Con la raccolta effettuata questa ieri ono trentasette i litri di sangue donati dai militari del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito in una “due giorni” all’insegna della solidarietà e dell’altruismo. Un gesto spontaneo per dare ancora una volta una risposta concreta alla crescente richiesta di sangue, plasma ed emoderivati da parte delle strutture sanitarie piemontesi e nazionali. Il sangue donato dai militari dell’Esercito servirà a fronteggiare situazioni di routine ed emergenze nei settori del primo soccorso, della chirurgia e della cura a patologie specifiche. Grande la soddisfazione dei responsabili della sezione torinese dell’Associazione Volontari Italiani del Sangue per un risultato che premia l’impegno di chi mette quotidianamente a disposizione del prossimo il proprio tempo libero. Il generale di corpo d’armata Claudio Berto, dinanzi ai militari di ogni età in attesa di accedere all’autoemoteca posizionata nel cortile della caserma “Città di Torino” si è detto “lusingato, ma non sorpreso dalla generosità degli uomini e delle donne dell’Esercito”. “Persone abituate a servire la collettività” ha proseguito il generale Berto “con senza clamore, ma con altrettanta efficacia”.
Il 20-21 ottobre 2017 all’ Hotel Regina Palace
Leader o follower ? La personalizzazione della politica ha portato ad un apparente rafforzamento della leadership e ha ridotto i partiti e, più in generale, le aggregazioni sociali a gruppi di follower. La trasformazione dei partiti; il rapporto tra populismo e antipolitica; la personalizzazione della leadership; come può rinascere una classe dirigente: questi i temi della 12°edizione del convegno di Stresa (venerdì 20 dalle 15,00 alle 19,30 e sabato 21 dalle 9,30 alle 13) che si articola in interviste e tavole rotonde, con l’intervento,tra gli altri, del Ministro dell’Interno Marco Minniti, del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, della Ministra della Difesa Roberta Pinotti, del vice Ministro dell’Economia Luigi Casero, del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, del Sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore, del Presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul settore bancario Pierferdinando Casini, della Presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, del Presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia al Senato Paolo Romani. Oltre ai politici interverranno, tra gli altri, il Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco, il banchiere e scrittore Guido Brera, l’editorialista e saggista Marcello Veneziani, il Consigliere Rai Carlo Freccero. Molto qualificato il parterre dei giornalisti che modereranno i dibattiti tra cui l’editorialista de Il Corriere della sera Massimo Franco che intervisterà l’emerito Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Cardinale Gerhard Ludwig Muller; il direttore de Il Mattino Alessandro Barbano; il Capo Redazione Politica de La Stampa Giuseppe Salvaggiulo; il fondatore di Formiche Paolo Messa; il giornalista de Il GiornaleStefano Zurlo. Saranno presenti anche i giovani della Fondazione Iniziativa Subalpina che parteciperanno al dibattito.
Lunedì 23 ottobre 2017, alle ore 16.30, nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris, il Consiglio regionale del Piemonte promuoverà un incontro sul tema “Il ‘900 in Piemonte” dove verranno consegnate le menzioni speciali del Comitato Resistenza e Costituzione nell’ambito del “Piemonte Visual Contest 2017”. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti, delegato al Comitato Resistenza e Costituzione, consegnerà gli attestati conferiti ai progetti distintisi nell’ambito dell’ultima edizione del concorso ideato dal Consiglio regionale del Piemonte al fine di promuovere la cultura open e il coinvolgimento dei cittadini nell’elaborazione di migliori politiche pubbliche. Il tema dell’edizione 2017 è stato, appunto, il secolo breve” nella nostra regione.Nel corso dell’incontro in programma saranno illustrati dai proponenti i quattro progetti presentati nell’ambito del concorso Piemonte Visual Contest 2017 la cui tematica è attinente alle finalità e agli obiettivi del Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana.
In segno di lutto stop al mercato di libero scambio di via Carcano e canale Molassi nelle giornate di sabato 21 e domenica 22 ottobre. Lo ha deliberato la Giunta comunale approvando un provvedimento presentato dall’assessore al Decentramento, Beni comuni e Diritti, Marco Giusta, che sospende per il prossimo fine settimana le attività di Barattolo. “E’ una decisione – spiega l’assessore Giusta – presa dall’Amministrazione comunale per esprimere il cordoglio e la vicinanza di tutta la città alla famiglia del signor Maurizio Gugliotta.” Sabato e domenica le strade e le aree usualmente destinate a Barattolo saranno presidiate da agenti di Polizia municipale al fine di garantire ordine e sicurezza pubblica.
