflusso, coloro che dovranno fare rientro verso il capoluogo dovranno pazientare e attenersi alle indicazioni che verranno date lungo le varie località della valle dagli incaricati alla viabilità.
 
Sabato il Giro si sposterà in Valle d’Aosta per ritornare in Provincia di Torino domenica 26 maggio 2019, quando ad Ivrea avrà inizio la 15^ tappa alla volta di Como.
 
Nelle giornate interessate dalla manifestazione la viabilità in provincia sarà soggetta a rallentamenti, soprattutto in prossimità del tracciato di gara e nelle fasce orarie interessate dal transito della “Carovana Pubblicitaria” prima e degli atleti poi; tenersi aggiornati con le notizie radiofoniche e consultare i siti internet con le cronotabelle delle tappe è il suggerimento che diamo in modo da conoscere nel dettaglio e in anticipo le strade interessate e gli orari di passaggio della manifestazione, con il duplice  vantaggio di trovare il punto ideale per godersi il passaggio dei corridori oppure programmare in anticipo un percorso alternativo per evitare chiusure e attese. Ulteriori informazioni potranno anche essere apprese, per chi transita sulle arterie autostradali, dalle comunicazioni dei pannelli a messaggio variabile collocati lungo gli itinerari di questa Provincia.