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Cento anni fa si combatteva a Caporetto
Protagonisti il prof. Alessandro Barbero, ordinario di Storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, il prof. Marco Di Giovanni docente di Storia contemporanea all’Università di Torino e il prof. Giovanni Cerino Badone aggiunto di Storia moderna all’Università del Piemonte Orientale
La battaglia di Caporetto fu una dolorosa sconfitta o una disastrosa disfatta? In concomitanza con i cento anni dalla “dodicesima battaglia dell’Isonzo” la Scuola di Applicazione dell’Esercito ha dedicato a questo evento l’appuntamento culturale di ottobre, con l’intento di indagare una delle pagine più dibattute della nostra storia. Protagonisti il prof. Alessandro Barbero, ordinario di Storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, il prof. Marco Di Giovanni docente di Storia contemporanea all’Università di Torino e il prof. Giovanni Cerino Badone aggiunto di Storia moderna all’Università del Piemonte Orientale. Il generale di corpo d’armata Claudio Berto, Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito ha introdotto i relatori ricordando come “la conoscenza della storia militare rappresenti un elemento irrinunciabile per il bagaglio culturale di ciascun soldato”. Nel corso del dibattito sono emerse interessanti riflessioni sulle premesse, sulla condotta e sulle conseguenze di una battaglia che più di altre ha segnato una svolta nella contrapposizione fra il Regio Esercito, le forze austro-ungariche e tedesche. Nel suo intervento il prof. Barbero ha affermato che “nonostante il drammatico esito dello scontro, perdere una battaglia è cosa ben diversa dal perdere una guerra”. Il prof. Di Giovanni ha precisato come “sull’esito di Caporetto abbia influito il logoramento della società italiana, stremata dalla inaspettata lunghezza del conflitto”. Una visione condivisa dal prof. Cerino Badone il quale ha ricordato “l’eccellenza culturale austro-tedesca in campo tecnico”. Dalle considerazioni dei relatori è emerso un quadro complesso e avvincente, dal quale scaturiscono innumerevoli lettura di una vicenda, quella di Caporetto, nella quale le analisi di natura squisitamente tattica o strategica si affiancano a non meno importanti considerazioni di natura sociale, politica ed economica. Se vi furono errori di valutazione, non mancarono iniziative innovative quali ad esempio la creazione degli Arditi. I relatori hanno convenuto che anche a distanza di un secolo sarebbe velleitario emettere un giudizio univoco e storicamente inconfutabile, anche alla luce della frequente contraddittorietà delle fonti. Se Caporetto fu una cocente sconfitta dal punto di vista militare, fu probabilmente una disfatta in termini di immagine, alimentata dalla sfiducia di alcune componenti di un Paese che vedeva disgregarsi un pezzo della propria storia. All’incontro, al quale hanno assistito i frequentatori dei corsi di formazione di base e avanzata dell’Istituto di studi militari e un folto pubblico di appassionati, ha presenziato il Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito generale di corpo d’armata Pietro Serino. L’alto ufficiale ha espresso ai presenti il proprio plauso per “una iniziativa coinvolgente e in linea con le prestigiose tradizioni culturali di Palazzo Arsenale”.
Un evento più unico che raro. Addirittura l’équipe di Cardiochirurgia si è divisa e coordinata contemporaneamente su tre sale operatorie limitrofe per trapiantare due polmoni ed un cuore su tre persone diverse
Ieri mattina in poche ore un solo donatore ha salvato ben 9 persone. E’ stata una vera e propria maratona chirurgica su più sale operatorie con ben cinque trapianti di questi effettuati presso l’ospedale Molinette ( senza dimenticare un sesto di fegato da un altro donatore). Un evento più unico che raro. Addirittura l’équipe di Cardiochirurgia si è divisa e coordinata contemporaneamente su tre sale operatorie limitrofe per trapiantare due polmoni ed un cuore su tre persone diverse.
Quando si sviluppa un processo di donazione di organi o tessuti da un donatore deceduto, solitamente a beneficiarne sono 2 pazienti che ricevono i reni ed un paziente che riceve il fegato. Più raramente a questi organi trapiantati si aggiungono il cuore ed i polmoni. Quanto è capitato ieri è davvero particolare: da un soggetto deceduto sono stati prelevati organi di cui hanno beneficiato ben 9 riceventi di trapianto. Com’è possibile? Se per i reni è ovvio che possono beneficiarne 2 pazienti, com’è possibile per gli altri organi? In realtà anche per i polmoni, si può procedere al trapianto del polmone destro in un primo ricevente e di quello sinistro ad un secondo ricevente. E’ poi possibile separare il fegato in 2 parti, una più piccola (il lobo sinistro) a favore di un bambino, e la restante parte ad un adulto. Che tutte queste opzioni capitino insieme è davvero unico. Ma è successo ieri, quando al Centro Regionale Trapianti della Regione Piemonte (coordinato dal professor Antonio Amoroso) è stato segnalato dal centro di rianimazione dell’ospedale della Carità di Novara il decesso – a causa di una emorragia cerebrale – di una donna di 48 anni, di cui i familiari avevano testimoniato la volontà di donare gli organi.Così da questo atto di generosità si sono intrecciati i destini di tanti pazienti in attesa di trapianto, di sesso ed età differenti, di regioni ed origini diverse, tutti accomunati dalla necessità di ricevere in dono un trapianto per poter continuare a vivere (è il caso dei trapianti di cuore, fegato e polmone) o per poter vivere con una prospettiva ed una qualità di vita migliore (come nel caso dei trapianti di rene e di cornea). Così persone diverse si sono ritrovate assieme in un destino comune:
- Per il cuore: a beneficiare del trapianto è stata una donna di 41 anni piemontese, in attesa di trapianto a causa di una cardiopatia restrittiva.
- Polmone sinistro: un maschio di 62 anni della Sardegna, affetto da fibrosi polmonare
- Polmone destro: una donna di 54 anni della Sardegna, affetta da bronco-pneumopatia polmonare cronica ostruttiva (BPCO)
- Fegato sinistro: è stato trapiantato su un bambino, presso l’ospedale di Bergamo
- Fegato destro: un maschio di 67 anni della Campania, con una cirrosi epatica
- Rene sinistro: una donna di 47 anni nata in Nigeria e residente in Piemonte, in dialisi a causa di una nefrosclerosi ipertensiva
- Rene destro: un maschio di 47 anni della Sicilia, che ha ricevuto un secondo trapianto di rene in seguito alla perdita di funzione di un precedente trapianto, presso l’ospedale di Novara
- Cornee: le 2 cornee sono state avviate alla Banca delle cornee, che provvederà a valutarne l’idoneità e ad assegnarle a 2 pazienti in attesa di trapianto.
Tutti i trapianti sono stati effettuati presso le sale chirurgiche dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (con un notevole sforzo organizzativo e di personale per poter eseguire tutti questi trapianti possibilmente in contemporanea), ad eccezione del lobo sinistro di fegato trapiantato nel centro trapianti epatici dell’ospedale di Bergamo ed il rene destro nel Centro trapianti di rene dell’ospedale di Novara. E come se non bastasse in contemporanea l’équipe dei trapianti di fegato ha eseguito un prelievo di fegato ad un donatore di 83 anni deceduto a Perugia per trapiantarlo a Torino su un ricevente piemontese di 57 anni, affetto da cirrosi epatica.
(foto: il Torinese)
Il corpo senza vita di Martine Beauregard, una escort di lusso di quei tempi, venne ritrovato il 18 giugno 1969 in un fosso vicino all’’ippodromo di Vinovo. Il medico legale verificò la presenza di numerose bruciature, lividi e tagli sul corpo della ragazza, come se fosse stata torturata: soffrì molto prima di morire . Poi, alcuni testimoni dissero che la 25enne venne uccisa in una villa del Pinerolese da un uomo che la soffocò mentre un altro la teneva bloccata. Ora il cold case si riapre dopo 50 anni per iniziativa del pm Andrea Padalino.
Infatti un anno fa la moglie di un imprenditore edile ha detto alla polizia che il marito, prima di morire, le aveva confessato che lo zio era coinvolto nel lontano omicidio della giovane. Dopo il ritrovamento del cadavere della giovane prostituta, in effetti l’uomo lasciò l’Italia per andare in Sud America. Del delitto si accusò Carlo Campagna, figlio di un industriale a quei tempi molto affermato che operava nel settore delle macchine calcolatrici. Venne chiamato in causa da una collega di Martine che lo riconobbe come l’uomo che aveva caricato il corpo della ragazza in macchina. Ma la prova non venne ritenuta valida, e l’uomo, dapprima autoaccusato si ma che poi ritrattò dicendo di essere ubriaco al momento della confessione, fu scagionato. Pochi giorni fa si riapre il sipario su quella misteriosa vicenda e Annalisa Girardi, ex moglie di Carlo Campagna, è stata sentita in procura a Torino, per parlare dei rapporti con il marito: era violento con lei? Durante una delle udienze della separazione della coppia, alcuni testimoni dissero allora che la donna fu costretta a rinchiudersi in bagno, per sfuggire al marito che aveva intenzione di farle del male scottandola con la sigaretta e poi legandola. Campagna ha sempre smentito l’episodio ammettendo di aver scottato il braccio della moglie inavvertitamente con la brace della sigaretta. Dopo il delitto vennero arrestati prima Ugo Goano, il compagno e protettore di Martine e poi Carlo Campagna, ma furono poi ritenuti estranei all’omicidio. Pochi giorni fa Campagna è stato ascoltato in procura, ma ha detto di non avere mai conosciuto Martine e di essere innocente e di “essere stato rivoltato come una frittella dalla polizia in tutti questi anni” senza che mai venisse trovato nulla. Il mistero, dopo mezzo secolo, è ancora fitto.
Nella vertenza Comital azienda e rappresentanze sindacali hanno raggiunto un accordo, da sottoporre all’assemblea dei lavoratori, per prorogare al 15 novembre la scadenza della procedura di mobilità, sospendendo i licenziamenti. L’obiettivo rimane quello di consentire la vendita dell’azienda. L’incontro si è svolto negli uffici dell’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, con la presenza dell’assessora Gianna Pentenero. Per il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne «ogni accordo che consenta di trovare una soluzione è positivo». Alla riunione ha partecipato l’assessore al Bilancio del Comune di Volpiano Giovanni Panichelli che commenta: «Premesso che l’obiettivo finale non è ancora stato raggiunto, si stanno facendo passi utili per consentire di dare speranza ai lavoratori e valutare ogni ulteriore opportunità».
Opposti non complementari
Dal 19 ottobre al 3 dicembre il Polo del ‘900 di Torino (Palazzo San Celso, corso Valdocco 4/a) ospiterà la mostra fotografica “Opposti non complementari. Bambini nei concorsi di bellezza statunitensi e nei campi profughi libanesi”
L’evento, promosso dal Museo Diffuso della Resistenza e dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale si avvale del contributo della Regione Piemonte e del patrocinio dell’Unicef Italia. “Queste immagini richiamano alla memoria un’altra tragedia di infanzia negata, le migliaia di bambini morti ad Auschwitz. Anche le infanzie a cui fa riferimento questa mostra straordinaria sono storie tragiche, i circa 25 mila bambini coinvolti in concorsi di bellezza negli USA che si contrappongono al dramma dei bambini che vivono nei campi profughi dalla Siria al Libano”, ha spiegato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti durante la conferenza stampa di presentazione. La mostra, prodotta dal Museo Diffuso e dal Comune di Torre Pellice, curata da Andrea Balzola, è basata sui reportage realizzati dai fotografi Barbara Baiocchi e Jean-Claude Chincheré. Durante l’inaugurazione di giovedì 19 ottobre alle 18.00, alle immagini si accompagneranno la testimonianza del giornalista reporter Toni Capuozzo – da sempre impegnato sulle frontiere dell’infanzia in pericolo e autore del libro “Le guerre spiegate ai ragazzi” – e dai contributi video sulle bambine in passerella, “Bellissime” della scrittrice Flavia Piccinni, e “Divine” della regista Chiara Brambilla. I due autori degli scatti di “Opposti non complementari” si sono soffermati su bambini prigionieri degli adulti e delle loro follie, gli uni ingabbiati dall’incantesimo contemporaneo del look mediatico, gli altri rapiti dall’istinto predatorio della guerra, in fuga dalla Siria e accampati in Libano.
Sono mondi opposti e non complementari che non si possono parlare, uno fondato sul troppo e l’altro sul niente, l’uno costruito artificialmente, l’altro ridotto in macerie, che i due fotografi ci restituiscono con i loro sguardi. Henri Cartier-Bresson, pioniere del foto-giornalismo, disse che “una fotografia non è né catturata né presa con la forza. Essa si offre. È la foto che ti cattura” e occorre una sensibilità per rivelare esteticamente il senso e i sentimenti celati nei frammenti di realtà. È il caso di Barbara Baiocchi e Jean-Claude Chincheré che in questa mostra offriranno ai visitatori due interessanti punti di vista, uno femminile e uno maschile. Due spaccati sull’universo dei bambini, uno a colori e l’altro prevalentemente in bianco e nero, uno tagliente e ironico, l’altro decisamente empatico che cattureranno l’attenzione.
Baiocchi, trentenne di Rimini, dopo una permanenza negli Stati Uniti vive e lavora a Milano, dove ha frequentato l’Accademia di Brera e lavorato per diverse Agenzie fotografiche. Chincheré, ventitreenne valdostano, sta ultimando gli studi all’Accademia Albertina di Torino e fa il “pendolare” con Beirut, sua città d’adozione, per documentare le tracce umane di un conflitto disumano.
La mostra si inserisce nel programma “Infanzia Negata”, promosso e organizzato dal Polo del ‘900, che si svilupperà tra ottobre e dicembre e avrà il suo momento centrale il 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia.